Montemiletto: Panettiere 54enne si suicida impiccandosi, lascia moglie e due figli

le autorità così come il mondo tanto solidale della società civile come si occuperà della sua famiglia? Le famiglie vanno bene solo quando c’è da prelevare il 73% del reddito da devolvere agli indigenti? Strano che a sti indigendi non arrivi mai niente, gli autocnoni  ovviamente.

Ma d’altronde il ns ministro dell’istruzione Carrozza ha dichiarato che la famiglia è una stupidità, così ha impartito il nuovo principio su cui si deve basare questa società, come se avessimo dei dubbi che arrivismo e opportunismo non dominassero. La famiglia che conta per lei forse è quella del suo clan, Il PD.Tanto il suo collega di clan D’Alema ha ben chiarito che la famiglia italiana non si deve aiutare che se mancano i giovani si importano (dato che rende più della droga)

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11 febbraio 2015

Ha deciso di farla finita questa mattina, un 54enne di Montemiletto in un capannone poco distante dalla sua abitazione. L’uomo, proprietario di un panificio, era sposato ed aveva due figli.A fare il ritrovamento sono stati proprio i familiari. Sul posto i Carabinieri della compagnia di Mirabella Eclano che hanno effettuato i primi rilievi ed informato la Procura dell’accaduto ed il medico legale per l’esame esterno.

Fonte irpinianews

http://www.crisitaly.org/notizie/montemiletto-panettiere-54enne-si-suicida-impiccandosi-lascia-moglie-e-due-figli/

L’Egitto da un caloroso benvenuto al Presidente della Russia

capito perché Al Sisi non piace ai sinistrati italiani, troppo vicino a Putin, fin da subito ma i nostri sinistri alternativi sono troppo vicini ad Obama. Nei secoli fedeli al liberatore

 09/02/2015

 Gli egiziani salutano il Presidente Vladimir Putin, arrivato a Cairo per una visita ufficiale, esibendo ritratti di Putin e bandiere russe sulle strade della città.

 Ritratti di Vladimir Putin intervallati da bandiere russe per le strade di Cairo, per la visita di Stato del leader russo, per affrontare la situazione in Medio Oriente e Nord Africa. La visita di Putin è un argomento di conversazione dai bar ai talk show più popolari. Le relazioni russo-egiziane sono studiate nei giornali locali, con titoli come “Benvenuto in Egitto Presidente Putin” e “Putin, eroe del nostro tempo” che adornano le edicole locali. “La Russia attualmente è ‘argomento dei discorsi’, in particolare per la visita del Presidente Putin. Questa visita era attesa da tempo, da quando (l’ex-presidente egiziano Muhammad) Mursi è stato deposto”, ha detto a RIA Novosti lo studioso mediorientale Vladimir Beljakov. Secondo Beljakov, Putin è diventato eroe e simbolo dell’anti-egemonia statunitense e dell’anti-islamismo fra gli egiziani, soprattutto alla luce del sostegno alla volontà popolare egiziana nella cacciata dei Fratelli musulmani di Mursi, nel 2013. “Ci aspettiamo relazioni strategiche in ogni senso. L’Egitto è diverso. E’ del tutto indipendente nel processo decisionale, elevando i nostri legami ad un nuovo livello”, ha detto a RIA Novosti l’ex ambasciatore egiziano in Russia Rauf Saad. Come un diplomatico russo ha detto a RIA Novosti, la visita di Putin avviene su richiesta dell’omologo egiziano a visitarlo al più presto possibile. “Siamo turbati dal crollo di molti Paesi arabi. Vorremmo cambiare la situazione. In Siria, ci muoviamo all’unisono come testimonia l’incontro dell’opposizione siriana a Cairo, poi continuato a Mosca”, ha detto il diplomatico russo.

