Continuano le vigliacche aggressioni ai danni dei più deboli

Nomade chiede l’elemosina a un’anziana e tenta di rapinarla: le rompe il femore

La vittima aveva aperto il portafogli per dare qualche moneta alla rom

di Marco De Risi

ROMA – Una donna di 83 anni è uscita da un ufficio postale di Montesacro dopo avere ritirato la pensione: ha fatto l’elemosina a una nomade che, invece di accettare i pochi spiccioli, l’ha aggredita per prenderle il portafogli. La rapina non è riuscita ma l’anziana è caduta e si è fratturata un femore. Trasportata in ospedale in ambulanza, i medici del pronto soccorso le hanno diagnosticato una prognosi di trenta giorni. La roma è riuscita a fuggire.

 

LA DINAMICA

La brutale aggressione è avvenuta ieri mattina verso le 11 davanti le Poste centrali di piazzale Adriatico. Numerosi passanti e automobilisti sono stati testimoni della scena che si è svolta in modo così fulmineo che nessuno ha fatto in tempo a bloccare la nomade che è riuscita a dileguarsi a piedi.

 

L’ottantenne è rimasta accasciata su un tratto di marciapiede stordita dal dolore. Dopo pochi minuti è intervenuta un’ambulanza del 118. Il personale sanitario s’è reso subito conto che l’anziana si era fratturata il femore destro. Alcuni equipaggi delle volanti sono accorsi nella zona della tentata rapina.

 

I poliziotti hanno setacciato il quartiere da piazza Sempione fino all’inizio di via della Bufalotta, ma non sono riusciti a trovare la nomade. Sono stati controllati anche i passeggeri sugli autobus ma senza risultato. L’ottantenne rapinata abita vicino le Poste: la donna ha chiamato con il cellulare la figlia che è accorsa anche lei a dare aiuto alla madre. L’anziana è stata trasportata all’ospedale Sandro Pertini di via dei Monti Tiburtini dove è stata raggiunta da un equipaggio delle volanti. I poliziotti si sono fatti descrivere dalla vittima nel modo più dettagliato possibile le sembianze della rapinatrice. Avrebbe i capelli neri e circa quarant’anni. L’aggressione è avvenuta poco distante un gazebo del Movimento Cinque Stelle.

 

I TESTIMONI

«È stato un attimo – racconta un passante -. La rapina è durata pochi secondi. Ho visto l’anziana avvicinarsi a una donna scura di carnagione. La vecchietta ha aperto la borsa. A un certo punto le due donne sono state molto vicine. La più giovane ha cercato di prendere il portafogli all’anziana. Poi l’ha spintonata in terra ed è scappata». Secondo alcuni abitanti della zona lì, davanti alle Poste, sarebbero avvenuti episodi analoghi anche se non così violenti.

 

A indagare sul caso sono gli agenti del commissariato Fidene che, anche grazie all’identikit, contano d’individuare nel giro di poco la rapinatrice.

Lavoro, un milione di licenziati nel 2012 – Bene, qualcuno ci chiarisce come campano?

la Boldrini ai funerali della famiglia sterminata dal governo degli eurocriminali banchieri ha detto che non bisogna dare importanza ai beni materiali. E’ lo stesso soggetto che ha anche detto che non credeva vi fosse tanta povertà in italia. Ha percaso voluto mettere le basi per dire che delle cosiddette tutele non se ne parla? 

Intanto si uccide un altro 40enne disoccupato. Nessun sussidio, niente.

 Un milione di licenziamenti nel 2012. Ci dice la Boldrini quanti di essi percepiscono qualcosa? Se percepiscono qualcosa, quando e per quanto tempo?

 Poi i sindacati si lagnano se qualcuno li vuole eliminare. Dovremmo far loro i complimenti per questi “successi”???

 La balla sulle assunzioni: non viene specificato di che tipo di contratti siano. Per l’Istat basta lavorare un giorno e risulti occupato.

I sindacati o la Boldrini sanno ragguagliarci su che tipo di contratti si tratta e per quanto tempo? Per quale paga? Se sono contratti a tempo, il resto del tempo come vivono? Possibile sia un mistero?

