El Sebaje – Egitto NON un golpe ma Liberazione

Leggo e sento dai media occidentali che in Egitto sarebbe in corso un golpe. Addirittura si parla di “Incubo golpe”. In Egitto non e’ in corso un golpe ma una Liberazione. Milioni di persone hanno chiesto all’esercito di intervenire per salvare gli egiziani da una dittatura di stampo fascista. Fascisti regolarmente eletti, ma pur sempre fascisti. Gente che ha la faccia tosta di chiedere il supporto dell’Occidente per difendere la democrazia e creare una societa’ inclusiva quando sui loro canali dicono che i manifestanti contro Morsi sono tutti cristiani. Il presidente islamista ha chiaramente minacciato il popolo in diretta televisiva di fare un bagno di sangue, dopo aver distrutto l’economia del paese e l’armonia sociale. Ora che l’esercito l’ha appena deposto sento gli ululati di gioia dai balconi, i caroselli stile mondiali e vedo i fuochi d’artificio. La dimostrazione che Mubarak aveva ragione quando diceva che se questi gruppi pseudoreligiosi dovessero arrivare al potere democraticamente, liberarsene non sarebbe stato facile. E che in Egitto non si puo’ parlare di processo politico senza tenere in conto l’esercito. Tutte cose dette e stradette mentre sedicenti esperti facevano fantastici pronostici su quello che avveniva e sarebbe avvenuto in Egitto. Ora speriamo solo di non fare la fine dell’Algeria.

Fonte: http://salamelik.blogspot.com
Link: http://salamelik.blogspot.com/2013/07/egitto-non-un-golpe-ma-liberazione.html

MONTE DEI FURBASTRI DI SIENA: I VERTICI DI MPS ACCUSATI ANCHE DI AVER EVASO QUASI 180 MLN € DI TASSE

sssh l’Italia giusta truffa con la finanza, è decisamente più etica e morale che non le bagasce di Arcore

20 LUG 2013 19:23
MONTE DEI FURBASTRI DI SIENA: I VERTICI DI MPS ACCUSATI ANCHE DI AVER EVASO QUASI 180 MLN € DI TASSE
Non bastavano i reati della “banda del 5%”, i vertici di Mps ora sono accusati anche di aver evaso quasi 180 milioni di euro – Undici indagati, fra cui Mussari, Vigni e Baldassarri – Sedici le operazioni contestate, realizzate con controparti estere quali Deutsche Bank, Lehman Brothers, o RBS…

Gianluca Paolucci per “La Stampa.it”
C’è un ulteriore filone d’indagine nella complessa inchiesta sulle vicende della passata gestione di Monte Paschi. Si tratta di un fascicolo per reati fiscali relativi agli esercizi dal 2005 al 2008, per minor gettito per l’erario di quasi 180 milioni di euro. Undici gli indagati: l’ex presidente e l’ex ad Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, Gianluca Baldassarri, il responsabile dell’area finanza in carcere per i reati legati alla «banda del 5%», Pier Luigi Fabrizi e Emilio Tonini, rispettivamente presidente e direttore generale fino al maggio 2006.

Oltre ai manager Daniele Pirondini, Riccardo Ancilli, Massimo Molinari, Luciano Doveri, Paolo Bosio e Paolo Perego, questi ultimi due entrambi dell’area finanza alle dipendenze di Baldassarri.

A tutti viene contestata la dichiarazione infedele, tramite una serie di complesse operazioni realizzate «al fine di evadere le imposte sui redditi», operazioni «artatamente strutturate con controparti residenti in paesi terzi (Regno Unito e Lussemburgo) sfruttando la disarmonia della normativa fiscale», scrive il pm Antonio Nastasi nell’avviso di fine indagini recapitato nei giorni scorsi agli indagati. In totale, le operazioni finite nel mirino della procura di Siena avrebbero portato a imposte evase per 177,79 milioni di euro.

MUSSARI VIGNI
Le modalità operative sono analoghe a quelle che hanno portato al rinvio a giudizio per frode fiscale Alessandro Profumo, attuale presidente di Mps, per fatti però relativi a quando era alla guida di Unicredit. E due delle operazioni contestate sono le stesse sulle quali ha indagato la procura di Biella, che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera.

Le operazioni contestate a Mps sono infatti complessivamente 16, realizzate con controparti come Deutsche Bank, Lehman Brothers, Societe Generale, Dresdner, Bank of Australia e Royal Bank of Scotland. Due di queste operazioni, compiute con Barclays e Credit Suisse, hanno visto l’uso dei veicoli Naxos Investments ltd e La Defense plc, gli stessi utilizzati nelle operazioni contestate a Intesa Sanpaolo dalla procura di Biella.

