UN AN APRES LE PUTSCH DU 21 FEVRIER 2014 ! UN AN DE GOUVERNEMENT PRO-OCCIDENTAL DE LA JUNTE DE KIEV !!! LA FAILLITE UKRAINIENNE CHIFFREE …

Novorossiya Info/ 2015 02 22/

Avec Sputnik News – PCN-SPO/

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NOVO - infographie faillite ukrainienne (2015 02 12) FR

Il y a un an, le président ukrainien Viktor Ianoukovitch était démis de ses fonctions par la Rada suprême (parlement) après trois mois de manifestations pro-occidentales sur la place de l’Indépendance (Maïdan Nezalejnosti) de Kiev. Cette infographie permet de comparer la situation économique en Ukraine avant et après la soi-disant révolution du Maïdan.

 (infographie Sputnik)

 NOVOROSSIYA INFO

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GILBERT NKAMTO (EODE AFRICA). LE SOMMET DE DOUALA CONTRE BOKO HARAM

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & RADIO SPUTNIK (Moscou)/

Avec EODE Press Office/ 2015 02 20)

EODE-TV - EXPERTS lm BERLIN EN AFRIQUE (2015 02 21)  FR

Intervention de Gilbert NKAMTO,

Administrateur de EODE Zone Africa :

 Le journaliste Igor YAZON (Rossiya Segodnya) interviewe Gilbert Nkamto (Cameroun) sur le « Sommet de Douala », Boko Haram, la « guerre au terrorisme » et les théories du « choc des civilisations » pour RADIO SPUTNIK (ex Radio Moscou – La Voix de la Russie) …

 Podcast audio sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/120252706

 

Diffusé sur RADIO SPUTNIK

vendredi 20 février 2015

interview et commentaires par Igor YAZON.

 EODE-TV / EODE Press Office / 2015 02 20 /

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www.afriquemedia.tv

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

Se nemmeno LTF è più tanto sicura del finanziamento Ue per il Tav…

post — 20 febbraio 2015 at 14:31

soldiUn articolo del quotidiano francese Le Monde uscito il 17 Febbraio, rileva l’aria che tira in Francia nei confronti del prossimo finanziamento Ue per la Torino Lione. Mentre in Italia come d’abitudine si raccontano balle e c’è anche chi le prende per certezze, ecco che d’oltralpe i dubbi sul finanziamento del 40% della Torino Lione da parte dell’Europa aumentano e diventano pure paure, tant’è che la Francia presenterà altre opere da farsi finanziare e nel caso di una riduzione del contributo, stimata intorno al 20% invece del 40%, marca davvero male. E’ il presidente di Lyon Turin Ferroviarire (LTF),Hubert du Mesnil, a dire sulle pagine del quotidiano:<< È poco probabile che l’Europa dica “mai”ma può esserci una riduzione con un finanziamento solo al 20%; o che rinvii il progetto a tempi migliori>>.

Incolliamo di seguito una traduzione (non professionale) di una parte dell’articolo e invitiamo il presidente del sistema tav, Mario Virano, a leggere meglio visto che ha dichiarato come sempre: “è tutt’appost!”

Priorità europea ?

L’Europa manterrà il tunnel franco-italiano nell’elenco dei cantieri da finanziare, dal momento che moltissimi sono i progetti: La Francia presenterà a Bruxelles altre richieste come ad esempio il canale Senna-Europa del Nord valutato circa 4 miliardi di euro e l’Italia chiederà i fondi per il tunnel del Brennero che la collega all’Austria?

Una cosa è certa: se l’Europa non lo finanzia, il progetto non si farà: << È poco probabile che l’Europa dica “mai”ma può esserci una riduzione con un finanziamento solo al 20%; o che rinvii il progetto a tempi migliori>>, prevede Hubert du Mesnil, presidente di Lyon Turin Ferroviarire (LTF),

Gli oppositori continuano la loro battaglia. In dicembre 2014, adito dai deputati europei di Europa Ecologia-Verdi Michéle Rivasi e Karima Delli, l’ufficio europeo di lotta antifrode (OLAF) ha <<aperto un’inchiesta relativa al TAV Torino Lyon>> una piccola vittoria per gli oppositori, probabilmente insufficiente di fronte alla volontà dei due Stati di bucare il massiccio d’Ambin.

