Povera Italia, anche la riscossione tributi finisce in mano agli stranieri

ma no è tutta colpa della Germania che ci sta mangiando…

mercoledì, 3, settembre, 2014

Il settore della riscossione dei tributi locali è uno dei settori “più redditizzi” per chi voglia fare business in Italia, ed è per questo che l’interesse dall’estero cresce sempre più. E’ notizia di oggi che Conset Partners Ltd, fondo di diritto inglese, starebbe trattando per l’acquisizione del 40% del capitale sociale di Serti, società per azioni con diverse agenzie in tutto il territorio italiano che riscuote tributi e imposte per diversi comuni.
La trattativa sarebbe a una svolta, e non c’è da stupirsi di questo interesse: il guadagno è “garantito” e nel breve periodo, complice la scadenza dell’ultima proroga dell’esclusiva concessa a Equitalia per il servizio relativo a oltre 4mila comuni, una nuova gara potrebbe assicurare nuovo “lavoro” alle tante aziende private che si occupano dell’accertamento e della riscossione delle tributi locali.
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Attali e il “poliamore” ai tempi della crisi

eccolo, un altro tecnico tanto amato dai paladini della democrazia (quel sistema che arricchisce banchieri, oligarchi ed affaristi) tanto filantropo come quell’angelo di Soros, tanto tanto democratico e devoto ai diritti umani tanto da sponsorizzare colpi di stato e primavere colorate…..
Come non si va a pensare ad esclusiva buona fede e buoni propositi da parte di tali soggetti?
Dopo genitore uno, due perché no tre o quattro cinque o sei e magari meglio un codice a barre che si fa prima.
Senza regole e senza morale, così come nel regno della finanza, sia anche linea guida per i sentimenti, tutti a buon mercato

26 August 2014

Credevo ci fossero  i polimeri, le fibre poliammidiche o il polipropilene quand’ecco venir avanti  un nuovo vocabolo: poliamore, un temine che sembra quasi un suo derivato chimico.  Heathcliff e Cathy in “Cime tempestose” e l’amore esclusivo che trascende e  travalica perfino la morte? Vecchie favole letterarie, secondo Jacques Attali,  l’economista di Mitterand cooptato anche da Sarkozy (ah, i tecnici bipartisan!). E perché mai il povero Werther avrebbe dovuto suicidarsi per Carlotta? Tanto c’è il “poliamore”  e avrebbe avuto modo di consolarsi. Idem  per Giulietta e Romeo.  Leggete un po’ l’intervista e fatevi qualche idea.

C’è la crisi, in molte famiglie non si  rimedia il pranzo con la cena, non c’è  lavoro e come è noto,  chi non lavora non mangia. I padri separati vanno mendicando un piatto caldo alla Caritas, a forza di pagare alimenti a moglie e figli.  In compenso questa raffinato cervellone ti piazza lì il poliamore, quale nuova droga del povero. E’ democrazia anche questa, Bellezza! Non lo sapevi?

La cosa sconcertante è che un economista-banchiere si interessi molto di quel che avviene nella vita sessuale e affettiva degli individui. Ma allora è vero che il progetto oligarchico punta alla manipolazione diretta dell’uomo e non è una paranoia complottista. Che je frega a un economista  uso a indagare su spread e PIL,  di  venir a ficcanasare in quel che fanno gli individui in camera da letto?

E’  evidente che chi detta legge in  ambito monetario,  si arroga pure il diritto di creare  tendenza in ogni ambito della vita umana.

Tanto spreco di intelletto per arrivare a non capire che durante i periodi di crisi gli individui hanno bisogno di “certezze” (anche affettive e amorose) e di coesione sociale, e che gli allegri baccanali e saturnali  proposti  da questo lunatico fuori di testa, hanno poco a che vedere con il fatto che in  primis ci si riempie la pancia e ci si mette un tetto sopra la testa. Risulta lampante che la “fibra polimerica” del Poliammmore è un’altra delle diaboliche  armi di distrazione di massa. D’ora in poi non si dirà mai più “il grande Amore della mia vita”, ma “il piccolo Poliamore dei miei brevi istanti” . Riporto per intero l’intervista con tanto dinessiecorsivoevidenziato in verde.

 Leonetta Bentivoglio per La Repubblica

 È possibile contare su una dimensione interiore dove il rapporto è “per sempre”? Affrancato dal dubbio, dalla contingenza e dalla fragilità? Insomma: esiste la fedeltà? Oppure, capovolgendo la prospettiva: esiste un’infedeltà accettabile e non subita? Libera dal timore che sia infranto un patto?

Il riferimento può applicarsi non solo a una persona. Si scelgono un ideale o un interesse o un luogo, come oggetti della nostra fedeltà. L’opposto è lo sfasamento traumatico fra la realtà e le aspettative personali, le norme che regolano il gioco e la loro rottura. Asimmetricità dolorosa nel territorio sensibile delle relazioni umane.

 Per smussare i rischi di questo campo minato dai sentimenti, sarà opportuno affrontare il discorso a partire dallo sguardo lucido e cattivo (non in accezione morale, ma per aritmetica perentorietà) di un celebre economista, Jacques Attali, già eminenza grigia di Mitterand (lo nominò come speciale consigliere all’epoca della sua presidenza della Repubblica) e in seguito rimasto sulla cresta dell’onda politica francese collaborando con Sarkozy.

 Stratega dei massimi gruppi economici del pianeta, Attali è un personaggio interessante e discusso per i suoi guizzi di originalità. Esperto di globalizzazione e macroeconomia, annovera tra le sue competenze una vasta conoscenza della storia della medicina e della storia ebraica (l’ultimo libro è il Dizionario innamorato dell’ebraismo , pubblicato da Fazi a fine 2013). Inoltre spicca, nella sua poliedrica bibliografia, una serie di provocanti analisi della coppia in termini sociali. Un suo volume del 2007, “Amori”.

