PD VOTA CONTRO RIPRISTINO ART 18

La demagogia del Partito Democratico tradisce di nuovo i lavoratori italiani”. Così Sara Paglini, segretario della Commissione Lavoro ed esponente del Movimento 5 Stelle commenta il voto negativo di Palazzo Madama all’emendamento che portava la sua firma e chiedeva il ripristino delle garanzie previste dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori precedente alla legge Fornero.

A favore dell’emendamento del Movimento 5 Stelle ha votato a favore solo Sel. Si sono schierati contro le senatrici ed i senatori di Pd, Pdl, Scelta Civica e Lega. “Questa è la coerenza del Pd. Per mesi hanno parlato di articolo 18, raccolto firme ed oggi in aula non hanno avuto il coraggio di sostenere l’emendamento. In democrazia contano i fatti, non le parole e le promesse. I fatti parlano oggi chiaro il Partito Democratico ha votato “no” al ripristino delle garanzie previste dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori prima della legge Fornero” conclude Sara Paglini.

VIDEO
http://www.youtube.com/watch?v=E3mpON6evzw&feature=c4-overview&list=UUmFCUD8CXaofIktUknty6QQ

Un giorno, nei boschi del Tav in cerca di funghi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/29/un-giorno-nei-boschi-del-tav-in-cerca-di-funghi/669859/

di  | 29 luglio 2013

 L’altro giorno stavo facendo una passeggiata nei boschi da Giaglione a Chiomonte. Cercavo deifunghi con modeste proprietà allucinogene, delle amanite muscarie. Uso personale. Improvvisamente sbuca da dietro un albero un poliziotto in assetto antisommossa. Sobbalzo. “Uh, che paura, agente…” Mi si rivolge imperioso: “Documenti!” “Con tutto il rispetto, signore, io non mi porto dietro la carta d’identità, ma, se vuole, torno all’auto e prendo la patente”. “Mi mostri il contenuto dello zaino”. Apro la tasca laterale. “Ah, un’arma!” afferma inorgoglito. “Un modesto coltellino svizzero, agente. Mi serve per pulire i funghi”. Mi osserva serissimo, le rughe gli solcano la fronte. “Che funghi?” “Amanita muscaria “. Apro lo zaino e glieli mostro: cinque esemplari belli grossi. Rimane perplesso.“Mi segua”. “Ma…”. “Niente ma, mi segua”. Mi adeguo.

Mi caricano su di un cellulare. Ci sono altri pericolosi delinquenti. Uno, contrito, ammette di avere avuto con sé coltello e forchetta d’acciaio: “per fare picnic” aggiunge. Un altro l’hanno colto conuna mascherina, dice “anti-polline”. Un altro con una pietra. Ha gli occhialini. Balbetta: “sono un cercatore di minerali”. Un altro ancora, quello sì è pericoloso, lo si capisce, ha i capelli alla rasta. Sarà un anarco-insurrezionalista, penso tra me e me. Lo hanno beccato con un’ascia in mano ed una carriola piena di legna.

Veniamo tradotti in questura. Il poliziotto che mi ha fermato vedo che inforca gli occhiali e guarda su internet. Sobbalza. Mi viene incontro. “Allucinogeni, eh?”. Chino la testa e chiedo di parlare con il mio avvocato. Sono in totale confusione. Io sono il mio avvocato. Vedo un noto giornalista locale che raccoglie golose notizie da uno della Digos per lo scoop del giorno dopo. Lo riconosco: è sempre lui. E’ una vita che scopre pericolosi eversori, spacciatori, lenoni, aggirarsi nei boschi dell’alta valle. Non avrei mai pensato di entrare di diritto nelle sue cronache.

Trascorro la notte in carcere in una cella con solo immigrati. Oramai in galera ci vanno solo gli immigrati, chi ha problemi di droga ed i facinorosi.  Protesto la mia innocenza, ma, lo ammetto, con scarsa convinzione. E dire che lo sapevo che girano persino in elicottero degli inquirenti sui boschi della Val di Susa in cerca anche di spacciatori.

