Trasporti su rotaia, la grande svendita

Pseudopolitiche concorrenziali all’arrembaggio in Italia, mentre in Francia frenano la predazione 

Alessandro Di Simone

Il level plain field è un classico esempio di mantra liberista, recitato a mo’ di autodafé nell’Europa euroatlantica con l’obiettivo di svellere quei (pochi) comparti industriali ancora capaci di perseguire il bene comune in un quadro economico/sociale sequestrato dalle privatizzazioni. Ovviamente, dal campo degli enunciati all’applicazione pratica il percorso è complesso, tortuoso e affatto univoco.
Così, mentre in Italia – in ossequio alle pseudopolitiche concorrenziali – svendiamo il nostro patrimonio ferroviario al privato (meglio se eterodiretto), in Francia sembrano aver trovato escamotage atti, quantomeno, a frenare la predazione del bene pubblico. Come sette anni orsono fra l’ENEL e l’utility Suez si frappose il primo ministro de Villepin, così oggi è la Euro Cargo Rail (ECR, sussidiaria francese della DB Schenker) a lamentare le prassi monopolistiche della Société Nationale des Chemins de fer Français (SNCF), operatore ferroviario pubblico. Nonostante quest’ultima sia già stata condannata per una serie di pratiche commerciali volte a ostacolare e ritardare l’arrivo di nuovi operatori nel mercato ferroviario francese (anche con una multa da 60 milioni di euro), la ECR sta studiando la possibilità di adire nuovamente la Autorité de la Concurrence.
Alain Thuvette, presidente di DB Schenker regione ovest (che include DB Schenker Rail UK, ECR in Francia e Transfesa in Spagna), ha infatti affermato che SNCF sta offrendo tariffe scosto agli utilizzatori del servizio trasporto merci. Per abbassare i toni, ha poi aggiunto che la sua posizione non è un atto di guerra nei confronti di SNCF, ma va inquadrata nell’ambito delle frizioni ineliminabili che si generano all’atto dell’apertura di un mercato alla concorrenza.
Lo scorso anno, ECR ha registrato – per la prima volta dalla sua costituzione nel 2006 – un reddito operativo aziendale (EBIT) positivo, per 2,2 milioni di euro su un fatturato di 184 milioni. A detta del presidente, il 35% del traffico di ECR è “nuovo traffico”, non gestito in precedenza da Fret SNCF (il braccio logistico della società pubblica).
Tuttavia, la clientela di nuova acquisizione avrebbe potuto esser maggiore se SNCF non avesse riservato a sé gli slot orari maggiormente “pregiati” per il trasporto merci, lasciando ad ECR quelli di peggiore qualità. Oltretutto, questi slot vengono confermati a ridosso dell’effettiva utilizzazione da parte dell’operatore privato, rendendo difficile una pianificazione completa dell’attività ferroviaria. Anche per quest’aspetto, Thuvette intende adire l’autorità garante.
Ad un livello di analisi più generale, rileva osservare come SNCF sia effettivamente riuscita a mettere in atto una serie di strategie volte ad ostacolare il competitor. Si tratta di decisioni che non fanno altro che confermare la primazia dell’operatore pubblico rispetto al privato nella gestione dei servizi essenziali (quale è il trasporto ferroviario). Va osservato che la politica dei noli “scosto” lamentata dal Presidente di ECR – insostenibile per l’azienda privata mirante al profitto per sua natura intrinseca – comporta invece una serie di vantaggi per tutto il sistema Paese dal punto di vista dell’operatore pubblico. Ad esempio, rendendo più competitive le merci francesi nei mercati internazionali, dove i costi della logistica hanno sempre più assunto il ruolo di variabile interveniente decisiva nell’aggiudicazione di commesse e contratti di fornitura.
Non è un caso che, pochi mesi addietro, il governo francese sia intervenuto con iniezioni di liquidità nella CMA CGM, compagnia di navigazione (ufficialmente “privata”) terza al mondo nel trasporto container, la cui attività, ça va sans dire, è stata giudicata strategica dai vertici politici della nazione –strumento primario della competitività d’oltralpe.
A fronte di tutto questo, i nostri governanti, incapaci di tutelare il sistema ferroviario Italiano (quello vero, capace di generare ricchezza, posti di lavoro qualificati e penetrazione di mercati esteri), mostrano una miopia strategica talmente smaccata da far sospettare che non si tratti di mero accidente, ma di precisa scelta di politica economico/sociale commissionata da sicari stranieri (o esterofili).


