FLUAD, 11 MORTI SOSPETTE: CHIESTE DIMISSIONI DELLA LORENZIN.

qualcuno sosterrà il PAE in questa lotta? Magari proprio quei rivoluzionari 5 Stelle che tra loro annoverano una vivisettora? Dicono di essere contrari a tante cose ma poi le votazioni puntualmente confermano altro.

Partito Animalista Europeo ha condiviso un link.

VIVISEZIONE IN ITALIA: IL PROF. SILVIO GARATTINI, SOTTO PRESSIONE DURANTE UN CONTRADDITTORIO TELEVISIVO, AMMETTE CHE:

“IL 50% DEI FARMACI SI POSSONO ELIMINARE…….SIAMO D’ACCORDO CHE FANNO PARTE DEL COMMERCIO E CHE NON HANNO NIENTE A CHE FARE. “

dal minuto 2,56

UNA COMMISTIONE TRA UFFICI PUBBLICI E AZIENDE PRIVATE SENZA PRECEDENTI, TUTELATE LE LOBBY DEL FARMACO SULLA PELLE DI UOMINI ED ANIMALI

SPERIMENTAZIONE ANIMALE – Pietoso alibi di Garattini, Lorenzini & Co. per nasconderne il fallimento

PREPARIAMOCI A MANIFESTARE CONTRO QUESTE INGIUSTIZIE – ROMA, MERCOLEDI’ 12 DICEMBRE ORE 19,00

https://www.facebook.com/PartitoAnimalistaEuropeo

Partito Animalista Europeo

FLUAD, 11 MORTI SOSPETTE: CHIESTE DIMISSIONI DELLA LORENZIN.

LO STESSO MINISTRO HA BLOCCATO IL TAVOLO SUI METODI ALTERNATIVI ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE.

Gli animalisti chiedono la testa del ministro: “Difende Novartis, già al centro di inchieste giudiziarie con vaccino suino”. Scilipoti (Forza Italia) interroga: “Chiarisca in parlamento”.

Vaccino mortale, FI: “Lorenzin chiarisca”. Pae durissimo “Tutela lobby. Si dimetta”

Stefano Fuccelli presidente Partito Animalista Europeo – vaccini mortali

Stefano Fuccelli presidente Partito Animalista Europeo

Mentre il parlamentare di Forza Italia Domenico Scilipoti, con una interpellanza urgente, chiede al ministro della Salute Beatrice Lorenzin di fare “chiarezza” sul vaccino mortale che sta preoccupando migliaia di persone, il Pae, (Partito animalista europeo), chiede le dimissioni della ministra Ncd del governo Renzi. L’accusa mossa dal Pae è di “aver tutelato le lobby a discapito della vita delle persone”. L’attacco fa riferimento al discorso relativo al vaccino Flaud della Novartis.

Il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, prof. Luca Pani, dicono gli animalisti, sarebbe stato smentito in quanto aveva affermato che “i danni causati dal vaccino Fluad si manifestano entro 24/48 ore dalla somministrazione”. Secondo il Pae, Pani attraverso i media nazionali avrebbe cercato di rassicurare chi ha assunto il vaccino antinfluenzale appartenente ai lotti incriminati. Una tesi contestata però dall’immunologo Ferdinando Aiuti, secondo il quale eventi avversi possono verificarsi fino a 30 giorni.

In una nota stampa diramata in giornata dal Pae, si legge che “il Fluad è prodotto dalla casa farmaceutica Novartis, sotto indagine giudiziaria per il reato di truffa aggravata nell’ambito della fornitura al ministero della Salute, nel 2009, del vaccino contro l’influenza suina. Un contratto per la fornitura di 24 milioni di dosi di vaccino contro il virus A-H1N1, per un corrispettivo di 184 milioni, di cui consegnate soltanto 10 milioni e somministrate a soli 700 mila cittadini”.

La pandemia si rivelò un bluff di contro fu accertato il potenziale danno che poteva arrecare il vaccino compromettendo la fertilità dell’uomo a causa degli adiuvanti come lo squalene. Non solo, alla Novartis è stato comminata una multa da 180 milioni di euro dall’Antitrust per aver ostacolato la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico a vantaggio di un prodotto molto più costoso. Avastin e Lucentis, 400 milioni di euro in un anno e 100 mila pazienti senza le cure a rischio di cecità, questo è il costo in denaro ed umano del cartello con l’industria farmaceutiche Roche”.

«Alla luce di questi (presunti) comportamenti illeciti – scrive il Pae – il Ministero della Salute avrebbe dovuto sospendere qualsiasi rapporto con la Novartis visto oltretutto che lo stesso Ministero ha richiesto un risarcimento di 1,2 miliardi di euro a tutela degli interessi pubblici. Ma gli stessi rappresentanti istituzionali che avrebbero dovuto vigilare per garantire la salute pubblica sono sotto indagine giudiziaria dalla Procura di Roma. – dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli.

