Germania dittatoriale, Tsipras chiama Putin

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  •  Giovedì, 05 Febbraio 2015 17:40
  •  Claudio Conti

Germania dittatoriale, Tsipras chiama Putin

Nessuno poteva pensare che il primo incontro tra il cerbero dell’economia tedesca e il geniale motociclista di Atene sarebbe andato bene. Wolfgang Schaeuble e  Yanis Varoufakis rappresentano i poli opposti delle concezioni economiche, tanto a livello accademico-teorico che, soprattutto, a livello operativo. Marxisti a parte, naturalmente.

Ma peggio di così era anche difficile immaginare. il ministro tedesco ha fatto finta di appartenere al campo democratico, premettendo che la «Germania rispetta l’esito delle ultime votazioni in Grecia», ma le concessioni alla buona creanza sono finite lì. Secondo lui la Grecia dovrebbe farsi spiegare cosa fare dalle «tre istituzioni con cui ha affrontato il programma: la Bce, la Commissione Ue e il Fmi». E naturalmene le prime decisioni economiche del governo Syriza «non vanno nella direzione giusta». Per concludere con un significativo, anche se quasi scherzoso: “Per ora siamo d’accordo sul fatto di non essere d’accordo”.

Le indiscrezioni sul dialogo riferiscono che, al massimo, Berlino sarebbe disposta a concedere una dilazione nei tempi di restituzione del debito greco, partendo dalla constazione universalmente accettata che la Grecia non è assolutamente in grado di ripagarlo, né ora né mai.

Dall’altra parte ha trovato pane per i suoi denti. Per Varoufakis «non si è parlato di un taglio o di un allungamento del debito», ribadendo che la proposta greca resta quella fin qui presentata (“doppio swap”, in pratica una ristrutturazione drastica del debito nei confronti di Bce e paesi dell’Unione Europea, oltre che del Fmi). Le stesse parole pronunciate prima del colloquio, in pratica: «L’unica cosa che chiediamo è di non venir messi sotto pressione con un ultimatum. Dateci tempo fino alla fine di maggio o l’inizio dell’estate per poter mettere sul tavolo le nostre proposte di soluzione».

Tsipras non è stato meno duro, parlando ai suoi parlamentari: «La troika è completamente finita. In appena una settimana di governo abbiamo dato speranza al popolo greco che ha sofferto molto e identità alla patria, che oggi viene riconosciuta da tutto il mondo. Il nostro Paese è diventato il punto di riferimento positivo in Europa. Il nostro governo rappresenta i valori che sono diventati materia prima. Rappresenta un’Europa dei popoli e della solidarietà».

Del resto, ha poi spiegato con un esempio di mostruosa ironia e cattiveria, «La Grecia ha certo bisogno della Germania, che si è trovata nel passato nella sua stessa situazione, cioè umiliata dagli altri paesi e in una pesante depressione, quella che il secolo scorso ha portato all’ascesa del nazismo. Il terzo partito del Parlamento greco è il partito nazista». Come dire: “preferite trattare con loro?”

Francia e Italia renziano si sono per il momento allineate a Berlino, confermando l’inconsistenza dei rispettivi leader. Per Hollande bisogna «trovare una soluzione nel rispetto del voto dei greci e delle regole europee», come se proprio non riuscisse a notare la contraddizione radicale tra le due cose.

Renzi, da arte sua, si è nascosto dietro la decisione della Bce (ha bloccato la possibilità per le banche greche di chiedere liquidità alla Bce dando in cambio titoli di Stato di Atene, considerati da anni “spazzatura”): «La decisione della Bce sulla Grecia è legittima e opportuna dal momento che mette tutti i soggetti in campo attorno ad un tavolo». Naturalmente anche lui è per “una soluzione dentro il rispetto delle regole, ma per uscire dall’austerità”. Chiunque sostenga questa posizione, insomma, cerca di prendere per i fondelli la propria popolazione.

Buon ultimo, è arrivato il soccorso nero del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), che  ad Atene di andare avanti con il programma concordato con la Troika per “evitare il contagio”. Ovvero che altri paesi gettino a mare gli attuali governi e provino a cambiare strada.

Per il momento, l’unico effetto della rigidità tedesca è quello di far avvicinare Atene e Mosca. Alexis Tsipras ha diramato una nota in cui dichiara di aver avuto una lunga telefonata con il presidente russo Vladimr Putin, che avrebbero concordato sull’opportunità di riapire i rapporti tra i due paesi, a partire – ma guarda un po’ – da energia e economia.Hanno discusso anche di Ucraina e di iniziative per «salvaguardare la pace e la stabilità nella regione». «Grecia e Russia – si legge nella nota – hanno legami storici e profondi soprattutto nei settori dell’energia, del turismo, della cultura e dei trasporti».

Un “grande successo” dell’Unione Europea, non c’è che dire…

Mutilazioni genitali femminili: una violazione dei diritti della donna

 Leggere per credere
Capo-di-donna

Il 6 Febbraio si terrà la Giornata Mondiale contro le mutilazioni femminili, una pratica che purtroppo interessa ancora circa tre milioni di bambine in tutto il mondo.
_omissis_ on 05/02/2015 –
 

6 febbraio

Giornata Mondiale indetta dall’ONU per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili (MGF).

