Grillo: “Governo col Pd? Sbagliato votarci”.

Camera, asse M5S-Sel sulle commissioni

Il leader attacca chi chiede un appoggio a Bersani. Deputati Cinque Stelle contestati: “Fate il nome di un premier”. La deputata Mucci, sul suo blog: non ora, ma non è un ‘no’ assoluto”. Commissioni parlamentari: il Pdl non indica i suoi componenti. Becchi: “Se continua lo stallo, una nuova San Giovanni”. Pronta mozione per il ritiro dall’Afghanistan. In Senato respinte le dimissioni di Giovanna Mangili

 

ROMA – “Perchè hai votato il MoVimento 5 Stelle? Per fare un governo con i vecchi partiti? Per votare in Parlamento i meno peggio? Per discutere con il pdmenoelle di programma quando quello del M5S è il suo esatto contrario? Per spartire poltrone e posti di comando a partire dalle presidenze di Camera e Senato? Se hai votato per il M5S per uno di questi motivi, allora hai sbagliato. Mi dispiace. La prossima volta vota per un partito”. Così Beppe Grillo replica a chi – nella base e probabilmente anche nelle file dei Cinque Stelle in Parlamento – chiede in qualche modo un patto col Partito democratico. Nel blog, l’elenco delle ragioni sbagliate per il voto ai Cinque Stelle è lungo: “L’avete fatto per autorizzare l’esproprio del Parlamento che, dopo un mese, non ha ancora nominato le commissioni? Per fare la Tav, la Gronda e gli inceneritori di Bersani? Per legittimare una classe dirigente che ha fatto fallire il Paese? Per seppellire MPS sotto il tappeto pdimenoellnno, il più grosso scandalo finanziario della Repubblica? Per mantenere i finanziamenti elettorali ai partiti? Per erogare i contributi diretti e indiretti ai giornali di propaganda che infettano il Paese? Per mantenere il segreto su chi ha usufruito dello Scudo Fiscale? Per non fare nessuna legge anti corruzione? Per non fare nessuna legge contro il conflitto di interessi? Per partecipare a riunioni extra parlamentari di 10 saggi che sono parte del problema? Per mantenere una televisione pubblica indecente? Per permettere l’ingresso nel Tribunale della 

 
Repubblica di Milano dei parlamentari del Pdl a difesa di Berlusconi? 

Una lunga invettiva collegata, evidentemente, ai segnali crescenti di nervosismo intorno al movimento e anche al suo interno. Vicino a Montecitorio,  “Fatelo, i deputati Cinque Stelle Massimo Artini e Massimo De Rosa vengono avvicinati da un contestatore che grida: “Fatelo questo governo. Votate la fiducia che il paese sta affondando”. Immediatamente si forma un capannello, con molti passanti. Tanto che arrivano anche le forze dell’ordine. Intanto, in Rete, si leva la voce della deputata grillina Mara Mucci, che con un post afferma che il “no” del movimento a nomi di suo gradimento è la linea prevalente del momento, ma non un “no” assoluto e in futuro le decisioni potrebbero essere diverse. Da parte sua, la deputata si dice personalmente convinta “che sia giunto il momento di fare un passo concreto verso una reale proposta di governo attraverso una serie di personalità a noi gradite. Linea coerente con l’attesa dei nostri elettori che ritengono giusto influenzare le scelte della politica”. 

Commissioni, alleanze trasversali. Intanto lo scontro sull’avvio delle commissioni permanenti si fa più duro. E provoca inedite alleanze. Con Sel schierata al fianco dei Cinque Stelle. Mentre il Pdl sale sulle barricate e decide, in segno di protesta contro lo stallo per la formazione del governo, di non indicare i suoi componenti. “Siamo in una situazione di vulnus dell’attività parlamentare”, dice il presidente dei deputati Pdl Renato Brunetta. Provocando la reazione della presidente della Camera, Laura Boldrini, che chiede a tutti i gruppi di accelerare la designazione, senza la quale non è possibile avviare la costituzione di questi organismi. Allo stato, solo Movimento 5 stelle, Sel e Lega Nord hanno indicato i loro rappresentanti. Latitano Pdl, Pd e Scelta civica. Sostenendo, tra l’altro, che le commissioni di controllo devono essere presiedute da un membro dell’opposizione e che quindi l’operazione è impossibile prima della nascita di un governo.    

Il capogruppo di Sel, Gennaro Migliore, unendosi alla richiesta di un avvio rapido, propone una soluzione di compromesso: le commissioni partano senza eleggere un presidente ‘politico’ (ossia espressione di una maggioranza) ma facendo presiedere temporaneamente il componente più anziano tra i deputati designati.

Becchi: “Commissioni o via le indennità parlamentari”. Sulla questione delle commissioni interviene anche Paolo Becchi, professore di diritto considerato l’ideologo del MoVimento Cinque Stelle: “Ragazzi costringiamoli a fare ‘ste cazzo di commissioni; se è il caso anche con una nuova piazza San Giovanni. Ora le  vacanze sono finite!”, scrive su Twitter. “Chiedo che vengano subito istituite le commissioni, per iniziare a lavorare. Altrimenti via le indennità parlamentari” aggiunge il professore. “Stanno cercando di fermare lo tsunami in pozzanghere e rigagnoli; il movimento deve trovare la forza di rispondere ” scrive ancora Becchi e, in un altro tweet ancora, aggiunge: “il Pdl ha troppa paura della commissione per l’ineleggibilità di Berlusconi e il Pd tanto per cambiare gli dà una mano a temporeggiare”.

Via dall’Afghanistan. lntanto il Movimento Cinque Stelle sta lavorando ad una mozione per il ritiro delle truppe dall’Afghanistan. Lo conferma il deputato grillino Alessandro Di Battista, che farà parte della commissione Esteri della Camera. La mozione, spiega, sarà presentata entro venerdì. Di Battista aveva pronunciato il discorso nel giorno della discussione parlamentare sui marò, lodato anche dalla Boldrini.

Respinte dimissioni sentatrice M5S
. Al Senato, invece, l’aula ha respinto a larghissima maggioranza – con 219 voti contrari, 48 favorevoli e 4 astenuti – le dimissioni di Giovanna Mangili, senatrice del movimento 5 stelle eletta in Lombardia, che – secondo quanto scritto da lei stessa nella missiva letta in aula – voleva lasciare l’incarico per “motivi strettamente personali”. Mangili aveva lasciato per le accuse di “Parentopoli” arrivate dai militanti Cinque Stelle e di voti pilotati alle parlamentarie. Ma il resto dei senatori, dal Pd al Pdl, passando per Scelta civica e il gal, non accetta questa versione dei fatti. 

(03 aprile 2013)

 

Una Chernobyl italiana alle porte di Milano? Il caso della fonderia di Rovello Porro. INCREDIBILE!

A 27 anni di distanza, nelle regioni contaminate dal fallout di Chernobyl, le persone continuano ad ammalarsi e i bambini a morire per cancri e leucemie. Fra le tante Chernobyl (e adesso Fukushima) dimenticate, ci siamo imbattuti – a distanza di 24 anni – in una Chernobyl tutta italiana.

Massimo Bonfatti*, Paolo Scampa**

Nel nostro lavoro di ricerca di classificazione degli incidenti nucleari, siamo soliti ricercare – per formazione e per quanto possibile – i dati di reale incidenza sull’ecosistema e sulla salute dei residenti. La vicenda di Rovello Porro, però, ci ha colti di sorpresa e non ne abbiamo capito subito la portata, anche perché ci siamo trovati in presenza di una documentazione che ci ha reso attoniti per la sua carenza e per la difficoltà di venirne in possesso, pur essendo avvezzi alle censure in merito. 

