Afghanistan: Ashraf Ghani nuovo presidente. Primo impegno? Un accordo con gli USA

domenica, 21, settembre, 2014
untitled88551
21 set. – Ad oltre 3 mesi dalle presidenziali del 14 giugno la commissione elettorale ha sancito che il nuovo capo dello Stato e’Ashraf Ghani, ex ministro delle Finanze. L’annuncio formalizza l’intesa raggiunta con il rivale, Adadullah Abdullah, ex ministro degli Esteri che dovrebbe diventare premier, con il quale ha firmato un accordo che garantira’ la formazione di un governo di unita’ nazionale nel quale entrambi occuperanno posti di responsabilita’,ovvero tutti saranno dei fantocci nessuno dei quali decoderà su cose importanti.
 
Dopo la firma entrambi si sono abbracciati. E il portavoce di Karzai, Aimal Faizi, ha aggiunto che Ghani dovrebbe giurare nel giro di una settimana. Dopodiche’, ha sottolineato, uno dei suoi primi passi sara’ la firma dell’accordo bilaterale sulla sicurezza con gli Usa, che consentira’ di lasciare una piccola quota di truppe straniere nel Paese anche dopo il 2014.
 
Il governo di Washington “plaude” all’accordo firmato ai due candidati alla presidenza afghana. “La firma di questo accordo politico aiuta a chiudere la crisi politica in Afghanistan e restaura la fiducia”, ha osservato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, in un comunicato diffuso a Washington, poco dopo la firma a Kabul.
 
Il governo Usa, ha aggiunto, e’ pronto a “lavorare insieme per assicurarne il successo” che ha portato all’annuncio della formazione di un governo di unita’ nazionale che porra’ fine a quasi 4 mesi di vuoto politico. Il tutto con sullo sfondo la scadenza di fine anno entro la quale si dovra’ trovare un’intesa consentire ad almeno 10.000 soldati del contingente Nato di restare in qualita’ di addestratori e sostegno alle forze afghane almeno fino al 2016. Il nodo resta la concessione dell’immunita’ funzionale ai soldati Usa e degli altri Paesi Nato ancora nel Paese, tra cui gli italiani ad Herat. .

La Russia compra tonnellate di oro e vende i titoli di stato americani

lunedì, 22, settembre, 2014

Vladimir Putin oltre ad essere un eccellente stratega è anche un uomo che preferisce l’azione alle parole, tant’e’ vero che è sempre al lavoro alla ricerca di soluzioni che possano accrescere il potere e il prestigio del suo paese.
Per tale motivo, non deve sorprendere il fatto che mentre i parassiti di Bruxelles insistono nell’imporre inutili sanzioni contro il governo russo, la Russia si imbottisce d’oro e a luglio ne ha comprate quasi 10 tonnellate per un valore di 400 milioni di dollari.
A tanto ammontano gli acquisti di metallo giallo effettuati dalla Banca centrale russa che ora è tra le prime cinque al mondo per riserve auree detenute, dietro Usa, Germania, Italia e Francia.
Ma come si spiega questo shopping senza precedenti?
In pratica, mentre la risposta di Vladimir Putin alla UE è stata l’embargo di prodotti alimentari provenienti dalla UE, la rappresaglia nei confronti di Washington consiste nel disfarsi dei suoi titoli di Stato, i Treasuries, e usarne il ricavato per comprare oro.
E difatti negli ultimi cinque mesi Mosca ha venduto circa un quinto dei titoli di Stato americani che deteneva, per un totale di 149,5 milioni.
Dietro a questa corsa all’oro c’e’ sicuramente una possibile guerra finanziaria contro l’Occidente in risposta alle iniziative americane non solo nel Medio Oriente ma contro i cosiddetti paesi Bric, cioè Brasile, Russia, India e Cina, ma e’ anche possibile che la Russia voglia sostituire il dollaro americano come valuta di riserva, anche per evitare di cadere, così come fatto da Pechino, nella trappola della dipendenza finanziaria dei titoli di Stato di Washington.
Le riserve auree russe, che quest’anno hanno superato quelle di Svizzera e Cina, sono quasi triplicate dalla fine del 2005 (secondo i dati del Fondo monetario internazionale) e rappresentano ormai quasi il 10% delle riserve complessive mondiali.
Ancora una volta il leader russo dimostra di essere una persona piena di buon senso mentre i parassiti di Bruxelles confermano di essere dei perfetti idioti, visto che non hanno capito che non riusciranno mai a piegare la Russia, mentre le loro politiche stanno solo danneggiando l’economia del Vecchio Continente.
GIUSEPPE DE SANTIS – Londra.