L’Egitto vede la Russia quale partner affidabile nel contesto del raffreddamento delle relazioni con gli Stati Uniti, dopo il rovesciamento di Mursi. Su spinta delle sanzioni anti-Russia di Stati Uniti ed alleati occidentali, la cooperazione di Mosca con Cairo appare promettente. All’inizio della giornata, Putin ha detto che le relazioni russo-egiziane nel commercio, energia nucleare, spazio, turismo e agricoltura si sviluppano a ritmo elevato.

 Traduzione di Alessandro Lattanzio

SitoAurora – AuroraSito

http://sitoaurora.livejournal.com/10970.html

Verona: Perde il lavoro, 52enne sfrattata vive e dorme nell’auto con due cani

dove sono le autorità? Quelle che prelevano il 73% de reddito per assistere i meno abbienti? Dov’è il mondo solidale del benaltrismo? Solo dove c’è da intascare 35 euro al giorno per persona?????

11 febbraio 2015

Un’auto come casa. Una prima notte passata a dormire come si può, facendo i conti con la paura e con il freddo, abbassando il sedile della Toyota Yaris, per sdraiarsi e provare a convincersi di essere nel proprio letto. E poi svegliarsi all’alba. Ricominciare la giornata, cercando un alloggio per non ritrovarsi, all’imbrunire, al punto di partenza. È successo a Cristina Pagani, 52 anni, originaria di Roma, ma da tempo residente a Mozzecane. Una vita come tante. Un lavoro in un’impresa edile, dove si occupa di sicurezza sui cantieri. Un appartamento in affitto. La compagnia di due cani. Ma la crisi morde. Il lavoro non c’è più. «I proprietari della casa in cui abitavo sono stati fin troppo comprensivi. Non hanno preteso l’assegno per otto mesi. Poi anch’io mi vergognavo e ho chiesto che attivassero le procedure per lo sfratto, che è arrivato nel maggio scorso. Pensavo che così sarebbe stato più facile ottenere un aiuto dal Comune», racconta. Qui Cristina trova supporto. «Mi assistono nella compilazione di una marea di domande per ottenere qualche centinaio di euro di sostegno per pagare l’affitto e le bollette», prosegue. Ma case libere di proprietà pubblica a canone calmierato non ce ne sono. E la donna del resto non ha entrate certe. Svolge lavori in nero, soprattutto pulizie in case private. Così riesce a racimolare cifre mensili variabili, pari a poche centinaia di euro. E si accontenta di alloggiare da una famiglia, che le affida una porzione di appartamento senza però redigerle un contratto di affitto e consentirle il cambio di domicilio. Unica nota positiva; la casa è in campagna e Cristina può tenere i suoi cani. «L’appartamento, cucina, bagno lavanderia e la stanza da letto, era senza riscaldamento, da luglio non ho il gas per cucinare. Mi sono arrangiata con la piastra elettrica. Ho però dovuto anticipare i soldi del cosiddetto affitto fino a pochi giorni fa», dice.

 I rapporti con la famiglia che la ospita si logorano. L’epilogo sabato scorso. «Quando sono stata chiusa fuori di casa e ho dovuto chiamare i carabinieri per riuscire ad imballare qualche pacco e portare via lo stretto indispensabile. I militari mi hanno spiegato che senza contratto di locazione non sarebbero potuti più intervenire se i proprietari dell’abitazione mi avessero impedito di entrare.

 Ho lasciato in quella casa effetti personali ed elettrodomestici comprati con le mie magre risorse. Con me ho solo quello che sono riuscita a caricare sull’auto», aggiunge. «Della mia vicenda sono al corrente i servizi sociali del Comune ed il sindaco che ho visto anche questa mattina (ieri per chi legge, ndr)», continua. La speranza è di riuscire a trovare un alloggio nel giro di qualche giorno. «Sto seguendo un corso di riqualificazione sociale al Don Calabria. Ho iniziato a dicembre. L’obiettivo è di diventare formatrice sulla sicurezza nei cantieri. Lunedì dovrei riprendere. Ma senza un tetto non me la sento di continuare. Ho cercato di darmi una prospettiva nel lavoro, di guardare avanti. Non è facile. Ma la priorità è l’alloggio». Una casa, dove poter portare anche i cani: su questo, infatti, Cristina non transige. «Ovunque vada li terrò con me».

