Lo scandalo: “Saggi” imposti dalla Ue, e la telefonata di Draghi

Lo scandalo: “Saggi” imposti dalla Ue, e la telefonata di Draghi

E’ la sera delle consultazioni finali, la delegazione Pd è appena uscita e arriva una telefonata. E’ Mario Draghi uomo di Goldman Sachs e presidente Bce che cerca Napolitano.

La telefonata è tesa, i “poteri” non vogliono le dimissioni di Napolitano e nuove elezioni, lo dice chiaramente il loro portavoce Draghi al suo interlocutore dall’altra parte del filo. per convincerlo a recedere dalla minaccia di proprie dimissioni in caso di no dei partiti alla soluzione prospettata dal Colle.

Il Quirinale non smentisce, e se ne esce con una replica che sa tanto di gaffe: “Per la verità è stato Napolitano a chiamare Draghi (e altri) per approfondire la valutazione sulla situazione determinatasi”, dice il segretario generale del Quirinale, Pasquale Cascella.

 

In quale realtà normale, il presidente della repubblica italiana deve “approfondire” una questione politica interna, con il capo della Bce? Chi tiene i fili di Napolitano?

 

E’ evidente che i cosiddetti “saggi”, siano l’ennesima incarnazione dell’occupazione e del commmisariamento eurocratici dell’Italia.

http://voxnews.info/2013/04/01/lo-scandalo-saggi-imposti-dalla-ue-e-la-telefonata-di-draghi/

 

Onu. Trattato sulle armi e uso politico dei “diritti umani”

Iran, Siria e Corea del Nord hanno bloccato il nuovo documento, che consente ai Paesi esportatori eccessiva discrezionalità

 Ferdinando Calda

 Finalmente sembra essere giunta in dirittura d’arrivo la travagliata approvazione all’Onu di un trattato internazionale per regolamentare il commercio delle armi. Tuttavia, dopo oltre sette anni di discussioni, il testo appare confezionato su misura per non intaccare gli interessi economici dei grandi esportatori (primi fra tutti gli Stati Uniti, ma anche Russia e Cina) e, soprattutto, per favorire alcune politiche internazionali di Washington. Anche per questo motivo giovedì sera – al termine di dieci giorni di negoziati all’Assemblea generale delle Nazioni Unite – Iran, Siria e Nord Corea hanno espresso il loro parere contrario alla bozza del Trattato sul commercio delle armi, bloccando così il raggiungimento di un accordo unanime e l’approvazione “per consenso”. Una coalizione di Paesi ha già annunciato che la prossima settimana porterà il testo davanti all’Assemblea generale – nonostante la delegazione di Mosca abbia già detto di non voler sostenere un trattato che non tiene conto della voce della minoranza – dove dovrebbe ottenere la maggioranza dei due terzi dei 193 membri per la sua approvazione.

Il trattato definisce per la prima volta gli standard internazionali per la compravendita di armi, vincolandoli al rispetto dei diritti umani da parte degli Stati importatori. In particolare – oltre a vietare la vendita in caso di violazione di un embargo, atti di genocidio, crimini contro l’umanità – il testo prevede che, per approvare o meno l’esportazione, siano i Paesi esportatori a valutare di volta in volta se le armi vendute potrebbero essere usate per violare i diritti umani o utilizzate da terroristi o membri della criminalità organizzata.

Un’ampia discrezionalità che, insieme alle molte lacune sulla tipologia di armamenti compresi nel Trattato, è stata criticata sia dalle associazioni per il controllo delle armi sia dagli iraniani. Da Teheran, infatti, hanno più volte denunciato la strumentalizzazione per fini politici dei diritti umani da parte di Usa e alleati.