 Storia del rapporto uomo donna (in Italia uscì nel 2008), esplora con passo sistematico le caratteristiche, in diverse epoche e culture, del legame amoroso: in senso sessuale o emotivo, platonico o erotico, imposto o spontaneo, religioso o laico, omosessuale o etero. Il saggio suscitò scandalo ipotizzando la fine della monogamia. In nome della nostra indagine sulla fedeltà, tocca a lui valutare, alla luce del presente, quanto fossero affidabili quelle previsioni.

«Un pronostico non è un augurio», attacca l’economista, «ma la segnalazione di un orientamento collettivo che si basa su dati concreti. Tutto converge nel suggerirci che, tra qualche decennio, la monogamia sarà un anacronismo (avete fatto di tutto perché le cose andassero così, cominciando con”la rivoluzione sessuale” di Reich). I processi descritti in “Amori” si stanno verificando. Lo prova per esempio l’evoluzione rapida del matrimonio omosessuale».

Cosa intende?

«Parlo della trasparenza (siamo alla glastnost  come aberrazione pornografica dei sentimenti). Capillare e inevitabile. Ogni cosa è esposta e visibile (giàche ci siamo rendiamola pure tracciabile). Ciò che un tempo era clandestino oggi non solo è socialmente accolto, ma stipulato da un contratto. Da tempo il poliamore è una prassi diffusa, benché non manifesta. È stato calcolato che più del dieci per cento dei bambini, in Occidente, sono nati da rapporti extraconiugali e crescono con un padre che non è il loro, pur pensando di esserlo. Nell’ottica trasparente, la fedeltà di tipo monogamico sarà considerata un’impostura e un residuo di consuetudini barbare (se è per questo,  più barbaro e tribale della poligamia e  della poliandria non c’è nulla. Parola di antropologi come Malinowski».

C’è invece una fedeltà poliamorosa? Sembra una contraddizione in termini.

«Il poliamore è compatibile con la fedeltà perché può esserci fedeltà anche nel mutamento, divenuto congenito: viviamo in una tirannia del consumo che ne ha fatto un precetto esistenziale. Possono imporci di votare oggi Berlusconi e domani Renzi, ma di stare per sessant’anni con la stessa persona? (buona idea: rendiamo marionette intercambiabili anche mariti, mogli, fidanzate e fidanzati)

 A che titolo si dovrebbero avere due case e due cellulari, e non più amori? (Appunto,  giusto ierisono andata  davanti al giudice a cambiare cellulare,  pardonmarito). Se tutti non cambiassero di continuo automobile ed elettrodomestici, l’economia crollerebbe (ah, brutto satanasso, finalmente l’hai detta: il cambio continuo e costante di partner serve a rilanciare il PIL). Nella libertà moderna si rivendica il diritto di non scegliere. Meglio: di scegliere un congiunto nell’istante, senza che ciò pregiudichi la scelta di un altro poco dopo (instant husband or instant wife: oh yeah!).

Quest’attitudine si farà sempre più accentuata, e la trasparenza porterà all’affermazione del diritto ad avere molti amori, omosessuali o eterosessuali, ma più spesso dettati dalla bisessualità, inclinazione che sta velocemente aumentando (o affiorando alla luce). In analogia col networking, ci sarà il netloving : un circuito amoroso nel quale si potranno avere relazioni simultanee e trasparenti con più individui, che a loro volta avranno molti partner». (ogni click un diverso amore, tra diversi ed uguali. E’ proprio vero che la vita è tutto un click).

La fedeltà resta comunque un valore reclamato con violenza nella coppia, come testimonia la cronaca nera quotidiana.

«Il femminicidio è un estremo sbocco reazionario (parola questa in grassetto, che è  come il  poliamore; cioè inventata da  voi, artisti della neolingua). Il poliamore rappresenterà la punta più avanzata delle società sviluppate, e il fatto che questa tendenza appaia oggi sempre più plausibile e ravvicinata produce un’esacerbazione dell’idea di fedeltà legata al matrimonio borghese. C’è chi si aggrappa angosciosamente a un passato in procinto di svanire.È come un film col suono in ritardo sull’immagine. Si glorifica con ferocia l’indissolubilità della coppia proprio perché questa è in stato d’emergenza. Ma l’evidenza del futuro resta il poliamore, da non confondere con la poligamia, che implica appartenenza. Nel poliamore invece nessuno apparterrà a nessuno. Le donne, tuttavia, remeranno contro». (Evviva! siamo all’eliminazione della proprietà , delle case, dei beni, dei risparmi,  degli amori per tornare  alle case promiscue con  stanze senza porte come durante il Bolscevismo)

Perché lo pensa?

«Perché, mentre assistiamo al martirio delle donne, monta l’ostilità delle femmine verso i maschi. Basta vedere come vengono trattati i mariti nei divorzi, sia dal punto di vista economico sia nella brutale determinazione al controllo esclusivo della prole. Inoltre il cosiddetto sesso debole guarda al tema della fedeltà o infedeltà maschile da un punto di vista sempre reazionario (ma non dovevate emancipare le donne e renderle tutte femministe, quotarosate e rivoluzionarieOra improvvisamente sonodiventate  tutte “reazionarie“?). La fedeltà monogamica è economicamente utile alle donne in quanto le garantisce».

Non è piuttosto un principio necessario alla stabilità sociale?