Valeria Zanetti

 Fonte larena

http://www.crisitaly.org/notizie/verona-perde-il-lavoro-52enne-sfrattata-vive-e-dorme-nellauto-con-due-cani/

NUOVA INDAGINE SU RENZI: I GUADAGNI MILIONARI SUL DECRETO BANCHE CI SONO STATI PER DAVVERO! TUTTO GRAZIE AL SUO DECRETO SULLE BANCHE. INSABBIERANNO ANCHE QUESTA VOLTA?

mica è grave come il caso Ruby….ssssh silenzio

 IL NOSTRO BLOG NE HA PARLATO DIFFUSAMENTE. GIORNI FA SIAMO STATI TRA I PRIMI A RILANCIARE QUESTO SCANDALO (CLICCA QUI). ADESSO QUALCOSA SI STA MUOVENDO. INSABBIERANNO ANCHE A DESSO?

Popolari, l’ombra dell’insider trading su Renzi

La Consob ha acceso un faro sugli andamenti anomali avuti dalle Banche popolari quotate in Borsa nei giorni precedenti al decreto che le riforme varato dal governo. La notizia rilanciata da fonti del Tesoro è stata confermata dalla commissione che oggi, nella persona del presidenteGiuseppe Vegas, verrà ascoltato alla Camera.
La gabbia – L’impresa di Renzi di bigcocomero

A riassumere cosa è successo prima che il premier uscisse allo scoperto con il decreto che rivoluziona le popolari, è Stefano Zurlo sul Giornale: tra il 15 e il 16 gennaio, a ridosso della svolta renziana, qualcuno ha anticipato i tempi acquistando in Borsa le azioni delle popolari per passare poi all’incasso dopo il 19, quando ormai la partita era diventata ufficiale. Qualcuno, malignando, ha provato a illuminare il parterre degli amici di Matteo Renzi. Da parte sua il premier, ospite di Porta a Porta, aveva messo le mani avanti: “Se qualcuno, chiunque sia, o comunque si chiami, ha utilizzato informazioni riservate, io stesso chiederò un’ indagine rigorosa alla Consob e ad altri, così che pagherà fino all’ ultimo centesimo e all’ ultimo giorno”, disse a Bruno Vespa. In realtà l’indagine già c’era e venerdì scorso, il sottosegretario all’ Economia, Pier Paolo Baretta, rispondendo all’interpellanza di Renato Brunetta disse: “Le analisi finora effettuate hanno rilevato la presenza di intermediari aderenti ai mercati con posizioni premianti. Tali posizioni risultano articolate in acquisti antecedenti al 16 gennaio, eventualmente accompagnati da vendite nella settimana successiva”.

Alla fotografia scattata Zurlo si aggiunge la rivelazione di Dagospia: “Molti acquisti sono partiti da Londra e dal Lussemburgo, tanto che la Consob è impegnata in indagini delicate anche all’estero, indagini che richiederanno qualche settimana”. Ma chi si occupa del dossier sottolinea che, più che i rialzi, sono rilevanti i volumi delle transazioni, elevati e molto al di sopra della media. Si sussurrano dunque i nomi di alcuni finanzieri che si sono mossi con straordinario tempismo, forse sul filo dell’insider trading, ma sarà oggi Vegas a fissare, davanti all’ emiciclo di Montecitorio, i primi paletti.

