Venezuela: Maduro avverte sul piano USA di assassinare Capriles

Il presidente ad interim del Venezuela, Nicolás Maduro, ha esortato il presidente degli USA, Barack Obama, a bloccare il piano di un attentato contro il leader dell’opposizione venezuelana, di origine ebraica, Henriques Capriles Radonski, per destabilizzare il paese sudamericano.

“Lancio un appello al presidente Barack Obama, al governo degli Stati Uniti…Roger Noriega, Otto Reich, funzionari del Pentagono e della Cia hanno orchestrato un piano per assassinare il candidato presidenziale della destra venezuelana”, ha affermato Maduro in un’intervista televisiva.

Maduro ha affermato di possedere informazioni provenienti da “fonte molto affidabile” secondo le quali i progetti pianificati dagli Stati Uniti mirano ad “incolpare il governo bolivariano e seminare il caos in Venezuela”.

Mercoledì scorso il presidente ad interim aveva per la prima volta rivelato il progetto pianificato da settori statunitensi legati al gruppo dell’ex ambasciatore degli USA in Venezuela, Otto Reich, e dell’ex ambasciatore statunitense nell’Organizzazione degli Stati Americani (OEA), Roger Noriega, con l’obiettivo di uccidere Capriles.

Maduro ha assicurato che il governo ha messo a disposizione di Capriles “ogni forma protezione e sicurezza per garantire tranquillità a lui, alla sua vita, ai suoi diritti politici e poter svolgere la propria campagna elettorale come desidera.”

In un’altra parte dell’intervista concessa al canale venezuelano “Televen”, l’attuale presidente sudamericano ha evidenziato come l’opposizione venezuelana manchi di etica per fare politica, utilizzando la vita e la morte del leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez, per colpire il governo.

“Chi sa quando è morto il presidente Chavez?” aveva dichiarato Capriles una settimana fa, dopo aver annunciato la propria candidatura come leader dell’opposizione venezuelana.

Dopo la morte del presidente del Venezuela, Hugo Chávez, lo scorso 5 marzo, le autorità del paese sudamericano hanno convocato elezioni presidenziali anticipate per il prossimo 14 Aprile, nelle quali Henrique Capriles sfiderà Nicolás Maduro.

http://europeanphoenix.it/component/content/article/8-internazionale-/573-venezuela-maduro-avverte-sul-piano-usa-di-assassinare-capriles-radonski

 

SONO PAZZI QUESTI EUROCRATI: bozza di legge europea per il prelievo forzoso sui c/c sopra i 100mila euro

Alla faccia che il Presidente dell’Eurogruppo si sarebbe sbagliato a dire che il caso Cipro era un format applicabile ad altri casi….

Alla faccia di tutte le fregnacce tranquilizzanti sparate dalla BCE…

Ed alla faccia di tutte le fregnacce tranquilizzanti sparate da ABI, Consob, Istituzioni e Giornali a libro paga: tutti a dire che Cipro era un caso unico e non un PERICOLOSO PRECEDENTE…

 Su Reuters è uscita una News agghiacciante

che ci racconta come sia addirittura in elaborazione UNA LEGGE EUROPEA sui bail-in bancari…

ovvero

in caso di Default della Banca

vai a fare un bel prelievo forzoso sui conti correnti sopra ai 100mila euro…

tutto rigorosamente a norma di legge UE…

 Per favore…qualcuno potrebbe fermare questo folle treno in corsa che chiamiamo Eurozona?

Così posso scendere……………

 .Banche Ue, nuova legge potrebbe prevedere bail-in grandi depositi

Reuters – 1 ora 56 minuti fa

BRUXELLES (Reuters) – In base a una nuova bozza di legge europea i titolari di conti bancari superiori ai centomila euro potrebbero essere coinvolti in future liquidazioni bancarie, mentre i correntisti sotto i centomila euro continuerebbero ad essere protetti.

Lo ha detto una portavoce della Commissione europea, nel corso di un regolare incontro con la stampa.

“In nessun caso, né ora né in futuro, è possibile coinvolgere i titolari dei depositi inferiori ai centomila euro”, ha detto Chantal Hughes, portavoce del Commissario Ue ai Mercati Michel Barnier.

“Nella proposta della Commissione, che attualmente si sta discutendo, non è escluso che i depositi sopra i centomila euro possano essere strumenti utilizzabili per i bail-in”, ha aggiunto la portavoce.

SONO PAZZI QUESTI EUROCRATI: bozza di legge europea per il prelievo forzoso sui c/c sopra i 100mila euro

European parliament to push for depositors with above EUR 100,000 to face bail in under new bank resolution law according to an EU lawmaker

Source: Newswires

Tue, 15:44 26-03-2013

Here We Go Again: EU Lawmaker To Push For Bail-In Resolution Law For Deposits Over €100K from zero hedge

 A parte che tra un po’ proveranno a negare tutto…

Ve li ricordate Asterix ed Obelix che storpiavano l’SPQR degli antichi romani in SonoPazziQuestiRomani?

SPQE! SonoPazziQuestiEurocrati!

Immagino che una legge del genere farà andare in brodo di giuggiole gente come Bersani o la Galbanelli…però io mi chiedo:

COME MAI NESSUNO DEI NOSTRI C…ZO DI LEADERS POLITICI FA UNA DICHIARAZIONE CONTRO QUESTE EURO-FOLLIE?

PERCHE’ NESSUNO HA DETTO NIENTE SU CIPRO? (NEMMENO GRILLO)

 Visto che, fino a prova contraria, la proprietà privata e la ricchezza in Eurozona non sono ancora un DELITTO…sapete che vi dico?

