Milleproroghe, Lupi: «Esclusa la proroga di tre mesi per gli sfratti»

studia studia, intanto la gente viene sbattuta in mezzo ad una strada. Per loro non ci sono alberghi e residence.

Il  gov della solidarietà è assai selettivo nel scegliere chi tutelare e garantire, primi gli sbarcati, altrimenti c’è chi si vergogna di essere italiano, magari sarà contento degli 8 suicidi giornalieri per i quali nessuno si indigna. Sono contenti anhe i gestori del business più redditizio della droga.

 Verso la rateazione bis di Equitalia per le imprese, esclusa invece la proroga del blocco agli sfratti: «Stiamo studiando la possibilità di un passaggio da casa a casa», dice Lupi

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di Valentina Santarpia

 Nessuna proroga al blocco degli sfratti, finito il 31 dicembre 2014. Il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi ha confermato che anche le modifiche in arrivo al decreto Milleproroghe non prevedono, ipotesi circolata negli ultimi giorni, una mini proroga di tre mesi: «Nessuna proroga o mini-proroga degli sfratti», ha precisato Lupi, ma «nelle more della effettiva disponibilità delle risorse assegnate ai Comuni per il fondo affitti e destinate per il 25% ai casi di sfratto per fine locazione di particolari categorie di inquilini, stiamo studiando una norma che tuteli questi nuclei familiari garantendo loro il passaggio da casa a casa». Cosa significa in concreto? Che dei 100 milioni destinati quest’anno al fondo per gli affitti, 25 saranno destinati in maniera prioritaria a sostenere economicamente le famiglie sotto sfratto per finita locazione (che secondo la stima di Lupi non sono più di 2500, tra Roma, Napoli e Milano). E, laddove il contributo-affitto tarda ad arrivare, lo Stato si impegnerà, in collaborazione coi Comuni, a far sì che le famiglie in difficoltà si trasferiscano direttamente da un alloggio ad un altro, magari pubblico. «L’emendamento non è ancora stato scritto, è ancora allo studio- precisano dal ministero – per cui i dettagli dell’operazione andranno definiti, ma l’obiettivo è garantire non una proroga generalizzata, ma tutelare i casi concreti».

Le polemiche

E’ la prima volta da anni che il blocco degli sfratti per fine locazione per le famiglie con soggetti deboli (bambini, anziani, handicappati) non viene confermato. Stizzita la reazione del sindacato pensionati italiani: «È una vera follia, in questo modo sostanzialmente si mandano in strada migliaia di persone anziane che si ritrovano in una condizione di morosità perché non hanno i soldi per pagare l’affitto». Critiche anche dall’opposizione: secondo Sel, si tratta di «un atto irresponsabile e inaccettabile», che rischia di far scoppiare «una bomba sociale». Confedilizia, il sindacato dei costruttori, difende invece la «battaglia di civiltà» di Lupi, che si è orientato, scrive il presidente Corrado Sforza Fogliani, «verso un tipo di provvedimento che viene incontro alle esigenze degli inquilini bisognosi per favorirne il passaggio da casa a casa e, nel contempo, non viola un’altra volta ancora i diritti della proprietà come s’era fatto finora per settant’anni». Lupi, dal canto suo, ha sempre sottolineato che il 92% dei 140 mila sfratti richiesti ogni anno è per morosità e non per fine locazione, situazione che interessa poco meno di 3 mila famiglie. E che il fondo degli affitti (200 milioni in due anni) varato a fine gennaio è solo uno degli interventi per tutelare il diritto alla casa: un altro intervento è quello che riguarda i 400 milioni per la ristrutturazione degli alloggi popolari, molti dei quali sono inagibili. Ma l’assessore milanese alla Casa Daniela Benelli critica: «Il ministro ignora l’appello dei Comuni» a prorogare il blocco degli sfratti e così «contribuisce ad aggravare l’emergenza abitativa».

Le agevolazioni fiscali per le partite Iva

Dovrebbero invece essere in dirittura d’arrivo le modifiche al regime dei minimi, il regime fiscale agevolato per le nuove attività. Ad annunciarlo i relatori del provvedimento, Marchi (Pd) e Sisto (Fi), sottolineando che sono ancora in corso approfondimenti ma «qualcosa sicuramente faremo». In base alle prime indiscrezioni, si sta ragionando su due ipotesi, «o prorogare la normativa precedente o consentire la scelta» tra il vecchio regime (al 5%) e il nuovo (al 15% ma senza limiti, né di durata né di età). L’intervento sul regime dei minimi era ampiamente atteso: la legge di Stabilità 2015 che ha introdotto un nuovo regime fiscale forfettario ha fatto schizzare il numero di posizioni fiscali aperte a dicembre (+203%), un boom che lo stesso governo ha legato al timore che il nuovo regime, in vigore dal primo gennaio, potesse tradursi in un salasso fiscale per professionisti, freelance, ceto autonomo in genere. Di qui la decisione di fare un passo indietro e provare a ripristinare il vecchio regime dei minimi, più favorevole, oppure introdurre un doppio binario di scelta, evitando distinzioni così marcate tra «vecchio» regime e «nuovo».