Operazioni passate da Biverbanca, istituto controllato prima da Intesa Sanpaolo e poi, nel 2007, passato a Mps. Le operazioni contestate rientrano tutte nel cosiddetto «abuso del diritto», ovvero sarebbero state realizzate in maniera formalmente legale ma al solo scopo di abbattere il carico fiscale del’istituto. Una pratica, quella di utilizzare le disarmonie fiscali tra i vari ordinamenti a fini elusivi, che nella seconda metà del decennio scorso è stata piuttosto diffusa presso vari istituti bancari.

Fino a quando un cambiamento della giurisprudenza ha dichiarato sanzionabile l’abuso di diritto e una serie di indagini dell’Agenzia delle Entrate ha fatto emergere il fenomeno. A fine 2011, la stessa Mps ha pagato al fisco 298 milioni di euro per chiudere contestazioni fiscali superiori al miliardo di euro. Cifre analoghe sono state pagate da Unicredit, Intesa Sanpaolo e da una serie di altri istituti bancari.

C’è anche dell’altro. A Vigni (difeso come Mussari dall’avvocato ed ex ministro Paola Severino), Baldassarri, Fabrizi, Tonini, Pirondini e Ancilli, in concorso con funzionari di Deutsche Bank «da identificare», viene anche contestato un reato più grave, la dichiarazione fraudolenta per un’altra operazione.

La cessione a Deutsche Bank del pacchetto di azioni Bnl di proprietà dell’istituto senese. Operazione risalente al 2005, durante la stagione delle scalate bancarie. Secondo quanto ricostruito, i due istituti si sarebbero accordati per far figurare nei libri contabili di Mps come un’operazione di prestito titoli quella che in realtà era una cessione, portando ad una evasione di 39,8 milioni nella dichiarazione dei redditi del 2005. Su quest’ultima vicenda però non dovrebbero esserci sorprese: a dicembre il reato contestato sarà prescritto.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/monte-dei-furbastri-di-siena-i-vertici-di-mps-accusati-anche-di-aver-evaso-59871.htm

Tav, il senatore Pd alla attivista: “Giuste le manganellate, molestia inventata”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/22/tav-tweet-del-senatore-pd-giuste-manganellate-molestia-inventata/663633/

L’onorevole Esposito, fervente sostenitore dell’alta velocità, se la prende su Twitter con Marta Camposana, la ragazza che aveva denunciato violenze e molestie della polizia. E sugli scontri dice: “Se vogliamo debellare questa forma di guerra allo stato dobbiamo ‘decapitare’ i mandanti politici e le organizzazioni che li sostengono”

Tav, il senatore Pd alla attivista: “Giuste le manganellate, molestia inventata”

“Parte da Pisa per andare a fare la guerra allo stato, prende giustamente, qualche manganellata e si inventa di essere stata molestata #bugia”. Il tweet è del senatore Pd Stefano Esposito, accanito difensore della linea dell’Alta Velocità Torino-Lione. Il 43enne parlamentare di Moncalieri è intervenuto sul suo profilo Twitter dopo le denunce di violenza della 33enne pisana NoTav, Marta Camposana, fermata per resistenza a pubblico ufficiale dopo gli scontri tra polizia e attivisti la settimana scorsa in Val Susa: “Ci hanno chiusi con due cariche e bersagliati con una pioggia di lacrimogeni – ha raccontato – poi sono stata colpita da una manganellata alle spalle e trascinata a terra. Una volta nel cantiere ho detto che avevo bisogno di un medico, ma mi hanno nuovamente insultata e portata al pronto soccorso soltanto quattro ore dopo”. “Dieci minuti di follia”, ha concluso la ragazza, “Ho ricevuto una manganellata in faccia, mi hanno toccata nelle parti intime e mi hanno insultata”.

Di tutt’altro avviso il senatore Pd che sul suo sito, riferendosi al movimento NoTav, si era già fermamente espresso il 20 luglio: “Se vogliamo debellare questa forma di guerra allo stato dobbiamo “decapitare” i mandanti politici e le organizzazioni che li sostengono”.

Nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 luglio nel bosco attorno a Chiomonte si era consumato l’ultimo capitolo della “battaglia” tra 250 NoTav e le forze dell’ordine con un bilancio di 15 agenti contusi, 9 attivisti fermati e l’A32 chiusa improvvisamente al traffico. “E’ sempre più chiaro come l’opposizione al treno non c’entri più nulla con le violenze messe in campo da questi delinquenti, la loro è una battaglia allo stato e come tale va repressa, senza esitazione alcuna”, aveva spiegato Esposito sulla sua pagina web il giorno dopo.

