NOTIZIE

//davi-luciano.myblog.it/media/02/01/4052573707.jpg

15/04/2013

 

foto BUAV: un ratto vivo decapitato presso ICL)

(Le telecamere nascoste di un infiltrato mostrano gli orrori della vivisezione in uno dei più rinomati atenei del mondo.

L’investigazione compiuta all’Imperial College of London dall’associazione BUAV – The Campaign to End All Animal Experiments mostra immagini del 2012 ed è uno spaccato di cosa accade agli animali nei più moderni e rispettati laboratori di ricerca.

Molte le immagini di animali sofferenti, morenti, malati, disidratati, operati senza sufficiente anestesia, morti per incuria o uccisi per  decapitazione.

Molte le immagini e i resoconti di terribili esperimenti sul cervello o sul cranio, con inserzioni di elettrodi, oppure di mutilazioni di organi e corsa forzata su rulli, fino allo sfinimento.

Guarda il sito: http://licensedtokill.buav.org/
Guarda e diffondi il video: http://youtu.be/DSjBNcwqIZI

I vivisettori, che vantano sempre rigide misure sul cosiddetto benessere animale, tengono però sempre ben chiuse le porte dei laboratori.

Sta a tutti e tutte noi impegnarsi a smentire le loro menzogne e mostrare al mondo la vera faccia della sperimentazione su animali.
Leggi cosa accade nei laboratori di Milano:
http://bit.ly/dossiervivisezione

Nemesi Animale – Per la liberazione di ogni essere vivente

—————————————————————

—————————————————————

13/01/2013

Clicca l’immagine per ingrandire 

 

 



http://pauaroditori.blogspot.it/p/notizie.html

Cancellare il Precariato, Si Può Fare!

//davi-luciano.myblog.it/media/02/01/2413393657.jpg

DI PEPPE CARPENTIERI 

Come ho scritto diverse volte per vivere da esseri umani bisogna cambiare paradigma culturale ed anche sul tema del lavoro è necessario ribaltare schemi mentali obsoleti e sbagliati che hanno distrutto la società. Negli ultimi decenni abbiamo assistito alla cronicizzazione dei livelli di disoccupazione e l’introduzione del precariato. Per introdurre forme legalizzate di schiavitù la scusa dei Governi, sotto dettatura delle SpA, è stata la ripetizione ossessiva nei media e nelle scuole circa un dogma religioso: “aumentare la competitività nei mercati globali“, etc. 

Quasi tutti abbiamo perso di vista il vero obiettivo del lavoro: soddisfare un bisogno umano, cioè l’opposto dei dogmi finanziari delle SpA: massimizzare i profitti, avidità, materialismo, consumismo compulsivo, inquinamento, schiavitù e insicurezza economica. L’obiettivo di una società normale è banale: garantire la piena occupazione attraverso impieghi socialmente utili. Ripeto: garantire la piena occupazione. Le comunità, la società hanno tutti i mezzi per mettere in condizione ogni cittadino di poter scegliere di lavorare secondo le proprie possibilità garantendo un congruo compenso rispetto all’attuale costo della vita, si può fare e non esiste alcun problema economico, è sufficiente applicare la sovranità monetaria ed avere un equilibrio fra domanda e offerta.

Per raggiungere questo obiettivo bisogna cancellare le forme contrattuali di precariato introducendo un contratto unico nazionale, uguale per tutti gli impieghi pubblici e privati. Ogni cittadino deve ricevere uno stipendio dignitoso con tutte le garanzie previdenziali e infortunistiche ed esser sottoposto ad una verifica annuale dopo i primi anni di lavoro. Per i successivi anni la verifica potrebbe essere ogni cinque anni. In questo modo non si perderà lo stimolo per aggiornarsi, e si tenta di prevenire fenomeni degradanti di lassismo e di sfruttamento dello Stato. Ci saranno solo contratti a tempo indeterminato, ma con la possibilità di esser spostati, ogni cinque, sei o sette anni, in casi particolari: “licenziamento” e re-impiego in ambiti lavorativi completamente differenti. La verifica è uno strumento utile allo Stato per sostituire il lavoratore dipendente che non sia idoneo per l’impiego che riteneva di poter sostenere, e prendere provvedimenti per ai utarlo in tutti sensi: un consiglio, un aggiornamento professionale o un altro impiego. In questo modo si ribaltano due dogmi sbagliati del mondo del pubblico impiego: precarizzazione a vita e posto pubblico garantito a vita.