 E guardate come cercano tra le righe di mascherare la tragedia. due milioni di assunzioni…..ma per favore

 Lavoro, un milione di licenziati nel 2012

Aumento del 14 % rispetto l’anno precedente. Oltre due milioni le assunzioni, calo del 5,8%. Lo rivela il ministero del Lavoro

In coda (Ap)

Oltre un milione di persone sono state licenziate nel 2012. Per l’esattezza: 1.027.462, con un aumento del 13,9% rispetto al 2011. È quanto si evince dal sistema delle comunicazioni obbligatorie del ministero del Lavoro. Nel solo ultimo trimestre sono stati 329.259 in un aumento del 15,1% sullo stesso periodo 2011.

I DATI – Nell’intero 2012 sono stati attivati circa 10,2 milioni di rapporti di lavoro a fronte di quasi 10,4 milioni cessati, nel complesso, tra dimissioni, pensionamenti, scadenze di contratti e licenziamenti. I licenziamenti registrati nel periodo riguardano sia quelli collettivi, sia quelli individuali (per giusta causa, per giustificato motivo oggettivo o soggettivo).

LE ASSUNZIONI – Tornando al quarto trimestre del 2012, le nuove assunzioni (in termini di rapporti di lavoro attivati, dipendenti o parasubordinati) sono state oltre 2,2 milioni (2.269.764), con un calo del 5,8% rispetto allo stesso trimestre del 2011. Assunzioni che corrispondono a poco più di 1,6 milioni (1.610.779) di lavoratori interessati, in ampio decremento: l’8,2% in meno rispetto al quarto trimestre del 2011, con valori negativi maggiori tra i giovani (-13,9% e -10,9% rispettivamente tra i 15-24enni e i 25-34enni). I lavoratori over-55, tra i 55 e i 64 anni registrano un leggero incremento (+0,4%), mentre più sostenuto è l’aumento, sempre rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, degli ultrasessantacinquenni interessati da un nuovo rapporto di lavoro (+7,6%). Infine, sempre nel quarto trimestre del 2012, in totale i rapporti di lavoro cessati sono stati poco più di 3,2 milioni (3.205.753), con una leggera diminuzione (-0,2%) rispetto al quarto trimestre 2011.

http://www.corriere.it/economia/13_aprile_07/lavoro-licenziamenti-2012_ff11ab3e-9f72-11e2-bce6-d212a8ef12b1.shtml?fr=box_primopiano

Il Pd e Sel conoscono più i salotti che il popolo. Lo dimostra anche la gaffe di Laura Boldrini

si divertono con le loro supercazzole da buoni sentimenti ma intanto la gente MUORE sull’altare della loro euro banco crazia

di Girolamo Fragalà/dom 7 aprile 2013

 L’Intervento

Non è una gaffe. È un’ulteriore prova di quanto la sinistra – chiusa da anni nei salotti e in rapporti stretti con l’alta finanza – non sappia più interpretare la realtà, convinta di poter vivere ancora di rendita sull’operaismo di facciata. Le parole di Laura Boldrini, pronunciate a Civitanova Marche, hanno immediatamente fatto il giro del web: «Ho imparato la sofferenza del mio Paese negli ultimi tempi», ha detto testualmente, «io non immaginavo che in Italia ci fosse tanta povertà, tanto bisogno di cose essenziali». Sì, proprio così, non l’immaginava. Eppure la neopresidente della Camera non ha vissuto in un limbo, è stata la portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha svolto numerose missioni in luoghi di crisi, tra cui l’Afghanistan, l’Iraq e l’Iran. La sua presenza nelle liste di Sel è stata voluta fortemente da Nichi Vendola e la sua candidatura è stata inclusa tra le venti tré persone scelte dall’assemblea nazionale del partito senza passare dalle primarie. Ma nonostante il curriculum che l’ha portata subito nel ruolo istituzionale più alto, in una delle sue prime uscite pubbliche è scivolata clamorosamente e non è stata solo una caduta di stile. È paradossale meravigliarsi, stiamo affrontando la più grave repressione dal dopoguerra (e questo la Boldrini dovrebbe saperlo), è più di un anno che gli italiani hanno l’acqua alla gola (e anche questo la Boldrini dovrebbe saperlo), la disoccupazione è a livelli record, quotidianamente escono dati catastrofici, c’è una tragica serie di suicidi. Accorgersi solo ora che in Italia c’è tanta povertà è uno schiaffo a chi non ce la fa, a chi stringe i denti, a chi tiene duro. È uno schiaffo ai poveri, a chi è stato costretto a chiudere la sua azienda, a chi è stato licenziato proprio per questo. Ed è così che poi si perde credibilità, si fa perdere credibilità alla politica e si diventa “vittima” della rete, con i link che colpiscono duro, con le vignette ai limiti dell’insulto, con i commenti al veleno nei blog. Non è colpa del nuovo tritacarne chiamato web e neppure del popolo della rete. È colpa di chi parla senza freni. Specie se parla da presidente della Camera. Perché come insegnava Edmund Burke, il Cicerone britannico, «c’è un limite oltre il quale la pazienza cessa di essere una virtù».

