Tav, ufficio Ue per lotta all’antifrode apre inchiesta dopo denuncia dei Verdi

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/05/tav-ufficio-ue-per-lotta-allantifrode-apre-inchiesta-dopo-denuncia-dei-verdi/1401315/

Tav, ufficio Ue per lotta all’antifrode apre inchiesta dopo denuncia dei Verdi

L’Olaf, dopo una segnalazione da parte degli eurodeputati Michèle Rivasi e Karima Delli, ha deciso di indagare sul progetto ferroviario Torino-Lione
di  | 5 febbraio 2015 
Sulla Torino-Lione interviene pure l’ufficio antifrode dell’Unione europea. Dopo la denuncia degli eurodeputati francesi di “Europe ecologie les verts”, l’Olaf ha avviato un’indagine per accertare le eventuali irregolarità della linea ad alta velocità, che dovrebbe essere cofinanziata da Bruxelles. La notizia è stata diffusa il 5 febbraio da Karima Delli e Michèle Rivasi che, insieme al portavoce dei No Tav transalpini Daniel Ibanez, hanno commentato: “La serietà delle prove raccolte obbliga l’Olaf a indagare su questo progetto, obiettivo di un cofinanziamento europeo. L’apertura di un’inchiesta è la prova stessa che non si tratta di accuse, ma di fatti reali e frodi fatte a danno del bilancio dell’Ue”. Dall’ufficio stampa dell’Olaf confermano la notizia, ma non forniscono dettagli più precisi, mentre Ltf definisce le accuse prive di fondamento.

L’11 novembre scorso le due europarlamentari verdi hanno consegnato ai rappresentanti dell’organismo antifrode documenti sui lavori eseguiti da alcune ditte della Val di Susa “sospettate di essere legate alla mafia”. In estate, nell’operazione “San Michele” della Dda di Torino, erano emersi i rapporti tra un imprenditore impegnato nei lavori preliminari del cantiere Tav, Ferdinando Lazzaro, e un presunto fiancheggiatore della cosca “Greco” di ‘ndrangheta di San Mauro Marchesato, che ha ottenuto un subappalto. 

Inoltre tra i sospetti di Delli e Rivasi ci sono pure alcune forniture non conformi alle richieste; l’assenza di sanzioni ai dirigenti della Lyon-Turin Ferroviaire Paolo Comastri e Walter Benedetto,condannati in primo grado per turbativa d’asta; alcuni costi aumentati più del dovuto e i conflitti d’interesse di alcune ditte francesi. “La nostra azione si inserisce nel quadro di raccomandazioni della Corte dei conti francese che ha denunciato l’assenza di pertinenza e redditività dovute al costo proibitivo di quel progetto”, dichiaravano in autunno.

“Questa inchiesta esaminerà certe accuse specifiche così da chiarire se ci sia stata qualche frode o irregolarità che possa pregiudicare gliinteressi finanziari dell’Ue”, fa sapere l’ufficio stampa dell’Olaf. Per tutelare lo svolgimento dell’indagine e i diritti delle parti non verranno forniti altri dettagli. Al termine dell’indagine verrà pubblicato un “Final case report” che può contenere indicazioni rivolte ad altre autorità, le istituzioni europee o quelle giudiziarie.

La società Ltf, in attesa di una comunicazione ufficiale, si dice disponibile a fornire tutti i documenti utili e a illustrare nel dettaglio la regolarità delle attività svolte: “Le inchieste realizzate nel corso degli anni hanno sempre certificato la correttezza dell’operato della società – fanno sapere dalla sede -. Gli appalti vengono assegnati nel rispetto delle direttive europee e delle procedure previste dalle Corti dei conti italiana, francese, europea e sotto il controllo dell’Autorità di Vigilanza degli appalti pubblici e degli uffici tecnici dei Ministeri competenti sulle infrastrutture”.

 “Oggi più che mai – aggiungono Rivasi e Delli insieme all’europarlamentare italiana Monica Frassoni – continueremo per vie legali a lottare contro questo progetto tanto costoso quanto inutile e useremo tutte le strade necessarie a raggiungere il nostro obiettivo. È a dir poco irresponsabile spendere oltre 26 miliardi di euro per un progetto del genere, quando sarebbe sufficiente, per raggiungere lo stesso scopo, sfruttare a pieno la linea ferroviariagià esistente, ma ancora sottoutilizzata”. A proposito di spesa pubblica, proprio di recente il Centro studi della Camera dei deputati ha certificato l’aumento dei costi della costruzione della nuova linea per 2 miliardi 358 milioni di euro.

