Due bagnini-eroi fermano il fuggitivo spingendolo in acqua. Aveva rubato di tutto

poverino, si stava integrando…..il Ministro Kyenge che prese male la decisione del sindaco di Forte dei Marmi promise che cambieranno le cose quando sarà concessa la cittadinanza agli stranieri, intendeva concedere insieme alla cittadinanza l’esonero a rispettare le leggi che i cittadini italiani sono tenuti a rispettare? Tipo non rubare o se vuoi vendere qualcosa devi avere la licenza e fare scontrino? Giusto, sennò che accoglienza è…..non è molto “eguale” ma tant’è

Due bagnini-eroi fermano il fuggitivo spingendolo in acqua. Aveva rubato di tutto

di Andrea Luparia

Walter, bagnino dello stabilimento “Maloha” e Andrea, del “Maria Pia”
Marina di Massa, 7 agosto 2013 –  CACCIA AL ladro, ieri intorno alle 13, nella spiaggia di Marina di Massa. Caccia conclusasi in acqua con il fuggitivo bloccato da due bagnini tra gli applausi dei presenti. Ma vediamo i fatti.
Fingendosi uno dei tanti venditori abusivi che frequentano il litorale, un giovane con maglietta gialla, pantaloni corti e zainetto si aggirava tra sdraio, lettini e ombrelloni. E quando vedeva qualcosa che lo interessava, allungava la mano e metteva tutto nello zaino. Faceva molto caldo e in molti erano andati al bar o al ristorante per mangiare qualcosa, lasciando vari oggetti sotto l’ombrellone. Ma quando l’uomo ha messo le mani sul borsello di un bagnante dello stabilimento «Maria Pia» l’hanno visto. E una ragazzina è corsa a dare l’allarme al bagnino. Il ladro ha capito subito il pericolo e si è allontanato velocemente sul bagnasciuga. Ma la ragazzina, una minorenne, e Andrea, il bagnino dello stabilimento, non si sono persi d’animo. Mentre lui individuava il fuggiasco, la giovane correva a dare l’allarme al bagnino dello stabilimento «Maloha», che confina con il «Maria Pia». «E’ arrivata di corsa e mi ha detto cosa stava succedendo — racconta Walter, il bagnino del Maloha — io ho visto subito il fuggitivo e gli sono corso dietro. Intanto arrivava anche Andrea». Ma quando i due bagnini-eroi hanno cercato di fermare al volo l’uomo, agguantandolo per le braccia e le gambe, hanno avuto una brutta sorpresa. L’uomo era talmente unto che «sgusciava» letteralmente di mano. «Era impossibile tenerlo fermo, scivolava — racconta Walter». Alla fine i due hanno avuto l’idea. Per fermare il ladro, che continuava a correre, l’hanno spinto in acqua. E quando è tornato sul bagnasciuga, gli sono saltati addosso immobilizzandolo. Durante la collutazione lo zaino si apriva e dall’interno spuntavano fuori non oggetti destinati alla vendita ma portafogli, borselli, occhiali da sole di marca.Tutta roba rubata durante la mattinata in spiaggia. Intanto qualcuno dei presenti chiamava il 112 e poco dopo sul lungomare arrivano due auto dei carabinieri che prendevano in consegna il ladro. L’uomo, un nordafricano, veniva subito portato in cella di sicurezza. Oggi se ne occuperà un giudice del Tribunale di Massa.
 
Andrea Luparia
http://www.lanazione.it/massa_carrara/cronaca/2013/08/07/930925-caccia-ladro-ombrelloni-spiaggia.shtml

No Tav, nuovi fogli di via e un’espulsione

http://www.nuovasocieta.it/torino/no-tav-nuovi-fogli-di-via-e-un-espulsione.html

No Tav, nuovi fogli di via e un'espulsione

 

