Preoccupazioni sulla Città Metropolitana di Torino

di Leonardo Capella

La Città Metropolitana è il nuovo ente che di fatto sostituisce nel nostro territorio la Provincia di Torino. Questa nuova entità unisce 315 comuni, dalle grandi città al piccolo paesino di montagna creando un amalgama di circa 2,2 milioni di abitanti. 

La Città Metropolitana prevede come organismi di funzionamento un Sindaco metropolitano, un Consiglio metropolitano e una Conferenza metropolitana. Tutto molto simile alla decaduta Provincia, vi è però un sostanziale cambiamento ovvero l’elezione degli organismi del nuovo ente non riguarderanno direttamente i cittadini, sono infatti elezioni di secondo livello ovvero il corpo elettorale è composta da eletti e non da cittadini. 

Il Sindaco metropolitano è individuato per legge nel Sindaco della Città capoluogo, per noi il sindaco di Torino Piero Fassino. Il Consiglio metropolitano sarà composto da 18 Consiglieri da eleggere fra i Sindaci e Consiglieri Comunali oggi in carica. A scegliere il Consiglio saranno i 3820 Sindaci e Consiglieri Comunali in carica alla data delle elezioni che è stata fissata per il 12 ottobre. La Conferenza Metropolitana sarà composta dai 314 Sindaci dei comuni del territorio.

La Città Metropolitana  sarà pienamente operativa dal 1° gennaio 2015, così come previsto dal Governo con la riforma Delrio varata nel mese di aprile.

Le finalità istituzionali del nuovo ente sono: cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano; promozione e gestione  integrata  dei  servizi,  delle infrastrutture e delle  reti  di  comunicazione  di  interesse  della città metropolitana; cura delle relazioni istituzionali afferenti al proprio livello,  ivi  comprese  quelle  con  le  città  e  le  aree metropolitane europee.

Vi sono però diverse incognite legate alla Città Metropolitana, la più evidente riguarda la forte preoccupazione dei piccoli Comuni che si ritengono marginalizzati a favore delle grandi aree urbane. Preoccupazione sempre più credibile vista la difficoltà per ogni territorio di avere una sua rappresentanza, quindi di poter contare, allo scopo di far valere le proprie ragioni. La legge infatti prevede che il 12 ottobre, quando sarà l’ora di votare, la scelta di uno dei 40 consiglieri comunali di Torino varrà 200 volte più di quella di un consigliere di uno dei 205 comuni (su 315) con meno di 3 mila abitanti. Verrà applicato, come richiesto dalla normativa, il criterio di ponderazione in base alla fascia demografica del comune in cui il votante è sindaco o consigliere.

L’incognita maggiore riguarda la pesantissima situazione debitoria della Provincia. Provincia a un passo dal default che potrebbe lasciare in eredità alla Città metropolitana il suo fardello.

L.C. 6.9.14

Vendola e Renzi giocano di fioretto sulle spalle della Puglia

di Davide Amerio

Il 13 settembre pv si apre la Fiera del Levante in Puglia. L’occasione diventerà anche politica e si profila all’orizzonte uno ‘scontro’ (ma sarà davvero così?) tra il Presidente della Regione Nichi Vendola e il Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Oggetto del contendere la questione del Tap, ovvero il gasdotto che dalla Azerbaijan (con amore!) porterebbe in Italia un cospicuo flusso di gas. Da tempo movimenti locali, amministrazioni e, a sentire le ultime dichiarazioni, anche Vendola, si oppongono a questa costruzione che sarebbe un’offesa contro il territorio compromettendo le attività turistiche di ampie zone.

Recentemente il governo, attraverso il Ministero dell’Ambiente ha dato parere favorevole all’esame dell’impatto ambientale ignorando, di fatto, tutte le analisi e le critiche mosse al gasdotto.