L’autore del libro TAV Sì – scritto nel 2012 con Paolo Foietta – ha poi innestato un botta e risposta sul suo profilo Twitter dove nessuno pare essersela mandata a dire. C’è chi chiede al senatore “Ma tu c’eri?”, chi offende senza troppi giri di parole e chi stigmatizza anche solo quel “giustamente” nel tweet incriminato: “Non so se si rende conto di quel che sta affermando. Non sta infamando un punto di vista o una lotta, ma una persona”. Infine, tra chi si getta nella rissa verbale c’è anche chi sottolinea l’attuale scarsa caratura dei parlamentari delle Repubblica: “Tempi grami questi. Un tempo i senatori erano di ben altra tempra”.

Esposito non è nuovo ad esporre in modo “colorito” i suoi punti di vista sugli accadimenti di cronaca e di politica di questi ultimi mesi. Il senatore del Pd, componente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici di Palazzo Madama, ben prima del suo incarico pubblico aveva esplicitato il suo sostegno alle grandi opere, fino a renderlo uno dei bersagli preferiti del movimento No Tav, tanto che si contano le pericolose minacce anche alla luce del sole su Facebook: “Stefano Esposito deve ringraziare che le Br non sono più attive, altrimenti sarebbe finito”.

Il senatore di area dalemiana è anche stato protagonista nei giorni scorsi di una polemica in merito al dissenso interno del Pd, durante il voto di sfiducia al ministro Alfano. Riferendosi ai colleghi di partito Laura Puppato e Walter Tocci, Esposito aveva detto alle agenzie di stampa: “Ma come? Il capogruppo Pier Luigi Zanda ha tenuto un equilibrio tale sulla vicenda che doveva tenere insieme tutto il gruppo e questi che ti fanno? Escono dall’aula. Basta, questi se ne andassero con Beppe Grillo! Non ci possono più essere abbonati qui dentro al voto in dissenso dal partito”.

Boccassini, una delle famiglie di magistrati più corrotte della storia d’Italia

Il paragone fra certi p.m. di Magistratura Democratica e gli estremisti della Brigate Rosse è sicuramente improprio ma il fanatismo e la propensione agli affari degli uni e degli altri è sicuramente simile.
Ilda Boccassini appartiene a una delle famiglie di magistrati più corrotte della storia d’Italia. Suo zio Magistrato Nicola Boccassini fu arrestato e condannato per associazione a delinquere, concussione corruzione, favoreggiamento e abuso di ufficio perchè spillò con altri sodali e con ricatti vari 186 milioni di vecchie lire a un imprenditore. Vedi: [ricerca.repubblica.it] (vendeva processi per un poker repubblica)

Anche suo padre Magistrato e suo cugino acquisito Attilio Roscia furono inquisiti. Suo marito Alberto Nobili fu denunciato alla procura di Brescia da Pierluigi Vigna, Magistrato integerrimo e universalmente stimato per presunte collusioni con gli affiliati di Cosa Nostra che gestivano l’Autoparco Milanese di via Salamone a Milano. Vedi: [ricerca.repubblica.it] (attacco ai giudici di Milano Repubblica) [ricerca.repubblica.it] (Brescia torna inchiesta autoparco). Non se ne fece niente perchè la denuncia finì nelle mani del giudice Fabio Salomone, fratello di Filippo Salomone, imprenditore siciliano condannato a sei anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso. Vedi: [www.antoniodipietro.com]

L’Autoparco milanese di via Salomone era un crocevia di armi e di droga ha funzionato per 9 anni di seguito (dal 1984 al 1993), fu smantellato dai magistrati fiorentini e non da quelli milanesi e muoveva 700 milioni di vecchie lire al giorno. A Milano tutti sapevano che cosa si faceva lì dentro.

Visto ciò che è emerso a carico del marito per l’Autoparco e visto ciò che sta emergendo a carico del giudice Francesco Di Maggio (anche lui della Procura di Milano) relativamente alla strage di Capaci (Vedi [www.19luglio1992.com]) anche il suo trasferimento a Caltanisetta nel 1992 appare sospetto.

In realtà a quel tempo sei magistrati massoni della Procura di Milano appoggiavano il progetto di Riina e Gardini, i quali erano soci, di acquisire Eni e poi di fondare Enimont e quindi da un lato favorivano l’acquisizione di denaro da parte di Cosa Nostra tutelando l’Autoparco (700.000.000 di vecchie lire al giorno di movimento di denaro) tutelando i traffici con il c.d. metodo Ros (502.000.000 di euro di ammanchi) e simulando con altre inchieste minori (Duomo Connenction, Epaminonda) un contrasto alla mafia che in realtà non c’era, dall’altro con Di Maggio intervennero pesantemente in Sicilia già nel 1989 per contrastare un attacco della FBI americana contro i corleonesi attraverso il pentito Totuccio Contorno e facendo ricadere la responsabilità delle lettere del corvo su Falcone, poi attentato simulatamente dalla stessa Polizia. Vedi: [www.siciliainformazioni.com] Poi nel 1992 sempre con uomini di Di Maggio contribuirono alla strage di Capaci ove morì Giovanni Falcone il quale si opponeva acchè il progetto Enimont, a quel tempo gestito da Andreotti e da Craxi, tornasse nelle mani di Gardini e di Riina.