Grandecocomero.com

La tragedia voluta, da chi? Immigrati costretti a partire sotto la minaccia delle armi

chiedere agli inquisiti di Mafia Capitlae, si vede che chi detta gli orari di partenza e arrivo è ancora FUORI

Segui il denaro e trovi il movente….ah no è solo solidarietà

 mercoledì, 11, febbraio, 2015

Mare n3

“Non volevamo partire, c’era brutto tempo. Ma i trafficanti umani di hanno costretti sotto la minaccia delle armi e non avevamo altra scelta. Siamo partiti a bordo di quattro gommoni in 460, ma uno dei gommoni, durante la traversata, è affondato e sono morti tutti i profughi a bordo. Tra loro c’erano anche tre bambini. E’ stata una tragedia, non avrei mai immaginato di vivere un incubo del genere”.

“Ci tenevano chiusi in un magazzino alla periferia di Tripoli – raccontano – e ci dicevano di aspettare prima di partire. Aspettavano il momento giusto. Poi, sabato, senza preavviso, sono venuti. Erano tutti armati e ci hanno costretti a lasciare quel campo per raggiungere una spiaggetta di Tripoli“.hanno raccontato alcuni superstiti agli operatori di Save The Children

Alcuni dei profughi si sono opposti. Volevano aspettare che il tempo migliorasse. “Ma non ci hanno fatto tornare indietro. Eravamo minacciati e guardati a vista. Cosa altro potevamo fare?”. Hanno pagato tutti 800 dollari a testa.

I 460 immigrati, tra cui anche donne e minori, sono così arrivati sulla spiaggia e ammassati, secondo il loro racconto, su quattro gommoni con un motore da appena 40 cavalli. “Ci hanno dato complessivamente dieci taniche di benzina per la traversata – raccontano ancora – e ci hanno spinti sui gommoni con la forza, nonostante il brutto tempo. Ci avevano assicurato che il tempo sarebbe migliorato. E noi non potevamo che fidarci di loro”. Così in 460 sono partiti sabato alla volta di Lampedusa. “A poche miglia dalla Libia – racconta un altro testimone – uno dei quattro gommoni è affondato con oltre cento persone a bordo. Un altro gommone si è sgonfiato davanti e l’altro imbarcava acqua”. Il resto è ormai storia.

Uno dei gommoni in avaria è stato soccorso dalla Guardia costiera arrivata da Lampedusa, nonostante le onde altre nove metri e il mare forza sette-otto. Sono 76 i superstiti e 29 i profughi morti per assideramento. Su un altro gommone sono riusciti a salvarsi solo due degli oltre cento immigrati a bordo e sul quarto gommone si sono salvati in sette su più di cento profughi. adnkronos

http://www.imolaoggi.it/2015/02/11/la-tragedia-voluta-da-chi-immigrati-costretti-a-partire-sotto-la-minaccia-delle-armi/

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“Dammi 1500 euro o ti faccio la pelle”, romeno arrestato per estorsione

dobbiamo imparare da loro disse una nota rappresentate delle istituzioni. Che razzista questa donna, doveva accettare l’estorsione.

 mercoledì, 11, febbraio, 2015

Arresto per estorsione ad Abano Terme. Non pagava l’affitto da tempo e così la 45enne proprietaria di un’abitazione di piazza Mercato ad Abano Terme aveva deciso di andare a chiedere spiegazioni al suo inquilino, R.M., un 30enne di origine romena. Sembrava un normale chiarimento, ma durante la discussione, l’improvvisa minaccia: “Se non mi dai 1500 euro ti faccio la pelle insieme a un mio amico”.