Nuove rate per Equitalia

Il pacchetto dei relatori del Milleproroghe, ha riferito sempre Marchi, contiene anche proposte «sui giudici di pace, sulle gare del gas e sulla titolarità delle farmacie», oltre alla riapertura dei termini per accedere alla rateazione delle cartelle Equitalia.La proposta sulla rateazione di Equitalia, che potrebbe dare una boccata d’aria agli imprenditori, prevede la possibilità per i contribuenti decaduti dal precedente beneficio della rateazione di richiedere la concessione di un nuovo piano, fino a un massimo di 72 rate mensili. L’emendamento riapre l’operazione lanciata lo scorso anno con il Dl Irpef ed è stata «costruita – riferiscono i relatori – in accordo con il governo». Nella relazione illustrativa si legge che «il periodo di scadenza per la concessione viene prorogato per la decadenza dal 22 giugno 2013 al 31 luglio 2015, mentre per la relativa richiesta dal 31 luglio 2014 al 31 luglio 2015». Il piano non è prorogabile e decade in caso di mancato pagamento di due rate «anche non consecutive». Viene inoltre previsto che «a seguito della richiesta di rateazione non possano essere avviate nuove azioni esecutive». Mentre «se la rateazione è richiesta dopo una segnalazione di inadempimento» nei confronti della Pa, questa «non può essere concessa limitatamente agli importi» oggetto dell’avviso stesso.

12 febbraio 2015 | 14:21

http://www.corriere.it/economia/15_febbraio_12/milleproroghe-interventi-minimi-sfratti-c53f84ac-b2b8-11e4-9344-3454b8ac44ea.shtml

Ospedali pieni, muore neonata Mattarella: «Sono incredulo»

Il Pd fa le interrogazioni???? Il CARNEFICE CHE TAGLIA POSTI LETTO, TAGLIA LA SANITA’, si finge furioso?

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Ad ogni modo meno male che la bimba era italiana, d’Alema tira un sospiro di sollievo e con lui in molti.

La Lorenzin invia ispettori per la morte della neonata, le pare strano si possa morire così.

Non invia ispettori se i neonati muoiono entro 48 ore dal vaccino, chi vuole far arrabbiare Big Pharma alias OMS?

  Non c’è posto nelle Utin di Catania: trasferita con crisi respiratorie dalla clinica dove è nata alla Rianimazione di Ragusa bimba muore in viaggio. Il presidente Mattarella telefona a Crocetta: «Incredulo». I parenti: «Giustizia». Lorenzin invia ispettori in Sicilia

di Luca Marconi

 RAGUSA – Per la piccola Nicole, vittima di malasanità, ha rotto il silenzio il capo dello Stato. Una neonata che ha avuto gravi crisi respiratorie dopo la nascita in una clinica privata di Catania, la casa di cura Giibino, è stata trasferita d’urgenza in ambulanza nel reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale di Ragusa, perché nel capoluogo etneo non c’erano posti disponibili, ma è morta prima del ricovero. Sull’episodio la Procura di Ragusa ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità mediche ma anche la presunta inadeguatezza delle strutture cliniche private e dei nosocomi di Catania o province più vicine. In una telefonata al governatore della Sicilia Rosario Crocetta, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha espresso «incredulità» per la morte della neonata.

 Procura acquisisce cartella clinica

Il ricovero d’urgenza della bambina paradossalmente non è stato possibile per l’indisponibilità di posti al Garibaldi, al Santo Bambino e al Cannizzaro. La piccola era nata appena la scorsa notte, parto senza problemi, ma da subito aveva difficoltà respiratorie. I medici della struttura privata hanno bussato ai tre ospedali con terapia intensiva pediatrica ma senza risultati, per la neonata non c’era posto fatta eccezione che per Ragusa. Dopo la denuncia dei familiari della piccola la Procura ha sequestrato la cartella clinica. Il personale medico del 118 è stato sentito dalla polizia, il pm Minicucci deciderà se disporre l’autopsia.

 L’ultima crisi

Secondo una prima ricostruzione la neonata è entrata in crisi respiratoria dopo il parto. Nella sala erano presenti il ginecologo di fiducia della donna, un anestesista, un rianimatore e un neonatologo. I medici si sarebbero accorti subito della gravità della crisi e dopo aver contattato le Unità di trattamento intensivo neonatale di Catania per trasferire d’urgenza la bambina è stato attivata un’ambulanza privata con al seguito medici specialisti della struttura privata. Dopo Vizzini, in territorio della provincia di Ragusa prima dell’alba la piccola ha avuto una violenta crisi. I medici a bordo dell’ambulanza hanno tentato di rianimarla. La salma è stata trasferita nell’obitorio di Paternò-Arezzo.

 La nonna di Nicole: «Da l’una alle 4 si è perso tempo prezioso»

«È inconcepibile, quello che è successo è inconcepibile…»: Giusi C., la nonna paterna della piccola Nicole, morta su un’ambulanza che la trasportava in ospedale per mancanza di posti alle Utin di Catania, avanza il sospetto che «dall’una alle 4 del mattino si sia perso del tempo prezioso, forse i medici non si sono accorti che stava male». Al telefono la nonna chiede «giustizia» e di accertare «se c’è stata negligenza, lo vogliamo sapere e ne abbiamo il diritto…». La piccola Nicole era la primogenita di Andrea e Tania, giovani sposi da due anni. Vivono a Gravina di Catania. Lui, che ha presentato la denuncia ai carabinieri, lavora in un bar, lei è casalinga. Non parlano nella clinica Gibiino. Si fa portavoce il loro legale, l’avvocato Giuseppe Miceli, che invita a «rispettare il dolore della famiglia, ora non è il momento», dice.

