Grillo: “L’Italia in autunno va in bancarotta”

Martedì, 23 aprile 2013 – 10:36:00

“Italien ist im Herbst bankrott”, “L’Italia in autunno va in bancarotta”. Beppe Grillo parla col tabloid tedesco Bild, che così titola l’intervista. “Berlusconi è finito. Le Pmi vanno in bancarotta. Fra settembre e ottobre allo Stato finiranno i soldi, e sarà difficile pagare pensioni e stipendi”.

“Confrontare i dati elettorali delle regionali e delle politiche, e partire da qui per tentare di dimostrare un calo di consensi in atto verso il Movimento, equivale a produrre un evidente falso”. Lo afferma il blog di Beppe Grillo affidando al post di “Cecilia C.” il compito di chiarire che “alle elezioni regionali di febbraio i 5 Stelle presero in Lombardia il 13%, in Molise il 16% e in Lazio 20%. In quella stessa data, pero’, e in quelle stesse regioni, il Movimento prese in Lombardia il 19%, in Molise e nel Lazio il 27%. L’identica cosa e’ successa in Friuli Venezia Giulia”.

A sostegno dell’analisi, si aggiunge che “intanto, il sondaggio di ieri di Emg/La7 da’ il Movimento primo partito a livello nazionale al 29.1%, il pdl al 27,1% e il pdmenoelle al 20,3%”.

http://affaritaliani.libero.it/politica/grillo-l-italia-230413.html


Abbiamo un Re!

Pubblicato il: 22 aprile, 2013

L’Italia ha di nuovo un Re… oh! Pardon! Un Presidente della Repubblica. Ma in questo caso è facile confondersi.

Infatti è vero che Parlamento italiano ha appena eletto il nuovo Presidente della Repubblica ma è tale e quale quello che lo ha preceduto.

Bhè… In realtà sono proprio la stessa persona, che occupa un incarico lungo 7 anni e il cui mandato era da poco terminato.

Si tratta ancora una volta di Giorgio Napolitano, Mr. President. Re Giorgio, per alcuni.

Non era mai successo prima, da che esiste la Repubblica Italiana e cioè fin dal 1948.

E così Giorgio Napolitano, Mr. President, è diventato Presidente della Repubblica Italiana per la seconda volta, il 20 aprile dell’anno di grazia 2013, forse per volontà di Dio ma non certo per volontà del popolo italiano.

Il quale popolo, per alcuni versi, ne aveva le tasche piene ed avrebbe voluto qualcun altro al suo posto.

Il Presidente della Repubblica Italiana non è mai eletto in seguito a libere elezioni popolari ma dopo una votazione parlamentare che avviene secondo regole ben precise. E’ il Parlamento italiano a stabilire chi sarà il Presidente della Repubblica, scegliendo tra uno o più candidati che abbiano più di 50 anni di età e siano persone che, almeno sulla carta, abbiano caratteristiche tali da renderli adeguati al prestigio dell’incarico.

Il Presidente della Repubblica Italiana rappresenta l’unità nazionale e quindi tutto il popolo italiano. E’ il comandante supremo delle forse armate, benché non possa direttamente ordinare nessuna azione militare. Presiede il Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo di autogoverno dei giudici italiani e che garantisce la loro autonomia rispetto al potere politico. Più in generale, il Presidente della Repubblica funge da paciere nelle dispute politiche, perché generalmente anziano e, si spera, quindi saggio.

E’, o dovrebbe essere, una figura super partes rappresentando gli interessi di tutta la Nazione e non quelli particolari di qualcuno.

Resta in carica 7 anni e il suo mandato, secondo Costituzione, può essere rinnovato una seconda volta per altri 7 anni: un periodo di tempo lunghissimo, a ben vedere.

Nessuno, prima di Giorgio Napolitano, Mr. President, ha mai accettato un secondo incarico: Presidenti migliori di lui e veramente amati dalla popolazione, come il compianto Sandro Pertini, hanno rifiutato categoricamente. Per non parlare poi di altri più scarsi.

Lo stesso Giorgio Napolitano, Mr. President, pochi giorni prima di essere rieletto aveva detto di rifiutare l’idea di un secondo incarico perché questo era il tempo dei cambiamenti e delle idee nuove.

Lo ammettiamo: non avevamo capito quanto quest’uomo ami scherzare!