Io mando TUTTI A FAN CULO

e me ne vado da questa Eurozona di Pazzi peggio che in URSS

che stravolgono persino la più basilare REGOLA DI DIFESA DEL RISPARMIO

La ribadisco per l’ennesima volta

come feci nel mio post Cipro: La Piccola Bottega degli Orrori…

 Da sempre l’ultimo BALUARDO sono i Conti Correnti

e dunque sono sempre quelli da tutelare in ogni modo e da “colpire” per ultimi.

E sapete perchè?

Perchè i soldi sui conti correnti sono risparmio “inconsapevole”, puro deposito liquidità in un salvadanaio (ed io non so cosa ci faccia la banca con quei soldi).

Mentre se compro azioni bancarie o Bond bancari…ho fatto un investimento “consapevole”, ho fatto un’azione volontaria, ho “prestato i miei soldi alla banca”, dunque ho preso dei rischi e li ho accettati “consapevolmente”.

Ecco perchè, in caso di dissesto e/o di default, questa categoria deve “pagare per prima” rispetto ai conti correnti.

In questo caso invece i CONTI CORRENTI sono stati colpiti PER PRIMI.

(Tra parentesi: adesso capite meglio le vere “implicazioni” della Lotta al Contante e del voler trasformare tutti i nostri Risparmi in “moneta elettronica” ?…O credete ancora alla fola della “lotta all’evasione”?…)

Vi citerò nientepopodimeno che il MIO PRIMO POST che sancì la nascita di questo BLOG

Si parlava di Nazionalizzazione delle Banche ma il principio vale lo stesso, tanto più per un Bailout-tampone…

Marzo 2009: Si inizia a parlare di nazionalizzazione delle banche…………..

Insomma…

è come se durante una Guerra

ammazzassi prima tutti i bambini, le donne ed i vecchietti civili…e solo in seguito andassi a colpire i soldati, gli ufficiali ed infine i corpi speciali addestrati a missioni suicide…;-)

 Mi sta venendo il sospetto che la spiegazione di questa folle legge sul prelievo forzoso sui c/c

vada al di là dell’intenso uso di cocaina che devono fare dalle parti di Bruxelles…

Siccome i tassi in negativo hanno troppe controindicazioni

e siccome la patrimoniale è troppo complessa/lenta

potrebbe essere che stiano pensando di terrorizzare i correntisti dotati di maggiore liquidità

per costringerli ad investire in bond bancari e titoli di stato…e così sostenere la baracca.

Poi….se avete anche voi delle spiegazioni NON psichiatriche fatemi sapere….

 Nel frattempo credo che parecchi capitali inizieranno a defluire dall’Eurozona-sempre-più-folle

compresi i miei sudati, onesti e meritati risparmi…

Infatti ogni giorno di più…io FUGGO da questa EUROZONA!

Chi vuole seguirmi mi scriva a lagrandecrisi2009@gmail.com

e ne parliamo.

http://www.ilgrandebluff.info/2013/03/sono-pazzi-questi-eurocrati-bozza-di.html

 Per reagire di fronte alla valanga delle accuse sull’inerzia del suo governo ha tirato fuori la cartuccella dei 40 miliardi che la Pubblica Amministrazione dovrebbe pagare ai fornitori, ma sono bastate poche ore per capire che si tratta di un jolly fasullo perché ci vorranno settimane prima di passare ai decreti attuativi. Come non bastasse è arrivato il monito di Bruxelles dove la follia degli eurocrati su Cipro ha aperto interrogativi inquietanti sul destino dei depositi che gli italiani prima o poi potrebbero vedere intaccati secondo il modello cipriota.

monti figlia e cane montezemolo

Per il momento la Banca d’Italia non segnala il ritiro dei quattrini dai conti correnti delle nostre banche, ma se andate in qualsiasi filiale sentite che molti clienti stanno chiedendo ai direttori delle agenzie se ci sono cassette libere per mettere al riparo un po’ di liquidità.

In questo scenario un presidente del Consiglio, che all’origine del suo mandato ha avuto il merito di frenare il default dei conti pubblici, avrebbe dovuto pronunciare qualche parola rassicurante, ma SuperMario è arrivato al minimo delle sue energie e ha perso per strada anche quella credibilità che gli veniva riconosciuta negli ambienti internazionali.

 Spagna cambia la Costituzione per rendere “legale” il prelievo dai conti

 Mentre a Cipro si studiano modi per controllare i capitali in fuga, grazie a un blitz costituzionale in Spagna d’ora in avanti consentita tassa sui depositi bancari: apre la porta a tassazione dei risparmi. Con la scusa di uniformare pressione fiscale a livello regionale.

 Ministro spagnolo della Pubblica Amministrazione, Cristobál Montoro

 NEW YORK (WSI) – Il contagio e’ gia’ in atto. Mentre il ministro spagnolo dell’Economia Luis De Guindos ha proclamato in Senato che “i depositi in banca sotto i 100 mila euro sono sacri e che i risparmiatori non si devo allarmare”, la Spagna ha cambiato una norma costituzionale che consente una tassa sui depositi delle banche. Una norma prima proibita per legge, che potrebbe in caso di bisogno aprire la strada a un prelievo forzoso una tantum dai conti bancari, nella forma di una tassazione dei risparmi. Il concetto e’: se le banche vengono tassate dallo Stato, a chi faranno pagare il conto se non ai correntisti?