Sindaci Valsusa: ‘Il 21 in piazza contro il Tav, prima bisogni delle famiglie’

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/02/06/notav-sindaci-della-valsusa-il-21-in-piazza-contro-spesa-folle-del-tav-prima-i-bisogni-delle-famiglie/337686/

 Il Fatto Quotidiano

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“Torneremo in piazza, perché il tema Tav è stato assopito in tutti questi mesi”, Sandro Plano, sindaco Pd di Susa e presidente della Comunità Montana Valsusa e Valsangone, guiderà i 21 sindaci della Valsusa che apriranno il corteo del prossimo 21 febbraio a Torino. La settimana scorsa una dura sentenza del tribunale piemontese ha condannato 43 attivisti NoTav a oltre 140 anni di carcere per i fatti dell’estate 2011. Immediata la risposta dei valsusini che hanno indetto la manifestazione di Torino. Dopo un periodo in cui gli amministratori locali sembravano aver scelto di rimanere nell’ombra hanno deciso di mettersi nuovamente in prima fila. “Non siamo cattivi maestri – continua Plano- siamo per una protesta pacifica, siamo degli amministratori che hanno a cuore il futuro della propria valle”. Le fasce tricolori hanno incontrato pochi giorni fa il ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi “abbiamo chiesto che i soldi della Torino-Lione vengano usati per un piano di piccole opere – spiega Angelo Patrizio eletto sindaco ad Avigliana con una lista civica – più vicine alla realtà dei cittadini piuttosto che un tunnel di base che verrà completato tra 7 o 8 anni”  di Cosimo Caridi

6 febbraio 2015

Tav, “i costi esplodono da 8,3 a 11,9 miliardi”. Renzi chiede conto (non a Lupi) – Il Fatto Quotidiano

Gli ingredienti: la “nota puntuale” del Senatore Esposito, e la spiegazione tecnica: nel 2012, valutando il costo in “euro costanti” (cioè bloccati fino alla conclusione dll’opera), LTF fissava in 4,8 miliardi (di cui 2,0 a carico dell’Italia). RFI, invece, nel contratto di programma li calcolava in “euro correnti” (cioè attualizzati al 2014), portandoli a 6,9 miliardi dei quali 4,1 sulle spalle del nostro paese, come riportato qualche mese fa da Il Sole 24 Ore.

Tutto chiaro, no? euro costanti, euro correnti.

Una tecnicalità, insomma.

L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) apre un’inchiesta sul Tav

post6 febbraio 2015 at 00:46

no-tav-carnvale

L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha deciso di aprire un’inchiesta sul progetto ferroviario Lione-Torino in seguito all’ottimo lavoro svolto dai notav italiani e francesi. Già nel dicembre scorso otto Parlamentari Europei Verdi avevano denunciato il 17.12.2014 alla Procura della Repubblica francese – polo finanziario la società LTF – Lyon Turin Ferroviaire e precedentemente a settembre presentarono un Esposto all’OLAF (Ufficio europeo per la Lotta Antifrode), dove si denunciavano le irregolarità dei lavori affidati a LTF.

Karima Delli e Michèle Rivasi che, insieme al portavoce dei No Tav transalpini Daniel Ibanez, hanno commentato: “La serietà delle prove raccolte obbliga l’Olaf a indagare su questo progetto, obiettivo di un cofinanziamento europeo. L’apertura di un’inchiesta è la prova stessa che non si tratta di accuse, ma di fatti reali e frodi fatte a danno del bilancio dell’Ue”. Non è stato possibile ottenere ulteriori dettagli dal portavoce dell’Olaf.

Ne avevamo parlato nella presentazione della documentazione “Ormai è tardi” ed oggi un grande risultato è stato raggiunto proprio nella sede, cioè la Ue, che dovrebbe finanziare la Lione-Torino e secondo la politica italiana, sarebbe l’organismo che ci chiede di realizzare il Tav.

L’apertura dell’inchiesta da parte dell’Olaf dimostra come le prove raccolte e presentate siano la dimostrazione di come la vicenda del Tav sia una vicenda gestita allegramente fino ad oggi, con irregolarità palesi e balle incredibili.