Incertezza economica a vita e scarsa qualità della vita. Il punto di partenza di questa semplice proposta ribalta un’obsoleta convinzione, non sono i soldi che qualificano il lavoro, ma le capacità creative ed operative dell’individuo. E’ dimostrabile che manager pubblici e privati anche se pagati profumatamente prendono decisioni sbagliate, ed è riscontrabile che un impiegato sottopagato rispetto al costo della vita lavora male poiché stressato. E’ banale pensare che trovare un punto di equilibrio fra giusto reddito e impiego sia possibile, creando un mondo del lavoro realmente più efficiente uscendo dall’obsoleta competitività

Ribaltando i dogmi obsoleti bisogna puntare a dare certezza economica a chi lavora ed a chi verifica il lavoro per “licenziare” o premiare. Allo stesso tempo dovrebbe essere obbligatorio garantire un impiego a chi viene sostituito sempre con gli stessi livelli di reddito, con le medesime garanzie contrattuali (previdenza e infortunistica). Nella sostanza un cittadino nel corso della vita può svolgere diversi impieghi garantendo alti livelli lavorativi, e chi invece ha problemi di inserimento potrà risolverli trovando nel tempo l’impiego più idoneo per lui, in quest’ottica il cittadino è al centro della pianificazione politica e non più il reddito. Perseverando su questo ragionamento emergerà una nuova realtà sociale, chi avrà buona volontà troverà l’impiego che ambisce e potrà avere un reddito sufficiente a vivere in armonia con la natura, mentre chi non avrà buona volontà dovrà adattarsi e cambiare il proprio schema mentale perché non si troverà in condizioni di degrado, ma si troverà in una società virtuosa ove ognuno sarà felice e soddisfatto in ciò che fa e per tanto, prima o poi, si troverà nella condizione di dover crescere partendo da se stesso. Oggi il disoccupato è emarginato perché non ha reddito, pensateci è il reddito che compie una selezione e non le capacità dell’individuo perché non siamo abituati a valutare i singoli, anziché dare loro opportunità di sbagliare e di crescere, mentre usiamo ancora criteri valutativi e selettivi obsoleti. Ribaltando gli schemi accadrà che le capacità degli individui, indipendentemente dal reddito, circa lo svolgimento di attività socialmente utili si compieranno le scelte, mentre attraverso l’esperienza i singoli matureranno, e le comunità cresceranno grazie alla creatività degli stessi. 

I gruppi che funzionano stanno adottando altri criteri valutativi e selettivi, non più competitivi, ma cooperativi, collaborativi, basati sulle scambio gratuito delle conoscenze e delle esperienze. Si adottano sistemi di verifica delle esperienze su criteri realmente qualitativi, ed il dialogo occupa una parte importante del gruppo, della comunità, della società. I casi Eternit e Ilva stanno dimostrando la validità della teoria bioeconomica, e mostrano al mondo itero gli errori della religione neoliberista, dell’avidità come sistema “sociale”, mentre un’evoluzione tecnologica a servizio dell’umanità consapevole dei limiti della Terra, e consapevole circa le reali capacità umane, dunque, consente di ripensare una società diversa da quella odierna, usce ndo dall’obsoleto modello industriale entrando nella “prosperanza“. Oggi il grande numero di disoccupati è dovuto all’impiego di nuove tecnologie nell’industria che ha sostituito l’uomo con le macchine e grazie alla globalizzazione che sfrutta i vantaggi monetari della delocalizzazione (fine di un’epoca). Nell’affrontare entrambi i problemi è comunque ragionevole ritenere che, con le conoscenze attuali sia impensabile e inaccettabile credere in un ritorno ai grandi numeri di lavoratori dipendenti nel settore industriale. Bisogna accettare il fatto che la tecnologia libera l’uomo da mansioni che possono fare i robot, mentre la società deve garantire ugualmente un reddito a tutti gli individui (la sfida di oggi), col vantaggio sociale di ideare nuovi impieghi che soddisfano meglio i reali bisogni umani.

E’ ragionevole credere che si avrà più tempo libero per stare insieme alle persone che si amano e percepire comunque un reddito dignitoso. E’ ragionevole ritornare a vivere in piccoli centri ed occuparsi di agricoltura con tecniche naturali, e lavorare ugualmente nel settore dei servizi – telelavoro – o nell’artigianato. Esistono numerose e nuove opportunità per avere un’esistenza migliore di quella odierna, ma prima di tutto è doveroso sostituire l’intera classe dirigente con una nuova, diversa e consapevole di dover cambiare paradigma culturale perché l’elite attuale non ha interessi nel mutare lo status quo.


http://eccocosavedo.blogspot.it/2013/04/cancellare-il-precariato-si-puo-fare.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+EccoCosaVedo+(Ecco+Cosa+Vedo)

I suicidi aumentano, ma tranquilli: l’inflazione è sotto controllo

Lapsus Prodiano

 14 aprile 2013 

[2]

In questa precisa epoca storica ci sarebbe da domandarsi: vale più un’inflazione sotto la soglia del 2% oppure la vita delle persone?