di Marta Tondo

Sette fogli di via sono stati emessi questa mattina dalla Questura di Torino, nei confronti di attivisti No Tav che ieri hanno occupato l’autostrada Torino-Bardonecchia all’altezza di Chianocco per individuare i mezzi che stanno portando al cantiere di Chiomonte i pezzi della talpa che scaverà il tunnel geognostico.
Sette fogli di via, come detto, dai comuni di Chiomonte, Chianocco, Bussoleno, Susa e Giaglione.
Di questi tre provvedimenti hanno durata di tre anni, mentre i restanti di due, per persone provenienti da Milano, Bologna e Urbino.
È stato espulso dall’Italia «per motivi di ordine pubblico» di uno spagnolo di 35 anni di Valencia, già noto alle forze dell’ordine perché «si era recato in Grecia nelle recenti rivolte».
Ieri nel primo pomeriggio gli attivisti avevano nuovamente occupato il tratto di autostrada, ma erano poi stati caricati dalla polizia che li aveva condotti in Questura. Venti i fermati tra cuiNicoletta Dosio, una delle portavoce del movimento. Di questi, tre sono stati arrestati, con le accuse di blocco stradale violenza privata aggravata continuata in concorso e per travisamento in pubblico.
Verso sera la protesta ha visto ancora come palcoscenico l’autostrada: questa volta i valsusini hanno manifestato contro i fermi.
I tre arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere all’interrogatorio del pm Antonio Rinaudo, mentre la polizia sostiene che siano stati rinvenuti «centinaia di chiodi a quattro punte utilizzati dagli attivisti per forare gli pneumatici dei mezzi delle forze dell’ordine». E «solo il caso – continua la questura – ha evitato incidenti con esiti fatali».
Secondo via Grattoni a subire danni, oltre a veicoli di privati e delle ditte che lavorano al Tav, anche un’ambulanza.

Blocchi NoTav: 3 arresti e 15 fermi

http://www.tgvallesusa.it/?p=2021

WRITTEN BY: VALSUSA REPORT – AUG• 07•13

Valsusa Report_Blocchi NoTav_3arresti e 15 fermiValsusa 6 agosto. Un martedì in cui il movimento NoTav si misura con l’enorme organizzazione sotterranea e mistificata dei trasporti al cantiere della Turin-Lyon. Una giornata afosa, con sprazzi temporaleschi. I NoTav non hanno prestato fede ai media nazionali che davano la Talpa al cantiere in Val Clarea come terminata e pronta a lavorare, e dalla settimana scorsa hanno istituito un presidio permanente a Vernetto, frazione alle porte di Bussoleno, per monitorare il traffico dei mezzi pesanti verso la Francia. Da qui infatti passa l’autostrada attraverso la quale ci si aspetta transitino i trasporti eccezionali necessari a completare ancora la macchina, ben di là dall’essere “già” operativa, come vorrebbe la carta stampata. “Sappiamo che i viaggi saranno tanti e non sono finiti. Qui facciamo un filtro per cercare perlomeno di ritardarne il montaggio”. Numerosissimi sono i valsusini accorsi al presidio, sostenuti pure dalla solidarietà che viene da fuori valle.
Sono le 17,00 quando viene fermato un camion sospetto. La mole delle parti meccaniche che trasporta il Tir inglese (in realtà gruppi di refrigerazione) fanno pensare di aver colpito nel giusto. Molte persone accorrono al presidio; le strade sono piene dei valligiani che, terminata la giornata lavorativa, raggiungono Vernetto. Del resto è necessario dare il cambio a quelle persone che venute da fuori trascorrono le proprie ferie in Valle a dar sostegno al movimento NoTav. Ma anche la Polizia arriva in forze, cogliendo di sorpresa le persone presenti con una manovra a tenaglia. Dai blindati scendono rapidi gli agenti, che inscenano una frenetica caccia all’uomo; c’è chi appena sceso si libera dello scudo per lanciarsi più agile nella corsa. Nel parapiglia chi riesce scappa, molti vengono fermati e condotti al presidio, ben presto circondato.

