Roma: Eur, disoccupati organizzano “Funerali” a civiltà del lavoro

Le sinistre dove erano? A difendere il gov Renzi da Salvini

27 febbraio 2015

«In memoria della Civiltà del Lavoro. I disoccupati ricordano». Così recita lo striscione del Comitato lavoro minimo garantito, che ha organizzato un «funerale simbolico della civiltà del lavoro», proprio di fronte al Palazzo omonimo dell’Eur. Il sit-in è stato promosso anche dalle associazioni Libera, Radici e Roma Futura, con il sostegno del gruppo Sel in Campidoglio e in Regione. Prevista infatti la partecipazione, tra gli altri, della consigliera regionale Marta Bonafoni, da poco passata dal gruppo Per il Lazio a Sel. «Dopo l’approvazione del Jobs Act, abbiamo capito che non c’è nulla dentro quel provvedimento, se non la perdita di ulteriori diritti – ha commentato Andrea Mosetti coordinatore del Comitato lavoro minimo garantito, che riunisce un folto gruppo di disoccupati romani – Le tutele crescenti sono una follia. Ci stiamo concentrando sempre di più su un lavoro indirizzato all’estero. Dobbiamo invece lasciare dentro il Paese le risorse. L’ipotesi della vendita del Palazzo della Civiltà del Lavoro, è qualcosa che porterà via altri posti di lavoro. Credo ci sia una disattenzione a sviluppare nuova occupazione e diritti. Sabato prossimo – ha annunciato – faremo un convegno sui temi del lavoro minimo all’hotel Nazionale. Verranno da tutta Italia, perché vogliamo avere la possibilità di pensare non solo al reddito per i disoccupati, ma al lavoro minimo per tutti, perché il lavoro è dignità e identità. Discuteremo anche della delibera in costruzione in Campidoglio per istituire le sentinelle antidegrado, iniziativa che noi abbiamo proposto». Per Gegè Di Cesare, presidente dell’associazione Radici, è un dovere essere «qui oggi, a sostegno di questo percorso di denuncia e sensibilizzazione verso la cittadinanza che il comitato sta portando avanti da quasi un anno. Qui c’è un dramma, quello della mancanza di lavoro. È un’emergenza sociale. I funerali sono un atto simbolico, perché questo è il palazzo dedicato ad una civiltà, quella del lavoro, ormai defunta».

 Fonte Omniroma

Roma: Aurelia Hospital, Samadi e Hospice S, regione taglia, licenziati in 160

Ma il dramma è la Lega a Roma. CONTRO IL JOB ACT manco un inutile e stupido flash mob?

 26 febbraio 2015

“Caro presidente Renzi, perchè ci ha fatto credere in una Italia migliore?”. In 160 rischiano di perdere il lavoro per via dei tagli decisi dalla Regione Lazio alle prestazioni salvavita. Sono i dipendenti del Gruppo Garofalo che operano nell’ambito delle storiche strutture sanitarie del Lazio, Aurelia Hospital DEA di 1° livello e sede di Pronto Soccorso ed Eliporto, Casa di Cura Città di Roma struttura polispecialistica per acuti e centro nascita di riferimento territoriale, European Hospital centro di Cardiochirurgia e Cardiologia Interventistica, Casa di Cura Neuropsichiatrica Samadi , Hospice S. Antonio per la cura dei pazienti terminali.

Dopo aver provato a chiedere una risposta al presidente della Regione Lazio Zingaretti e al Ministro della Sanità Lorenzin, i dipendenti del Gruppo Garofalo hanno voluto scrivere una lettera al presidente del consiglio. “Siamo i dipendenti di strutture private accreditate che da oltre 50 anni erogano prestazioni assistenziali nei confronti dei pazienti acuti, ovvero prestazioni complesse, il più delle volte “salvavita”improrogabili. L’alternativa? La morte del paziente. A novembre le aziende per le quali lavoriamo ci hanno comunicato licenziamenti collettivi per oltre 160 unità a causa di gravissimi deficit di bilancio provocati dai tagli lineari operati dalla Regione Lazio negli ultimi anni e dai mancati pagamenti dei crediti pregressi.