La clinica: «Sollecitato più volte il 118»

«Manifestiamo amarezza per la famiglia» ed «esprimiamo cordoglio per la scomparsa della piccola» affermano dalla casa di cura Gibiino di Catania: «Al momento della nascita la piccola presentava condizioni di salute critiche che richiedevano la rianimazione neonatale immediata e il trasferimento in un’Unità di terapia intensiva neonatale una volta stabilizzati i parametri vitali. Eseguite tutte le procedure necessarie a supportare le funzioni vitali di base e ottenuta la stabilizzazione dei parametri – ricostruiscono dalla casa di cura – si è provveduto immediatamente a eseguire la procedura necessaria al trasferimento della piccola nella più vicina e utile Utin. Solo dopo numerosi e vani tentativi, in seguito a svariate e reiterate richieste rivolte al 118, preso atto che l’unica Utin disponibile era l’ospedale di Ragusa, con un’ambulanza attrezzata privata si è trasferita la neonata».

Il ministro Lorenzin invia ispettori

«Abbiamo immediatamente inviato gli ispettori in Sicilia per fare luce sulla morte della neonata a Catania. Abbiamo chiesto una relazione dettagliata e in tempi brevi». Cosi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin alle agenzie di stampa esprimendo «profondo sdegno per la morte della neonata, una vicenda che lascia sgomenti». Il ministro, che ha appena ricevuto un’interrogazione del Pd sui livelli di assistenza neonatale garantiti in Sicilia ha sottolineato anche che quello di oggi non è il primo caso del genere: «Nei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza-Lea abbiamo inserito la parte prenatale come assistenza al parto. Per noi la rete di neonatologia è una priorità. Riferirò in aula del risultato delle ispezioni, che ci saranno in tempi brevi, come in tempi brevi verificherò i Lea in Sicilia a la rete neonatale».

 Enzo Bianco: «Qui si sta giocando con vite umane»

«Si tratta di un episodio gravissimo, che conferma come sia assolutamente indispensabile un coordinamento non soltanto tra le strutture catanesi, che da tempo abbiamo avviato, ma tra quelle dell’intera città metropolitana», dice il sindaco di Catania Enzo Bianco: «Non possiamo permettere che si verifichino simili tragedie. Quando i posti in determinati reparti specialistici si esauriscono deve immediatamente scattare un piano alternativo che consenta di trasportare il paziente nella struttura più vicina e nel più breve tempo possibile. Non si può giocare con delle vite umane e bene ha fatto l’assessore Borsellino ad avviare immediatamente un’indagine annunciando che non si guarderà in faccia nessuno. Ed è quello che chiedo anch’io».

 L’assessore regionale convoca i manager

Furiosa l’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino che ha annunciato una ispezione e ha convocato i manager delle aziende ospedaliere di Catania per «un incontro urgente sulle Utin»: «E’ vergognoso che non si riesca a trovare un posto di Terapia intensiva pediatrica e d’urgenza per una neonata», ha detto Borsellino. «Verificherò come sono andate le cose senza guardare in faccia nessuno».

Appena 35 posti nelle Utin

«I posti nelle Unità di terapia intensiva neonatale a Catania sino certamente meno di quelli che sarebbero necessari». Lo afferma la dirigente dell’Utin dell’ospedale Garibaldi-Nesina di Catania, Agata Motta, uno dei reparti che era senza posto. «Abbiamo ricevuto – ricorda la dottoressa – la chiamata del 118 che ci ha chiesto la disponibilità di “un posto impersonale”. Il reparto è pieno, abbiamo 10 posti letto, e non c’era la disponibilità. Ci sono dei criteri per la priorità nei ricoveri nelle Utin, fissati da un protocollo del 2014, che noi applichiamo da due anni». A Catania sono ufficialmente all’incirca 35, distribuiti in quattro ospedali, i posti nelle Utin, due delle quali sono senza primario, sostituiti da pediatri, un neonatologo e un chirurgo.

Crocetta parla col Presidente, poi dice: «Assurdo scaricabarile»

«È assurdo che in tre ospedali di Catania, tra i più importanti del Sud Italia, non si sia trovato un posto letto e non si sia riusciti a liberarne uno vista la gravità della neonata. Sembra ci sia stato uno scaricabarile, assumeremo provvedimenti molto duri, a partire da domani. Chi ha sbagliato dovrà pagarla», così il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, dopo aver ricevuto una telefonata dal capo dello Stato, il presidente Sergio Mattarella al governatore ha espresso «incredulità» per la morte della neonata che non ha trovato posto in ospedale.