L’ambasciatore di Teheran all’Onu, Mohammad Khazaee, ha avvertito che la bozza è “estremamente suscettibile di politicizzazioni e di discriminazioni” e favorisce i Paesi esportatori a discapito della sicurezza degli Stati importatori. “Il diritto degli Stati importatori di acquistare armi per la loro sicurezza sarebbe sottoposto al giudizio discrezionale e soggettivo degli Stati esportatori”, ha fatto presente Khazaee, sottolineando come il testo non prenda in considerazione “il diritto naturale degli Stati all’auto-difesa dalle aggressioni”. Il riferimento, neanche troppo velato, è alle continue minacce israeliane di un intervento militare contro l’Iran. Ma anche a quello che sta accadendo in Siria.

L’ambasciatore siriano All’Onu, Bashar Jaafari, ha contestato il fatto che il testo non cita tra gli impedimenti alla vendita delle armi il “crimine di aggressione”. Inoltre i siriani avevano chiesto – non ascoltati – che il trattato vietasse in maniera più esplicita la fornitura di armi a “gruppi non statali”, “terroristi” e ribelli. Il timore di Damasco è che il nuovo testo dell’Onu possa danneggiare il commercio di armamenti iraniani e russi alla Siria, senza scalfire invece il traffico di armi da parte di statunitensi, sauditi e alleati ai miliziani che operano nel Paese.

Le lacune del Trattato

Si stima che il giro d’affari nel campo degli armamenti sia superiore a 70 miliardi di dollari all’anno. Un commercio gigantesco in mano per tre quarti a solo sei Paesi: Stati Uniti, Russia, Germania, Gran Bretagna, Cina e Francia (l’Italia è al nono posto). La parte del leone spetta agli Usa, che insieme alla Russia controllano circa la metà del mercato. Non stupisce quindi che per lungo tempo Washington (insieme anche a Mosca e Pechino) si sia opposta a una qualsiasi forma di regolamentazione internazionale, anche a causa delle pressioni della National Rifle Association (Nra), la potente lobby statunitense delle armi.

Come denunciato dalle ong per il controllo delle armi, la bozza del Trattato sul commercio delle armi che è arrivata all’Onu contiene importanti lacune. Una su tutte il fatto che non sono compresi i droni, i famigerati velivoli senza pilota ampiamente utilizzati (e commercializzati) da Washington. Così come, ad esempio, alcuni elicotteri, bombe a mano e altri tipi di armi e munizioni. Le associazioni hanno anche criticato la scarsa regolamentazione sul trasferimento di proiettili, fortemente ostacolata dai maggiori produttori di armi.

In generale, il testo del Trattato è stato limato per ottenere l’approvazione di Usa, Russia e Cina che in passato avevano bloccato ogni tentativo di una regolamentazione universale. Altre importanti convenzioni internazionali non sono state adottate da tutti gli Stati membri dell’Onu. Come ad esempio la Convenzione di Ottawa del 1997, nata per vietare l’uso nei conflitti delle mine antiuomo (Mine Ban Convention), firmata da 120 Paesi, tra cui l’Italia, ma non da Stati Uniti, Israele, Cina, India, Pakistan, Giappone, Iran e Iraq. O quella che proibisce l’uso delle bombe a grappolo (Convention on Cluster Munitions), che è stata firmata da solo 66 Paesi e presenta ampie lacune legislative.

 30 Marzo 2013

 http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=20027

 

Golpe in corso.

di Monia Benini su Teste Libere

Avevo pensato di cominciare a leggere la Costituzione a mio figlio. A quasi 7 anni, credevo fosse giusto che imparasse a conoscere la nostra Carta fondamentale. Avrei voluto spiegargli che secondo me sarebbe stata opportuna una revisione su alcuni punti importanti come l’ambiente o l’inserimento di referendum propositivi e la cancellazione del quorum (così ogni singolo voto conterebbe per davvero).

 Ma ora non me la sento più. Non ci riesco. Dovrei prima spiegargli che il massimo garante della Costituzione è stato il primo a violarla, inventandosi i ‘dieci saggi’. Doveva indicare un Primo Ministro e ha tirato fuori dal cappello dieci savi. Come mai non ha fatto la stessa cosa nel novembre del 2011, ma si è invece precipitato a nominare a vita il senatore Monti, per poi passare a indicarlo in fretta e furia presidente del Consiglio? Quella carica che insieme ai dieci saggi è stata, di fatto, prorogata allo stesso Monti, nonostante questo non sia più un tecnico super partes e sia uscito con le ossa rotte dalla tornata elettorale.