Qui la Polizia passa subito all’identificazione dei presenti; tre vengono tradotti immediatamente in arresto, altri quindici vengono caricati sui furgoni per essere portati in via Veglia a Torino, adducendo l’impossibilità di proseguire sul posto a una regolare procedura di identificazione. Gente comune, ragazzi, valligiani e non, sindaci e amministratori comunali restano e inveiscono.
E la tensione sale: “È una forzatura! Ci hanno filmato i documenti! A che cosa serve portarli in caserma per la fotocopia del documento… Così ci hanno detto… che qui non hanno la fotocopiatrice. Noi non ci crediamo!” sostiene qualcuno.
Cresciuti di numero, i NoTav siedono allora in segno di protesta per i fermi, lungo la strada già impedita dalle Ff.Oo. Uno dei tre furgoni sopraggiunti in retromarcia fa scattare in piedi le persone sedute mentre altre arrivano. C’è ressa. Spintoni. Volano parole. Ma gli attivisti caricati a forza sui furgoni si allontanano verso Torino a sirene spiegate.
“Certo, se anche i sindaci e gli amministratori si rendessero riconoscibili, come il legal team che si mette un gilet rifrangente, sarei più tranquillo, e anche più sicuro in mezzo a quelli lì” dice un cittadino di Villarfocchiardo che si tiene un po’ in disparte.
Soltanto la sera, in assemblea, il Movimento riuscirà a fare il punto della situazione, di quanto accaduto ricostruendo i fatti, ma soprattutto ribadendo ancora una volta la propria volontà di non indietraggiare. E una volta ancora, la A32 viene occupata, per circa un’ora.

Qui ilVideo

vern1jpgMore Sharing Services

Aggiornamenti dell’ultima ora e attacco alla Comunita’ Montana

notav

Dopo la mobilitazione della giornata di ieri e il blocco dell’autostrada fino a quando i no tav trattenuti trattenuti in Via Veglia sono stati rilasciati, continua il presidio al Vernetto. Chi puo’ e’ invitato a raggiungerlo per dare il cambio.

Stamane si sono svolti gli interrogatori ai 3 arrestati ai quali e’ stato convalidato l’arresto, assistiti dagli avvocati del Legal Team, si trovano ora in carcere.

Nella mattinata di oggi la Questura di Torino ha emesso un comunicato in cui elenca i 7 foglia di via (della durata di tre o due anni) e la posizione di un ragazzo spagnolo che sara’ espulso dall’Italia. Nel comunicato, immancabile il tentativo di dipingere i No Tav come mostri a tre teste che avrebbero potuto causare gravi incidenti con il blocco dell’autostrada…anche questa volta, pero’, tale eventualita’ non si e’ verificata, ma tutto fa brodo quando si ha l’obiettivo di dipingere  il movimento come il nemico pubblico numero uno!

La stampa come sempre parziale, se non addirittura tifosa, omette di dire che nella notte tra il 2 e il 3 agosto è avvenuta un’intrusione nella sede di Bussoleno (TO) della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone che ha provocato la forzatura del cancello principale e di alcuni infissi, il furto di un personal computer, il danneggiamento di 3 autovetture  dell’ente, con taglio di pneumatici e rottura di parti nell’abitacolo. Evidentemente questa e’ una notizia che la nostra stampa locale non vuole dare, ma noi crediamo che sia un fatto molto grave, che va ad aggiungersi a diversi attacchi, alcuni anche pericolosi, che ci sono stati a danni di attivisti nel movimento nei giorni scorsi. Evidentemente fa piu’ notizia, o raccoglie piu’ consensi tra i potenti di turno, sbattere in prima pagine le lettere farlocche che Esposito denuncia, piuttosto che riportare cio’ che la lobby del Tav commette quotidianamente in Val di Susa (vi dicono qualcosa i presidi bruciati?)

Vicini ai ragazzi che si trovano ora agli arresti, convinti di percorrere la strada giusta e desiderosi di rilanciare la mobilitazione, ci diamo appuntamento stasera per l’assemblea alle ore 21 al presidio del Vernetto!

E’ il tempo della lotta, forza No Tav!

per scrivere agli arrestati –

Gaia Taino, Gabriele Gatto, Domenico Piscella

 Casa Circondariale “Lorusso e Cotugno”
Via Maria Adelaide Aglietta n. 35
10151 Torino

Sventolavano bandiera #NoTav mentre i militari li portavano via

http://abbattoimuri.wordpress.com/2013/08/06/sventolavano-bandiera-notav-mentre-i-militari-li-portavano-via/

by  · lascia un commento 

#NoTav in presidio. Portano via decine di persone nei cellulari che altri militanti tentano di bloccare. Tanti anziani e anziane. Che ostinatamente sventolano le bandiere #NoTav persino dalle finestrelle dei mezzi militari. Tra le persone portate vie ci sarebbe anche Nicoletta, titolare della Credenza, tenacemente a difendere la bellezza della sua terra e che come potete vedere dalla foto ha proprio l’aria da terribile, tremendissima, terrorista.