Tra i presunti responsabili “indagati per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e falsità ideologica, ci sono tre scienziati al vertice dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Padova (Igino Andrighetto, Stefano Marangon e Giovanni Cattoli); funzionari e direttori generali del mistero della Salute (Gaetana Ferri, Romano Marabelli, Virgilio Donini ed Ugo Vincenzo Santucci); alcuni componenti della commissione consultiva del farmaco veterinario (Gandolfo Barbarino, della Regione Piemonte, Alfredo Caprioli dell’Istituto superiore di sanità, Francesco Maria Cancellotti, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana, Giorgio Poli della facoltà di Veterinaria dell’università di Milano, Santino Prosperi dell’università di Bologna); coinvolta anche Rita Pasquarelli, direttore generale dell’Unione nazionale avicoltura”.

Tutti coinvolti – ricordano gli animalisti – nell’istruttoria che i magistrati avrebbero definito “La cupola dei vaccini” , capace di trasformare le epidemie in un’occasione per alimentare affari e carriere, in una commistione tra uffici pubblici e aziende private senza precedenti, che, secondo le contestazioni della Procura di Roma, avrebbe anche contribuito a diffondere negli allevamenti italiani il devastante virus della lingua blu”, afferma Fuccelli. Secondo il Pae “la Lorenzin è sempre lì come il direttore dell’Aifa, altri direttori generali sono stati soltanto spostati di sede”.

http://www.secondopianonews.com/archives/10265/vaccino-mortale-forza-italia-lorenzin-chiarisca-pae-durissimo-tutela-lobby-si-dimetta/

La strage silenziosa: 145.000 bambini morti a causa dei vaccini negli ultimi 20 anni!

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145.000 bambini morti a causa dei vaccini negli ultimi 20 anni Il programma di vaccinazione infantile raccomandato è cambiato radicalmente nel corso degli anni, arrivando ormai a toccare la media di 30 vaccini, tra cui molteplici combinazioni,
prima dell’età di sei anni. E in molti casi, i medici e gli infermieri somministrano una mezza dozzina o più di vaccini tutti in una volta nel corso di una sola visita per risparmiare tempo. Ma secondo i dati di Vaccine Adverse Events del governo Reporting System (VAERS), 145.000 o più bambini sono morti nel corso degli ultimi 20 anni a causa di questo approccio di vaccino multilo, e alcuni genitori sono consapevoli di questo fatto sconvolgente . In uno studio recentemente pubblicato sulla Human & Experimental Toxicology Journal, i ricercatori hanno valutato il numero complessivo di ricoveri e decessi associati a vaccini somministrati tra il 1990 e il 2010, e confrontato questi dati al numero di vaccini somministrati in una sola volta per i singoli bambini. Ospedalizzazioni e decessi dovuti a una dose di vaccino sono stati confrontati con i decessi avvenuti con somministrazioni da due a otto dosi di vacino insieme. I ricercatori hanno anche valutato l’ospedalizzazione complessivo e tassi di mortalità associati con le dosi di vaccino combinato: 5-8 dosi di vaccino combinato, e 1-8 dosi di vaccino combinato. Dopo l’analisi, il team ha scoperto che più vaccini un bambino riceve in una sola volta, più è probabile che lui o lei possa subire una reazione grave o addirittura possa sopraggiungere la morte. Secondo Heidi Stevenson di Gaia Salute, per ciascun vaccino supplementare che un bambino riceve, la sua probabilità di morte aumenta del 50 per cento – e con ogni dose di vaccino supplementare, le probabilità di dover essere ricoverato in ospedale per gravi complicanze si duplicano . I genitori dei bambini che hanno controindicazioni dopo un solo vaccino tende a cessare ulteriori vaccinazioni, suggeriscono i dati. Il numero totale dei ricoveri e decessi segnalati per un solo vaccino era superiore al numero riportato dopo due, tre, quattro o anche vaccini. Anche se il motivo preciso di questo è sconosciuto, si ritiene che i neonati per lo più rientrano in quella categoria di vaccino, e quelli che sono vittime di un singolo vaccino tende a non avere più i vaccini. Una volta che un bambino raggiunge cinque vaccinazioni, tuttavia, il tasso di ospedalizzazione e di morte sale drammaticamente. “I nostri risultati mostrano una correlazione positiva tra il numero di dosi di vaccino somministrate e la percentuale di ricoveri ospedalieri e di decessi segnalazioni al VAERS,” hanno scritto gli autori nella loro conclusione. “Inoltre, i bambini più piccoli hanno una probabilita’ significativamente piu’ grande rispetto ai bambini più grandi di essere ricoverati in ospedale o di morire dopo aver ricevuto vaccini. Dal momento che i vaccini vengono somministrati a milioni di bambini ogni anno, si sa’ per certo che le autorità sanitarie possiedono dati scientifici provenienti da studi di tossicità sinergica su tutte le combinazioni di vaccini che i bambini sono suscettibili di ricevere. “