Ora è noto ormai che anche le Brigate Rosse eseguirono il sequestro Moro per affarismo e rifiutarono dieci miliardi di vecchie lire da parte del Papa Paolo VI per liberare Aldo Moro perchè qualcun altro le remunerò di più. Vedi: [www.storiain.net]

Napolitano ha ben fatto appello più volte a questi Magistrati di moderarsi.

Palamara non c’entra niente con questo discorso perchè è un buon Magistrato ed è affiliato a Unicost, una corrente di magistrati seri e responsabili e non a M.D.

Il tutto sembrerebbe discutibile se il parente che si è messo in condizione di essere criticato fosse solo uno . Ma qui i parenti chiacchierati sono tre. Fra l’altro osservo che Alberto Nobili, dopo che si è separato dalla Boccassini, è tornato a essere un magistrato stimato (vedi: [www.youtube.com]), per cui viene il dubbio che nei casini ce lo abbia messo lei.
http://www.imolaoggi.it/?p=50443

La CIA sta finanziando il Progetto Scie Chimiche gestito dal governo

L’Agenzia di spionaggio sostiene lo studio sugli “impatti sulla sicurezza” della geo-ingegneria

 di Steve Watson

 La CIA sta finanziando uno studio scientifico per determinare la possibilità di alterare il clima del pianeta, al fine di scongiurare il cambiamento climatico, secondo alcuni documenti rilasciati dalla National Academy of Sciences.

 I documenti rivelano che il progetto avrà una durata di 21 mesi ad un costo di 630 mila dollari, con una relazione finale prevista per il 2014. Gli scienziati appoggiati dalla CIA studieranno come potrebbero essere influenzati e modificati gli andamenti meteo, e valuteranno i potenziali impatti degli esperimenti di geo-ingegneria.

 Il sito della NAS rileva che il finanziamento per lo studio proviene da una “comunità di intelligence degli Stati Uniti”. William Kearney, portavoce della NAS, ha detto a Mother Jonesche l’agenzia in questione è la CIA.

 Le rivelazioni segnano la prima volta che un’agenzia di intelligence finanzia pubblicamente un tale studio.

 Un portavoce della CIA non ha confermato il coinvolgimento dell’agenzia, ma ha affermato che “E’ naturale che su un tema come il cambiamento climatico l’Agenzia lavori con gli scienziati per comprendere meglio il fenomeno e le sue implicazioni sulla sicurezza nazionale.”

 Sembra che la CIA abbia affidato ad esterni i suoi studi sulla geo-ingegneria dopo la chiusura di un suo centro di ricerca sul cambiamento climatico e sulla sicurezza nazionale nel 2012.Il cambiamento è avvenuto dopo le critiche di alcuni membri repubblicani del Congresso che hanno detto che la comunità di intelligence non dovrebbe perdere tempo a fare ricerche sulla modificazione del clima.

 Il sito web della NAS afferma che lo studio comprenderà una “valutazione tecnica di un numero limitato di tecniche di geo-ingegneria proposte.” Una tecnica di primo piano che verrà valutata, secondo i giornali, è la  “gestione della radiazione solare”, che consiste nello spargimento di particelle di aerosol nella stratosfera per riflettere la luce del sole lontano dal pianeta – in altre parole scie chimiche.

 Lo studio dovrà prendere in considerazione anche  “la rimozione del biossido di carbonio (CDR)”, che consiste nell’estrazione del biossido di carbonio dall’aria, attraverso reazioni chimiche o nano-spugne porose. Naturalmente, l’anidride carbonica è fondamentale per tutta la vita sulla Terra, quindi “estrarla dall’aria” potrebbe avere conseguenze disastrose.

 Lo studio è sostenuto anche da altre due agenzie governative – la NASA e la National Oceanic and Atmospheric Administration.

 Segnalando il progetto, The New Scientist ha sottolineato che il coinvolgimento della CIA nella modificazione del clima non dovrebbe essere visto come una cosa sinistra.

 “In effetti, l’interesse principale della CIA nella geo-ingegneria non risiede in alcun uso offensivo. Piuttosto, la comunità dell’intelligence statunitense vede il cambiamento climatico come una potenziale minaccia per la stabilità geopolitica globale, e così vuole un’analisi approfondita delle opzioni di mitigazione.” afferma il rapporto.

 I critici rifiuteranno una dichiarazione così ingenua, visti i precedenti della CIA nel sovvertire segretamente e nel rovesciare i governi stranieri che non approva, e nel fare qualsiasi cosa, pur di garantire la stabilità geopolitica.