Per sensibilizzare le istituzioni abbiamo manifestato sia sotto la Regione Lazio sia sotto il Ministero della Salute, il Ministero dell’Economia e non in ultimo a Montecitorio. In quelle circostanze abbiamo chiesto tavoli di confronto ed iniziative a tutela dei nostri posti di lavoro e non solo non abbiamo ricevuto risposte, ma nessuno ha voluto neppure aprirci lo spiraglio di una porta per accoglierci e quantomeno ascoltarci. Ci chiediamo: nonostante i nostri sacrifici, nonostante il nostro impegno, nonostante la nostra voglia di crederci ancora, quando non siamo in prossimità di una campagna elettorale, valiamo tanto poco da non meritare nemmeno il rispetto dell’interlocutore?

Abbiamo letto di recente articoli di giornale in cui Lei commentava i dati Istat sull’occupazione e prometteva: ”con noi 100.000 posti in più”. E i nostri posti in tutto questo dove si collocano? Per ora siamo in 160 a chiedere il suo aiuto, in coerenza con ciò che ha già fatto per il caso Ilva, il caso Lucchini-Piombino, Ast –Terni, Termini – Imerese e Elettrolux; tra pochi mesi, senza il suo intervento risolutivo i posti a rischio, nella sanità privata accreditata del Lazio, saranno 2.000.

All’European Hospital è stato impedito dalla Regione Lazio di accogliere nel reparto di cardiochirurgia pazienti urgenti rispetto ai quali gli altri ospedali della Regione chiedevano disponibilità di posto letto. A questi ospedali la Regione ha imposto per iscritto di non inviare pazienti all’European Hospital; ciononostante, data la carenza del sistema, le richieste di ricovero urgente sono continuate ad arrivare alla struttura del Gruppo Garofalo. All’Aurelia Hospital, punto di riferimento per le emergenze di tutto il litorale Laziale, la Regione ha deciso di tagliare i posti letto destinati alle situazioni più critiche. Tutto ciò ha un senso in un momento in cui ciò di cui si ha bisogno sono proprio le disponibilità nei Pronto Soccorso? Sarebbe quindi sbagliato, secondo Lei, pensare che ad alcune istituzioni non interessa né la sorte di noi lavoratori, né quella dei cittadini in pericolo di vita?

 Fonte affaritaliani

Ascoli Piceno: Chiude Prysmian Italia, a casa in 120, manager inseguiti da operai inferociti

Alle sinistre non frega un cavolo di occupare per i posti di lavoro. Ormai hanno altre priorità, in primis contrastare chi contrasta il governo amico

 27 febbraio 2015

Momenti di tensione questa mattina ad Ascoli Piceno davanti alla sede di Confindustria, dove l’ad di Prysmian Italia ha comunicato a sindacati e Rsu la chiusura dello stabilimento ascolano dell’azienda che produce cavi e sistemi per energia. «Un’operazione vigliacca – si legge in una nota dell’Ugl – che distrugge persone e famiglie e anche terribilmente ingenerosa nei confronti dei lavoratori a cui sono sempre state riconosciute professionalità, competenza e dedizione al lavoro». Dura e immediata la risposta: richiesta di ritiro della comunicazione di chiusura e mobilitazione dei lavoratori. «Solo qualche settimana fa la direzione Prysmian aveva chiesto ai lavoratori di comprare azioni Prysmian perchè la famiglia è unica e tutti dobbiamo sentirci della stessa famiglia; un’operazione cinica», prosegue la nota. I lavoratori, avvisati in fabbrica, si sono immediatamente messi in sciopero e si sono riuniti davanti alla sede di Confindustria, dove l’ad è stato pesantemente contestato e si è potuto allontanare solo grazie alla protezione di polizia e carabinieri. «Faremo barricate, non ci lasceremo chiudere un’altra fabbrica; non vogliamo contare altri 110 disoccupati», annuncia l’Ugl provinciale. In programma un’assemblea dei lavoratori in fabbrica per decidere le azioni di lotta da intraprendere. Chiesto un tavolo permanente in Prefettura e l’attivazione immediata del ministero dello Sviluppo Economico.