Superano i 100 milioni, secondo la stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le bambine, ragazze e donne nel mondo che hanno subito una mutilazione genitale, ossia una rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche.

infibulazione

L’Africa resta il continente in cui il fenomeno è più diffuso, ma la pratica è estesa anche in Medio Oriente, in alcuni Paesi asiatici e in alcune regioni dell’India.
L’aumento dei flussi migratori verso il mondo occidentale ha reso visibile anche nei Paesi Europei il fenomeno delle MGF.

Le MGF vengono praticate principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni. Tuttavia, l’età può essere ancora più bassa: in alcuni Paesi vengono operate bambine con meno di un anno di vita, o persino neonate di pochi giorni.

Il tipo di intervento mutilatorio varia a seconda del gruppo etnico di appartenenza: il 90% delle mutilazioni genitali femminili praticate è di tipo escissorio, vale a dire avvengono con taglio e/o rimozione di parti dell’apparato genitale della donna, mentre un decimo dei casi si riferisce all’azione specifica della infibulazione che ha come scopo il restringimento dell’orifizio vaginale e può, a sua volta, essere associata anche a un’escissione.

“Diverse sono le motivazioni per cui vengono effettuate e variano a seconda della comunità etnica di appartenenza – osserva Cotrina Madaghiele, presidente dell’Associazione Genere Femminile, – ma la criminale pratica delle mutilazioni genitali ha gravissime conseguenze fisiche, psicologiche e sessuali su chi le subisce. È una vera e propria violazione dei diritti umani e della donna”.

Le mutilazioni sono umilianti, traumatiche, estremamente dolorose, rischiose per la vita stessa.
L’Associazione Genere Femminile è molto attenta al fenomeno e ritiene che le armi a disposizione, oltre all’impegno da un punto di vista legislativo, sono il dialogo e l’informazione al fine di aumentare la consapevolezza sulle conseguenze negative delle MGF.
Occorre consolidare e intensificare l’impegno politico e civile globale per costruire un più ampio movimento di opinione che contribuisca a condannare senza mezzi termini le MGF, e rendere le donne e le ragazze più consapevoli dei propri diritti anche riguardo alla loro salute sessuale e riproduttiva.

Contatti:
Madaghiele Cotrina
Associazione Genere Femminile
Cell. 347 9091265
Email: info@generefemminile.it
www.generefemminile.it

Lavoro per Operai in Germania a 1900 euro a mese con Alloggio e corso di Tedesco

operai germania

Opportunità di lavoro per chi vuole trasferirsi in terra tedesca con agevolazioni, quali alloggio e corso di lingua offerti dall’azienda. Le figure selezionate sono le seguenti:

–          N. 5 TORNITORI MANUALI E CNC

I candidati devono essere in possesso dei seguenti requisiti:

–          pregressa esperienza di almeno 4 anni come tornitore in lavorazioni di parti metalliche su torni manuali e CNC, preferibilmente su grandi parti d’acciaio;

–          conoscenza base di programmazione CNC (ZXY Axis, G/M Code);

–          capacità di lettura dei disegni tecnici e comprensione per quanto concerne tolleranza e rugosità delle superficie.;

–          essere in grado di utilizzare gli strumenti di misura e di lavorare con tolleranza nella gamma dei micron (0.001 millimetri);

 –          patente di guida;

–          conoscenza base della lingua inglese.

I tornitori andranno ad operare in un’industria metalmeccanica Tedesca, inizialmente si lavorerà sui torni manuali e poi su quelli CNC, nella lavorazione di serie da 1 a 50 pezzi in acciaio o alluminio, di diametro vario da 10mm a 500mm e lunghezza da 10mm a 4000mm,.

Nei primi 6 mesi l’Azienda offre nel contratto un corso di tedesco di 5 ore al giorno per 5 giorni alla settimana, mentre altre 5 ore del pomeriggio, sono dedicate al lavoro in fabbrica. Dopo questo primo periodo, si viene impiegati in 8 ore di lavoro al giorno, su due turni lavorativi dalle 5:30 alle 14:00 oppure dalle 14:00 alle 22:30.

Viene offerto contratto a tempo pieno e indeterminato con inquadramento che verrà concordato in base all’effettiva esperienza maturata con salario mensile tra i 1.600 e i 1.900 euro. L’azienda offre anche alloggio in un appartamento condiviso con stanze singole.

Sede del lavoro : Talheim, vicino a Tuttlingen in Germania).

Per candidarvi inviate il vostro curriculum vitae con lettera di presentazione al seguente indirizzo e-mail:eures@cittametropolitana.mi.it. Per ulteriori informazioni consultate l’annuncio cliccando qua.