17 Aprile 2013 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=20372

 

“Dammi 30 euro”, rumeno insegue una donna brandendo un’ascia

se ad aggredire la donna non è un ex fidanzato o marito, ai politically correct non interessa

“Dammi 30 euro”, rumeno insegue una donna brandendo un’ascia

Pubblicato da ImolaOggi

 apr 11, 2013

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Andria, 11 apr – Dopo aver preteso trenta euro da una donna incrociata per strada, l’ha aggredita brandendo un’ascia. Soltanto l’intervento di alcuni passanti che avevano assistito alla scena, ha evitato conseguenze peggiori. Dovrà difendersi dall’accusa di tentata estorsione aggravata, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, danneggiamento e porto illegale di armi, Daniel Marius Garofoiu, rumeno 23enne domiciliato ad Andria, già noto alle forze dell’ordine, arrestato dai Carabinieri della locale Stazione.

 Una telefonata giunta alla Stazione di viale Gramsci ha fatto intervenire i militari in via Principe Amedeo, ove alcuni passanti avevano bloccato il giovane. All’arrivo dei militari, questi non ha esitato a scagliarsi contro di loro e, successivamente, contro una guardia giurata in servizio presso il pronto soccorso del locale ospedale. Un militare in servizio alla Stazione, nella colluttazione è rimasto ferito ed è stato giudicato guaribile in 20 gg. presso il locae Pronto Soccorso.  Andrialive

 

Imprenditore 60enne s’impicca nel barese

Pubblicato da ImolaOggi

BITONTO (BARI) – Un imprenditore del settore del marmo, Carmine Mancazzo, di 60 anni, si è impiccato a una trave del capannone della sua azienda, in via Traiana. E’ avvenuto ieri ma la notizia si è appresa solo oggi.

 In un biglietto trovatogli addosso da agenti di polizia c’é scritto: “Nel momento del bisogno tutti mi hanno abbandonato”. L’uomo era sposato ma non aveva figli e, a quanto si è appreso, attraversava un momento di difficolta’ economiche. Ansa

 

Parte la piu’ grande esercitazione antiterrorismo a livello Ue

Pubblicato da ImolaOggi

apr 17, 2013

 17 apr – Tra oggi e domani si aprira’ la piu’ grande esercitazione antiterrorismo mai compiuta a livello di Unione Europea. Un insieme disimulazioni di attacchi simultanei, organizzato dal network Atlas, al quale prendera’ parte anche l’Italia. Sara’ verificata – spiega Bruxelles in una nota – la capacita’ di risposta degli Stati membri, all’indomani del tragico attentato dinamitardo alla maratona di Boston.

 Tra i Ventisette, oltre al Belpaese, saranno Austria, Belgio, Irlanda, Lettonia, Slovacchia, Spagna, Svezia e Romania ad ospitare le operazioni.

 ”La lotta al terrorismo e’ una delle principali sfide per la nostra sicurezza interna. Il terrorismo non conosce confini e mantenere la sicurezza pubblica e’ una sfida complessa che richiede il coordinamento dei nostri sforzi. Credo che la cooperazione tra le autorita’ di polizia in Europa sia oggi piu’ necessaria”, ha dichiarato per l’occasione il commissario Ue per gli Affari interni, Cecilia Malmstrom.

 ”Gli attacchi terroristici passati, svolti sia da individui che da gruppi organizzati, sia all’estero che in Europa – spiega Bruxelles – hanno dimostrato grande raffinatezza e coordinamento da parte dei movimenti terroristici”.

 Sono un esempio ”gli attacchi del 2008 a Mumbai, quelli di Al Qaeda contro lo stabilimento algerino e i recenti ordigni esplosi a Boston”. Casi che secondo la Commissione ”evidenziano la necessita’ di aumentare la protezione sulle infrastrutture critiche e nelle aree pubbliche in un contesto nazionale e transfrontaliero”.

 La simulazione, chiamata ”Sfida comune”, non vedra’ tuttavia il coinvolgimento di civili e sui luoghi di svolgimento viene mantenuto il piu’ stretto riserbo. Asca

 

Il Two Pack: l’ultimo atto della dittatura europea

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di Paolo Cardenà – La notizia è di qualche settimana fa, dei giorni precedenti le elezioni del 23 e 24 febbraio, ma non avendo goduto del giusto risalto nella stampa nazionale, ritengo sia utile riproporla e approfondire il tema, anche in considerazioni  delle implicazioni che determinerà sul piano del controllo sui bilanci nazionali da parte degli organismi europei, e quindi sull’ulteriore cessione di sovranità nazionale.