L’ARRESTO. A quel punto la donna, impaurita, ha deciso di affidarsi ai carabinieri, che l’hanno invitata ad incontrarsi con il malvivente per la consegna del denaro pattuito, preventivamente fotocopiato e, con un’imboscata, lunedì sera, sono riusciti ad arrestare il romeno ed il suo complice, trovati in possesso delle banconote con gli stessi numeri seriali. Per il primo è scattato l’arresto in carcere con l’accusa di estorsione, per il secondo A.M., per il suo ruolo marginale, sono scattati i domiciliari nel comune del Padovano. Il 30enne era già noto alle forze dell’ordine: due anni fa, il 9 febbraio del 2013, era stato arrestato perché aveva staccato a morsi l’orecchio di un connazionale.“

 padovaoggi.it

Foibe: scontri, cariche e bombe carta

è tollerante e democratico impedire agli altri di commemorare le proprie vittime? Bel rispetto nei confronti dei familiari di una tragedia che vogliono fingere non essere mai esistita perché i genocidi sono gli altri a commetterli

Ovviamente se ci scappava un altro in coma la colpa è sempre degli altri

 Di Redazione, il 10 febbraio 2015 – 

Alta tensione in largo Pigarelli dove Atreju, Casa Pound e Fratelli d’Italia sono stati affrontati da “Bruno” e anarchici – FOTO

TRENTO. Anche quest’anno, la cerimonia in ricordo delle vittime delle Foibe è stata occasione di forte tensione tra destra e sinistra. Ieri sera, alle 20.30, davanti al monumento di largo Pigarelli – chiuso al traffico e “blindato” – proprio davanti al Tribunale, si sono ritrovati attivisti di Atreju, Casa Pound e Fratelli d’Italia. Un centinaio di persone in tutto, controllate a vista dalle forze dell’ordine, presenti in maniera massiccia in assetto anti sommossa. La commemorazione è durata pochi minuti e tutto è filato liscio fino al momento del “rompete le fila” tra i manifestanti di destra. In quel momento, alcuni attivisti del Centro Sociale Bruno, arrivati da piazza Fiera, hanno sfondato il cordone delle forze dell’ordine, cercando lo scontro con i militanti di Casa Pound. Contatto che è stato evitato da una carica dei carabinieri.

Nemmeno il tempo di riportare l’ordine che, dalla parte nord del viale, sono partiti alcuni ragazzi dell’ambiente anarchico che hanno lanciato tre bombe carta, senza fortunatamente colpire nessuno. Anche in questo caso, una carica delle forze dell’ordine ha rintuzzato l’attacco. Non senza fatica è stata poi riportata la calma, ma per scongiurare possibili assalti, polizia e carabinieri hanno temporaneamente chiuso via Marighetto, dove ha sede Casa Pound.

«Quanto avvenne nelle Foibe – scrive Chiara Avanzo, presidente del Consiglio regionale – dove in migliaia sono stati gettati nell’oblio, uccisi per la sola colpa di non appartenere alla stesso gruppo, di non parlare la stessa lingua, ci deve essere sempre da monito. In Trentino-Alto Adige/Südtirol, attraverso un processo lungo e non sempre facile, abbiamo dimostrato che dalla multiculturalità può nascere la ricchezza e in quella che mira a diventare quell’Europa dei Popoli auspicata dai suoi fondatori, le minoranze linguistiche e culturali sono un bene da proteggere. E per farlo occorre innanzitutto non dimenticare il passato, ma anzi approfondirne la conoscenza e guardare in avanti con la coscienza del percorso che ci ha portato fino a qui. Il Giorno del Ricordo non è quindi solo un modo per dare un volto ed una voce alle vittime di quegli anni terribili, ma è soprattutto una occasione per insegnare ai più giovani quanto sia importante il valore della Pace, purtroppo così fragile anche nell’Europa contemporanea, come dimostra ciò che anche in queste ore accade in Ucraina».

