ASSEMBLEA CITTADINA NO TAV: “IL TAV TRAVOLGE LA SANITÀ

LUNEDI’ 16 FEBBRAIO

ORE 21 Torino, Via Antonio Cecchi 17 – sala incontri Cecchi Point

Discutiamo dello sperpero di denaro pubblico per la costruzione del Tav e dell’accanimento giudiziario nei confronti degli attivisti del movimento.

Interverranno:
Alberto Perino – Movimento No Tav 
Luca Giunti – Commissione Tecnica Comuni Valsusa
Claudio Novaro – Avvocato difesa degli imputati No Tav
https://www.facebook.com/events/1543048005971612/?ref_dashboard_filter=upcoming

http://www.notav.info/agenda/torino-162-assemblea-notav/

 Volantino in diffusione negli ospedali di Torino:

 “IL TAV TRAVOLGE LA SANITÀ

“Il TAV non è solo una grande  opera inutile e devastante da un punto di vista ambientale e imposta con la violenza contro una intera comunità, ma rappresenta la scelta di investire nell’ottica speculativa che danneggia la salute.

Una politica sciagurata negli anni si è concentrata esclusivamente sulla riduzione della spesa sanitaria  con tagli al personale e ai servizi e chiusura di ospedali che ha prodotto danni devastanti.

Le strutture sono al collasso, medici e infermieri sfruttati e sottoposti a ritmi inaccettabili, le persone abbandonate a se stesse in balia di lunghe liste di attesa e nell’impossibilità di curarsi,  i non autosufficienti bambini e anziani penalizzati dal blocco degli assegni di cura, dalla riduzione dei posti letto, dall’inadeguatezza dei ricoveri  di secondo livello e lunga degenza…..

Se si investono centinaia di milioni di euro per realizzare la linea ad alta velocità in Val Susa diventerà impossibile che lo Stato metta a disposizione, in una fase di ristrettezze finanziarie, le risorse necessarie  a mantenere una sanità pubblica gratuita e di buona qualità come gli altri servizi sociali, trasporti. scuola.

Lo stato getta la maschera e si svela per quello che è : speculazione e repressione

E’ necessario continuare a lottare contro il TAV e opporsi ai tagli, e stare vicino a tutti i NOTAV criminalizzati e colpiti dalla repressione con condanne  a centinaia di anni di carcere, risarcimenti milionari e infondate accuse di terrorismo….”

http://piemonte.puscii.nl/articolo/22293/volantino-il-tav-travolge-la-sanita

ACCORDS DE MINSK/ POURQUOI JE NE SUIS PAS OPTIMISTE …

LE GRAND POKER MENTEUR DE MINSK ET LES REALITES DU « GRAND ECHIQUIER » EN UKRAINE

LM pour Novorossiya Info/ 2015 02 14/
https://www.facebook.com/novorossiya.center
http://www.scoop.it/t/novorossiya

PCN-TV - LMVEDP 001 - Libye 2015 (2015 02 14)

Alors que l’encre des Accords de Minsk était à peine sèche, les occidentaux mettaient déjà en doute la sincérité de Moscou, Donetsk et Lugansk. Et le parti de la guerre au sein de l’UE, mené par le germano-polonais russophobe Donald Tusk, créature atlantiste de Washington et Berlin, obtenait dès le lendemain de Minsk, lors du sommet de l’UE à Bruxelles, la reconduction des sanctions anti-russes.

C’est cette fois Moscou qui met en doute, non sans raison, la sincérité des gouvernements atlantistes de l’UE (qui sont tout sauf des « européens »), et avec encore plus de raison celle de Kiev.

LA RUSSIE PREOCCUPEE

La Russie s’est déclarée samedi “préoccupée” par les tentatives de Kiev et de l’Occident de “déformer” les accords de paix pour l’Ukraine, conclus jeudi à Minsk après des négociations marathon entre les présidents russe, français, ukrainien et la chancelière allemande. “Le fait que les responsables ukrainiens (…), ainsi que ceux de certains pays occidentaux, notamment des Etats-Unis se sont montrés solidaires avec l’opinion des nationalistes radicaux de la Verkhovna Rada (Parlement ukrainien) et ont commencé à déformer le contenu des accords de Minsk suscite une grave préoccupation”, a indiqué la diplomatie russe dans un communiqué. La Russie reproche notamment à Kiev et aux Occidentaux de “mettre en doute la mise en application des dispositions concrètes du document” soutenu officiellement par Vladimir Poutine, François Hollande, Petro Porochenko et Angela Merkel, précise le communiqué.