Il giorno dopo è prevista l’udienza di convalida. So già che l’imputazione sarà pesante. So anche chefinirò sul blog di un senatore dalemiano. Adesso sono più lucido. E’ vero che sono avvocato ma è anche vero che sono solo un civilista. Telefono ai miei amici penalisti. Gli racconto del coltellino svizzero, delle amanite muscarie. Tutti che mi danno del coglione. Che si siano messi d’accordo? Ebbene sì, lo ammetto, lo sono. A breve mi raggiungeranno per concordare un minimo di strategia difensiva. Non passerò vacanze serene. Beati voi che andate via!

Tav, la parola negata

http://www.lospiffero.com/ballatoio/tav-la-parola-negata-1037.html

Scritto da Marco Scibona, senatore M5s
Pubblicato Martedì 30 Luglio 2013, ore 9,0 

Avevo intenzione di fare un intervento in Senato alla fine della seduta, invece l’aula è stata bruscamente tolta impedendomi ogni espressione. Un’ulteriore evidente prova della complicità delle Istituzioni, compreso il Presidente Grasso. Ecco cosa avrei detto

Presidente, Colleghi,

l’intero gruppo MoVimento 5 Stelle, dicendo no alla violenza da ogni parte provenga, esprime solidarietà agli attivisti NoTav sottoposti a perquisizione delle loro abitazioni con l’infondata, esagerata e irragionevole accusa di attività eversiva collegata al terrorismo.

Questa è un’accusa che non sta in piedi!

E di certo, se non fosse infondata, si esplicherebbe con arresti e provvedimenti detentivi immediati…non con perquisizioni e sequestri di semplici personal computer e telefoni! Non siamo più di fronte allo Stato che difende se stesso ma ad un utilizzo strumentale degli apparati statali, impiegati ad uso e consumo di pochi. E questi pochi sappiamo bene chi sono! Una ristretta oligarchia infiltratasi nel nostro Stato che difende, con ogni mezzo e strumento, l’interesse economico che sta dietro al TAV. Anche qui viene in mente il caso Shalabayeva, siamo nella stessa situazione! Le nostre istituzioni schiave di altre forze, altre potenze, altri interessi. Saccheggiano le nostre risorse, non per la costruzione di un opera con finalità il bene del cittadino, ma per scomporre un enorme flusso di denaro in rivoli più piccoli che abbeverano nicchie di potere e malaffare.

Si pensi ai 150.000 euro spesi in dieci mesi per la fornitura dell’acqua utilizzata dai bagni posizionati al cantiere o ai 175.000 euro spesi, sempre in dieci mesi, per la pulizia di 18 moduli container o, infine, all’affidamento dei lavori (per importi superiori a 150.000 euro)ad aziende prive dell’attestazione SOA come invece è previsto dalla legge italiana.

Si pensi all’art 10 dell’accordo italo-francese del gennaio 2012 (Diritto applicabile), che prevede la cessione di sovranità da parte dello Stato Italiano in quanto tutti gli aspetti salienti della realizzazione dell’opera saranno regolati dal diritto francese, in tal modo si potranno bypassare le regole previste dalla legislazione italiana antimafia (non presente nel diritto francese), le certificazioni obbligatorie per la partecipazione agli appalti ecc…ecc…, alla faccia dei protocolli antimafia sottoscritti in pompa magna dalle parti interessate.

Se mai arriverà in questa aula il DDL di ratifica dell’accordo italo-francese del gennaio 2012 e voi Colleghi lo approverete, sarete complici di una delle più grandi truffe perpetrate ai danni della collettività nazionale e delle finanze dello Stato. E su tutto una unica regista, regista che in passati processi sollevava la carenza di giurisdizione italiana ed ora senza scrupoli sfrutta una magistratura inconsapevole per i suoi perversi scopi.