«No. Penso  che si vada verso la poligenitorialità (ecco un altro bel termine orwelliano,  scaturito dalla sua mente perversainvece di figli di madre e di padre si dirà “figlio di Uno, Nessuno, Centomila), fondata sull’avvicendarsi di madri e padri, un po’ come già accade parzialmente nelle odierne famiglie allargate. I figli saranno allevati da un unico genitore o da altre coppie, e i genitori biologici potranno condividere le responsabilità educative con i nuovi compagni e con gli ex, con gli ex degli ex e con estranei. Tutto si muove in tale direzione, comprese la pratiche di procreazione assistita, che condurranno a separare sempre più la riproduzione dalla sessualità e dall’amore» (cioè figli di  fredda provetta).

Vede allontanarsi tra loro anche le sfere di amore e sesso?

«A lungo termine sì. O a breve. Osservi i giovani: vige una sessualità svincolata dall’amore e legata all’amicizia. In Italia so che si parla di “scopamìci” (curioso che per meglio suffragare le sue tesi, citi idiozie internettiane infiltrate  per l’uopo proprio da quelli come lui).  D’altro canto conosco amori incrollabili dove non c’è sesso. I matrimoni bianchi. Numerosissimi».

È lecito supporre che esisterà sempre chi accorpa le diverse funzioni?

«Nella libertà del poliamore ci sarà anche quest’opzione». (ma sì, famolo strano, polivalente e polifunzionale con tanto di poligenitorialità !)

  http://www.repubblica.it/cultura/2014/08/19/news/attali_e_la_coppia_ai_tempi_del_consumismo_addio_monogamia_benvenuto_poliamore_-94065343/ attraverso

http://sauraplesio.blogspot.com/2014/08/attali-e-il-poliamore-ai-tempi-della.html

UNGHERIA CREA UNA HOLDING “NO PROOFIT” (gas, luce, trasporti, riscaldamento)

ma come? Il cattivo despota Orban taglia la bolletta alla gente?? Ma uno che manda a quel paese il FMI può essere solo un dittatore spietato, come ci insegna la società civile politically correct…che tanto ama i tecnocrati banchieri che sono tanto responsabili
Orban uno statalista che osa ostacolare il mercato….si capisce perché Orban sia detestato dai moralmente superiori (e naturalmente orban è il mostro che calpesta i diritti umani….si dimenticano di precisare che per diritti umani intendono quelli riservati a sciacalli e speculatori)

 Mentre l’Italia privatizza e la Francia assegna il ministero delle finanze alla banca Rothschild…a Budapest diminuiscono le tariffe –

 Il presidente dell’Ungheria – lui sì, eletto – Viktor Orbán ha creato una holding statale per la gestione unificata di tutte le utilities: luce, gas, trasporti pubblici, riscaldamento abitativo, e altri servizi minori. Quindi, mentre è previsto anche un nuovo taglio alle bollette – notizia dentro la notizia della nascita della Holding pubblica per i servizi fondamentali ai cittadini –  il governo ungherese si prepara a far confluire tutte le utilities in un’unica holding non profit. L’ufficio del primo ministro fa sapere che Viktor Orbán ha già

incaricato un gruppo di lavoro – cui partecipano anche dai ministri di giustizia, sviluppo e degli interni – alla preparazione dell’unione delle compagnie statali di elettricità, gas e riscaldamento centralizzato.

I diritti di proprietà e i poteri regolatori sull’holding saranno esercitato dal responsabile dell’ufficio del primo ministro.

 Entro il 15 settembre prossimo, sarà pronta la proposta completa dei necessari cambiamenti legali da effettuare per costituire la holding.

 Inoltre, un nuovo taglio alle bollette, dopo quelli del 20 e del 10% consecutivi effettuati negli ultimi otto mesi, è in agenda già a partire dal 1° settembre.

 La riduzione per l’elettricità sarà del 5,7% secondo quanto anticipato da Szilard Nemeth, sindaco di uno dei comuni di Budapest (Csepel) con incarico governativo per il taglio dei costi delle utilities.

 Tagli per le altre utenze sarebbero previsti, ha aggiunto Nemeth, anche a beneficio delle aziende.

  Tutto ciò può accadere perchè Orbàn prima ha cacciato dall’Ungheria l’FMI, poi ha ripreso il controllo della Banca Centrale ugherese dopo aver cacciato anche la BCE, e quindi è in grado di poter governare con accortezza la valuta – sovrana – del suo Paese. Da non scordare che oltre a questi tagli sostanziali delle bollette dei servizi, il governo Orbàn ha anche aumentato le pensioni,migliorando di molto il tenore di vita degli anziani ungheresi.

  In Italia invece, per colpa della folle quanto sciagurata adesione all’euro, la Banca d’Italia non emette valuta, è impossibile qualsivoglia politica valutaria e per conseguenza il Paese è caduto nella più granda catastrofe della sua storia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

 fonte: ilNord

http://selvasorg.blogspot.it/2014/08/ungheria-crea-una-holding-no-proofit.html#more

IL GRANDE VOLTAFACCIA SAUDITA

02 SET 2014

Militantes-del-ISIS

di Thierry Meyssan

 Sebbene da 35 anni sostenga tutti i movimenti jihadisti fino ai più estremisti, l’Arabia Saudita sembra improvvisamente cambiare politica. Minacciata nella sua stessa esistenza da un possibile attacco dell’Emirato Islamico, Riyad ha dato il segnale per la distruzione dell’organizzazione. Ma contrariamente alle apparenze, l’Emirato Islamico rimane sostenuto da Turchia e Israele, che mettono in commercio il petrolio da esso saccheggiato.  –