Anziani ricattati da magrebini: soldi se vogliono tornare a casa (illesi)

si deve essere completamente alla mercè dei nuovi arrivati per non essere giudicati razzisti?

sabato, 28, giugno, 2014
anziano
SANREMO Piazza Eroi Sanremesi e la parte bassa di via Martiti e via Pietro Agosti sono ormai ‘terra di nessuno’, o forse sarebbe meglio dire che sono ‘terra di qualcuno’, visto che questi loschi personaggi che vivono di spaccio e di delinquenza in genere, l’hanno ormai ‘presa in consegna’, mettendo paura a chi ci vive da decenni o che deve solo casualmente transitare.
 
Incredibile ‘caso’ che arriva ancora una volta dagli extracomunitari magrebini, che sono spesso segnalati in via Montà, all’ingresso della Pigna, il centro storico di Sanremo a due passi da piazza Eroi. Una zona, purtroppo, spesso teatro di risse che sfociano a volte anche in accoltellamenti e feriti.
 
Questa volta a segnalarci l’accaduto sono state alcune persone anziane che, per ovvi motivi vogliono rimanere anonime e che vivono nella Pigna, a pochi metri da via Montà. Secondo quanto affermato dai testimoni, quando le persone più deboli si muovono la sera nella zona per rientrare a casa (solitamente gli anziani),verrebbero fermati da questi personaggi che chiedono loro dei soldi per farli passare.
 
Purtroppo qualcuno, impaurito per la nota e pessima fama di questi soggetti (spesso con una fedina penale lunghissima) avrebbero aperto il portafogli , pur di non avere guai. Se confermato, si tratterebbe di un caso davvero inquietante che dovrebbe subito essere preso in esame dalla politica matuziana e dalle forze dell’ordine.
 
Piazza Eroi Sanremesi e la parte bassa di via Martiti e via Pietro Agosti sono ormai ‘terra di nessuno’, o forse sarebbe meglio dire che sono ‘terra di qualcuno’, visto che questi loschi personaggi che vivono di spaccio e di delinquenza in genere, l’hanno ormai ‘presa in consegna’, mettendo paura a chi ci vive da decenni o che deve solo casualmente transitare.
 
Carlo Alessi sanremonews

Roma: 30 africani assaltano un bus guidato da autista donna

domenica, 21, settembre, 2014
Corcolle, assalto al bus 042: vettura distrutta e autista sotto choc
 untitled665521
In gergo gli autisti Atac lo chiamano ‘bussolotto’. E’ il bus che arriva a fine turno e torna a rimessa che è già notte. Ieri, per una autista dello 042, il bussolotto poteva finire davvero male. In 30 infatti hanno fermato il bus in zona San Vittorino ed hanno distrutto con calci e pugni i vetri. Non senza difficoltà la conducente, che fa capo alla rimessa di Collatina, è riuscita a sfuggire all’assalto, portando il bus verso Corcolle. Qui l’ispettore ha dato l’assenso al rientro in rimessa.
 
Erano alla fermata dell’autobus e aspettavano il mio bus. Mi sono fermata, e quando stavo per aprire le porte uno di loro ha tirato una bottiglia di birra nella vettura. A quel punto ho inserito la marcia e sono scappata». A parlare è Elisa, 33 anni tra poco, da quasi 8 in Atac, ancora terrorizzata
 
L’incubo però non è finito. Infatti il gruppo di 30 persone, che secondo quanto riferito da Micaela Quintavalle, presidente del sindacato Cambia – Menti, era composto da sudafricani, ha bloccato la Polense con l’obiettivo di fermare la vettura. Quindi un nuovo assalto, ancora calci e pugni, fino a quando la donna non è riuscita ad allontanarsi per portare il mezzo in rimessa. Sotto choc la conducente che per fortuna non ha riportato ferite.
 
untitled663355
Kyenge: i migranti sono attori principali di economia, cultura e società.
Kyenge: l’Italia deve capire l’aspetto culturale dell’immigrazione e l’apporto che da’ al Paese.
Kyenge: servono misure concrete per abbattere il razzismo
 
Duro il commento della pasionaria dell’Atac: “E’ vergognoso che questa azienda non faccia nulla per proteggere e tutelare i propri dipendenti. I dipendenti veri, quelli che girano il volante ad ogni ore del giorno e della notte”.
 
