Mirafiori “contro il degrado”, ma un presidio antifascista ferma le fiaccole di Forza Nuova (VIDEO)

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“Il lanciafiamme, ci vuole, il lanciafiamme!” grida così una signora mentre smonta il suo banco al mercato di Via Vigliani, al passaggio del nostro corteo. Evidentemente si è persa lo striscione di apertura, e ci ha scambiati per quel corteo, con tanto di fiaccole, che il “Comitato di Quartiere via Artom” aveva programmato per oggi con concentramento alle 17:30 in via Vigliani angolo Via Artom, con lo stesso slogan della fiaccolata contro i ROM dell’8 novembre, quella fiaccolata in cui cogliemmo uno dei “cittadini” con l’evidente spilletta di Forza Nuova.
Abbiamo intervistato le due promotrici del comitato, irritate dal presidio antifascista organizzato da alcune realtà torinesi, tra le quali l’ANPI provinciale, che con un comunicato il 27 novembre ha invitato la cittadinanza a “dissociarsi”, rifiutare la strumentalizzazione (ribadendo che la manifestazione era in realtà organizzata da Forza Nuova), e vigilare sul territorio promuovendo iniziative per la sensibilizzazione ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza.
Nella Torino che fu medaglia d’Oro per la Resistenza, e proprio a Mirafiori, storico quartiere di lotta operaia, centinaia di agenti in antisommossa hanno presidiato ogni via, impedendo ai due gruppi qualsiasi contatto.
Si presentano in pochi, però, a combattere il “degrado”, “tutta colpa di questi fascisti”, dice una delle due promotrici rivolta al presidio antifascista, che si limitava a stazionare mostrando qualche striscione, “sono fascisti, ci impediscono di manifestare, noi abbiamo il permesso, loro sono qui abusivamente”.

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Negano il coinvolgimento di forze politiche di destra le due promotrici, eppure prima della fiaccolata dell’8 era proprio una di loro a scrivere su Facebook dell’appoggio di un “partito di estrema destra che ci ha guidate su cosa fare, ha pagato suolo pubblico per settimane, ha stampato volantini senza mai chiederci un centesimo, ha comprato fiaccole da distribuire”, tenendo anche a precisare che non si trattava della Lega.

Chi pensava di creare l’ennesima aggressione agli ultimi strumentalizzando il disagio sociale, questa volta è stato costretto a rifugiarsi in una rotonda, un piccolo gruppo circondato da blindati e agenti in antisommossa.
Non sappiamo se hanno acceso le fiaccole, ma poco importa. Di certo in tanti hanno impedito di soffiare sul fuoco.
E forse, almeno per oggi, quella destra che pare in fermento, ha fatto i conti con una sconfitta. Non sappiamo neanche se i politici si siano presentati, in quella rotonda. Ma siamo abbastanza certi di non aver visto neanche quelli della sinistra al governo della città medaglia d’oro della resistenza, presenziare per ribadire un NO a questa evidente provocazione neofascista.
Un’assenza che libera il campo per il preannunciato ritorno dei Forconi che proprio questa sera si sono incontrati per organizzare le manifestazioni che saranno annunciate a Torino, in P.zza Castello, il 1° dicembre.
Nella Torino che FU medaglia d’oro della Resistenza.

«Morte sospetta» di manager Enel

certo sarà un caso e sarà sicuro per corruzione…

Cade da 4° piano, indagine polizia

Matteo Cassani, 41, anni, è apparentemente precipitato dal tetto dell’edificio di quattro piani della società. L’azienda italiana: «Disposti accertamenti interni»
di Alessandro Fulloni
I primi soccorsi, vani, al dirigente Enel morto in Romania, l’italiano Matteo Cassani (Reuters) shadow
Giallo a Bucarest per la morte di un top manager italiano dell’Enel. Il direttore di due imprese controllate dall’azienda italiana in Romania è morto giovedì dopo essere apparentemente precipitato dal tetto dell’edificio di quattro piani (altre fonti d’agenzia parlano di un volo da una finestra) della società. L’uomo si chiamava Matteo Cassani, 41 anni, sposato, originario di Crema (dove vivono i genitori) ed era direttore di Enel Energie ed Enel Energie Mountenia. «Stiamo indagando su questa morte sospetta. Potrebbe essere caduto dal tetto. Qualcuno ci ha avvertiti che c’era un uomo morto sul marciapiedi vicino all’edificio di Enel», ha detto a Reuters per telefono un portavoce della polizia di Bucarest.
Enel: «Cause del decesso ignote. Indagine interna»
Un comunicato di Enel conferma il decesso di Cassani, e dice che «sino a questo momento le circostanze di questo incidente sono ancora ignote. E’ in corso un’indagine interna». Cassani lavorava in Romania da un decennio, e aveva ricoperto diversi incarichi, aggiunge l’azienda italiana. Enel Energie fornisce energia elettrica in Romania occidentale e regioni vicino al Mar Nero. In tutto sono serviti 1,45 milioni di clienti. Energie Muntenia alimenta invece la capitale e contee a nord del fiume Danubio, con 1,1 milioni di clienti.
Ipotesi suicidio
Alcuni media di Bucarest parlano di suicidio e lo mettono in collegamento con l’inchiesta della Direzione nazionale sulla corruzione sul dossier Anre-Enel-Electroalfa che in questi giorni sta preoccupando assai il governo romeno per via di bustarelle pagate a politici.
http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_27/muore-dirigente-imprese-enel-romania-polizia-indaga-ef5c8956-7645-11e4-8593-6ac58034c3d7.shtml