 

RUSSIA VIETA IMPORT DALLA UE DI MACCHINARI PER L’EDILIZIA E DI TUTTO IL SETTORE METALMECCANICO (CATASTROFE PER L’ITALIA)

Un rinnovato grazie ai liberatori (poi sarebbe la Germania ad affossare l’economia italiana)

 LONDRA – Se e’ vero che al peggio non c’e’ limite allora deve essere anche vero che alla stupidità non c’e’ rimedio e i parassiti di Bruxelles ne sono stracolmi, visto che insistono nelle loro politiche antirusse che tanti danni stanno facendo all’economia dei paesi europei.

Non contenti di aver affossato il settore agroalimentare, pochi giorni fa i burocrati europei hanno deciso di estendere le sanzioni alla Russia al fine di costringere il governo di Dmitri Medvedev a ritirare il suo appoggio alle milizie filorusse operanti nell’Ucraina dell’est cosi’ da consolidare il dominio del governo fantoccio di Kiev sostenuto da UE e USA.

Ma come era facile da immaginare, la Russia non sarebbe rimasta con le mani in mano e cosi’ pochi giorni fa Medvedev ha firmato un decreto che vieta alle imprese europee e americane produttrici di macchinari per l’edilizia, l’esplorazione di materie prime e la manutenzione cittadina di partecipare ad appalti pubblici.

Tale provvedimento rischia di danneggiare in modo gravissimo in particolare l’Italia, visto che e’ uno dei principali esportatori di tali macchinari.

Infatti nel 2013 il nostro paese ha esportato nella Federazione Russa beni per 10,4 miliardi di Euro (+4,7% rispetto l’anno precedente), rappresentando il 5º fornitore mondiale con una quota globale del 4,8% e il 41% di queste esportazioni era costituito da macchinari e beni strumentali prodotti dalla nostra industria metalmeccanica.

Tale valore percentuale sale sino al 60% se si aggiungono anche le esportazioni di semilavorati, pezzi di ricambio, accessori, che spesso rientrano nei processi industriali nei quali è utilizzata la nostra tecnologia.

E cosi’ grazie ai parassiti di Bruxelles e a Federica Mogherini, l’inutile e spesso dannosa ministra degli Esteri della Ue, un altro importantissimo settore di punta del made in Italy rischia di prendere un’altra batosta colossale con gravi conseguenze per l’economia italiana, come se ce ne fosse bisogno, in questo drammatico 2015 iniziato all’insegna della deflazione e del crollo dei consumi.

Sarebbe interessante sapere cosa ha da dire a proposito Matteo Renzi o qualcuno dei suoi ministri e saremmo anche interessati a sapere se c’e’ ancora qualcuno che ha il coraggio di alzare la voce e chiedere la fine di questa disastrosa guerra commerciale alla Russia.

GIUSEPPE DE SANTIS – Londra.

Fonte

http://terrarealtime.blogspot.it/2015/02/russia-vieta-import-dalla-ue-di.html#more

MATTARELLA, PRESIDENTE PER GRAZIA DELLA NATO

Ah ecco perché si deve allentare l’austerity, come suggerito dal padrone Obama. No non per dare per esempio un reddito di cittadinanza ai disoccupati, ma per spendere di più in armi. Lo chiese già rasmussen (Nato Ue). 