A pochi giorni dalla presentazione della richiesta per il cofinanziamento da parte del governo italiano e da quello francese non marca molto bene per il sistema tav…

Il Presidente della Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento Europeo, Michael Cramer, interviene sull’apertura di inchiesta sul progetto di tunnel Torino-Lione, da parte dell’Ufficio Antifrode dell’Unione Europea (OLAF):

“Io reclamo: rispetto della legge e uso corretto dei fondi!”

cramer

Lyon-Turin : l’office anti-fraude européen ouvre une enquête

http://acteursdeleconomie.latribune.fr/en-bref/2015-02-05/lyon-turin-l-office-anti-fraude-europeen-ouvre-une-enquete.html

Journal économique et financier

TRANSPORTS
(Crédits : DR)
Maxime Hanssen  |  05/02/2015, 
Le gendarme européen de la lutte contre la fraude ouvre une enquête sur le Lyon-Turin. En cause, notamment, l’infiltration présumée, sur le chantier, d’entreprises liées à la mafia calabraise.

L’office anti-fraude européen (OLAF) a décidé d’ouvrir une enquête, ce jeudi, sur le dossier Lyon-Turin. Sur la base de documents fournis par Daniel Ibanez, coordinateur des opposants, les députées européennes EELV, Karima Delli et Michèle Rivasi avaient déposé, en novembre 2014, une plainte auprès de l’OLAF. Elles mettent en cause de possibles conflits d’intérêts dans la passation de marchés publics, des soupçons de liens avec la mafia, des irrégularités dans des appels d’offres et une mauvaise utilisation des deniers européens.

L’OLAF enquête sur les fraudes au détriment du budget de l’UE, sur les affaires de corruption et les fautes graves commises au sein des institutions européennes. Il élabore également une politique antifraude pour la Commission européenne.

Pour aller plus loin >> Lyon-Turin : sur quelles bases l’OLAF ouvre-t-il une enquête ?

23 aprile – Prima udienza per Graziano, Lucio e Francesco

23 aprile – Prima udienza per Graziano, Lucio e Francesco

riceviamo e pubblichiamo

I UDIENZA PER GRAZIANO FRANCESCO E LUCIO: 23 APRILE – TRIBUNALE DI TORINO

La prima udienza del processo per Lucio, Francesco e Graziano è stata fissata al 23 aprile e si svolgerà a porte chiuse al tribunale di Torino, dove i tre compagni saranno giudicati per i reati di danneggiamento a mezzo di incendio, violenza contro pubblico ufficiale, detenzione e trasporto di armi da guerra. La scelta dei tre compagni è stata quella di procedere con un rito abbreviato, da qui il cambio di data: non più il 19 marzo, come era stato diffuso precedentemente, bensì, appunto, il 23 aprile.

I tre hanno attentamente valutato la scelta di intraprendere un rito abbreviato, in accordo con gli avvocati, a partire da considerazioni tecniche, in rapporto al processo intorno al reato di terrorismo per i no tav. Come già noto, il processo ai tre si inserisce tra la sentenza per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò del 17 dicembre e il probabile secondo grado di giudizio per i quattro, che potrebbe avvenire a partire dalla prossima estate, quando la procura di Torino tenterà di nuovo di avanzare l’accusa di terrorismo. Lo stesso tentativo anima il ricorso in cassazione, sempre ad opera dei due pm Rinaudo e Padalino, dopo che il tribunale del riesame aveva rigettato l’estensione anche per Lucio Fra e Graziano dei reati di terrorismo. In questo rimbalzo di date certe e possibili, la scelta dell’abbreviato va nella direzione di voler considerare questo procedimento come parte di un progetto repressivo evidentemente più esteso.

Il prossimo venerdì, 6 febbraio, ennesima scadenza: la corte di cassazione si esprimerà in merito al ricorso presentato dagli avvocati difensori di Lucio Francesco e Graziano in relazione alla prima custodia cautelare a loro carico, che li aveva portati in carcere l’11 luglio scorso.

Lucio Francesco e Graziano sono ancora detenuti nel carcere di Ferrara.