Alors que des représentants de Donetsk et de Lougansk (est de l’Ukraine) “font état de leur attitude responsable envers leurs engagements, des déclarations faites par les hommes politiques ukrainiens à Kiev suscitent la méfiance”, selon Moscou. “Nous réaffirmons que le principal message des accords de Minsk est qu’il est nécessaire de mettre fin aux combats, de retirer les armes lourdes et d’amorcer une réforme constitutionnelle réelle en Ukraine”, souligne le communiqué. Moscou évoque les violents débats à Kiev, notamment à la Rada, qui ont suivi les accords de Minsk pour les dénoncer. Débats soigneusement dissimulés par les médias de l’OTAN …

Moscou compte “que tous les signataires de l’accord de Minsk du 12 février” (Kiev, les rebelles prorusses, la Russie et l’Organisation pour la sécurité et la coopération en Europe), “ainsi que les parties ayant soutenu ce processus, dont l’Allemagne et la France, fassent tout leur possible pour que cet accord soit respecté strictement”.

WASHINGTON NE VEUT PAS DE LA PAIX EN UKRAINE

Les combats continuaient de faire rage en Ukraine samedi, alors qu’un cessez-le-feu doit entrer en vigueur à 00H00 heure ukrainienne dimanche (22H00 GMT samedi), conformément à l’accord obtenu jeudi à Minsk.

Wait and see. Ss illusions ! Washington veut l’aggravation de la crise en Ukraine, l’amplification de la guerre et surtout que le fossé entre Russie et UE se creuse définitivement. Et à Bruxelles comme à Berlin et Paris, c’est Obama qui a seul le vrai pouvoir de décision …

L’amassadeur US à Kiev, lui, jette directement de l’huile sur le brasier ukrainien. L’ambassadeur américain en Ukraine, Geoffrey Pyatt, a écrit ce samedi sur son compte Twitter qu’il s’agissait de systèmes “russes et non séparatistes” près de Debaltseve y compris des systèmes de défense anti-aérienne. De son côté, la porte-parole du département d’Etat américain, Jennifer Psaki, a accusé Moscou « de continuer à déployer des armes lourdes dans l’est de l’Ukraine », se disant très préoccupée par “les informations concernant des chars et des systèmes de missiles supplémentaires venus ces derniers jours de Russie”. Le tout sans la moindre preuve.

Luc MICHEL

Le scomode verità sull’aiuto fornito dagli USA ai terroristi in Siria rivelate dal The Wall Street Journal

ma no, sono ribelli per la democrazia, quelli della primavera araba—–Quanto sono buoni gli yankees, aiutarono noi contro i cattivi, aiutano gli ucraini a ribellarsi dal cattivo Putin, aiutano i siriani e nemmeno vogliono prendersi il merito (in Ucraina han fatto tutto i neonazi da soli, in Siria i tagliagole, pardon i ribelli oppressi…non vogliono mai niente in cambio….dei veri angeli il minimo che possiamo fare è spianare loro la strada con un pò di propaganda pro democrazia

Nuove rivelazioni: come è miseramente fallito il programma della CIA  per aiutare i “ribelli” in Siria : un esercito di mercenari allo sbando.

La scorsa settimana l’autorevole quotidiano economico The Wall Street Journal ha svelato i dettagli sul programma della CIA  per armare i gruppi dei “ribelli” in Siria ed il fallimento di tale programma. Il giornale ha indicato che il programma non ha ottenuto alcun successo per quelli che l’amministrazione USA ha denominato “i ribelli moderati”. Molti di loro hanno abbandonato il campo di battaglia e si sono uniti all’ISIS (lo Stato Islamico) ed ad altri gruppi estremisti.

A metà del 2013, la CIA aveva intervistato alcuni dei capi dei ribelli, in alcuni casi nel corso di giorni, ed aveva analizzato le loro e-mail e le comunicazioni telefoniche per assicurarsi che si trovavano realmente al comando degli uomini che loro affermavano di comandare. Coloro che avevano passato la prova, avevano firmato degli accordi scritti, avevano presentato informazioni sui loro uomini per ricevere i pagamenti e avevano dettagliato la loro strategia sul campo di battaglia. Soltanto allora ottennero l’aiuto economico che fu, tuttavia, molto minore di quello che loro si aspettavano. Alla fine di ogni mese i “ribelli” che partecipavano al programma della CIA ricevevano il loro salario, dai 200 ai 400 dollari al mese.

Nel nord della Siria, gli USA ed i loro alleati, crearono una centrale unitaria di comando delle operazioni per supervisionare il programma. Il pannello della centrale includeva sia elementi della CIA sia di altri servizi segreti, come quello dell’Arabia Saudita, del Qatar e della Turchia. I capi dei ribelli ebbero colloqui anche con ufficiali dell’agenzia statunitense negli Hotels del sud della Turchia.

 Le informazioni di tutte le fonti riferiscono adesso che l’aiuto della CIA ai “terroristi moderati” della Siria finì in un fallimento totale. Attualmente i denominati “terroristi moderati” finanziati dalla CIA esistono solo in piccole ridotte nel sud del paese e nei dintorni di Aleppo. Il resto del territorio (occupato dai gruppi jihadisti) si trova sotto il controllo dei gruppi estremisti come l’ISIS ed il Fronte al Nusra.

