Continuano le sofferenze della Repubblica Centrafricana

e vai soldati francesi anche lì. Bravo Hollande, complimenti per il pacifismo spiccato.

 Pubblicato il: 26 marzo, 2013

Esteri

Filippo Bovo

Due giorni fa è avvenuta la caduta di Bangui, con l’entrata dei ribelli Seleka e la fuga in elicottero verso la Repubblica Democratica del Congo dell’ex presidente Bozizé, anche lui giunto al potere dieci anni fa tramite un golpe. Michel Djotodia, principale leader della coalizione d’opposizione al quale con gli accordi di gennaio tra governo e ribelli era stato concesso il ministero della difesa, s’è autoproclamato presidente della repubblica.

Il governo d’unità nazionale con i ribelli, sperimentato da Bozizè dopo gli accordi di Libreville dell’11 gennaio scorso e del quale erano entrati a far parte cinque leader ribelli, non è servito a salvargli il potere né a garantire la sopravvivenza del suo regime, che in questi anni (caratterizzati da forti polemiche circa le due rielezioni del 2005 e del 2010) ha tentato, soprattutto nel 2008, di svolgere dei negoziati per la pacificazione del paese. Una parte dei ribelli, infatti, non aveva riconosciuto la validità degli accordi e s’era rifiutata di deporre le armi, continuando a combattere nel nord del paese. Nel frattempo, anche la coalizione governativa si scompaginava e lanciava a Bozizè un ultimatum, accusandolo di non aver rispettato i termini dell’accordo ed imponendogli nuove condizioni.

Ora che la caduta di Bozizè è un dato assodato, sulle teste dei golpisti piovono sanzioni internazionali e da parte dell’Unione Africana. Il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon, ha condannato la presa di potere definendola “anticostituzionale” e s’è dichiarato preoccupato per le notizie riguardanti le violazioni dei diritti umani in corso. L’Unione Africana ha addirittura sospeso la Repubblica Centrafricana da tutte le sue attività imponendo sanzioni nei confronti dei comandanti ribelli. Il capo dei Seleka Michel Djotodia ed i suoi collaboratori saranno infatti sottoposti a misure che vanno dal congelamento di eventuali conti all’estero fino a divieti relativi alla concessione di visti di viaggio.

Washington, tradizionale alleata di Bozizè, ha chiesto ai ribelli di rispettare gli accordi di Libreville “per un’uscita dalla crisi”, mentre la Francia, preoccupata per la sorte dei suoi 1200 cittadini residenti a Bangui, ha rivolto un appello affinché “cessino i saccheggi e l’ordine sia ristabilito in tempi rapidi

 Parigi non s’è fermata a questo, dal momento che ha deciso anche l’invio di 350 soldati per la sola protezione dei propri connazionali. A Bangui erano già presenti 200 soldati francesi del distaccamento di Boali, che collaborano con la Micopax, la missione di sostegno alla pacificazione del paese sotto mandato della Comunità economica dell’Africa centrale. Oltre a loro, a Bangui sono presenti da gennaio anche 400 soldati sudafricani, ufficialmente per una missione di ‘training’ e ‘capacity building’ a beneficio delle truppe centrafricane, ma di fatto a protezione di Bozizé. Tredici di l oro sarebbero morti negli scontri coi ribelli avvenuti durante la presa della capitale.

Stando alle ultime notizie, Bozizè avrebbe lasciato la Repubblica Democratica del Congo ed in questo momento si troverebbe nel Camerun.

http://www.statopotenza.eu/6586/continuano-le-sofferenze-della-repubblica-centrafricana

 

Continuano le sofferenze della Repubblica Centrafricanaultima modifica: 2013-03-27T08:38:00+01:00da davi-luciano
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