Scegliendo, però, di non abbandonarci ad una teorica cultura del sospetto o a semplici ragionamenti dietrologici, abbiamo cominciato a volerne sapere di più estrapolando i maggiori dati possibile dalle poche informazioni presenti, facendo calcoli e proiezioni. E subito si è impossessato di noi un grande senso di apprensione e preoccupazione che ci porta oggi a chiederne spiegazioni e ragioni: è possibile che, in 24 anni e dopo 24 anni, il silenzio sia l’unica giustificazione ad una situazione radiologica che, dall’interpretazione dei dati, sembra ancora oggi di una gravità che confina col criminale? 

Nel 1989 un grave incidente nucleare si è consumato alla Luigi Premoli e figli Spa, fonderia che forgiava i telai dell’Alfa 133 a Rovello Porro in Lombardia, tra Como e Saronno: una fonte radioattiva orfana, contenuta in un carico di alluminio proveniente dall’Est Europa ed equivalente a una sorgente radioattiva stimata tra i 600 e i 6.000 Curie di Cesio 137 (pertanto da 8 a 80 volte superiore a quella di Algeciras in Spagna) fu inavvertitamente fusa, immettendo nell’aria una enorme quantità di particelle radioattive altamente nocive, senza che nessun allarme scattasse. 

Questa “fuga” nucleare, di cui non si conosce la data certa, è venuta alla luce – secondo la versione ufficiale – nel 1989, in seguito a un controllo radiologico di routine delle acque del Po eseguito dai tecnici della centrale nucleare di Caorso: le acque risultarono grevi di Cesio 137 al di là di ogni aspettativa e norma e, rispetto alle ricadute di Chernobyl, con un rapporto isotopico anomalo con il Cesio 134. Prima che scattassero indagini approfondite, ovvero prima che vi fosse un’allerta, passarono diversi mesi. 

Finalmente, nel maggio 1990 e dopo aver risalito – come Pollicino – i fiumi col Geiger, i geologi e i tecnici del Pmip (Presidio multizonale di igiene e prevenzione) milanese scoprirono che dal bacino di decantazione delle acque reflue della fonderia di Rovello Porro, situata a pochi metri dal torrente Lura, erano percolati dai 60 ai 70 Curie di Cesio 137: 50 sedimentati nel Lura, nell’Olona e nel Lambro e 10 sfociati nel Po, circa 100 km più a valle. Una fuga enorme. 

In seguito a questo tardivo riscontro la fonderia di Rovello Porro fu chiusa per quasi un anno e bonificata “alla meno peggio”: varie tonnellate d’asfalto, di terra e di detriti contaminati prelevati in loco furono traslocati nell’attualmente percolante discarica nucleare di Capriano del Colle (Brescia) che, confinando 39 Curie di Cesio 137 dispersi in circa 280 mila metri cubi di materiali, raccoglie i residui radioattivi di varie industrie. Rapportando i 50 Curie depositati nei corsi d’acqua alla superficie dei fondali che si distendono per 100 km dalla fabbrica alla congiunzione con il Po, si può quantificare un deposito uniforme medio di 1,22 milioni di Becquerel/mq pari a 32,89 Curie/kmq di Cesio 137. É di fatto un tasso di contaminazione al metro quadro (e al kmq) che, per il Cesio 137, sorpassa di ben 2,19 volte la norma internazionale (555.000 Becquerel/mq ossia 15 Curie/km2) che obbliga a confinare il luogo in quanto zona proibita e che impone, tra l’altro, l’assoluto divieto di pesca e di pompaggio agricolo delle acque. Ma nulla è mai trapelato, e nessuna mappa dettagliata della contaminazione radioattiva dei corsi d’acqua è stata pubblicata. A 24 anni di distanza, sebbene l’attività radioattiva si sia ridotta del 42%, la contaminazione atomica risulta ancora di circa 700.000 Becquerel/mq e quindi, a tutt’oggi, 1,26 volte superiore al valore imperativo di evacuazione della zona: si dovrebbe trattare, pertanto, di una zona acquifera proibita. Ma, per quanto ne sappiamo, nessuna misura preventiva a tutela della popolazione è stata presa. E non è tutto! 

Una radioattività ben maggiore dovrebbe essersi sprigionata con i fumi della combustione. Come a Goiânia in Brasile e Algeciras in Spagna, l’incidente di Rovello Porro ha fatalmente liberato grandi quantitativi di Cesio 137 nell’aria: di ciò non c’è riscontro da nessuna parte, anche se, grottescamente, si parla di fallout come fenomeno limitato al perimetro dell’azienda, nonostante gli esperti dell’epoca stimassero trattarsi della fusione di una sorgente dai 600 ai 6.000 Curie. Rovello Porro dista, in linea d’aria, a meno di 30 km da Milano: supponendo la brutale fusione di una potente sorgente orfana e facendo un calcolo di tipo conservativo, cioè “stemperato” nella sua ipotetica gravità, significa che 500 Curie uniformemente diluiti nell’aria in un’invisibile colonna iniziale di fumo lunga 30 km, larga 2 km e alta 1 km (30.000*2000*1000 = 6E10 mc) equivalgono a 308 Becquerel/mc di Cesio 137 inalato da decine di migliaia di soggetti e 6.000 Curie fanno 3.700 Becquerel/mc di Cesio 137 inalato da altre decine di migliaia di soggetti. Dopotutto, 500 Curie di Cesio 137 (5,76 grammi) rappresentano, per inalazione, un potenziale letale acuto (“alla Litvinenko”) per quasi 18.000 soggetti e, per ingestione, per più di 48.000; 6.000 Curie (69,09 grammi) rappresentano più di 210.000 dosi letali per inalazione e più di 510.000 per ingestione. Si sa che una ricaduta perfetta di 500 Curie è in grado di trasformare in zona proibita un’area di 33,3 kmq e 6.000 Curie un’area di 400 kmq. 

Vorremmo essere smentiti in questi nostri calcoli teorici e, pertanto, chiediamo alle autorità competenti che ci certifichino che nessun particolato radioattivo è uscito dai camini dell’altoforno. Ne trarremmo un grande sospiro di sollievo, ma purtroppo né la logica della fusione metallurgica che fa degli effluenti aerei la principale via di fuga del Cesio, né i conti d’inventario tornano: è troppo chiedere spiegazioni sul destino dei possibili 600 o 6.000 Curie di Cesio che non si ritrovano sommando la radioattività depositata nei corsi d’acqua (circa 60-70 Curie) a quella dei detriti smaltiti (circa 30 Curie)? È troppo chiedere se una nube radioattiva, qualora fosse stata originata da un singolo episodio di fusione di Cesio e – fra l’altro – più concentrata di quella pervenuta in zona da Chernobyl, si sia diretta in Svizzera o in Francia oppure se si sia diretta verso la vicinissima Milano? È troppo chiedere la prova che dimostri se i ratei Cesio 137/Cesio 134 delle radioanalisi eseguite in quella zona dopo il 1989 presentassero valori anomali (deficit di Cesio 134) rispetto a quelli allora attesi di Chernobyl? È troppo chiedere di conoscere lo stato radiologico attuale della zona che dal Lura, all’altezza del bacino di decantazione della fabbrica, e che insinuandosi in altri fiumi e navigli, giunge al Po? È troppo chiedere gli indicatori di morbilità e di mortalità della popolazione che in quest’area vive? È troppo, alla luce delle ricerche scientifiche del professore Bandazhevsky, sapere l’incidenza delle patologie cardiache, rispetto a questi dati di morbilità e mortalità? È troppo chiedere la certificazione nazionale ed internazionale della “normalità” del fondo radiologico, a fronte delle rilevazioni condotte dallo scienziato A. Paris della Criirad che segnalavano, negli anni 1999/2000, valori di radiocontaminazione decisamente più elevati per la zona svizzera ed italiana del lago di Como rispetto alle zone confinanti (forse un “surplus” legato a Rovello Porro)? È troppo chiedere il rispetto delle norme internazionali di radioprotezione, a cui l’Italia ha aderito, anche qualora il quadro da noi presentato fosse a tinte meno fosche? Un grande interesse (come quello, forse, dell’Aiea e dei suoi rappresentati locali) o altri interessi vari (magari la voluta mancanza di controlli, l’assolutoria autoreferenzialità e convenienza politica/affaristica, gli interessi economici di vario tipo e le connivenze locali o di più alto rango) possono occultare la verità o tacere su rischi, i quali – trattandosi di radiocontaminazione – per quanto piccoli o limitati siano, chiedono e richiedono la presa in carico coerente di rigide misure di controllo e di protezione della salute del cittadino? 