Un altro problema è stato che centinaia dei “ribelli” (mercenari) che avevano partecipato al programma della CIA, sono passati armi e bagagli all’ISIS ed al Fronte di al Nusra. Altri hanno abbandonato la lotta ed hanno cercato l’amnistia dalle autorità siriane o semplicemente sono scomparsi.
La CIA ha smesso di offrire aiuto adesso ai miliziani siriani, ad eccezione di un gruppo di comandanti di sua fiducia. L’impostazione dell’agenzia statunitense è cambiata adesso verso il sud della Siria nella convinzione che i ribelli sembravano più uniti da quelle parti, ma la crescita del fronte al Nusra, i nuovi scontri interni tra le milizie e l’offensiva dell’Esercito siriano nella regione hanno dimostrato di nuovo l’impotenza di questi gruppi anche su questo fronte.

D’altra parte sono sorte delle discrepanze tra la CIA ed i vari gruppi ribelli per quello che si riferisce agli obiettivi della lotta. In principio l’obiettivo di entrambi era di cercare il rovesciamento del governo di Bashar al-Assad. Tuttavia la CIA non aveva previsto la crescita del gruppo dello Stato islamico in Siria ed in Iraq e questo si è trasformato adesso nella priorità per la politica statunitense. Tale situazione ha determinato la paura negli americani che le armi che inviano ai gruppi ribelli (mercenari)possano  cadere  nelle mani dell’ISIS, come è già successo in numerose occasioni, o per aver preso le stesse con la forza o perchè i “ribelli moderati” se le sono rivendute all’ISIS ed a altri gruppi radicali.

L’offensiva aerea nordamericana contro l’ISIS non è stata  ben ricevuta dai “ribelli moderati”, i quali non erano stati consultati per la stessa e sono stati associati a questa campagna senza un loro consenso. In ogni caso, nessuno dei gruppi armati “moderati” ha mostrato entusiasmo nel partecipare ad una lotta contro l’ISIS.

Dopo l’inizio della campagna, il Fronte Al Nusra ha iniziato la sua offensiva contro i gruppi appoggiati dagli USA. In due offensive nell’Ottobre del 2014 e sulla fine di gennaio del 2015, il gruppo aveva preso dei territori che erano sotto il controllo del Fronte dei Rivoluzionari della Siria e il Movimento al Hazm e aveva confiscato tutte le loro armi. I leaders del primo sono fuggiti verso la Turchia, Il peggio dal punto di vista nordamericano è stato che tali gruppi si sono arresi praticamente senza alcuna resistenza. Così è successo nel caso degli attacchi contro il quartiere generale del Movimento Hazm a jan Assubul, nella provincia di Idleb, dove molti combattenti dello stesso sono passati anche direttamente nelle file del Fornte al Nusra.

Un altro gruppo, finanziato dagli americani, l’esercito dei muyahidines, che si era unito al programma della CIA la scorsa estate, ha inviato 50 combattenti al Qatar per ricevere addestramento dalla agenzia di quel paese, si è ritirato dallo stesso e si è alleato con il Fronte Islamico, appoggiato dall’Arabia Saudita.

In ogni caso, i nordamericani hanno potuto constatare che i gruppi armati che loro patrocinano, operano in uno stato confusionale e spesso si scontrano fra di loro, vendono gli aiuti statunitensi ricevuti a terzi ed incluso finiscono con l’unirsi ai gruppi radicali, specialmente in cambio di altro denaro o di altri benefici.
In definitiva, secondo le stesse fonti della CIA, i comandanti ,che si presupponeva che fossero di fiducia, sono finiti per non esserlo. “Tutti stavano lì per difendere il proprio interesse”, ha detto un alto responsabile statunitense al Wall Street Journal. In tutti i casi, l’addestramento e il finanziamento nordamericano non sono serviti per frenare le continue sconfitte di questi gruppi sul campo di battaglia, tanto per mano dell’Esercito siriano come dai gruppi più radicali.

L’esercito dei mercenari armato e finanziato da Washington ha clamorosamente fallito i suoi compiti di fronte al forte contrattacco dell’Esercito Nazionale Siriano, un esercito costituito da coscritti che lottano per difendere il proprio paese, le proprie famiglie e la propria sopravvivenza. Questo Obama ed i suoi strateghi non lo avevano calcolato.

Fonti: Al Manar           Wall Street Journal

Traduzione: Luciano Lago

http://www.controinformazione.info/le-scomode-verita-sullaiuto-fornito-dagli-usa-ai-terroristi-in-siria-rivelate-dal-the-wall-street-journal/#more-9181

Notizie dall’Ucraina: le milizie separatiste denunciano la presenza di “mercenari stranieri” nell’Esercito ucraino

Tra i militari ucraini, bloccati nella sacca di Debaltsevo, assediata dalle forze separatiste della RPD, ci sarebbero un numero imprecisato di mercenari stranieri, lo ha denunciato il comandante in aggiunta delle forze separatiste, Eduard Basurin.

“Per adesso abbiamo soltanto intercettato le voci dei messaggi in quattro lingue diverse”, ha detto. Nello stesso tempo le milizie non dispongono ancora di oggetti personali che permettano di assicurarsi della presenza di mercenari stranieri, ha precisato.