Colleghi! Potete essere schiavi di questa società che fa il suo interesse privato? Non vedete come siamo ridotti a strumento inconsapevole per finalità molto distanti dalla nostra comunità? E’ ora di svegliarsi! E’ ora di dire basta! Vogliamo un vostro sussulto di dignità!

I No Tav sono ‘terroristi’, ma l’obiettivo è Grillo: pronto reato associativo contro di lui?

29-07-2013
Retata in stile Gestapo in Piemonte, dove agli attivisti no Tav è stata contestata l’accusa di attentato per finalità terroristiche o di eversione e porto d’armi da guerra.

E’ sulla base di questa accusa che la polizia politica, anche detta Digos, di Torino ha effettuato una serie di perquisizioni in abitazioni del capoluogo e della Val di Susa, sequestrando pc, telefoni cellulari, manuali per fabbricare molotov.Gli indagati sono 12 appartenenti a centri sociali.

Nell’ordinanza si fa riferimento agli assalti al cantiere di Chiomonte dello scorso 10 luglio, quando le forze dell’ordine furono costrette a uscire dalle reti del cantiere e colpite con bombe carta.

In Val di Susa il ‘terrorista’ è lo Stato. Non chi vi si oppone.

Ora il fatto è che quando si utilizzano come base per le indagini certi tipi di reato, è molto semplice scivolare verso l’astrazione e contestare reati inesistenti di tipo associativo, solo perché degli individui si organizzano per manifestare o diffondere idee. Lo abbiamo visto nel caso Stormfront, dove la procura di Roma mise in scena una retata trattando alcuni forumisti come membri della Cupola.

Ma l’obiettivo è Grillo. Sarà sufficiente che nei pc degli indagati risultino mail scambiate con attivisti del M5S per contestare ai suoi membri il reato di ‘associazione’ per finalità eversive, e a Grillo affibbiare il titolo di ‘ideologo’ dell’eversione. E chissà, mettere le basi per la messa fuorilegge del MoVimento.
http://voxnews.info/2013/07/29/i-no-tav-sono-terroristi-ma-lobiettivo-e-grillo-pronto-reato-associativo-contro-di-lui/

Coppia aggredita a colpi d’ascia da un romeno

lug – Desio – 

E’ entrato nell loro appartamento e li ha presi a colpi d’ascia, con una violenza e una ferocia inaudite. Martedì mattina, intorno alle 5, un trentenne di origine romena, incensurato, è penetrato all’interno dell’appartamento di una coppia di connazionali in via Cassino 16 a Desio. I due stavano ancora dormendo e non si sono accorti dell’uomo che ha incominciato a colpirli con un’ascia. Le urla della coppia hanno svegliato i vicini che hanno subito avvertito i carabinieri: giunti sul posto, i militari si sono trovati di fronte a una scena incredibili: i due aggrediti presentavano diverse e gravi ferite al volto e agli arti.
Subito sono stati portati al pronto soccorso dell’ospedale di Desio. Prima, però, hanno indicato il loro assalitori, che i carabinieri hanno trovato nella sua casa, poco distante dal luogo dell’aggressione. Il trentenne è stato arrestato, dovrà ora rispondere dell’accusa di tentato omicidio e violazione di domicilio.
E’ stato il rifiuto della coppia di concedergli un prestito a scatenare la follia: si e’ armato e si e’ introdotto, intorno alle 5, nell’abitazione di due connazionali, quindi li ha aggrediti nel sonno a colpi di accetta.
http://www.imolaoggi.it/?p=57569