Le fa eco il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti. «Nella ricorrenza nazionale del “Giorno del Ricordo” – scrive – attraverso il quale l’intero Paese rende omaggio alle vittime dell’assurda violenza nazionalista e del disegno annessionistico slavo nell’ immediato secondo dopoguerra, anche la Presidenza del Consiglio provinciale intende esprimere la sua partecipazione, con un pensiero di vicinanza alle vittime ed alle loro famiglie, nella consapevolezza che la strada dello scontro etnico produce solo odio e lacerazioni lunghe dentro la storia. Nel commemorare tale ricorrenza, non possiamo non guardare all’ urgenza di costruire nuovi rapporti nel contesto europeo, capaci di farci oltrepassare quei confini di disprezzo e di dramma che segnarono le comunità del confine orientale ed al contempo sottolineando la delicatezza degli equilibri dei popoli che abitano i confini e per i quali la Carta costituzionale ha sempre inteso sviluppare attenzioni e sensibilità particolari attraverso lo straordinario strumento delle autonomie speciali».

Interviene anche la Civica Trentina: «Nel giorno dedicato al ricordo alle vittime delle foibe – scrive – Civica Trentina esprime la propria solidarietà e la propria vicinanza alle vittime di questa immane tragedia, che dopo aver tanto sofferto, sono anche state costrette a subire l’umiliazione dell’oblio, del silenzio, dell’indifferenza».

Trentino Corriere Alpi
F
oto Trentino

http://www.qelsi.it/rassegna-stampa/foibe-scontri-cariche-e-bombe-carta/

Predicatore islamico stupra la figlia di 5 anni: “Dovevo capire se era vergine”

dobbiamo imparare da loro disse una nota rappresentate delle istituzioni

 Redazione gennaio 31, 2015 15:49

Oggi vi raccontiamo la storia di Lama e di suo padre, un predicatore islamico

 Un famoso predicatore saudita che violentò, torturò e uccise la sua figlioletta di cinque anni perché, dubitando, doveva ‘capire se fosse ancora vergine’, venne rimesso in libertà dopo aver pagato una multa.

Fayhan al-Ghamdi era stato accusato nel 2013, di aver ucciso sua figlia Lama, che ha subito lesioni multiple, tra cui cranio schiacciato,  schiena rotta, costole rotte, un braccio sinistro rotto e tutta una serie di lividi e ustioni sul corpicino. La bambina era anche stata ripetutamente violentata e bruciata.

Fayhan al-Ghamdi aveva  ammesso di avere usato un bastone e cavi per infliggere le ferite alla bambina, perché dubitava della sua verginità.

Invece della pena di morte, così spesso affibbiata per qualsiasi reato in Arabia Saudita,  Fayhan al-Ghamdi scontò, inizialmente, solo pochi mesi di carcere.

Albawaba News ha riferito le parole del giudice:  “I soldi e il tempo che l’imputato ha servito in carcere dopo la morte di Lama sono una sufficiente punizione“, disse.

Fayhan al-Ghamdi, che al tempo appariva regolarmente in televisione in Arabia Saudita,  aveva accettato di pagare qualche migliaio di euro come ‘risarcimento’ alla madre di Lama, immigrata egiziana e una delle sue mogli.

Il denaro è considerato una compensazione sufficiente, in questi casi, per la legge islamica, anche se è solo la metà della somma che sarebbe stata pagata se Lama fosse stata un maschio.

Nonostante notoriamente rigoroso, il sistema giuridico dell’Arabia Saudita, è ipocrita: i padri non possono essere giustiziati per aver ucciso i propri figli. Allo stesso modo, i mariti non possono essere giustiziati per aver ucciso le loro mogli.

Solo dopo le proteste, il predicatore venne condannato – si fa per dire – ad 8 anni di carcere. Che difficilmente sconterà per intero.

http://voxnews.info/2015/01/31/predicatore-islamico-stupra-la-figlia-di-5-anni-dovevo-capire-se-era-vergine/

Ci sono morti giustificabili per i paladini della democrazia

i paladini dell’eguaglianza giustificano i genocidi politically correct e discriminano i morti. Bell’insegnamento

Consigliere Sel: il ricordo delle foibe “revanscismo nazionalista che ha sempre ispirato i fascisti “

 mercoledì, 11, febbraio, 2015

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Orvieto – Nel giorno del ricordo delle vittime delle Foibe, Tiziano Rosati, consigliere comunale di Sel, ha pubblicato su Facebook un post delirante nel quale si giudicano “indecorose” le iniziative  sulle Foibe perchè “non riflettono la verità e le documentazioni storiche, bensì manifestano posizioni strumentali e storicamente prive di ogni fondamento tipiche del revanscismo nazionalista che ha sempre ispirato i fascisti di ogni risma ed oggi lambisce ampi settori del centro-sinistra”.