Non deve stupire affatto se, in Italia, la notizia relativa l’approvazione del TWO PACK  non abbia trovato il giusto risalto, e ciò per un  motivo tanto ovvio quanto inquietante. In effetti, da lì a poco, si sarebbero celebrate le elezioni politiche nazionali e, stando al  serpeggiare di sentimenti contrari alle politiche europee, annunciare nel clou della campagna elettorale l’approvazione del TWO PACK, sarebbe stato elemento di maggiore destabilizzazione del consenso elettorale, proprio in quei partiti a connotazione fortemente europeista.   Ma questo è il livello dell’informazione italiana con il quale ci dobbiamo confrontare, e non possiamo che prenderne atto e trarre le dovute considerazioni.

Ad ogni buon conto, ritornando al tema che ci occupa, avrete ben compreso che qualche settimana fa è stato trovato l’accordo  tra Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione Europea  sull’istituto del TWO PACK -successivamente approvato dal  Parlamento Europeo nei giorni scorsi- che mira ad introdurre nuove misure sul controllo e sulla sorveglianza dei bilanci nazionali. In buona sostanza  si tratta di un pacchetto normativo composto da due regolamenti volti a rafforzare il coordinamento delle politiche fiscali dei paesi dell’Eurozona. Invero, il primo recepisce misure speciali per il monitoraggio  e la valutazione delle politiche economiche degli Stati alle prese con deficit eccessivi. Mentre il secondo tende a fissare i criteri d’intervento verso quegli Stati in difficoltà finanziaria.

In particolare, queste nuove misure,  obbligheranno i singoli governi nazionali a presentare alla Commissione Europea, entro il 15 ottobre  di ciascun anno e prima dell’approvazione da parte dei singoli parlamenti nazionali, le rispettive manovre di finanza pubblica al fine di consentire di verificare il rispetto degli impegni presi con le autorità europee nei primi sei mesi dell’anno (il così detto semestre europeo). In caso di mancato o carente rispetto degli accordi sottoscritti, la commissione europea potrà chiederne la modifica, seppur in assenza  di diritto di veto. Nel caso in cui il paese dovesse disattendere le raccomandazioni, oltre a subire azioni legali, potrà incorrere in  procedure per deficit eccessivo e nel caso anche in sanzioni economiche.

Inoltre, sempre la Commissione Europea (organo autoreferenziale privo di qualsiasi investitura democratica) potrà mettere sotto stretta sorveglianza i Paesi “minacciati da difficoltà finanziarie”, obbligando governi a colmare e redimere  le cause strutturali, sottoponendo il proprio operato a controlli trimestrali stringenti da parte di una taskforce dedicata. E qui, la mente tende subito ad evocare quanto è accaduto in Grecia in questi 3 anni, ma non solo.

Riassumendo, potremmo agevolmente affermare che il Two Pack costituisce un’ulteriore cessione di pezzi di sovranità nazionale verso strutture non elette ed autoreferenziali, in assenza di qualsiasi criterio solidaristico, di mutualità e senza alcuna contropartita.

Il TWO PACK, insieme al FISCAL COMPACT e al MES approvati appena un anno fa e al trattato di Lisbona, costituiscono (al momento) i principali strumenti di compressione della sovranità dei singoli stati, in nome della realizzazione di procedure di convergenze di politiche fiscali ed economiche dei paesi dell’Eurozona, secondo gli eurocrati, propedeutiche a colmare le divergenze strutturali delle varie economie europee.

Il FISCAL COMPACT, ad esempio, impone agli Stati appartenenti all’Eurozona il raggiungimento del c.d. pareggio di bilancio,  connotando tale pareggio non oltre un disavanzo strutturale del -0,5%, depurato  dagli effetti determinati di eventuali recessioni. Inoltre, il F.C., impone agli stati la riduzione dell’indebitamento di almeno 1/20 all’anno, per la parte eccedente il 60% del rapporto debito/pil, fino a convergere al livello previsto dal trattato di Maastricht, individuato, appunto, al 60%.