I finanziamenti delle “Petromonarchie” del Golfo meglio di quelli di Putin?

finanziamenti che scandalizzano e finanziamenti ai tagliagole etici….il pensiero unico del regime politically correct

Nell’Europa impoverita ed affossata dalle politiche di austerità imposte dalla Troika di Bruxelles e Francoforte, non fa alcuno scandalo quando i governi ricorrono alla svendita del patrimoni nazionali, costituiti da imprese pubbliche o para pubbliche e delle proprietà demaniali che vengono cedute o affidate in mano straniera. Anzi al contrario molti esponenti politici sarebbero bel lieti di favorire al massimo l’afflusso di questi capitali, in particolare dai paesi delle petromonarchie del Golfo dove i capitali abbondano: Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti.

Così è accaduto ad esempio in Italia per l’Alitalia, società una volta pubblica, che è stata acquisita per il 49% del suo capitale nella disponibilità della Etihad, compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti. La stessa cosa sta accadendo per le acciaierie di Piombino della Lucchini SPA, in questo caso vendute al gruppo algerino Cevital che aveva presentato l’offerta per l’acquisizione dello storico impianto. Vedi:Piombino, acciaierie Lucchini vendute al gruppo algerino Cevital.

Gli arabi dispongono di capitali freschi e non fanno mistero di voler investire in Italia, costituendo l’altra faccia dell’invasione, quella del capitale sovranazionale che viene nel nostro paese per fare shopping delle imprese e proprietà immobiliari.Tutto regolare naturalmente, ai capitali non si chiede il passaporto, il bello della globalizzazione.

In Francia accade anche di peggio: sono infatti arrivati nel paese transalpino una buona parte dei capitali arabi sauditi e del Qatar, investiti in Europa, dei paesi islamici sunniti o alawiti, totalitari ed oscurantisti, ricchi di petroldollari che sono impiegati per effettuare investimenti ed anche per finanziare le campagne politiche di alcuni personaggi francesi, vicini ad Hollande ed il suo entourage, il cui governo attua notoriamente una politica filo araba (e filo israeliana) nei confronti degli Stati del Golfo, manifestando così la sua “riconoscenza”. Non a caso la Francia è il paese europeo più solerte nell’appoggiare le posizioni della monarchia saudita e del Qatar, in particolare la Francia sostiene la guerra che questi paesi hanno scatenato (assieme agli USA e Gran Bretagna) mediante un esercito di mercenari salafiti e takfiri inviati in Siria per abbattere l’odiato regime di Bashar al-Assad.

Francois Hollande si è recato più volte a Ryad ed ha partecipato a molte feste e cerimonie con i componenti della dinastia dei Saud, di cui si dimostra sostenitore ed amico, appoggiando anche le operazioni di sovversione e terrorismo che i sauditi ed il Qatar hanno notoriamente sostenuto e finanziato in paesi quali la Siria, il Libano e l’Iraq. Vedi: Arabia Saudita detràs del terrorismo en Irak

Naturalmente il tutto sotto il pretesto della difesa della democrazia e dei “diritti umani”, o delle presunte “rivoluzioni democratiche” scatenate dagli occidentali in combutta con i sovrani delle petromonarchie arabe, alleate di ferro dell’Occidente. Accadde anche con Gheddafi, nonostante questi aveva in passato finanziato la campagna elettorale di Sarkozy (per questo fatto trucidare dai servizi francesi).

Questo appiattimento del governo sulle posizioni di Ryad e del Qatar, aveva scatenato le critiche della Marine Le Pen, unica voce di forte opposizione alla politica estera del governo Hollande, la quale aveva accusato il governo francese di “essersi prostituito alla monarchie del Golfo”.

In un recente libro, scritto da Vanessa Ratignier e Pierre Péan, dal titolo “Una Francia influenzata”(“La France sous influence”), gli autori hanno ricostruito, dati alla mano, le trame, che hanno consentito di fatto al Qatar ed all’Arabia Saudita, di divenire i padroni finanziari del Paese transalpino. I massicci investimenti fatti da questi paesi arabi, non soltanto condizionano ormai pesantemente la politica estera del governo francese, ma influiscono anche sull’amministrazione interna, sul suo sistema economico e perfino la vita culturale ,ovvero i gangli vitali del Paese.

Questa situazione di dipendenza finanziaria e questa nefasta influenza culturale di quella che è la parte peggiore del modo arabo, quella assolutista, totalitaria ed oscurantista, preoccupa non poco alcuni intellettuali ed analisti francesi controcorrente, non ancora omologati al” pensiero unico imperante”.