 Per il momento lo stato sostiene che tale tassa, che gli istituti dovranno pagare allo Stato in proporzione all’entita’ dei propri depositi, “non sara’ molto piu’ alta dello 0%” e che e’ rivolta a quelle regioni che “non hanno compiuto alcuno sforzo per raccogliere entrate fiscali”.

 Nel frattempo l’esecutivo in Nuova Zelanda sta valutando l’ipotesi di imporre in futuro una confisca in stile cipriota dei risparmi, per evitare un eventuale crack delle banche.

 Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, il ministro della Pubblica Amministrazione,Cristobal Montoro ha difeso la misura, sottolineando che la sua presenza nella costituzione e’ giustificata dalla volonta’ di uniformare la pressione fiscale tra le varie regioni della nazione indebitata.

 Il governo sta preparando una proposta di legge sull’ammontare che le banche dovranno versare alle casse pubbliche. Anche se una misura simile potrebbe rappresentare una violazione dei movimenti liberi di capitale in Europa, e quindi essere bloccata dalla Commissione Ue, cosi’ com’e’ strutturata lascia la porta aperta a una tassazione dei risparmidei cittadini, che potrebbe tradursi in un imposta patrimoniale in stile cipriota.

 A proposito di capitali, per scongiurare la fuga dei ricchi patrimoni russi, Cipro sta studiando il varo di un piano di emergenza che prevede il controllo dei capitali, tra cui l’imposizione dilimiti sui prelievi giornalieri dai conti bancari e di un tetto alle somme di denaro che possono essere prelevate per via elettronica dal paese. Nonche’ l’introduzione di controlli di frontiera piu’ severi, nel tentativo di mettere un freno alla fuoriuscita di capitali dal paese mediterraneo.

 Il tutto mentre jet carichi di denaro appartenente agli oligarchi russi stanno volando via dalla piccola isola, che con la sua crisi finanziaria ha aperto il vaso di Pandora in Europa.

Rai, 62 milioni di sprechi: tra flop clamorosi, concussione, intrecci “amorosi” e cachet da capogiro

Questa non è (più) la Rai. Chi ricorda il programma “Balls of steel”? Probabilmente nessuno, dato che gli ascolti furono pessimi. Eppure è costato 2 milioni 900 mila euro. Chi, invece, “Wild West”? È costato 2.722 euro al minuto, pari a un milione 470 mila euro complessivi per sole tre puntate andate in onda. Chi ancora “Votantonio”, costato un milione 350 mila euro nonostante sia andato in onda una sola volta? Sono questi gli sprechi della Rai segnalati in un dossier dal Codacons e consegnato alla Corte dei Conti, per un totale di 62 milioni di euro. E poi i cachet delle varie edizioni dei Festival (incredibili anche quelli degli ospiti), le fregature del televoto per i telespettatori. E due episodi che gettano pesanti ombre sul servizio pubblico. A Radio Rai 1 si è fatta fuori una giornalista per far posto ad un’altra conduttrice “molto vicina” al direttore del Gr (nonostante gli ascolti pessimi rispetto ai precedenti). E, infine, il caso di concussione: il costo di un programma sarebbe stato gonfiato fino a 100 mila euro perché 30 mila era la fetta da spartirsi.

 di Carmine Gazzanni

 Un danno da 62 milioni, euro più euro meno. Questo è quello che si evince dall’esposto presentato dal Codacons pochi giorni fa alla Corte dei Conti contro la Rai per danno erariale.

 Una nuova pesante tegola sul servizio pubblico dopo l’’indagine avviata dalla stessa Corte sul programma di Milly CarlucciBallando con le stelle sul compenso stellare destinato a Christian Vieri800 mila euro inizialmente pattuiti, che poi sarebbero scesi a 600 mila. Ma l’azienda parla di una cifra inferiore, circa 450 mila euro per il suo impegno a cavallo tra il 2011 e 2012.

 Secondo l’accusa, però, “la cifra sarebbe comunque eccessiva”.

 Quanto oggi viene denunciato dal Codacons, però, è ancora più grave. Nel fascicolo – che Infiltrato.it è riuscito a recuperare – si trova di tutto: dagli incredibili cachet delle varie edizioni del Festival di Sanremo, agli impressionanti costi dei tanti flop confezionati dalla Rai; dai format esterni costati un occhio della testa (invece di servirsi delle strutture interne) ai danni derivanti dal televoto per programmi poi abbandonati (cosa che peraltro andrebbe contro una sentenza della Cassazione).

 Fino ad altri due particolari che, se dovessero essere accertati, butterebbero la Rai in acque più che torbide: a Radio Rai 1 si è fatta fuori una giornalista per far posto ad un’altra conduttrice “molto vicina” al direttore del Gr (nonostante gli ascolti pessimi rispetto ai precedenti).

 E, infine, il caso di concussione (provato da una mail consegnata alla Corte) tra un produttore e un direttore: il costo di un programma sarebbe stato gonfiato fino a 100 mila euro perché 30 mila era la fetta da spartirsi.

 LE STRANE SPARTIZIONI RA PRODUTTORI E DIRETTORI. CONCUSSIONE? – Una segnalazione molto particolare riguarda, come si legge nel rapporto, “strane spartizioni di proventi Rai tra produttori e direttori”.

 È il caso di un “produttore onesto” (il nome è tenuto segreto per privacy) il quale si sente proporre da un direttore una spartizione del compenso previsto per un programma televisivo.

 Questi, incredulo, tende una trappola al direttore e gli invia una mail fingendo di non aver capito (sebbene avesse coscienza di essere stato vittima di quello che nei fatti era un tentativo di concussione). Nella mail – che il Codacons ha consegnato alla Corte – il “produttore onesto” chiede come ripartire i 100.000 euro previsti per il programma da produrre. E scrive l’assurdo: “7 me 3 altri???”.