21453_10201762711336465_310334688_n

Sono stati confermati dei fermi e attribuite delle accuse. E nel frattempo le iniziative della Val Susa contro la Tav continuano.

Poi non ditemi che questa non è una caccia alle streghe. La verità è che è più semplice definire terrorismo la resistenza di cittadini e cittadine inermi. Questa è la verità. Con la repressione che la fa da padrone. Come in Turchia.

Forza Nicoletta e tutti/e! Un caldo abbraccio dal sud.

—>>>Per aggiornamenti e riassunti delle puntate precedenti leggi NoTav.Info

—>>>Se Non Con Marta Quando? Se toccano una toccano tutte (pagina facebook)

—>>>Per capire quel che succede in Val Susa magari date un’occhiata a quel che è successo in Turchia.

—>>>Tra qualche giorno vedremo anche quel che succede nel corso della manifestazione #NoMuos.

Leggi anche:

Magistratura ILLEGGITTIMA?

http://www.governo.it/rapportiparlamento/normativa/costituzione.pdf

 La Sovranità appartiene al POPOLO, la GIUSTIZIA è amministrata in nome del POPOLO!!

Ma quando mai!

Quando mai la Mgistatura è stata delegata dal POPOLO e quali poteri, effettivi, di controllo, ha il POPOLO sull’operato della MAGISTRATURA? 


COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA


PRINCIPI FONDAMENTALI 

Art. 1 

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. 

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della 

Costituzione. 

 

Titolo IV. La magistratura 

Sezione I. Ordinamento giurisdizionale 

Art. 101 

La giustizia è amministrata in nome del popolo. 

 

 

Art. 16 

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del 

territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per 

motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da 

ragioni politiche. 

Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo 

gli obblighi di legge. 

 

Art. 136 

Quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un 

atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno 

successivo alla pubblicazione della decisione. 


Diversi articoli (che ci riguardano dirattamente) del Testo Unico di Pubblica Sicurezza (Regio Decreto) sono stati dichiarati ILLEGGITTIMI dalla CORTE COSTITUZIONALE oltre 50 anni fà

 

Codacons presenta esposto contro Saccomanni e chiede le dimissioni

06/08/2013 

 (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 06 ago – Un esposto alla Procura della Repubblica di Siena contro il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, “in cui si chiede alla magistratura di accertare l’operato del Ministro in relazione alla vicenda Mps. Lo ha presentato il Codacons, che ha reso noto anche di aver inviato “al Governo e al Parlamento e per conoscenza al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e ai presidenti di Camera e Senato, l’associazione ha rivolto un appello chiedendo le dimissioni immediate del ministro dell’Economia”. Alla base dell’esposto e dell’appello, “l’operato del ministro relativamente allo scandalo Mps e alle informazioni rese sulla questione all’Unione europea.

L’associazione dei consumatori sottolinea in particolare le rappresentazioni non veritiere alla Commissione europea nella procedura di aiuti di Stato di Mps, come emerge dalla lettera di risposta inviata dal Commissario Almunia al ministro Saccomanni, accusato tra l’altro di fornire stime ‘gonfiate'”. Inoltre per il Codacons e’ “grave il conflitto di interessi in relazione alle responsabilita’ del ministro in quanto direttore generale e membro del Direttorio, per le rappresentazioni non corrette fornite dalla Banca d’Italia al momento dell’attivazione nel giugno 2012 della procedura di aiuti di Stato”. Per il Codacons “l’operato del Ministro Saccomanni, nel caso in cui non venga prontamente sanato, rischia di minare la fiducia dei nostri partner europei nei confronti del Paese con danni incalcolabili per le nostre finanze pubbliche”.

Com-fil (RADIOCOR) 06-08-13 

http://finanza-mercati.ilsole24ore.com/azioni/analisi-e-news/tutte-le-news/news-radiocor/news-radiocor.php?PNAC=nRC_06.08.2013_12.44_21938425