Si è denunciato come questo faccia parte si un vero e proprio piano di conquista del paese che in Europa ha il maggior numero di popolazione islamica ed attira ancora oggi (assieme all’Italia) una buona parte di immigrazione dal Nord Africa. Si tratta degli stessi paesi che finanziano la costruzione di nuove moschee e che sostengono le comunità islamiche fra le quali si arruolano molti degli jihadisti che vanno poi a combattere in Siria ed in Iraq, con generosi salari pagati dalle monarchie del Golfo.

Questo fenomeno della complicità con il terrorismo salafita da parte delle Petromonarchie del Golfo, era stato più volte denunciato da molti osservatori ed anche dai responsabili dei governi di Iraq, Libano e Siria, i paesi più provati dall’attacco del terrorismo jihadista. Le denunce non hanno avuto alcun seguito e sono state anche oscurate dai media, anche questi interessati a mantenere buoni rapporti e, in alcuni casi, anche essi finanziati dalle stesse fonti.

In questo contesto è arrivata la notizia del finanziamento ricevuto dal Front National di Marine Le Pen per 9 milioni di euro dalla First Czech Russian Bank. A darne notizia è stato il sito di informazione francese Mediapart.

L’istituto di credito, che ha concesso una somma così ragguardevole al partito di estrema destra, è di proprietà di una personalità legata al Presidente Putin e al primo ministro Medvedev, Roman Yakubovich Popov. Ovviamente, la notizia ha sollevato molte polemiche e Le Pen ha prontamente fatto notare che l’operazione si è resa necessaria per far fronte alle spese delle prossime elezioni dipartimentali e che le banche francesi non si sono dimostrate disponibili a concedere credito al Front. Inoltre, il tesoriere del partito, Wallerand de Saint-Just ha voluto evidenziare che il tutto si è svolto con “impeccabile regolarità”.

Il finanziamento viene visto come un investimento di Putin su quella che potrebbe diventare dal 2017 il prossimo Presidente francese, visto l’impetuosa crescita di consensi che ha portato il Front National ad essere il primo partito di Francia.

Questo finanziamento, a differenza di quelli arabi delle Petromonarchie, ha destato scandalo e forti accuse da parte della sinistra francese, filo atlantista ed allineata con Hollande e con il Partito Socialista, che rimprovera alla Le Pen di essere una quinta colonna della Russia di Putin, per le posizioni contrarie manifestate dalla Le Pen alla politica delle sanzioni contro la Russia ed alla posizione dell’Europa sulla crisi dell’Ucraina.

La stessa situazione prevediamo che potrebbe ripetersi anche in Italia, data la posizione della Lega di Salvini, unico partito che si è schierato a favore della Russia e contro le sanzioni. Anche se al momento non risulta che Putin voglia finanziare la Lega di Salvini, di sicuro le posizioni dei partiti identitari o nazionalisti, antieuro ed anti sanzioni, che arrivano a contestare la politica dell’Unione Europea, totalmente asservita agli interessi degli Stati Uniti, desta un forte interesse nella Russia di Putin, sempre attenta ad osservare quanto accade in Europa, ed una forte preoccupazione ed irritazione nei circoli di Washington, che vedrebbero un pericolo ai loro interessi nella crescita del dissenso nei confronti della loro politica di egemonia sull’Europa. Vedi: Il tocco del male: chi tocca i russi muore (da Salvini alla Le Pen).

L’esperienza del leader ungherese Viktor Orban, l’unico capo di Stato che contesta apertamente le politiche della UE e di Washington, incluse le sanzioni alla Russia, e che per questo viene sottoposto ad una campagna di diffamazione ed i aggressione dall’apparato di media filo atlantisti, dimostra come sia pericoloso percorrere una strada diversa da quella già tracciata dall’oligarchia di Bruxelles.

Per tale motivo da alcuni ambienti viene raccomandato alla Marine Le Pen di usare cautela nei suoi spostamenti e di guardarsi alle spalle, visto che, a chi si oppone alle politiche di egemonia USA e si schiera a favore dei nemici di Washington, spesso accadono “strani incidenti”.

di Luciano Lago

Nella Foto sopra: Marino riceve gli sceicchi per far finanziare il Comune di Roma

Nella foto al centro: Hollande con il monarca dell’Arabia Saudita
http://www.controinformazione.info/i-finanziamenti-delle-petromonarchie-del-golfo-meglio-di-quelli-di-putin/

Favole comunitarie montate a leva

Scritto il 28 novembre 2014 alle 13:00 da Danilo DT

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Se temiamo la leva finanziaria allora dovremmo preoccuparci dell’operazione proposta da Juncker con il fondo EFSI dove trasforma 21 miliardi di Euro in 315 miliardi, soprattutto per come è architettata, con forti dubbi su efficacia e realizzabilità