 La trappola funziona. E il direttore – che peraltro, informa il Codacons, è ancora nel pieno delle sue funzioni – abbocca. “Ovviamente c’è un errore. A te 3. Fammi sapere….”, scrive.

 La concussione è evidente. Ma non finisce qui. Il produttore, infatti, sdegnato, rifiuta la proposta. Per tutta risposta, il direttore gli dice: “tanto c’è la fila fuori della mia porta per accettare…”.

 Insomma, l’usus è proprio questo: c’è sempre un fetta per tutti. E i conti, ovviamente, si ingrossano. A tal proposito il Codacons ha fatto i suoi calcoli: “il costo per l’erario delle somme distratte con questo metodo si può calcolare al 70% dell’introito”.

 Cosa vuol dire questo? Settecentomila euro ogni milione di spesa, ovvero 70.000 euro ogni contratto da 100.000 euro pagato dall’azienda. Una bella sommetta, insomma.

 FLOP TELEVISIVI: MILIONI DI EURO PER PROGRAMMI ANDATI IN ONDA UNA SOLA VOLTA – Il capitolo flop televisivi è immenso. Le cifre sono incredibili. Tutte pesantissime per la Rai che nell’epoca pre-Gubitosi non avrebbe badato a spese (tanto, come si sa, sono spese del cittadino contribuente).

 Prendiamo il caso di Balls of steel (Palle d’acciaio),  costato al minuto 1.611,11 euro, per una somma totale di 2 milioni 900 mila euro. Il tutto con un risultato di share descritto, dagli stessi dirigenti della rete, come “deludente”.

 Ancora, la trasmissione Stile Libero Max che, con il suo share medio di 6.39, è costato alla Rai ben 1 milione 607 mila euro. Ovvero, sottolinea il Codacons, 178.600 euro a puntata e 2.551 euro al minuto.

 L’elenco è infinito. Wild West, con il suo costo di 2.722 euro al minuto, pari a 490.000 euro a puntata e un milione 470 mila euro complessivi, ha totalizzato, durante le tre puntate andate in onda, uno share inferiore al 10%. Non differenti risultano i dati relativi alla trasmissione Donne, costato alla rete 489 mila euro a puntata per uno share del 9%. Per arrivare poi alla trasmissione Votantonio, costato ben 450 mila euro per ognuna delle 3 puntate realizzate, per un totale di un milione 350 mila euro e – assurdità delle assurdità – andato in onda una sola volta.

 Sotto la lente d’ingrandimento, poi, anche gli appalti esterni di format o progra mmi che potrebbero invece essere realizzati senza il concorso esterno. Come nel caso di Che tempo che fa di Endemol. O in quello de I Soliti ignoti, “profumatamente pagato dalla Rai” (si stima 27 milioni di euro) nonostante, come segnalato anche da Striscia la Notizia, fosse sostanzialmente simile a un’idea che Gianni Ippoliti ebbe oltre vent’anni fa con il programma La Vela d’Oro (a cui peraltro, ironia della sorte, partecipò lo stesso Fabrizio Frizzi come conduttore).

 LA GRANA DEL TELEVOTO – In più, nel fascicolo si fa riferimento ad arricchimenti indebiti con il televoto, come nel caso di Star Academy, sospeso dopo tre puntate. Scrive il Codacons: non possono considerarsi valide le singole sessioni di televoto se poi non si raggiunge lo scopo finale.

 Quanto di più vero dato che il telespettatore vota da casa – versando un euro a sms e/o chiamata – sperando che il suo beniamino arrivi alla vittoria finale. In altre parole, il Coordinamento per la difesa dei diritti dei consumatori si chiede che fine abbiano fatto quei soldi.

 La questione del televoto, per il Codacons, è tutt’altro che secondaria. “L’obbligazione di natura restitutoria a vantaggio dei consumatori e utenti che hanno mandato sms digitando da telefonia fissa o mobile la numerazione ad hoc abilitata – si legge nel fascicolo – dovrebbe costituire un must, valevole quale rimedio successivo che avrebbe lo scopo di tutelare l’utente”.

 Oggi non è così.

 Nonostante una sentenza della Cassazione (la numero 27092 del 22.12.2009) chiarisca che un ente pubblico come la Rai abbia l’obbligo di trasparenza ed efficienza nei confronti dei telespettatori quando manda in onda programmi nei quali i consumatori e utenti – a determinate conosciute e chiare condizioni – corrispondono prestazioni economiche in cambio della certezza di poter concorrere alla formazione del finale esito di quel programma televisivo.

RADIO RAI1: FACCIO FUORI LA GIORNALISTA PER METTERE LA FIDANZATA. E GLI ASCOLTI? PESSIMI – La questione riguarda la storica trasmissione di Radio Rai1Italia: Istruzioni per l’uso di Emanuela Falcetti. Ebbene, la giornalista, dopo trent’anni di lavoro precario, è stata licenziata con un avviso in bacheca. Ma prescindiamo per un attimo dai metodi vergognosi utilizzati.

 Perché mai la sua trasmissione sarà stata cancellata? Ascolti bassi? Pare proprio di no. In base ad alcune rilevazioni erano un milione e trecento mila gli ascoltatori, pari al 28% di share. E allora? Cos’è successo? Secondo il Codacons la questione sarebbe per così dire amorosa.