Interrogazione del Pd

«Chiediamo di conoscere quali iniziative intenda attivare il ministro Lorenzin in merito al gravissimo episodio della morte di una neonata a Catania e se non ritenga opportuno approfondire la questione dei punti nascita e dei reparti di rianimazione pediatrica sul territorio regionale, per garantire la massima sicurezza alle partorienti e ai neonati» scrive il deputato democratico Giovanni Burtone in un’interrogazione al ministro della Salute: «Non è purtroppo il primo caso in Sicilia e più volte nell’ambito dei lavori della Commissione parlamentare sugli errori sanitari è stata sollevata dal gruppo del Pd la questione del potenziamento dei reparti di rianimazione pediatrica in particolare nelle aree metropolitane regionali a fronte di incrementi di altri reparti spesso non giustificati».

12 febbraio 2015 | 14:19

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/catania/cronaca/15_febbraio_12/non-c-posto-clinica-ospedali-neonata-muore-ambulanza-fba20df8-b2b8-11e4-9278-4bec7f0d94d0.shtml

Il Tesoro avrà il 5% di Mps – In azioni la cedola sui Monti bond

se fosse stata una banca legata alla lega o a Mr B  ci sarebbero fior fiori di articoli scandalizzati. SI SALVA LA FINANZA POLITICALLY CORRECT, o meglio si apre un conto infinito E VA TUTTO BENE.

Nessuno che si scandalizza, intanto la notizia viene relegata dopo tutte le puttanate da novella2000 sul corriere

 Via XX Settembre incasserà a luglio 243 milioni. Il titolo vola in Borsa, +18%

di Fabrizio Massaro

 Il Tesoro si prepara a diventare azionista del Montepaschi. A luglio Via XX Settembre vedrà ripagato gli interessi sui Monti bond, pari a 243 milioni di euro, in azioni di nuova emissione. Questo accade perché il 2014 si è chiuso in perdita – un maxi-rosso da 5,4 miliardi dopo svalutazioni e rettifiche per 7,8 miliardi di euro – e dunque la banca non potrà pagare in contanti la cedola sul prestito statale. I 243 milioni sono gli interessi maturati sul 2014 per tutti i Monti bond (4,07 miliardi) per i primi sei mesi dell’anno, e per tutti i 12 mesi sul miliardo di prestito statale rimasto dopo che Mps ha rimborsato lo scorso luglio 3 miliardi di Monti bond, grazie ai proventi dell’aumento di capitale da 5 miliardi emesso loo scorso giugno. Ai prezzi attuali di Borsa (titolo a 0,43 euro con una capitalizzazione di 2,24 miliardi) la quota che arriverà al Tesoro vale circa il 10%. Tuttavia il pacchetto di azioni in mano al Tesoro sarà in in realtà più piccolo visto che per luglio si sarà già concluso l’aumento di capitale fino a 3 miliardi, che farà diluire l’impatto dei 243 milioni di euro in nuove azioni assegnate al Tesoro. Intanto il titolo è sempre più in volata dopo la notizia dell’ingresso del Tesoro: dopo essere stato sospeso per eccesso di rialzo è letteralmente schizzato di oltre il 18% a 0,5095 euro.

Nel 2014 la banca senese era riuscita ad evitare che il pagamento degli interessi sul 2013, nonostante avesse chiuso in perdita, avvenisse con l’emissione di nuove azioni a favore del Tesoro, come prevede il regolamento dei Monti Bond. La banca era riuscita a pagare emettendo nuovi Monti Bond (i quali sono un prestito oneroso) che erano stati poi ripagati a Via XX settembre utilizzando 3 dei 5 miliardi dell’aumento- Tuttavia la clausola era utilizzabile solo per l’anno passato, mentre il contratto stesso non prevede sia percorribile nel 2015. Tantomeno Mps può utilizzare parte del nuovo aumento fino a 3 miliardi per pagare in contanti la cedola, visto che ha innalzato la richiesta di capitale fresco ai soci da 2,5 a 3 miliardi proprio per dotarsi di un cuscinetto supplementare di capitale.

fabriziomassar0

12 febbraio 2015 | 15:49

http://www.corriere.it/economia/15_febbraio_12/tesoro-diventa-azionista-mps-azioni-cedola-monti-bond-governo-socio-132bfc76-b2c4-11e4-9344-3454b8ac44ea.shtml

COMPRENDRE LES NOUVEAUX ACCORDS DE MINK ET LA SITUATION MILITAIRE AU DONBASS …

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Voir la carte :

* en rose, le territoire contrôlé par la DNR (Donetsk) et la LNR (Lugansk).
* ligne rouge, la ligne de cesser le feu ce vendredi 13 février (on note au dessus le chaudron de Debaltsevo, où est encerclé un quart de l’Armée de Kiev, à qui Poutine conseillait hier de se rendre suite aux accords …).
* ligne bleue, la ligne de cesser le feu du 1er septembre 2014; violée par Kiev dès le 4 septembre.
* en grisé de part et d’autre de la ligne de front, la zone d’où devrait être retirée l’artillerie lourde …

NOVOROSSIYA INFO

LA JUNTE DE KIEV SALUE LES ACCORDS DE MINSK … EN BOMBARDANT DONETSK CE VENDREDI MATIN !

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Des salves et des explosions ont retenti ce vendredi, malgré les accords enregistrés la veille à Minsk.