 Sì, perché il Presidente della Repubblica ha deciso che dobbiamo avere ancora il governo uscente, il quale ha raccolto appena il 10% del consenso di chi si è recato a votare. Però… abbiamo 10 saggi. Dieci rappresentanti dei partiti (PD, PDL, Lega, Scelta Civica) e uno dei saggi è addirittura…il ministro degli affari europei dello stesso governo Monti (e suo braccio destro per novi anni in Europa)!!!

 E’ la nuova forma del ‘menpeggismo’, ma gli Italiani non meritano più il meno peggio. Hanno già dato. E’ ora di un cambiamento vero, non di un paravento per queste manovre da vero e proprio golpe silenzioso. Quale sarà l’apporto di questi dieci saggi? Perché scegliere proprio questi? Gli altri cos’erano… ‘ignoranti’ o ‘incompetenti’? Oggi abbiamo così un governo tecnico (che ha fatto una raffica di nomine di super-tecnici) diventato politico dopo le elezioni e dieci saggi politici, nominati tecnicamente dal Presidente della Repubblica. Sarà mica che oggi la politica è diventata la tecnica del governo per conto terzi? A quanto pare, è l’unico mestiere a non risentire della crisi quello del tecnico-politico (o del politico-tecnico…cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia)!

 Per oggi quindi a mio figlio mi limiterò a leggere alcuni estratti estratti dal vocabolario Zanichelli:

 Dittatura: Oggi, forma di governo autoritario che accentra tutto il potere in un organo collegiale o nella sola persona di un dittatore. Libertà: Stato o situazione di chi è libero, in contrapposizione a schiavitù.

 E’ un bambino sveglio. Sono certa che capirà.

http://testelibere.it/blog/golpe-corso

 

Travaglio scarica Beppe Grillo: “Hai sbagliato davvero tutto, non hai messo all’angolo Berlusconi”

BOCCIATURA AL VELENO

 

Il giornalista de Il Fatto non ha digerito le mosse del Movimento Cinque Stelle: “Ha prevalso la supponenza e l’inesperienza. Avete sciupato un’occasione”

Travaglio scarica Grillo: "Sbagli tutto, potevi eliminare il Cav"

La luna di miele traMarco Travaglio e ilMovimento Cinque Stelle è davvero finita. Il giornalista de
Il Fatto Quotidiano scarica definitivamente Grillo e critica aspramente le sue scelte in questa fase convulsa e instabile che il Paese sta attraversando. In un editoriale al veleno, Travaglio
rimprovera a 
Grillo di non aver “portato una proposta chiara e netta al Qurinale e di non aver
messo all’angolo Berlusconi”. 

Inesperiena e supponenza – Secondo Travaglio tra i grillini “ha prevalso l’inesperienza, la supponenza 
e la paura di entrare in giochi più grandi di loro. Bastava fare i nomi di Settis o di
 Zagrebelsky per mettere tutti con le spalle al muro”. Ma il chiodo fisso di Travaglio resta solo uno: sbattere in
cella Berlusconi. Così l’unico merito che riconosce a Grillo e ai Cinque Stelle è quello di aver detto
sì all’ineleggibilità del Cav ed aver promesso un voto favorevole all’arresto di Silvio. E’ questo in
realtà il programma del M5S che Marco Manetta voleva vedere sul tavolo del governo. Ma anche questa volta lo scherzetto non è riuscito.