Caos diplomatico per l’ex 007 pedofilo graziato in Marocco

 e riarrestato in Spagna
Condannato per avere violentato 11 bambini, è stato liberato per errore da re Mohammed VI
Scontri a Casablanca. Polemiche roventi a Madrid; associazioni antipedofilia in piazza al di qua e al di là dello stretto di Gibilterra; scambi di accuse reciproche tra re Juan Carlos e re Mohammed VI. La vicenda di Daniel Galván- ex spia irachena al servizio degli occidentali durante l’ultima guerra in Iraq – condannato in Marocco per avere violentato dei ragazzini, ha provocato una improvvisa tensione i due paesi. Graziato per errore dal re marocchino, l’uomo, di nazionalità spagnola, ma di origini irachene, ha fatto appena in tempo a lasciare le galere marocchine per poi essere riarrestato in Spagna, pochi giorni dopo. Ma la sua storia ha innescato un caso diplomatico che imbarazza Madrid e fa infuriare Rabat.
Marocco, proteste contro la grazia al pedofilo spagnolo
 Marocco, proteste contro la grazia al pedofilo spagnolo     Marocco, proteste contro la grazia al pedofilo spagnolo     Marocco, proteste contro la grazia al pedofilo spagnolo     Marocco, proteste contro la grazia al pedofilo spagnolo     Marocco, proteste contro la grazia al pedofilo spagnolo
LA VICENDA – Tutto ha inizio a metà luglio con la visita di re Juan Carlos in Marocco. È in quell’occasione che la Casa reale di Madrid invita quella marocchina a un gesto di indulgenza verso i detenuti spagnoli rinchiusi nelle galere del paese. E il 17 luglio – in occasione della festa nazionale – re Mohammed VI firma la grazia per 48 carcerati spagnoli. Un gesto salutato dal re spagnolo come «un esempio unico di amicizia tra i due popoli». Tutto bene dunque. Ma c’è un imprevisto: tra i graziati c’è anche Galván, 60 anni. A differenza della maggior parte dei suoi «compagni», l’uomo non si trovava dentro per crimini legati al traffico di droga, ma perché condannato a 30 anni dalla giustizia marocchina per aver violentato 11 bambini tra i 2 e i 14 anni.

Arrestato di nuovo il pedofilo graziato per errore
Rcd

LE PROTESTE – Dopo avere appreso la notizia della liberazione di Galván, per le strade di Casablanca e di Tangeri è il caos. Le associazioni antipedofilia scendono in piazza. Scoppiano manifestazioni di protesta che portano in breve tempo a scontri con la polizia. Il bilancio è di decine di feriti. La Casa reale marocchina fa marcia indietro. Il re revoca la grazia a Galván e accusa la casa reale spagnola: hanno infilato loro l’uomo nella lista della richiesta di indulti. Madrid nega. E si difende: non è stata presentata nessuna lista. Poi la posizione del sovrano spagnolo viene precisata da fonti della Casa reale: durante la visita della delegazione, l’ambasciata iberica presentò alle autorità marocchine un elenco chiedendo clemenza per 18 prigionieri spagnoli e l’estradizione per altri 30. Fra questi ultimi c’era anche Galván, per il quale il ministero della Giustizia spagnolo aveva avanzato una richiesta mesi prima. Mohammed VI invece li aveva liberati tutti.
GIALLO – Il «giallo» si complica ulteriormente quando viene fuori che il pedofilo in realtà non è un professore in pensione dell’Università di Murcia – come inizialmente era stato affermato – ma un ex generale dell’esercito di Saddam Hussein, che collaborò con gli occidentali durante l’ultima guerra in Iraq. La sua scarcerazione dunque sarebbe stata una sorta di «favore» che gli 007 spagnoli gli avrebbero fatto per il suo lavoro. In altre parole un’operazione messa a punto dai servizi segreti all’insaputa delle autorità.

INDAGINI – Subito dopo la scarcerazione, Galvántorna in Spagna e lunedì viene arrestato dalle autorità iberiche. Ora che è di nuovo dietro le sbarre, a Murcia, tutti tirano un sospiro di sollievo. Ma la vicenda è tutt’altro che conclusa. In Spagna l’opposizione pretende spiegazioni dal governo. In Marocco Mohammed VI ha ordinato «un’indagine approfondita» per determinare errori e responsabilità che hanno portato a questa «deplorevole liberazione». Provvedendo a licenziare il direttore dell’amministrazione penitenziaria marocchina. Il giallo insomma è appena all’inizio.