http://www.secoloditalia.it/2013/04/il-pd-e-sel-conoscono-piu-i-salotti-che-il-popolo-lo-dimostra-anche-la-gaffe-di-laura-boldrini/

 

Altro omicidio di stato pignorato dalla troika

Vallo di Diano: disoccupato si toglie la vita impiccandosi

 Ennesima  tragedia della disperazione e della mancanza di lavoro in un’ Italia sempre più sconvolta dalla crisi economica. Questa volta il dramma si è avuto a  Monte San Giacomo, piccolo centro del Vallo di Diano ai piedi del Monte Cervati. Orazio Lepre ha deciso di togliersi la vita legandosi una corda al collo nella sua abitazione, durante la notte tra giovedì e venerdì. A fare la macabra scoperta sono stati il fratello e il cognato della vittima che intorno alla mezzanotte hanno ritrovato il corpo ormai senza vita che penzolava dal soffitto, con il cappio al collo.  L’uomo quarantenne disoccupato, pare che soffrisse di una profonda depressione per le sue condizioni economiche e per la mancanza di un impiego. Orazio non era sposato e viveva con l’anziana madre ed un fratello.

Manifestazione a Milano contro la Geoingegneria clandestina (alias scie chimiche) e le mafie che ci governano

E’ un fiume in piena: manifestazione a Milano contro la Geoingegneria assassina (alias scie chimiche), gli usurai delle banche, la N.A.T.O., l’Europa dei massoni mascalzoni, le mafie che ci governano… E’ un fiume in piena: la conferenza del prossimo 8-9 aprile al Parlamento europeo, il consiglio dell’attore Nicolas Vaporidis a visitare “Tanker enemy”, all’interno di un’intervista trasmessa dal programma “Le iene”, la sempre maggiore coscienza che i “politici” sono cialtroni al servizio di poteri forti. 

E’ un fiume in piena il cui impeto i lacchè del regime provano invano a contrastare: il lercio sito di disinformazione noto come “Giornalettismo” manda allo sbaraglio i suoi pennivendoli beoti che, impotenti di fronte alla verità, sanno solo ricorrere ad un aborto di ironia. Lividi di invidia e di collera perché incapaci di opporre alcunché agli argomenti ed alle prove accumulate in questi anni, i gazzettieri inetti biascicano insulti, infamie e penose “battute”, sempre le stesse da tempo immemorabile. Almeno cambiassero repertorio! L’invidia è una brutta bestia: i castrati di “Giornalettismo” e di altri siti-cloaca si rodono e si arrabattano di fronte ad una consapevolezza dei crimini perpetrati dalle autorità. 

E’ una consapevolezza che cresce tra la popolazione giorno dopo giorno: non saranno i pagliacci al soldo del sistema ad arginarla con i loro lazzi, con i loro improperi da bettola. Non solo, mentre aumenta il numero dei cittadini che sono arcistanchi di essere derubati ed avvelenati, comincia a serpeggiare il malcontento tra le sfere medio-alte. E’ vero che i militari sono sommersi di privilegi ed emolumenti affinché attuino le operazioni di geoingegneria clandestina e onde tacciano, ma vedere i propri cari intossicati non è cosa tanto facile da digerire. Insomma, qualcosa si sta muovendo e, sebbene il quadro complessivo sia contraddittorio e persino preoccupante, siamo sicuri che la carriera dei volgari negazionisti è ormai prossima ad una fine… ingloriosa. 