Sembrerebbe che alla nostra classe politica importi più tenere un’inflazione bassa e non fermare il crescente numero di suicidi per insolvenza nel nostro territorio.

INFLAZIONE – A marzo l’inflazione rallenta ancora, con la crescita dei prezzi al consumo ferma all’1,6%, dall’1,9% di febbraio scorso. Secondo l’Istat,  il tasso d’inflazione annuo si è dimezzato nell’arco di sei mesi [3], scendendo all’1,6% di marzo 2013 dal 3,2% di settembre 2012.

SUICIDI – A suicidarsi sono sempre più imprenditori, specie di piccole e medie aziende, ditte a volte a carattere famigliare. E’ un trend in crescita[4]: 89 in totale nel 2012; nel 2013 stiamo già a 39 casi di suicidio da gennaio a metà marzo.

Inflazione e suicidi per insolvenza sembrano essere due fattori inversamente proporzionali: al diminuire di uno aumenta l’altro.

Perchè ho voluto confrontare la riduzione dell’inflazione con l’aumento di suicidi?

Semplice, perchè in qualità di economista ho il dovere morale di accusare di crimini contro una nazione chi continua a perseverare con l’applicazione di una politica monetaria basata sull’austerity  (voluta dalle alte sfere delle B.C.E., dell’Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale e poi applicata dai quei figuranti che abbiamo in Parlamento), tutta basata su tagli della spesa pubblica, aumento delle imposte, ma livelli di inflazione contenuti.

E quali sono i risultati di questa folle quanto nefasta politica monetaria?

Ve ne accenno solo alcuni qui di seguito:

– chiuse 4.218 imprese tra gennaio e aprile, il 13% in più rispetto l’anno scorso

– la disoccupazione all’11,7%

– i giovani di qualità emigrano all’estero,

– il livello di produzione industriale attuale è come quello del 1986

– il Pil è diminuito dell’8% negli ultimi anni

– il debito pubblico ha raggiunto livelli record e i credit default swap sovrani (Scds, i contratti derivati usati come assicurazione contro il rischio crack dei titoli di Stato), il cui ruolo è definito come “uno strumento importante nella gestione del rischio”, hanno toccato la quota di ben 388 miliardi di dollari, rappresentando la quantità maggiore a livello mondiale (la Spagna è seconda con 212 miliardi di assicurazioni sul debito pubblico)

La cosa più deplorevole è che in uno scenario così tragico (perchè nel 2013 morire per insolvenza esprime tutta la tragicità e allo stesso tempo la condizione miserabile di questa epoca) la nostra classe politica, invece di cambiare immediatamente rotta, continua in maniera servilmente servile a dar seguito al diktat imposto dalla “troika“.

Inoltre, sono dei pagliacci, oppure degli ignoranti in materia economica qualora li ritenessi in buona fede, quei sindacalisti e quei politici che illudono la massa invocando l’arrivo di nuovi posti di lavoro attraverso nuove strategieriforme nel mercato del lavoro. Non è riducendo i salari dei lavorati ed introducendo contratti flessibili (che tra l’altro annullano i diritti dei lavoratori stessi) che si genera occupazione. La domanda di lavoro si determina sul mercato dei beni e non sul mercato del lavoro. Non è necessario conoscere a memoria la formula della domanda aggregata keynesiana per comprendere certe cose.

Qui entra il gioco il ruolo essenziale della moneta, discorso abilmente censurato alla massa: per stimolare il mercato dei beni bisogna aumentare la spesa pubblica, offrendo più beni e servizi ai cittadini; in tal modo le imprese saranno chiamate a produrre e, di conseguenza, necessiteranno di forza lavoro da assumere per realizzare il ciclo produttivo. Allo stesso tempo la forza lavoro assunta permetterebbe di attivare i consumi, i beniservizi verrebbero acquistati dai consumatori e le imprese sarebbero interessate a produrre ancora, attratte dalla possibilità di ricavi crescenti. Tutto ciò sarebbe possibile da attuare in un regime di sovranità monetaria, con uno Stato proprietario della moneta emessa e non debitore della moneta presa in prestito da organismi sovranazionali e privati come B.C.E. o F.M.I.; attualmente, invece, lo Stato restringe la spesa pubblica, optando per una politica monetaria restrittiva al posto di una politica monetaria espansiva.

Inoltre, in una situazione di pieno controllo della moneta nelle mani dello Stato, l’inflazione sarebbe una paura infondata quanto inesistente.