 In precedenza Basurin aveva affermato che i miliziani separatisti hanno trovato nell’aeroporto di Donetsk ricetrasmettitori portatili e carte di credito SIM che non vengono utilizzate nel territorio ucraino. Le milizie della RPD denunciano che i militari ucraini cercano di eliminare i testimoni della presenza di mercenari stranieri nelle loro file. Nell’est dell’Ucraina si sta assistendo nelle ultime settimane ad una escalation del conflitto armato che, secondo l’ONU, ha causato più di 5.300 morti (secondo gli analisti tedeschi sarebbero 10 volte di più) ed oltre 12.000 feriti dall’Aprile scorso, quando Kiev aveva lanciato la denominata ‘”operazione castigo” per annientare le milizie separatiste di Donetsk e di Lugansk che si è però risolta in un mezzo disastro per l’esercito di Kiev, a causa della forte resistenza e della controffensiva attuata dalle forze separatiste.

Nel frattempo, questo Lunedì 9 Febbraio, il comando delle forze separatiste della RPD ha comunicato di aver preso il controllo totale della strada provinciale di comunicazione di Debaltsevo, attraverso la quale l’Esercito ucraino riceveva i rifornimenti ed il materiale bellico.Il comando dell’Esercito ucraino ha invece smentito questa notizia ed ha comunicato di aver resistito a tutti gli attacchi dei separatisti e di aver distrutto il materiale bellico di questi, lo ha dichiarato Alexander Motiuzianik, portavoce dell’esercito di Kiev.

Di sicuro Debaltsevo è il fulcro della battaglia tra le forze ucraine e quelle separatiste, essendo questo un importante nodo ferroviario situato tra le province di Donetsk e di Lugansk, nell’Est dell’Ucraina.

In ogni caso, al di là della guerra dei comunicati, gli esperti militari indicano che l’esercito Ucraino si trova in una situazione di forte difficoltà, circondato e chiuso dalle forze separatiste in quelle che viene chiamata la sacca di Debaltsevo dove sono assediati circa 10.000 militari ucraini, con poche possibilità di ritirarsi.

Non era questo quello che prevedeva il governo di Kiev quando era partito con l”operazione castigo”, pensando di poter annientare in pochi mesi le forze separatiste grazie alla sua superiorità, sulla carta, in uomini e mezzi.

L’offensiva dell’esercito ucraino aveva coinvolto anche le città e le zone residenziali di Donetsk e delle località limitrofe che hanno subito incursioni aeree e bombardamenti dell’artiglieria ucraina con un forte numero di civili, incluso donne, bambini e vecchi, che sono rimasti vittime dei bombardamenti indiscriminati che hanno colpito case, palazzi, scuole, ospedali ed esercizi pubblici. Colpiti anche autobus che trasportavano i civili.

Da notare che la maggior parte delle notizie che riguardavano queste operazioni militari ed i bombardamenti sulle zone civili fatti dall’esercito di Kiev, nei mesi scorsi, sono stati accuratamente coperti dalla stampa e dai media occidentali (con poche eccezioni) i quali hanno continuato a indicare la responsabilità della Russia e di Putin nella crisi, omettendo di dire che il golpe avvenuto a Kiev e l’operazione tentata di “pulizia etnica” ,attuata dal governo ucraino, erano tutte operazioni dettate da Washington, il vero sobillatore della crisi che ha determinato la guerra civile odierna. Il tutto avvenuto con la complicità dei governi europei che adesso iniziano a preoccuparsi seriamente della possibilità di una guerra allargata in Europa dopo 70 anni di pace.

L’offensiva di Kiev ha creato anche un numero di profughi calcolato dall’ONU in più di un milione di persone, molte delle quali hanno trovato rifugio nella vicina Russia, una volta attraversato il confine. Inizialmente, nella prima fase del conflitto, questo flusso di profughi era anche negato dagli americani.

L’effetto di questa guerra civile, oltre alle vittime ed alle macerie, è anche quello di aver creato una frattura insanabile fra le due comunità che compongono l’Ucraina: quella ucraina (in parte di origine polacca) e quella di etnia russa. Sarà molto difficile per il futuro ricomporre una possibile armonia fra queste due comunità. I leaders separatisti hanno già dichiarato che non gli basta più l’autonomia ma desiderano ottenere uno stato indipendente non sottoposto al governo di Kiev, sostenuto dall’ Occidente ed inquinato dagli estremisti neo nazisti.

Fonti: Sputiniknews                      Unian.info/war

Traduzione e nota:  Luciano Lago

http://www.controinformazione.info/notizie-dallucraina-le-milizie-separatiste-denunciano-la-presenza-di-mercenari-stranieri-nellesercito-ucraino/

I terroristi siriani di Al Nusra chiedono ad Israele di intervenire contro l’Esercito siriano di Assad

ma quanto si sente minacciato Israele da questi “integralisti”?? Non si può dire siano antisemiti

 Siria: Jerusalem Post, i terroristi chiedono ad Israele di bombardare postazioni dell’esercito siriano

La prova definitiva del sostegno che Israele fornisce alle milizie anti Assad che operano in Siria viene fornita anche dalla stessa stampa Israeliana.  