Vendola pare sul piede di guerra, recentemente ha dichiarato “Non siamo disposti  ad una svendita del territorio, invito tutti quelli che interverranno nella giornata inaugurale della Fiera a dire con chi si schierano”.

Ma in ballo ci sono anche le trivellazioni su e giù per l’Adriatico dove in maniera disinvolta si cerca e si estrae petrolio in un bacino di mare che sarebbe devastato da un minimo incidente che travasasse in mare quantità di ‘oro nero’.

In Puglia non si capisce più chi decide quali ‘opere’ devono essere eseguite e chi le autorizza. in merito al Tap la Regione accusa Roma e viceversa.

Una testata giornalistica locale (tagpress.it) osserva che i gasdotti in Puglia rischiano di essere addirittura tre! e definisce la Puglia ‘terra di gas e petrolio’.  In corrispondenza dei territori baresi e foggiani è un fiorire di trivelle per la ricerca del petrolio nel sottosuolo. Esiste attualmente un altro progetto definito Igi Poseidon che prevede un gasdotto con approdo al largo degli Alimi un altro angolo di paradiso della Puglia. Una terza opera potrebbe essere quella del Rigassificatore di Brindisi.

L’assurdità della situazione è quella evidenziata da Legambiente Puglia: sono le aziende che decidono quali e quanti progetti realizzare in assoluta autonomia scegliendo la localizzazione ambientale fuori da qualsiasi valutazione di impatto. In assenza di una pianificazione strategica (che dovrebbe altresì basarsi sulle fonti rinnovabili) ogni privato può proporre un progetto e ricevere le autorizzazioni.

Caustica su questa situazione è la Senatrice Barbara Lezzi (M5S) che si batte per la difesa del territorio pugliese sua terra di origine. Sulla sua pagine di Facebook commenta:

E’ una sorta di chiamata alle armi che vede schierati tutti in fila nel magico utilizzo delle tecniche di comunicazione, unica formazione di cui è capace questo devastante esercito. Parlo di TAP e del brusìo di codardi “NI” che si sovrappone in questi giorni e che da nessun altarino viene motivato nel merito.
Sicuramente, non lo si vuole a S. Foca, il bacino elettorale non lo accetta e i soldatini si stracciano le vesti per difendere il meraviglioso paesaggio a scapito, però, di qualcun altro. Siamo a pochi mesi dalle consultazioni regionali e molte sono le porte che debbono restare aperte e, quindi, si sorvola incautamente sulla responsabilità del Presidente Vendola che zitto zitto fa inserire la Puglia nell’aggiornamento della rete dei gasdotti italiani con un coraggiosissimo silenzio assenso.

[…] non si argomenta sulle crisi geopolitiche di cui rimarremmo schiavi, di energia alternativa, di risparmio energetico, di direttive europee (presto vincolanti) che si schiantano contro questa nuova infrastruttura, di investimenti europei che prendono il largo anziché restare qui, di ricadute tributarie che volano verso la Svizzera (TAP è lì che pagherà le tasse ) di consumi di gas, di fabbisogno di gas, di giacenze al nostro attivo o magari di salute, benessere, turismo […]

D.A. 04.09.14

RIMINI: SCATTA A SORPRESA L’EMBARGO A MODA E TESSILE. MERCATO RUSSO ERA DIVENTATO IL PRINCIPALE MERCATO

http://www.crisitaly.org/notizie/rimini-scatta-a-sorpresa-lembargo-a-moda-e-tessile-mercato-russo-era-diventato-il-principale-mercato/