Sicuramente queste domande saranno considerate retoriche e cadranno nel silenzio. Ma c’è un’aggravante e un vuoto che nessuno riuscirà a colmare: i mesi (secondo alcuni, un anno) che sono passati dall’incidente alla sua scoperta. Per questa “amnesia”, per questa colpa dolosa nessuno pagherà. Come sul versante Chernobyl in Bielorussa, per Lukashenko e l’Aiea non esiste nessun rischio radioattivo dopo oltre 20 anni dall’esplosione del reattore numero 4, così e a maggiore ragione, lo è e lo sarà anche per questa popolosa parte d’Italia, ormai a distanza di 24 anni dalla fusione radioattiva a Rovello Porro. La letargica politica in materia di radioattività (vedi anche il recente caso dei cinghiali radioattivi) può continuare… e poi l’incidente di Rovello Porro è addirittura del secolo scorso. Vale la pena preoccuparsene?

*Mondo in cammino, **Aipri (Associazione internazionale protezione raggi ionizzanti)
Fonte: http://www.greenreport.it
Link:http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2021238

 

La montagna ha partorito Monti e 10 saggi topolini

Marco Cedolin

A distanza di oltre un mese dalle elezioni, siamo tornati esattamente al punto di partenza, con la netta sensazione di avere girato intorno qualche settimana, come un cane che si morde la coda.

Se l’inattesa dimensione del successo di Beppe Grillo era stata in grado di mettere in crisi il progetto primigenio (già venduto in Europa e negli Usa), consistente in una riedizione del governo dell’usuraio di Goldman Sachs  sostenuto dal PD di Bersani (o viceversa, gli addendi possono venire invertiti a piacimento), Napolitano, senza scomporsi più di tanto, ha dimostrato chiaramente che quando si agisce al di fuori di ogni regola e di ogni parvenza democratica, tutto ciò che è uscito dalla porta può rapidamente rientrare dalla finestra…..

 

Bersani ha recitato senza sbavature il ruolo dell’utile idiota, impegnato ad adescare i grillini, nel tentativo di farli cadere in fallo ed eliminare sul nascere il movimento di Grillo. Rifiutando al tempo stesso qualsiasi alleanza con gli “impresentabili” del PDL, insieme ai quali governa da quasi un anno e mezzo nel nome di Monti.

Berlusconi con altrettanta destrezza si è finto paladino dei cittadini, preoccupato per l’IMU, la pressione fiscale ed il disatro economico che si sta impadronendo delle famiglie italiane, grazie alle riforme da lui stesso votate nel nome di Monti durante l’anno appena trascorso. E proprio per salvare gli italiani si è manifestato disponibile a governare insieme al PD, ricevendo da Bersani quella stessa sfilza di No che Mr. Legacoop aveva collezionato da Grillo.

Mario Monti saggiamente è rimasto in silenzio, dal momento che Napolitano gli aveva suggerito di saltare un turno.

Beppe Grillo è riuscito a resistere a settimane di stalking feroce, portato avanti da Bersani, da Repubblica, dalla confraternita degli intellettuali e dalla congrega dei cantautori e solo dopo il millesimo No indirizzato all’ipotesi di un governo insieme al PD, sembra che i molestatori abbiano iniziato a recepire il messaggio.

 

Nonostante su queste basi non potesse esistere alcun margine di manovra, Bersani ha comunque portato avanti per una settimana il mandato esplorativo concesso da Napolitano, relazionandosi con le associazioni dei consumatori e con quelle ambientaliste, con i sindacalisti, gli opinionisti, gli economisti, gli attivisti, i ciclisti, gli automobilisti, i rappresentanti della società civile e, si sussurra, anche qualche elemento di quella incivile. Alla fine della maratona è tornato dal presidente per riferire che nonostante tutti questi dialoghi ogni cosa era rimasta esattamente come prima. Grillo non avrebbe mai appoggiato un suo governo, lui non avrebbe mai appoggiato un governo di Grillo, Berlusconi ci sarebbe stato, ma lui non voleva il PDL perché impresentabile, Monti avrebbe appoggiato chiunque ma solo sulla base di un’ampia maggioranza. Insomma un vicolo cieco e nulla più.

 Napolitano, preso atto della situazione, ha realizzato che se la montagna non va a Maometto, Maometto può sempre andare alla montagna, per tenere fede alla promessa fatta all’Europa e agli USA.

Se alla luce dei risultati delle urne diventa impossibile costituire un nuovo governo, non è necessario rompersi il capo per cercare la quadratura del cerchio, dal momento che un governo esiste già e poco importa se non è uscito dalle urne, bensì dal golpe creato da lui stesso nel 2011.

Lunga vita dunque al governo di Mario Monti, gradito tanto ad Obama, quanto alla UE, alla BCE ed al FMI, un governo prolifico di riforme e ricco di saggezza. E proprio per far si che la saggezza non venga a mancare, ad affiancare il banchiere di Goldman Sachs e questo nuovo parlamento così poco incline al dialogo, arriveranno anche dieci “saggi” con il compito precipuo di suggerire le riforme, nel caso a qualcuno venisse in mente d’interpretare un po’ troppo liberamente la lettera di Draghi e Trichet.

Tutto è bene quel che finisce bene.

http://ilcorrosivo.blogspot.it/2013/03/la-montagna-ha-partorito-monti-e-10.html

 

Quante proposte sono state avanzate dalla casta per quei 43,1% della popolazione italiana DISOCCUPATA?

quante proposte sono state avanzate dalla casta per quei 43,1% della popolazione italiana DISOCCUPATA?

Se il tasso di occupazione all’ottobre 2012 era del 56,9 va da sé…il resto di che vive? A qualcuno interessa?

http://www.repubblica.it/economia/2012/10/01/news/lavoro_disoccupazione-43619237/

 Sono tutti evasori come sostiene Bersani?

E la Boldrini tanto affranta per i poveri che fa?Lo chiede il reddito di cittadinanza rinunciato alla quota da regalare alle banche tramite il MES?

 

Piccolo mercatino in Cina.Ecco cosa vendono.Fate girare questa oscenità.

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Piccolo mercatino in Cina.Ecco cosa vendono.Fate girare questa oscenità. Voglio tutte le condivisioni possibili prima della censura. Tutti devono sapere…

Raid israeliano contro la Striscia di Gaza

eppure con tutti i premi nobel per la pace che abbiamo, dall’Ue ad Obama, alla tanto umanitarista Onu nessuno si scandalizza per i continui attacchi a Gaza.La pace mondiale è su misura per Israele?