Fonte Ansa

Movimenti “anti-Salvini”, tensioni in piazza del Popolo: area chiusa e traffico in tilt. Scontri fra polizia e manifestanti

Cosa non si fa per difendere il gov Renzi e l’euro. Tanto “entusiasmo” non si è mai visto contro il governo amico

A quanto pare il diritto a manifestare è un’esclusiva per pochi, alla faccia della tolleranza

 Gli antagonisti hanno bloccato il traffico in piazzale Flaminio e sono stati caricati dalle forze dell’ordine. La questura: “Reazione commisurata all’aggressione, noi colpiti con bottiglie e petardi. I manifestanti: “Due feriti”. In mattinata blitz dei movimenti nella basilica di Santa Maria del Popolo.Trascinati fuori dalla Finanza: tre fermi. Il segretario del Carroccio: “Non possono essere quattro squadristi a decidere chi manifesta e chi no”

di VIOLA GIANNOLI e LAURA MARI

27 febbraio 2015

Roma, manifestazione anti Salvini: occupata chiesa, scatta lo sgombero

Cariche in piazzale Flaminio, lancio di lacrimogeni, occupazioni-lampo, sgomberi e strade bloccate. Sale la tensione a Roma in previsione del comizio di sabato del leader della Lega Salvini. Poco dopo le 18 in piazzale Flaminio gli attivisti dei movimenti per la casa e i manifestanti “anti-Salvini” hanno bloccato il traffico esplodendo fumogeni e petardi e indossando caschi: la polizia li ha caricati, ci sono stati scontri, fermati e feriti. Nuovi momenti di tensione, poi, si sono registrati tra via Flaminia e via di Villa Giulia con lancio di lacrimogeni da parte della forze dell’ordine.

Continua su http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/02/27/news/lega_casapound_e_anti-salvini_i_cortei_di_sabato_a_roma_i_movimenti_lanciano_la_sfida_occupiamo_piazza_del_popolo-108319106/

Assicurazioni, tagliati gli indennizzi per gli incidenti stradali

Fate bene attenzione a non farvi male alla guida di un mezzo o a non farvi investire. Insomma, restate abili e sani (se potete) perché la crisi si è mangiata (o meglio: si potrebbe rosicchiare), un 15% abbondante degli attuali indennizzi di invalidità. Infatti, il recente disegno di legge Concorrenza – se mai passerà al vaglio parlamentare per come è uscito la settimana scorsa da Palazzo Chigi – ritocca al ribasso le basi di calcolo degli indennizzi. In sostanza: ogni punto di invalidità varrà un po’ meno. Si passerà da 795,91 euro a 674,78, -15%. Una limatura non di poco conto: e anche se le nuova tabelle ancora non ci sono, si è già stimato che con questa limatura le assicurazioni risparmieranno milioni, decine di milioni di mancati (o minori) indennizzi.

Spiega tecnicamente l’avvocato Cristiano Pellegrini Quarantotti, esperto proprio in contenziosi sanitari/assicurativi del Foro di Roma: «Il provvedimento andrà ad abbattere considerevolmente la misura dei risarcimenti per le vittime di incidenti stradali, in quanto, oltre a ridurre la base di calcolo (punti di invalidità, ndr) per i danni di lieve entità derivanti da sinistri conseguenti alla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, è andata a riformulare la denominazione degli articoli 138 e 139 del Codice delle Assicurazioni Private, sostituendo la dicitura “danno biologico” in “danno non patrimoniale”». E non si tratta di un cambiamento di «poco conto», approfondisce l’avvocato Pellegrini Quarantotti, «visto che l’importo indicato nelle tabelle nazionali, a questo punto, rischia di vedere ricompreso anche il cosiddetto danno morale che rientrante nella più ampia categoria del danno non patrimoniale, che, fino ad oggi», conclude l’esperto, «veniva liquidato, invece, come posta risarcitoria autonoma rispetto al danno biologico».