2 ladri romeni provocano incidente mortale, Tir nella scarpata

Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSlug 30, 2013

E’ di un morto il bilancio del terribile schianto sulla Teramo-mare, in direzione Teramo, avvenuto ieri intorno alle 23. Si chiamava Antonio Fiorito, aveva 28 anni ed era di origini cosentine. Con il suo tir Volvo, per evitare un’Alfa 166 ferma al buio sulla carreggiata, ha sfondato il parapetto del cavalcavia con il carico di pollame schiantandosi nella sottostante scarpata. Fiorito sarebbe stato sbalzato fuori dalla cabina di guida ma le lamiere lo hanno sepolto, ferendolo mortalmente. Il corpo del camionista e’ stato recuperato solo piu’ tardi, intorno alle 3.
La motrice ha preso subito fuoco scatenando l’inferno attorno.
Sul posto 118, vigili del fuoco e polstrada. Dalla notte il tratto della Teramo-mare in direzione Teramo, all’altezza dello svincolo della zona industriale Sant’Atto – San Nicolo’, a Tordino, e’ chiuso. L’Alfa 166 non doveva essere li’. Pare che un primo autotrasportatore fosse riuscito a evitare l’impatto ma non il secondo che transitava seguendo la stessa direzione.
Fiorito, infatti, si e’ trovato improvvisamente di fronte l’auto con targa bulgara e non e’ riuscito a evitare l’impatto, causando la terribile tragedia. Nella notte si accertera’ che a bordo dell’Alfa c’erano due romeni, rimasti illesi, condotti nella notte in questura e risultati irregolari in Italia. Si sono giustificati dicendo di avere l’auto in panne ma in realta’ sono stati visti armeggiare con un carico di refurtiva nel bagagliaio, tra cui pc rubati in un’azienda a Teramo. La stessa vettura era stata segnalata in mattinata.
Probabilmente i due irregolari dovevano effettuare il trasbordo della merce e non si esclude che stessero attendendo un complice. La scarpata e la sede stradale, al momento dell’incidente, erano invasi di carcasse di pollo. Sul posto si e’ mobilitata l’imponente macchina dei soccorsi. Decine di mezzi di vigili del fuoco (autogru, idranti) e diverse pattuglie della stradale per perimetrare l’area disponendo la deviazione obbligatorio e l’interdizione al transito della zona transennata. La stradale indaga a tutto campo mentre il pm Laura Colica ha aperto un fascicolo. La polizia giudiziaria si trova in ospedale, dove e’ stato trasportato il corpo semicarbonizzato di Antonio Fiorito.
I rilievi sono ancora in corso come sono ancora in corso le operazioni di rimozione del tratto di superstrada teatro dell’incidente. Forse il transito tornera’ regolare nella tarda mattina o nel primo pomeriggio. I romeni sono trattenuti in questura.
http://www.imolaoggi.it/?p=57556

“Non ci resta che aumentare l’Irpef” | lasicilia.it

il paladino del cambiamento e della “rivoluzione”….

Pubblicato 30 luglio 2013 | Da luna_rossa

Il governo siciliano fa marcia indietro sull’addizionale regionale. Crocetta: “Non abbiamo alternative, non possiamo permetterci di rifiutare un miliardo di euro cash per saldare i debiti con le imprese”

PALERMO – Il governo siciliano fa marcia indietro sullo stop all’aumento dell’addizionale regionale Irpef, inserita nel ddl del governo che prevede l’accensione di un mutuo con lo Stato per trent’anni, da un miliardo di euro che consente di pagare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.

“Il governo non ci fornisce alcuna alternativa all’incremento dell’addizionale regionale Irpef – ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta parlando con i cronisti a Palermo -. Incrementare l’addizionale è una scelta del governo nazionale, non di quello regionale e mi pare molto difficile che il governo nazionale cambi impostazione su questo. Ne ho parlato stamattina con il sottosegretario Fassina, la tesi della ragioneria generale dello Stato è che i trasferimenti alle Regioni sono trasferimenti incerti e quindi non può passare una manovra finanziaria su un dato incerto, quindi non vediamo alternativa, rispetto a questo”.

