Scherza coi fanti ma lascia stare i santi. Santa Barbara al cantiere Tav della Clarea

Santa Messa ieri al cantiere del tunnel geognostico del Tav valsusino. Per la prima volta ha celebrato un prete della Valle.

di Gabriella Tittonel

Dopo il via libera ufficiale del vescovo di Susa monsignor Alfonso Badini Gonfalonieri ieri a celebrare la Messa all’interno del tunnel della costruenda galleria geognostica della Clarea è stato un sacerdote che opera in Valle di Susa, D. Michele Giulio, salesiano, già prete operaio, a cui è affidata attualmente la parrocchia di Salbertrand.

Per la prima volta, dal 2011, è stato dunque un sacerdote valsusino a celebrare la Messa per festeggiare santa Barbara, protettrice dei minatori e degli artificieri, cosa questa mai avvenuta in precedenza, come sottolineato in una intervista fatta al vescovo, per ragioni di opportunità, a causa dei tanti fatti avvenuti intorno a quest’opera, degli scontri, dei feriti e per le decine di arresti.

E così ieri è stata celebrata la Messa con la Santa che ha accolto in galleria i numerosi partecipanti, i responsabili dell’opera e del cantiere, con il compito, come ricordato dai dirigenti Ltf, di pacificare, di unire le persone e non di dividerle.

Ma santa Barbara nello stesso momento (miracoli di ubiquità dei santi) è giunta anche al di fuori delle reti, ben visibile in una icona dove anche il popolo No Tav chiede protezione, così come ricordato sulla targa fresca di posa messa ai suoi piedi: “Qui il 3 luglio 2011 le forze dell’ordine hanno sparato 4357 lacrimogeni” – santa Barbara prega per noi…

Alle parole dal tono apparentemente soddisfatto dei promotori della giornata in cantiere, che peraltro debbono continuare a constatare come occorre anche attualmente mantenere  nello stesso un imponente presidio di Forze dell’ordine, anche in questa occasione è giunta la risposta forte e chiara del popolo del no, presente sui propri terreni e tutto intorno alle recinzioni, anche nelle zone alte della collina sud. Una risposta che ha visto in primo piano la presenza dei cattolici della valle, anche con alcuni del gruppo cattolici per la vita della valle, che hanno allargato il loro silenzioso ma più che eloquente striscione.

Per denunciare una situazione che sta segnando (a scanso di tutto quanto in altre sedi si sta dicendo) profondamente l’economia, l’ambiente, lo sviluppo vero e la salute della valle e dei suoi abitanti, stabili o di passaggio.

Le ragioni economiche da tempo sono presentate e discusse, ragioni che, alla luce anche degli ultimi fatti che stanno sconvolgendo tutto il mondo delle grandi opere, ma anche le amministrazioni (ultima in ordine di tempo quella dell’ambiente politico romano…) stanno ad indicare che, al di là della vetrina che sponsorizza la bontà e la necessità necessaria delle opere che si impongono, le stesse spesso rappresentano immensi guadagni in denaro ed in potere per qualcuno.

Ma accanto alle discutibili ragioni economiche, che deviano denaro indispensabile per la quotidianità, per la vita delle persone comuni, una ragione, da sempre tenuta volutamente sotto tono, è quella dell’inquinamento a causa delle polveri derivanti dallo scavo della galleria e dai tanti viaggi delle terre. Da un anno le polveri sono costantemente presenti nel cantiere e su tutta la valle, imprigionate in quello strato “affettuoso” dei primi mille metri di inquinamento: qui vagano trascinate dalle correnti. E scelgono dove depositarsi.

Al cantiere ieri c’erano anche dei bambini. Accade sempre che anche i figli si portino sul luogo del lavoro dei genitori nel giorno della festa. Qui probabilmente non è stata la cosa migliore da fare. I regali di Natale portano gioia. Ma certi regali di polvere forse è bene non consegnarli, regali a lunga scadenza, senza firmatari, ma tenaci nel segnare la vita.

E guardando al Natale che sta arrivando, anche in cantiere in questi giorni si sta allestendo un grande albero di Natale, davvero speciale. Così grande che certo Babbo Natale lo dovrà vedere. Sono già pronte le ideali letterine: un lavoro sicuro per poter mantenere la famiglia senza dover pagare con la vita per le maestranze e i tanti guardiani del cantiere. Un grande sacco dibuon senso e di voglia di legalità e di sincerità per i promotori a diverso titolo dell’opera e per i tanti fans. Un cantiere chiuso per i No Tav, che avranno molto da fare per risistemare l’area, così come spesso stanno dicendo, tutti insieme, partendo ed arrivando insieme. E poi una grande cartella dove chiudere per sempre i processi in corso. Con un grande desiderio finale, quello di un Natale finalmente in famiglia per i quattro ragazzi che già un Natale, quello dell’anno scorso, lo hanno “festeggiato” in carcere…

Che santa Barbara, unico punto di pacificazione nel giorno a lei dedicato, sappia far recapitare i desideri dei No Tav, forse un poco affaticati per venticinque anni di buone ragioni da far conoscere, ma certo sempre determinati, nei mille modi in cui sanno esprimersi con la fantasia ed il coraggio.

G.T. 05.12.14

Scherza coi fanti ma lascia stare i santi. Santa Barbara al cantiere Tav della Clareaultima modifica: 2014-12-07T17:10:17+01:00da davi-luciano
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