La politica del “no” –  Grillo ha sposato la linea del “no” a tutti i costi. Così nei sondaggi il Pdl vola
ed il Movimento Cinque Stelle resta inchiodato al risultato delle ultime elezioni. Se Grillo sperava
di far lievitare i consensi con una linea ferma e dura restando all’opposizione, ha sbagliato e di
grosso pure. Anche il suo amico Travaglio se n’è accorto. L’inesperienza gioca 
brutti scherzi e
allora finisce che chi vuol fregare resta fregato dietro una miopia programmatica. Il tallone
d’Achille di Grillo è il non avere organizzazione e idee a lungo raggio. Solo polemica, attacchi
e critica distruttiva. Dopo la bocciatura di Travaglio, i grillini alla Camera terranno ancora sui
banchi Il Fatto come fosse il breviario da portare in canonica? (
I.S.)

http://www.liberoquotidiano.it/news/1214819/Travaglio-scarica-Beppe-Grillo–Hai-sbagliato-davvero-tutto–non-hai-messo-all-angolo-Berlusconi.html

 

Un secondo colpo di Stato in Italia e il “teatrino” può continuare

di Mauro Indelicato

 Dunque, l’Italia da oggi è retta da un consiglio di saggi; se in nottata le lancette degli orologi sono andate avanti di un’ora per effetto dell’ora legale, quelle della storia invece vanno indietro di parecchio tempo. Di fatto, ci manca soltanto che il Presidente Napolitano nomini un cavallo Senatore e torniamo dritti dritti ai tempi della dinastia Giulio – Claudia nei primi anni di impero Romano.

 L’effetto immediato che l’insediamento che questi “saggi” avranno, consisterà nel dare all’attuale governo Monti una legittimazione a non essere un governo uscente dedito a gestire meramente l’ordinaria amministrazione, ma un governo con pieni poteri, coadiuvato dai dieci personaggi che secondo Napolitano dovrebbero individuare le riforme istituzionali ed economiche adeguate per risollevare le sorti di un Paese sempre più nel ridicolo.

 Leggendo bene la situazione, sembra trattarsi di un vero e proprio colpo di Stato: non è bastato quello del 17 novembre 2011, quando si è spodestato un governo Berlusconi certamente discutibile ma espressione legittima della volontà elettorale degli italiani, per mettere il fedel Monti a palazzo Chigi, adesso la troika europea ci riprova e, nonostante un meno che mediocre risultato della lista di Monti alle elezioni, ha fatto in modo che l’ex di Goldman Sachs restasse al timone e gestisca senza particolari limiti la transizione.

 La sensazione che si ha, è che tutto era stato già deciso: si è dato vita al teatrino delle consultazioni, si è fatto in modo che PD, PDL e M5S, le tra maggiori forze politiche, non trovassero accordi, o meglio, che non li cercassero affatto, dopodiché per screditare l’esito del voto, con la scusa dello stallo politico, si è tirata fuori una soluzione mai adottata, di stampo medievale da un lato e molto simile ai politburi sovietici dall’altro e soprattutto, come detto prima, che permette al maggiore servitore italiano della Troika di restare a galla a Palazzo Chigi, in modo che si possa quantomeno gestire la transizione verso l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

 Da ieri sera, si può ben dire, la democrazia in Italia, quella poca che ne era rimasta, è ufficialmente stata bloccata e sospesa: scorrendo poi i nomi dei dieci saggi, sembra quasi di vivere all’interno di una gigantesca burla e che da un momento all’altro qualcuno vada in tv a dire “tranquilli, era solo uno scherzo”.

 Violante, Quagliarello, Mauro, sono solo alcuni dei nomi che rappresentano il peggio della prima e seconda repubblica e che adesso faranno da spalla al governo voluto dall’Europa, che non a caso è tra le prime a “complimentarsi” con Napolitano per il presunto “coraggio” dimostrato nella scelta.

 In realtà, la troika e chi per lei, ha visto una brutta aria nel paese, ha notato come l’austerity ha fatto precipitare il consenso a Monti ed in generale ai filo – europeisti e non poteva permettersi di avere un governo capitanato o comunque solo appoggiato da uno tra Grillo o Berlusconi ed ecco che, con il buon viatico dello stallo da superare a tutti i costi, si è imposto un consiglio di saggi.