Evidenza – 3/4/2013

Gaza-InfoPal /Ma’an. Per la prima volta da novembre scorso, nella serata di martedì 2 aprile, l’aviazione militare israeliana ha effettuato due bombardamenti contro la Striscia di Gaza.

Testimoni oculari hanno riferito di due attacchi aerei israeliani, con un missile sganciato sull’area di al-Tuffah, ed est di Gaza, e un altro nella zona di Beit Lahia, nel nord.

I bombardamenti non hanno provocato vittime, mentre gli aerei da guerra israeliani hanno continuato a sorvolare i cieli di Gaza a bassa quota.

Poche ore prima del raid israeliano, i media ebraici avevano riferito di razzi lanciati dalla Striscia di Gaza contro obiettivi israeliani nel Negev occidentale, nei territori del’48. L’incidente sarebbe avvenuto dopo l’annuncio del decesso del prigioniero Maysara Abu Hamdiya.

L’agenzia stampa palestinese, Ma’an, sul proprio sito web, ha riferito che il lancio dei razzi, prodotti localmente, è stato rivendicato da un gruppo salafita di Gaza.

Stando a quanto riferito da Ma’an, il gruppo, Consiglio della Shura dei Mujahideen, avrebbe dichiarato di aver sparato due razzi contro il kibbutz di Nir Oz, nel complesso coloniale di Eshkol, a sud della Striscia di Gaza.

Le forze di occupazione israeliane, invece, avevano riferito di colpi di mortaio sparati contro diverse aree israeliane vicine a Gaza.

http://www.infopal.it/raid-israeliano-contro-la-striscia-di-gaza/

Rapporto: Israele ha arrestato 207 bambini palestinesi dall’inizio 2013

Bambini Evidenza Rapporti e statistiche – 3/4/2013

Ramallah-InfoPal. Un rapporto ufficiale ha rivelato che i bambini palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza “sono ancora soggetti a violazioni e attacchi da parte delle forze di occupazione e dei coloni israeliani”.

Il rapporto, pubblicato martedì 2 aprile dal ministero dell’Informazione del governo di Ramallah, in occasione della Giornata palestinese dell’Infanzia, che cade il 5 di aprile, ha reso noto che le forze di occupazione israeliane hanno lanciato una feroce campagna contro i minori, arrestandone decine in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Dall’inizio del 2013, prosegue il rapporto, 207 bambini, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, sono stati arrestati, 70 dei quali accusati di lancio di pietre contro le auto dei coloni. Il ministero ha sottolineato che “fino al 20 di marzo, 235 bambini si trovavano ancora dietro alle sbarre nelle carceri israeliane”.

Inoltre, i dati ufficiali rivelano che solo nella seconda metà di marzo, Israele ha arrestato 24 giovanissimi palestinesi ferendone decine.

Il rapporto ha fatto riferimento all’aggressione, perpetrata da due coloni estremisti ai danni di un bambino di sette anni, nei pressi di Bab el Silsila (Porta della Catena) che conduce alla moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme. Il bambino, aggredito con bottiglie vuote, è stato ricoverato in ospedale.

Nello stesso contesto, prosegue la relazione, Mohammed Qafisha, 4 anni, è stato investito da un colono israeliano a Hebron, sud della Cisgiordania occupata, ed è stato trasferito in ospedale per il trattamento. Il rapporto ha aggiunto che le forze israeliane hanno aggredito e percosso violentemente Muhannad Natsha, di 10 anni, sempre di Hebron, causandogli una frattura alla mano destra.

A Bab al-Zawye (Hebron), un altro bambino è stato raggiunto alla testa da un proiettile di gomma sparato dai soldati israeliani. Si è trattato di Yousef Abu Aisha, 12 anni, colpito durante gli scontri avvenuti tra le forze di occupazione e i palestinesi.

Nel villaggio di Nabi Saleh, nord ovest di Ramallah, il bambino, Wa’ad al-Tamimi, si è slogato la caviglia nel tentativo di trovare riparo dai proiettili sparati dai soldati israeliani, durante una manifestazione contro gli insediamenti svolta in città. Negli scontri avvenuti nel villaggio di al-Khudr, a sud di Betlemme, ‘Udai Abu Yabes, 11 anni, è stato investito da una jeep militare israeliana, riportando tagli e lividi.

Nelle vicinanze della colonia di Yitzhar (sud di Nablus), otto giovani studentesse, di ritorno da una gita scolastica, sono state aggredite e ferite dai coloni israeliani. 

Secondo il rapporto, dall’inizio dell’Intifada di al-Aqsa (fine 2000) e fino al 31 marzo 2013, più di 1518 bambini sono stati uccisi. Sempre nello stesso periodo, aggiunge il rapporto, altri 6000 bambini hanno riportato diverse ferite a seguito di attacchi contro di loro da parte delle forze di occupazione e dei coloni israeliani.

http://www.infopal.it/rapporto-israele-ha-arrestato-207-bambini-palestinesi-dallinizio-2013/

Continua la strage di delfini nel Tirreno. Morbillo? No, sono malati d’uomo

L’ennesimo delfino morto – una stenella striata, per la precisione – è stato trovato stamattina su una spiaggia della Toscana. Dall’inizio dell’anno è la decima stenella in Maremma, la 25° in Toscana, la 56° nel Tirreno; la 68° se si considerano tutti i cetacei spiaggiatisi lungo il Tirreno. 

E’ in corso una strage: solo una piccola parte delle vittime finisce a riva, il numero complessivo possiamo solo immaginarlo. 

Di solito si mette l’accento sul fatto che sono colpiti da un virus analogo al nostro morbillo. Balle. O meglio: le analisi hanno effettivamente riscontrato che circa il 50% degli animali trovati sulle spiagge è entrato in contatto con il Dolphin morbillivirus (il virus “parente” del nostro morbillo, appunto) e che il 65% è positivo al Photobacterium damselae damselae, un batterio molto comune negli organismi acquatici. 

Però secondo l’Accobams, un ente inter governativo che si occupa della conservazione dei cetacei nel Mediterraneo e nel Mar Nero, virus e batterio non spiegano nulla: i cetacei del Tirreno sono malati d’uomo, e non di morbillo. 

Sul sito del ministero dell’Ambiente è stata creata una sezione per raccogliere i dati sui cetacei morti. Mentre scrivo è aggiornata al 27 marzo (non c’è quindi la stenella di stamattina) e contiene anche la mappa degli spiaggiamenti: una sorta di “triangolo della morte” fra la costa tirrenica, la Sicilia e la Sardegna.

 

 

Cliccandoci sopra si apre, in un’altra pagina, l’originale in costante aggiornamento. Il ministero dell’Ambienteinsiste sul ruolo di virus e batterio (qui il comunicato stampa sulla penultima morte, quella della balena di Rossignano) mentre sul sito dell’Accobams la musica è diversa. 

Le considerazioni dell’Accobams – pubblicate il 15 febbraio – definiscono totalmente atipica a strage di cetacei perchè il batterio non è sufficiente a spiegare la morte e, quanto al morbillivirus, si sono registrate epidemie fra le stenelle nel 1991 e ancora nel 2007-11, quando, nel mese di gennaio, si rinvennero in Italia 19 animali spiaggiati: e fu il culmine della mortalità. 

Ora, ad appena due ani di distanza, gli esemplari dovrebbero conservare un certo grado di immunità rispetto morbillivirus. Dovrebbero essersi “vaccinati” da soli, se preferite. 