Su questa fotografia  (in basso) diffusa dall’Emirato islamico, si nota uno dei suoi combattenti armato di un Famas francese mentre Parigi nega qualsiasi contatto con questa organizzazione. In realtà, la Francia ha armato l’Esercito Siriano Libero con l’istruzione di riversare i due terzi del suo materiale al Fronte Al-Nusra (cioè ad Al-Qai’da in Siria), così come è attestato da un documento fornito dalla Siria al Consiglio di sicurezza dell’Onu. In seguito varie unità di Al-Nusra si sono radunate con le loro armi all’Emirato islamico. Inoltre, contrariamente alle dichiarazioni ufficiali, il comandante dell’Emirato islamico, l’attuale califfo Ibrahim, cumulava le sue funzioni con quelle di membro dello stato maggiore dell’esercito Siriano Libero –

aaaa

Premessa: l’Emirato Islamico è una creazione occidentale

L’unanimità del Consiglio di Sicurezza dell’ONU contro l’Emirato Islamico (EI) e l’approvazione della risoluzione 2170 sono soltanto un atteggiamento di facciata. Non possono far dimenticare il sostegno statuale di cui l’EI ha beneficiato e del quale beneficia ancora.

Si prendano ad esempio i recenti avvenimenti in Iraq: tutti hanno potuto osservare che i combattenti dell’EI sono entrati nel Paese a bordo di colonne di Humvee nuovi fiammanti, usciti direttamente dalle fabbriche statunitensi della American Motors, e armati di materiali ucraini, altrettanto nuovi. È con questo equipaggiamento che si sono impadroniti delle armi statunitensi dell’Esercito iracheno.

Allo stesso modo, tutti si sono meravigliati per la disponibilità, da parte dell’EI, di amministratori civili in grado di prendere subito in mano la gestione dei territori conquistati, nonché di specialisti della comunicazione abili nel promuovere la sua azione su internet e in televisione; ovvero di personale chiaramente formato a Fort Bragg.

Nonostante la censura statunitense ne abbia proibito qualsiasi citazione, sappiamo dall’agenzia di stampa britannica Reuters che una seduta segreta del Congresso ha votato, nel gennaio 2014, il finanziamento e l’armamento dell’Esercito Siriano Libero (ESL), del Fronte Islamico , del Fronte Al-Nusra e dell’Emirato Islamico fino al 30 Settembre 2014 [1].

Qualche giorno dopo, Al-Arabiya si vantava del fatto che il principe Abdul Rahman fosse il vero leader dell’Emirato Islamico. [2]

Poi, il 6 febbraio, il segretario alla Sicurezza della Patria degli Stati Uniti ha riunito i principali ministri dell’Interno europei in Polonia, per chiedere loro di tenere gli jihadisti europei nel Levante, vietando loro il rientro nei paesi di origine, in modo che l’EI fosse abbastanza numeroso da poter attaccare l’Iraq [3].

Infine, a metà febbraio, un seminario di due giorni ha riunito presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti i capi dei servizi segreti alleati coinvolti in Siria, sicuramente per preparare l’offensiva dell’EI in Iraq. [4]

(cfr Reportage di agosto 2012 sul fanatismo religioso della presunta “opposizione democratica”)

È davvero assai sconvolgente osservare i media internazionali denunciare improvvisamente i crimini degli jihadisti quando invece questi si susseguono senza interruzione da tre anni. Non c’è nulla di nuovo negli sgozzamenti pubblici e nelle crocifissioni: per esempio, l’Emirato Islamico di Baba Amr, nel febbraio 2012, si era dato un “tribunale religioso” che ha condannato a morte per decapitazione più di 150 persone senza che né in Occidente né alle Nazioni Unite ci sia stata alcuna reazione [5].

Nel maggio 2013, il comandante della Brigata Al-Farouk dell’Esercito Siriano Libero (i famosi “moderati”) ha trasmesso un video in cui decapitava un soldato siriano e mangiava il suo cuore. All’epoca, gli occidentali insistevano a presentare questi jihadisti come “oppositori moderati”, ma disperati, in lotta per la “democrazia”. La BBC ha dato persino la parola al cannibale perché si giustificasse.

Non c’è alcun dubbio che la differenza stabilita da Laurent Fabius tra jihadisti “moderati” (Esercito Siriano Libero e il Fronte Al-Nusra, cioè Al-Qai’da, fino all’inizio del 2013) e jihadisti “estremisti “(Fronte Al-Nusra dal 2013 e EI) sia un mero artificio di comunicazione. Il caso del califfo Ibrahim è illuminante: nel maggio 2013, durante la visita di John McCain all’ESL, era definito sia membro dello stato maggiore “moderato”, sia leader della fazione “estremista” [6].

Allo stesso identico modo, una lettera del generale Salim Idriss, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Siriano Libero, datata 17 gennaio 2014, attesta che la Francia e la Turchia hanno consegnato munizioni per un terzo all’Esercito Siriano Libero e per due terzi ad Al-Qai’da tramite lo stesso ESL. L’autenticità di questo documento, presentato dall’ambasciatore siriano Bashar Jaafari al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, non è stata contestata dalla delegazione francese. [7]

John McCain e il quartier generale dell’Esercito Siriano Libero. In primo piano a sinistra, Ibrahim al-Badri, con il quale il senatore sta parlando. Subito dopo, il brigadier generale Salim Idris (con gli occhiali).