Il quadro che esce fuori, è quello di un’Italia umiliata e vilipesa, oltre che presa in giro, in cui mentre la gente patisce sempre di più la fame e la povertà, un manipolo di “saggi” sembra divertirsi nel far affiorare giorno dopo giorno debolezze e ridicolaggini di quello che un tempo era definito il “bel Paese.”

http://www.ilfarosulmondo.it/wp/?p=13194

 

Napolitano si affida alla “casta”. Il de profundis della Repubblica

31 Marzo 2013

 di DANIELE V. COMERO

 Parole pesanti quelle pronunciate dal Capo dello Stato nella sala della Vetrata al Quirinale,in un sabato quasi di festa, alla vigilia di Pasqua: “In questo senso mi accingo a chiedere a due gruppi ristretti di personalità tra loro diverse per collocazione e per competenze di formulare – su essenziali temi di carattere istituzionale e di carattere economico-sociale ed europeo – precise proposte programmatiche che possano divenire in varie forme oggetto di condivisione da parte delle forze politiche.” In altre parole, per fare la parte preparatoria del lavoro che non è riuscito a fare Bersani, dopo oltre un mese, vengono incaricate due commissioni composte da dieci figure di Tecnici-politici e di Politici-tecnici.

 Sul sito dell’ANSA ci sono tutti i nomi. La prima commissione istituzionale è composta da: prof. Valerio Onida (PD), sen. Mario Mauro (Scelta civica, ex-Pdl), sen. Gaetano Quagliariello (PDL) e prof. Luciano Violante (PD). La seconda, raccoglie i ‘saggi’ per l’economia scelti dal Colle: prof. Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, avv. Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Authority della concorrenza, dott. Salvatore Rossi, membro del Direttorio di Bankitalia, on. Giancarlo Giorgetti (Lega Nord) e sen. Filippo Bubbico (PD), presidenti delle Commissioni speciali di Camera e Senato, con il ministro in carica del governo Monti per gli Affari Europei avv. Enzo Moavero Milanesi. Mancano solo SEL e il M5S.

 E’ un passaggio che rappresenta una assoluta novità nella storia repubblicana, che suona in modo sinistro alle orecchie degli elettori, che si sentono presi in giro, dopo una campagna elettorale durata cinque mesi con ben tre turni di primarie svolte dal PD, che hanno preceduto il voto del 25 febbraio. Ora siamo nel campo delle cento pertiche, come direbbe Bersani. Peggio ancora della cocciutaggine del segretario del PD è la comparsa sulla scena politica quirinalizia di personaggi che rappresentano una vera e propria oligarchia. Gente di potere che nessuno ha votato, a dimostrazione che la democrazia è solo formale, a complemento dei nominati del sistema elettorale definito come porcellum.

 Le due commissioni sono la massima espressione di quella casta politica italiana, che va sotto il nome di “boiardi di stato”, che occupano perennemente posti di potere importanti e ben retribuiti nelle istituzioni pubbliche. Forse saranno anche bravi, ma non sono certamente lì perché sono capaci. Alcuni di loro sono stati incaricati a quei posti da vari governi, come Giovannini nominato da Berlusconi nel 2009 all’Istat.

 Il fatto che il Presidente della Repubblica si affidi a questa “casta” è il segnale più evidente che ha abdicato alla sua funzione, tutelata dalla Costituzione. Infatti, Napolitano conclude il suo intervento in questo modo:” Ciò potrà costituire comunque materiale utile: voglio dire anche per i compiti che spetteranno al nuovo Presidente della Repubblica nella pienezza dei suoi poteri.”