Tutte queste morti, conclude in sostanza l’Accobams, possono essere spiegate con il morbillivirur solo in due casi. Primo: si tratta di animali arrivati da pochissimo nel Tirreno (e sembra piuttosto improbabile, mi sentirei di aggiungere) oppure – secondo – gli animali sono fortemente debilitati e immunodepressi a causa in ultima analisi dell’inquinamento. In corso ulteriori analisi; ci vorrà come al solito del tempo. 

I comunicati stampa dell’Accomabs che ho utilizzato non hanno, purtroppo, un proprio link. Per ripescarli dall’archivio bisogna fare affidamento soltanto sulle date di pubblicazione: 15 febbraio (ad esso è allegato il rapporto che ho già linkato) e 14 marzo.


Fonte: http://blogeko.iljournal.it
Link:http://blogeko.iljournal.it/2013/continua-la-strage-di-delfini-nel-tirreno-morbillo-no-sono-malati-duomo/71567

GERALD CELENTE: LE GUERRE SEMPRE PERSE DEGLI USA, IL FURTO SUI DEPOSITI BANCARI E IL MOVIMENTO ITALIANO 5STELLE

GERALD,
TUONA CONTRO I “MONEY CHANGERS” COLORO CHE CAMBIANO DENARO (BANCHE…), RICORDANDO CHE IL”MAESTRO DELLA PACE” (GESU’) SI INFURIO’ AL TEMPIO PROPRIO PER QUESTE RAGIONI

“MI PIACEREBBE VEDERE UNA SECONDA RIVOLUZIONE AMERICANA”
 
“IL MIO INVESTIMENTO E’ COMPRARE ORO E ARGENTO”

“C’E’ UNA RISMA DI POLLI PSICOPATICI E SOCIOPATICI CHE STANNO PORTANDO IL MONDO IN UNA NUOVA GUERRA”

GUARDATE IL MODELLO ITALIA CON IL MOVIMENTO 5STELLE DI BEPPE GRILLO.  E’ UN MOVIMENTO, NON E’ UNA PROTESTA. UNA PROTESTA E’ QUELLA CHE FANNO IN TUNISIA, EGITTO ETC…CHE QUEL CHE HAN FATTO E’ SOSTITUUIRE IL VECCHIO CAPO CON UNO NUOVO. ABBIAMO BSIOGNO DI UNA NUOVA VIA. DOBBIAMO ROMPERE CON IL VECCHIO SISTEMA”

“CHIUNQUE ABBIA MEZZO CERVELLO E L’ALTRO LIBERO DAI FARMACI DELLE PRESCRIZIONI,  SA CHE IL GOVERNO E’ CONTROLLATO DA UNA MAFIA, NO NON QUELLA EBRAICA O RUSSA O QUALSIASI ALTRA…MA QUELLA MAFIA CHE CAMBIA DENARO NELL’ESERCITO . TUTTI I POLITICI SONO SONO DEI TROMBONI DEL “CAPO DI CAPO”

“FINCHE’ LE PERSONE RESTANO NELLA SERVITU’, LAVORANDO MOLTO DURAMENTE PER DARE A LORO TUTTO QUEL CHE HANNO…CONTINUERA’ SEMPRE COSI, FINTANTO CHE LE PERSONE NON PRENDONO POSIZIONE E DICONO A QUESTA M… DI ANDARSENE FUORI DAI PIEDI, PERCHE’ VOGLIONO RIPORTARE LA DEMOCRAZIA IN QUESTO PAESE.

MA CHE RAZZA DI PAESE SONO GLI STATI UNITI? QUANDO PERSONE CHE HANNO LAVORATO TUTTA LA VITA ORA PERDONO LE LORO CASE, NON POSSONO PIU’ PAGARE LE RETTE UNIVERSITARIE ED ALTRO E LORO PORTANO VIA LE LORO CASE…MA CHE DIREBBE “GESU'”?…

 

Tax on Deposits Means Stealing Your Money-Gerald Celente

 



http://cafedehumanite.blogspot.it/2013/04/gerald-celente-le-guerre-sempre-perse.html

Aumentano i casi di Morgellons, la sindrome da “scie chimiche”

La sindrome, o mordo, di Morgellons è una misteriosa malattia che si presenta, generalmente, con disturbi di tipo cutaneo: prurito, sensazione di punture di spillo, fitte improvvise e dolenti, piaghe, eruzioni cutanee permanenti e soprattutto strane fibre filamentose sulla superficie della pelle che, in taluni casi, fuoriescono spontaneamente.
Molti dei pazienti affetti dal morbo provano una strana sensazione di bruciore diffusa su tutto il corpo, altri parlano di “insetti” che corrono appena sotto la superficie della pelle. Altri, ancora, lamentano dolori muscolo-scheletrici ed una sensazione di affaticamento generale. 
Dunque, una sintomatologia complessa e ambigua, tanto da far pensare ad una malattia immaginaria, conseguenza di gravi disturbi di natura psicologica. Infatti, la sindrome sembra avere effetti notevoli sull’emotività e sulla cognizione dei pazienti. Tuttavia, questi effetti potrebbero essere considerati contemporaneamente causa e conseguenza di Morgellons.
La prova concreta che smantella l’ipotesi psicologica viene dalla presenza reale e non fittizia di strane fibre filamentose che fuoriescono dalla cute, molto simili alle fibre di polietilene e granuli neri. Il tutto è reso ancor più strano dal colore delle fibre: Blu.
La sindrome di Morgellons è un mistero, un’incognita che la Scienza non riesce tuttora a spiegare: è un morbo particolare, raro, estremamente ambiguo ed incomprensibile. Bollato per anni dalla comunità scientifica come una patologia psichiatrica, il Morbo di Morgellons è ora oggetto di studio da parte dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), l’organo statunitense di ricerca e prevenzione della malattie.
Lo studio, condotto in collaborazione con la divisione di ricerca del consorzio medico “Kaiser Permanente” della California del nord, va a colmare anni di fenomeni di autoaggregazione spontanea di persone colpite dagli stessi sintomi.
La maggior parte dei pazienti, liquidati come matti e accusati di procurarsi da soli le lesioni, si è riunita dal 2002 in una fondazione, la Morgellons Research Foundation, creata da Mary Leitao, che ha anche coniato il nome del morbo su una patologia simile descritta nel 1600. 
Il sito della fondazione www.morgellons.org, aperto a tutti coloro che vivono un’ esperienza di Morgellons, conta più di 11.000 iscritti, la maggior parte abitanti in California, Texas e Florida: tutti riportano strani fenomeni della pelle come forte prurito, granuli catramosi e filamenti bluastri, rossi e traslucidi che emergerebbero dalle lesioni.
La statunitense Mary Leitao è stata la prima a trattare il caso. La donna infatti, nel 2001 osservò strani comportamenti nel figlio di 2 anni che cominciò a mostrare piccole piaghe sotto un labbro e avvertendo la presenza di inquietanti insetti che glieli avrebbero causate. La Leitao, ex tecnico di laboratorio, esaminò le piaghe al microscopio, dichiarando la presenza di fibre di vario colore. 
È stata proprio lei a codificarne la sintomatologia e a battezzare il morbo con il nome di uno studio risalente al diciassettesimo secolo, in cui si faceva riferimento a un bambino francese affetto dagli stessi disturbi.
Nel sito la signora Leitao descriveva minuziosamente gli inquietanti sintomi della misteriosa malattia e alla fine la comunità medica la accusò di aver costruito una messa in scena. Ma alla intraprendente signora giunsero ben settemila mail di persone che accusavano gli stessi sintomi, dichiarandosi anch’essi malati di Morgellons.
Come riporta il resoconto di 
agenziastampaitalia.it, una tra le poche persone che hanno esaminato scientificamente il morbo di Moregellons è Randy Wymore, un neuro scienziato del Center for Health Science dell’Università di Oklahoma (sul sito dell’Univesità è possibile leggere la “sintomatologia ufficiale”). Wymore ha ricevuto da diverse persone dei campioni di fibra fuori uscite dalla loro pelle.