Insomma, con questo giochino le assicurazioni risparmieranno un bel po’ di quattrini, e uno stesso danno subito nel 2014 verrà risarcito più vantaggiosamente, mentre se verrà approvato il disegno di legge del governo, allo sfortunato incidentato dal prossimo anno verrà riconosciuto un indennizzo sicuramente minore.

Da giorni gli esperti delle associazioni dei consumatori si sgolano spiegando che se dovesse passare questa riforma ai cittadini sarà recapitata una sonora fregatura. Federconsumatori lo spiega così: «Numerose sentenze di Cassazione hanno ribadito che, per la liquidazione del danno biologico, occorre fare riferimento alle Tabelle del Tribunale di Milano (già basse per i danni), che l’Ania ed il governo vogliono dimezzare, cassando così equi risarcimenti consolidati dal diritto sul danno alla salute». Il governo, con la sforbiciata annunciata venerdì scorso, si proponeva di rendere un po’ meno rigido il nostro sistema assicurativo (paghiamo un costo medio Rc Auto superiore a tutti gli altri Paesi europei, un abbondante 30%), e invece che aumentare i premi in caso di danni invalidanti, come si potrebbe logicamente ipotizzare, sembra aver accolto l’indicazione sussurrata da tempo delle compagnie assicurative.

Ma non basta. Infatti, mettendo mano al capitolo assicurazioni il governo è anche riuscito a far infuriare i riparatori di auto, aprendo – a loro dire – la strada al monopolio delle grandi compagnie pure nel campo delle riparazioni: «Errare è umano», ha tuonato il presidente dei Carrozzieri di Confartigianato Silvano Fogarollo, «ma perseverare è diabolico. Per l’ennesima volta, con le misure in tema di Rc Auto, assistiamo al tentativo di consegnare il mercato delle riparazioni auto nelle mani delle assicurazioni. Questo», taglia corto Fogarollo, «in nome di una presunta liberalizzazione, e senza tener conto che una misura identica era giù stata stralciata nel 2014 dal Decreto Destinazione Italia e che in Parlamento sono state presentate proposte di legge proprio su questa materia». La minaccia, ora, è che il prossimo 7 marzo possano invadere Roma proprio i carrozzieri, anche perché se il ddl confermerà l’impianto anticipato da Renzi ci ritroveremo con oltre «il 50% delle carrozzerie private sul lastrico».

 di Antonio Castro

http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11760797/Assicurazioni–tagliati-gli-indennizzi-per.html

SOLIDARITE AVEC LES VOLONTAIRES DE LA 1e BRIGADE INTERNATIONALE

# NOVOROSSIA INFO/

SOLIDARITE AVEC LES VOLONTAIRES DE LA 1e BRIGADE INTERNATIONALE (ARMEE DE DNR) DU DONBASS ARRETES EN ESPAGNE PAR LE GOUVERNEMENT ALANTISTE !
FRANCO PAS MORT !!!

ESP NOVO

¡Solidaridad con la Ucrania Antifascista!…
Todo nuestro apoyo a los compañeros internacionalistas detenidos hoy en el Estado Opresor Español por el simple hecho de ser solidarios y defender al pueblo del Donbass de la bestia imperialista.

¡Estamos con vosotros!
¡Ser internacionalista no es un delito!

Tav, verdi francesi: “Spostare i Tir su rotaia è già possibile col tunnel Moncenisio”

“L’alternativa al Tav Torino-Lione esiste già”. Così l’eurodeputata verde franceseMichèle Rivasi che parla del tunnel del Mont Cenis (Moncenisio) per il quale “laFrancia ha già speso 2 miliardi di euro e che potrebbe essere utilizzato subito per spostare il traffico dalle strade alla ferrovia“. “Ci sono forti interessi in gioco da parte della società costruttrice – attacca la Rivasi – e per questo si è pronti a far indebitare siaParigi che Roma“. Nel frattempo, aggiunge l’eurodeputato M5S Marco Valli, l’Olaf, l’ufficio anti frodi dell’Ue, continua la sua indagine per sospetto conflitto d’interessi sul Tav. “Renzi questa volta si è fatto spalleggiare da Hollande perché gli italiani non credono più alle sue bugie”, conclude un altro esponente pentastellato Daniele Aiuto  di Alessio Pisanò 