Tanto per offrirvi una banale idea dell’impatto che il Fiscal Compact potrebbe avere sulla nostra economia già alle prese con una profonda recessione, posto che il PIL è di circa 1500 miliardi di euro, se ne deduce che il limite massimo di indebitamento consentito dal trattato di Maastricht, allo stato attuale, sia di 900 miliardi (il 60% di 1500), e che l’Italia, avrebbe un eccesso di indebitamente di oltre 1100 miliardi da sanare entro i prossimi 20 anni. Quindi,  circa 50 miliardi all’anno, in assenza di una crescita significativa del Pil tale da avvicinare il rapporto debito Pil al 60% indicato nei trattati. Come, vi chiederete? O aumentando il proprio PIL tale da ridurre il rapporto debito/Pil che tenderebbe a convergere verso quel 60% indicato, oppure ridurre l’indebitamento, ossia rimborsando il debito pubblico.

Arrivando al MES, meglio noto come  fondo salva stati, altro non è che uno strumento attraverso il quale gli stati in difficoltà possono richiedere aiuti finanziari, cedendo, in cambio, sovranità nazionale ad organismi del tutto estranei a qualsiasi investitura democratica.

In un contesto come quello appena enunciato accade che i governi alle prese con la necessità di finanziare i debiti pubblici e al contempo ridurli entro parametri stabiliti dai trattati, in assenza di crescita economica che appare del tutto irrealizzabile negli obiettivi prefissati, dovranno verosimilmente invocare gli interventi di sostegno del fondo salva stati, cedendo sovranità nazionale ad un gruppo di oligarchi al soldo dei banchieri di mezzo mondo.

Fonte: http://www.vincitorievinti.com/2013/04/il-two-pack-lultimo-atto-della_15.html

http://risveglioglobale.blogspot.it/2013/04/il-two-pack-lultimo-atto-della.html

 

ESPLOSIONI BOSTON: RIFLESSIONI



Il modo piu’ facile per ottenere il controllo di una popolazione è fare degli atti di terrore [il pubblico] chiederà a gran voce delle leggi se la sicurezza personale viene minacciata

J. Stalin.


LE VOSTRE “FALSE FLAG”  NON FUNZIONANO PIU’ CI SIAMO SVEGLIATI 

 
FATTI DOMANDE SU TUTTO


ATTI DI TERRORE NON SONO MAI A BENEFICIO DEI CITTADINI
MA CONSOLIDANO SOLO IL POTERE E I CONTROLLO DELL’ESTABLISHMENT

 

C’E’ QUALCOSA NELL’ARIA CHE M’INQUIETA

Eppure, la cosa non mi persuade. 

C’è qualcosa nell’aria che mi inquieta, nel senso che fa nascere in me il sospetto che stia per avverarsi qualcosa di eclatante, di assolutamente inaspettato. Sono troppi gli indizi che, letti con attenzione e con mente aperta, mi portano alla conclusione che ci sia un’attività sotterranea volta a sostenere un progetto di cui ancora mi sfuggono i particolari. 
Mi riferisco alla moltitudine di piccoli atti posti in essere allo scopo di impedire a chiunque sia di detenere liquidità, sia di poter nascondere tale liquidità. Dalla tracciabilità del denaro, all’abolizione assoluta del segreto bancario, dallo smantellamento dei paradisi fiscali, all’obbligo di tutte le banche mondiali di rendere trasparenti i propri archivi.

Mi pare che si stia facendo di tutto, attraverso una serie di piccoli passi di cui i popoli non percepiscono la gravità, per raggiungere due obiettivi concreti: conoscere la disponibilità finanziaria di chiunque e fare in modo che tale disponibilità non possa uscire dal sistema bancario.

Io non credo che i motivi con i quali vengono giustificati questi provvedimenti abbiano davvero a che fare con la lotta all’evasione fiscale o alla criminalità. Si tratta, a mio parere, di pretesti volti a truffare una popolazione composta prevalentemente da rincoglioniti. 

La ragione vera deve essere diversa, tanto grave da essere tenuta segreta. Provo, correndo il rischio di essere tacciato di complottismo, a formulare delle ipotesi. Come diceva qualcuno: a pensar male si fa peccato, ma…

1) Il sistema finanziario mondiale è al collasso. La probabilità che si arrivi al punto di rottura in modo repentino ed incontrollato è altissima. Occorre quindi cautelarsi per attutirne i devastanti effetti. Se per ipotesi, a seguito di qualche fallimento bancario o nazionale, si dovesse verificare una corsa agli sportelli, l’intero sistema salterebbe. Ecco quindi la necessità di poter controllare l’intera massa monetaria e, nel caso, sottrarne la disponibilità ai legittimi proprietari. 