Una prova storica fu la Germania diretta dal ministro dell’economia Schacht (di origini ebree, ma al servizio del potere nazista di cui, però, ne ripudiava l’ideologie razziste), che dal 1935 in poi, ossia da quando la Germania cominciò a stampare una moneta libera dal debito e dagli interessi, avviò la sua travolgente ascesa dalla depressione alla condizione di potenza mondiale in soli 5 anni, creando nuovi posti di lavoro e salvando dalla disoccupazione ben 12 milioni di tedeschi. La Germania finanziò la spesa pubblica del suo paese e tutte le operazioni belliche, dal 1935 al 1945, senza aver bisogno di oro né di debito.

Un esempio più recente è il Giappone, dove non a caso il governo ha uno stretto controllo sulla banca centrale giapponese (la B.o.J.) e sull’emissione monetaria: da diverso tempo si procede a forti immissioni di liquidità (parliamo di una base monetaria che continuerà a crescere di 60-70 mila miliardi di yen l’anno, ovvero 645-755 miliardi di dollari) per finanziare la spesa pubblica e, nonostante ciò, l’inflazione si è ridotta [5] in un anno, passando dallo 0,3% di febbraio 2012 al -0,6% di febbraio 2013. Per immettere liquidità nel sistema, il governo giapponese invece di indebitarsi ulteriormente (il rapporto tra debito e Pil in Giappone è oltre il 240 per cento) delega alla banca centrale il compito di stampare moneta e immetterla nell’economia acquistando il debito pubblico, sia breve sia a lunga scadenza.

Giusto per confrontare un po’ di dati: l’Italia ha più dell’11% di disoccupati su una popolazione di circa 60 milioni di abitanti; il Giappone ha il 4,2% di disoccupati su una popolazione di 127 milioni di abitanti (il doppio di quella italiana); nonostante tutto il rapporto debito pubblicoPil giapponese è circa il doppio di quello italiano.

Ma c’è di più. Ad avvalorare la tesi secondo cui non si generi inflazione stampando moneta connessa alla produzione di beniservizi (ossia aumentando la spesa pubblica) è addirittura la banca centrale americana,la Federal Reserve. La FED ha pubblicato una lettera economica [6] in cui affronta l’argomento della correlazione tra base monetaria e inflazione, evidenziando come l’aver triplicato la base monetaria dal 2008 non abbia generato maggiore inflazione.

Queste sono tutte argomentazioni teoriche e pratiche che non hanno spazio nè in dibattiti politici o televisivi, nè tanto meno nella dottrina accademica, ridotta a diffondere le nefaste teorie liberisteneoclassiche che ci hanno condotto all’attuale recessione economica che stiamo vivendo.

Le soluzioni per uscire da questa crisi economica esistono; bisogna solo scegliere se applicarle, oppure continuare a veder crescere il numero delle imprese che chiudono i battenti e restare inermi dinanzi la tragicità dei suicidi per insolvenza, allietandosi però di avere un basso livello di inflazione.

Salvatore Tamburro

 http://www.stampalibera.com/?p=62073

 

Avvenimenti in Siria ed I “cani scodinzolanti” agli ordini degli USA

di Luciano Lago

La notizia recentissima è che sono stati liberati i giornalisti italiani che erano stati sequestrati in Siria da miliziani islamisti che operano nella guerriglia contro le forze lealiste dell’Esercito Nazionale Siriano.

Il Ministero degli Esteri  ha comunicato per bocca del sottosegretario De Mistura (lo stesso che insieme al ministro Terzi ha gestito così “egregiamente” la vicenda dei marò in India) che in realtà i quattro giornalisti non sono stati sequestrati ma soltanto “fermati” dai miliziani islamisti.

Si capisce così l’attenzione della Farnesina a non urtare la suscettibilità del fronte dei  ribelli siriani, la così detta “coalizione nazionale siriana”, quella che il ministro Terzi voleva riconoscere come “legittimo rappresentante” del governo in Siria. Si comprende facilmente che il governo Italiano prende direttamente ordini dalle centrali  del  Dipartimento di Stato USA e dal governo israeliano, le vere contrali direttive che guidano la regia degli avvenimenti in Siria ed in tutto il Medio Oriente.

Appare chiaro che, come fanno anche  tutti i giornali e le TV italiane (con pochissime eccezioni), si deve promuovere la versione (fornita ufficialmente dal Dipartimento di Stato USA) di una “ribellione spontanea” avvenuta in Siria e quindi di una guerra civile interna anche a costo di falsificare grossolanamente la realtà, fingendo di non sapere che in Siria in questo momento si sta combattendo una guerra di aggressione contro l’integrità di uno Stato sovrano, membro dell’ONU,  ed un regime, quello di Al Assad che, malgrado i suoi difetti, esiste da 40 anni ed è appoggiato dalla stragrande maggioranza della popolazione che teme di finire  sotto “protezione” degli USA come lo sono finiti prima l’Iraq e poi la Libia con tutte le nefaste conseguenze.