Più tardi, sempre la Quintavalle, sul suo profilo facebook posta una foto con una fermata affollata e spiega: “Questa la fermata dove è avvenuta la prima aggressione. Forse gli utenti aspettavano da troppo tempo, perché offriamo un servizio davvero carente e deficitario. Grazie soprattutto all incompetenza e alla poca pulizia di chi amministra questa azienda. Ma nulla giustifica un atteggiamento tanto violento nei confronti di una donna”.
 
ATAC – Anche l’Atac ha commentato l’accaduto: “L’Atac stigmatizza con forza l’accaduto, reputando non tollerabili comportamenti del genere. L’azienda ha seguito il fatto in tempo reale, allertando immediatamente le forze dell’ordine e assicurando alla collega in difficoltà, la cui professionalità ha impedito che la situazione si aggravasse, supporto operativo e, immediatamente dopo, anche tutta la necessaria assistenza”.
 
Atac “sta raccogliendo tutti gli elementi per ricostruire con esattezza l’accaduto, anche in vista di una possibile denuncia contro ignoti. Già da molte settimane ha inviato alle autorità competenti una lettera dove si rappresentavano i problemi di sicurezza e le criticità che vive il trasporto pubblico in alcune zone della città, in particolare nelle periferie. L’azienda auspica che si avvii una riflessione attenta da parte di tutti gli organi preposti sulle tematiche sollevate da Atac, e al contempo assicura il proprio impegno per garantire, nell’ambito delle sue responsabilità, la massima attenzione alla sicurezza”.
 
.romatoday.it

Monte Paschi: si avvicina la prescrizione, banchieri e controllori resteranno impuniti

domenica, 21, settembre, 2014
untitled55663
Risalgono ad ottobre 2012 i primi atti della magistratura sul Monte dei Paschi di Siena, che portarono la Guardia di Finanza a perquisire l’abitazione dell’ex presidente Abi e del MPS. Il 22 gennaio 2013 Giuseppe Mussari si dimise dalle cariche ricoperte, con la Procura di Siena che accelerò le indagini ed istruì il processo, imputati gli ex dirigenti della Monte Paschi di Siena, accusati di reati di manipolazione del mercato, falso in prospetto e false comunicazioni sociali.
 
L’accusa per cui si procede in questo filone di inchiesta – ricorda il Presidente di Adusbef, Elio Lannutti – è quella di aver posto in essere un disegno criminoso nell’ambito del programma di finanziamento per l’acquisizione della banca Antonveneta, attraverso la predisposizione della complessa operazione finanziaria denominata FRESH 2008, diffondendo al mercato notizie false idonee a determinare una sensibile alterazione del prezzo dell’azione BMPS. A quasi due anni da quelle perquisizioni dell’abitazione e degli uffici di Giuseppe Mussari a Siena (14 ottobre 2012), i magistrati della procura di Siena, questa mattina davanti al tribunale del Riesame che doveva pronunciarsi sul rinvio disposto dalla Cassazione riguardo la vicenda del derivato Alxandria sottoscritto fra Mps e Nomura, hanno rinunciato all’ impugnazione dichiarando al propria incompetenza territoriale e rinviando tutto il fascicolo alla procura di Milano.
 
Dopo 18 mesi di indagini ed udienze, i magistrati di Siena si sono accorti di non essere competenti, dopo che a fine luglio- a seguito dello spostamento a Milano dell’ inchiesta principale sull’ acquisizione di Banca Antonveneta, disposto dal tribunale di Siena, i magistrati avevano inviato a Milano anche i fascicoli relativi ad Alexandria e Santorini: “per evitare sovrapposizioni e vincoli per i colleghi milanesi”.
 
Non sarà difficile per la Procura di Milano, provare il nesso tra l’occultamento del “mandate” e le perdite implicite del derivato Alexandria, se tutti gli imputati negano di aver avuto ragioni per nascondere il contratto, e soprattutto ribadiscono all’unisono che il contratto era stato regolarmente protocollato e inserito nell’archivio informativo, quindi “non occultato ma depositato” nella famosa cassaforte dove poi – secondo la versione degli attuali vertici della banca – è stato ritrovato solo il 10 ottobre 2012.
Conclude Lannutti: Adusbef, parte civile nel filone del procedimento trasferito oggi a Milano, auspica che i magistrati possano fissare le udienze a breve accelerando il processo, per evitare che ancora una volta, sia la prescrizione (incombente) a lasciare i banchieri ed i loro distratti controllori, impuniti. OPI