“Decidano le forze economiche – ha aggiunto -. Non possiamo permetterci di rifiutare un miliardo di euro cash, che producono dei risultati enormi nell’economia siciliana”. Crocetta ha anche detto che si tratterà di una “misura temporanea. Siamo fiduciosi che non sarà una misura permanente, potrà durare meno di 6 mesi, ma vanno fatte le verifiche necessario prima. Si tratta di un incremento non significativo per l’economia delle aziende e dei cittadini siciliani, mentre è notevolmente significativo l’incremento di sviluppo che avremmo da questo miliardo di euro contante, che verrebbe ad entrare nelle casse degli imprenditori siciliani e contribuirà al risanamento anche più complessivo del bilancio della Regione”.

Il governo siciliano fa marcia indietro sull’addizionale regionale. Crocetta: “Non abbiamo alternative, non possiamo permetterci di rifiutare un miliardo di euro cash per saldare i debiti con le imprese”
PALERMO – Il governo siciliano fa marcia indietro sullo stop all’aumento dell’addizionale regionale Irpef, inserita nel ddl del governo che prevede l’accensione di un mutuo con lo Stato per trent’anni, da un miliardo di euro che consente di pagare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese.

“Il governo non ci fornisce alcuna alternativa all’incremento dell’addizionale regionale Irpef – ha detto il governatore della Sicilia Rosario Crocetta parlando con i cronisti a Palermo -. Incrementare l’addizionale è una scelta del governo nazionale, non di quello regionale e mi pare molto difficile che il governo nazionale cambi impostazione su questo. Ne ho parlato stamattina con il sottosegretario Fassina, la tesi della ragioneria generale dello Stato è che i trasferimenti alle Regioni sono trasferimenti incerti e quindi non può passare una manovra finanziaria su un dato incerto, quindi non vediamo alternativa, rispetto a questo”.

“Decidano le forze economiche – ha aggiunto -. Non possiamo permetterci di rifiutare un miliardo di euro cash, che producono dei risultati enormi nell’economia siciliana”. Crocetta ha anche detto che si tratterà di una “misura temporanea. Siamo fiduciosi che non sarà una misura permanente, potrà durare meno di 6 mesi, ma vanno fatte le verifiche necessario prima. Si tratta di un incremento non significativo per l’economia delle aziende e dei cittadini siciliani, mentre è notevolmente significativo l’incremento di sviluppo che avremmo da questo miliardo di euro contante, che verrebbe ad entrare nelle casse degli imprenditori siciliani e contribuirà al risanamento anche più complessivo del bilancio della Regione”.

– See more at: http://www.lasicilia.it/index.php?id=102781/politica/non-ci-resta-che-aumentare-lirpef&template=lasiciliait#sthash.REHPETgm.dpuf

http://www.nuovaresistenza.org/2013/07/30/non-ci-resta-che-aumentare-lirpef-lasicilia-it/#ixzz2aWgT0JiN

Alltri esempi quotidiani di civiltà e rispetto

Romeno getta la carta a terra e manda all’ospedale chi lo rimprovera
Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSlug 28, 2013

L’aggressore è un giovane immigrato romeno, già identificato dai carabinieri, che potrebbe venire querelato per lesioni.. L’episodio è accaduto attorno a mezzogiorno all’altezza di Casabella. Le due persone coinvolte non si erano mai viste prima, a quanto pare. Ad accendere la contesa tra i due sarebbe stata la confezione del torrone che il giovane, incurante del clima torrido, stava sgranocchiando. E quando un passante – il cinquantenne – ha incrociato il giovane e l’ha visto disfarsi con un gesto selvatico della carta del suo pasto zuccherino, s’è inalberato. Ed è partito, quasi in automatico, un rimbrotto ad alta voce.
Non l’avesse mai fatto: il giovane del torrone non l’ha presa certo come una sorgente di autocritica ma semmai come un torto da riparare. E ha reagito. Prima a parole, sul tipo «adesso ti rimangi tutto, brutto scemo». Poi con le mani. E s’è scatenata una breve colluttazione, spenta subito dal fatto che l’autore di quello che appare come un civile (e degno di soldarietà) rimprovero è stato raggiunto da un pugno in piena faccia, sulla bocca. Qualcuno intanto si era premurato di chiamare i carabinieri e il 118. Dopo un paio di minuti sul posto c’erano un’ambulanza e una pattuglia del nucleo radiomobile.