Naturalmente basta vedere anche dalle dichiarazioni rilasciate dagli stessi giornalisti sequestrati che hanno capito di non essere caduti  in mano a militanti siriani ma a miliziani jihadisti arabi di altre nazionalità (libici e marocchini) che conducono una “guerra santa” contro gli infedeli  ed infatti avevano minacciato i nostri connazionali, accusati di essere spie ed “infedeli “ (kafir), di portarli quindi davanti una corte islamica per processarli.

Già da queste dichiarazioni è facile constatare la veridicità di quanto da tempo sosteniamo: che in Siria operano miliziani integralisti fanatici, di fede “salafita” (una delle confessioni più arretrate e fanatiche dell’Islam ) che combattono contro il regime di Al Assad in quanto questo risulta essere un regime laico e tollerante con tutte le confessioni  dove convivono alawiti, sunniti e sciiti (lo stesso Al Assad è alawita) oltre ad una minoranza cristiana che viene protetta e rispettata.

Questi miliziani, divisi fra loro in vari gruppi, sono principalmente stranieri  (Libici, afgani, marocchini, egiziani) che sono entrati in Siria attraverso la Turchia ed il Libano, forniti di armamenti in abbondanza tramite gli USA con l’assistenza logistica della Turchia, finanziati da Arabia Saudita e dalle altre petromonarchie del Golfo, sono per lo più arruolati dai servizi segreti occidentali e si tratta  di gente fanatica che ha commesso crimini contro la popolazione civile (nascosti dai media occidentali) che ha compiuto azioni terroristiche con autobombe (ultimamente in centro a Damasco con 13 morti) e con mortai ed armi pesanti, azioni volte a seminare il panico tra la popolazione civile, gli stessi miliziani che avevano lanciato attacchi suicidi contro le caserme della polizia a Bengasi determinando la reazione dell’Esercito Nazionale Siriano che è poi intervenuto in forze.

Da notare che in Siria è entrata, tra gli altri,  una intera brigata libica composta da circa 6.000 uomini, tutti fanatici jiahadisti, la famigerata brigata Liwaa al-Umma comandata da un certo Al-Mahdi al-Harati, un libico di origine irlandese che risulta finanziato dall’Arabia Saudita, che fu fra i primi ad entrare a Tripoli ed a occupare i palazzi del regime di Gheddafi. Notizia confermata anche dall’agenzia reuters.

http://www.ilpost.it/2012/07/29/la-brigata-internazionale-in-siria/

https://syrianfreepress.wordpress.com/2012/08/15/also-reuters-confirm-that-libyan-mercenaries-are-among-terrorist-groups-in-syria-anche-la-reuters-conferma-la-presenza-di-mercenari-libici-tra-i-gruppi-armati-terroristi-in-siria-eng-ita/

La strategia degli USA e di Israele, appoggiati anche da Francia, Gran Bretagna e Turchia è quella di arrivare ad una destabilizzazione del paese, in una forma similare a quanto avvenuto in Libia, per favorire gli interessi delle grandi potenze che vorrebbero stabilire in Siria uno stato frazionato, come già avvenuto in Irak e conforme agli interessi di Israele e degli USA che vedrebbero cadere quello che fino ad oggi è stato un bastione arabo antagonista di Israele e degli interessi americani nel M.O. Oltre a questo si sovrappone l’interesse della Turchia, quale potenza regionale,  che avanza pretese territoriali sulla zona confinante siriana.

In questo caso però le potenze occidentali hanno sbagliato i calcoli per almeno due fattori:

1)    la popolazione siriana si è stretta intorno al regime ed alle sue forze armate ed ha sostenuto lo sforzo dell’Esercito Nazionale Siriano  di respingere l’invasione delle milizie islamiche che, nonostante i massicci rifornimenti di armi (gli USA stanno attuando anche un ponte aereo utilizzando la base di Al Udeid nel Qatar e  quella turca di Esenboga, già sede del comando USA con personale americano di stanza in Turchia), le forze lealiste sono riuscite a sbaragliare sul campo le milizie integraliste della Coalizione nazionale Siriana, dimostrando capacità tattica e di combattimento sottovalutate dai comandi USA;

2)    forte determinazione della Russia di Putin nell’appoggiare e sostenere il regime siriano, visto che la Russia non intende consentire agli USA e la Nato di realizzare un rovesciamento del regime siriano che la Russia provvede a rifornire ed a sostenere militarmente, vista anche la presenza di una importante base militare Russa nel paese, Tartus, che è l’unica nel Mediterraneo ed ha una grande importanza strategica. Gli avvertimenti lanciati da Putin alla Turchia ed agli USA sono stati molto chiari e precisi: “provate a far entrare nel paese un solo soldato NATO e sarà la guerra.”