Detto questo, è chiaro che l’atteggiamento di alcune potenze della NATO e del Consiglio di Cooperazione del Golfo è cambiato nel mese di agosto 2014 per passare da un sostegno segreto, massiccio e costante, a un’aperta ostilità. Perché?    (Nella foto in basso ) – John McCain e il quartier generale dell’Esercito Siriano Libero. In primo piano a sinistra, Ibrahim al-Badri, con il quale il senatore sta parlando. Subito dopo, il brigadier generale Salim Idris (con gli occhiali).

bbbbb

La dottrina dello jihadismo di Brzezinki

Qui dobbiamo tornare indietro di 35 anni per capire l’importanza del voltafaccia che l’Arabia Saudita – e forse gli Stati Uniti – stanno compiendo. Dal 1979, Washington, su iniziativa del Consigliere per la Sicurezza Nazionale Zbigniew Brzezinski, ha deciso di sostenere l’Islam politico contro l’influenza sovietica, rinnovando la politica adottata in Egitto a sostegno dei Fratelli Mussulmani contro Gamal Abdel Nasser.

Brzezinski decise all’epoca di lanciare una vasta “rivoluzione islamica” dall’Afghanistan (allora governato dal regime comunista di Muhammad Taraki) e dall’Iran (dove lui stesso organizzò il ritorno del’Imam Ruhollah Khomeini). Successivamente, questa rivoluzione islamica doveva propagarsi nel mondo arabo e portare con sé i movimenti nazionalisti associati con l’URSS.

L’operazione in Afghanistan fu un successo insperato: gli jihadisti della Lega anti-comunista mondiale (WACL) [8], reclutati in seno ai Fratelli Mussulmani e guidati dal miliardario anticomunista Osama bin Laden, lanciarono una campagna terroristica che portò il governo a fare appello ai sovietici. L’Armata Rossa entrò in Afghanistan e lì si impantanò per cinque anni, accelerando la caduta dell’URSS.

L’operazione in Iran fu al contrario un disastro: Brzezinski constatò meravigliato che Khomeini non era l’uomo che gli avevano dipinto – un vecchio ayatollah intento a recuperare le sue proprietà fondiarie confiscate dallo Scià – bensì un vero e proprio anti-imperialista. Considerando un po’ troppo tardi che la parola “islamista” non aveva affatto lo stesso significato per gli uni e per gli altri, decise di distinguere i buoni sunniti (collaborativi) dai cattivi sciiti (anti-imperialisti) e affidare la gestione dei primi all’Arabia Saudita.

Infine, considerando il rinnovamento dell’alleanza tra Washington e i Sauditi, il presidente Carter annunciò, nel suo discorso sullo Stato dell’Unione del 23 gennaio 1980, che ormai l’accesso al petrolio del Golfo era un obiettivo di sicurezza nazionale statunitense.

Da allora, gli jihadisti sono stati accusati di tutti i brutti tiri contro i sovietici (poi i russi) e contro i regimi arabi nazionalisti o recalcitranti. Il periodo compreso tra l’accusa lanciata contro gli jihadisti di aver fomentato e realizzato gli attentati dell’11 settembre fino all’annuncio della presunta morte di Osama bin Laden in Pakistan (ovvero il periodo dal 2001 al 2011) ha complicato ulteriormente le cose.

Si trattava allo stesso tempo di negare qualsiasi relazione con gli jihadisti e di utilizzarli come pretesto per degli interventi. Le cose sono diventate nuovamente chiare nel 2011, con la collaborazione ufficiale tra gli jihadisti e la NATO in Libia e in Siria.

La virata saudita dell’agosto 2014

Per 35 anni l’Arabia Saudita ha finanziato e armato tutte le correnti politiche mussulmane dal momento che (1) erano sunniti, (2) dichiaravano il modello economico degli Stati Uniti compatibile con l’Islam e (3 ), nel caso in cui il loro paese avesse sottoscritto un accordo con Israele, essi non lo avrebbero messo in discussione.

Per 35 anni, la stragrande maggioranza dei sunniti ha chiuso gli occhi sulla collusione tra jihadisti e imperialismo. Ha espresso solidarietà per tutto quello che gli jihadisti hanno fatto e per tutto quello che è stato loro attribuito. Infine, ha legittimato il wahabismo come una forma autentica dell’Islam, nonostante la distruzione di luoghi santi in Arabia Saudita.

Osservando con sorpresa la “primavera araba”, alla preparazione della quale non era stata invitata, l’Arabia Saudita si preoccupò per il ruolo accordato da Washington al Qatar e ai Fratelli Mussulmani. Riyad entrò presto in competizione con Doha per sponsorizzare gli jihadisti in Libia e soprattutto in Siria.

Anche il re Abdullah salvò l’economia egiziana quando, divenuto presidente dell’Egitto il generale Abdel Fattah al-Sisi, gli trasmise esattamente come agli Emirati Arabi la copia completa dei dossiers di polizia sui Fratelli Mussulmani. Tuttavia, nel contesto della lotta contro la Fratellanza, il generale Al-Sisi scoprì e trasmise nel febbraio 2014 il piano dettagliato dei Fratelli per impadronirsi del potere a Riyad e Abu Dhabi. In pochi giorni i congiurati furono arrestati e confessarono, mentre l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti minacciavano il Qatar, sponsor dei Fratelli, di distruggerlo se non avesse lasciato immediatamente la Fratellanza.

Riyad non ha tardato a scoprire che anche l’Emirato Islamico era corrotto e si apprestava ad attaccarlo dopo aver occupato un terzo dell’Iraq.