Des salves d’artillerie et des déflagrations retentissent vendredi dans le nord de Donetsk, malgré l’adoption d’un plan de règlement du conflit ukrainien jeudi à Minsk, rapportent les autorités de la république autoproclamée de Donetsk (DNR).
Selon les informations des services de sauvetage de la DNR, de nouvelles destructions ont été fixées dans deux quartiers de la ville de Donetsk. En 24 heures, les tirs ont endommagé 19 sites, et 13 personnes ont été blessées. Plus de 6.000 personnes sont sans eau courante.

Les participants aux négociations de Minsk veulent un cessez-le-feu sous 48 heures
Dans la ville de Gorlovka, quatre personnes sont mortes, dont un bébé né en 2013, une petite fille née en 2008 et une adolescente née en 2001.

La feuille de route adoptée jeudi à Minsk prévoit un cessez-le-feu à partir de dimanche à minuit, ainsi que le retrait des armes lourdes de la ligne de front et la mise en place d’une zone tampon démilitarisée à l’est de l’Ukraine. Ce plan de paix se base sur les ententes conclues à Minsk en septembre dernier, mais qui n’avaient pas été réalisées.
La nouvelle entente a été annoncée jeudi 12 février par les dirigeants russe, ukrainien, français et allemand à l’issue de plus de 16 heures de négociations dans la capitale biélorusse.

NOVOROSSIYA INFO / avec SPUTNIK NEWS /

L’AVIS DE L’UTRA RUSSOPHOBE ET ATLANTISTE (C’EST LA MEME CHOSE EN 2015) ‘LIBERATION’ SUR LES ACCORDS DE MINSK: “POUTINE A ENCORE GAGNE” …

Luc MICHEL/ En Bref/

Avec Libération – AFP – PCN-SPO/ 2015 02 13/

LM.NET - EN BREF minsk et libe (2015 02 13) FR

 On disait Poutine “contraint d’y aller”. Obama jouait au Sheriff après avoir braqué l’Ukraine et fait sauter la banque de Kiev. “Washington augmentait la pression et évoquait toujours plus clairement des livraisons d’armes à Kiev, afin de faire payer à la Russie «un coût plus élevé» pour son intervention (…)  l’homme fort du Kremlin pouvait d’autant moins refuser cette négociation, présentée comme celle de la «dernière chance», que Washington augmentait la pression”, affirmait hier matin, martiale, l’AFP. Hollande, “Flamby” jouant au chef de guerre, annonçait “la guerre”. On allait voir ce qu’on allait voir …

 On a vu !

Ce matin, dégrisé, Libération (Paris) décrit des occidentaux échaudés :

“Le président russe a volontiers le sens de la formule. «Ce ne fut pas ma meilleure nuit, mais c’est un bon matin», a lancé Vladimir Poutine, se félicitant «qu’un accord sur l’essentiel ait été trouvé» à l’issue de seize heures de négociations à Minsk avec ses homologues français, ukrainien et la chancelière allemande. Angela Merkel ne cachait pourtant pas son scepticisme, affirmant «n’avoir aucune illusion» et soulignant qu’il reste «de gros obstacles». François Hollande, au début plus enthousiaste, reconnaissait finalement que cet accord, même «s’il est plus qu’une lueur d’espoir», n’est «pas une garantie de succès durable» (…)

Si, dans quelques mois, les hostilités reprennent, les milices des rebelles seront alors encore plus fortes. Et en revanche, il n’est pas sûr qu’entre-temps, l’Ukraine ait reçu le soutien espéré des Occidentaux pour réorganiser et moderniser son armée – même si Washington a annoncé mercredi un programme de formation des militaires ukrainiens afin de rééquilibrer le rapport des forces sur le terrain (…) Sur le fond, les choix stratégiques des autorités pro-européennes de Kiev et ceux de Poutine restent difficilement conciliables.”

 Libé, et les lamentables dirigeants de l’UE, les Pétain, Quisling, et autres Antonescu de la Kollaboration atlantiste et de la soumission à l’impérialisme yankee, sans oublier le pouvoir fantoche de la Junte de Kiev, découvrent que la réalité militaire et politique du terrain ukrainien ne s’arrête pas aux effets de manche des conférences de presse, où des journalistes aux ordres cirent les pompes.

L’Armée russe reste la première force du continent. Et on ne fait pas chanter celui qui la commande …

 Pour le reste, Minsk sera ce qu’elle a déjà été en septembre dernier !

Pour faire la paix, la paix des braves (mais il n’y a pas de braves à Bruxelles, Paris, Berlin et encore moins Kiev), il faut une sincérité qui n’existe pas à Minsk. Il faut aussi tous les responsables du conflit. Or le pyromane en chef Obama n’y était pas. Et à Bruxelles, à peine l’encre de Minsk sèche, le parti de la guerre américaine de l’UE, mené par le germano-polonais Tusk et les politiciens polonais qui rêvent encore à la grandeur polonaise d’il y a 400 ans (alors que Mme Merkel contrôle l’économie polonaise), on fait maintenir les sanctions anti-russes qui seront reconduites ce lundi …

 Luc MICHEL

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GEOPOLITIQUE/ LES VISEES OUVERTES DE BUCAREST SUR L’UKRAINE …

Luc MICHEL/ En Bref/

Avec PRO TV – PCN-SPO/ 2015 02 12/

La principale TV roumaine PRO TV présente les négociations de Minsk sur l’Ukraine.

Occasion d’exposer ouvertement les vues de Bucarest sur l’Ukraine.