5 agosto 2013 (modifica il 6 agosto 2013)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/13_agosto_05/pedofilo-spagnolo-marocco_4419014e-fde9-11e2-a2a4-b405456a2122.shtml

SARA’ A BRUXELLES LA VERA BATTAGLIA PER SALVARE LA COSTITUZIONE

Berlusconi condannato, governo in bilico: notizie che cadono sul marciapiede come fossero chissà che. Come se davvero – dalle sorti del Cavaliere e da quelle dell’esecutivo Letta – dipendesse qualcosa di importante, per la vita degli italiani. Gli italiani: quelli che, a febbraio, bocciarono in massa il mainstream, la cosiddetta offerta politica dell’establishment: uno su quattro disertò le urne, mentre un altro 25% votò per Grillo. Restavano metà dei voti, e se li divisero i due acerrimi nemici, il Pd e l’uomo di Arcore. A semplificare il copione, chiarendo l’equivoco, provvide il Quirinale. Ed ecco il riluttante Napolitano appena rieletto che “persuade” il Pd a sposare il Pdl, per “larghe intese” in continuità con il governo-horror di Mario Monti, il commissario euro-americano inviato dai padroni della Terra con una missione precisa: mettere l’Italia in ginocchio e consegnare la sua residua sovranità ai poteri occulti che si nascondono dietro sigle straniere come Bce, European Commission, Fmi.

A dettare le regole – diktat veri, per nuove leggi-capestro – sono soggetti alieni come la potentissima Ert, European Roundtable of Industrialists, e il Transatlantic Business Dialogue, mentre sono i bankster della Jp Morgan Chase a “spiegare” che la vetusta Costituzione italiana, “fondata sul lavoro” e “nata dalla Resistenza antifascista”, con la sua mania di tutelare le libertà democratiche partendo dai diritti dei cittadini-lavoratori, finisce solo col frenare il business e quindi va al più presto cambiata, rimossa, amputata, utilizzando ovviamente la manovalanza locale disponibile, Pd e Pdl. Qualcuno, all’indomani dell’ultima sentenza anti-Berlusca, strilla: impossibile che a mettere mano alla Costituzione sia un pregiudicato per gravi reati. Volendo, la storia dei reati gravi è lunghissima. La madre di tutte le illegalità – il trattato-fantasma di Maastricht, fondamento dell’euro-potere che sta devastando l’Italia – secondo l’ex ministro Giuseppe Guarino costituisce una pericolosa violazione della Costituzione nazionale, nonostante la “legge dell’obbedienza europea” firmata dal super-tecnocrate Antonio La Pergola già alla fine degli anni ’80, quando il pubblico era distratto dalle ultime imprese di Craxi e Forlani.

Il popolo del centrosinistra, quello che ha sprecato vent’anni nella guerra di carta contro il Caimano, ora inonda di proteste il Pd “rinnegato e collaborazionista”, credendo ancora che sia stato il Cavaliere ad affossare l’Italia, e non il bonario Romano Prodi, l’uomo che sorrideva a reti unificate e intanto si preparava alla condanna del paese, quella vera, l’economicidio ricattatorio del debito, lo scalpo dell’allora settima potenza industriale del mondo – troppo vitale e incontrollabile, troppo vicina al petrolio della Libia e al gas della Russia di Putin. Affiora, lentamente, l’enormità dell’irreparabile: il ruolo dei colossi finanziari dietro alle marionette della politica, le drammatiche urgenze degli scenari geopolitici in vista della confrontation con la Cina, la evidente simmetria tra le guerre locali della Nato e la crisi economica indotta nella quale sta annegando l’Europa, il gigante tradito e nanizzato dall’euro.

Finita la recita dell’uomo di Arcore, il mainstream italiano è interamente occupato a presidiare militarmente la scena mascherando il vuoto politico e proponendo il consueto teatro d’ombre, nell’ora delle mezze figure – Letta, Alfano, Renzi – mentre si affacciano in prima serata (come in ogni vero cambio di stagione) nomi poco consueti come quelli di giuristi e costituzionalisti, da Rodotà a Zagrebelsky, a indicare che qualcosa di strano, oscuro e incomprensibile sta probabilmente per accadere. Tutto è pericolosamente immobile, sospeso: legge elettorale, giustizia e riforme costituzionali, la sinistra calamità del presidenzialismo che incombe sull’orizzonte come i tartari del deserto di Buzzati, mentre il paese reale strangolato dalle nuove tasse imposte dall’euro-regime guarda ormai con crescente allarme all’autunno che arriva. Chi scommette sull’alternativa – l’unica possibile: democrazia contro oligarchia – punta tutto sulla sola data decisiva che abbiamo di fronte, le elezioni europee della primavera 2014. Pace e salvezza, equità e giustizia. Cioè lavoro, e quindi spesa pubblica. In una parola: sovranità. E’ a Bruxelles – soltanto lì – che si potrà davvero difendere l’umanesimo della Costituzione italiana, la sua vocazione ad un futuro senza orrori.