Di comidad del 05/02/2015

Il fumo mediatico ha spacciato l’elezione di Mattarella come l’ennesimo trionfo personale di Matteo Renzi. In realtà in Italia non si diventa presidenti della Repubblica senza l’investitura della NATO. La prova la si può trovare nella nostra “bellissima Costituzione”, la nostra “Costituzione Fiaba”, come dice Benigni. Dietro le fatine ed i principi azzurri, vi si annidano però non solo mefitici “Draghi”, ma anche terribili orchi. Come nell’articolo 87, dove ci viene detto che, tra le altre cose, il presidente della Repubblica presiede il Consiglio Supremo di Difesa, “costituito secondo la Legge”. Le leggi in oggetto sono quelle del 1950, del 1999 e del 2010, e configurano una commissione mista, costituita dai principali ministri e dai vertici militari. Lo stesso segretario del Consiglio è un militare. Davvero una bella trovata quella di inserire di straforo nella Carta Costituzionale un organismo dai poteri imprecisati, che configura una specie di governo di emergenza che non ha alcun obbligo di rispondere al parlamento. Alla faccia degli “equilibri istituzionali”.
E come sarebbe venuta ai nostri “Padri Costituenti” questa bella ponzata? Non dovevano sforzare molto la fantasia, perchè nello stesso anno in cui veniva scritta la nostra “bellissima Costituzione”, il 1947, il presidente Truman aveva inventato negli USA un organismo analogo. Il National Security Act del luglio del 1947 istituiva infatti il National Security Council, un supergoverno composto dai vertici civili e militari. La NATO sarebbe stata costituita solo due anni dopo, nel 1949, eppure pare che aleggiasse nell’aria, visto che i “Padri Costituenti” già adeguavano la forma istituzionale della Repubblica italiana alle esigenze dell’alleanza militare con gli USA.
Quindi sarà del tutto casuale che l’attuale presidente della Repubblica sia anche il ministro della Difesa che aveva gestito l’aggressione della NATO contro la Serbia nel 1999. Deve considerarsi assolutamente casuale anche il fatto che Mattarella appartenga ad una delle dinastie più importanti del potere in Sicilia, cioè la regione più militarizzata d’Italia e d’Europa. Come pure è una mera coincidenza che le sue prime parole da neo-eletto siano state sulla questione del “terrorismo” e delle “dittature” che minaccerebbero il Sacro Occidente. Anche in questa circostanza Sergio Mattarella non doveva sforzare granché la fantasia, visto che la priorità della “minaccia terroristica” era già stata individuata dal Consiglio Supremo di Difesa, nella sua riunione del 15 ottobre scorso. Non ci vuol molto sforzo neppure a prevedere che, in una delle prossime riunioni del Consiglio di difesa, ad essere evocato sarà il fantasma del “dittatore” Putin.
Nei prossimi anni il Consiglio Supremo di Difesa avrà parecchio da lavorare. Un’agenzia di stampa statunitense, vicina al Pentagono, “Global Security”, ci avvisa infatti che l’Italia ha in programma un aumento delle spese militari di qui al 2017, perciò il costo della nostra “alleanza” NATO dovrebbe superare l’1% del PIL. Meno male che queste notizie ce le danno gli Americani. Del resto, se non le sanno loro.
Tra le facili profezie si potrebbe annoverare anche un aggravarsi della nostra sudditanza atlantica nei prossimi anni. Una nuova “bolla finanziaria”, simile a quella dei mutui del 2007, starebbe per scoppiare negli USA. Stavolta si tratta della bolla dei prestiti agli studenti, secondo quel saggio sistema che si sta importando anche in Italia, di costringere i ragazzi ad indebitarsi a vita per sostenere i sempre più onerosi studi superiori. Le insolvenze però crescono, così come i rischi di una generale ricaduta negativa sui consumi.
Questa crisi incombente potrebbe costituire la spinta definitiva per la già attesa liquidazione dell’euro. Si può essere certi che anche questa prossima crisi finanziaria verrà gestita come le precedenti, cioè presentandola come una felice occasione per estorcere ulteriori “cessioni di sovranità”. Ma, stavolta, a presentarsi a riscuotere, probabilmente non sarà un’ormai estenuata Unione Europea, ma la NATO in prima persona.

Un ringraziamento al compagno Tiziano Cardosi per l’utile segnalazione.

http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=655

Uso A32 per accesso al cantiere Tav. Scibona, chiede chiarimenti al Ministro

Il Senatore Scibona ha presentato un atto di sindacato ispettivo sull’anomalia dell’acceso autostradale posto sulla A32, dedicato al cantiere Tav di Chiomonte.

di Leonardo Capella

Il Senatore Marco Scibona  ha presentato il 4 febbraio 2015, con altri cofirmatari, durante la seduta n. 386 un atto di sindacato ispettivo che nella sostanza vuole porre l’accento sull’anomalia legata all’acceso autostradale posto sulla A32, dedicato esclusivamente al cantiere Tav di Chiomonte “la Maddalena”. Svincolo che nel tempo a visto prima il restringimento a una carreggiata della galleria Ramat, i successivi lavori di sistemazione e ampliamento accesso e nell’ultimo periodo la scorta fornita da Sitaf alle colonne che accedono al cantiere. I presentatori chiedono al Ministro delle Infrastrutture una serie di delucidazioni in  merito e terminano con la richiesta provocatoria di declassamento dell’autostrada A32 a semplice strada statale.

L.C. 05.02.15

Questo il testo integrale:

Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell’interno. –

Premesso che:

il sito di informazione on line “TGvallesusa“, in data 19 dicembre 2014, informa che alcuni utenti dell’autostrada A32 indicano un anomalo rallentamento sull’autostrada causato da trasferimenti di forze dell’ordine in direzione del cantiere della Maddalena di Chiomonte (Torino);

dalle segnalazioni si evince che da circa 2 mesi il cambio di turno quotidiano per il cantiere della Maddalena si svolgerebbe con l’uso dei mezzi Sitaf (Società italiana per il traforo autostradale del Frejus), gestore dell’autostrada, che annunciano con appositi carrelli mobili il formarsi di coda appena fuori dal casello di Salbeltrand, per consentire al convoglio di mezzi militari di partire posizionandosi, affiancati, subito dietro i mezzi di cantiere, bloccando di conseguenza entrambe le corsie (marcia e sorpasso) e procedendo ad una velocità non superiore a 40 chilometri orari;

tale situazione crea una colonna di auto e di tir più o meno lunga a seconda degli orari, che si mantiene tale fin sul viadotto di Chiomonte, per poi dissolversi in prossimità del cantiere, quando uno dei due mezzi Sitaf accelera, sorpassa il suo gemello e libera la strada;

considerato che:

in base a quanto segnalato dagli utenti si utilizzerebbero i mezzi Sitaf per scortare le forze dell’ordine o i camion di ditte private e si formerebbero code di veicoli incolonnati per circa 10 chilometri in ampi tratti di galleria;