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/02/26/tav-verdi-francesi-spostare-traffico-su-rotaia-e-gia-possibile-con-tunnel-moncenisio/343760/

Castelli: Tav, la bugia continua

http://politica.diariodelweb.it/politica/articolo/?nid=20150226_335765

 LA DEPUTATA M5S AL GOVERNO: DL ANTITERRORISMO SOFFOCA LIBERTÀ DI MANIFESTARE

ROMA – «Lo sanno tutti in Italia che quell’opera non si farà mai, che non vedrà mai la luce». Intervistata dal DiariodelWeb.it, Laura Castelli, deputata del Movimento 5 Stelle, commenta le ultime dichiarazioni del premier Matteo Renzi sulla delicata questione della tratta Torino-Lione, fortemente contrastata dal Movimento No Tav. Il premier, in occasione del Vertice italo-francese, ha affermato che sono in arrivo nuovi fondi per l’opera in questione. Parole avvalorate dall’inquilino dell’Eliseo, Francois Hollande, che afferma che «ora non ci sono più ostacoli» per portare avanti il porgetto.

RENZI GIOISCE ALLE SPALLE DELLA VAL SUSA – «Hanno firmato questi protocolli, ma invece di gioire, bisognerebbe raccontare la verità agli italiani. – continua la deputata pentastellata –. C’è un cantiere assolutamente fermo, con delle gravi difficoltà, con degli esposti e dei ricorsi al Tar che continuano ad essere pendenti e continuano ad andare avanti, rispetto all’utilizzo dei soldi e ad alcune irregolarità. Quindi invee di gioire, Renzi dovrebbe ricordarsi che, nel 2013, dichiarò che questa non era un’opera utile e costava troppo. Quindi ci spieghi come nel 2013, da sindaco di Firenze, tra l’altro non del tutto interessato – anche se Firenze rientra nei territori interessati all’opera – e poi quando diventa presidente del Consiglio, invece, cambia idea. Forse è stato convinto da Lupi rispetto a quello che è quest’opera che, di fatto, finanzia la criminalità organizzata. Ormai lo si può dire apertamente, dopo anni in cui lo si diceva a mezza bocca, altrimenti piovevano querele. Ora possiamo dirlo a gran voce, perché inchieste, indagini e arresti hanno portato alla luce la presenza in quest’opera della criminalità organizzata: da Minotauro a San Michele. Le abbiamo trovate delle dichiarazioni un po’ raggelanti, andare da Hollande tutti contenti e firmare i protocolli, senza oltretutto ascoltare chi in Italia continua a dire che quest’opera è inutile e non serve, come fa il Movimento No Tav da venti anni», dichiara la deputata.

LA SCELTA DELL’EUROPA – La storia dell’opera, però, è tutt’altro che lineare. «Il primo progetto – spiega Castelli – comprendeva alcune tratte della linea storica, quindi avevano un’ottica di riutilizzo di quello che già c’è come infrastrutture. Dal secondo in poi la cosa è diventata assolutamente un modo per lucrare e per fare cemento, scavi e quanto altro». Sappiamo che la Torino-Lione, in realtà, faceva parte di una linea molto più estesa che copriva gran parte dei territori europei, andando da una parte all’altra del continente, ma ora di questo progetto è rimasta solo la discussa tratta tra Italia e Francia: «Ci son tanti Paesi che sono tornati indietro, perché non è un’opera che in questo momento serve. In ogni caso si tratta di capire quale è la politica europea che vogliamo su certi prodotti. Ora, è impossibile non vedere che quello che vogliono i cittadini all’interno del proprio Paese è un’economia fatta di prodotti interni, che comprare il prosciutto dalla Spagna non serve se si vuole comprare quello di Parma. È una cosa su cui bisogna per lo meno interrogarsi politicamente. Poi che la politica non ascolti il cittadino, lo sappiamo, però non possiamo ignorare il fatto che i Paesi coinvolti nella costruzione di quest’opera preferiscono altre politiche. Così come in Italia i soldi dovrebbero essere investiti in questioni molto più rilevanti, in altri Paesi è successa la stessa cosa». La stessa Francia, in un primo momento, aveva declinato al possibilità di costruire la linea: prima di avviare il progetto di una grande opera bisogna garantire che vi siano le opere accessorie, «noi che siamo italiani – e siamo bravi a fregare – facciamo prima le opere accessorie e poi l’opera in sé, mentre i francesi, che lavorano in tutt’altro modo, hanno dichiarato di non avere fondi per procedere alle opere accessorie, e quindi l’opera stessa. Un progetto politico molto diverso rispetto a quello che è stato portato avanti qui in Italia, dove sicuramente in questo momento avremmo bisogno di altre cose».