In altre parole la Siria non è la Libia ed gli strateghi di Washington e di Tel Aviv  hanno sbagliato i loro calcoli ancora una volta. Non è bastata la campagna mediatica di menzogne e di disinformazione lanciata in tutta Europa ed utilizzando anche le testate arabe filo occidentali come Al Jatzeera ed Al Arabija per convincere l’opinione pubblica della necessità di abbattere il “tiranno” per difendere i diritti umani violati in Siria.

Ancora una volta gli americani utilizzano il risibile pretesto della difesa dei diritti umani quando poi sono loro i principali supporter delle monarchie del Golfo come Arabia Saudita, Qatar e Barhain che risultano gli stati più assolutisti e tirannici esistenti in tutto il M.O., dove ad esempio sono avvenute rivolte della popolazione come in Barhain, represse nel sangue e celate dai mezzi d’informazione occidentali  poiché trattasi di un regime filo americano ed amico di Israele.

Anche in Italia risentiamo di questo clima di propaganda e di manipolazione che naturalmente mobilita in particolare tutta la sinistra progressista ed internazionalista ma anche nel centro destra, trasversalmente tutta la grande stampa risulta succube agli interessi americani e sionisti, tanto da lanciare ipocriti appelli provenienti dagli intellettuali impegnati al “non si può restare fermi” di fronte ai crimini di Al Assad. Guarda caso si tace del tutto su quanto commesso dai “tagliagola” miliziani salafiti che massacrano ferocemente  i civili inermi che vengono accusati di collaborazione con il regime (documentato da decine di filmati lanciati sulla rete da fonti indipendenti).

Ne sanno qualche cosa anche gli 80.000 cristiani fuggiti dalla città di Homs e riparati nei campi profughi in Turchia per sottrarsi agli assassini ed alle torture attuate dai miliziani contro quelli considerati “infedeli”. Questo la dice lunga su quale tipo di regime e quali diritti umani verrebbero rispettati un domani in una Siria “liberata” da Assad.

http://www.fides.org/es/news/33190?idnews=33190&lan=spa#.UWqPRErk0Ys

Le notizie di quello che accade alle minoranze cristiane in Siria nelle zone passate momentaneamente sotto il controllo dei “ribelli” salafiti bisogna leggerle su siti di informazione indipendenti perché in Italia vige la censura sui media su quanto realmente accade il Siria.

Per rendersi contro del grande rispetto dei “diritti umani” che viene attuato dai “liberatori” ,basta andare a vedere cosa succede in Libia e registrare i massacri e le torture a cui sono sottoposti migliaia di persone accusate di essere stati simpatizzanti di Gheddafi. Naturalmente questo agli intellettuali nostrani, quelli che sostenevano a spada tratta la legittimità di intervenire contro il dittatore Gheddafi, non interessa poiché considerato una situazione non più “attuale” e “degna di attenzione”.

In Siria la popolazione ha compreso bene quale tipo di regime vorrebbero instaurare le milizie islamiche e non si lascia ingannare, tant’è che nell’Esercito Nazionale Siriano sono presenti fra soldati ed ufficiali molti cristiani della minoranza presente nel paese che combattono per la loro sopravvivenza: qualcuno di essi è caduto per difendere delle moschee che i miliziani volevano distruggere, altri per difendere le stesse chiese cristiane che vengono incendiate e distrutte dai miliziani integralisti.

Questo in Europa non si comprende e tanto meno che in Siria l’Occidente sta armando i suoi stessi nemici che domani saranno pronti a volgere le armi contro altri paesi ed altri obiettivi come la stessa Francia sta sperimentando in Mali, dove le sue truppe fronteggiano miliziani integralisti che erano in precedenza a combattere contro Gheddafi e forniti di armi  dagli stessi servizi segreti francesi.

I paesi europei (Italia in testa) come al solito seguono come dei “cani scodinzolanti” tutte le strategie decise dagli USA, anche quando queste sono palesemente in contrasto con il proprio interesse nazionale a mantenere nel mondo arabo dei regimi laici e tolleranti evitando la proliferazione degli integralismi i quali, prima o poi, arriveranno per effetto di contagio anche nei paesi europei dove vivono milioni di mussulmani ed il cui numero è sempre in aumento.

Rimangono inascoltati anche gli appelli come quello lanciato dal patriarca Cristiano di Damasco Gregorio III il quale  ha lanciato l’allarme su quanto accade e sulle persecuzioni che subisce la comunità cristiana dai miliziani intervenuti in Siria.

http://www.news.va/it/news/siria-la-denuncia-del-patriarca-gregorio-iii-crist

Quando il peggio accadrà, gli europei non potranno dire anche questa volta “noi non sapevamo noi non credevamo”….