2) La massa dei debiti, a livello mondiale, è tale da essere praticamente inestinguibile. La sua inevitabile crescita raggiungerà il punto in cui bloccherà la crescita economica, ed innescherà una recessione a 2 cifre. Non esiste alcun modo per evitare questa evenienza se non il rapido e repentino abbattimento di questa massa di debiti. Che lo si faccia con l’emissione di nuova moneta, e quindi inflazionando quella esistente, oppure con una super patrimoniale che tagli del 50% tutti i depositi e gli asset finanziari, non cambia la necessità di avere il controllo totale di tutta la massa monetaria.

3) La tecnologia, l’aumento del costo dell’energia, la scarsità delle risorse, produrranno un aumento continuo del tasso di disoccupazione. Nessuno sa come uscirne, mentre tutti sanno che questo provocherà forti tensioni sociali che potrebbero degenerare in vere e proprie rivolte. L’abolizione del contante serve ad avere un maggiore controllo sugli individui, e quindi ad agevolare la sottomissione di grandi masse di diseredati.

4) Gli stati, per garantire la remunerazione ai detentori del debito pubblico, disporranno di sempre minori risorse da destinare al walfare, con la conseguenza dell’acuirsi delle diseguaglianze e dell’esasperazione delle masse che, ad un certo punto, potrebbero rivoltarsi ed abbattere in modo cruento il sistema di potere attuale. 

5) La plutocrazia giudo massonica raggiunge l’obiettivo che si era prefissata 2 secoli fa. Con l’abolizione del denaro contante ogni transazione deve necessariamente passare attraverso le banche, le quali trarranno un profitto più o meno grande da ogni nostra spesa. Con la conseguenza che quotidianamente il sistema bancario sottrarrà all’intero pianeta una parte della sua ricchezza, e lo farà sostenendo costi minimi, dato che tutto potrà essere gestito da pochi elaboratori elettronici. Con le enormi ricchezze di cui disporrà, questa demoniaca plutocrazia sarà in grado di controllare qualunque governo e tutta l’informazione planetaria. Si instaurerà, in pratica, la peggiore delle tirannidi, tanto più subdola in quanto pochi ne percepiranno l’esistenza. 

Naturalmente spero che le mie ipotesi siano solo il frutto della mia fantasia, e che l’abolizione del contante sia solo il frutto della stupidità dei nostri governanti. 

Speriamo bene.
Fonte tratta dal sito .

 



http://wwwblogdicristian.blogspot.it/2013/04/ce-qualcosa-nellaria-che-minquieta.html

 

LE PECORE COL MANTO ANNERITO

Alcune greggi che pascolano tra Ottana e Noragugume sono diventate all’improvviso nere. Sul vello delle pecore, prima bianco, si è fissato un pulviscolo vischioso. Mistero sulla nube che ha scaricato la fuliggine corvina. Si attendono le analisi dell’Arpas.Domenica si è sentito un boato improvviso, all’alba alcuni pastori hanno trovato le loro pecore completamente coperte dalla fuliggine. “Quando sono arrivato all’ovile – racconta Mario Tolu, 63 anni – non credevo ai miei occhi”. Nelle campagne, poco lontano dalle ciminiere dell’area industriale, sono poi giunti agenti della Forestale, veterinari dell’Asl e tecnici dell’Arpas. Oggi arriveranno i risultati degli esami.

*Piera Serusi

Redatto da Pjmanc:  http://ilfattaccio.org

 