OPERA INUTILE – Come si fa a portare avanti un progetto così contrastato? «È quello che ci domandiamo anche noi. Perché sono passati troppi anni. Ormai il Movimento No Tav non prende solo quattro valsusini, ma ormai si discute a livello nazionale, perché c’è una consapevolezza concreta di un popolo che sa che cosa è giusto e cosa non lo è, conoscendo per filo e per segno ogni parola di quel progetto. Dall’altra parte secondo me non c’è niente di nuovo nel modo di far politica all’italiana. Ormai da tempo la politica non ascolta il cittadino da molti anni. E secondo me il problema più grosso è che la bugia continua. Lo sanno tutti in Italia che quell’opera non si farà mai, che non vedrà mai la luce. Lo sanno tutti». E andando al cantiere la situazione è evidente, secondo l’esponente del Movimento 5 Stelle, «sono mesi che noi facciamo sopralluoghi e sono mesi che il cantiere è fermo». Però, poi, «esce un’ordinanza come quella San Michele e si trovano dentro le società che lavorano all’opera» vicine all’ambiente mafioso. «Io cittadino, un’opera, fosse anche indispensabile, ma se piena di criminalità organizzata, non la vorrei. In più è assolutamente inutile»«Chi la definisce utile è sicuramente una persona non informata. Perché chiunque legga due righe di dati di traffico comprende che non è assolutamente conveniente. E non è nemmeno il discorso di trasporto su gomma o su ferro, perché questa politica, questo paese non l’ha scelta. Non è un Paese che ha deciso di fare tutto su ferro e niente più su gomma, per cui faccio determinati investimenti in cui ricade anche la questione Tav. Assolutamente no», spiega ancora la deputata M5s.

CONTRO I MANIFESTANTI – A preoccupare Castelli, però, non è solo la «grande bugia» di un’opera che non vedrà mai la luce: «È in arrivo il decreto antiterrorismo, che comunque a noi allarma, perché è di fatto la manovra della politica per tentare di soffocare i movimenti di opinione. Per cui nell’ottica di questa grande bugia, quella di dire che quest’opera si farà assolutamente, c’è anche una mano – in questo caso quella di Alfano – che lavora per impedire alla gente di manifestare, di protestare. E lo abbiamo visto con i processi intentati contro il movimento No Tav e gli attivisti, l’accanimento nei confronti di cittadini che lottano per la propria idea. Per noi è un momento abbastanza difficile, non sarà facile e dentro il decreto ci sono cose molto preoccupanti e problematiche. Arriveremo a giustificare alcune condotte veramente quasi terroristiche piuttosto che lasciare manifestare liberamente i cittadini».

 

A Bologna il sindaco inasprisce l’imposta sulle pubblicità: tassati i menù in vetrina, gli zerbini, i cartoncini coi prezzi

Il governo della ripresa, con il 73% di pressione fiscale ed il livello di tasse in Italia è estremamente facile essere etichettati come evasori

 Il Pd si inventa la delirium tax

Sergio Rame  – Mer, 25/02/2015 – 09:47

Maria Pia Busacchi fa la farmacista. Qualche giorno fa ha preso carta e penna e ha esposto in vetrina un messaggio per tutti i passanti: “In un momento di crisi, multa di 1.500 euro pe i cartelli esposti in vetrina dopo avere pagato 1.100 euro per le insegne.