l’autostrada risulta essere tra le più costose d’Italia pur non garantendo, a parere degli interroganti, un servizio adeguato,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto;

se non considerino che si profilino evidenti problemi di sicurezza per gli utenti a causa della compromissione della viabilità e per via delle costanti code che si formano in lunghi tratti di galleria;

se risulti che LTF (Lyon-Turin Ferroviaire), società che gestisce il cantiere di Chiomonte, remuneri Sitaf per il servizio reso quotidianamente oltre che per l’uso dei mezzi adibiti di fatto a scorta delle forze dell’ordine;

se non ritengano che andrebbero attuate procedure diverse per garantire la sorveglianza del cantiere evitando la formazione di lunghi convogli militari giornalieri che di fatto risultano impattanti per il territorio e creano situazioni insostenibili per l’utenza;

se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non ritenga opportuno, permanendo la situazione corrente, declassare la A32 a semplice strada statale priva di pedaggio, lasciando in gestione alla società Sitaf unicamente il traforo del Frejus per l’arco di tempo necessario all’esecuzione del progetto di ferrovia ad alta velocità Torino-Lione.

Profughi, rivolta per il cibo alla Casa dell’Immacolata

A Pisa invalidi disoccupati bisognosi di cure lasciati a morire. Ad Alessandria un uomo condannato a 7mila euro di multa per aver rubato spazzolini per il figlio malato.  A La Spezia una madre di due bimbi diventa cam girl per pagare le bollette. A Bassano sfrattato un 68enne, si barrica in casa ma viene sedato, a Pesaro un altro 75enne sotto sfratto. Nei primi 9 mesi del 2014 i suicidi sono aumentati del 59,2% ma allo Sportello Antisuicidi non ti danno da mangiare, ti consigliano su come risparmiare sulle bollette. In fondo all’articolo scrivono che i richiedenti asilo dormono fuori. Vorrei proprio vederlo

 Questa è l’ eguaglianza dei giusti. Nessuna discriminazione

 Intervento dei carabinieri per sedare la protesta di un gruppo di nordafricani. Intanto nuova emergenza: si cercano posti per accogliere 32 richiedenti asilo

di Piero Tallandini

03 febbraio 2015

UDINE. Una mini rivolta è stata inscenata lunedì sera da cinque giovani profughi nordafricani (due dei quali minorenni) ospiti della “Casa dell’Immacolata di Don Emilio De Roja” che lamentavano un calo della qualità e della quantità del cibo servito. Sul posto è stato richiesto l’intervento dei carabinieri che assieme ai volontari della struttura di accoglienza hanno riportato la calma e convinto il gruppetto a desistere dal proseguire l’inopportuna protesta.

 Evidentemente i cinque avevano presto cambiato idea visto che nella cena di martedì sera hanno chiesto addirittura il bis. Un epilogo all’insegna della distensione per questa insolita iniziativa di dissenso ma non nasconde il proprio disappunto il direttore della struttura Renato Cantoni: «Si tratta di un episodio caratterizzato da una partecipazione molto marginale e limitata a sole cinque persone – ha spiegato –. La sensazione è che abbiano voluto fare un po’ di “cagnara”, magari per cercare di rivendicare una sorta di leadership nell’ambito del gruppo più ampio del quale fanno parte in tutto 65 immigrati.

 Questi profughi sono qui dal 31 luglio e nessuno fino ad ora aveva mai avuto da ridire sulla qualità del cibo. I pasti vengono preparati seguendo scrupolosamente i parametri previsti dall’Azienda sanitaria. Vengono cucinati nelle nostre cucine con ingredienti genuini. Nei menu compaiono cibi tipici italiani ma spesso proponiamo anche il cous cous. Abbiamo l’accortezza di non preparare piatti a base di maiale per rispetto nei confronti di chi è di religione musulmana».

 «Insomma, sinceramente non mi sembra accettabile un atteggiamento del genere tanto più che non siamo un albergo – ha aggiunto il direttore –. Lunedì sera nel menu c’erano, tra gli altri cibi, anche zuppa di legumi e frittata e questi cinque ospiti non hanno voluto mangiare. Poi questo martedì sera c’erano pasta, la fettina di carne, patate e i cinque protagonisti della protesta di lunedì hanno chiesto la doppia razione. A quanto il cibo che serviamo non dispiace neppure a loro. Quello che è successo ci lascia l’amaro in bocca perché si tratta di una mancanza di rispetto. Per fortuna gli altri profughi nostri ospiti hanno preso le distanze dalla protesta di questo gruppetto».

 Intanto la città si appresta ad affrontare una nuova emergenza profughi. Da alcuni giorni, infatti, i 32 afghani bloccati a Tarvisio dormono, dopo aver presentato la domanda di asilo politico in questura, in un’area dismessa appena fuori dal centro. La macchina dell’accoglienza si è messa in moto, ma i 32 posti dove ospitarli non sono ancora stati trovati. Non è escluso che nei prossimi giorni la questione venga affrontato nel corso dell’ennesimo vertice in Prefettura.