 Per sostenere la sua tesi, il sinistro ecologico vendoliano chiama a sostegno anche Giorgio Bocca. In un passaggio del contenuto pubblicato su Facebook si legge “Con l’istituzione della Giornata del Ricordo del 10 febbraio, questa campagna ha avuto anche il suo appuntamento ufficiale in cui i cosiddetti infoibati vengono presentati come martiri solo perché italiani”. E ancora. “Con la giornata del 10 febbraio si istituzionalizza la mitologia di una popolazione italiana cacciata dalla sua terra, quando in realtà i territori dell’Istria e della Dalmazia, che con la Prima Guerra Mondiale l’Italia aveva occupato militarmente, non erano mai stati abitati da popolazioni italiane, se non in minima parte”. Nel contenuto condiviso dal consigliere Tiziano Rosati si arriva a dire: “La celebrazione menzognera delle foibe cui stiamo assistendo si inquadra in una più ampia campagna di denigrazione della resistenza”.

http://www.imolaoggi.it/2015/02/11/consigliere-sel-il-ricordo-delle-foibe-revanscismo-nazionalista-che-ha-sempre-ispirato-i-fascisti/

Contratto di Programma RFI: il libro dei sogni nato vecchio.

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In 8a Commissione Permanente del Senato stiamo esaminato l’Atto del Governo n. 132 ovvero il Contratto di Programma 2012-2016 – Parte Investimenti tra Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ed il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

 Quello che salta subito agli occhi è la data, 2012 e 2016. Si sta per approvare un documento che è quasi giunto alla scadenza. Già il D.L. n. 16 del 2014 aveva prorogato il vecchio contratto imponendo l’approvazione del nuovo entro il 30 Giugno 2014. Oggi siamo ancora qui a parlarne e quindi nei fatti ad evidenziare, ancora una volta, quale sia la serietà in Italia della gestione della Res Pubblica… ed ecco spiegato perché questo contratto nasce vecchio.

 Nell’addentrarci nell’analisi del Contratto dobbiamo subito specificare che questo atto riguarda esclusivamente la parte Investimenti, perché la manutenzione ordinaria e straordinaria con annessi servizi è regolamentata da un altro Contratto (Parte Servizi). E’ chiaro quindi che conoscendo la realtà italiana nonché la cattiva congiuntura economica attuale sarebbe auspicabile che il grosso del denaro sia destinato alla Parte Servizi e invece nella Parte Investimenti siano tagliate le grandi ed inutili opere. Ovviamente questo è il nostro auspicio, non lo è dei due miopi contraenti.

 Salta all’occhio, perché gli viene dedicato ampio spazio, il concetto di “lotti costruttivi”, il mezzuccio del nuovo secolo per scrivere un libro dei sogni senza però avere le risorse necessarie a realizzarlo. Se ci fosse finalmente il salto di qualità auspicabile parleremmo di “lotti funzionali”,  i quali possono garantire, di fronte a difficoltà economiche, la realizzazione di infrastrutture autonome e quindi fruibili senza il completamento dell’intera opera.

 Gli interventi sulle linee regionali, per noi prioritarie perché sono l’infrastruttura essenziali per gli italiani che studiano e che lavorano ovvero i nostri concittadini che producono e tengono a galla il nostro Paese e i nostri giovani che sono il futuro, sono completamente trascurate. Troviamo nelle tabelle diversi interventi ma quasi tutti da finanziare oltre il 2016 (ovvero in nuovi contratti di programma) e poi abbiamo comunque cifre irrisorie messe a preventivo.