Il catenaccio ideologico pazientemente costruito per 35 anni è stato polverizzato dagli Emirati Arabi Uniti e dall’Egitto. L’11 agosto il grande imam dell’università di Al-Azhar, Ahmad al-Tayyeb, ha severamente condannato l’Emirato Islamico e Al-Qa’ida. Gli ha fatto eco il giorno dopo il Gran Mufti d’Egitto, Shawki Allam [9]

Il 18 agosto e poi di nuovo il 22, Abu Dhabi ha bombardato, con l’assistenza del Cairo, dei terroristi a Tripoli (Libia). Per la prima volta, due Stati sunniti si sono alleati per attaccare degli estremisti sunniti in uno Stato terzo sunnita. Il loro bersaglio non era altro che un’alleanza comprendente Abdelhakim Belhaj, l’ex numero tre di Al-Qa’ida nominato governatore militare di Tripoli dalla NATO [10].

Sembra che questa azione sia stata intrapresa senza informare preventivamente Washington.

Il 19 agosto, il Gran Muftì dell’Arabia Saudita, lo sceicco Abdul-Aziz Al al-Sheikh, si è deciso – finalmente – a qualificare gli jihadisti dell’Emirato Islamico e di Al-Qa’ida come “nemico numero uno dell’Islam” [11].

Le conseguenze del voltafaccia saudita

Il voltafaccia dell’Arabia Saudita è stato così rapido che gli attori regionali non hanno avuto il tempo di adattarsi e si trovano quindi in posizioni contraddittorie a seconda dei dossier aperti. In linea di massima, gli alleati di Washington condannano l’Emirato Islamico in Iraq, ma non ancora in Siria.

Più sorprendente ancora è l’evidenza del fatto che, mentre il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha condannato l’Emirato Islamico nella propria dichiarazione presidenziale del 28 luglio e nella propria risoluzione 2170 del 15 agosto, l’organizzazione jihadista continua a disporre di sostegni da parte di entità statuali: in violazione dei principi richiamati o emanati da quei testi, il petrolio iracheno saccheggiato dall’EI passa attraverso la Turchia. Esso viene caricato nel porto di Ceyhan su petroliere che fanno scalo in Israele e poi ripartono verso l’Europa. Per ora i nomi delle società finanziatrici non sono chiari, ma la responsabilità della Turchia e di Israele è evidente.

Da parte sua, il Qatar, che continua ad ospitare numerose personalità dei Fratelli Mussulmani, nega di sostenere ancora l’Emirato Islamico.

Riunione dei Ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Qatar a Gedda, il 24 agosto 2014, per affrontare l’Emirato Islamico. La Giordania era rappresentata in questo vertice.

In occasione delle conferenze stampa congiunte, i ministri degli esteri russo e siriano, Sergey Lavrov e Walid Moallem, hanno lanciato un appello per costituire una coalizione internazionale contro il terrorismo. Ciò nonostante gli Stati Uniti, mentre preparavano operazioni di terra in territorio siriano con i britannici (la “Forza di intervento nera” [12]), hanno rifiutato di allearsi con la Repubblica Araba Siriana e insistono nell’esigere le dimissioni del presidente eletto Bashar al-Assad.

Lo scontro che ha appena messo fine a 35 anni di politica saudita si trasforma in confronto tra Riyad e Ankara. Già ora, il partito curdo turco e siriano, il PKK, che è ancora considerato da Washington e Bruxelles come un’organizzazione terroristica, è sostenuto dal Pentagono contro l’Emirato Islamico. In effetti, e contrariamente alle presentazioni fuorvianti della stampa atlantista, sono proprio i combattenti del PKK turchi e siriani, e non i peshmerga iracheni del Governo locale del Kurdistan, ad aver respinto l’Emirato Islamico nei giorni scorsi, con l’aiuto dell’aviazione statunitense.

Conclusione provvisoria

È difficile sapere se la situazione attuale sia una messa in scena oppure la realtà. Gli Stati Uniti hanno davvero intenzione di distruggere l’Emirato Islamico che essi stessi hanno formato e che sarebbe loro sfuggito di mano, oppure intendono semplicemente indebolirlo e tenerselo come strumento politico regionale? Ankara e Tel Aviv sostengono l’EI per conto di Washington o contro Washington? Oppure giocano su dissensi interni agli Stati Uniti? I Sauditi arriveranno, per salvare la monarchia, fino ad allearsi con l’Iran e la Siria abbattendo il dispositivo di protezione di Israele?

Thierry Meyssan

Traduzione

Luisa Martini

Fonte: Voltairenet

1] “Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato segretamente l’invio di armi in Siria”, Rete Voltaire, 3 febbraio 2014.

[2] “L’EIIL è controllato dal principe Abdul Rahman”, Rete Voltaire, 7 febbraio 2014.

[3] “La Siria diventa ’questione di sicurezza interna’ per Stati Uniti e Unione europea”, Rete Voltaire, 9 febbraio 2014.

[4] “Washington coordina la guerra segreta contro la Siria”, Rete Voltaire, 24 febbraio 2014.

[5] «The Burial Brigade of Homs: An Executioner for Syria’s Rebels Tells His Story», di Ulrike Putz, Der Spiegel, 29 Marzo 2012.

[6] “John McCain, maestro concertatore della ’primavera araba’, e il Califfo”, di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 18 Agosto 2014.

[7] «Résolution 2165 et débats (aide humanitaire en Syrie)», Réseau Voltaire, 14 Luglio 2014.

[8] «La Ligue anti-communiste mondiale, une internationale du crime», di Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 12 maggio 2004.

[9] “Grand Mufti Egitto condanna azioni Stato islamico, danneggia Islam e musulmani,” Adn Kronos, 12 agosto 2014.

[10] “Come al-Qaida è arrivata al potere a Tripoli”, di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 7 settembre 2011.

[11] «Déclaration du mufti du Royaume sur l’extrémisme», Agence de presse saoudienne, 19 agosto 2014.