TEL AVIV (IRIB) – I terroristi che in Siria combattono contro le forze unite dell’esercito siriano e dell’Hezbollah libanese hanno contattato Israele chiedendo un intervento in loro soccorso con il bombardamento delle forze governative siriane.

Questo quanto ha riferito giovedì il quotidiano israeliano Jerusalem Post che spiega che la richiesta e’ giunta a seguito delle pesanti sconfitte che i militanti antigovernativi hanno subito negli ultimi giorni. Il quotidiano rivela inoltre che il ministro israeliano Mendi Safadi, ha incontrato circa 10 giorni fa’ in Bulgaria rappresentanti dei miliziani che combattono in Siria ed ha portato successivamente i loro messaggi all’ufficio del premier Benjamin Netanyahu. Vedi: Syrian rebels call on Israel to bomb Hezbollah-Iran-Syria positions .

Safadi ha detto al Jerusalem Post che le forze siriane stanno usando qualsiasi mezzo per riprendere il controllo delle zone del sud della Siria e che un capo dei ribelli avrebbe mandato a lui un messaggio via Whatsapp chiedendo che Israele dia un altro colpo all’Iran e a Hezbollah, mediante le sue forze aeree, per frenare l’avanzata delle forze del governo siriano.   Il Jerusalem Post ammette inoltre che negli ultimi giorni circa 2000 militanti sono stati trasferiti nei territori occupati da Israele per essere curati.

Si sapeva già da tempo ed esistevano prove certe che Israele forniva e tuttora fornisce appoggio logistico, assistenza sanitaria (con ricovero nei suoi ospedali) ai terroristi feriti, oltre a rifornimenti di armi e munizioni alle milizie jihadiste che operano in Siria, con realizzazione di basi logistiche sulla parte del confine del Golan occupato da Israele. naturalmente queste notizie sono nascoste dai media occidentali che fanno credere che Israele sia uno stato che “combatte” il terrorismo.

Mendi-safadi-con-Kamal-Al-Labwabi

La realtà ben diversa da quella presentata dai media occidentali è quella che Israele è di fatto il principale stato della regione interessato al rovesciamento del regime di Assad (alleato dell’Iran) ed alla destabilizzazione della Siria ed a questo fine utilizza le milizie terroriste che operano in Siria fornendo loro appoggio ed assistenza. Senza contare l’intervento delle sue forze aeree che di frequente realizzano incursioni all’interno del territorio siriano per colpire obiettivi militari, adducendo sempre a pretesto “motivi di sicurezza” per neutralizzare i rifornimenti di missili dell’Hezbollah che opera assieme all’Esercito siriano.

Il fatto che le milizie anti Assad in Siria operino con atti di terrorismo contro la popolazione civile, come le autobombe piazzate davanti a scuole e stazioni degli autobus a Damasco, come con i colpi di mortaio sulle abitazioni,  sgozzamenti e feroci esecuzioni dei prigionieri civili, non fa nessuna differenza per il governo di Neatanyahu  che ha realizzato  un accordo di collaborazione militare con questi gruppi di terroristi. Tutto va bene pur di ottenere il proprio obiettivo: il rovesciamento del governo di Bashar al- Assad e lo smembramento della Siria.

Il gioco sporco di Israele che lancia “alti moniti” e “crociate” contro il terrorismo mentre poi lo utilizza per i propri fini, è un gioco ormai scoperto ed evidente. Denunciato già da tempo dal governo siriano, si giova della complicità di Washington che conduce lo stesso doppio gioco cinicamente con l’ISIS: da una parte li bombarda, dall’altra segretamente li rifornisce, come denunciato da esponenti del Parlamento iracheno.

Vedi anche : Gli USA, Israele e l’Arabia Saudita dovrebbero fornire molte “spiegazioni” sul terrorismo yihadista in Siria ed in Iraq

Nella foto in alto: il premier israeliano Netanyahu visita i terroristi feriti e curati in un ospedale israeliano

Nella foto al centro: il ministro israeliano Mendi safadi incontra  Kamal al Labwani, uno dei capi dei terroristi siriani

http://www.controinformazione.info/i-terroristi-siriani-di-al-nusra-chiedono-ad-israele-di-intervenire-contro-lesercito-siriano-di-assad/

Il ministro degli Esteri britannico da lezioni di “legalità internazionale”

l’Occidente impone sanzioni pesantissime alla Russia, fanno crollare il prezzo del petrolio per colpirla e la crisi sarebbe colpa di Putin? Sentite il nuovo Colin Powel quello della prova delle armi di distruzione di massa

 di Luciano Lago

In occasione degli ultimi sviluppi della  crisi ucraina, vale la pena riportare le incredibili dichiarazioni fatte dal Ministro britannico degli Affari Esteri, mr. Philip Hammond, il quale ha accusato il presidente russo, Vladimir Putin, di agire come se fosse “un tiranno di metà del XX secolo”, aggiungendo che dovrebbe ” adeguare il proprio comportamento in funzione del declino economico dell’economia russa”.