Edilizia sempre più in crisi, le grandi opere non aiutano: lavoratori in presidio sotto la Regione

http://www.genova24.it/2014/09/edilizia-sempre-in-crisi-grandi-opere-non-aiutano-lavoratori-in-presidio-regione-72449/

genova24.it

ARTICOLO N° 72449 DEL 19/09/2014 – 14:15

edilizia

Genova. La crisi che ha travolto il settore dell’edilizia e delle costruzioni non si arresta.  Da gennaio 2008 a giugno 2014 persi circa la metà delle ore lavorate e del numero degli operai attivi in Cassa Edile. Sono circa 1000 i posti di lavoro persi a livello provinciale nell’ultimo anno, oltre il doppio se si considera il livello regionale. Il ricorso agli ammortizzatori sociali è incrementato in maniera esponenziale. Per questo le organizzazioni sindacali genovesi del settore edile Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil hanno organizzato per martedì 23 settembre alle ore 9 in Piazza De Ferrari a Genova un presidio davanti alla Regione Liguria.

Cgil Cisl Uil di categoria ribadiscono la necessità di investire risorse nel settore per rilanciare economia ed occupazione. “Invece dei 3,89 miliardi di euro previsti dal Decreto Sblocca Italia per aprire cantieri solo una parte irrisoria pari a 296 milioni di euro a livello nazionale saranno effettivamente spesi entro il 2015 – scrivono in una nota i sindacati – L’edilizia può e deve rappresentare il volano della tanto auspicata ripresa mediante interventi mirati di riqualificazione dell’edilizia pubblica non residenziale (ospedali, scuole) e residenziale, riqualificazione delle periferie, cantierare le opere finanziabili nonché la messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico. Un dato su tutti: le importanti e necessarie grandi e medie opere che interessano la nostra Città e la nostra Regione purtroppo non vedono l’impiego di manodopera locale”. 


Per queste motivazioni chiedono alla Regione “un ulteriore impegno concreto per dare opportunità e lavoro ai tanti lavoratori edili in attesa di occupazione”.

Redazione

CITTÀ METROPOLITANA: SONO CINQUE I CANDIDATI VALSUSINI. AMPRINO, BLANDINO, BORGIS, CARENA E PINARD: LA VALLE RIUSCIRÀ AD ELEGGERE UN RAPPRESENTANTE?

 http://www.valsusaoggi.it/?p=5643

MARTEDÌ, 23 SETTEMBRE 2014
BY  – PUBLISHED: 09/22/2014 – 

Saranno ben cinque i candidati valsusini alle elezioni della nuova Città Metropolitana, ente che sostituisce la Provincia di Torino. Ma la domanda è: questo scontro “fratricida” permetterà alla Val Susa di eleggere almeno un consigliere in rappresentanza del territorio? In pole position ci sarebbe Mauro Carena, ma potrebbero esserci sorprese.

Tre candidati locali sono nella lista che vede alleati Pd, Forza Italia e Nuovo Centro Destra: il sindaco di Villar Dora Mauro Carena (proposto in quota Pd dai sindaci No Tav della bassa Valle), l’ex sindaco di Susa Gemma Amprino (proposto dal partito di Alfano) e Renzo Pinard (nome proposto da Forza Italia).

Altri due candidati valsusini sono invece nella lista presentata da Lega Nord e Fratelli d’Italia: il sindaco di Bardonecchia Roberto Borgis e il sindaco di Rubiana Gianluca Blandino (entrambi del partito di destra).

Paradossalmente, ma non si tratta di una scelta casuale, il Movimento 5 Stelle nella sua lista non ha candidato nessun consigliere comunale di Valle No Tav. Probabilmente per non nuocere alla candidatura di Carena, proposto come sindaco No Tav dal gruppo di amministratori della Bassa Val Susa.

D’altro canto, gli attivisti del Movimento 5 Stelle in Val Susa, sostenuti anche da alcune liste civiche No Tav, hanno invece lanciato la candidatura di un consigliere comunale “confinante” con la Valle: si tratta di Dimitri De Vita, capogruppo di minoranza a Rosta (paese vicino, che non fa parte della Valle di Susa).

Bisogna capire se questa strategia di presentare più candidati dalla stessa Valle, servirà davvero ad ottenere che a Torino sieda almeno un consigliere che rappresenti il territorio.