Ammetto di essere diventato estremamente diffidente ogni qualvolta un politico trova delle soluzioni win-win  dove quindi nessuno ci perde e tutti possono solo guadagnarci. Ed è sorprendente come alcuni soggetti in posizioni MOLTO significative sembrano non conoscere la materia, oppure pensano che siamo tutti fessi e crediamo ancora agli asini che volano.
Sono stato via per lavoro e non ho potuto scrivere prima di questa cosa che mi gira dentro. Solo su twitter ho fatto un accenno. Mi riferisco alla ormai nota mossa di Juncker, una soluzione straordinaria che mira a far ripartire l’economia nell’Eurozona.
Ok, molto probabilmente qualche giornalista meno navigato può cascare nel tranello, soprattutto se non esperto nella materia. Ma solo con un po’ di buonsenso si capisce benissimo che qualcosa non quadra.

BRUXELLES/STRASBURGO (Reuters) – Il presidente della Commissione europeaJean-Claude Juncker ha presentato oggi al Parlamento europeo il piano che punta a sbloccare in tre anni circa 300 miliardi di investimenti nell’Ue e creare un milione di posti di lavoro, sottolineando che è il momento di dare il via alla crescita senza aggiungere debito pubblico.

Win-win

Cavolo, questa storia del milione di posti di lavoro mi fa venire alla mente qualcosa…ora faccio mente locale e poi vi farò sapere…

La Commissione Ue stima che il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi) da 21 miliardi di euro, approvato ieri, possa incrementare dell’1% la crescita economica ogni anno per i prossimi tre anni.

Fermi tutti. Ma qualcosa non quadra. Prima erano circa 300 e ora sono 21? Mi si è ristretto il piano di sviluppo in un batter d’occhio?

Il presidente ha aggiunto che i 315 miliardi, derivanti da un ‘moltiplicatore’ totale di 15 volte dei 21 miliardi, non sono un tetto per il Fondo, ma che i singoli governi potranno contribuire al suo capitale e che questi contributi non saranno conteggiati nel loro deficit nazionale in base alle regole di bilancio Ue.

Ah ora tutto è chiaro, anzi non proprio per niente. Questa è una magia degna del miglior Mago Silvan. O meglio… visto che non è una magia, è un’operazione al leva 15. Ripeto: LEVA 15!!! Ma è follia pura! Alla faccia della finanza speculativa! E poi ci si chiede se le banche centrali e gli organismi internazionali non cercano di tenere sotto controllo la finanza! Certo che la tengono sotto controllo! Altrimenti come potrebbero monitorare senza saltare per aria, operazioni speculative e spregiudicate come questo finanziamento a LEVA 15?

Mago Juncker e l’Efsi a leva 15

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Si stima che i 21 miliardi di euro di Efsi consentiranno alla Bei e al suo Fondo di investimento europeo di aumentare i finanziamenti a progetti di tre volte, o 63 miliardi di euro, in tre anni. Ciò potrebbe attrarre somme per cinque volte tanto da altri investitori portando al ‘moltiplicatore’ pari a 15 volte il capitale iniziale. Il dato è ritenuto realistico dai dirigenti Ue, che citano un moltiplicatore di 18 per precedenti aumenti di capitale della Bei. Gli esperti ritengono inoltre che il piano possa creare tra un milione e 1,3 milioni di posti di lavoro.

E qui viene la perla di tutto. Rileggete l’ultima citazione. 21 miliardi che a leva tre diventano 63 che poi passano a leva 5 e quindi trasformando il tutto a leva 15.Ma stiamo tranquilli, la colpa è solo mia perché sono un grande ignorante. I manager BCE hanno già visto gli altri capitali agire con leva 18 all’interno della BCE, con estremo successo. Allora non ci resta che aspettare l’ennesimo successo di questa farsa allucinante.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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RENZI BOICOTTA LE AZIENDE ITALIANE PUR DI LECCARE L’INFAME OBAMA! SAI COSA HA OSATO SCRIVERE AL GOVERNATORE ZAIA IN PARTENZA PER MOSCA? ROBA DA “TRADIMENTO DELLA PATRIA”! E ZAIA, OVVIAMENTE, LO HA SONORAMENTE SFANCULATO!

e naturalmente Zaia fa parte di quel partito brutto sporco e cattivo, mica come quello bravo politically correct del PD

Zaia, blitz a Mosca e strappo con Roma

Il governatore ignora l’embargo e l’altolà di palazzo Chigi: “Difendo le imprese e il lavoro dei veneti minacciati dalle sanzioni”
 
VENEZIA. Disobbedienza diplomatica. Il parere contrario espresso dal Governo italiano alla missione a Mosca di Luca Zaia non ha indotto il presidente della Regione a cambiare itinerario; né l’adesione di Roma all’embargo commerciale adottato dall’Ue nei confronti della Russia alla luce della crisi ucraina, ha dissuaso il presidente leghista del Veneto dall’accogliere l’invito rivolto dal vice primo ministro Arkady Dvorkovich e del presidente del comitato industria della Duma, Pavel Dorokhin, delegato ai rapporti con le imprese italiane.
 