 A portare cibo, coperte e indumenti ai profughi ci pensano i volontari dell’associazione “Ospiti in arrivo”; come spiega Angela Lovat, «non avendo strutture e mezzi possiamo fare solo questo». Anche Lovat resta dell’idea che gli enti locali dovrebbero avere a disposizione un luogo per affrontare la fase emergenziale durante la quale i richiedenti asilo sono costretti a dormire anche all’aperto.

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine/cronaca/2015/02/03/news/alla-casa-dell-immacolata-intervento-dei-carabinieri-per-sedare-la-protesta-di-un-gruppo-di-nordafricani-1.10793946

BCE e Quantitative Easing: il trucco per estorcere col sorriso la ricchezza reale dei popoli

ecco cosa vogliono gli Usa dalla Ue. Molti pensano che quel denaro stampato sia gratis e offerto a tutti. Per questo si prodiga Obama, noto rappresentante dei poveri. Come pensano quelli di Un’europa diversa fingendo che la Ue non sia una creatura Usa voluta dalle banche

Venerdì, Febbraio 23rd / 2015    

– di Nicola Arena, Sete di Giustizia –

Mario Draghi e il marketing di regime: arriva il Quantitative Easing

BCE e Quantitative Easing: il trucco per estorcere col sorriso la ricchezza reale dei popoli L’arma del liberal-capitalismo e social-comunismo di regime per  prosciugare le ricchezze reali dei popoli europei mediante la moneta emessa, illegittimamente, a debito

Il bazooka della BCE – Ma perchè Draghi può prestare denaro?

Francoforte – di Nicola Arena, Sete di Giustizia – “Il governatore della Bce Mario Draghi – secondo l’ANSA – spinge governi europei, borse e opinione pubblica proponendo un piano per la crescita europea“. Con il “quantitative easing” annunciato dalla Bce in difesa dell’euro, in apparente contrapposizione alle azioni dei singoli stati e alla volontà dei paesi del Nord Europa tutti votati all’attuazione delle cosiddette “riforme” – utili al sistema – e alla disciplina di bilancio considerata propedeutica e “necessaria” all’attuazione di eventuali sostegni diretti. Tutto questo si traduce, come affermato da Mario Monti  tre anni fa in una celeberrima e clamorosa intervista che ha fatto il giro del web (vedi qui Mario Monti, le crisi e le cessioni delle sovranità nazionali ), in cessioni delle rimanenti parti delle sovranità nazionali ad un livello comunitario. Cioè, detta in altri termini, in favore di un impero… Per comprendere l’enorme operazione finanziaria in atto e per osservare tale manovra dalla giusta prospettiva, bisogna fare un salto qualitativo e culturale, spingendosi a riflettere su questioni ovvie e ormai, da troppo tempo, date per scontate da quasi tutti. ciò rispondendo innanzi tutto alla seguente domanda: perché Mario Draghi può prestare denaro? Per rispondere al sottile e prioritario quesito continuiamo con la cronaca e l’analisi delle cosiddette “azioni preliminari” inerenti alla manovra finanziaria in atto.

Mario Monti, le crisi e le cessioni delle sovranità nazionali 

 Comprendere i reali obiettivi del quantitative easing                                   

Secondo l’ANSA “la Bce comprerà titoli per 60 miliardi  al mese fino a fine settembre 2016,  e comunque fino a quando non vedremo un deciso miglioramento nell’andamento dell’ inflazione” coerente con l’obiettivo di un andamento dei prezzi vicino al 2%“. E’ quanto sostenuto da Draghi nell’operazione di marketing concepita all’atto del propagandistico lancio del ‘quantitative easing‘. L’acquisto di titoli, tradotto in termini più realistici, significa per chi non lo sapesse, un ulteriore aumento del debito pubblico, che dovremo restituire con gli interessi, e questo significa che gli italiani (nel nostro caso) saranno costretti a fare ulteriori sacrifici con  ulteriori tagli ed aumenti della tassazione. Infatti, come purtroppo ancora molti ignorano, non possiamo creare da soli il nostro denaro e quindi dovremo – non si comprende in base a quale principio giuridico – cedere ricchezza reale nelle mani dei grandi ed illegittimi “prestatori” di prima istanza. Come sempre! Da marzo la Bce inizierà, dunque, a comprare titoli sulla base della quota dei vari paesi nel suo capitale. Secondo Draghi – in aggiunta – i rischi dei titoli comprati dalla Bce saranno condivisi solo in quota pari al 20% del totale, ed assieme alle banche centrali dei paesi dell’Eurozona.

Il trucco per espropriare e estorcere con il sorriso

Dinanzi a questa grandissima bufala concettuale, ci chiediamo in tutta franchezza che rischi possa avere chi crea il denaro dal nulla; denaro che – in aggiunta – dovrebbe appartenere in origine ai popoli europei. Ma non finisce qui! Il denaro-debito della BCE oltre ad essere emesso – come detto – dal nulla e prestato anche con la certezza di un rimborso, che si attualizzerà – materializzando funeste premonizioni – attraverso la tassazione o la cessione di aziende statali e di altre quote di patrimonio immobiliare pubblico, con la complicità dei politici asserviti al sistema. Mario Draghi, nelle ultime ore, interpretando il ruolo assegnatogli dai grandi reggenti del mondialismo illuminato (liberal-capitalista e social-comunista) si è detto “molto sorpreso che il tema della condivisione dei rischi sia diventato il più importante” nella discussione sul quantitative easing.