Avranno diritto al voto circa 3800 tra Sindaci e Consiglieri comunali in carica a Torino e Provincia: con voto ponderato e preferenza ponderata eleggeranno i 18 componenti del Consiglio Metropolitano, in rappresentanza dei 315 Comuni.

Se già il voto dei consiglieri valsusini sarà “debole” e avrà meno peso rispetto a quello di chi amministra Comuni della cintura e paesi più grandi, avere più candidati di certo non aiuterà all’obiettivo di dar voce alla Val Susa.

Dal punto di vista politico, il fronte più spaccato in Valle è quello del centrodestra, dove a contendersi il voto ci sonoben 4 candidati della stessa area, come gli ex sindaci Sì Tav Pinard, Amprino e Ruzzola, o lo stesso Roberto Borgis (che punta a raccogliere consensi tra i paesi dell’Alta Valle)

Il centrosinistra e i No Tav di Valle invece si sono trovati sul nome unico di Mauro Carena, considerato da sempre un sindaco No Tav “dialogante”, con un passato da militante delle Lega Nord, per poi finire nei “Moderati”, e ora sostenuto pure dal Pd. Prima di fare il sindaco di Villar Dora, era stato per 10 anni sindaco di Moncenisio e per 5 anni presidente della Comunità Montana Alta Val Susa con un maggioranza di centrodestra negli anni delle Olimpiadi (elezione possibile dopo che riuscì a far spostare in alta Valle i paesi di Moncenisio e Meana).

Ecco i nomi di tutti i candidati alla Città Metropolitana dei tre schieramenti.

Lista “Città di Città” (Pd-Moderati-FI-Ncd): Michele Paolino, Mimmo Carretta, Lucia Centillo, Domenica Genisio, Vincenzo Barrea, Roberto Montà, Alberto Avetta, Francesco Brizio, Mauro Carena, Claudio Martano, Antonella Griffa, Eugenio Buttiero, Barbara Cervetti, Andrea Tronzano, Eugenio Gambetta, Rosanna Giachello, Renzo Pinard e Gemma Amprino.

Lista Movimento 5 stelle: Marco Marocco, Dimitri De Vita, Sergio Grosso, Mario Perino, Davide Bugli, Cinzia Tortola, Andrea Favilli, Elisa Pirro, Cristian Corrado, Anna Merlin e Silvia Cossu.

Lista Alternativa per il territorio (FdI-Lega): Fabrizio Bardella, Dante Bianco Levrin, Gianluca Blandino, Roberto Borgis, Giuseppe Colace, Paolo Giardino, Massimiliano Pampaloni, Cesare Pianasso, Francesco Rustichelli, Costantino Salaris e Virgilio Virano.

NO TAV, FORENZA (GUE): LA NOSTRA PROTESTA CONTRO QUESTA GRANDE OPERA INUTILE – BENVENUTI SU RIFONDAZIONETUSCIA!

http://www.nuovaresistenza.org/2014/09/21/no-tav-forenza-gue-la-nostra-protesta-contro-questa-grande-opera-inutile-benvenuti-su-rifondazionetuscia/

POSTED BY  ON SET 21, 2014 

rifondazionetuscia.com – Eleonora Forenza, eurodeputata Gue: “Oggi siamo entrati nel cantiere, abbiamo visto da dentro, anche da entro la montagna, la devastazione prodotta da questa grande opera inutile, la militarizzazione del territorio, il dispendio di una quantità immane di denaro pubblico. Abbiamo fatto un gesto simbolico di protesta che ha scatenato minacce di vario ordine e grado. Sono arrivati persino a dire che avrebbero chiesto danni di un milione di euro per ogni secondo di protesta…. Qualcuno ha definito la nostra protesta poco “onorevole”: io penso che non ci sia niente di più onorevole per una parlamentare che essere dentro e al servizio dei movimenti che lottano contro lo sfruttamento delle persone e dell’ambiente. Come delegazione altraeuropa e come gruppo GUE ci impegneremo in ogni modo contro questa grande opera inutile”.