Di seguito l’articolo dell’agenzia di stampa AdnKronos sulla manifestazione svoltasi ieri a Milano. Un plauso agli organizzatori dell’evento ed un sentito ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato e partecipato. 

Milano, 6 aprile 2013 – (Adnkronos) – Alcune centinaia di persone, circa 500-600, facendo un primo conteggio approssimativo, stanno sfilando pacificamente lungo corso Venezia il centro di Milano, in una manifestazione nazionale convocata da varie associazioni, tra le quali “Riprendiamoci il pianeta”, “Yoga e Salute”, “Movimento Valori e Rinnovamento” e “Tanker Enemy”. La manifestazione, assicura un volantino distribuito durante il percorso, è “di matrice assolutamente non violenta” e dovrebbe terminare in piazza del Duomo.

I dimostranti, che sono partiti da Porta Venezia, sfilano, preceduti dai Carabinieri e seguiti dalla Polizia, dietro uno striscione che recita: “No alla crisi voluta dalle mafie che ci governano”. Le rivendicazioni dei manifestanti coprono un ampio spettro di materie: “Scie chimiche e o.g.m, vaccini micidiali, uccidono i bambini le multinazionali”, riporta uno striscione. Un altro dice: “No al signoraggio bancario, no all’Unione europea”. E ancora: “Sì alle energie rinnovabili”, “Fermiamo gli aerei militari che ci stanno avvelenando. No alle scie chimiche e a H.A.A.R.P.”, “Un mondo che rispetta il bene della vita, insieme si può fare, non conta la fatica”, “Multinazionali=schiavitu'”, “No al Nuovo ordine mondiale”.
Il corteo, composto anche da donne e bambini, intona vari slogan: “Strozzini, strozzini”, “Basta bugie, sappiamo delle scie”, “Saggi, massoni, sappiamo i vostri nomi”, “Basta vaccini, salviamo i bambini”, “Non farti gabbare dalla Trilaterale” e “L’Europa dittatura non offre soluzioni. La mafia si è comprata le nostre istituzioni”, “Siamo invasi dalle vostre basi, via la N.A.T.O. dal nostro Stato”, tra gli altri. I manifestanti, oltre che da Milano, arrivano da varie regioni d’Italia: Lazio, Emilia Romagna, Toscana e Veneto.
Fonte: adnkronos.com

Dramma a Pirri: tolta l’acqua a un invalido totale con tumore al pancreas

è troppo chiedere di sapere dai tanto diritto umanisti tanto apprensivi e tanto sobri come la Miss Boldrini che adesso ha uno staff lautamente pagato, di renderci edotti su QUANTE PERSONE IN ITALIA VIVONO IN QUESTE CONDIZIONI????

 -QUANTI SENZA REDDITO????

– QUANTI CON PENSIONE DA FAME????

– QUANTI INVALIDI???

 E’ da paese CIVILE???

Dramma a Pirri: tolta l’acqua a un invalido totale con tumore al pancreas

di

Sabato 06 Aprile 2013 | 13:55

Un vero e proprio dramma, quello che è andato in scena questa mattina a Pirri in via Segni 41. Abbanoa ha staccato l’acqua a un malato di tumore al pancreas, invalido civile al cento per cento. Una storia davvero emblematica e inquietante, quella che è st ata denunciata dall’associazione Casa dei Diritti, che si è rivolta per  la tutela legale di questo caso all’avvocato Renato Chiesa. L’invalido di 56anni, A.O., ha infatti assoluta necessità di utilizzare l’acqua trovandosi in una condizione sanitaria a dir poco precaria, ma a quanto pare la burocrazia strangola anche i diritti più elementari. L’uomo ha raccontato di non avere mai ricevuto avvisi di pagamento, che tra l’altro sarebbero di carattere non residenziale. Secondo la società che gestisce il servizio idrico invece ci sarebbero diverse bollette mai pagate, da qui la decisione di staccare l’acqua. Casa dei Diritti però si chiede: è corretto interrompere un servizio così essenziale? Ed è giusto farlo a una persona gravemente malata? Ma l’associazione Casa dei Diritti non resta a guardare: “Presenteremo subito un ricorso d’urgenza in tribunale- spiega il presidente Carlo Asili- e anche un esposto alla Procura contro eventuali reati che dovessero riguardare questa assurda vicenda. Inoltre ci risulta dalla convenzione tra Abbanoa e Autorità d’Ambito che l’ente gestore possa procedere per il recupero dei crediti in termini generici, ma non effettuare un atto arbitrario sospendendo un servizio fondamentale come l’acqua. Soprattutto nei confronti di una persona che sta male, perchè staccare l’acqua a un malato di tumore al pancreas invalido al cento per cento significa quasi ucciderlo”. Asili racconta anche altri particolari interessanti della vicenda: “L’utente in questione da quanto ci risulta non ha mai ricevuto alcuna bolletta e si è visto poi recapitare a dicembre, sotto Natale, una richiesta di pagamento di ben undicimila euro. Una doppia beffa a cui si aggiunge adesso anche il danno vero e proprio”.