 Peccato. L’Italia è senza presidente del consiglio incaricato, re Giorgio e il suo presidenzialismo bonario messi da parte, un governo di tecnici prorogato oltre ogni misura, in più con un “Direttorio” che nessun elettore ha voluto o chiesto completamente al di fuori della Costituzione.

http://www.lindipendenza.com/napolitano-saggi-casta/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=napolitano-saggi-casta

 

Assange: “Il terrorista informatico è Obama, non sono io”

TEMI UNIVERSALI 

Data di pubblicazione in Tlaxcala: 31/03/2013

Originale: Assange: “Terrorista cibernético es Obama, no yo”

Tradotto in Português

 Pressenza

 Secondo il fondatore di Wikileaks Julian Assange l’aumento del potere delle compagnie di vigilanza e spionaggio di massa in Internet negli ultimi anni è responsabilità del presidente degli Stati Uniti Barack Obama.

 “Il terrorista informatico non sono io, ma Barack Obama e anche il vicepresidente Joseph Biden. Sono stati loro a ordinare gli attacchi informatici contro installazioni nucleari iraniane con il virus Stuxnet, attacchi finanziati e portati avanti sotto la loro supervisione”, ha affermato Assange in un’intervista alla rivista francese ‘L’Express’.

 Stuxnet e Flame sono i due  principali virus distruttivi infiltrati negli ultimi due anni nei computer iraniani, poi neutralizzati grazie allo sviluppo di softwares in grado di disattivarli.

Secondo il giornalista australiano, il potere economico e tecnologico dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza degli Stati Uniti  la rende una delle istituzioni più gigantesche della storia, in grado di realizzare operazioni di spionaggio a livello di massa.

Assange ha definito “escamotages” le azioni illegali portate avanti in Internet dalle autorità statunitensi con delle false scuse. “Con il pretesto della lotta al narcotraffico, alla pornografia e alla violazione dei diritti d’autore, i politici mettono in moto un arsenale legislativo che permette la vigilanza di massa in Internet. In realtà si tratta di un tentativo di mantenere il controllo e ridurre la libertà”, ha concluso.

Assange ha chiesto asilo lo scorso giugno all’ambasciata dell’Ecuador a Londra e afferma di essere perseguitato da Washington per la diffusione di decine di migliaia di dispacci privati del Dipartimento di Stato americano e di documenti riservati sulle guerre in Iraq e Afghanistan, ragion per cui rischia la condanna a morte o all’ergastolo.


Per concessione di Pressenza

Fonte: http://www.pressenza.com/es/2013/03/assange-terrorista-cibernetico-es-obama-no-yo/

Data dell’articolo originale: 25/03/2013

URL dell’articolo:

 http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=9469


http://tlaxcala-int.org/article.asp?reference=9469

 

Il Grande Bluff (di Giorgio Napolitano, del PDL e del PD)

31 marzo 2013

 Di FunnyKing

Questa è una piccola guida per capire cosa ci aspetta dalla scelta di Napolitano e quale è l’esito finale sperato dal Presidente della Repubblica.

 Partiamo dai fatti:

  • Fatto 1: Il governo Monti, dimissionario, continua ad operare. L’attuale consiglio dei ministri dovrà presto riunirsi per decidere su importanti provvedimenti quali ad esempio il rifinanziamento delle missioni militari  italiane nel mondo e soprattutto dovrà dare l’impulso al documento di finanza pubblica da presentare a Bruxelles entro fine aprile.
  • Fatto 2: Il governo Monti (dimissionario) per operare ha 5 strade:
  • Usare sempre decreti legge da governo dimissionario. (il che ha dei profili di incostituzionalità notevoli per un governo dimissionario)
  • Usare dei disegni di legge e sperare che Camera e Senato li convertano sempre velocemente (auguri)
  • Usare dei disegni di legge e e prima o dopo chiedere la fiducia in parlamento tornando nella sua vera pienezza dei poteri.
  • NON OPERARE AFFATTO e lasciare tutto il lavoro, anche su provvedimenti urgenti al bicameralismo perfetto del parlamento. (auguri e figli maschi)
  • Chiedere immediatamente la fiducia prima di cominciare la sua azione di governo.

Conseguenze

 Prima (certa) Conseguenza:

 L’attuale governo Monti chiederà quanto prima la fiducia a Camera e Senato.