Il viadotto cade un pezzo alla volta Nuovo cedimento sulla Pa-Ag

http://palermo.blogsicilia.it/il-viadotto-cade-un-pezzo-alla-volta-nuovo-cedimento-sulla-pa-ag/285951/

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NEI PRESSI DEL VIADOTTO SCORCIAVACCHE

Cantiere Scorciavacche Pa-Ag
CRONACA 04 febbraio 2015

di Redazione

Nuovo cedimento della strada nei pressi del viadotto Scorciavacche, sulla SS121 Palermo-Agrigento. Il tratto era stato chiuso al traffico il 30 dicembre scorso a causa dello smottamento.

“Nel tratto di strada chiuso al traffico il 30 dicembre negli ultimi giorni – spiega l’Anas – si è sviluppato un nuovo fenomeno progressivo di deformazione del rilevato di accesso al viadotto Scorciavacche 2, sulla variante alla SS 121 Catanese, nell’area sottoposta a sequestro probatorio dalla Procura di Termini Imerese”.

L’Anas precisa che “il fenomeno, che ha provocato il cedimento del piano viabile ad una distanza di circa 150 metri dal viadotto Scorciavacche, in direzione Palermo, è da attribuire alle stesse cause che hanno determinato il precedente dissesto, che ha a sua volta contribuito a ingenerare il nuovo evento”.

Non appena l’area sara’ dissequestrata, “il contraente generale dovrà ripristinare l’intero rilevato, con costi dell’intervento interamente a suo carico”, sottolinea l’Anas. Inoltre, “sulle base delle responsabilità, cosi’ come saranno accertate anche dalle commissioni di esperti nominate da Anas e Ministero delle Infrastrutture, saranno avviate le azioni legali per il recupero del danno subito, compreso quello di immagine”.

COMME JE LE REPETE INLASSABLEMENT L’AFRIQUE N’A PLUS RIEN A ATTENDRE DE L’ONU …

Luc MICHEL/ En Bre f/ Avec APA – Eburnie News – PCN-SPO/ 2015 02 06/

LM.NET - EN BREF ben souda primée (2015 02 06)  FR

Fatou Bensouda lauréate du «Prix de la paix» de l’ONU !!!

Le Procureur de la Cour pénale internationale (CPI) à La Haye, Fatou Bensouda a reçu le « prix de la paix » des Nations Unies décerné par l’Association des Nations Unies en Espagne, a appris APA jeudi. La juge gambienne se trouve actuellement à Barcelone pour recevoir sa distinction que de nombreux spécialistes occidentaux ou vendus à l’Occident ont vivement salué et affirmé comme « mérité »…

Le prix et le jugement sur le mérite : allez dire çà aux Ivoiriens !

http://eburnienews.net/fatou-bensouda-laureate-du-prix-de-la-paix-de-lonu/

 MAIS C’EST QUOI LA CPI ?

* Lire Luc MICHEL / FOCUS / LA CPI : UNE MACHINE DE GUERRE OCCIDENTALE POUR LA RECOLONISATION DE L’AFRIQUE

Sur http://www.lucmichel.net/2013/10/01/luc-michel-focus-la-cpi-une-machine-de-guerre-occidentale-pour-la-recolonisation-de-lafrique/

* Regarder : PCN-TV / LUC MICHEL SUR ‘AFRIQUE MEDIA’ TV : QUE PENSER DE LA PSEUDO ‘JUSTICE INTERNATIONALE’ ?

Sur http://www.lucmichel.net/2014/04/03/pcn-tv-luc-michel-sur-afrique-media-tv-que-penser-de-la-pseudo-justice-internationale/

 LM

 Carricature du talentueux Glez (le congolais Bosco Ntaganda, dit ‘The Terminator’, réfugié à l’ambassade US à Kigali et livré par elle à la CPI, un cartoon qui en dit long sur la vraie nature de la CPI).

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Luc MICHEL /

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GRAND REPORTER (3) : GUINEE EQUATORIALE. L’AFRIQUE QUI GAGNE (PARTIE 1. MALABO II)

“GRAND REPORTER”, une émission de Luc MICHEL et Bachir Mohamed LADAN …

 Conception et direction Luc MICHEL /

EODE-TV - AMTV GRAND REPORTER.3 ge malabo II (2015 02 05) FR (1)

Images EODE-TV – RT /

Présentation Bachir Mohamed Ladan /

Montage Ibrahim Kamgue – Pierre Tcnako/

Réalisation Romain Mbomnda – Alexandre Ngan/

Recherche documentaire YVZ/

Coproduction Luc MICHEL – EODE-TV – Afrique Media

GRAND REPORTER (3) :

EODE-TV - AMTV GRAND REPORTER.3 ge malabo II (2015 02 05) FR (2)

GUINEE EQUATORIALE. L’AFRIQUE QUI GAGNE (PARTIE 1).