31 agosto 2014

La Russia spaventa anche Rimini e la Romagna. Dove il settore fashion è tra quelli portanti dell’economia, insieme al turismo. Da domani entra in vigore una risoluzione per lo stop all’importazione di calzature, capi d’abbigliamento e pelletteria da Usa e Unione Europea, firmata l’11 agosto dal premier Medvedev. Solo 4 giorni prima Mosca aveva stoppato l’import agroalimentare: formaggi, salumi e prodotti ortofrutticoli. «Per il nostro distretto moda — commenta Maurizio Temeroli, direttore Camera di Commercio — quello russo è diventato il principale mercato. Un embargo esteso sarebbe rovinoso». Per ora la risoluzione del governo di Mosca parla solo di forniture di abbigliamento e tessile legate allo Stato e agli enti russi: un impatto limitato. Ma se la spirale di ritorsioni legate alla crisi e al conflitto in Ucraina continuasse è palese il rischio di un embargo a 360 gradi. «Per ora il nuovo embargo su calzature e abbigliamento – dice da Mosca Gimmi Baldinini, titolare dell’impero delle scarpe di lusso, con 130 negozi in Russia – è limitato. Se si allargasse, sarebbe un disastro. La Russia è il mio cliente più importante. Sento parlare qui a Mosca anche di un possibile blocco aereo di voli americani ed europei. Speriamo non lo attuino». «Sin dal manifestarsi della crisi – attacca Massimo Ferretti, presidente di Aeffe Group – abbiamo avviato uno stretto monitoraggio dell’area con aggiornamenti frequenti da parte dei nostri partners commerciali. Per il momento la situazione è sotto controllo anche se suscettibile di evoluzioni».(…)

Ucraina: Pd, “Dramma in corso e Rai manda in onda concerto filorusso”

sempre con il padrone NATO. Un partito antifa deve stare con il liberatore che fornì gli strumenti per liberarsi dalla dittatura.
Per il Pd è colpa dei filorussi mica di un esercito armato fino ai denti proprio dall’Occidente 

di com/baz – 06 settembre 2014 12:50
fonte ilVelino/AGV NEWS
“In Ucraina è in corso un drammatico conflitto e, nel giorno del delicato vertice della Nato in Galles, la Rai manda in onda in prima serata su Raiuno un concerto filorusso, concluso dal grido ‘Viva la Russia!’ del cantante Al Bano. E’ opportuno che i vertici Rai spieghino chi ha preso una decisione del genere”. E’ quanto dichiarano i deputati del Pd componenti della commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi (segretario della commissione), Lorenza Bonaccorsi e Gero Grassi. “L’Onu ha certificato proprio alcuni giorni fa – spiegano i deputati del Partito democratico – che nella guerra in Ucraina i morti hanno superato il numero di 2.000 e i feriti di oltre 6.000. Tra l’altro il governo ha ufficializzato che le sanzioni alla Russia, solo nel settore agroalimentare, hanno creato finora un danno di 200 milioni di euro. Proprio ieri i Paesi dell’Alleanza Atlantica, in un vertice definito il più importante degli ultimi 25 anni, hanno preso decisioni impegnative per bloccare il dislocamento di truppe russe in Ucraina e il rischio di un aggravamento della crisi. Di fronte a questa situazione, la Rai manda in onda in prima serata sulla rete ammiraglia la replica del vecchio concerto reunion con Al Bano e Romina Power, che risale a un anno fa e si è tenuto proprio a Mosca, durante il quale si assiste ad un elogio sopra le righe della Russia”. “Viene da domandarsi se ci sia qualcuno che verifica i palinsesti della Rai – aggiungono i deputati Pd – e se una rete con un direttore e vari vicedirettori non verifichi l’opportunità di certe messe in onda, innanzitutto per rispetto delle migliaia di morti che ci sono stati negli ultimi mesi”.
http://www.ilvelino.it/it/article/2014/09/06/ucraina-pd-dramma-in-corso-e-rai-manda-in-onda-concerto-filorusso/b3991324-87d5-4655-8416-76152ff35058/

VASSALISATION ATLANTISTE : LE REGIME FRANCAIS NE VEUT PLUS LIVRER LES MISTRAL A LA RUSSIE /

Fabrice BAUR pour PCN-INFO/

Avec RIA Novosti – PCN-SPO – lucmichel.net/ 2014 09 04/

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PIH - FB mistral suspendus (2014 09 04) FR