[12] “SAS and US special forces forming hunter killer unit to ’smash Islamic State’”, di Aaron Sharp, The Sunday People (The Mirror), 23 Agosto 2014.

http://www.controinformazione.info/il-grande-voltafaccia-saudita/

L’ebola arriva anche in Senegal. Lorenzin: “non si trasmette facilmente”

ma sta qua lo fa per divertirsi a giocare con la vita altrui????? I paesi africani che han chiuso le frontiere e non vogliono cittadini provenienti da altri paesi africani (son razzisti anche loro????) lo han fatto così, per sport? Ed in Senegal come ci è arrivata l’ebola?????????? Irresponsabile criminale Lorenzin. Ma è una donna allora ha ragione a prescindere

domenica, 31, agosto, 2014

 
 SI ALLARGA L’EPIDEMIA DI EBOLA – Un primo malato di Ebola è stato identificato in Senegal. Si tratta di un giovane della Guinea che è stato messo in quarantena. Lo ha annunciato il ministro della salute, Awa Marie Coll Seck, a Dakar.
Lorenzin – “In Africa l’epidemia di ebola si sta espandendo perche’ mancano interventi coordinati di igiene pubblica nel luogo. E’ importante intervenire in Africa perche’ quello sta avvenendo e’ una tragedia immensa che deve essere fermata”.
Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, intervistata da sky tg24. La comunita’ europea si sta comunque attivando per fronteggiare questa emergenza sanitaria: “Il timore e’ che propri operatori sanitari che vanno li’ poi si ammalino. Ne parleremo il 15 settembre nella riunione regionale Oms, il 22 settembre nell’ambito del semestre europeo e il 26 a Washington. L’Italia – ha garantito il ministro – ha comunque attivato un’azione di allerta soprattutto sui voli aerei internazionali. La vigilanza e’ costante. E il nostro paese ha un sistema di organizzazione sanitaria tra i migliori nel mondo: lo Spallanzani, ad esempio, e’ presente in Africa ed e’ in grado di ospitare i malati in isolamento assoluto”.
“L’ebola e’ una malattia orrenda che, pero’, non si trasmette facilmente. Quindi voglio dire ai cittadini che vanno all’estero in quei paesi dell’Africa dove c’e’ l’epidemia che e’ sufficiente adottare quelle accortezze normali previste dal protocollo sanitario per non correre rischi”. Lo ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenuta a Sky tg24.
OMS: PIU’ DI 120 DECESSI TRA PERSONALE MEDICO – L’epidemia da virus di Ebola in Africa occidentale è “senza precedenti” anche per l’alta percentuale di medici, infermieri e altri operatori sanitari colpiti: ad oggi, più di 240 operatori sanitari hanno sviluppato la malattia in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone, e più di 120 ne sono morti,
http://www.imolaoggi.it/2014/08/31/lebola-arriva-anche-in-senegal-lorenzin-non-si-trasmette-facilmente/

Canone Rai con le bollette: un prelievo su tutte le utenze familiari

unica legge in Italia: taglieggiare per i saltimbanco della tv di stato che fa anche pubblicità

mercoledì, 3, settembre, 2014

Affaritaliani.it svela in esclusiva il piano segreto del premier Renzi. Fonti politiche autorevoli e attendibili non hanno dubbi: il canone Rai verrà abolito e sarà sostituito con un prelievo su tutte le utenze elettriche familiari, per un importo complessivo pari alla metà dell’attuale canone. Se una famiglia non ha la tv può autocertificare la circostanza, venendo automaticamente esentata dal pagamento. Ma, ovviamente, saranno approntati dei controlli che si concentreranno proprio sugli “auto-certificatori”.

L’entità delle eventuali sanzioni è ancora al vaglio di Renzi e dei suoi, così come ancora tutto da decidere la modalità di pagamento: in un’unica rata o ogni mese? Se davvero Renzi riuscisse nell’impresa di eliminare quasi completamente l’evasione del canone (che oggi non viene pagato da circa il 50% degli italiani) riuscirebbe in un’autentica impresa, dopo che per decenni governi di diverso colore hanno provato senza successo ad arginare il fenomeno. E allora sì che potrebbe concedersi un gelato come premio.

Isis minaccia di scatenare una guerra in Cecenia e altre province della Russia

3 sett 2014–

I media russi informano che i militanti dello Stato islamico, in un video pubblicato online, hanno minacciato di iniziare una guerra in Cecenia e in altre province a maggioranza musulmana nella zona del Caucaso e in altre province della Russia.
I media russi dicono che il video, con una traduzione in russo, è stato pubblicato da un canale satellitare pan-arabo, TV channel Al-Arabiya
Il Canale NTV Russia, nella sua relazione, ha incluso un estratto dal video in cui compare  un militante che parla dalla cabina di pilotaggio di un jet da combattimento, in una pista di atterraggio militare sequestrata nel nord della Siria. Il rapporto NTV dice che i militanti hanno in programma di “liberare” Cecenia e Caucaso “con la misericordia di Dio”.
I militanti inoltre, secondo quanto riferito, hanno minacciato di iniziare a utilizzare i jets nei loro attacchi aerei.
http://www.imolaoggi.it/2014/09/03/isis-minaccia-di-scatenare-una-guerra-in-cecenia-e-altre-province-della-russia/

Ucraina: embargo russo su alimenti costrebbe a Ue 5 miliardi l’anno

http://italian.irib.ir/notizie/economia/item/167534

Ucraina: embargo russo su alimenti costrebbe a Ue 5 miliardi l'anno

BRUXELLES – L’embargo da parte della Russia sui beni alimentari importati dall’Europa, in risposta alle sanzioni contro Mosca sulla crisi ucraina, potrebbe costare all’Unione europea 5 miliardi di euro all’anno, secondo un documento interno della Ue visto da Reuters.