Malabo II, symbole de l’émergence équato-guinéenne

 Emission complète sur : https://vimeo.com/118856416

 # INTRODUCTION :

 Bienvenue pour cette nouvelle édition de notre émission : GRAND REPORTER, produites avec Luc MICHEL, le correspondant international d’AFRIQUE MEDIA et le patron d’EODE-TV, qui apportera son expertise à l’émission.

GRAND REPORTER nous conduit aujourd’hui en Guinée Equatoriale, et particulièrement dans sa nouvelle capitale : MALABO II, sortie de la forêt équatoriale en face de la vieille capitale Malabo, l’ancienne San Miguel coloniale.

 La découverte impressionnante de Malabo II sera le prétexte pour notre expert Luc MICHEL, qui est aussi un panafricaniste renommé, d’analyser pour nous l’émergence équato-guinéenne et le modèle de développement qui l’accompagne. Notre émission mêlera reportage « live » en Guinée Equatoriale et analyses de fond réalisées ensuite en studio.

 # I/ REPORTAGES “LIVE” EN GUINEE EQUATORIALE :

 * Avant de partir à la découverte de Malabo II, nous retrouvons Luc MICHEL, au cœur du vieux Malabo, pour une première série de questions sur la propagande occidentale :

Comment expliquez-vous qu’à côté de ces réalisations qui font rêver beaucoup d’africains la Guinée Equatoriale ait une telle mauvaise image de marque dans les médias occidentaux ?

Qui est responsable de ces campagnes de dénigrement ? Vous mettez en cause directement les occidentaux ?

 * Nous retrouvons ensuite Luc MICHEL à Malabo II pour un premier commentaire sur la nouvelle capitale de la Guinée Equatoriale.

Quelle place tient cette nouvelle capitale dans le développement du pays ?

Malabo II n’est pas seulement une cité administrative. On y développe aussi un ambitieux programme d’habitation sociale ?

Malabo ce sont aussi d’impressionnantes infrastructures sportives. Qui ont notamment permis la CAN accueillie en Guinée Equatoriale. Ici aussi votre reportage va à l’encontre des critiques occidentales contre les stades équato-guinéens ?

 * Malabo II c’est aussi le Centre international de Sipopo, dont le président de Guinée Equatoriale Obiang Gnema Mbassogo entend faire le cœur vibrant du nouveau Panafricanisme ?

 # II/ ANALYSES (1) :

 Après la Guinée Equatoriale, nous retrouvons Luc MICHEL aux Studios d’EODE-TV à Charleroi/Brussels South, pour des analyses de fond. Il répond aux questions suivantes :

 Le temps est venu d’analyser cette émergence de la Guinée Equatoriale, dont Malabo II est à la fois la vitrine et le symbole concret. Comment définir ce concept d’ « émergence 2020 » ?

Tout cela grace au « miracle pétro-gazier » ?

La dimension sociale semble une des coordonnées essentielles de l’équation de l’émergence telle qu’elle a été pensée par le leadership équato-guinéen ?

Les ambitions économiques du pays sont aussi au niveau international ou panafricain ?

Toutes ces réalisations s’articulent autour de réalisations-phares ?

 # III/ DOCUMENT :

 * Un documentaire spectaculaire.

La construction par de l’autoroute Bata-Ayak NTang , dans la partie continentale de la Guinée Equatoriale …

 # II/ ANALYSES (2) :

 * Nous retrouvons Luc MICHEL aux Studios d’EODE-TV pour une seconde série d’analyses :

Qui dit économie moderne émergente dit aussi échanges et partenariats. Quels sont les partenaires de la Guinée Equatoriale ?

Quel rôle joue la France puisque la Guinée Equatoriale est membre de la zone monétaire CFA ?

Et les échanges économiques avec Paris ?