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Una scelta, la sua, conseguente al grido di dolore di centinaia di aziende nostrane. Il 20% dell’export nazionale in Russia (pari a 2 miliardi) è made in Veneto e le sanzioni ritorsive di Putin colpiscono soprattutto l’agroalimentare, il tessile-abbigliamento, la meccanica e i mobilieri: «Politiche vergognose, non baratteremo il futuro dei nostri lavoratori con i capricci romani», il commento del governatore. Che in tarda mattinata, al rientro a Venezia, ha rivelato i polemici retroscena della due giorni russa: «Alla vigilia abbiamo informato l’ambasciatore a Mosca, trasmettendogli il programma degli incontri in agenda, poche ore dopo una lettera della Presidenza del Consiglio ci ha invitati ad annullare la visita, definendola “inopportuna” stante, leggo testualmente, “la particolare contingente situazione del Paese destinatario della missione e tenuto conto del contesto attuale nei rapporti con la Russia”.
 
Nella circostanza, il capo dipartimento di Palazzo Chigi ci esortato a prendere urgente contatto con il ministero degli Affari Esteri e a riferire quanto concordato». Nulla di ciò è stato fatto: «Non siamo in caserma e tanto meno in guerra. Roma non ci ha interpellati quando ha aderito a questa assurdità che ci sta costando 500 milioni di euro, perciò il nostro primo dovere è tutelare l’impresa e il lavoro della nostra gente. L’aereo era zeppo di industriali veneti, tutti mi hanno fatto notare che, in barba ai divieti, a Mosca gli americani stanno costruendo una dozzina di grattacieli e i tedeschi hanno aumentato addirittura il loro business. Io non faccio politica estera né intendo entrare nel merito del caso Ucraina ma sono sconcertato dall’incoscienza del Governo italiano. Dal semestre di presidenza europea ha ricavato solo pesci in faccia ed è il solo a prendere sul serio questo embargo-boomerang, che tutti gli altri aggirano. La Mogherini? Stendiamo un velo pietoso».
 
Querelle a parte, il viaggio zaiano si è articolato in tre tappe: il Cremlino, la Duma e la Fiera internazionale del mobile. «Ho trovato piena disponibilità a dialogare e la comune volontà di consolidare i reciproci rapporti, gli interlocutori politici russi sono perfettamente informati circa la qualità della nostra partnership economica e commerciale. Il mio obiettivo era quello di mantenere un canale diretto e i nostri imprenditori, allarmatissimi dal rischio di una drastica contrazione dell’export, mi hanno ringraziato».
 
Che il mercato russo rappresenti un bacino strategico per l’economia veneta lo conferma, cifre alla mano, il vicepresidente di Palazzo Balbi, Marino Zorzato, in un report dedicato ai Bb&B, i prodotti “belli, buoni e ben fatti” di fascia medio alta, antica tradizione e artigianalità ma contenuto innovativo: «Le esportazioni sono cresciute del 4% rispetto al 2,8% di quelle totali e nei nuovi mercati l’indice di crescita ha toccato l’8,8%», fa notare. «Tra questi», ecco il punto «la Russia è risultata il maggior importatore. Sta crescendo in maniera significativa anche il ruolo della Cina e, sia pure in maniera più modesta, quello degli Emirati Arabi Uniti e del Brasile. In particolare, le nostre esportazioni di BB&B destinate ai nuovi mercati hanno mostrato una maggiore vivacità nell’alimentare e nelle calzature».

AD OTTOBRE LA DISOCCUPAZIONE SUPERA IL 13% (QUELLA VERA È OLTRE IL 25%)

VENERDÌ 28 NOVEMBRE 2014

 

Fonte: Istat (1) (2) ed Eurostat
Nel terzo trimestre di quest’anno vi sono stati 124 mila occupati in più rispetto allo stesso periodo del 2013. L’aumento è concentrato  tra i lavoratori dipendenti (+172 mila), mentre sono 48 mila i lavoratori autonomi che hanno abbandonato l’attività.
 
E’ il settore industriale che fornisce il maggior incremento occupazionale, assumendo 126 mila dipendenti. Hanno invece abbandonato l’attività 23 mila piccoli imprenditori.
 
Positivo l’apporto dei servizi, che nell’ultimo anno assumono 110 mila dipendenti. Tuttavia sono ben 44 mila i lavoratori autonomi che hanno deciso di porre termine alla loro esperienza professionale.
 
In modesto progresso è il settore agricolo, che si avvale di 14 mila nuovi imprenditori agricoli, mentre l’occupazione alle dipendenze diminuisce di un migliaio di unità.
 