(Giorgio Cattaneo, “Come i tartari del deserto di Buzzati”, da “Megachip” del 4 agosto 2013).

Tratto da: libreidee.org

Siria, “ribelli”massacrano civili curdi. Gli “Amici della Siria” tacciono

3 agosto 2013
kurdistan«Il 31 luglio gruppi islamisti hanno massacrato oltre cinquanta civili fra cui donne e bambini nei villaggi curdi di Tall Hassil e Tall Aran. Ci risulta anche che il primo agosto venti donne e bambini che stavano scappando su un camion sono stati uccisi vicino a Tall Aran,»: via skype da Aleppo, l’agenzia di informazioni curda Anha conferma quanto già denunciato nei giorni scorsi da partiti e reti curde; «Le informazioni ci vengono da abitanti dei villaggi e dai combattenti in zona; l’area è a noi inaccessibile, il primo villaggio è circondato dagli islamisti, il secondo è del tutto nelle loro mani». La zona non si trova nel Kurdistan siriano ma in provincia di Aleppo, e nell’area i curdi sono circa quarantamila.
Da Londra, Ahmet Semo, del principale partito curdo in Siria, il Pyd, riferisce: «L’accerchiamento dei due villaggi è iniziato il 29 luglio. Gli islamisti hanno assaltato le case. Una donna che è riuscita a fuggire e ora si trova con altri ad Afren ha visto uccidere i suoi bambini. So che anche mio cugino che faceva parte del fronte curdo, è stato ucciso».
La maggior parte delle donne e dei bambini uccisi farebbe parte di famiglie di membri dello Jabhat al-Akrad, fronte curdo alleato delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg, formato da uomini e donne)  che combattono contro i gruppi vicini ad al Qaeda e contro l’Esercito siriano libero (Esl).  
Il massacro sarebbe una vendetta per l’uccisione in battaglia di diversi combattenti jihadisti e “ribelli”; ma i curdi parlano anche di « una riunione a Gaziantep in Turchia il 26 luglio di settanta comandanti dell’Esercito siriano libero nella quale si è deciso di annientare i curdi», cosa ripetuta in un video da un membro del consiglio militare dell’Esl, Abdul Jabar al-Akidi.
Un comunicato del Pyd  accusa Unione europea, Stati Uniti e paesi arabi per il loro silenzio  di fronte ai massacri e precisa che «gruppi affiliati ad Al Qaeda e all’Esl sono sostenuti da paesi esteri, soprattutto la Turchia che lascia passare uomini e armi per far la guerra ai curdi ». Continua il comunicato: «La rivoluzione siriana, iniziata pacificamente nel marzo 2011, si è ridotta a guerra sanguinosa fra il governo e la sedicente opposizione, le cui azioni non hanno nulla di rivoluzionario o democratico ». Il Pyd sostiene di battersi contro la minaccia di un califfato islamico anche nelle regioni curde.
L’ufficio di informazione del Kurdistan in Italia riferisce inoltre di dodici camion di aiuti alimentari destinati alle zone curde della Siria e bloccati da due giorni al confine di Nusaybin; la Turchia non li lascia entrare.
Intanto, a proposito di massacri, dopo l’uccisione giorni fa di decine di persone hors combat a (soldati catturati e civili) a Khan al-Assal vicino ad Aleppo, da parte del gruppo jihadista Ansar al-Khalafa, e dopo la condanna russa della «strage compiuta dall’internazionale del terrore », da Ginevra la commissaria Onu per i diritti umani Navi Pillay, dopo aver visionato foto e video girati dagli stessi gruppi islamisti ha condannato il fatto e chiesto un’indagine indipendente, come aveva già fatto Damasco rivolgendosi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite.
A Zabadani vicino a Damasco sono stati uccisi a colpi d’arma da fuoco il sindaco della cittadina e un esponente dei comitati di Riconciliazione.
Marinella Correggia
http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1802