Hanno fatto del suolo pubblico un’azienda privata

Posted By Gianni Tirelli On 14 aprile 2013 

 L’attenzione alla guida, la prudenza e la concentrazione, raggiungono il loro picco, nella misura in cui, l’automobilista, è responsabile in toto dei suoi atti e comportamenti, e consapevole dei rischi e della certezza della pena.

L’avere reso obbligatoria l’assicurazione, relativa alla conduzione di autoveicoli e motocicli, ha vanificato la soglia di attenzione di automobilisti e motociclisti, fino ad azzerarla completamente.

Questa considerazione che, a una prima lettura, potrebbe apparire estrema e impopolare, ci consegna, diversamente, lo spaccato del meccanismo perverso delle liberalizzazioni (in questo specifico caso, delle compagnie di assicurazione) che, ha fronte di profitti sempre maggiori, hanno mercificato la responsabilità individuale dei cittadini, accollandosi virtualmente le conseguenze dei loro comportamenti illeciti.

Quel “tagliandino” dai costi esorbitanti, esposto in bella vista sul lunotto delle nostre autovetture, è una speciale licenza di uccidere che disinibisce da ogni responsabilità individuale. Uno scudo che protegge penalmente da qualsiasi addebito, sia l’automobilista negligente che la compagnia di assicurazione.

Ma le perverse logiche del Sistema Liberista Relativista sono in netto contrasto con questa mia suggestiva tesi, tanto è vero che, alla vita delle persone, viene anteposto il profitto e l’interesse particolare. Del resto, non c’è da stupirsi più di nulla!

Queste moderne “strategie di mercato” sono oramai in uso da decenni e applicate ad ogni settore e contesto sociale.

Ci sono circa, 7000 morti sulle strade ogni maledetto anno e, circa 24000 individui vittime di traumi invalidanti. Di questi, l’80% fa uso delle cinture.

Cinture di sicurezza, airbag, pneumatici calamitati, freni inchiodanti e tutto quel baraccone di tecnologie infantili e ludiche (full optional) di cui sono provviste oggi le moderne autovetture, non intervengono in nessun modo sulla nostra incolumità.

Dirò di più!

Gli sponsor che propagandano le loro super vetture, evidenziandone le particolari caratteristiche, come elementi di assoluta sicurezza, sono i primi e soli responsabili di quella carneficina che si consuma, con sistematica scadenza sulle nostre strade.

Fra le sanzioni amministrative, “la guida senza cinture”, é quella che produce gli introiti maggiori a fronte di risultati deludenti. Lo stesso discorso vale per i vaccini, i detersivi, le creme rassodanti, snellenti e rigeneranti, le merendine, il danacol, l’actimel, la ricerca sul cancro, i diserbanti, i fertilizzanti, i pesticidi, le missioni spaziali, la pubblicità, i master universitari e tutte le minchiate di quest’epoca nefasta e tumorale, che soffocano la nostra esistenza e svuotano le nostre tasche.

Cinture, air bag, abs e altri marchingegni di questo tipo, se non esistessero, per il solo fatto di generare profitti ai soliti imprenditori impostori e fare divertire i loro inventori, non sarebbero di alcuna utilità anzi, controproducenti. E’ proprio sulla base di una sicurezza illusoria, indotta dalla propaganda opportunista del Sistema che, la gente, pigia sull’acceleratore e si schianta.

Se veramente questi signori, avessero a cuore l’incolumità e la salute dei loro cari e amati concittadini, cercherebbero, a) Di limitare la velocità delle loro autovetture, b) Di risolvere la tragedia dell’inquinamento da combustione.

Eco pass, sanzioni, marmitte catalitiche, euro 1/2/3/4, non sono, che imbrogli, trabocchetti, pianificati a tavolino per estorcere denaro fresco alla gente che lavora. Lo scopo, affermano, è quello di inibire i comportamenti illeciti degli automobilisti. Balle!! Fumo negli occhi e prese per il culo!! La schiacciante realtà lo conferma. Quelle che, oggi, sono definite le “regole”, in verità hanno la stessa efficacia della dicitura, “Il fumo uccide”, stampigliato sui pacchetti delle sigarette, della confessione cattolica che ti assolve dai peccati, e della pena di morte usata come deterrente. In verità, tutti continuano a fumare, a peccare e a uccidere, con grande giubilo del Sistema e dei sostenitori del PIL.

Il potere di convincimento e di lavaggio mentale di questo Sistema é ammirevole! Ci rincoglionisce, fingendo di sensibilizzarci e, si inventa regole per poterci sanzionare. Lui non vuole la nostra sicurezza, non opera per una qualità di una vita più sostenibile e felice! Al Sistema vampiro, interessano solo i nostri soldi, e così dissemina le sue mille trappole su tutto l’intricato tessuto sociale, contando sullo sfinimento e l’incapacità di reazione dei cittadini.