 Le armi meteorologiche esistono da decenni, visto che le ricerche su tali tecniche offensive risalgono agli anni ’50. Nel 1997, il Segretario alla Difesa americano William Cohen ha ammesso che le tecniche di modificazione del clima erano state utilizzate attivamente dai governi per oltre 15 anni. L’esercito americano ha utilizzato tecniche di modificazione meteo fin dalla guerra del Vietnam.

 Basta guardare il cielo per avere la conferma che i nostri governi, per volere di think tank, gruppi di ‘ricerca’, e organizzazioni ambientali radicali, sono già impegnati in questo tipo di programmi. I nostri cieli sono pieni di nuvole artificiali, che palesemente non sono semplici scie di condensazione degli aerei.

 In effetti, come abbiamo riportato l’anno scorso, un progetto sperimentale  dell’Università di Harvard, finanziato dal fondatore di Microsoft Bill Gates ha visto migliaia di tonnellate di particelle di zolfo spruzzate sopra il New Mexico, come parte di uno studio di geo-ingegneria, nonostante il fatto che anche gli ambientalisti convinti avessero avvertito che il processo poteva avere effetti catastrofici sull’ecosistema terrestre.

 Questo è solo un esempio di una pratica che ormai è in corso da anni, se non decenni.

 Alcuni gruppi come l’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza (AAAS), si incontrano regolarmente per discutere i programmi di geo-ingegneria in corso, in particolare l’irrorazione di aerosol nell’atmosfera.

 I livelli di alluminio, bario e stronzio nella nostra aria, acqua e suolo sono aumentati in modo esponenziale, portando molte persone a concludere che queste sono le conseguenze dei programmi estremi di geo-ingegneria che sono già in corso.

 Un ulteriore studio dello scorso anno ha rivelato che il costo di un massiccio programma di irrorazione di particelle  nell’atmosfera superiore per oscurare il sole sarebbe di circa 5 miliardi di dollari l’anno. Tuttavia, lo studio condotto da scienziati americani che scrivono sulla rivistaEnvironmental Research Letters ha evitato del tutto di analizzare se un tale massiccio programma di geo-ingegneria sarebbe una buona idea e quali conseguenze ambientali avrebbe.

 Una proposta simile del Carnegie Institution for Science ha recentemente sostenuto che spruzzare aerosol nell’atmosfera superiore è un processo che “ridurrebbe del 20 per cento la quantità di luce solare diretta verso la terra” e farebbe sbiadire i cieli azzurri “in un bianco nebbioso” come ha riportato il New Scientist.

 Poiché la maggior parte delle innovazioni nel campo della scienza e della tecnologia hanno inizio anni prima che vengano resi noti al pubblico, è ovvio che i programmi di geo-ingegneria che riguardano l’irrorazione di particelle nell’atmosfera superiore sono già in corso.

 Ora gli scienziati ammettono che le scie di condensazione degli aerei stanno creando “nubi artificiali” che bloccano il sole. Questo non è più un argomento di dibattito. I “teorici della cospirazione” sulle scie chimiche, che sono stati ridicolizzati per aver sottolineato che a partire dalla metà degli anni ’90 le scie degli aerei a reazione persistono per ore e formano nuvole artificiali, avevano ragione.

 Il Professor Keith Shine della Reading University  ha detto al Daily Mail che le nuvole “costituite dai fumi degli aerei potrebbero persistere ‘per ore’, privando del sole estivo le aree di grande traffico, come Londra e le contee intorno.”

 Il rapporto fa anche riferimento ad uno studio del 2009 del Met Office che ha riscontrato che i venti ad alta quota non disperdono le scie di condensazione che poi si trasformano in nubi che incredibilmente coprono fino a 20 mila miglia.

 Come abbiamo documentato, i programmi di geo-ingegneria che si basano soprattutto sulgli aerosol artificiali erano già operativi anni fa, anche presso il Savannah River National Laboratory del Dipartimento dell’Energia(DOE)  ad Aiken, Carolina del Sud, che nel 2009 ha iniziato a condurre studi che prevedevano l’immissione di enormi quantità di particolato, in questo caso “microsfere di vetro con superficie porosa”, nella stratosfera.

 Un altro progetto all’interno dell’Atmospheric Science Program del Dipartimento dell’Energia  ha lo scopo di “sviluppare la comprensione globale dei processi atmosferici che controllano il trasporto, la trasformazione, e il destino delle tracce di sostanze chimiche e particolato connessi al consumo energetico”

 Il sito del DOE afferma che “L’obiettivo attuale del programma è il forzante radiativo degli aerosol sul clima:. Formazione ed evoluzione degli aerosol e proprietà degli aerosol che influenzano direttamente e  e indirettamente il clima e i cambiamenti climatici”

 Questi programmi stanno già avendo l’effetto di bloccare la luce del sole. L’emergenza del fenomeno scie chimiche ha coinciso con una diminuzione media del 22% della luce solare che raggiunge la superficie terrestre.