link all’articolo di Le Monde http://www.lemonde.fr/planete/article/2015/02/17/les-poids-lourds-sollicites-pour-financer-le-lyon-turin_4577980_3244.html

Qui l’articolo in pdf con la parte tradotta evidenziata ->articolo di LE MONDE con frase HUBERTDUMESNIL

Listener

A Torino, sotto la pioggia, è un successo la manifestazione notav!

post — 22 febbraio 2015 at 00:53

DSC_9243Quando l’assemblea popolare di Torino scelse Torino come sede della manifestazione ci dicemmo che sarebbe stata una scommessa. Lasciare la Valle, con le certezze sulla partecipazione, era un rischio eppure il movimento ha dimostrato di avere ancora una volta coraggio quando è chiamato a fare delle scelte.

Abbiamo scelto Torino perché volevamo un corteo che lasciasse il segno, in risposta alle condanne del maxiprocesso, per chiedere la liberazione dei notav ancora in carcere e di dimostrazione di come saremmo ancora una volta ripartiti, perché è tornato il momento di non solo difenderci da arresti e condanne, ma di far capire a tutti perchè tanto accanimento nei nostri confronti.

E’ questo è stato, una manifestazione grande, veramente grande, che sotto una pioggia battente ha mostrato le facce di chi lotta, le fasce dei sindaci, le bandiere di tanti, il trenino con i bambini e gli anziani, i cartelli con i costi del tav, gli striscioni di solidarietà, la geografia resistente delle lotte per il territorio.

Mancavano i notav da Milano, bloccati prima alla stazione centrale, poi a Biella e infine a Porta Susa e poi dirottati a Porta nuova e fatti scendere a corteo finito. Un’assurdità targata Trenitalia e forze dell’ordine.

Anonymous nel frattempo manifestava a modo proprio mandando in tango down il sito del Cipe, del tribunale di Torino e del sen Esposito.

I sindaci della Valle hanno deliberato in piazza Castello davanti alla Regione, il no al tav e nei prossimi giorni invieranno la delibera a tutti i comuni italiani. Il movimento ha lanciato la campagna con #1metrodiTav e rilanciato verso il futuro. Non bastano le condanne, l’ennesima approvazione fuffa del Cipe, lo scavo al contrario da Chiomonte a Susa per far abbassare quelle bandiere.

La scommessa che avevamo fatto l’abbiamo vinta, ora lo diciamo con ancora più convinzione: fermarci è veramente impossibile!

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In 15000 con la pioggia a torino ,grazie a tutti

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Le ferrovie dicono di aver bloccato i di Milano perché senza biglietto. Ecco il biglietto collettivo.Pagliacci

Tav, via libera dal Cipe – Altolà dai sindaci valsusini

 
Pubblicato Venerdì 20 Febbraio 2015, ore 18,29
 

Alla vigilia della manifestazione che vedrà sfilare nel capoluogo piemontese i primi cittadini alla testa del corteo, vine approvato il progetto definitivo della tratta italiana della sezione transfrontaliera della Torino-Lione. Plano: “Siamo ancora in tempo a stopparla”

Il Cipe ha approvato il progetto definitivo della tratta italiana della Sezione Transfrontaliera della Torino-Lione.  Il via libera arriva proprio alla vigilia della manifestazione indetta dal movimento No Tav che vedrà sfilare domani, sabato 21 febbraio, nel capoluogo piemontese i sindaci della Valsusa alla testa del corteo. “È un grande risultato – afferma il ministero delle Infrastrutture – che corona il processo valutativo portato avanti in questi anni dai Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Ambiente, dei Beni Culturali e dell’Economia”. Il progetto approvato raccoglie il risultato delle Conferenze dei Servizi regionale e nazionale e capitalizza il grande lavoro di analisi e proposte sviluppato dall’Osservatorio sulla Torino-Lione in 235 riunioni e confronti con gli enti locali coinvolti.