 Al posto di Italia: Istruzioni per l’uso, infatti, viene inserito in scaletta il programma Prima di tutto, “all’interno del qualelavorerebbe una giornalista (Susanna Lemma, ndr) secondo alcuni troppo vicina al Direttore Antonio Preziosi”. Le perplessità sono più che fondate dato che da 1,3 milioni di ascoltatori pari al 28% di share si è scesi a 642mila ascoltatori con uno share del 15,42%.

 Denuncia pertanto l’associazione: da tale accadimento vi è il serio timore che ne sia derivato un danno, non solo al servizio pubblico, ma anche erariale, imputabile a chi ha deciso la sostituzione del programma facendo crollare ascolti e introiti pubblicitari. Soprattutto se si dovesse accertare “se esistano rapporti personali che travalichino quelli professionali tra la sig.ra Susanna Lemma che ha sostituito la Falcetti e il direttore del GR Antonio Preziosi”.

 LA STORIA DI SPRECHI DELLE EDIZIONI DEI FESTIVAL: TUTTI I CACHET DI CONDUTTORI E OSPITI – Non potevano non finire nel fascicolo gli incredibili stipendi che assicura la Rai – spesso “in maniera immotivata” – ad alcuni conduttori. È il caso, ad esempio, dei compensi elargiti a Paolo Bonolis e Roberto Benigni per il Festival di Sanremo 2009 (secondo indiscrezioni riferite dal Codacons 1 milione di euro al primo e per Benigni la cessione dei diritti delle sue partecipazioni sulla rete pubblica, valutati tra i 350mila euro e i 2 milioni di euro). Tutti compensi che non dipendono in alcun modo dall’andamento degli ascolti. Ma, d’altronde, non è una novità: il Festival è sempre costato tanto.

 Nel 2006 500 mila euro andarono a Ilary Blasi , una delle donne del Festival di Giorgio Panariello – peraltro tra i più negativi sotto il profilo dell’audience – il quale a sua volta portò a casa un milione di euro. E se Simona Ventura nel 2004 si accontentò di 320 mila euro (in un’edizione, anche questa, segnata da scarsi ascolti) e Tony Renis, direttore artistico, di 500 mila euroun milione di euro fu il compenso record per Paolo Bonolis nel 2009. Un po’ meno di un milione di euro si disse che fu la cifra presa anche da Michelle Hunziker nel 2007, al fianco di Pippo Baudo (800 mila euro).

 E poi gli ospiti. Nel 2004 180 mila dollari furono dati a Dustin Hoffman per due performance imbarazzanti, compresa una in cui parlò della “cacca”; 250 mila euro vennero elargiti a Sharon Stone che si esibì al cospetto di Pippo Baudo; tra i 400 e i 500 mila euro furono dati nel 2006 a John Travolta in una partecipazione criticata dallo stesso conduttore del Festival, Panariello.

 Addirittura 800 mila furono quelli elargiti a Jennifer Lopez nel 2010, anno in cui Antonio Cassano prese 150 mila euro per farsi intervistare da Antonella Clerici. Un vero e proprio scandalo lo provocarono poi i 90 mila euro dati al condannato per violenza carnale Mike Tyson , per un’intervista concessa nel Festival 2006 di Paolo Bonolis.

 Per non parlare dei 500 mila euro dati nel 2005 a Hugh Grant per prendere un tè sul palco dell’Ariston e rivelarsi anche piuttosto infastidito durante un brevissimo scambio di battute a monosillabi.

 Le cose non sono cambiate con l’ultimo Festival (come Infiltrato.it ha già documentato): 600mila euro a Fazio e 350mila alla Littizzetto. Certamente non un buon biglietto da visita per il risparmio.

 http://www.infiltrato.it/inchieste/italia/rai-62-milioni-di-sprechi-tra-flop-clamorosi-concussione-intrecci-amorosi-e-cachet-da-capogiro

Aisha Gheddafi: il complotto della Gran Bretagna e i media “volatili”

marzo 26, 2013

mcc43 

 Ne Gli Uccelli, del maestro del brivido Alfred Hitchcock , i corvi si raggruppano improvvisamente e senza un’apparente ragione. Lo stesso accade ai media dei nostri giorni. Inaspettatamente  compare lo stormo delle testate su qualche argomento o persona. L’assalta a colpi di non-notizie in un crescendo  che suscita  aspettative di una  rivelazione ventura sempre deluse. Poi lo stormo mediatico s’invola, scompare e  torna. Altrettanto inaspettatamente e inspiegabilmente avendo nel becco  nuovamente solo delle non-notizie. Tramontato da noi e ridotto al minimo ovunque il giornalismo d’inchiesta,  i media attingono,  vien voglia di dire becchettano, dalle notizie delle agenzie.

C’è un modo più comodo per far battere le ali dei media e guidarli là dove si vuole  attirare l’occhio del pubblico?

I Sopravvissuti del clan Gheddafi

La storia dei figli e della vedova di Muhammar Gheddafi è ampiamente trattata in vari post di questo questo blog, in particolare per due di loro.**n.1 in calce

SAIF,  in anomala detenzione presso una tribù libica e pedina del gioco delle parti,  chi deve o non deve processarlo, fra Governo e Corte Penale Internazionale. In realtà questo  processo pericoloso per un paese ancora destabilizzato come la Libia – che del suo caos accusa artatamente i gheddafiani e li bandisce dall’esercizio dei doveri civili-  tutti hanno  l’interesse a rimandare.