RITORNO AL SURREALE. GLI ESATTORI DELLE TASSE GRECI HANNO BISOGN O DI ESSERE DEL 200% PIU’ EFFICIENTI

Rimettiamo le cose in prospettiva. L’Europa sta prestando soldi alla Grecia che, secondo le ultime indiscrezioni, saranno, almeno per il momento, nella forma del temuto “Escrow account”, che a sua volta significa che gli unici destinatari del denaro per il salvataggio saranno i creditori dei greci, i cui crediti saranno anteposti a quelli del Governo. In altre parole, sarà compito della Grecia, ed in particolare dei suoi “collezionisti” fiscali di fornire l’effettivo finanziamento necessario per far funzionare il paese; piano di salvataggio o non piano di salvataggio, per i greci è obbligatorio (dimenticate discrezionale) e per le spese non vedranno un centesimo dall’Europa. Come promemoria, il paese è già 1 miliardo di euro in  ritardo nel raccogliere le entrate, che sono in calo del 7%, in una comparazione anno su anno, rispetto a una previsione del 9% di aumento [http://www.zerohedge.com/news/greek-economy-implodes-budget-revenues-tumble-7-january-expectation-9-rise n.d.t.]. Come ulteriore sollecito, la prima caratteristica degli esattori greci  è che devono essere inclini a colpire. Praticamente tutto il tempo. E si assume abbiano persino l’inchiostro per stampare i moduli fiscali richiesti. Che l’anno scorso non avevano [http://www.zerohedge.com/news/greece-runs-out-ink-cant-print-tax-forms n.d.t.]. Quindi, in quali ipotesi realistiche gli esattori greci stanno lavorando per l’anno fiscale in corso? Perché a dir poco di loro, dovrebbero essere non del 100%, bensì del 200% più efficienti. Da Kathi merini [http://www.kathimerini.gr/ n.d.t.]: 

“Agli esattori della Grecia è stato detto, durante il fine settimana, che avrebbero dovuto fare un lavoro molto migliore quest’anno nel raccogliere le tasse in ritardo. Quanto meglio?! Quasi il 200%”. 

 

E questo, purtroppo, è dove il piano di salvataggio greco ha una brusca frenata, perché mentre non è un segreto che i “salvataggi” non fanno nulla per il paese, ma si limitano a far rispettare l’austerità sempre più severa per mascherare il fatto che tutto il denaro sta semplicemente passando dalla tasca di una banchiere a quella di un altro, è la corruzione pandemica incorporata nel comportamento da generazioni che è alla radice di tutti i mali greci. 

 

E non c’è modo per sradicarla. Ora, domani, e nemmeno entro il 2020.

Dal Greek daily:

Secondo Skai TV, circa 700 milioni di euro raccolti nel 2011 sono stati recuperati “inseguendo” contribuenti che avevano accumulato debiti. Quest’anno, gli ispettori dovranno raccogliere 2 miliardi di € così come la Grecia cercherà di soddisfare gli obiettivi fiscali ancora più duri in mezzo a una recessione profonda.

I dati preliminari hanno mostrato che le entrate fiscali erano già 1 miliardo di € al di sotto dell’obiettivo del governo nel solo mese di gennaio, con il gettito IVA che ha mostrano un notevole calo. I consumi diminuiscono, così anche le entrate, fatti che rendono ancor più vitale che eventuali debiti esistenti siano “risolti”.

Tuttavia, per fare questo, la Grecia ha bisogno di personale competente e know-how. Anche se sono stati compiuti progressi sia in termini di tecnologia, di informazioni che vengono utilizzate dal servizio fiscale, che di valutazione del personale, vi è ancora molto da fare.

E’ più di una semplice questione di installazione di un nuovo software o di riqualificazione del personale. E’ una questione di “perdere” la mentalità e le pratiche del passato sostituendole con qualcosa di nuovo. Questo è qualcosa di più complicato che richiede tempo.

Presentando – il vincolo greco più debole:

L’arretratezza della pubblica amministrazione della Grecia, con la capacità di fare un errore per se stesso o di proposito, è uno dei fattori che gli europei ed il Fondo Monetario Internazionale hanno  grossolanamente sottovalutato nel corso degli ultimi due anni.

Questa tendenza autodistruttiva era in evidenza sabato, quando gli esattori delle tasse, parti di un sindacato, hanno manifestato davanti alla Scuola nazionale di amministrazione pubblica della Grecia, mentre all’interno si svolgevano gli esami con l’obiettivo di assemblare una squadra di mille ispettori fiscali che “affrontino” gli arretrati fiscali e l’evasione in maniera più efficace. I manifestanti hanno ritenuto che i membri degli altri sindacati degli esattori fossero favoriti. I cinici potrebbero dire che la riscossione delle imposte tramite un A-team non sarebbe adatta ad alcuni dei loro colleghi che hanno la bella linea di condotta di intascare tangenti in cambio del chiudere un occhio. Lo sconvolgimento di  questo business clandestino colpirebbe duramente i loro redditi.