La storia vergognosa e infame dei semafori con il trucco, ce la siamo scordata?

Hanno fatto del suolo pubblico un’azienda privata – tutto qui!!! Siamo trattati al pari di bestie ammaestrate e intanto, loro, se la ridono alle nostre spalle mentre, nel frattempo, stanno armando una nuova trappola.

Dobbiamo usare la nostra testa se intendiamo onorare la verità, a costo dell’impopolarità, e analizzare a fondo le circostanze, senza prendere per oro colato ogni minchioneria che ci spacciano per buona e improntata al nostro bene. Chi, oggi, può ancora credere nella bontà di un Sistema che ci ha prosciugato da ogni barlume di felicità e di speranza? Questa banda di sanguisughe, ci ha spremuto, ci spreme e continuerà a spremerci come dei limoni, fino a quando l’ultima goccia del nostro sangue, sarà stata risucchiata dalla loro arsura di potere e di denaro.

L’intento, di questa mia dissertazione, è quello di smascherare la retorica di tutti quei luoghi comuni che ci spacciano come taumaturgici ed esempi di civiltà, per indicare al lettore, un diverso punto di vista e una sua personale riflessione.

 

http://www.stampalibera.com/?p=62081

 

“Lacrime di coccodrillo” di Bersani e soci

13 aprile 2013 |

Autore Luciano Lago 

Grazie al governo Monti, alle riforme pasticciate della Fornero, il paese si trova oggi in profonda recessione con migliaia di imprese chiuse ed un milione di nuovi disoccupati e senza prospettiva per il futuro, grazie alle politiche di rigore approvate, per “ossequiare l’eurocrazia di Bruxelles, dagli stessi signori che oggi reclamano in piazza a parole la “lotta alla povertà”.

Bene ma questa povertà, vorremmo chiedere a Bersani e soci, non è forse il frutto avvelenato dei provvedimenti da voi appoggiati e sostenuti negli ultimi anni? Chi se non voi, concordemente il vostro partito (il PD) con la complicità degli altri, ha appoggiato tutti i provvedimenti di innalzamento delle imposte a livelli intollerabili come l’IMU sulla prima casa? Chi ha approvato i provvedimenti del governo Monti che hanno versato miliardi alle banche (M.P.S. e Morgan Stanley) dai soldi pubblici, miliardi all’eurocrazia (40 miliardi per il MES, fondo di stabilità), chi se non voi ha approvato la firma su “fiscal compact” (tagli al bilancio delle spese sociali per 45 miliardi l’anno) senza fiatare per adempiere alle direttive che venivano da Bruxelles e Francoforte?

Qualunque osservatore rileva un rapporto di causa ed effetto tra questi provvedimenti e la situazione di impoverimento di milioni di famiglie che è letteralmente esplosa negli ultimi due anni.

Quante imprese e quanti posti di lavoro si sarebbero potuti salvare con i miliardi regalati alle banche ed all’eurocrazia? Quante aziende agricole avrebbero potuto non chiudere se fossero state esonerate dal pagare l’IMU perfino sulle stalle? Queste semplici domande Bersani e soci non se le pongono.

Si potrebbe anche chiedere chi se non il PD in primis, insieme agli altri, ha utilizzato il denaro pubblico per finanziare le clientele parassitarie, le folli spese delle caste politiche ad ogni livello, i giornali e la stampa di partito, rimanendo sordi alla richiesta di abolire il finanziamento pubblico ai partiti (richiesta fatta dai cittadini per referendum).

Lo stato maggiore del PD cerca di oscurare le proprie responsabilità, prova a dirigere una operazione di insabbiamento anche di questioni come lo scandalo MPS, ove i dirigenti del PD sono direttamente responsabili (17 miliardi spariti dalla contabilità della Banca) per dirottare l’attenzione dell’opinione pubblica su altri temi sperando di non trovarsi imputato un domani in un processo alle responsabilità della classe politica.

La sinistra che in questi anni si è fatta garante dell’oligarchia che comanda a Bruxelles e Francoforte, garante dello strapotere delle banche e del governo dell’usura che costringe a pagare tassi di interesse da strozzinaggio sul debito pubblico dopo aver privato l’Italia di qualsiasi tipo di sovranità monetaria, taccia di complottista ed eversore chiunque osi dissentire sulle politiche economiche neo liberiste attuate da tutti i governi ed in particolare da quello nefasto de i Monti e dei suoi “tecnici”.

L’alleanza tra la sinistra ed il grande capitale è ormai qualche cosa di radicato, un processo che dura da oltre 30 anni e non è possibile più fermare ma almeno ci risparmi le sue “lacrime di coccodrillo” sulla povertà che avanza.

stampa libera