 

Taranto, la diretta del corteo guidato dai medici contro la legge salva Ilva

A Taranto – la città dove a causa dell’inquinamento si muore molto ma non c’è pace neanche per i morti – è partito stamattina il corteo contro la cosiddetta legge salva Ilva, che sarà oggetto di esame da parte della Corte Costituzionale a partire da martedì.

 Dopo il “continua” c’è la diretta streaming del corteo. Le riprese sono a cura di Peacelink (Luciano Manna ne è il foto-cine-reporter) e avvengono grazie ad un’auto elettrica. In testa al corteo ci sono i medici, che vedono aumentare di giorno in giorno il numero dei malati.

Un’altra manifestazione contro il decreto salva Ilva si svolgerà a Roma martedì. Domenica prossima, infine, a Taranto si svolgerà il referendum consultivo. Agli elettori è chiesto di esprimersi sulla chiusura completa dell’Ilva e sulla chiusura della sola area a caldo.

http://blogeko.iljournal.it/2013/taranto-la-diretta-del-corteo-guidato-dai-medici-contro-la-legge-salva-ilva/71707

 

CAMERA, ALTRO CHE TAGLI: LA BOLDRINI QUADRUPLICA L’UFFICIO DI COMUNICAZIONE

Sunday 7 april 2013

I fortunati sono ex-parlamentari non eletti e famosi figli di: Roberto Natale, Valentina Loiero, Carlo Leoni e Giulia Laganà

Predica bene e razzola male, Laura Boldrini. Retorica terzomondista, richiami alla sobrietà, l’annuncio in mondovisione del taglio alle idnennità di funzione: tutte mosse dal sicuro e roboante effetto mediatico che però è solo il lato, appunto più visibile, della medaglia. Il lato oscuro è invece rappresentato dall’infornata di trombati e figli di, assunti su chiamata diretta della sobria Boldrini. 

Quadruplicato l’ufficio di comuncazione – Ne da conto Il Giornaledi oggi, venerdì 5 aprile, che evidenzia come la neo presdiente della Camera ha quadruplicato il proprio staff di comunicazione, derogando ad una prassi consolidata che prevede che il presidente della Camera si porti con se un portavoce, ma faccia poi affidamento sui giornalisti dell’Ufficio stampa della Camera per quanto riguarda le altre mansioni. I fortunati estratti dalla Boldrini sono cinque, quattro dei quali ben noti per aver ricoperto ruoli di rilievo all’interno di partiti e testate giornalistiche. Rigorosamente di sinistra, ovviamente.

Assunti tromabati e figli di – Il primo è Roberto Natale, già a capo del sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) nonchè della Fnsi, laFederazione Nazionale della Stampa italiana. Candidato alle ultime elezioni con il partito di Nichi Vendola, è stato sonoramente trombato. A ripescarlo dal limbo ci ha però pensato la Boldrini, sua compagna di partito,  a Sel, che lo ha nominato suo portavoce. C’è poiValentina Loiero, figlia dell’ex governatore della Calabria, Agazio, già inviata del Tg5 a Lampedusa. Ed è qui che i due si sono conosciuti, instaurando un rapporto di stima reciproca sfociato nella nomina a capo della comunicazione della Loiero. E passiamo ad un altro trombato di lusso: Carlo Leoni, ex-vice presdiente della Camera in quota Pd, candidato alle ultime  elezioni e non rieletto, sarà il nuovo consigliere politico della sobria Boldrini. Anche lui, assunto per chiamata diretta. Infine, c’è Giulia Laganà, figlia dell’ex- parlamentare giusitizialista delPd Tana de Zulueta, che farà da addetta stampa ai rapporti con gli organismi internazionali. 