« La France estime que les conditions pour la livraison du premier bâtiment de projection et de commandement de classe Mistral à la Russie ne sont pas réunies », a annoncé mercredi le service de presse du président français François Hollande à la suite d’une réunion du Conseil restreint de défense. « Le Conseil de défense a examiné la situation en Ukraine. Elle est grave. Les actions menées récemment par la Russie dans l’est de l’Ukraine contreviennent aux fondements de la sécurité en Europe. Le président de la République a constaté que, malgré la perspective d’un cessez-le-feu qui reste à confirmer et à être mis en œuvre, les conditions pour que la France autorise la livraison du premier BPC ne sont pas à ce jour réunies », lit-on dans le communiqué.

 Voilà donc tout officiellement que l’Elysée déclare que la Russie intervient militairement en Ukraine. A partir de quelles preuves ? Des déclarations des criminels mythomanes de la clique de Kiev qui communiquent essentiellement via des posts sur Facebook ? Où sont les preuves Monsieur Hollande ?

 Voilà donc des “sanctions” prises à l’encontre d’un Etat (la Russie) contre des actions qu’il commettrait dans un pays tiers (l’Ukraine) sans le commencement d’une preuve. Même le Département d’Etat U.S. (Affaires étrangères) dit « ne pas pouvoir confirmer » les dires de la Junte de Kiev. Autant dire que Washington déclare que Kiev ment mais ne peut le dire bien évidemment de but en blanc.

 Mais revenons à la France.

Voilà donc qu’avec cette décision, la France s’auto-mutile avec une possible rupture de contrat qui va lui coûter très cher en pénalités et que Washington et les autres pays de l’OTAN ne risquent pas de compenser. Et ne parlons pas de la réputation à l’international. Un fournisseur qui annule un contrat sur des raisons politiques mensongères est un fournisseur peu fiable. Les Chantiers de Saint-Nazaire peuvent dire merci à Hollande l’Américain. Et l’expertise et le savoir-faire en construction navale de la France va petit à petit disparaître.

 « Mais à quoi cela sert » nous dira Hervé Morin, ex-ministre centriste de la Défense puisque les interventions françaises doivent se faire dans le cadre de l’OTAN dans un souci d’économie et de mutualisation. Traduction : les troupes coloniales (de l’OTAN) n’ont pas besoins d’avoir un panel complet d’armement.

 Et nous lui donnons raison. Mais quand on choisit la voie de l’indépendance à la domination nord-américaine, on a un tout autre avis. Et nous ne pouvons que condamner avec force cette démission de l’Etat français qui a finit par céder aux chantages de l’OTAN et donc de Washington et de son vassal polonais. Aux mépris des intérêts économiques, industriels et géopolitiques de la France.

 La classe atlantiste au pouvoir en France comme dans les autres pays de l’OTAN démontre ici, encore une fois, à quelle allégeance elle se soumet.

 FB

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RESEAUX SOCIAUX : LE ‘GROUPE CLUB LE DEBAT PANAFRICAIN’ AU-DELA DE 20.000 MEMBRES !!!

Lucmichel.net avec Afrique Media/

2014 09 06/

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LM.NET - AMTV groupe 20.000 (2014 09 06) FR

LA PERCÉE D’AFRIQUE MEDIA SE CONFIRME SUR LES RÉSEAUX SOCIAUX …

L’événement du mois c’est le grand bond en avant du groupe !

Nous voilà plus de 20.000 !

 Plus de 6.000 nouveaux membres depuis ce mardi …

Nous étions 2.200 il y a 4 semaines, avant la dynamisation du Groupe.

Un nouveau membre chaque minute en heures ouvrables !

20.000 africains, mais aussi des européens de l’Ouest et des russes, pour la libération de l’Afrique et le soutien à la grande télévision panafricaine AFRIQUE MEDIA …

 Ce n’est qu’un début !