Il falso dogma illuminato dell’inflazione                                                            

Le misure di oggi – secondo l’ANSA – “aiuteranno contro i rischi per le aspettative d’inflazione“. Eppure da sempre ci dicono che gli stati non possono “stampare” denaro perché altrimenti si crea inflazione. Beh! Immettere 60 miliardi di euro al mese per 20 mesi, non crea inflazione? una cosa è certa: la creazione di false ideologie economiche, come questa in esame sostenuta dall’economia classica, spinge le popolazioni ad un rifiuto della politica in generale e nel contempo ad accettare passivamente le decisioni prese da entità sconosciute.

Quando si perde il senso della verità                                                                   

Il piano di acquisti presentato oggi dalla Bce durerà fino alla fine di settembre 2016 e fin quando “ci sarà – fonte ANSA – una sorretta correzione dell’inflazione, con l’obiettivo di un livello dei prezzi sotto al 2% nel medio termine”. Ad affermarlo sempre il Presidente della BCE. In questo contesto di cifre e numeri si perde il senso della verità e della natura giuridica della moneta. Riproponiamo –  allora – la domanda inizialmente fatta: perché mai Mario Draghi può prestare denaro?

La doppia anima della moneta

Per tentare di rispondere in maniera compiuta ed integrale a questo interrogativo ricordiamo l’esistenza di un dualismo atavico che si fonde nell’essenza della moneta: essa è formata da due parti distinte fra loro. La prima parte è materiale e simbolica: la moneta, infatti, può essere di natura cartecea, metallica o elettronica, caratterizzata – badate bene – da costi di fabbricazione praticamente inesistenti (vedi qui L’essenza della truffa monetaria da Signoraggio – Il Denaro non ha Costi di Produzione); la seconda parte, in assoluto quella più importante (per quanto riguarda la moneta nominale e cioè quella attuale) è il valore, ossia il potere d’acquisto, di natura immateriale, ma percepito attraverso la prima parte che è il simbolo. Questo valore è creato dai cittadini di una nazione, che hanno deciso di utilizzare e quindi accettare convenzionalmente il simbolo monetario come mezzi di pagamento, come contenitore di valore indotto.

La BCE dovrebbe accreditare la moneta ad ogni singolo cittadino           

Come ha ampiamente e inconfutabilmente dimostrato il Professor Giacinto Auriti, infatti, chi crea il valore della moneta sono i cittadini che la usano, e dunque ad essi va univocamente attribuita la PROPRIETA’ di tutta la quantità di valore monetario emesso. La BCE dovrebbe accreditare ad ogni singolo cittadino, una quota parte di valore emesso, come reddito di cittadinanza, la rimanente parte ACCREDITARLA agli stati europei per il loro fabbisogno, trattenendosi i costi di produzione e gestione dei sevizi resi (vedi qui – Signoraggio – La Confessione dell’élite). Alla luce di questa grande verità svelata da Auriti, ricordiamo ai cittadini europei che tutto ciò non costerebbe nulla (vedi qui L’essenza della truffa monetaria da Signoraggio – Il Denaro non ha Costi di Produzione ): la produzione della moneta – attuale oro-carta – infatti non costa assolutamente nulla. Siamo di fronte ad un grande inganno: cioè al più grande inganno della storia!

Come corrispettivo il nulla

Ovviamente, la macchina politica economica è molto complessa, non aspettiamoci un ripensamento o una strategia remissiva da parte della BCE, in quanto il piano adottato con il QE è finalizzato al raggiungimento degli obiettivi previsti, in pratica uno scambio (certamente non alla pari) fra immissinone di liquidità, cioè denaro creato dal nulla, in cambio di cessioni di sovranità  nazionali e ricchezza reale. Si comprende  benissimo tutta la trama oscura attraverso un esempio, tipicamente auritiano, che riproponiamo di seguito: se compro un automobile, io mi indebito  nei confronti della concessionaria , ma in cambio del mio debito,  ricevo l’automobile. Con il QE la BCE  viene ad indebitare ulteriormente i popoli europei, dando come corrispettivo il nulla, in quanto quel denaro i popoli europei potrebbero emetterlo, attraverso una propria Banca Centrale, senza indebitarsi, ma accreditandosi l’intera somma emessa.

E’ giunto il tempo di comprendere la grande truffa che si nasconde dietro la moneta debito, studiando le teorie auritiane, occorre – tuttavia – farlo in fretta, per lasciare  alle nuove generazioni la speranza di vedersi affermata la certezza dei propri diritti con la proprietà popolare della moneta.  La nostra soddisfazione maggiore sarà quella di poter prevedere  nei volti dei bambini, la serenità di un sorriso vivo.