A parte quella di farsi rieleggere creando un precedente inutile e pericoloso, di idee nuove Giorgio Napolitano, Mr. President, ne ha avuto solo un’altra e non da poco: è sua l’idea insana che il Presidente della Repubblica non possa essere indagato mentre è in carica, perché ha delle “prerogative”. Inutile è stata l’osservazione di alcuni magistrati che le “prerogative” in questo caso sono più tipiche di un monarca che non di un Presidente di una democrazia moderna.

Come conseguenza immediata di questa filosofia, un’importante indagine sulla mafia è stata gravemente ostacolata perché sono comparsi dei riferimenti proprio a Giorgio Napolitano, Mr. President, ed alcune intercettazioni telefoniche sono state perciò distrutte.

Giorgio Napolitano, Mr. President, ha svolto il suo primo incarico settennale all’insegna della più completa e totale sudditanza nei confronti dei poteri economici europei ed atlantici, poteri che sono rappresentati in Europa dalla Banca Centrale Europea, dalle grandi banche internazionali americane e dalla NATO.

E’ giusto ricordare che una simile sudditanza Giorgio Napolitano, Mr. President, la manifestava anche in gioventù, quando era però un esponente importante del Partito Comunista Italiano.

Almeno a parole, all’epoca era più comunista dei comunisti sovietici, impegnato nel titanico sforzo di innalzare il proletariato oppresso.

Non ci aspettavamo che una simile opera potesse essere compiuta nel giro di pochi anni ma nemmeno ci aspettavamo di vedere il risultato opposto.

Ora, è più americano degli americani. Campione di un liberismo sfrenato e della libertà di mercato.

Che alternative vi erano a Giorgio Napolitano, Mr. President?

Alcuni candidati erano invisi a Silvio Berlusconi, rieletto in Parlamento recentemente malgrado l’età e le decine di processi a suo carico,  molti dei quali ancora in corso e per i motivi più vari.

Altri non fornivano adeguate garanzie ai gruppi di potere che rendono l’Italia sempre più una colonia americana essendo figure opache, di scarso intelletto e troppo lente ad obbedire.

Altri ancora, come Ferdinando Imposimato, Gustavo Zagrebelsky, Giulietto Chiesa, Gino Strada, Stefano Rodotà non erano candidabili perché più onesti, integerrimi e magari perfino determinati a far rispettale la Costituzione Italiana. Alcuni di loro affermano addirittura di non credere alla versione ufficiale sull’11 settembre. Siamo seri!

Stefano Rodotà è stato il candidato più accreditato e difeso dal Movimento 5 Stelle, vera novità politica emersa dalle ultime elezioni e proprio per questo scartato a priori dalla vecchia classe politica.

Stefano Rodotà ha più volte difeso la Costituzione in molti dei suoi articoli più importanti.

L’articolo 1 stabilisce che l’Italia è una Repubblica basata sul lavoro e quindi che gli Italiani hanno il diritto ad avere un lavoro.

L’articolo 11 stabilisce che l’Italia ripudia la guerra come strumento di politica internazionale.

L’articolo 36 stabilisce che ogni lavoratore deve avere una paga adeguata al tipo di lavoro svolto ed in ogni caso sufficiente per vivere con dignità la propria vita.

Ma in questi giorni il lavoro manca, le paghe sono spesso miserabili e qualcuno ha già deciso che  l’Italia dovrà partecipare, con erotica voluttà, alle prossime guerre contro Siria e Iran. E forse ad altre guerre ancora, contro Russia e Cina, se necessarie a chi pensa di governare il mondo.

E quindi come poteva essere eletto qualcuno di diverso da Giorgio Napolitano, Mr. President, come rappresentante della Repubblica Italiana?

La triste verità è che lui è sempre stato il candidato ideale, l’unico davvero adatto a svolgere i lavori sporchi che gli verranno commissionati da chi detiene il potere economico e militare: rendersene conto ora, con il senno di poi, non rende la cosa meno amara. Anzi.

Il secondo mandato di Giorgio Napolitano, Mr. President, avviene nel rispetto formale della Legge, ma è lo stesso un precedente negativo e pericoloso per la democrazia italiana. La classe politica che lo ha eletto è vecchia, stupida, rantolante e non se ne rende conto.

Non gli interessa nemmeno perché troppo impegnata a sopravvivere alla giornata, ignorando volutamente le parti più vere del popolo italiano, i loro bisogni, i loro problemi.

 

Costantino Ceoldo

http://www.statopotenza.eu/7000/abbiamo-un-re