Parlando del presidente russo, Hammond ha aggiunto: “quest’uomo (Putin) ha inviato delle truppe oltre una frontiera internazionale per occupare il territorio di un altro Paese, comportandosi nel XXI secolo come un tiranno della metà del secolo XX”. Ha aggiunto poi che “le nazioni civili non si comportano in questo modo nel XXI secolo, ………viviamo in una società retta da leggi, vogliamo che il popolo russo faccia parte della comunità internazionale (………) ma non possiamo tollerare da parte del Cremlino questo comportamento scandaloso tipico di un’altra epoca”. Vedi: la libre.be

Questo è stato detto dal rappresentante della Gran Bretagna, ossia di quella potenza che, durante il governo di Tony Blair, ha invaso, assieme agli Stati Uniti (di cui sono il “cane fedele”), il territorio della Repubblica dell’Iraq, nel 2003, in base a falsi pretesti (le “armi di distruzione di massa”) ed ha procurato le più grandi devastazioni in quel paese e centinaia di migliaia di vittime civili. La stessa potenza che pochi anni dopo ha condotto una vergognosa campagna di tipo neocoloniale contro un paese indipendente e membro dell’ONU, la Repubblica della Libia, anche qui in base a falsi pretesti (una presunta rivoluzione) per appropriarsi delle risorse di tale paese, seminando il caos e suscitando il sorgere di bande terroriste incontrollabili.

Questo per parlare soltanto di quanto fatto dalla Gran Bretagna negli ultimi anni e trascurando la Storia meno recente.

Questi sono attualmente i personaggi politici atlantisti che salgono sul piedistallo e pretendono di fare (come i “primi della classe”) la predica a Putin ed a mezzo mondo, arrogandosi il ruolo di “difensori della legalità internazionale“, a sprezzo del ridicolo e senza vergognarsi di essere stati da sempre i primi violatori del diritto internazionale ed autori dei peggiori crimini contro l’umanità.

Affermazioni come queste spiegano il disprezzo con cui vengono rigettate da paesi del mondo che hanno dovuto subire nel tempo il dominio neocoloniale dei dominatori anglosassoni ed oggi, orgogliosi della loro sovranità,  si rifiutano di sottostare alle direttive di quelli che, nell’epoca odierna, ancora si ritengono i “padroni del mondo”.

Fonte: Controinformazione

IRREGOLARITÀ, COMMISSARIATA LA BANCA DELLA FAMIGLIA BOSCHI

La Banca dell’Etruria, di cui è azionista il Ministro Maria Elena Boschi e di cui il Padre è ormai ex vice presidente, è stata commissariata per “gravi perdite del patrimonio”.

 Banca dell’Etruria, l’istituto popolare di cui il ministro Maria Elena Boschi è azionista e il padre Pier Luigi ormai ex vice presidente, è stato posto in amministrazione straordinaria. Il commissariamento è arrivato con un provvedimento del ministero dell’Economia su proposta di Bankitalia. Spetta ora ai commissari nominati fornire i dettagli sul commissariamento, anche se la causale della proposta di via Nazionale parla chiaro: “Gravi perdite del patrimonio”. Che sono emerse dagli “accertamenti ispettivi, avviati dalla Banca d’Italia e tuttora in corso”, come si legge in una nota della stessa Etruria. E sono dovute a “consistenti rettifiche sul portafoglio crediti“. Che l’istituto aretino fosse in seria difficoltà non è del resto una novità. Tanto che l’improvvisa riforma delle popolari voluta dal governo Renzi, con l’imposizione della trasformazione delle prime dieci in società per azioni e, quindi, l’impulso a fondersi con altri istituti, è stata letta anche come un aiuto alla banca di famiglia del suo ministro per le Riforme. Alla quale Bankitalia aveva già da tempo indicato la strada dell’integrazione “con una realtà bancaria maggiormente rilevante” per superare i danni provocati dalla vecchia stagione del credito facile che ha portato sofferenze e bilanci in rosso.

I commissari straordinari nominati da Bankitalia sono Riccardo Sora e Antonio Pironti, mentre Paola Leone, Silvio Martuccelli e Gaetano Maria Giovanni Presti sono componenti del Comitato di Sorveglianza, insediati tutti da mercoledì. La procedura di amministrazione straordinaria, sotto la supervisione di Bankitalia, avrà il compito di “condurre l’attività aziendale secondo criteri di sana e prudente gestione e di individuare le iniziative necessarie per il superamento della crisi aziendale”. La clientela, fanno ancora sapere i commissari, potrà quindi continuare a rivolgersi agli sportelli della banca che prosegue regolarmente la propria attività.