Fonte: liberoquotidiano.it

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http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-camera-altro-che-tagli-la-boldrini-quadruplica-l-ufficio-di-comunicazione-116882211.html

 

LE BRIOCHES DI MARIANTONIETTA

 Data: Domenica, 07 aprile 

 DI GIUSEPPE GERMINARIO conflittiestrategie.it

Sono esterrefatto. Ho ascoltato più volte l’intervento di Laura Boldrini, Presidente della Camera, ai funerali dei tre suicidi a Civitanova Marche. Ascoltatelo anche voi e soprattutto interpretatelo (1- http://www.youtube.com, 2 – http://www.youtube.com).

 Sono stato funzionario sindacale per diversi anni negli anni ’70 nel settore meccanico ed edilizio. Il nocciolo duro del sindacato di allora era costituito dagli operai professionalizzati e dai tecnici i quali fondavano sulla considerazione del lavoro, sulla consapevolezza professionale la legittimità delle battaglie sindacali, anche le più dure e l’orgoglio della rivendicazione di diritti e condizioni di vita e lavoro decenti. 

 Tralascio il resoconto della mia vicenda professionale una volta tornato al lavoro dipendente; vi presterò attenzione una volta giunto alla pensione non per narcisismo, ma per divertimento e per stigmatizzare il rapporto che esiste in tante grandi aziende, spesso e volentieri inversamente proporzionale, tra appartenenza a combriccole e competenza professionale. Il segno, anche se degenerato, che comunque il potere, il conflitto di potere prevale sul cosiddetto merito specie quando si sceglie di sopravvivere negli interstizi del mondo. 

 Dalla mia attuale postazione di lavoro osservo con sempre maggior frequenza lo stesso atteggiamento e pudore, così come rivelato, dei tre suicidi di Civitanova, anche se smentito da alcuni loro concittadini: il rifiuto della richiesta di assistenza, vissuta come una umiliazione insopportabile, da parte di chi ritiene di essersi guadagnato il diritto a un reddito e a una pensione decente con il proprio lavoro di una vita. Noto altresì la gran “generosità” con la quale vengono elargiti oboli, assistenzialismo e prebende a persone in transito occasionale in questo nostro paese; non ne faccio colpa ai singoli opportunisti di turno. Sono la conseguenza di un welfare ormai del tutto avulso dalla capacità di un paese di produrre ricchezza e attività e di riconoscere il contributo dei propri cittadini alla prosperità e all’indipendenza della comunità nazionale; sono il riverbero dell’umanitarismo e del dirittocittadinario pelosi dell’Unione Europea così lesta a rico noscere uguali diritti di cittadinanza sociale all’universo mondo, così subdola nel delegare però ai singoli stati nazionali, all’interno dei propri confini e con poche possibilità di verifiche efficaci, sempre che ne abbiano l’intenzione, l’erogazione e il controllo delle elargizioni.

 Un discorso che riprenderò con dovizia di argomenti quanto prima e senza alcuna venatura di razzismo. 

 Ad una rivendicazione estrema e disperata di dignità negata, la nostra Maria Antonietta offre simbolicamente la propria brioche: “la misura della dignità di una persona va associata ai valori di cui è portatrice, non alla ricchezza materiale di cui dispone” è la sintesi del suo predicozzo.

 Annamaria, Romeo e Giuseppe avranno finalmente compreso, da lassù, di essere vittime delle apparenze della società consumistica e del proprio inganno; si saranno già pentiti della loro scelta irreversibile.

 La nostra benefattrice non fa che riproporre al proprio piccolo paese, all’Italietta bisognosa e questuante, il proprio ruolo planetario di assistente e prefica di profughi, spesso al seguito diretto degli artefici del degrado e della distruzione che li producono.