Nicola Arena (Copyright © 2014 Qui Europa)

Partecipa al dibattito – Redazione Quieuropa – infounicz.europa@gmail.com

http://www.quieuropa.it/bce-e-quantitative-easing-il-trucco-per-estorcere-col-sorriso-la-ricchezza-reale-dei-popoli/

Genocidio nel Balcani? L`Aja se ne lava le mani

Croazia e Serbia ”assolte”… venti anni dopo. I giochi sono fatti e i morti, gli assassinii, le accuse e i sequestri di cittadini serbi passano in cavalleria

Lorenzo Moore

Così né Belgrado né Zagabria sono da considerare responsabili di genocidio per le violenze commesse durante le guerre nelle repubbliche della ex Jugoslavia. La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia all’Aja, il Tribunale fantoccio voluto dagli atlantici ma che gli stessi Usa hanno avuto qualche remora a riconoscere – immaginate se Washington o Tel Aviv venissero chiamati a rispondere di crimini di guerra… – ha pilatescamente (absit injuria verbis) risolto in questo modo il duplice caso, quello presentato contro Belgrado dalla Croazia nel 1999 e quello presentato di rimando dalla Serbia contro la Croazia nel 2010.

Quanto oggi stabilito dalla Corte (“nessuna delle due parti è stata in misura di provare che i crimini commessi durante il conflitto” avessero “l’obiettivo di compiere un genocidio”) diventa però un atto di virtuale autoaccusa, perché anche per la Bosnia musulmana lo stesso “tribunale” aveva, a suo tempo escluso l’accusa di genocidio. Tutte le guerre balcaniche vengono in questo modo, venti anni dopo, archiviate dalla ‘giustizia’ atlantica, lasciando tuttavia nella loro scia una feroce lista di morti eccellenti (Milosevic), di assassinii (Arkan), illegittime detenzioni (Karadzjic, Sesely) e rapimenti, con vittime prescelte tutte di nazionalità serba. Con fulgido esempio di faziosità l’ “assoluzione” pronunciata senza alcun procedimento al riguardo nei confronti di Alija Izetbekovic, il presidente bosniaco musulmano che fece di Sarajevo la culla dell’immigrazione di mujaheddin e terroristi fondamentalisti islamici e che si gloriò, nelle sue memorie prima di morire di essere riuscito a “mettere in trappola” (nella trappola atlantica, politicamente con gli accordi di Dayton e militarmente con l’organizzazione ex ante della strage di Srebrenica del 2005 imputata ai serbo-bosniaci) i Serbi di Bosnia. Era stato Nladen Ivanic, presidente della Republika Srpska ad accusarlo formalmente all’Aja di genocidio e di violazioni delle leggi di guerra (e quindi di crimini contro l’umanità). Ma l’accusa non gli venne nemmeno contestata.

Tornando alla notizia dell’ “assoluzione” atlantica di Belgrado e Zagabria dalle accuse di genocidio, la decisione della Corte chiude il caso aperto dalla denuncia presentata il 2 luglio 1999 dalla Croazia contro l’allora Repubblica Federale di Jugoslavia (Serbia e Montenegro) per violazioni della Convenzione delle Nazioni Unite sul Genocidio – adottata dall’Assemblea generale dell’Onu nel 1948 – con riferimento all’espulsione e la morte di migliaia di croati dalle terre serbe durante la guerra 1991-1995. Zagabria chiedeva anche il pagamento di riparazioni di guerra. Nel 2010 Belgrado presentò una controdenuncia, accusando la Croazia di genocidio e chiedendo che venissero puniti i responsabili di quegli atti e risarciti i serbi di Croazia. Belgrado in particolare accusava i croati della morte di migliaia di persone e dell’espulsione di 20 mila cittadini della minoranza serba della Croazia, costretti ad abbandonare la Repubblica di Krajina loro terra di insediamento storico.

Se il primo ministro croato, Zoran Milanovic, commentando la sentenza con cui all’Aja, ha dichiarato la sua “delusione” pur “accettando il verdetto”, il presidente serbo Tomislav Nikolic, ha sottolineato come «anche da parte delle più alte istituzioni giudiziarie dell’Onu è stato confermato che le forze croate commisero crimini di massa contro i serbi di Croazia», e comunque di «sperare sinceramente che ora la Serbia e la Croazia, in buona fede, risolvano insieme tutti gli ostacoli e si profili un periodo di pace duratura e prosperità».

Dichiarazioni scontate e di prammatica.

Ora dovremo attendere con ogni probabilità altri 10 anni per ottenere una nuova sentenza compromissoria dell’Aja sulla questione dell’esproprio atlantico della provincia serba del Kosovo e Metohija e sulla pulizia etnica subìta dai serbi. Un verdetto già scritto. Si sa che i bombardamenti atlantici, da Hiroshima e Nagasaki in poi, passando per Belgrado, Kabul, Baghdad e Tripoli fino a quelli futuri, non rappresentano una fattispecie di genocidio, perché sono dogmaticamente “umanitari”.

03 Febbraio 2015 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=23693