“Il Comune di Arezzo segue con apprensione l’evoluzione della vicenda di Banca Etruria. Il commissariamento segue di pochi giorni un difficile accordo sindacale che sembrava poter creare le condizioni per una svolta nella difficile situazione della banca”, è stato il primo commento del pro sindaco di Arezzo Stefano Gasperini in merito alla notizia del commissariamento della banca, arrivata durante il cda della banca. “Adesso si tratta di attendere l’esito delle valutazioni e del lavoro dei commissari indicati da Banca Italia – prosegue Gasperini – Confermo le priorità della comunità aretina: garantire l’occupazione agli addetti dell’istituto e il sostegno al sistema economico locale”.

 “Smetteranno di dire che ci sono privilegi? Dura lex, sed lex”, ha scritto su twitter, il ministro Boschi. Levata di scudi, invece, in Parlamento con i deputati leghisti Guido Guidesi, Filippo Busin, Stefano Allasia e Roberto Simonetti che in un’interrogazione al ministro del Tesoro hanno chiesto che “Padoan chiarisca i motivi del commissariamento di banca Etruria”. I parlamentari del Carroccio intendono conoscere, con urgenza, “le ragioni del commissariamento, anche in funzione di possibili incompatibilità, o conflitti di interesse, che esistevano, per questioni parentali, tra un componente del consiglio di amministrazione di Banca Etruria e un componente del governo. La richiesta di spiegazioni fa riferimento anche “all’apertura dell’indagine della Consob rispetto a possibili speculazioni sui titoli azionari delle banche popolari nelle ultime settimane”.

 “Ancora un commissariamento ad orologeria, per piazzare i soliti fiduciari di Bankitalia?”, si è invece chiesto il presidente dell’Adusbef, Elio Lannutti, aggiungendo: ”se la Banca Popolare dell’Etruria, con la quale Adusbef non ha nulla a che spartire e non difende, aveva problemi patrimoniali, come mai i tecnocrati di Bankitalia hanno atteso tanto tempo per assumere una decisione così drastica, come sempre affidata al libero arbitrio, come dimostrano i mancati commissariamenti di Monte dei Paschi di Siena e Banca Carige, solo per citare due delle banche sotto processo penale, con forti problemi patrimoniali?”.

Per Lannutti “la decisione della Banca d’Italia, di continuare a nominare i soliti commissari continua a destare dubbi e perplessità, a prescindere se il vice presidente dell’istituto di credito commissariato da Palazzo Koch, si chiami o meno Pier Luigi Boschi, il padre del ministro delle riforme Maria Elena”. “Poiché un buco patrimoniale non si crea con pochi mesi e per evitare sospetti di eventuali rappresaglie verso i governi di turno – sostiene Lannutti – la Banca d’Italia deve cambiare registro, sia pubblicando una lista trasparente di tecnici e professionisti dove attingere i commissari, che con una vigilanza più seria possa prevenire i commissariamenti delle banche”.

 Leggi dalla fonte originale IlFattoQuotidiano.it

LIBYE: LA DESCENTE AUX ENFERS/ LUC MICHEL VOUS EN DIT PLUS – 001

PCN-TV avec PCN-SPO / 2015 02 14 /

PCN-TV - LMVEDP 001 - Libye 2015 (2015 02 14)

« Luc Michel vous en dit plus » :

une nouvelle série de videos, où le géopoliticien répond aux questions de ses téléspectateurs sur ses interventions TV (et Radio) et complète ses analyses sans les limites de temps du direct …

# LUC MICHEL VOUS EN DIT PLUS (001) :

LIBYE: LA DESCENTE AUX ENFERS

 Video sur le Site de PCN-TV : https://vimeo.com/119609601

 * Quels sont les rapports de force réels en Libye ?

Pourquoi les médias de l’OTAN mentent-ils sur la Libye ?

Somalisation de l’ancienne Jamahiriya : la stratégie du Chaos mise en action par Washington en Libye.

Mon pronostic pessimiste.

 * Pourquoi l’Union Européenne craint-il le chaos libyen aujourd’hui ?

Da’ech à 300 km des côtes italiennes et maltaises de l’Europe.

Djihadisme, Immigration sauvage, Drogues envahissant l’Europe : les trois plaies dont Kadhafi avertissait l’Europe en février 2011 sont là !

 * La Libye – avec l’Irak, l’Afghanistan, la Syrie, le Sahel – : « une guerre menée par les politiciens de l’UE contre les intérêts vitaux de la Grande-Europe et de ses peuples » (général Von Lohausen, géopoliticien autrichien).

La trahison des élites ouest-européennes vassalisées aux USA.

 # Emission de référence que complète cette video :

EDITION SPECIALE du 11 février 2015 sur AFRIQUE MEDIA TV

Video complète sur https://vimeo.com/119598868

 

PCN-SPO

_____________________

https://vimeo.com/pcntv/

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

LA CARICATURE QUI ENFLAMME ENCORE UN PEU PLUS LE CONFLIT GERMANO-GREC !