LM.NET - EN BREF roumanie et bukovine du nord (2015 02 12) FR

On notera le discours ultra-nationaliste, inspiré par les théories sur la « Grande Roumanie », et qui revendique dès le départ la Bessarabie. C’est-à-dire l’annexion de l’actuelle Republica Moldova, la Moldavie, ex république soviétique. Une revendication exprimée ouvertement dès le début de l’émission sur le ton « Donetsk et Lugansk ? Et nous pourquoi pas la Bessarabie ??? ».

* Extrait du journal de PRO TV de ce 12 février 2015 :

http://stirileprotv.ro/lbin/video_embed.php?media_id=61633698&section=6&video_section_id

 APRES LA MOLDAVIE, LA BUCOVINE DU NORD EN UKRAINE …

Bucarest a aussi des vues directes sur l’Ukraine et la Bucovine du nord (depuis 1944 en Ukraine), où on trouve une importante minorité roumanophone, autour de Cernauti, Chernvisti en Ukrainien. La Junte de Kiev entendant réduire comme partout ailleurs les droits des minorités et leur libre expression linguistique, Bucarest trouve là une cause plus juste.

Des vues pas très découragées par les patrons de la Roumanie atlantiste : Washington (qui a fait de la Roumanie une plate-forme d’agression contre la Russie) et Berlin, Mme Merkel ayant fait élire président le germano-roumain Klaus Iohannis en 2014.

Porochenko ferait bien de se méfier de ses « amis » roumains. Et de quelques autres !

A part çà, c’est Poutine et l’ours russe qui menaceraient les frontières en Europe …

Luc MICHEL

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TEMOIGNAGE : LE PAYS DU MAL. OTAGES DU DJIHAD EN SYRIE, 152 JOURS

EODE-BOOKS – lire – s’informer – se former

Un service du Département EDUCATION & RESEARCH

de l’Ong EODE

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EODE-BOOKS - Le pays du mal (2015 02 13)

# LE PAYS DU MAL. OTAGES DU DJIHAD EN SYRIE, 152 JOURS

 Editeur: L’Harmattan

Auteur: Pierre Piccinin da Prata, Domenico Quirico

Historien et politologue, enseignant qui se veut un « reporter de guerre », spécialiste du monde arabo-musulman, « Pierre Piccinin da Prata a couvert les terrains » de toutes les soi-disant « révolutions du Printemps arabe », dit l’éditeur. C’est aussi un homme méprisé par les spécialistes auto-proclamés de l’Université franco-belge et les médias occidentaux, dont il recherche pourtant une caution qui ne viendra plus. Et c’est un homme controversé, qui est passé en Syrie du soutien au gouvernement Assad à sa dénonciation, puis a livré (dans ce livre précisément) un témoignage à décharge pour lui dans le dossier des « Attaques chimiques ».

Le témoignage de Piccinin – alors pro rebelles – implique l’ASL dans l’attaque au gaz de Djobar. Mis en cause : un « général de l’Armée syrienne libre » et deux officiers supérieurs de la « brigade Abou Ammar », une katiba djihadiste intégrée à l’ASL, avec des activités criminelles. Que dit alors le témoin Piccinin, enlevé par l’ASL et anti-Assad, sur ses anciens amis : « C’est un devoir moral de le dire. Ce n’est pas le gouvernement de Bachar Al-Assad qui a utilisé le gaz sarin ou autre gaz de combat dans la banlieue de Damas. Nous en sommes certains suite à une conversation que nous avons surprise. »

 Faudrait-il donc refuser le témoignage d’un témoin de premier plan ?

D’avril à septembre 2013, il a été retenu en otage par les Brigades islamistes al-Farouk, avec l’envoyé spécial du quotidien italien La Stampa, Domenico Quirico. Ce sont cinq mois de souffrances, de colère, d’enfermement à travers les villes en ruines et les campagnes ravagées que les auteurs nous livrent dans ce témoignage.

 EXTRAIT

« La fatigue, la faim et la soif, auxquelles s’ajoute cet état de somnolence répétée, rendent la nuit fantastique : j’en perds complètement la notion du temps et, à la lueur des fusées éclairantes tirées en contre-jour, les miliciens qui se suivent en files indiennes prennent des allures de géants et ressemblent aux ombres que produit le théâtre chinois pour conter avec des marionnettes les légendes antiques.

 Le 7 juin, peu avant l’aube, cette fantasmagorie devint dantesque, lorsqu’il fallut forcer les lignes gouvernementales pour la deuxième fois…

 Nous nous mettons à courir sur un chemin bombardé où l’on meurt tout autour de nous. Dans les fossés, des blessés hurlent, grimaçants, et tendent vers nous leurs mains ensanglantées, tandis qu’explosent dans la campagne les obus de l’artillerie ennemie et que retentissent les tirs saccadés des mitrailleuses. Partout, dans les champs en friche, les herbes folles brûlent sous le vent, et les hautes flammes qui s’en élèvent font se contorsionner les noirs reflets des corps qui se bousculent en une cohue infernale, danse macabre où, en cherchant un peu, l’on aurait probablement pu distinguer parmi les danseurs les pieds fourchus de Satan, si l’obligation d’avancer sans se retourner n’avait été aussi pressante. Des tourbillons de fumée épaisse, chargés de paillettes de végétaux calcinés, sont repoussés vers le sol par la furie du ciel, qui rend ainsi l’air âcre et sec, dont chaque inspiration nous griffe la gorge et étouffe nos poumons. (…)