 Oltre alla piena condivisione di Italia e Francia, l’opera – spiega il ministero in una nota – ha beneficiato e continua a essere sostenuta dalla Commissione Europea attraverso il ruolo del Coordinatore del Corridoio Mediterraneo Laurens Jan Brinkhorst. È ormai giudizio consolidato a livello europeo che la Torino-Lione, come ha ribadito nei giorni scorsi anche la Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc, non sia più solo un’opera franco-italiana ma soprattutto un progetto europeo per l’integrazione degli scambi delle persone e delle merci e per la salvaguardia ambientale di beni comuni intangibili come le Alpi. Nel Summit intergovernativo di martedì 24 febbraio a Parigi verrà firmato il protocollo addizionale all’accordo Italia-Francia del 2012. La tratta nazionale, lunga 17 km, va da Bussoleno al confine di stato, all’interno della futura maxi-galleria di 57 chilometri. Costi stimati in 8,6 miliardi di euro poco più degli 8,5 dichiarati sul preliminare, da ripartire tra Francia, Italia e Ue ai sensi dell’Accordo del 30 gennaio 2012. Il costo della tratta in territorio italiano è di circa 2,6 miliardi di euro a valori 2012, di cui sono a carico dell’Italia circa 1,6 miliardi di euro in assenza di contributo europeo, che potrebbero scendere fino a 958 milioni di euro nel caso l’UE fornisse il contributo massimo per tali opere, pari al 40 per cento. Il summit bilaterale Italia-Francia del 24 febbraio è propedeutico alla richiesta del contributo europeo. La quota italiana a valori correnti (1,5 per cento fino al 2019) della tratta in territorio italiano è pari a 1.823 milioni di euro. IL Cipe ha anche dato l’ok alla variante che potrebbe costare circa 200 milioni in più: la modifica permetterà ai costruttori di sfruttare il cantiere di Chiomonte (dove al momento stanno scavando solo un tunnel esplorativo) procedendo verso Susa, così da mettere l’opera al riparo dalle contestazioni.

C’è chi spera che dopo  la manifestazione di domani a Torino “qualche politico venga fulminato sulla via di Damasco”. Dice proprio così il sindaco di Susa Sandro Plano a poche ora dall’adunata del popolo No Tav in programma per domani, con partenza alle 14 da piazza Statuto. L’altro auspicio di Plano è quello di “vedere una manifestazione pacifica”. Il rischio è che entrambi restino solo speranze. “Purtroppo ci può essere sempre qualcuno che si infila e ha atteggiamenti diversi da quelli che vogliamo tenere” aggiunge il sindaco, giustificando di fatto lo stato di allerta con cui le forse dell’ordine e i dispositivi di sicurezza  si preparano all’appuntamento di domani. “Ogni euro speso per il Tav è un euro rubato a qualcosa di utile per tutti  – questo lo slogan che riecheggia sui siti contrari alla Torino-Lione -. Da oltre venticinque anni ci battiamo contro un’opera inutile e dannosa, non solo per il territorio e per la vita della Valsusa, ma per i bisogni e il futuro di tutti i cittadini, un progetto di cui nessuno, presidenti del consiglio, ministri della Repubblica, commissari di governo, tecnici e docenti, è mai riuscito a dimostrare realmente la effettiva necessità per il nostro Paese”.

La scelta di Torino, anziché la Valsusa, “è strategica e motivata – spiega Plano –. Avere maggiore visibilità, ma soprattutto perché poniamo sul tavolo dei problemi che non riguardano solo la valle. Veniamo in una città dove ci sono scuole insicure, con soffitti che crollano e senza dotazioni antisismiche che con una minima parte dei soldi che si buttano via nella Tav potrebbero essere rese sicure”. E poi “mentre si tagliano i servizi sanitari, si gettano via soldi in questa opera inutile. Ecco perché veniamo a Torino”. Ma la scelta del capoluogo entra certamente anche in quella reazione alle recenti vicende processuali, alle condanne, all’approdo nelle aule di giustizia da parte di chi è considerato alla stregua di un eroe dal fonte antagonista alla grande opera. Che la definisce nulla di diverso da un “attentato alle finanze pubbliche che sottrae risorse alle vere esigenze della società”.