AISHA, la cui vita sembra scritta da un fantasioso sceneggiatore – da “principessa” dei libici ad ambasciatrice ONU di buona volontà, da icona del jet-set ad avvocato di notorietà internazionale giù fino alla tragicità delle morti che hanno falcidiato la sua famiglia, la fuga in Algeria, gli appelli alla Corte Penale  per un’indagine sull’uccisione del padre, il silenzio imposto  e  il mandato di Wanted Person da parte dell’Interpol. 

Questi snodi nella vita di Aisha vennero trattati dai media come episodi slegati, dopodiché calò il silenzio fino al’autunnoscorso. L’inizio di novembre 2012 fu un susseguirsi di articoli  fotocopia sui “Gheddafi che forse non sono più in Algeria”.  Rimando a  Dov’è Aisha Gheddafi lo sa Hilary Clinton  che ricostruiva questo spinning sul mistero della loro destinazione. Un “mistero”  in contemporaneità non rilevata dai media con la visita della Clinton in Algeria il 29 ottobre, e “opportunamente” preced uta il 20 da uno strano articolo della BBC che, senza darne motivo,  titolava “Il Clan Gheddafi: dov’è ora?” e  nel testo semplicemente elencava nomi e biografie.

 

I Gheddafi nella rete della Gran Bretagna

 Di nuovo  la BBC ha dato il via il 21 marzo 2013  alla formazione di uno stormo mediatico. L’articolo Safia, Hannibal, Mohamed and Aisha Gaddafi ‘non più  in Algeria’  è uscito  in tempo per consentire  al Sultanato dell’ OMAN la tempestiva dichiarazione: sono qui, abbiamo dato loro asilo per “ragioni umanitarie” a patto che non si occupino di politica. 

Dei  ricercati da Interpol  possono essersi spostati  in gruppo (genitori  nonna  numerosi bambini,  ovviamente  oltre alle guardie del corpo dei due paesi )  o anche alla spicciolata, ma con quali documenti,   inosservati   dalle varie intelligence?  Nemmeno Hithcock saprebbe renderlo credibile.

L’interessante, pertanto, sarebbe comprendere per quale ragione non sia stata lasciata nel segreto la faccenda. Una qualche oscura  necessità di  non farli dimenticare dalle smemorate opinioni  pubbliche? Confermare  ai dubbiosi che sono tuttora in vita?

Nonostante l’evidenza di un depistaggio, finora nessun giornalista sembra porsi l’ovvia questione  “cui prodest?”. Quale partita si gioca sulla testa della combattiva  Aisha?

L’Algeria ha voluto liberarsi di loro o le è stato imposto?  Può impunemente un paese dare asilo umanitario a un ricercato da Interpol, su richiesta delle autorità libiche? E perché proprio la Libia dichiara di non aver per ora intenzione di chiederne l’estradizione? Che ruolo ha in tutto questo l’avvocato Israeliano di Aisha, Nick Kaufman che rifiuta di commentare e si tira fuori “Sono stato assunto solo per seguire la richiesta di investigazioni sulla morte di Muhammar Gheddafi”

 Tutta questa commedia mediatica, che sempre parte dalla BBC, è realmente contro o a favore dei Gheddafi?  Si può escludere la possibilità che essi detengano notizie e/o fondi finanziari che hanno l’effetto di un salvacondotto presso  i paesi che hanno voluto l’intervento in Libia?

 

Perché “accolti” nel Sultanato di  Oman? 

La Gran Bretagna è stata in prima fila nella coalizione contro Gheddafi. La Gran Bretagna  esercita sul sultanato di Oman un’influenza tale che esso può essere considerato paese a sovranità limitata.  La Gran Bretagna, per bocca di David Cameron, definisce quel fazzoletto di terra strategicamente disposto   in fondo alla penisola arabica  “un partner del Regno Unito del calibro di India e Paesi del Commonwealth”. L’intesa tra ‘Oman e Regno Unito è ferrea, sia per  le origini secolari che  per intensità ed estensione dei settori di cooperazione! Si può dunque credere che oggi  Oman accolga sua sponte  un clan di “nemici” della Gran Bretagna?

Si aggiunga al quadro una notizia che nell’autunno scorso sembrava priva di rilievo:  il 2 ottobre 2012, poco più di venti giorni prima della visita della Clinton in Algeria e il formarsi dello stormo mediatico,  il Ministro della difesa britannico era in visita in Oman. 

Ricapitolando il possibile iter è stato: all’inizio dell’ottobre 2012, Il Ministro della Difesa britannico comunica a Oman la decisione di inviargli i ricercati internazionali. A fine ottobre Clinton avvisa gli Algerini che saranno sollevati   (in cambio di che?) dall’incarico di custodi. I media ignari e distratti imbastiscono un mistero imbeccati dalla BBC che ora da il via alla soluzione del “mistero” portandoci tutti in Oman. Un mistero che  si scioglie per i distratti, ma  si infittisce per chi segue con un pò di attenzione.

Una trama, questo è indubitabile, non  ancora possibile  comprendere se  in essa Aisha intreccia i suoi fili o se,  insieme alla sua famiglia, sta subendo impotente un complotto.

Non è una vicenda privata, è un capitolo dello stravolgimento della Libia, che è costato vite e ancora ne divora. Se i giornalisti non hanno interesse  a capire ciò che riferiscono a noi, in che cosa si risolve il loro lavoro?