Infine il settore delle costruzioni, che perde 63 mila dipendenti, mentre si aggiungono 3 mila nuovi imprenditori edili.
 
Dei 172 mila dipendenti in più rispetto ad un anno fa, oltre 250 mila sono precari o part time. I dipendenti full time a tempo indeterminato sono così privilegiati che ben 80 mila di loro non hanno più un lavoro. 

I lavoratori precari (ovvero a tempo determinato) sono aumentati di oltre 150 mila unità e rappresentano il 14,2% dei dipendenti (13,4 nel terzo trimestre 2013). Se si tiene conto anche di chi lavora part time con un contratto a tempo indeterminato la percentuale sale al 29,3% dei dipendenti.

 
I dipendenti in  cassa integrazione sono diminuiti del 9,2% rispetto ad un anno fa, a 513 mila, pari al 3,5% dei dipendenti a tempo indeterminato.

disoccupati sono 3 milioni, in crescita del 5,8% rispetto ad un anno prima. Il tasso di disoccupazione del terzo trimestre è all’11,8%. Tuttavia se si tiene conto di coloro che hanno rinunciato a cercare un’occupazione, ma sono disponibili a lavorare (ovvero quasi 4 milioni di sfiduciati), nonché i cassintegrati, la disoccupazione effettiva raggiunge il 25,3% e coinvolge 7 milioni e mezzo di persone. 

 
Al netto degli effetti stagionali, la disoccupazione ufficiale ad ottobre ha superato la soglia del 13%,  con quella giovanile (che coinvolge oltre 700 mila ragazzi) abbondantemente sopra il 43%.
 
 
Nella zona euro, la Grecia ha un tasso di disoccupazione (ufficiale) di poco inferiore al 26% (ad agosto). La Spagna è al 24 e la Francia al 10,5% (entrambe a ottobre). La Germania ha tagliato verso il basso la barriera del 5%.
 
 
Nel complesso della zona euro, la disoccupazione è all’11,5% e riguarda 18,4 milioni di persone, di  cui 3,4 milioni sono giovani con meno di 25 anni. 

Negli Stati Uniti, il mese scorso la disoccupazione era al 5,8%.

 
 

I sogni di Passera

27 Novembre 2014
 
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CORRADO PASSERA E GIOVANNI BAZOLI (PIU’ ALTRI) A GIUDIZIO PER TRUFFA PLURIAGGRAVATA E CONTINUATA SUI DERIVATI (BANKSTER)
 
Avrebbero fatto sottoscrivere prodotti derivati swap a due imprenditori dicendo loro che avrebbero permesso una “copertura dal rischio di variazione del tasso d’interesse” variabile dei mutui che essi avevano stipulato tra il 2004 e il 2011.
 
Invece – secondo l’accusa – ai due clienti furono fatti firmare derivati truffaldini che aggravarono la loro posizione perche’ erano ingegnerizzati in modo tale da favorire solo la banca.
 
Per questo la procura di Trani ha fatto notificare agli ex vertici di Banca Intesa e di Banca Caboto (ora Banca Imi), gruppo IntesaSanpaolo, una citazione in giudizio per truffa pluriaggravata e continuata.
 
Tra gli imputati:
 
Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza ed ex presidente del Cda;
 
Corrado Passera, ex ministro per lo sviluppo economico e AD sino al 2011;
 
Giovanni Gorno Tempini, ex amministratore delegato di Banca Caboto, oggi AD di Cassa depositi e prestiti;
 
Enrico Salza, ex presidente del consiglio di gestione di Intesa-San Paolo;
 
Giampio Bracchi, ex vicepresidente e componente del comitato esecutivo di Banca Intesa;
 
Andrea Munari, ex AD di Banca Caboto.
 
Il reato di truffa e’ ai danni degli imprenditori del nord barese Ruggiero Di Vece, titolare della ditta Euroalluminio, e Vincenzo Grimaldi, titolare del calzaturificio ‘Vingi Shoes’. A tre funzionari della filiale di Barletta della banca, dove furono sottoscritti i derivati, viene contestato il reato di concorso in abusivismo finanziario, reato per il quale ci sara’ il vaglio del giudice dell’udienza preliminare.
 
Secondo il pm Michele Ruggiero – lo stesso che ha condotto le indagini sulle fluttuazione del tasso Euribor e sulle agenzie di rating – i prodotti finanziari fatti sottoscrivere dalla banca a Di Vece e Grimaldi (riservati solo ad operatori “qualificati”) erano “strutturalmente inadeguati a tale funzione per la loro peculiare natura speculativa (cioe’ vere e proprie scommesse sui tassi), sempre sbilanciata in favore della banca”.
 
I contratti hanno procurato agli istituti di credito un ingiusto profitto patrimoniale di rilevante gravita’ stimato in oltre 260mila euro.
 