 Alors que nous avons presque atteint la ville, dont les édifices de béton clair se reflètent dans le ciel, ajoutant ce prodigieux phénomène à la vision hallucinée de cet enfer, nous sommes pris sous le feu d’une mitrailleuse. Les balles ricochent sur le sol et fendent l’air tout autour de nous. Notre avancée est arrêtée par les corps de jeunes djihadistes qui nous précédaient, fauchés par une rafale. L’infâme et les deux esclaves, apeurés, ne sachant comment se protéger, se sont presque accroupis et hurlent, sans plus avancer. Depuis que nous nous sommes élancés vers la ville, ils se sont agrippés à nos vêtements et ne nous lâchent pas, de peur que, profitant du désordre, nous nous enfuyions. (…)

 Lorsque je parviens au sommet de la colline, à l’entrée de la ville, je me retourne pour, d’un regard, embrasser le tableau infernal et fabuleux que produit toute cette foule ainsi bombardée et mitraillée ; et j’ai le sentiment, à ce bref instant, de découvrir la vision extatique de la Géhenne, grande ouverte à mes yeux, à mes oreilles, à mon odorat, béante, peuplée des âmes des damnés qui se débattent et se tordent dans la douleur, emprisonnées des hautes flammes qui tournoient tout autour d’elles et brûlent leur peau. L’effroyable spectacle est surréaliste, monstrueux… »

 L’AUTEUR :

Pierre Piccinin da Prata a effectué neuf voyages en Syrie, depuis le début des troubles, et, en mai 2012, il avait été arrêté par les services secrets syriens et emprisonné dans leurs prisons de Homs et de Damas. Il collabore à plusieurs quotidiens et revues. Depuis mai 2014, il est rédacteur en chef du mensuel électronique Le Courrier du Maghreb et de l’Orient. Aux Éditions de L’Harmattan, il a déjà publié La Bataille d’Alep et Tunisie, du triomphe au naufrage (entretiens avec le Président Moncef Marzouki).

Enseignant de l’athénée de Philippeville (Près de Charleroi, Wallonie), historien et politologue de formation, passe ses congés scolaires à voyager dans les zones de guerre, Pierre Piccinin se rendait en Syrie pour la 7e fois depuis le début du soulèvement anti Assad en 2011. Il avait basculé du côté de l’ASL après une arrestation. Enlevé par ses amis rebelles en Syrie en avril 2013, il avait été libéré le 8 août 2013 avec l’Italien Domenico Quirico, journaliste au quotidien La Stampa.

Domenico Quirico est journaliste, grand-reporter à La Stampa. Il a couvert les principaux événements de ces vingt dernières années en Afrique, de la Somalie au Congo, du Rwanda au Printemps arabe. Il a reçu les prix Cutuli et Premiolino du journalisme italien. Il a accompagné Pierre Piccinin da Prata en Syrie durant cinq de ses voyages. Il est l’auteur de Primavera araba, aux Éditions Bollati Boringhe

EAN   9782343040110

ISBN  2343040114

EODE / 2015 02 13 /

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LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR /PARTIE 1. UNE MENACE POUR L’EUROPE ?

Conception et direction Luc MICHEL / Images EODE-TV – RT /

Extraits actus ATV HRADO – JDS – DW / Présentation Bachir Mohamed Ladan /

Montage Ibrahim Kamgue – Pierre Tcnako/

Réalisation Romain Mbomnda – Alexandre Ngan/

Recherche documentaire YVZ/

Coproduction Luc MICHEL – EODE-TV – Afrique Media

EODE-TV - GRAND JEU 6-1 Berlin menace pour l'Europe (2015 02 11) FR (1)

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE (6-1):

La Grande-Allemagne de retour /

Partie 1. Une menace pour l’Europe ?

 Video complète sur EODE-TV : https://vimeo.com/119400138

 # INTRO :

 Bienvenue pour cette nouvelle édition de notre émission : LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE, produites avec Luc MICHEL, le correspondant international d’AFRIQUE MEDIA et le patron d’EODE-TV, qui apporte son expertise à l’émission. Et nous dévoile le dessous des cartes de la géopolitique mondiale et des idéologies qui mènent le monde. Avec sa vision transnationale ouverte sur les dimensions continentales, le géopoliticien Luc MICHEL nous donne les clés des géopolitiques rivales vues de Moscou, Washington, Bruxelles ou encore Pékin …

 Dans cette nouvelle émission, nous retrouvons Luc MICHEL à Berlin,

Bundestag, Porte de Brandebourg, Alexander Platz, Unter der Lindezn, Spandau ou encore Hotel Adlon (au coeur des complots sous la République de Weimar) … Une plongée dans le coeur du Berlin politique pour un GRAND JEU intitulé “FAUT-IL AVOIR PEUR DU RETOUR DE LA GRANDE-ALLEMAGNE ?” et qui analyse les sources idéologiques et géopolitiques et le déploiement de la nouvelle politique de puissance de la République de Berlin en Union Européenne, en Europe orientale et centrale (la « Mittel Europa »), en Ukraine, Pologne, Roumanie ou Hongrie, mais aussi en Afrique et au Moyen-Orient. Le retour de l’Allemagne est au cœur de l’actualité puisque cette semaine l’institut nord-américain STRATFOR consacre une analyse géopolitique à « l’émergence de l’Allemagne » …