 Non c’è scampo a questo esito, e anzi io mi aspetto che il governo Monti chieda la fiducia alla prima seduta di Camere e Senato disponibile altrimenti sarebbe impossibilitato nei fatti ad operare.

 Seconda (probabile) Conseguenza:

 Pd e PDL alla fine dovranno decidere se votare la fiducia a Monti (che il M5S la voti lo escludo), il PD in qualche modo ha fatto sapere che lo farà, il PDL sospetto che lo farà per “il bene del paese” e alla fine si sarà finalmente formata una maggioranza (PD-PDL-Scelta Civica) e una opposizione (M5S). Il Governo Monti rimarrà in carica almeno fino a quando non ci sarà un presidente della repubblica in grado di mandare tutti a casa e indire elezioni. ( e il governo Monti rimarrà comunque in carica fino a quando non sarà nominato un nuovo pres. del consiglio, ovvero fine Novembre 2013 nella più breve delle ipotesi).

 Qui entriamo in un campo minato, resto dell’idea che la spinta alla fiducia all’attuale governo Monti verrà data in primo luogo dai mercati e in secondo luogo da qualche telefonata fatta dal banchiere di turno ai parlamentari di PD e PDL in perenne conflitto di interessi perchè “affidati” dalle banche (o passa la fiducia o ti scordi il fido bancario, ad esempio). C’è poi il fatto che sono troppi gli interessi in comune fra i due grandi partiti quando si tratta di spartirsi le grandi opere (TAV + Expò di Milano sono un esempio).

 Ammetto che non sono certo di questo esito, il PD soprattutto è diviso al suo interno con forti spinte per arrivare quanto prima al voto e magari presentarsi con Renzi, anche il PDL visti i sondaggi (ragazzi se ci credete ancora non avete capito una mazza), potrebbe cercare il voto.

 E l’M5s? Tatticamente l’M5s esprime la sua maggiore forza se si tratta di fare opposizione controllando governo e parlamento, oppure se si va ad elezioni. Un secondo Tsunami Tour a stretto giro devasterebbe gli attuali partiti (con buona pace anche dei Berluscones).  Dunque credo che l’idea del MoVimento 5 Stelle sia quella da una parte di partecipare attivamente ai lavori parlamentari, dall’altra di “aprire” il parlamento rendendo pubblici gli accordi di spartizione fra i vari partiti.

 Intanto l’M5s tra qui e Ottobre (fra le altre cose):

  • Chiederà di annullare l’elezione di Silvio Berlusconi a Senatore

Appena si sarà insediata la giunta per le elezioni del Senato (ammesso che verrà MAI insediata nd. fk). Vi lascio immaginare le conseguenze, ci sarà da divertirsi.

 E ora mi permetto una critica: personalmente mi sarei sentito molto più tranquillo se a Bruxelles a discutere con l’Europa e la BCE di finanza pubblica italiana ci fossero stati esponenti del MoVimento 5 Stelle e non la premiata ditta Sub-Prime Monti + Grilliovvero l’arma di distruzione di massa che, ad esempio, ha avvallato le scellerate scelte dell’Eurogruppo su Cipro.

 Credo che non fare un nome a 5 Stelle a Napolitano per la formazione di un governo sia stato un errore. Ho l’impressione che l’attuale esito sia stato deliberatamente cercato dal MoVimento 5 Stelle. Ora per essere efficaci e tutelare i loro elettori (me compreso) i cittadini eletti del MoVimento 5 Stelle dovranno fare un lavoro di controllo certosino e feroce. Se dopotutto, il governo Monti dovesse continuare a governare per i prossimi anni con l’avvallo di PD e PDL sarebbe una sconfitta per tutti.

 Ed ecco il Grande Bluff di Napolitano, PD e PDL: Il tentativo di lasciare Monti al suo posto e far passare abbastanza tempo per disinnescare il MoVimento 5 Stelle. Una mossa disperata.


 p.s. i mercati andranno a vedere il BLUFF in pochissime sedute, alla prima fiducia chiesta da Monti o il PD e PDL voteranno compatti o sarà il diluvio universale.