Anche se i campioni presentavano una certa somiglianza tra loro, secondo il parere del neuro scienziato queste non erano paragonabili a nessun’altra fibra sintetica o naturale conosciuta. Wymore, inoltre, chiese alla squadra di polizia forense “Tulsa” di esaminarle.
La squadra ha identificato le strutture chimiche delle fibre e le ha confrontate con la loro banca dati costituita da ben 800 campioni. Le fibre in questione non coincidevano con nessuna di quelle del database, pertanto si è ricorsi alla cromatografia gassosa per compararle con 90.000 composti organici. Anche in questo caso, le fibre non hanno dato riscontri tali da poter coincidere con i composti. 
La squadra di polizia è giunta pertanto alla conclusione che le fibre sono “ignote”, fatte di elementi sconosciuti e non certo provenienti da vestiti a stretto contatto con le croste di ferite. Le fibre, infatti, bruciate a 700 gradi, si sono annerite ma non distrutte.
Wymore chiese anche al capo reparto di pediatria dell’ospedale universitario di Oklahoma, Rhonda Casey, di osservare alcuni pazienti. Eseguendo la biopsia delle superfici della pelle lesionate nonché di quelle sane, usando un dermatoscopio, la dottoressa Casey è stata in grado di osservare le fibre sotto la pelle dei malati e di ritrovarle unite sia ai tessuti sani sia a quelli danneggiati, identificando, tra l’altro, la varietà di colori di tali filamenti. 
Oltre a ciò, la stessa dottoressa ha riferito il caso di una giovane ragazza con una lesione sulla gamba dalla quale spuntavano fibre nere, confermando l’impossibilità, da una parte della giovane, di essersi cagionata ella stessa una ferita simile. Questi sono alcuni dei casi riscontrati (il maggior numero dei malati è negli Stati Uniti) ma, anche nella nostra nazione, ci sono stati diversi casi che gli esperti riconducono alla Sindrome di Morgellons.
Moving Morgellons fibers, video

Scie chimiche sotto accusa

E’ possibile individuare un collegamento tra le controverse scie chimiche e ciò che esse contengono e il morbo di Morgellons? Nuovi studi e analisi di laboratorio hanno consentito di accertare che il morbo è collegato alla presenza nell’organismo di frammenti costituiti da silicone e da fibre di polietilene dei malati. Il polietilene è usato normalmente nell’industria delle fibre ottiche. 
A queste conclusioni è giunta la dottoressa Hildegarde Staninger, tossicologa, nell’ottobre del 2006. La ricercatrice precisa che tali materiali sono usati dall’industria delle nano biotecnologie per incapsulare i virus. Questo potrebbe essere l’anello di congiunzione che fa pensare che ciò che cade in cielo e ciò che troviamo in alcuni pazienti trova una corrispondenza chiara ed inequivocabile.

[Uno studio assurdo per giustificare le Scie Chimiche]

I ricercatori hanno raccolto prove che le scie chimiche contengono non solo germi, ma anche metalli, cellule di sangue, sedativi, sostanze cristalline, sali di bario, e un tipo di fibra di polietilene e silicio (quella di cui parla la Dottoresa Staninger) che si fonde solo oltre i mille gradi F° e altre sostanze tossiche per l’organismo.
Per non parlare di elementi chimici radioattivi e tossici per la salute di tutto il pianeta. Il Morgellons è forse un effetto collaterale di una sperimentazione di massa? Vogliono stordirci? Alterare la nostra fisiologia rendendoci automi che vengono comandati a distanza? Se è così, allora è proprio vero (per quanto non sia una consolazione) che, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
Allo stesso modo coloro che, vogliono comandare e soggiogare la popolazione umana non hanno pensato al fatto che il nostro corpo espelle prima o poi tutto ciò che non è organico? O forse (e sarebbe più grave) sanno che noi umani siamo bravi a guardare il dito e non la Luna? In questo caso basterebbe, in realtà, guardare il cielo.

fonte

Per indebolire i Media alternativi indipendenti online, l’UE si appresta a “regolamentare” i motori di ricerca Internet

TEMI UNIVERSALI / La guerra alla libertà dei Media

Data di pubblicazione in Tlaxcala: 02/04/2013

 Nathan Allonby

 Tradotto da  Anna Moffa

Un nuovo rapporto della Commissione europea raccomanda la regolamentazione delle notizie in internet, attraverso la modificazione dei motori di ricerca per controllare l’accesso ai “luoghi della cospirazione”, la creazione di agenzie stampa europee governative e la formazione di nuovi “quadri di giornalisti professionisti … per … scienza, tecnologia, finanza o  medicina “.

Il rapporto sollecita anche i politici europei e i leader delle istituzioni europee a tenere conferenze stampa regolarmente, ad emergere dalle ombre e a  prendere il centro della scena come veri leader europei. Questo segna l’inizio di una nuova era per l’Unione europea, e per il suo controllo sui media. Se state leggendo questo negli Stati Uniti o in Canada, siate consapevoli del fatto che ciò che succede in Europa potrebbe accadere anche in America del Nord, a causa dell’ Area di cooperazione euro-atlantica. Si tratta di un processo di convergenza attraverso il quale l’Europa e il Nord America adotteranno politiche simili su “libertà”, giustizia e sicurezza, da attuare entro il 2014, cosa che sembra si possa applicare alle ultime proposte sui me dia.

 

Il rapporto ( mezzi di informazione liberi e pluralistici per sostenere la democrazia europea ) è stato pubblicato questo mese da un Gruppo di Alto Livello (GAL), istituito dalla Commissione europea, e che includeva l’ex presidente della Lettonia e un ex ministro della giustizia tedesco. Il criterio alla base di questo rapporto è stato in una costante fase di elaborazione per qualche tempo. Gli obiettivi descritti nel 2011 includevano: – la possibilità di “riconquistare” la libertà  di stampa, con particolare riferimento ad alcuni paesi specifici, tra cui Ungheria, Francia, Italia, Romania e Bulgaria, per aumentare i servizi d’informazione dell’Unione europea, e regolamentare i media internet e i social media come Twitter e Facebook. L’ultimo di questi obiettivi ha ricevuto attenzione da parte dell’UE dopo i disordini di Londra. (Cfr. La stampa in Europa: la libertà  e il pluralismo a rischio | EurActiv )

Alcuni dei punti chiave del rapporto sono i seguenti:

  • L’UE chiede l’autorità  legale (“competenza”) per regolare la stampa e i media d’informazione.
  • In questo contesto, la relazione non offre alcuna definizione di ciò che costituisce “giornalismo” e di ciò che sarà  regolato, ma raccomanda piuttosto “il dibattito tra tutte le parti interessate su … orientamento per i giudici”.
  • Una gran parte della relazione riguarda i mezzi di comunicazione, internet e i nuovi motori di ricerca. Si propone l’inclusione dei motori di ricerca nella regolamentazione dei media.
  • La relazione approva in particolare i commenti di  Cass Sunstein su  internet ed estremismo. La relazione del GAL dice che “Cass             Sunstein, ad esempio, solleva preoccupazioni sul fatto che Internet consentirà  alle persone di essere meno impegnate nella società, viste le capacità  crescenti di filtraggio personalizzato e la presenza decrescente di … giornali … indubbiamente un impatto potenzialmente negativo sulla democrazia … possiamo arrivare a leggere e sentire quello che vogliamo, e nient’altro che quello che vogliamo. La preoccupazione è che le … persone dimentichino che le alternative esistono e diventino così  incapsulate in posizioni rigide da ostacolare la costruzione del consenso nella società.” Il rapporto continua, “l’isolamento e la frammentazione dell’informazione, insieme all’incapacità  di controllare e valutare le fonti, possono avere un impatto negativo sulla democrazia“.
  • Per far fronte a questo, si propone l’inclusione dei motori di ricerca nella regolamentazione dei media. Si evidenzia che i motori di ricerca hanno un notevole impatto sul contenuto visualizzato e sull’importanza con la quale viene presentato: – “Il nuovo ambiente mediatico aumenta l’importanza dei ‘gate-keepers’, intermediari digitali che sono la via di accesso ad Internet (ad esempio, i motori di ricerca e i social network) … Per questi attori, solo l’UE ha la capacità effettiva di             regolarli
  • I siti che riproducono articoli (“aggregatori di notizie” e “intermediari digitali”) potrebbero essere oggetto di nuove restrizioni per imporre un contenuto equilibrato. Il rapporto afferma che “gli intermediari digitali, come i motori di ricerca, aggregatori di notizie, social network … dovrebbero essere inclusi nel monitoraggio del settore. Il ruolo sempre più             rilevante che essi esercitano nel migliorare o limitare il pluralismo dei media deve essere preso in considerazione, soprattutto quando iniziano a produrre contenuti. Tuttavia, bisogna fare attenzione a distinguere tra i media che pubblicano lavoro direttamente, e servizi che consentono agli utenti di ripubblicare o linkare il lavoro di altre persone. “
  • Si propone una sovvenzione a sostegno del giornalismo responsabile, del giornalismo che soddisfa determinati criteri – “Ci dovrebbe essere razionalizzazione e coordinamento del sostegno e del finanziamenti per un giornalismo di qualità”.
  • Il rapporto suggerisce che ci dovrebbero essere borse di studio per la formazione di giornalisti investigativi – “al fine di costruire quadri di giornalisti professionisti competenti per operare nel giornalismo investigativo, borse giornalistiche dovrebbero essere offerte [presso le] Università  e i centri di ricerca …  finanziate dalla UE. Le borse di studio … sarebbero particolarmente utili per il giornalismo investigativo, o per addestrare i giornalisti alla mediazione tra temi complessi quali la scienza, la tecnologia, la finanza o la medicina e il grande pubblico. “
  • Il rapporto suggerisce che “l’alfabetizzazione mediatica dovrebbe essere insegnata nelle scuole a partire dal liceo. Il ruolo che i media svolgono in una democrazia funzionante dovrebbe essere attentamente esaminato nel quadro dei piani di studio nazionali“.
  • “Il GAL fa riferimento alla fondazione del Centro per il Pluralismo e la Libertà dei Media a Firenze nel dicembre 2011, incaricato di dare vita a studi politici e documenti” e “al finanziamento di progetti di ricerca come MEDIADEM (politiche europee in materia di media: valorizzazione e recupero di mezzi di informazione liberi e indipendenti nei sistemi democratici contemporanei) “
  • L’Agenzia europea per i diritti fondamentali viene presentata come uno dei principali attori della strategia.
  • L’UE diventaterebbe una presenza regolare nei telegiornali. Si suggerisce che “gli attori politici dell’Unione europea hanno una speciale responsabilità  nell’attivazione di … copertura stampa europea. I presidenti delle istituzioni dell’Unione europea dovrebbero organizzare regolarmente interviste con … i media nazionali in tutta l’UE. “
  • Si suggerisce inoltre che “i finanziamenti per le reti multimediali europee transnazionali (inclusi gli elementi quali oneri per i costi di traduzione, di viaggio e di coordinamento) dovrebbero essere una componente essenziale della politica europea sui             media. Il sostegno ai giornalisti specializzati in tematiche transnazionali dovrebbe essere incluso in tali finanziamenti. “

Su quanto pubblicato sopra si potrebbero fare le seguenti osservazioni e commenti: 

  • Molti sono sorpresi che il primo ministro David Cameron e il governo del Regno Unito si siano rifiutati di creare un nuovo regolamento per la stampa in risposta alla relazione Leveson. Forse perché erano già in attesa della relazione del Gruppo ad Alto Livello e di un piano d’azione coordinato a livello europeo? Sembra che il governo britannico stia promuovendo i controlli sui social media a causa dei disordini estivi del 2011. Il pubblico britannico si è abituato al riciclaggio della politica, laddove il governo britannico spinge l’UE a introdurre misure impopolari, e accusa di questo qualcun altro.
  • Le proposte di controllo sui motori di ricerca devono essere considerate sintomatiche. Le proposte controllerebbero l’accesso alle informazioni, piuttosto che i media semplicemente.
  • La tecnologia per modificare i risultati di ricerca è già molto sofisticata, essendo stata perfezionata in Cina per oltre un decennio. Google ha recentemente abbandonato le funzioni anti-censura del suo motore di ricerca – secondo alcuni a causa della pressione del governo cinese, che aveva ridotto l’accesso ai servizi di Google. Nel frattempo i controlli cinesi su internet sono diventati notevolmente più sofisticati, per esempio, con la capacità  di rilevare e tagliare le connessioni quando sono in funzione Tor, Onion, crittografia o le reti Virtual Privacy Networks (VPNs).
  • Rispetto alla “costruzione del consenso nella società”, anche se la relazione europea del GAL dice “Chiaramente non è possibile costringere le persone ad utilizzare i media che non vogliono”, allo stesso modo nulla nella relazione sembra escludere la restrizione dell’accesso a determinati materiali o punti di vista.
  • La relazione del GAL è una descrizione sommaria di principi generali, i cui dettagli non sono ancora disponibili.
  • La presente relazione segna l’annuncio pubblico di una guerra a lungo termine contro la libertà dei media che è stata pianificata accuratamente, almeno dal 2011.
  • Questo è solo l’inizio. Il finanziamento del nuovo Centro per il pluralismo e la libertà dei media e dei progetti di ricerca come MEDIADEM creerà  un settore per generare nuove proposte e nuove normative.
  • L’UE è destinata a diventare un elemento costante nelle nostre notizie, con la creazione, negli Stati membri dell’UE, di nuove agenzie di stampa, canali multimediali e giornalisti finanziati e addestrati dall’UE, che riporteranno un nuovo modello di narrazione europea “transnazionale”, per dare risalto all’Unione europea e alle sue istituzioni. I politici dell’UE e i leader delle istituzioni dell’Unione europea saranno presenti nei telegiornali regolarmente.
  • Sembra che l’Unione europea sia destinata ad uscire  dalle ombre per prendere il centro della scena nelle notizie politiche, come vero governo politico dell’Europa.
  • Per interessante contrasto, l’Unione europea si è mossa per ridurre la trasparenza interna e l’accesso ai documenti , come le bozze di legge. Si vedranno più cose, ma meno contenuti.
  • Le proposte di “pluralismo” ed equilibrio sembrano in grado di incidere in misura significativa su molti siti internet di notizie alternative.
  • I siti che includono una miscela di notizie “aggregate” (link da altri siti o articoli riprodotti da altri siti) e contenuti originali – forse la maggior parte dei siti di notizie alternative – sembrano rientrare nel quadro di nuove proposte in materia di controlli per una copertura equilibrata.
  • La menzione dei tribunali ha un suono sinistro. La Corte di Giustizia Europea (CGE) ha svolto un ruolo significativo nel promuovere la portata e i poteri dell’UE, e in effetti si comporta come un importante organo legislativo a sé stante.
  • Il rapporto non menziona il significativo allontanamento del pubblico dalle notizie mainstream dei media tradizionali, come TV e giornali, che sembra riflettere una diffusa insoddisfazione per il tipo di copertura delle notizie e per i contenuti che cercano di promuovere.
  • La proposta di sovvenzionare tali notizie riflette il fatto che il pubblico proprio non se la beve.
  • Anche se non viene dichiarato, forse è per questo che la relazione si propone di ri-educare il pubblico, a partire dalla scuola.
  • C’è un evidente conflitto tra un autentico pluralismo nei mezzi di comunicazione e l’obiettivo di “costruzione del consenso nella società”. La relazione del GAL riguarda quest’ultimo. Benvenuti in una nuova forma di “pluralismo” – un pluralismo  regolamentato, armonizzato e politicamente-ortodosso.
  • Storicamente, i controlli sulla stampa hanno sempre soppresso le critiche ai governi, non hanno mai aumentato l’equilibrio.
  • La copertura mediatica mainstream in generale è fortemente di parte – filo-governativa, in termini di quantità  di copertura e rilievo, rispetto a punti di vista opposti.
  • Sarebbe ingenuo pensare che i nuovi requisiti per una copertura equilibrata ridurrebbero in qualche modo l’inclinazione a favore dei governi negli articoli. Per esempio, dobbiamo aspettarci che la preoccupazione del rapporto riguardo al fatto che “le persone dimentichino che le alternative esistono e diventino così  incapsulate in posizioni rigide” intende sollecitare una maggiore copertura di punti di vista alternativi critici dell’establishment? Questo significa verosimilmente che la menzione degli eventi del 9-11 dovrebbe in futuro essere bilanciata menzionando che una parte significativa della popolazione contesta la versione ufficiale? I rapporti sulle nuove misure di sicurezza anti-terrorismo sarebbero bilanciati dalla segnalazione che la maggioranza della popolazione non è d’accordo sulla loro giustificazione? La segnalazione del dibattito in Parlamento sarebbe bilanciata dalla menzione che alcune questioni sono bandite dalla discussione, o che sia il governo che l’opposizione sono guidati da Bilderbergers che sostengono simili punti di vista fino allo stremo e sostengono politiche simili?
  • Un equilibrio bilanciato non è praticato dai media mainstream – per esempio, non hanno presentato la versione dei fatti dal punto di vista del governo di Gheddafi in Libia o di Assad in Siria, nonostante ci fossero delle ragionevoli giustificazioni per farlo. Gli articoli nel periodo precedente alle invasioni dell’Afghanistan e dell’Iraq non erano equilibrati, con notevoli rapporti grossolanamente falsi, come le fantasie sulle grotte di bin-Laden a Tora Bora. Tuttavia, non è questo il tipo di rapporti che i governi stanno cercando di cambiare.
  • La creazione di nuovi “quadri di giornalisti professionisti … per … la scienza, la tecnologia, la finanza o la medicina”, suggerisce che si tratta di settori chiave in cui la Commissione Europea non è contenta della presentazione o vuole prendere il controllo del dibattito. Pensate alla medicina alternativa, alle colture GM, al riscaldamento globale, all’energia nucleare e alla crisi bancaria, per citarne alcuni. Si tratta di settori in cui i media alternativi hanno avuto un impatto significativo.