 Nel 2008, un’inchiesta di KSLA news ha scoperto che una sostanza  ricaduta a terra dalle scie chimiche ad alta quota conteneva alti livelli di Bario (6,8 ppm) e piombo (8,2 ppm) e tracce di altri elementi chimici tra cui arsenico, cromo, cadmio, selenio e argento. Di questi, tutti tranne uno sono metalli, alcuni sono tossici, mentre diversi si trovano raramente o mai in natura.

 Il notiziario si concentra sul bario, la cui presenza è una “caratteristica delle scie chimiche”. La KSLA ha trovato nei suoi campioni livelli di bario di 6,8 ppm o “più di sei volte il livello tossico fissato dall’EPA.” Il Dipartimento per la Qualità Ambientale della Louisiana  ha confermato che i livelli elevati di bario erano “molto insoliti”, ma ha commentato dicendo che “individuare la fonte è tutta un’altra questione” nel suo dibattito con la KSLA.

 La KSLA ha anche interrogato Mark Ryan, direttore del Centro Antiveleni, sugli effetti del bario sul corpo umano. Ryan ha commentato che “l’esposizione a breve termine può provocare dai disturbi allo stomaco ai dolori al petto e che l’esposizione a lungo termine provoca problemi di pressione sanguigna.” Il Centro Antiveleni inoltre ha riferito che un’esposizione a lungo termine, come per qualsiasi sostanza nociva, contribuirebbe a indebolire il sistema immunitario.

 L’irrorazione di zolfo nell’atmosfera superiore è collegata sia con le catastrofi ambientali che con i problemi di salute umana.

 I seguenti effetti sulla salute sono legati all’esposizione allo zolfo.

 – Effetti neurologici e variazioni comportamentali

 – Disturbi della circolazione sanguigna

 – Danni  cardiaci

 – Effetti sugli occhi e sulla vista

 – Problemi riproduttivi

 – Danni al sistema immunitario

 – Disturbi gastrici e gastrointestinali

 – Danni alle funzioni epatiche e renali

 – Difetti dell’udito

 – Disturbi del metabolismo ormonale

 – Effetti dermatologici

 – Senso di soffocamento ed embolia polmonare

 Anche lo scienziato Mark Watson favorevole alla geo-ingegneria, ammette che iniettare zolfo in atmosfera potrebbe portare a “piogge acide, buco nell’ozono o disordine nell’andamento meteo.”

 Il meteorologo della Rutgers University, Alan Robock, ha inoltre, “creato simulazioni al computer che indicano che le nubi di solfato potrebbero indebolire i monsoni estivi asiatici e africani, riducendo le piogge che irrigano le colture alimentari di miliardi di persone”.

 “Immaginate se innescassimo una siccità e una carestia nel tentativo di raffreddare il pianeta”, ha detto Robock in una conferenza dell’anno scorso sulla geo-ingegneria.

 Il Gruppo di Azione per Erosione, Tecnologia e Concentrazione (ETC) con sede in Canada, ha chiesto che tali esperimenti vengano fermati. “Questo esperimento è solo la prima fase di un piano molto più grande che potrebbe avere conseguenze devastanti, tra cui grandi cambiamenti negli andamenti climatici come una siccità micidiale”, ha detto il gruppo in una dichiarazione scritta.

 Fred Singer, presidente del Progetto Science Environmental Policy e scettico sulle teorie del riscaldamento globale di origine antropica , avverte che armeggiare con il delicato eco-sistema del pianeta potrebbe presentare pericoli di vasta portata.

 “Se si esegue questa operazione su base continua, si impoverisce lo strato di ozono e si causano ogni sorta di altri problemi che le persone preferiscono evitare,” ha detto Singer.

 Anche lo scienziato capo della sezione britannica di Greenpeace – un convinto sostenitore del  riscaldamento globale di origine antropica – Doug Parr – ha liquidato i tentativi di manipolare il pianeta con la geo-ingegneria come “stravaganti” e “pericolosi”.

 Fonte: Infowars.com 19 Luglio 2013

Traduzione: Anna Moffa per I Lupi di Einstein

http://ilupidieinstein.blogspot.it/2013/07/la-cia-sta-finanziando-il-progetto-scie.html

Ala militare Hezbollah inserita in lista nera terrorismo

I 27 camerieri di Us-raele hanno recepito l’ordine imperiale di dichiarare “fuorilegge” il braccio armato di Hezbollah, forza sciita libanese.

No, non è stata inserita AL Nusra, che incarna tutti i valori yankees, quelli dello sterminio e del caos, della distruzione e della morte finalizzata alla sottomissione dei popoli al loro dominio.