 I riferimenti alle vicende giudiziarie che certamente saranno uno dei punti caldi della manifestazione sono esplicitate dai No Tav con affermazioni nette: “Non potendoci sconfiggere con altri mezzi, da oltre due anni è la magistratura a portare avanti con più determinazione gli interessi del “sistema Tav”, ingaggiando una campagna senza precedenti contro i NoTav, che ha visto solo negli ultimi due anni oltre mille indagati, decine di arresti, capi d’imputazione fantasiosi, risarcimenti esorbitanti, accuse di terrorismo, e solo poche settimane fa a 46 No Tav sono toccati 140 anni di prigione, ben 130 anni in più degli autori della strage del Vajont. Tre ragazzi sono ancora in carcere, 4 ai domiciliari e in decine non possono frequentare la Valle di Susa a causa dei fogli di via”. Su questo aspetto il sindaco di Susa si mostra più cauto: “Aspettiamo le sentenze definitive  – dice –. Certo si tratta di condanne che fanno riflettere”. Decisamente più duro contro quei politici, in primis quelli del suo stesso partito, il Pd, che “sostengono e difendono un’opera inutile e costosa”. E quando ripete l’auspicio dice “speriamo in qualche fulmine” omettendo di ripetere la rievocazione biblica della conversione di san Paolo. Qualche fulmine e basta. Un caso o l’ennesimo auspicio?

La sfida dei No Tav: «L’opera non si farà»

—  Mauro Ravarino, TORINO, 21.2.2015

Torino. Nonostante il maltempo, in diecimila da tutta Italia sfilano nel capoluogo piemontese

L’esito della mani­fe­sta­zione non era scon­tato. Un po’ le con­di­zioni cli­ma­ti­che, ieri a Torino faceva dav­vero freddo, un po’ il rischio di sco­ra­mento in una ven­ten­nale bat­ta­glia pote­vano minare la par­te­ci­pa­zione. Così non è stato: i die­ci­mila in cor­teo sono la rispo­sta che i No Tav non sono un gruppo di irri­du­ci­bili, quat­tro gatti o quat­tro gufi in croce. Sono e restano un movi­mento popo­lare, che non si arrende alla deci­sioni che pio­vono dall’alto — ultima è l’approvazione del Cipe al pro­getto defi­ni­tivo della parte ita­liana della tratta tran­sfron­ta­liera — e vuole rap­pre­sen­tare e riu­nire le tante istanze con­tro gli spre­chi e le deva­sta­zioni ambien­tali nel nostro Paese. Sono arri­vati sotto la Mole comi­tati dalla Valle e dal resto del Pie­monte, da Ligu­ria, Lom­bar­dia, Veneto, Emi­lia, Toscana e Lazio. Con un minimo comune deno­mi­na­tore: no alle grandi, costose (un chi­lo­me­tro di Tav vale 158 milioni di euro) inu­tili opere, sì a quelle pic­cole e utili, sì agli inve­sti­menti nella sanità — l’ospedale di Susa è a rischio chiu­sura — e nella scuola. E agli inter­venti per risol­vere il dis­se­sto idro­geo­lo­gico.