Amenez vos amis, envoyez des milliers d’invitations.

OBJECTIF INTERMEDIAIRE 30.000 …

AMBITION 100.000 MEMBRES POUR LA FIN DE L’ANNEE …

 Luc MICHEL – Bachir Mohamed LADAN

(administrateurs du Groupe)

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 Le groupe des panafricanistes,

Le groupe des amis de AFRIQUE MEDIA TV,

Le groupe des combattants de la Cause des Peuples …

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LUC MICHEL SUR ‘CITOYEN TV’: VOYOUCRATIE OCCIDENTALE. LE CAS DE LA FRANCE ET DE SARKOZY

 PCN-TV avec Citoyen TV/

2014 09 02/

 Luc MICHEL sur CITOYEN TV

PCN-TV - LM sur CITOYEN TV sarkozy corruption (2014 09 02) FR

– la TV de la Diaspora africaine (Paris) –

analyse les grands dossiers de corruption liés à Sarkozy : Karachigate, Tripoligate, Qatarigate. Il expose la méthode, les moyens, les ré&seaux, les protagonistes …

dans le JOURNAL du 2 septembre 2014 (à 7 min 15) …

 Le Journal complet sur :

https://vimeo.com/105191421

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LUC MICHEL SUR LA VOIX DELA RUSSIE : 2e CONFERENCE ‘RUSSIA-NOVOROSSIYA-UKRAINE’ A YALTA

PCN-SPO avec La Voix de la Russie/

2014 09 02/

 Luc MICHEL sur LA VOIX DELA RUSSIE

interviewé ce 2 septembre 2014 par le journaliste Igor Yazon pour la radio russe

dresse un bilan positif de la IIe Conférence internationale « Russie, Ukraine, Nouvelle Russie: problèmes et défis globaux » qui s’est terminée ce 30 août à Yalta (Crimée russe). PCN-SPO - LM sur LVDLR conference yalta (2014 09 02) FR

# L’article de LA VOIX DELA RUSSIE 

« Les rencontres de Yalta inspirent de l’optimisme »

et l’INTERVIEW AUDIO de Luc Michel en podcast sur :

http://french.ruvr.ru/radio_broadcast/5646129/276758269/

 Extrait de l’analyse de Igor Yazon :

« Les questions inscrites à l’ordre du jour de la conférence ont porté sur la crise militaro-politique en Ukraine et les moyens de résoudre la crise géopolitique mondiale, ainsi que sur les réalités de l’organisation du monde actuel, rapporte l’agence Novosti Kryma.»

 PCN-SPO

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Ucraina: firmato a Minsk un accordo tra Kiev e i ribelli filo-russi