Hezbollah doveva forse pagarla per aver contribuito in modo sostanziale alla grave sconfitta subita dai ribelli ad Qusayr, una battaglia decisiva per le sorti dei briganti finanziati dall’occidente e dalle petro-monarchie.

 Certa che non abbia a che fare con la dichiarazione di guerra promessa dai tagliagole sgherri di Usa e Israele contro gli sciiti del Libano. Se non è un assist questo ai genocida tanto cari agli umanitaristi politically correct della suprema società civile….moralmente superiore…

 I media tradizionali non riescono a ricordare che le forze antigovernative in Siria hanno giurato di uccidere tutti gli sciiti e d’invadere il Libano dopo la Siria. Sheikh Hassan Nasrallah, segretario generale di Hezbollah, annunciava l’ingresso nel conflitto siriano del partito il 25 maggio 2013.  FONTE 

L’europa dei popoli è abituata a prendere decisioni senza disturbarsi a chiedere l’opinione di quei popoli. L’élite illuminata che guida questa congrega di parassiti sostiene che le genti sono troppo stupide. A volte sarà vero, ma costituisce davvero uno squallido alibi per autolegittimare un comportamento dispotico e totalitarista.

 Sempre per riconfermare la natura corrotta di questa congrega, assicura che continuerà a fornire “aiuti” al braccio politico di Hezbollah. Certo, immagino siano senza condizioni ed a fondo perduto no? Sono 70 anni che in Europa possiamo ammirare tanta nobiltà d’animo degli yankee. E pensare che è la stessa Ue che ha finto una “lavata di capo” ad Israele, ovviamente prontamente ritirata. Sarebbe stato un gesto “antisemita” non riconoscere i territori occupati illegittimamente….

 Spari nel buio contro gli hezbollah armati

 Fuoco! (Bruxelles, 21 luglio 2013) 

Finiscono nella lista nera dei terroristi su richiesta inglese. L’Italia non avrebbe voluto. “Mossa vuota e pericolosa per le forze in Libano”

I ministri degli esteri dell’Unione europea hanno deciso oggi di mettere l’ala armata degli hezbollah nella lista nera in cui finiscono i terroristi e tutto il peggio del mondo internazionale. Allo stesso tempo, arriva una dichiarazione in cui affermano che il dialogo politico con l’ala non armata continua, così come gli aiuti alla popolazioni e i programmi di sostegno allo sviluppo. TRATTO DA LA STAMPA

 VEDI ANCHE Ministri Ue: “Ala militare Hezbollah nella lista nera del terrorismo”

Ministri Ue: “Ala militare Hezbollah nella lista nera del terrorismo”
Raggiunto l’accordo all’unanimità fra i 28. Ministro esteri libanese Mansur: “L’Unione ha subito forti pressioni”. La soddisfazione di Tzipi Livni: “Finalmente è fallito il tentativo di argomentare che l’attività politica sdoganerebbe quella terroristica”. Bonino: “Ma il dialogo deve continuare, con tutti gli attori”
BRUXELLES – I ministri degli Affari Esteri Ue hanno raggiunto un accordo per l’iscrizione dell’ala militare dell’Hezbollah libanese nella lista nera del terrorismo. I 28 ministri degli esteri del blocco, come necessario, hanno preso la decisione all’unanimità. Una decisione approvata nonostante le riserve di Italia, Irlanda, Malta e Finlandia che hanno espresso il timore di ripercussioni sulla stabilità del Libano, dove il Partito di Dio è al governo dal 2011. “L’Ue ha inviato un chiaro messaggio che è unita contro il terrorismo”, ha commentato il capo della diplomazia britannica, William Hague, tra gli sponsor della decisione.

Il provvedimento, in cui è inserita la clausola per una revisione fra sei mesi, prevede comunque il mantenimento degli aiuti finanziari e umanitari e il dialogo politico con il movimento libanese, per evitare che eventuali sanzioni possano portare a una rottura completa dei rapporti. Hezbollah è finanziato dall’Iran ed è alleato del regime di Bashar Assad, al punto che suoi miliziani stanno combattendo in Siria.

L’inserimento nella lista potrebbe comportare il divieto di viaggiare per persone singole e congelamento di asset di organizzazioni associate con il gruppo. L’applicazione potrebbe però essere complicata dalla difficoltà di svelare i legami tra le diverse ali della rete di Hezbollah, capendo chi possa essere colpito perché appartenente all’ala militare.

L’Italia, con il ministro Emma Bonino, aveva avanzato delle riserve ma non ha voluto rompere l’unità europea e ha comunque apprezzato che siano stati mantenuti gli aiuti e il dialogo con l’ala politica. Bonino ha sottolineato che il dialogo con Hezbollah deve comunque continuare, per non indebolire ulteriormente il Paese. Alla fine ha prevalso “la reazione unanime che attacchi di terroristi sul suolo dell’Ue” come l’attentato anti-israeliano del 2012 in Bulgaria “non possono passare sotto silenzio, e senza una reazione”, ha chiarito Bonino, assicurando comunque che l’Italia è determinata a proseguire “i contatti politici e le azioni di sostegno economico, con tutti gli attori” del Libano, “incluso Hezbollah”.