 Gli espropriati, i depredati, gli annullati diventano “poveri”; gli interventi auspicati diventano pura e semplice assistenza. Nessuna parola su un patrimonio professionale, imprenditoriale, di competenze costruito in decenni che si sta vaporizzando in pochi mesi; un paese con sempre meno identità, coerenza e amor proprio e uno stato spappolato che si vorrebbe ridotto a una ONG o ad una succursale dell’UNICEF e dell’ONU dei quali si sente, evidentemente, ancora dipendente a pieno titolo.

 Una mutazione antropologica mostruosa che rispecchia fedelmente l’evoluzione della sedicente sinistra superstite degli ultimi decenni. 

 Questi signori e, nella fattispecie, la Signora vivono ormai in una sfera di cristallo; non si accorge nemmeno, quest’ultima, degli insulti compassionevoli che dispensa sin dal suo insediamento alle vittime compassionate; rischia di irretire prematuramente oltre ogni misura i “poveri” e fustigati che ancora plebe non sono. 

 A fine ‘700, in Francia, non riuscirono a tacitare la sua antenata e sopraggiunsero sei anni terribili.

 È probabile che l’attuale rediviva sarà messa a tacere dai suoi stessi mentori prima che contribuisca a determinare con entusiasmo plasticoso definitivamente l’irreparabile.

 Ma la Storia, come la gatta frettolosa, fa spesso i figli ciechi, specie quelli più supponenti.

 Giuseppe Germinario

Fonte: www.conflittiestrategie.it

Link: http://www.conflittiestrategie.it/14462

http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=11697

 

«Cancelleremo Israele dal web» Ma l’attacco di Anonymous fa pochi danni

ma che era una finta?

  «Cancelleremo Israele dal web» Ma l’attacco di Anonymous fa pochi danni

L’assalto hacker in sostegno alla lotta palestinese è avvenuto nel giorno in cui lo Stato ebraico ricorda l’Olocausto

Anonymous questa volta ha fatto un mezzo «flop». Almeno secondo quanto dichiarano autorità e media israeliani. Certo è che l’annunciato attacco cybernetico del celebre gruppo di hacker contro i siti Internet israeliani – in sostegno alla lotta palestinese – non è riuscito a «cancellare» dal web lo Stato ebraico ma solo a mettere fuori uso per un po’ alcuni siti web, più o meno importanti. Yitzhak Ben Yisrael, dell’Ufficio nazionale cibernetico del governo – citato da Ynet – ha detto che gli hackers hanno «generalmente mancato di abbattere i siti chiave». «Anonymous non ha le capacità di danneggiare le infrastrutture vitali del paese», ha aggiunto Ben Yisrael sottolineando che l’intenzione del gruppo di hackers era «creare rumore nei media sui temi a lui più vicini».

L’ATTACCO E I SITI COLPITI– A partire da sabato notte, diversi i siti Internet sono stati presi di mira da Anonymous che, in tempo reale, aggiorna l’elenco tramite il proprio account twitter e sul sito web. Secondo quanto rivendicato dagli hacker-attivisti l’attacco cibernetico – condotto in nome della «situazione umanitaria a Gaza», paragonata «all’Olocausto» – ha colpito diversi siti web israeliani. In rete è stato pubblicato un «elenco dei siti attaccati». Tra di essi quello della Coca cola (che alle 11 di domenica mattina risulta fuori uso), il sito dell’Ufficio Centrale di Statistica e i siti della borsa e del ministero delle Finanze (che però hanno negato) e molti altri. Sulle home page di piccole e medie aziende israeliane intanto sono comparsi slogan anti-Israele. I media israeliani riferiscono che in risposta, attivisti dello Stato ebraico hanno in seguito bersagliato siti di gruppi islamisti radicali pubblicando messaggi pro-Israele.

IL PRECEDENTE – Un altro tentativo di mettere fuori uso i siti web israeliani a novembre scorso non riuscì a fare gravi danni e allora Israele disse che l’attacco era consistito in oltre 60 milioni di tentativi di hacking. Un ufficiale del gruppo palestinese Hamas ha elogiato l’azione di Anonymous: «Dio benedica le menti e gli sforzi dei soldati della battaglia elettronica», ha scritto Ihab Al- Ghussian, portavoce del governo di Gaza, sulla propria pagina Facebook.

Redazione Online