Luc MICHEL/ En Bref/

Avec AFP – PCN-SPO/ 2015 02 13/

LM.NET - EN BREF grece caricature antigermanique (2015 02 13) FR

Voilà une caricature qui passe justement mal dans le contexte actuel. Paru dans un journal proche du parti Syriza dimanche dernier, on y voit le ministre allemand des Finances Wolfgang Schäuble en uniforme nazi. Dans ce dessin titré “Les négociations ont commencé” (référence aux négociations sur la dette grecque), l’homme politique allemand déclare vouloir faire “du savon avec le gras” des Grecs et affirme “être prêt à discuter au sujet des engrais fabriqués avec leurs cendres”.

 Très vite critiqué (notamment par les milieux juifs grecs), l’auteur de la caricature Tassos Anastassiou s’est défendu, assurant n’avoir aucune intention d’être “insultant ou irrespectueux” envers les victimes de l’Holocauste. Il faut comprendre qu’historiquement, durant la Deuxième Guerre mondiale, les nazis ont fabriqués du savon et des engrais à partir de cadavres de prisonniers exterminés.

 En Allemagne d’ailleurs, le dessin choque. Le principal visé, M. Schäuble, a réagi via son porte-parole, qui a déclaré qu’il s’agissait-là d’une oeuvre “abjecte” et que l’auteur “devrait avoir honte”.

 Ce que nous nous trouvons abjects et honteux ce sont le retour de la Grande-Allemagne avec ses velléités de grande puissance (*) et surtout l’égoïsme de Berlin dont l’économie, pourtant, assure sa prospérité sur le mal-être des économies malades du sud de l’UE !

 Luc MICHEL

 Caricature de Tassos Anastassiou.

 (*) Voir EODE-TV/ LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE: LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/PARTIE 1. UNE MENACE POUR L’EUROPE

sur https://vimeo.com/119400138

_________________________

Luc MICHEL /

PROFIL Facebook   https://www.facebook.com/pcn.luc.michel.2

Twitter  https://twitter.com/LucMichelPCN

PAGE OFFICIELLE Facebook  https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

Website  http://www.lucmichel.net/

Muos di Niscemi, il Tar: “Pericoloso per la salute, fermare i lavori”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/13/muos-niscemi-tar-deciso-pericoloso-per-salute-fermare-i-lavori/1423329/

 I giudici amministrativi di Palermo hanno accolto il ricorso presentato dal Comune di Niscemi (Caltanissetta) contro la realizzazione del sistema di comunicazioni satellitari della Marina militare statunitense che sorge in contrada Ulmo. M5S: “Ora Crocetti lo smantelli”

 di F. Q. | 13 febbraio 20

 Il Muos è pericoloso per la salute dei cittadini. Con questa motivazione i giudici del Tar di Palermo hanno accolto il ricorso presentato dal Comune di Niscemi (Caltanissetta) contro la realizzazione del sistema di comunicazioni satellitari della Marina militare statunitense che sorge in contrada Ulmo.

Nella sentenza della prima sezione del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Caterina Criscenti, si legge che lo “studio dell’Istituto superiore di sanità costituisce un documento non condiviso da tutti i professionisti che hanno composto il gruppo di lavoro e – fatto ancor più significativo – risulta non condiviso proprio dai componenti designati dalla Regione siciliana, Mario Palermo e Massimo Zucchetti“.

I due esperti, con una loro autonoma relazione allegata allo studio Iss, evidenziano, fra l’altro, che rimangono aperte le valutazioni predittive in campo vicino, per le quali la stessa relazione principale dell’Iss dà atto trattarsi di un campo molto esteso vista la dimensione delle antenne e di non avere a riguardo informazioni specifiche. Inoltre, non sarebbe stata ben indagata nello studio Iss neppure la reale dimensione del rischio alla salute”. L’impianto, in corso di realizzazione da parte della Marina militare statunitense, inizialmente è stato avversato anche dal presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, che aveva sospeso i lavori, in attesa di un’analisi da parte dell’Iss. Arrivate le valutazioni dell’Istituto, la Regione aveva ridato l’autorizzazione all’impianto.

Non solo: la sentenza dei giudizi amministrativi non solo sottolinea che l’autorizzazione paesaggistica concessa nel 2008 “sarebbe irrimediabilmente scaduta”, così come il nulla osta dell’Azienda Foreste demaniali, ma evidenzia la mancanza anche di “indagini preliminari circa le interferenze del Muos rispetto alla navigazione aerea relativa all’aeroporto di Comiso e studi in materia di tutela della salute dalle esposizioni elettromagnetiche e di tutela ambientale”.

Esultano i deputati all’Assemblea regionale siciliana del Movimento 5 Stelle: “Il Muos fa male alla salute, una verità che il M5S predica da anni e che ora viene ribadita dal Tar, accogliendo un ricorso del Comune di Niscemi”.
“Lo diciamo da anni – afferma il presidente Cinquestelle della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino – lo abbiamo dimostrato in tutte le maniere: il Muos fa male alla salute. Società civile e scienziati illustri si battono senza tregua per dimostrarlo. Adesso che a siglare la pericolosità del Muos arriva anche la decisione del Tar. Crocetta non ha più attenuanti, smantelli da domani l’impianto militare di Niscemi”.