 Per fare un esempio concreto: il raddoppio della linea Fossano-Cuneo costa 77 Milioni di euro, sarà forse, nei sogni di RFI, finanziata in una data oltre il 2016. L’alta velocità Torino-Milano-Napoli costa invece 32.000 Milioni di euro (sì, avete capito bene! TRENTADUEMILA MILIONI) e risulta totalmente finanziata.

 Vengono spese parole su parole per “proposte RFI per il superamento dei colli di bottiglia” ma appunto sono parole, parole e parole…alla realtà dei fatti queste problematiche rimangono!

 Continuando a scorrere le tabelle del libro dei sogni (loro le chiamano del portafoglio investimenti) si desumono solo promesse per le linee tradizionali/regionali, con fondi non stanziati, mentre l’Alta Velocità o le Grandi Opere come il Terzo Valico dei Giovi (6.200

Milioni di euro quasi completamente stanziati) drenano tutti i fondi disponibili. RFI e il MIT fanno la figura di Maria Antonietta: il popolo ha fame? Dategli brioches….

 Elettrificazione della rete ferroviaria? Raddoppi del binario singolo? Ripristino delle linee tagliate? Non pervenute.

 Nelle pieghe di tutti questi sogni utopici ed irrealizzabili, troviamo poi alcune disposizioni che hanno l’unico scopo di ledere la potestà del Parlamento e compromettere la funzione di controllo ed indirizzo del MIT. Infatti vengono introdotte ex novo le possibilità di proroghe contrattuali, fino alla stipula di specifici atti di aggiornamento o atti integrativi. Sicuramente, approvando solo ora un contratto che già è in scadenza, possiamo essere certi che nel 2016 non ci sarà un nuovo contratto ma di fatto si estenderà, e di molto, la validità di questo oltre il quinquennio oggi previsto dalle leggi.

 Infine, non poteva mancare la chicca della Nuova Linea Torino-Lione. Troviamo infatti, scritto nero su bianco, l’aumento del costo di questa inutile opera, che ad oggi si attesta a 7.789 Milioni di Euro per la quota Italia (rif. tab. c “partecipazioni”). Per illudere i cittadini e qualche Senatore credulone RFI e MIT in data 5 Dicembre 2014 approvano una variazione alla suddetta tabella e dicono che il costo dell’opera è 5.676 però specificano (in grassetto per renderlo ben chiaro) che tale cifra è udite, udite: AL NETTO DELL’ADEGUAMENTO MONETARIO !!! Quindi aumenterà ancora!

La differenza fra le due cifre è infatti di 2.113 Mln di Euro che poi è esattamente la somma che coincide con la rivalutazione del 3,5%/anno che in 8a Commissione del Senato aveva creato scalpore e tante discussioni. Ora che il fatto è certificato, le voci critiche sono sparite. Sarebbe interessante da capire se per disciplina di partito (quella delle tre scimmie: non vedo, non sento, non dico) oppure per qualche poltrona futura.

 Leggiamo inoltre che l’Unione Europea definanzia l’opera per 214 Milioni di Euro rispetto al precedente contratto di programma (rif. variazione coperture finanziarie tab c), tanto ritiene questa opera prioritaria…. Insomma, definirla un pozzo senza fondo è minimizzare la situazione!

 In conclusione il Partito Unico, ora chiamato genericamente PD visto le confluenze giornaliere, darà parere positivo al libro dei sogni nato vecchio, con buona pace dei cittadini che pagano le tasse ma non hanno diritto alla mobilità. Hanno fame? Dategli brioches!

 Marco Scibona 

Senatore Segretario 8a Commissione Trasporti 

 https://www.facebook.com/marcoscibona.it/posts/399095296917639