“Nel complesso, le restrizioni temporanee attualmente applicate dalla Russia mettono a rischio potenzialmente un valore commerciale di 5 miliardi di euro”, dice il documento, presentato oggi ai commissari europei. I ministro europei dell’Agricoltura si riuniranno venerdì a Bruxelles per discutere la risposta all’embargo russo annunciato ad agosto.

Riccione: ancora bloccata dal Sindaco la Trc

Il Sindaco di Riccione non autorizza l’apertura dei cantieri per la realizzazione del Trc. Tutto rimandato al 10 ottobre, dopo la sentenza del Tar.

di Leonardo Capella

Il sindaco di Riccione Renata Tosi blocca ancora i cantieri per la realizzazione del TRC (Trasporto Rapido Costiero). Questa volta il Sindaco l’azione è mirata a tutelare dalle ruspe la cittadina turistica nei giorni in cui è previsto il Moto Gp e il Premio Ilaria Alpi.

Tutela che la Tosi giustifica con queste parole: “Questa stagione è stata molto difficile per il settore turistico, il maltempo che ha rovinato l’estate e bisogna recuperare”. Il Sindaco ha conseguentemente negato al consorzio Agenzia Mobilità di Rimini l’autorizzazione a procedere con i lavori che avrebbero portato disagi a quanti hanno scelto come meta turistica la Perla Verde della riviera romagnola.

Il blocco dei cantieri impone così di fatto un ulteriore ritardo a quest’opera molto chiacchierata e contestata dai cittadini. I cantieri dovrebbe restare fermi, promette il Sindaco, in attesa del pronunciamento da parte del Tar, interpellato dal comune di Riccione in merito alla sospensione urgente del progetto. Lo scopo del ricorso al Tribunale era quello di tutelare la stagione turistica dei disagi legati alla realizzazione dell’opera.

Il Tribunale Amministrativo ha rigettato la motivazione d’urgenza ma ha accolto la richiesta di merito. Di conseguenza prenderà in esame la richiesta fatta da Riccione il 10 ottobre prossimo. Sino ad allora Tosi si è dichiarata intenzionata a non autorizzare l’apertura dei cantieri. Sempre ferma nelle proprie convinzioni, la Tosi ha come obiettivo principale quello di far cancellare definitivamente quest’opera. Convinzioni che già gli sono valse, l’agosto passato, un avviso di garanzia per abuso d’ufficio e interruzione di pubblico servizio.

L.C. 2.9.14

Comunicato Stampa Presidio Europa

Nel Decreto Sblocca Italia è stata cancellata la nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Anche nel sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la linea è scomparsa

Comunicato Stampa

1 settembre 2014
MATTEO RENZI, PRIMA DEL GELATO:
LA TORINO-LIONE E’ UN’OPERA INUTILE!

E il Consiglio dei Ministri di venerdì 29 agosto cancella la Torino – Lione

Il Consiglio dei Ministri riunitosi venerdì 29 agosto alle ore 16.30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi ha approvato il Decreto Sblocca Italia[1].
Nel Decreto è stata cancellata la nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Anche nel sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la linea è scomparsa[2].
Questa sbalorditiva decisione sembra fare riferimento al pensiero di Matteo Renzi qui riportato ed estratto dal suo libro  Oltre la rottamazione, edito da  Mondadori.
“Altro luogo comune: per creare posti di lavoro è necessario inventasi l’ennesima grande opera. Le grandi opere sono state utili, per carità, talvolta anche solo per il loro valore simbolico. L’Autostrada del Sole è il simbolo della ripartenza dell’Italia. L’Alta velocità Torino-Salerno, in attesa di raggiungere Bari, è una metropolitana nazionale che sta cambiando le abitudini del Paese. Ma le grandi opere non sono né un bene né un male in sé. Dipende da dove sono, quanto costano, quanto servono. Lo so che esprimere un concetto del genere è banale. Ma forse dobbiamo ritornare alla logica ferrea delle cose semplici. Non esiste il partito delle grandi opere. Non credo a quei movimenti di protesta che considerano dannose iniziative come la Torino-Lione. Per me è quasi peggio: non sono dannose, sono inutili. Sono soldi impiegati male. Questo, naturalmente, non giustifica l’atteggiamento allucinante e folle di chi aggredisce le forze dell’ordine: dove c’è un carabiniere aggredito, un poliziotto aggredito, un finanziere aggredito, io dico che, pasolinianamente, sto dalla loro parte. Ma un giudizio netto e fermo su ogni forma di violenza non cancella il giudizio politico sulla TAV, che non è dannosa. Rischia semplicemente di essere un investimento fuori scala e fuori tempo. Prima lo Stato uscirà dalla logica ciclopica delle grandi infrastrutture e si concentrerà sulla manutenzione delle scuole e delle strade, più facile sarà per noi riavvicinare i cittadini alle istituzioni. E anche, en passant, creare posti di lavoro più stabili.

SE MATTEO RENZI DECIDERA’ NEI PROSSIMI GIORNI DI VISITARE IL CANTIERE DELLA GALLERIA GEOGNOSTICA DE LA MADDALENA , NON DIMENTICHI AL RITORNO DI PASSARE DA SUSA A PRENDERE UN GELATO !
FORSE GLI VERRA’ VOGLIA DI INCONTRARE I CITTADINI CHE DA 25 ANNI SI OPPONGONO ALLA TORINO-LIONE E AI QUALI CERTAMENTE PENSAVA SCRIVENDO LE RIGHE DI CUI SOPRA.

1 settembre 2014

Presidio Europa

Presidioeuropa.net