Come dobbiamo rispondere a questo?

La cosa più importante è non restare passivi – queste sono ancora solo proposte e devono ancora essere formalmente accettate dalla Commissione europea. Questo è il momento della protesta e dell’opposizione. Vale la pensa di osservare gli sviluppi nel Regno Unito  perchè si ritiene che al  Regno Unito sarà offerta la conduzione della cyber-sicurezza e del controllo in Europa. C’è una schiacciante disapprovazione pubblica delle proposte di sorveglianza internet – la consultazione parlamentare sulla legislazione ha ricevuto 19.000 e-mail contro, 0 a favore. Tuttavia, anche se la normativa potrebbe essere bloccata (temporaneamente), non lo sarà l’investimento multi-miliardiario nel programma di sorveglianza su internet. Sembra che l’approccio del governo alla democrazia abbia raggiunto lo stadio “Allora, come hai intenzione di fermarci?” Hanno capito che l’opposizione può essere rumorosa, ma è anche disorganizzata e non ha una strategia contro l’applicazione senza il consenso pubblico.

Un solo fattore che il governo può aver trascurato è che la strategia per la sorveglianza su internet del governo Britannico  richiede un partenariato pubblico-privato e la collaborazione attiva degli operatori commerciali come i fornitori di motori di ricerca (ad esempio Google) e le reti sociali. Anche se il governo non può essere influenzato dall’opinione pubblica, sembra estremamente probabile che le organizzazioni commerciali sarebbero profondamente colpite dalla cattiva pubblicità  e dalle vendite in calo. La pressione coordinata dei consumatori potrebbe facilmente fornire un’importante battuta d’arresto ai piani del governo, e probabilmente creare le premesse per una completa ritirata – se solo l’opposizione potesse essere coordinata. Sfortunatamente, questo aspetto dell’analisi del governo è corretto – l’opposizione dell’opinione pubblica è disorganizzata e in gran parte inefficace.

Questo è dovuto principalmente alla passività  e alla compiacenza. In aggiunta ad una precedente indagine sull’introduzione di carte di identità  in tutto il mondo, l’autore di questo articolo spiega anche l’opposizione a tali regimi, nazione per nazione. Anche se l’introduzione di questi sistemi è stato organizzato e coordinato a livello globale, l’opposizione si è rivelata disorganizzata e raramente organizzata anche a livello nazionale – il versante globalista ha quasi completato la sua prima vittoria, il pubblico non si è ancora svegliato. Nonostante l’articolo venga letto da centinaia di migliaia di persone e sia stato tradotto in diverse lingue, solo una manciata di persone ha risposto all’invito a contattare l’autore. Questo riflette il livello di passività  che ha ostacolato l’organizzazione di una vera opposizione.

Se mai ci sarà una qualsiasi opposizione, questo è il momento di stabilire un contatto con gli altri, per far partire un’opposizione transnazionale . Dobbiamo costruire ponti reali tra persone – un contatto umano diretto, faccia a faccia, per quanto possibile – prima che l’UE inizi a monitorare, regolare e chiudere l’accesso a Internet. Allo stato attuale, è relativamente facile leggere e pubblicare articoli, trovare e collegarsi con persone che sono in disaccordo con l’agenda mainstream, globalista – presto, questo potrebbe essere molto più difficile, quando non potremo più comunicare facilmente.

Questo è anche il momento di scaricare e salvare le informazioni da internet, conoscenze particolarmente utili in merito a temi quali la medicina alternativa, la scienza e la vera storia della nostra società . Memorizzare in modo permanente, su disco o meglio ancora sulla carta. Facciamo in modo che non ce li portino via.

Questo è il momento di creare un internet alternativo, che non possano controllare. Tre filoni principali sono stati citati in articoli recenti: –

Vale anche la pena di attuare misure anti-sorveglianza, come descritto in – Tecniche per evitare la sorveglianza e la Censura

Non sappiamo quanto tempo abbiamo – Cerchiamo di non sprecarlo.

Per concessione di Tlaxcala
Fonte: http://www.globalresearch.ca/the-war-on-media-freedom-undermining-the-independent-alternative-online-media-eu-to-manipulate-internet-search-engines/5321104
Data dell’articolo originale: 30/01/2013
URL dell’articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=9474