Agli ex vertici della banca il magistrato contesta di essere stati “consapevoli che i contratti swap” erano favorevoli solo all’istituto di credito.
 
Gli indagati – e’ la tesi della pubblica accusa – “coscientemente e volontariamente (e quanto meno con dolo eventuale), predeterminavano le condizioni per la negoziazione di contratti derivati di natura truffaldina”.
 
Quindi, amministratori e manager sono accusati di aver permesso il collocamento sul mercato dei titoli derivati, di non aver informato correttamente la clientela sui rischi; e di non avere tenuto conto delle segnalazioni dell’auditing interna della Banca d’Italia e della Consob.
 
In poche parole,”predeterminato, inducevano, consentivano e non impedivano” che la truffa si consumasse, “assumendosene le relative responsabilita’”.
 
Detto in breve: per la Procura di Trani sono dei “banksters” e cioè dei banchieri gangster.
 
Fonte: Il Nord

Verso la sospensione dei mutui per i prossimi tre anni

sono certo che se quella cattivona della Germania smettesse di mettere i bastoni fra le ruote a quell’angelo di Draghi che vuole il Quantitative Easing, ossia iniezioni di liquidità alle banche, queste ultime riaccrediterebbero tanti soldi sul conto di tutti i cittadini europei come sempre no?????Verso la sospensione dei mutui per i prossimi tre anni

Scritto il novembre 28, 2014 
banche-tassi-usurai
Sono convinta che questo emendamento per la sospensione dei mutui, in accordo con Abi, sia un’ultimo baluardo con cui le banche, sempre più condannate a pagare i danni per applicazione di usura contrattualizzata, sperano di porre fine alle richieste pressanti dei cittadini.
In aggiunta, questo ridurrebbe di molto le sofferenze a bilancio delle banche, di fatto concretizzando un falso contabile che però piace tanto all’Europa.
Premesso che sbagliano e non ci fermeremo fino a che non avranno restituito tutto quanto hanno RUBATO, visto sembra in dirittura d’arrivo questa legge, perchè non usarla TUTTI, mentre si preparano gli atti contro questi strozzini?
Boccata d’ossigeno per imprese e famiglie che si trovano in difficoltà a rimborsare mutui e finanziamenti.
 
Il pagamento della quota capitale dei prestiti ottenuti dalla banca potrebbe essere sospeso per tutto il triennio che va dal 2015 al 2017. Dopodiché, il mutuatario tornerà a pagare anche le rate ordinarie del mutuo fino all’estinzione definitiva.
 
A prevederlo è un emendamento alla legge di Stabilità approvato ieri dalla Commissione Bilancio della Camera.
 
Il testo prevede un accordo tra Mef, il Ministero dello Sviluppo economico, l’Abi (l’associazione di categoria delle banche), e le associazioni rappresentative delle imprese e dei consumatori. Tali soggetti dovranno attivare un tavolo di confronto entro fine marzo 2015.
 
Si tratta, dunque, solo di un primo passo che obbligherà l’apertura di un dialogo tra i rappresentanti delle parti.
 
In pratica, se l’emendamento dovesse essere approvato dalle due Camere insieme alla legge di stabilità, i cittadini potranno chiedere la sospensione del pagamento della sola sorte capitale, restando comunque obbligati al pagamento degli interessi.
 
Ciò, dunque, non vuol dire la cancellazione del debito con l’istituto di credito, ma solo la possibilità di allungare i tempi di pagamento.
 
Ovviamente, l’operazione non sarà a costo zero perché, durante tutti i tre anni della sospensione, i mutuatari continueranno a pagare gli interessi. E quindi, a conti fatti, il costo del finanziamento sarà stato più elevato rispetto a quanto concordato in partenza. Ma almeno, in questo modo, secondo i firmatari dell’emendamento, le famiglie avranno più liquidità da spendere e far circolare nel mercato.
 
È stata, comunque, prevista una clausola di salvaguardia secondo cui la misura non deve comportare “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Come dire: l’approvazione finale sarà condizionata alla copertura economica.

ANGELO

non possiamo lasciarlo ancora li

angelo
Angelo…una tristezza immane lì dentro….una vita non vissuta…..ora cerca una vita da vivere una mamma da amare e dalla quale essere amato….media taglia buonissimo dolcissimo vaccinato microchippato si affida in tutta italia previ controlli pre e post affido….solo a veri amanti animali per info tel monica 3381179052 raffaella 3398585048
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E di lui ne vogliamo parlare?

Gallitiello Marta
cagnone
E di lui ne vogliamo parlare? ? Un gigantone buono..fiero e allo stesso tempo timido. .traumatizzato dall accalappiamento è stato circa due mesi in un canile calabrese ma lo abbiamo fatto uscire perchè la sua bontà non meritava la reclusione. ..40 kg e passa di bellezza. ..in prov di salerno per info 392-0288913.
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