Multatemi anche per questo cartello!”. Nel giro di meno di un anno a Bologna sono state emesse 1.620 contestazioni relative a presunte pubblicità. Il sindaco piddì Virgilio Merola si è, infatti, messo in testa di voler spremere tutti i commercianti con la tassa sulla pubblicità in vetrina. Ma, fate attenzione, per pubblicità s’intende anche i menù esposti in vetrina nei bar e nei ristoranti, i cartoncini con i prezzi dei prodotti, i cartelli con gli orari di apertura e chiusura dei negozi e gli zerbini. Tanto che i bolognesi l’hanno già soprannominata “delirium tax”.

Qualcuno, al Comune di Bologna, deve aver dato di matto. I commercianti sono in rivolta. Anche i ristoratori e gli artigiani non l’hanno presa. Anzi, per togliere quasiasi dubbio, sono letteralmente furenti. Perché hanno capito che l’amministrazione comunale sta sistemando il bilancio comunale tassando l’impossibile. Nei giorni scorsi la data italiana della Sensation white night, appuntamento dance dove dee jay e pubblico si vestono completamente di bianco e ballano per tutta la notte, è saltata: era prevista per il 18 aprile, ma è stata cancellata. “Siamo spiacenti – hanno scritto gli organizzatori su Facebook – a causa di aumenti imprevisti delle imposte applicate a Sensation rispetto allo scorso anno, siamo costretti a cancellare”. L’Agenzia delle Entrate e la Siae hanno ricategorizzato Sensation nella sezione “intrattenimento danzante” causando un aumento delle imposte del 28%. “Ciò rende la situazione economica non affrontabile”, hanno sentenziato gli organizzatori. I commercianti, però, non se la passano meglio. Come racconta Giorgio Ponziano su ItaliaOggi, tutto viene considerato pubblicità e quindi tassato: i menù esposti in vetrina nei bar e nei ristoranti, i cartelli con gli orari di apertura e chiusura dei negozi e persino i cartoncini con i prezzi dei prodotti. “Ma l’esposizione dei menù e dei prezzi è obbligatoriua per legge – spiega – se non vengono posti in evidenza si incorre in una sanzione per violazione della legge, se sono collocati al loro posto si incappa nella tassa”.

 Questa, insomma, è l’aria che tira a Bologna. Il centrodestra ha pure provato a mettere Merola con le spalle al muro. Ma il sindaco non si è presentato in consiglio comunale. Intanto, in città, la protesta monta. Un ottico, Gianni Monari, ha dovuto sborsare quasi tremila euro: gli sono stati contestati i cartoncini dei prezzi, il cartellone con le offerte del mese e le foto di nozze esposte in vetrina. A un negoziante che vende dischi, invece, sono state contestate le copertine dei 33 giri esposti in vestrina. Stessa scena per Diana Polazzi che ha scritto un cartello per informare i clienti che si accettano liste nozze. Di casi come questi ce ne sono a decine. Un tabaccaio, per esempio, è stato multato per aver scritto “self service aperto 24 ore su 24”. Ma il caso più assurdo è senza alcun dubbio quello di un gioielliere, Arrigo Veronesi, che è stato tassato per aver scritto le proprie iniziali sullo zerbino posto all’ingresso del negozio.

 Ora, anche grazie a Merola, Bologna è al secondo posto in Italia per pressione fiscale.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/pd-si-inventa-delirium-tax-1098687.html

GRECIA: SCHAEUBLE,ATENE HA ACCETTATO PROGRAMMA SENZA RISERVE

Certo certo, Tsipras il ribelle, è stato costretto altrimenti la Germania bombardava…….

 Difficile per parlamentari voto oggi al Bundestag (ANSA) – BERLINO, 27 FEB – «La Grecia ha accettato senza riserve di realizzare il programma». Lo ha detto il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble parlando al Bundestag prima della votazione del prolungamento del programma degli aiuti ad Atene. «La votazione di oggi non sarà facile per voi parlamentari», ha detto Schaeuble, che ha sottolineato come la discussione sia stata difficile anche con il governo greco, «dopo le elezioni, e anche negli ultimi giorni e nelle ultime ore».