EODE-TV - GRAND JEU 6-1 Berlin menace pour l'Europe (2015 02 11) FR (2)

I – LA GRANDE-ALLEMAGNE : CONCEPT – ANALYSE – PROSPECTIVE

 La première partie de notre émission débute par une réflexion géopolitique sur l’émergence et le futur de la nouvelle Grande-Allemagne, puis nous conduira en Europe centrale …

 Nous retrouvons Luc MICHEL à Alexander Platz, l’ancien coeur de la DDR devenu le centre du Berlin réunifié, où se dresse toujours l’ancienne tour de la Télévision d’Allemagne de l’Est, fantôme d’un état disparu, pour une première analyse.

 Il répond aux questions suivantes :

La réflexion sur la place d’une Grande-Allemagne en Europe et dans le monde ne doit pas être nouvelle, même si Berlin fait son grand retour comme puissance agressive en ce début 2015 ?

L’annexion de la DDR à la République de Bonn est donc ce plus qui réanime la Grande-Allemagne ?

La crise actuelle de l’Union Européenne s’explique-t-elle par la puissance allemande ?

Comment tout cela va-t-il finir ? Peut-on faire des prévisions ?

En dehors des prospections économiques, y a-t-il des analyses géopolitiques sur le devenir de cette nouvelle Grande-Allemagne ?

 II/ L’ALLEMAGNE ENTEND DE NOUVEAU DOMINER LA ‘MITTEL-EUROPA’

 Pour une seconde analyse, nous retrouvons Luc MICHEL à la Porte de Brandebourg, à côté du grand Hôtel Adlon, jadis au coeur des complots sous la République de Weimar. L’ancien check-point de la guerre froide, qui séparait les deux Allemagnes, est aujour’hui face au Bundestag et ouvrant Unter der Linden, « les Champs Elysées berlinois », le coeur de cette Grande-Allemagne de 2015, comme il l’était avant 1945 …

 Il répond aux questions suivantes :

Pour votre seconde analyse, parlez-nous de l’influence directe de Berlin sur ses voisins, cette « Mittel-Europa » ?

Et l’Ukraine dans tout cela ? On y voit une diplomatie allemande agressive, notamment dans le soutien à l’ Euro-Maidan, puis après le putsch pro-occidental du 21 février 2014, dans le soutien à la Junte de Kiev et au régime Porochenko ?

Et les minorités ethniques germanophones en Europe. Quels rôles jouent-elles dans la politique de puissance de Berlin ?

Berlin c’est aussi une grande influence dans l’Union Européenne. Quel rôle joue aujourd’hui Mme Merkel dans cette union en crise politique, économique et financière ?

 Eléments visuels :

* Voici tout d’abord le Premier ministre polonais Donald Tusk avec Mme Merkel.

* Autre succès de la politique de Mme Merkel. Voici Klitchko, le nouveau maire de Kiev. Mais aussi membre direct du parti CDU-CSU de Mme Merkel. La chancelière voulait même en faire le président de l’Ukraine. Les USA lui ont préféré Porochenko …

* Enfin, Mme Merkel a directement soutenu un Allemand ethnique, Klaus Iohannis, maire de Sibiu, ville fondée par des allemands en Roumanie, à la présidence de la Roumanie. Iohannis, lui, dans cette video, pose Merkel en leader européen du continent …

 III – MME MERKEL ET LA ‘REVOLUTION DE COULEUR’ RAMPANTE A BUDAPEST

 Luc MICHEL analyse la « révolution de couleur » rampante contre Viktor Orban à Budapest :

Et la Hongrie ? Mme Merkel vient de visiter Budapest et visiblement çà ne s’est pas bien passé ?

 Eléments visuels :

* La « révolution de couleur rampante en Hongrie ». Notez dans les scènes d’émeute les faux drapeau style soviétique avec les profils de Poutine et Orban (2 janvier 2015) …

* Budapest – Merkel attendue comme le messie par des manifestants anti-Orban proclamant « Mme Merkel save us » (1er février 2015).

 CONCLUSION :

 Nous voilà à la fin de la première partie de notre émission sur le retour de la Grande-Allemagne.

Un merci particulier à Jan Vanzeeboroeck, rédacteur en chef de EODE PRESS OFFICE et correspondant d’AFRIQUE MEDIA à Gand (Belgique flamande), qui a assuré la recherche documentaire pointue des nombreux éléments visuels de cette émission.

Rejoignez-nous sur AFRIQUE MEDIA et EODE-TV, l’Axe Eurasie-Afrique des Médias, pour la seconde partie de notre émission du GRAND JEU sur LE RETOUR DE LA GRANDE-ALLEMAGNE, qui vous conduira à Berlin, mais aussi en Afrique …

 La suite dans :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE:

La Grande-Allemagne de retour /

Partie 2. Une menace sur l’Afrique ?

 YVZ / EODE Press Office / EODE-TV /

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