 

http://mcc43.wordpress.com/2013/03/26/aisha-gheddafi-il-complotto-della-gran-bretagna-e-i-media-volatili/

 

Diario italiano: il disagio a Milano

Posted By Redazione On 26 marzo 2013 

Di Iaia Francesca De Rose – Fonte: https://www.facebook.com/iaia.derose [1]

h.13… Bar sotto casa mia.
Entro trafelata, fa freddissimo, ma come al solito mi siedo fuori al tavolo che scelgo sempre.
Metto la borsa sulla sedia di fianco alla mia, prendo il pacchetto di sigarette, ne sfilo una e, sovrappensiero l’accendo.
Non faccio in tempo a fare la prima boccata che, alla mia destra, compare una figura infagottata in un cappotto di panno liso e molto, molto, anzi più che molto, sporco. E’ una vecchietta. Avrà sì e no 75 anni, il volto segnato da solchi profondi. Gli occhi azzurri, spenti, mi fissano immobili. Non sorride. Non parla. Mi fissa. E basta. Io la guardo con aria interrogativa, ma lei non smette di fissarmi. Resto così qualche secondo, mi guardo intorno per capire se stia cercando qualcuno ma ci sono solo io e due tavolate di uomini d’affari che chiacchierano animatamente.
La signora non si muove. Continua a guardarmi.
Allora sposto la borsa e le dico “Signora, vuole sedersi? Ha bisogno di qualcosa?” e lei, finalmente parla.
“No. Non voglio sedermi… Non lo so. Sono solo triste, signorina. Ma ora l’ho vista e penso che lei, forse, mi può ascoltare.”
“Certo signora che l’ascolto. Si sieda.” Lei mi guarda come se fosse atterrata una navicella spaziale fuori dal bar. Sbigottita. E dice “Davvero?” E io “Certo!” E dentro di me penso… “Oddio questa signora ha l’aria di non star bene. Sembra che stia per svenire. E ora cosa faccio? Se si sente male?”.
Non faccio in tempo a finire di formulare il pensiero che due camerieri balzano in corsa fuori dal bar, uno dei due fa “Francesca! Ci sono problemi?” E l’altro già si avvicina alla signora con uno sguardo, come dire, non del tutto comprensivo.
Io con un gesto lo fermo. E dico “La signora è con me. Non c’è nessun problema.” (Che qui avrei da aprire una postilla. A Milano ti rubano in casa e “Nessuno ha sentito”. Ti rompono i vetri della macchina in pieno centro e “Non passava nessuno”. Ti scippano e fai prima a rifare tutti i documenti che a sperare che qualcuno fermi il ladro. Ti violentano in stazione centrale e a voglia urlare, possono squartarti e appenderti al Pirellone che nessuno muove un dito.
Però attenzione… Perchè se entra una vecchietta con i vestiti strappati e zozzi in un bar allora tempo 4 secondi netti arriva tutto lo staff, la polizia, i pompieri, la finanza, la guardia reale e anche i gendarmi di Pinocchio. Perchè non sia mai che la clientela debba sentire la “puzza di stracciona” della signora. Che noi siamo gente perbene. Magari non facciamo la doccia da settimane. Ma abbiamo il cappotto di cachemire e l’Iphone5)
I due camerieri da dietro le spalle della signora mimano un silenzioso “Sei sicuraaaaaa?” E io “Sì. Sono sicura.”
Mi giro verso la signora, che si è seduta. Sorride. E non è più pallida come prima. Le gote ora sono rossastre, come dopo una corsa, e gli occhi non sembrano più vuoti. Ordino un’insalata e una Coca Cola e le chiedo “Signora, lei cosa prende?” E lei dice “Io niente, grazie. Non voglio niente!”
Per cinque minuti circa cerco di convincerla a prendere almeno un caffè. Ma niente. Non c’è verso. Non vuole niente. E qui, senza bisogno di aggiungere altro, vi chiedo di pensare ad una parola. Ogni giorno “i grandi” “i potenti” cercano di insegnarci cosa sia la DIGNITA’. Ecco cos’è. Questa è la dignità.
Io e la signora cominciamo a parlare. Le chiedo perchè è triste.
Lei non mi risponde. Dice solo “Signorina, lei cosa fa quando è triste.” E io dico “Certe volte piango. Ma poi sa cosa faccio? Cammino. Cammino tanto. E mi passa.”
Lei concorda che camminare sia una buona idea. E pian piano comincia a raccontarmi di lei. E’ napoletana, ma vive a Milano, anche se non sa spiegarmi dove. Il figlio è in ospedale. Ricoverato in psichiatria. La causa principale di tutto quel dolore credo proprio sia questo figlio. Che è lì, nel suo letto d’ospedale. Ma è perso dove lei non riesce a raggiungerlo.
Anche la signora a tratti si perde. Gli occhi si allontanano. Poi tornano. Mi sorride e si mette a spiegazzare la tovaglietta di carta che sta sul tavolo di fornte a lei. Ogni tanto smette di parlare e sbatte la testa oppure con le mani si colpisce piano la fronte, come se volesse cacciar via i pensieri.
Parliamo a lungo. Una mezz’ora circa. Mi chiede che lavoro faccio e glielo spiego. E’ molto acuta e, da come parla, giurerei abbia studiato o quantomeno letto molto.
Sto ancora parlando quando, d’improvviso, salta in piedi e dice “Devo andare!” Io cerco di fermarla, le chiedo ancora se ha bisogno di qualcosa. Ma lei ha di nuovo lo sguardo vuoto di quando è arrivata. Non mi sente più. Ed è allora che la vedo.
Una busta di plastica. La signora la stringe in mano e all’interno ci sono pezzi di frutta e verdura. Raccattati da terra, immagino, al mercato di Via Eustachi.
Resto così, immobile e muta, metre lei si allontana. Poi d’un tratto si ferma, si gira, torna indietro. Mi guarda di nuovo dritta negli occhi e si mette una mano alla bocca, come se volesse dirmi un segreto. E pian piano le parole escono e raggiungono il mio orecchio.
” Grazie Signorina. Ora sono un po’ meno triste. Non ce li vogliono, al mondo, quelli come me. Ma io l’ho visto subito che lei non è come gli altri. Lei è una fata, non se lo dimentichi.
Ah… L’imbecille che l’ha persa. Se ne pentirà. Stia tranquilla!”
E così, se n’è andata. Lasciandomi lì.