In entrambi i casi, il risultato della protesta, che ha indotto l’intervento della polizia, è stato che solo poche decine di ispettori hanno passato il test. Quando confrontato con le notizie dall’Italia durante il fine settimana, dove più di 70 ispettori fiscali sono stati inviati alla stazione sciistica di Courmayeur per  controllare se venivano emessi gli scontrini, si può vedere così l’enorme distanza che la Grecia deve “coprire”.

Se si vuole sistemare qualcosa di fatalmente rotto, è necessario in primo luogo un grande reset. Funziona per la moderna economia keynesiana proprio come funziona per i metodi di riscossione greci. Ahimè, non accadrà da nessuna parte, invece, il sistema rotolerà a lungo fino a che tutto sarà finalmente “rotto”.

Qualcuno potrebbe suggerire che l’unica strada da seguire sarebbe di smontare l’intero “reparto” e ricostruirlo. Se i mancati ricavi per un breve termine non creassero un problema, forse varrebbe la pena di “contemplare” la soluzione. Ma c’è un altro motivo per cui questo approccio non è fattibile. Come parte del nuovo contratto di finanziamento, la Grecia si è impegnata a far ”dismettere” 150 mila impiegati pubblici entro il 2015. Ha anche promesso di assumere, nel settore pubblico, solo un dipendente per ogni cinque che lasciano.

Questo significa che la revisione per ogni reparto è fuori questione, perché non si possono effettuare nuove assunzioni in numero significativo. Qualsiasi modifica deve essere un processo graduale di evoluzione. Con i suoi finanziatori che premono sulla Grecia, questo compromesso insoddisfacente sarà difficilmente sufficiente per produrre i risultati che tutti vogliono.

Perché al contrario – i “risultati che tutti vogliono” a questo punto è che i greci di continuino i disordini ora e ancora, mentre nel processo di saccheggio e distruzione del loro paese, ora con i “terminali”  insolventi, l’Eurozona procede a incorporare tutti i paesi della periferia negli Escrow account che subordinano gli interessi nazionali a quelli dei creditori. Come tale, la Grecia non farà più nulla per correggere se stessa, meglio è, per tutti gli interessi finanziari coinvolti, che tutta la sua base patrimoniale sia dissanguata e non rimanga nulla.

Per quanto riguarda la Grecia: se le sue 11 milioni di persone hanno preso tutto questo finora a “passo lungo” è del tutto evidente che la mentalità degli schiavi è ormai penetrata così profondamente che non vi è alcun modo possibile che cambi mai. Purtroppo, l’Islanda è, e continuerà ad essere per lungo tempo,  l’unico esempio [http://www.bloomberg.com/news/2012-02-20/icelandic-anger-brings-record-debt-relief-in-best-crisis-recovery-story.html n.d.t.] in cui la gente di una nazione ha avuto il coraggio di rovesciare i  padroni del suo debito, prendere il sopravvento sugli interessi dei banchieri, e vincere.

Luca Pezzotta

16/04/2013

 Fonte: http://www.zerohedge.com/news/back-surreality-greek-tax-collectors-told-they-need-be-200-more-efficient

http://www.ilmoralista.it/2013/04/16/ritorno-al-surreale-gli-esattori-delle-tasse-greci-hanno-bisogno-di-essere-del-200-piu-efficienti/

Pedofilia politically correct?

delle maestre che picchiano i bambini stanno sul tg giorni e giorni. Preti pedofilii pure.

Pedofili non preti sono leciti e perdonabili a quanto pare.

 

Violenze sessuali su tre bambini, romeno arrestato a Chieti

apr 17, 2013

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Chieti, 17 apr. – Un romeno abitante nella provincia di Chieti e’ stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale su minori. Le indagini condotte dagli uomini dell’Arma hanno permesso di accertare che l’uomo, da tempo, abusava sessualmente di tre minorenni rispettivamente di 4, 6 e 14 anni. Le indagini sono scaturite dalla denuncia della madre dei minori che si e’ rivolta ai militari per sporgere denuncia.

 

L’uomo, alcuni giorni fa, era stato denunciato in stato di liberta’ con l’accusa di violenza sessuale in danno di minori.

Ieri, su disposizione del gip del Tribunale di Chieti che ha condiviso i risultati investigativi prodotti dai militari, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti. Il romeno, rintracciato nella sua abitazione, e’ stato quindi trasferito in carcere a disposizione dell’Autorita’ Giudiziaria. Dovra’ rispondere dei reati di violenza sessuale e atti sessuali con minorenni, aggravati e continuati. agi