Ezio Locatelli, segretario Prc Torino, che ha fatto parte della delegazione stamattina in Val Susa, ha inoltre dichiarato: “Era la prima volta che accedevamo al cantiere e abbiamo potuto toccare con mano e vedere direttamente in corso d’opera quanto l’impatto sia devastante. E’ in atto uno scempio incredibile e un enorme spreco di denaro pubblico e la devastazione sara’ ancora maggiore quando si passera’ da queste opere preparatorie alla linea vera e propria: uscendo dal cantiere mi pareva di essere tornato da Marte. La Tav va assolutamente fermata”. “Nel 2016 le Ferrovie Svizzere apriranno il tunnel del Gottardo e su quella linea si sposteranno merci e passeggeri dal Nord al Sud dell’Europa: quest’opera evidenzia in modo netto l’assurdita’ della Torino-Lione”.

via No Tav, Forenza (Gue): La nostra protesta contro questa grande opera inutile – Benvenuti su rifondazionetuscia!.

Sanzioni Russia, Francia: agricoltori danno fuoco all’agenzia delle Entrate

lunedì, 22, settembre, 2014

Nel nord-ovest della Francia gli agricoltori hanno dato fuoco alla sede dell’agenzia delle Entrate per aver perso la possibilità di esportare i loro prodotti in Russia. Hanno appiccato il fuoco usando pallet e pneumatici dopo versato  fuori dell’edificio il loro carico di verdure invendute, patate e carciofi. Hanno anche scaricato letame, hanno rotto porte e finestre e infine hanno dato fuoco a tutto.

“L’edificio è stato distrutto, la struttura crolla dentro,” ha detto il sindaco. “Questo è  segno che gli agricoltori sono ad un punto di grande angoscia. E’ spaventoso”. L’edificio che ospita la MSA è stato costruito due anni fa

Il fatto è avvenuto nella città di Morlaix, in Bretagna. Gli agricoltori hanno anche ostacolato i vigili del fuoco nelle operazioni per spegnere il rogo, in questo modo l’edificio è rimasto parzialmente distrutto. I manifestanti se ne sono andati alle tre del mattino

Il primo ministro francese Manuel Carlos Valls ha dichiarato che i responsabili dell’incendio doloso saranno puniti.

morlaix

Ops, l’italiano non è la lingua ufficiale in Italia

http://www.skuola.net/news/scuola/italiano-non-e-lingua-ufficiale-in-italia.html

Sarà un errore o una svista, ma l’italiano non è ancora la lingua ufficiale della nostra Repubblica. Dal ministro Giannini arriva la proposta di legge

Lorena Loiacono – 22 settembre 2014
l'italiano non è la lingua ufficiale della Repubblica italianaUna svista non da poco, quella sulla lingua italiana. Dopo appena 66 anni dalla pubblicazione della Costituzione italiana, l’italiano non è ancora la lingua ufficiale. Il tricolore è la bandiera degli italiani, per Costituzione, ma l’italiano non è la loro lingua.

Snobbata dalla Repubblica italiana, l’italiano è invece la lingua ufficiale della Repubblica di San Marino e dello Stato Città del Vaticano. Seppure nel 1999 la legge numero 482 del 15 dicembre dichiari nell’art.1 che l’italiano è la lingua ufficiale della Repubblica, questo particolare manca proprio nella Costituzione, fondamento della nostra legislazione: al Belpaese, patria di santi poeti e navigatori, manca quindi unalingua ufficiale. E allora, per andare incontro alle crisi di identità delle tante generazioni di studenti che per 66 anni hanno studiato l’importanza dell’italiano da Dante a Manzoni, scende in campo il ministro della pubblica istruzione, Stefania Giannini, con una proposta di legge ad hoc.

La ministra in realtà da oltre un anno sta cercando di far approvare il testo e, prima di lei, in tanti hanno percorso questa strada. Inutilmente. Il motivo non è dato sapere, resta il fatto che ad oggi gli italiani non hanno una lingua ufficiale. Peccato, visto che l’italiano è la lingua della poesia per antonomasia. In tutto il mondo, tranne che in Italia.

UFFICIALE…MA TRA LE MINORANZE – Una menzione della lingua italiana, riconosciuta come quella ufficiale della Repubblica, arriva solo nel 1999 con la Legge del 15 Dicembre, n. 482 che mette nero su bianco le “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”. Ed è lì che, all’articolo 1, si legge finalmente che “La lingua ufficiale della Repubblica è l’italiano” per poi seguire nell’articolo 2 con “La Repubblica, che valorizza il patrimonio linguistico e culturale della lingua italiana, promuove altresí la valorizzazione delle lingue e delle culture tutelate dalla presente legge”. L’ufficialità arriva dunque nel ’99 ma a latere di una legge rivolta a tutelare le minoranze linguistiche. Un paradosso tutto da sanare. Che ci riesca il ministro Giannini?