venerdì, 5, settembre, 2014
 
Dopo cinque mesi di combattimenti e piu’ di 2.600 morti, l’Ucraina e i ribelli filo-russi hanno firmato a Minsk un accordo per un cessate il fuoco nelle regioni orientali a partire dalle 18 (le 17 ora italiana). L’intesa in 14 punti, firmata alla presenza di rappresentanti russi e dell’Osce, prevede uno scambio di prigionieri, ma l’esercito di Kiev e i ribelli filo-russi non si ritireranno dalle loro attuali posizioni. L’Osce vigilera’ sul rispetto del cessate il fuoco.
La validita’ del cessate il fuoco in Ucraina raggiunto a Minsk “va testata”. Cosi’ Barack Obama sugli sviluppi della crisi ucraina su cui e’ speranzoso ma realisticamente scettico. Allo stesso tempo il presidente americano ritiene che se la tregua dovesse reggere le sanzioni contro la Russia potrebbero essere revocate, considerando anche il fatto che ci vorra’ del tempo affinche’ l’intesa dispieghi tutti i suoi effetti.
Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha annunciato che i prigionieri russi nelle mani delle forze ucraine saranno rilasciati probabilmente domani. Il Cremlino ha espresso l’auspicio che il cessate il fuoco sia “rispettato completamente” e che i negoziati proseguano per arrivare ad una soluzione pacifica del conflitto. Da Minsk arrivano notizie che i colloqui stanno continuando. Poroshenko ha definito la tregua “preliminare” ma ha assicurato che Kiev e’ pronta a garantire alle regioni russofone un ampio decentramento dei poteri e autonomia linguistica.
“La vita umana”, ha affermato il presidente ucraino, “e’ il valore piu’ prezioso e dobbiamo fare tutto il possibile e anche l’impossibile per mettere fine allo spargimento di sangue e alla sofferenza”. Il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk ha chiesto a Usa e Ue di agire da garanti. Da parte loro, i separatisti hanno precisato che la tregua non e’ una rinuncia all’indipendenza che resta il loro obiettivo.
La tregua e’ stata firmata mentre a Newport, in Galles, volgeva al termine il vertice della Nato. Il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen, ha auspicato che il cessate il fuoco sia “rispettato in buona fede”. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha esortato a “tenere aperto il canale del dialogo”. Il premier ha auspicato che in Russia prevalga la saggezza. “Voglio sperare che il Presidente Putin abbia davvero il desiderio di porre fine alle polemiche e alle invasioni di sovranita’ che ci sono state”, ha detto.
Renzi ha precisato che se la tregua non terra’, le sanzioni decise dall’Ue saranno applicate. Rasmussen ha annunciato l’approvazione del piano di rafforzamento delle difese dell’Alleanza nell’Europa orientale in risposta all’intervento russo in Ucraina. Piano che include la creazione dell’annunciata “punta di lancia” dell’Alleanza, una forza di reazione rapida di 5.000 uomini con cinque basi nei Paesi baltici, in Polonia e Romania, in grado di essere operativi entro 48 ore.
http://www.imolaoggi.it/2014/09/05/ucraina-firmato-a-minsk-un-accordo-tra-kiev-e-i-ribelli-filo-russi/

La Nato provoca Putin: Forza di Reazione Rapida, presenza fissa in Est Europa

venerdì, 5, settembre, 2014
 
Parlando da Newport dove si avvia alla conclusione il summit della Nato, il segretario generale dell’Alleanza Anders Fogh Rasmussen ha detto che la Nato dara’ vita a una nuova forza di reazione rapida e manterra’ una ”presenza continua” nell’Europa dell’Est. La nuova struttura di Rapid Reaction Force sara’ un’unita’ militare permanentemente in estrema allerta in grado di entrare in azione subito, ogni volta che ve ne sia bisogno e una crisi si profili all’orizzonte.
Nei giorni scorsi Rasmussen aveva evocato una ”forza capace di viaggiare leggera e colpire duro”, una struttura in grado di ”reagire in tempi rapidissimi, con tempi d’avviso davvero minimi”. La Nato dispone gia’ di una ”Response Force”, naturalmente, ma nelle intenzioni di Rasmussen e degli altri responsabili dell’Allenza e’ necessario fare un passo ulteriore mettendo in campo appunto una nuova struttura, piu’ rapida, elastica ed efficace.
Prima di Rasmussen sul tema aveva parlato il premier britannico Cameron che aveva detto che la Gran Bretagna potrebbe contribuire con 3.500 uomini alla nuova Forza di Reazione Rapida della Nato di cui si sta discutendo al summit dell’alleanza in Galles, mentre i colloqui sono dominati dalla crisi ucraina e dalla sfida dei militanti islamici dell’Isis in Iraq e Siria. Il premier britannico ha sottolineato che in questa situazione e’ essenziale che la Nato ”sia in grado di agire piu’ rapidamente… con una forza che possa raggiungere qualsiasi zona del mondo in tempi ridotti, dai due ai cinque giorni al massimo”. asca