Moldavo rapina la ex e la minaccia con un coltello
Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSlug 30, 2013
Coltello30 lug.  – L’ennesimo episodio di maltrattamenti nei confronti dell’ex compagna e’ accaduto ieri in via Poggio delle Corti a Primavalle, a Roma. La donna ha telefonato al 113 sconvolta, segnalando di essere stata rapinata e minacciata dall’ex compagno armato di coltello e presente ancora nell’abitazione.
I poliziotti del commissariato Primavalle e del Reparto Volanti, arrivati sul posto in pochi minuti, hanno trovato la vittima ferita al volto e sconvolta. L’uomo invece, C.A., moldavo di 23 anni, con vari precedenti di polizia, disteso sul divano, quando ha visto gli agenti ha iniziato ad inveire contro di loro. I poliziotti hanno notato subito la presenza di un grosso coltello fra due cuscini e il tentativo dell’uomo di nasconderlo con il proprio corpo.
L’uomo fin da subito ha mostrato strani cambiamenti di umore ed un susseguirsi di momenti di sonno ad altri di alterazione psico-fisica. E’ stato necessario infatti far intervenire personale del 118 per il trasporto in ospedale del 23enne che e’ stato poi arrestato. La vittima, gia’ nota alla polizia per altri episodi di violenza domestica, e’ stata fatta accompagnare in ospedale per le cure del trauma al volto.

L’apporto culturale

Kyenge: Italia deve capire l’aspetto culturale dell’immigrazione e l’apporto che da’ al Paese

Il Ministro Kyenge non ha mai una parola di ripmprovero verso gli stranieri che non si comportano bene o che, commettendo gli stessi reati degli italiani, sono giustificati perché appunto sarebbero spinti dagli autocnoti a delinquere.
Quindi, secondo il Ministro, deduco che c’è una sorta di autorizzazione a distinguere la gravità penale dei reati unicamente in base alla provenienza del trasgressore.
Un esempio di eguaglianza davanti alla legge, complimenti

Marocchini rubano in canonica e defecano in Chiesa accanto all’altare
23 lug – Prima si sono intrufolati nella canonica di Libiola e hanno rubato i soldi delle quote versate dai bambini del Grest; poi, non contenti, hanno raggiunto la vicina chiesa che, dal terremoto dell’anno scorso, è una semplice tensostruttura di plastica e, accanto all’altare hanno defecato e urinato. Un atto sprezzante, vandalico e sacrilego. I responsabili sarebbero anche stati individuati, perché una donna li ha visti uscire dalla tenda. Si tratterebbe di quattro ragazzi di origini marocchine, uno residente a Serravalle, gli altri tra Ostiglia e i paesi vicini.
Il fatto è successo giovedì pomeriggio, ma il parroco, don Eugenio Ferrari, ha formalizzato solo ieri la denuncia ai carabinieri. Quel giorno la casa parrocchiale di Libiola, abitate dalle due suore, era vuota e chiusa a chiave perché le religiose, insieme con lo stesso parroco, erano andate in gita con i bambini del Grest, gita di solo un giorno in una località di montagna. Indisturbati, quindi, i malviventi hanno rotto la serratura di una porta sul retro e sono entrati. Sono saliti al piano di sopra e hanno forzato anche la serratura della stanza da letto della suora superiora. In un borsello chiuso in un cassetto c’erano circa ottanta euro, le quote della terza settimana di Grest, più una parte del ricavato di una risottata organizzata dal gruppo estivo con bambini e genitori. Compiuto il furto, il gruppetto non si è accontentato di allontanarsi. Ha voluto lasciare un segno. Un vandalismo, che nel luogo dove è stato compiuto, assume anche il significato di una provocazione, di uno sfregio voluto e inqualificabile.
Senza alcuna difficoltà, i malviventi hanno tagliato il bordo di plastica della tenda utilizzata come chiesa e, una volta dentro, hanno lasciato gli escrementi accanto all’altare. Nel tendone non c’è assolutamente nulla da rubare, quindi terminati i bisogni organici, i ladri-vandali se ne sono andati. A quanto pare, una signora del posto li ha visti scappare e ne ha riconosciuto uno, quello che abita a Libiola. Agli altri tre complici, sarebbero arrivati i carabinieri che hanno ricevuto la denuncia del parroco. Al momento sarebbero state individuate quattro persone, quattro ragazzi di origini marocchine residenti a Libiola e nei dintorni di Ostiglia, ma nei loro confronti ancora non sono stati presi provvedimenti perché le indagini non sono concluse.
Intanto si sfoga, amareggiato, don Eugenio: «Se fossero venuti a rubare dei soldi perché hanno fame, non avrei neanche fatto denuncia; li avrei perdonati. Ma quello che hanno fatto in chiesa è un gesto su cui non si può sorvolare, è inqualificabile». «Mi dispiace, anche perché, come sembra, il fatto è stato compiuto da quattro ragazzi marocchini – va avanti don Eugenio – Hanno dimostrato sprezzo nei confronti della nostra religione. Ma se io facessi la stessa cosa in una loro moschea, mi taglierebbero il collo, o no?».
http://gazzettadimantova.gelocal.it