Il cor­teo, par­tito da piazza Sta­tuto, è stato aperto dagli ammi­ni­stra­tori della Val di Susa, ven­ti­quat­tro sin­daci che in piazza Castello hanno appro­vato per alzata di mano una deli­bera in cui si chiede di spo­stare su altre voci i fondi per la Torino-Lione: per esem­pio, i 2,9 miliardi di euro, desti­nati al tun­nel di base, siano dirot­tati alla messa in sicu­rezza delle scuole. «Invie­remo que­sto docu­mento a tutti i Comuni ita­liani», ha spie­gato il sin­daco di Susa San­dro Plano, Pd ma dis­sen­ziente. «Vor­remmo far una assem­blea dei sin­daci di tutta Ita­lia in Valle per sen­si­bi­liz­zare tutti gli ammi­ni­stra­tori sui veri pro­blemi del Paese; in que­sto momento le ammi­ni­stra­zioni comu­nali si vedono costrette a tagliare sui ser­vizi essen­ziali o a ina­sprire la tas­sa­zione». I sin­daci hanno inol­tre inviato una let­tera al capo dello Stato Ser­gio Mat­ta­rella, chie­dendo un incon­tro.
In mezzo al ser­pen­tone, che ha sfi­lato sotto una piog­gia gelida, le tra­di­zio­nali ban­diere con il treno cro­ciato, quelle di Rifon­da­zione, Pdci, Cub, Fiom, Cobas, Legam­biente, i par­la­men­tari e i con­si­glieri regio­nali del Movi­mento 5 Stelle. Un tre­nino, con le sagome dei pm Andrea Pada­lino e Anto­nio Rinaudo che si sono occu­pati delle inchie­ste sui No Tav, ha chiuso il cor­teo con la scritta: «No Tav peri­co­losi ter­ro­ri­sti? Ma non fateci ridere». Lele Rizzo, sul palco di piazza Castello, ha par­lato di giu­sti­zia con due pesi e due misure: «Per il disa­stro del Vajont ci furono con­danne per dieci anni in totale, per i 48 No Tav del maxi­pro­cesso, per i fatti dell’estate 2011, ben 150 anni di car­cere. D’altronde, noi siamo con­si­de­rati il nemico pub­blico numero uno». Alberto Perino ha rilan­ciato: «Noi non siamo solo otti­mi­sti, come chiede Renzi. Noi siamo sicuri: il Tav non si farà».
In con­tem­po­ra­nea alla mani­fe­sta­zione, gli hac­ker di Ano­ny­mous hanno oscu­rato, in soste­gno ai No Tav, i siti del Cipe (Comi­tato inter­mi­ni­ste­riale per la pro­gram­ma­zione eco­no­mica) e del Tri­bu­nale di Torino. Pole­mi­che, invece, per il blocco di un treno pro­ve­niente da Milano carico di mili­tanti, per­ché, secondo quanto sosten­gono le Fer­ro­vie, alcuni mani­fe­stanti erano saliti a bordo senza pagare il biglietto. Gli atti­vi­sti mila­nesi sono arri­vati a mani­fe­sta­zione con­clusa e si sono diretti alla Caval­le­rizza, bene comune a rischio ven­dita, dove è con­ti­nuata con un con­certo la pro­te­sta con­tro la Torino-Lione.
Infine, men­tre a Chio­monte pro­se­guono i lavori del cuni­colo esplo­ra­tivo, avanza l’ipotesi che quelli futuri, e in ritardo, del tun­nel di base pos­sano evi­tare Susa, e così le temute con­te­sta­zioni No Tav.
Il governo valuta, infatti, una modi­fica per pro­ce­dere in gal­le­ria pas­sando dallo scavo della Mad­da­lena di Chio­monte. Una variante che potrebbe por­tare ulte­riori costi, circa 250 milioni di euro. Un’alternativa com­pli­cata e non agevole.

Migliaia di No Tav a Torino nonostante pioggia e boicottaggi

http://contropiano.org/articoli/item/29289

 
  •  Domenica, 22 Febbraio 2015 09:49
  •  Redazione Contropiano

Migliaia di No Tav a Torino nonostante pioggia e boicottaggi

Circa diecimila persone hanno sfilato ieri pomeriggio nelle strade di Torino contro la Torino Lione e in risposta alle condanne di alcune settimane fa contro numerosi attivisti No Tav.