Mi ha lasciata lì pensare che non credo ci sia un imbecille che mi ha persa. Non che io ricordi, perlomeno. Non credo neanche di essere una fata.
Ma una cosa la so per certo.
Le fate esitono. E io oggi ne ho incontrata una.
Iaia De Rose, 26/3/2013

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La pazza idea dell’Unione Europea: “prelievo forzoso per tutti”

Jeroen Dijesselbloem, presidente dell’eurogruppo, una delle strutture burocratiche dell’Unione Europea ha un’idea, applicare il prelievo forzoso sui depositi di risparmio ad altri paesi europei.

Infatti ha spiegato che la ristrutturazione delle banche dell’isola rappresenta secondo lui “un modello per risolvere i problemi di altri paesi europei. Quello che abbiamo fatto la scorsa notte – ha rimarcato – è buttare indietro il rischio. Se ci sono rischi in una banca la nostra prima questione è: cosa potete fare per ricapitalizzarvi da soli? Se la banca non può farlo, allora p arleremo con gli azionisti e gli obbligazionisti e chiederemo loro di contribuire a ricapitalizzare la banca e, se necessario, ci rivolgeremo ai titolari di depositi“.

 Giorni fa demmo notizia della stessa idea partorita dal capo della Commerzbank. Questo concetto dell’esproprio di parte dei risparmi depositati in banca, è un’idea ben radicata nel milieu culturale economico di Bruxelles e Francoforte.

 Fonte: VoxNews

Continuano le sofferenze della Repubblica Centrafricana

e vai soldati francesi anche lì. Bravo Hollande, complimenti per il pacifismo spiccato.

 Pubblicato il: 26 marzo, 2013

Esteri

Filippo Bovo

Due giorni fa è avvenuta la caduta di Bangui, con l’entrata dei ribelli Seleka e la fuga in elicottero verso la Repubblica Democratica del Congo dell’ex presidente Bozizé, anche lui giunto al potere dieci anni fa tramite un golpe. Michel Djotodia, principale leader della coalizione d’opposizione al quale con gli accordi di gennaio tra governo e ribelli era stato concesso il ministero della difesa, s’è autoproclamato presidente della repubblica.

Il governo d’unità nazionale con i ribelli, sperimentato da Bozizè dopo gli accordi di Libreville dell’11 gennaio scorso e del quale erano entrati a far parte cinque leader ribelli, non è servito a salvargli il potere né a garantire la sopravvivenza del suo regime, che in questi anni (caratterizzati da forti polemiche circa le due rielezioni del 2005 e del 2010) ha tentato, soprattutto nel 2008, di svolgere dei negoziati per la pacificazione del paese. Una parte dei ribelli, infatti, non aveva riconosciuto la validità degli accordi e s’era rifiutata di deporre le armi, continuando a combattere nel nord del paese. Nel frattempo, anche la coalizione governativa si scompaginava e lanciava a Bozizè un ultimatum, accusandolo di non aver rispettato i termini dell’accordo ed imponendogli nuove condizioni.

Ora che la caduta di Bozizè è un dato assodato, sulle teste dei golpisti piovono sanzioni internazionali e da parte dell’Unione Africana. Il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha condannato la presa di potere definendola “anticostituzionale” e s’è dichiarato preoccupato per le notizie riguardanti le violazioni dei diritti umani in corso. L’Unione Africana ha addirittura sospeso la Repubblica Centrafricana da tutte le sue attività imponendo sanzioni nei confronti dei comandanti ribelli. Il capo dei Seleka Michel Djotodia ed i suoi collaboratori saranno infatti sottoposti a misure che vanno dal congelamento di eventuali conti all’estero fino a divieti relativi alla concessione di visti di viaggio.

Washington, tradizionale alleata di Bozizè, ha chiesto ai ribelli di rispettare gli accordi di Libreville “per un’uscita dalla crisi”, mentre la Francia, preoccupata per la sorte dei suoi 1200 cittadini residenti a Bangui, ha rivolto un appello affinché “cessino i saccheggi e l’ordine sia ristabilito in tempi rapidi

 Parigi non s’è fermata a questo, dal momento che ha deciso anche l’invio di 350 soldati per la sola protezione dei propri connazionali. A Bangui erano già presenti 200 soldati francesi del distaccamento di Boali, che collaborano con la Micopax, la missione di sostegno alla pacificazione del paese sotto mandato della Comunità economica dell’Africa centrale. Oltre a loro, a Bangui sono presenti da gennaio anche 400 soldati sudafricani, ufficialmente per una missione di ‘training’ e ‘capacity building’ a beneficio delle truppe centrafricane, ma di fatto a protezione di Bozizé. Tredici di l oro sarebbero morti negli scontri coi ribelli avvenuti durante la presa della capitale.

Stando alle ultime notizie, Bozizè avrebbe lasciato la Repubblica Democratica del Congo ed in questo momento si troverebbe nel Camerun.

http://www.statopotenza.eu/6586/continuano-le-sofferenze-della-repubblica-centrafricana