 * Pour conclure cette première partie, élargissons le propos et parlons de l’émergence africaine, type « objectifs du millénaire ». Comment le panafricaniste que vous êtes voit-il cette émergence africaine ?

 # CONCLUSION :

 Merci à Luc MICHEL pour ces analyses qui donnent aussi à réfléchir.

Nous vous donnons rendez-vous dans la seconde partie de cette émission GRAND REPORTER  qui sera, elle, consacrée au rôle du pétrole et du gaz dans l’émergence équato-guinéenne. Et nous conduira notamment à PUNTA EUROPA, au cœur du complexe gazier du pays.

 Nous nous quittons sur quelques images de MALABO II et de ses grands chantiers de construction …

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LE RETOUR DES DJIHADISTES. AUX RACINES DE L’ÉTAT ISLAMIQUE

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EODE-BOOKS - Retour des djihadistes (2015 02 05) FR

# LE RETOUR DES DJIHADISTES. AUX RACINES DE L’ÉTAT ISLAMIQUE

 Editeur: Éditions des Équateurs

Auteur: Patrick Cockburn          

 Le 10 juin 2014, l’État islamique de l’Irak et du Levant (l’EILL ou encore DA’ECH selon son acronyme arabe), dirigé par le sunnite Abu Bakr al Baghdaoui, prend la capitale nord de l’Irak, Mossoul. 350.000 soldats de l’armée irakienne contre 1.300 combattants du côté des insurgés. C’est l’une des plus grandes débâcles militaires de tous les temps. Et une date cruciale qui marque la fin d’une période commencée avec la mort de Saddam Hussein en 2003.

 Cet événement est un véritable choc pour l’Occident qui n’a rien vu venir. D’abord parce que la plupart des observateurs occidentaux ont dû quitter la région et parce que la soi-disant « guerre contre la terreur » s’était focalisée essentiellement sur Al Qaeda, trop longtemps considérée comme une organisation unique et structurée et non comme la « base » d’où ont émergé une pluralité de groupes armés. Ces combattants ont rallié dans la région l’Etat islamique de l’Irak et du Levant qui contrôle maintenant le nord et l’ouest de l’Irak et le nord et l’est de la Syrie. Soit un état de la taille de l’Angleterre ou du Michigan.

 Patrick Cockburn, grand reporter spécialiste du Moyen-Orient, souvent iconoclaste, retrace la montée en puissance de ce Djihad, qu’il compare avec raison à la montée des fascismes dans les années 1930. Il montre que ce mouvement, au départ peu important et affaibli par l’intervention américaine en 2001, s’est nourri de la politique de l’Occident. Aux lendemains du 11 septembre notamment, les alliances avec l’Arabie Saoudite et le Pakistan n’ont jamais été remises en causes alors que ces deux pays sont aujourd’hui les principaux bailleurs de fonds du Djihad. Par ailleurs la vente d’armes aux rebelles syriens aujourd’hui dominés par des combattants sunnites — qui ont peu à peu relégués au second plan les autres mouvements opposés à Bachar el Assad, marginaux dès le départ — ont contribué à renforcer le mouvement.

 Loin de tout manichéisme, fort de son expérience sur le terrain, Cockburn nous livre une analyse extrêmement fine de la situation au Moyen Orient. Démontant une à une les idées reçues véhiculées notamment par la presse internationale, il expose de manière claire la superposition de différents niveaux de conflits dans cette région. Enjeu stratégique des grandes puissances et terre de rivalités historiques entre différents courants religieux, notamment chiites et sunnites. Il explique aussi comment ces conflits, parallèlement à la montée du wahhabisme dans la communauté sunnite mondiale affectent les 1, 6 milliards de musulmans dans le monde, un quart de la population mondiale. Et redéfinit tous les enjeux de la politique mondiale.

 L’AUTEUR:

 Correspondant au Moyen-Orient du quotidien The Independent, Patrick Cockburn a publié trois livres sur l’histoire récente de l’Irak , une autobiographie, The Broken Boy, et un ouvrage sur la schizophrénie, Henry’s Demons, écrit avec son fils et sélectionné pour le Prix Costa. Il a reçu le prix Martha Gellhorn en 2005, le prix James Cameron en 2006 et le prix Orwell du journalisme en 2009. En 2013, il est élu correspondant étranger de l’année.

 EODE / 2015 02 05 /

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