Il corteo si è concluso in piazza Castello all’indomani dell’approvazione, da parte del Cipe, del progetto definitivo, e a tre giorni dal summit di Parigi dove Italia e Francia firmeranno il protocollo addizionale all’accordo firmato nel 2012. Anche se in Francia i dubbi sulla convenienza e la fattibilità della “grande opera” crescono sempre più e non è affatto sicuro che il governo di Parigi sblocchi gli opportuni finanziamenti.
A sfilare diecimila persone secondo gli organizzatori e solo quattromila secondo la Questura di Torino. Al corteo hanno partecipato anche numerosi sindaci della Valsusa. Una trentina di amministrazioni comunali della Valle hanno approvato uno schema di delibera in cui si chiede al governo di spostare su altre voci i fondi destinati alla Torino-Lione, ritenuta una grande opera inutile, dispendiosa e dannosa per l’ambiente e il lavoro. Un documento, chiamato «Salviamo il territorio», che secondo gli amministratori potrebbe diventare il manifesto di tutte le amministrazioni che si battono contro le grandi opere. O, comunque, di associazioni, movimenti, sindacati e partiti che chiedono di investire i soldi Tav per altre priorità, soprattutto sociali.
In piazza ieri anche un trenino turistico con le sagome dei pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo, da anni a capo delle inchieste contro il movimento No Tav, accompagnate dal cartello “No Tav pericolosi terroristi? Ma non fateci ridere”.
La manifestazione, nonostante l’evidente boicottaggio da parte di Trenitalia che ha bloccato due treni che avrebbero dovuto portare nel capoluogo piemontese un centinaio di manifestanti milanesi – alcuni dei quali sono riusciti ad arrivare a destinazione solo a corteo finito – si è svolta in maniera tranquilla. L’unico episodio al quale si possono attaccare i media pro-Tav, oltre a qualche scritta tracciata sui muri della città, il lancio di uova contro la caserma dei Carabinieri di via Cernaia.

Di seguito il commento dal sito NoTav.info:

Quando l’assemblea popolare di Torino scelse Torino come sede della manifestazione ci dicemmo che sarebbe stata una scommessa. Lasciare la Valle, con le certezze sulla partecipazione, era un rischio eppure il movimento ha dimostrato di avere ancora una volta coraggio quando è chiamato a fare delle scelte.
Abbiamo scelto Torino perché volevamo un corteo che lasciasse il segno, in risposta alle condanne del maxiprocesso, per chiedere la liberazione dei notav ancora in carcere e di dimostrazione di come saremmo ancora una volta ripartiti, perché è tornato il momento di non solo difenderci da arresti e condanne, ma di far capire a tutti perchè tanto accanimento nei nostri confronti.
E’ questo è stato, una manifestazione grande, veramente grande, che sotto una pioggia battente ha mostrato le facce di chi lotta, le fasce dei sindaci, le bandiere di tanti, il trenino con i bambini e gli anziani, i cartelli con i costi del tav, gli striscioni di solidarietà, la geografia resistente delle lotte per il territorio.
Mancavano i notav da Milano, bloccati prima alla stazione centrale, poi a Biella e infine a Porta Susa e poi dirottati a Porta nuova e fatti scendere a corteo finito. Un’assurdità targata Trenitalia e forze dell’ordine.
Anonymous nel frattempo manifestava a modo proprio mandando in tango down il sito del Cipe, del tribunale di Torino e del sen Esposito.
I sindaci della Valle hanno deliberato in piazza Castello davanti alla Regione, il no al tav e nei prossimi giorni invieranno la delibera a tutti i comuni italiani. Il movimento ha lanciato la campagna con #1metrodiTav e rilanciato verso il futuro. Non bastano le condanne, l’ennesima approvazione fuffa del Cipe, lo scavo al contrario da Chiomonte a Susa per far abbassare quelle bandiere.
La scommessa che avevamo fatto l’abbiamo vinta, ora lo diciamo con ancora più convinzione: fermarci è veramente impossibile!

RADIO SPUTNIK : LUC MICHEL. L’ALLEMAGNE DE RETOUR EN AFRIQUE. FAUT-IL AVOIR PEUR ?

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & RADIO SPUTNIK (Moscou)/

Avec EODE Press Office/ 2015 02 21)

EODE-TV - EXPERTS lm BERLIN EN AFRIQUE (2015 02 21)  FR

Intervention de Luc MICHEL,

Administrateur-général de EODE :

 Le journaliste Igor YAZON (Rossiya Segodnya) interviewe Luc MICHEL sur le retour de la Grande-Allemagne de Mme Merkel en Afrique pour RADIO SPUTNIK (ex Radio Moscou – La Voix de la Russie). Une réflexion sur les néocolonialismes allemand, mais aussi français et surtout américain en Afrique. A la question « l’Afrique doit-elle avoir peur de Berlin », Luc MICHEL répond « oui » sans hésitation…

 Podcast audio sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/120260647

 Diffusé sur RADIO SPUTNIK

samedi 21 février 2015

interview et commentaires par Igor YAZON.