Il presidente del consiglio Letta appoggia il fracking e lo sta dicendo oggi a Bruxelles

enrico
              letta - caricatura

Non l’aveva mai detto così chiaro e tondo come ha fatto ieri. Il presidente del consiglio Letta appoggia l’impiego del fracking del quale oggi l’Unione Europea sta discutendo nel corso di un summit a Bruxelles.

 Il fracking è una tecnica per estrarre lo shale gas (il gas intrappolato nelle rocce anzichè nei giacimenti convenzionali) ed è semplicemente devastante dal punto di vista ambientale: può innescare terremoti, può inquinare l’acqua di falda che serve per bere e per irrigare i campi.

 Ma il fracking può anche avere applicazioni profittevoli in Pianura Padana. Profittevoli nel senso di prevedibilmente lucrose per le imprese: se sia anche opportuno e utile per la collettività, è tutt’altro paio di maniche.

 Non si sa ancora, ovviamente, cosa deciderà l’Ue. Però ora si sa da che parte sta l’Italia, o meglio i suoi governanti. Riporto parola per parola quello che ha detto ieri Letta.

 Il presidente del consiglio ha esplicitato la sua posizione sullo shale gas – e dunque sul fracking – nell’ambito delle comunicazioni fatte ieri al Parlamento sull’imminente vertice di Bruxelles.

 Nel summit si parlerà di tante cose: dunque vi risparmio la parte del discorso di Letta che non riguarda questo argomento. Ha pronunciato parole pressochè identiche alla Camera e al Senato (cliccare su “resoconto stenografico” in alto a sinistra per leggere), dal cui verbale estraggo il passo saliente

 Insisteremo poi perché vi siano una politica europea di sostegno per gli investimenti infrastrutturali e per il completamento delle interconnessioni, e un forte impegno nei confronti delle esigenze delle imprese ad alta intensità energetica.

 Chiederemo una politica realistica del cambiamento climatico dopo il 2020 e invece un atteggiamento aperto e non penalizzante per lo sfruttamento delle fonti di energia prodotte in Europa, come lo shale gas

 Per completezza di cronaca, oltre al “forte impegno” a favore delle imprese energivore Letta ha invocato anche l’efficienza energetica (alias risparmio energetico) e le energie rinnovabili. Sempre per completezza di cronaca, Letta starebbe meditando una tassa sul fotovoltaico e sulle altre energie rinnovabili.

http://blogeko.iljournal.it/il-presidente-del-consiglio-letta-appoggia-il-fracking-e-lo-dira-domani-a-bruxelles/73236