 EODE-TV / EODE Press Office / 2015 02 21 /

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CE DIMANCHE SUR AFRIQUE MEDIA TV/ EMISSION LE DEBAT PANAFRICAIN DU 22 FEVRIER 2015

Vers 13h00 GMT ou 14h00 (Yaounde/Bruxelles/Paris/Berlin)

 Le programme complet !!!

AMTV - Debat panafricain du 22 février (2015 02 22) FR

Présentée par Bachir Mohamed LADAN

Avec les panelistes, les correspondants internationaux et Luc MICHEL

En direct sur streaming sur  http://lb.streamakaci.com/afm

 Luc MICHEL (en duplex depuis Bruxelles avec EODE-TV) parlera particulièrement de la situation VERITABLE en Libye. Il dénonce les fausses analyses, tirées de la propagande de l’OTAN, le théâtre de la guerre au terrorisme et les véritables intentions des occidentaux. Il dévoile la vraie nature du régime égyptien : « Al-Sissi n’est pas un nouveau Nasser et Hifter ne sera pas un al-Sissi libyen ».

 Retrouvez nous sur Facebook …

GROUPE OFFICIEL AFRIQUE MEDIA TV

(administré par Bachir Mohamed Ladan et Luc Michel)

https://www.facebook.com/groups/afrique.media.groupe.officiel/

 # LES SUJET DU DEBAT PANAFRICAIN DE CE 22 FEVRIER

 SUJETS D’ACUEIL :

1- AFRIQUE : Pléthore d’institutions ministérielles. Quelle efficacité ? (David EBOUTOU, Dr BASSILIKIN)

2- CPI: pourquoi Charles BLE GOUDE a-t-il refusé la liberté provisoire.  (BANDA KANI, NOUHA SADIO)

3- CEEAC : Les grandes images du sommet de Yaoundé ? (AYISSI JDD, Joséphine NDENHA)

4- CÔTE D’IVOIRE/DEMISSION DE WODIE : Les journaux confirment la thèse de l’article 35 comme raison principale. (P P NDOM, BEYO François)

5- LIBYE : Le Daech à l’œuvre. 21 égyptiens coptes tués, la communauté internationale en émois ? (Luc MICHEL, Henriette EKWE)

6- LE REGIME D’ERDOGAN DE PLUS EN PLUS AUTORITAIRE : Quelle lecture faites-vous des ,ouvelles Lois de sécurité et des nouvelles manifestations dans la rue ?  (Inanç KUTLU)

 SUJETS A DEBATTRE :

1- AFRIQUE : Une cour Africaine de justice en lieu et place de la CPI. C’est l’une des volontés du nouveau président de l’UA, Robert MUGABE. Quelle lecture ?

2- BOKO HARAM/SOMMET DE YAOUNDE : La déclaration de Yaoundé en peigne fin. S’achemine-t-on au panafricanisme par l’exemple des armées de Ndjamena et de Yaoundé ?

3- RDC/ OPERATION LIKUFA 2 : Kabila ne dit « non » à la MONUSCO dans le désarmement des FDLR.

4- Icône de la semaine : WINNIE MANDELA (AFRIQUE DU SUD)

Cosa faresti con #1metroditav

Notav.info sul blog.
“Ogni euro speso per il Tav è un euro sottratto a qualcosa di utile per tutte e tutti: scuola, sanità, cura del territorio, edilizia popolare…
Ecco la sintesi dei costi:
1 cm di tav = 1.587,12 euro
10 cm di tav = 15.871,2 euro
mezzo metro di tav = 79356 euro
1 metro di tav = 158.712 euro
5 metri di tav = 793.560 euro
10 metri di tav = 1.587.120 euro
50 metri di tav = 7.935.600 euro
100 metri di tav = 15.871.200 euro
250 metri di tav = 39.678.000 euro
500 metri di tav = 79.356.000 euro
1 km di tav = 158.712.000 euro
5 km di tav = 793.560.000 euro
Bastano questi numeri per capire l’ordine di grandezza dello spreco. E bastano questi numeri per comprendere cosa si potrebbe fare di realmente utile con alcune porzioni di Tav”.
NoTav.info