Soddisfazione è stata espressa da Israele: il ministro per la Giustizia, Tzipi Livni (che coordina anche le trattative di pace con i palestinesi), si è felicitata per la decisione: “finalmente, dopo anni di dibattiti e di titubanze, è giustamente fallito il tentativo di argomentare che l’attività politica degli Hezbollah ‘sdoganerebbe’ quella terroristica”, ha rilevato in un comunicato.

Da Beirut, invece, il ministro degli Esteri libanese Adnan Mansur commenta che l’Unione Europea ha subito “forti pressioni” per decidere di includere l’ala armata del movimento sciita libanese Hezbollah nella lista nera delle organizzazioni terroriste. Citato da Al Manar, la tv dello stesso Partito di Dio, Mansur dice: “alcuni Stati hanno esercitato forti pressioni sull’Unione”, senza però entrare nello specifico.
http://www.repubblica.it/esteri/2013/07/22/news/hezbollah_in_lista_nera_ue-63459892/

Effetto Marino: in arrivo altri nomadi. Esplode la rabbia nella periferia di Roma

tutti razzisti tutti razzisti.

Effetto Marino: in arrivo altri nomadi. Esplode la rabbia nella periferia di Roma
20 luglio 2013
Fonte: http://www.secoloditalia.it/2013/07/effetto-marino-in-arrivo-altri-nomadi-esplode-la-rabbia-nella-periferia-di-roma/

di Gabriele Farro/gio 18 luglio 2013/15:00

«Ce l’aspettavamo che saremmo stati noi a pagare l’elezione a sindaco di Ignazio Marino». Nel quartiere di Tor Sapienza, storica periferia romana, è esplosa la rabbia dopo la notizia che si è diffusa sul previsto arrivo di altri nomadi nei campi giù di per sé stracolmi. I residenti si sono riversati per le strade, bloccando la circolazione delle auto, la protesta si è allargata a macchia d’olio con un lento e continuo attraversamento delle strisce pedonali che ha avuto l’effetto di paralizzare la zona. «Non siamo più disposti a vivere tappati in casa per paura dei continui furti negli appartamenti, le nostre donne vengono scippate, le auto danneggiate. Non è possibile neppure usufruire del parcheggio del trenino metropolitano, che avrebbe dovuto affievolire il problema dei posti, perché di mattina troviamo vetri rotti e gomme danneggiate o rubate. Una vergogna senza fine, iniziata con l’era Rutelli e destinata a peggiorare con l’era Marino». In centinaia hanno sfilato, le forze dell’ordine hanno bloccato la strada d’accesso al campo nomadi per evitare l’alta tensione. C’è anche il problema di una palazzina affollata di cosiddetti rifugiati politici: «Arrivano fino a qui, in piazza – hanno urlato i residenti – vanno nei bar, si ubriacano, hanno smontato alcune panchine e gli ubriachi fanno i loro bisogni all’aperto. Abbiamo paura. Dicono che sono senza soldi, ma per comprarsi da bere li trovano sempre». Per non parlare poi dei fumi neri prodotti dai cavi elettrici e dai copertoni bruciati sempre nei campi nomadi. La situazione è diventata incandescente e il Municipio si è visto costretto a smentire: non arriveranno altri nomadi. Per adesso, almeno. Ma il problema è solo rinviato.

La parte angelica dell’Homo sapiens

La parte angelica dell’Homo sapiens
Animalismo pratico. Comprare ettari di terreno, recintarlo e creare oasi
per gli animali sottratti alla dittatura degli uomini. Già lo si fa da
anni con cani e gatti, ma solo recentemente con altre specie domestiche.
E’ una goccia nel mare, ma dalla forte valenza educativa, se mai i
cadaveriani siano capaci di educarsi.
VIDEO QUI

 http://freeanimals-freeanimals.blogspot.it/2013/07/la-parte-angelica-dellhomo-sapiens.html

Modificano l’Art.138 per cambiare la Costituzione! Giovedì manifestazione a Mo ntecitorio

ma tu guarda, se una manifestazione in difesa della costituzione non la fa “l’italia giusta” non va bene.
Allora perché la “società civile” che tanto si preoccupa dell’incolumità della Costituzione non dice niente?
Cooptata? 

Posted on 21 luglio 2013 by Domenico Proietti

 COSTITUZIONE-296207_4317206228092_721497227_n

Il governo Lettamaio al soldo della Troika, della Trilaterale e del Bilderberg, alla chetichella, sta modificando l’Art.138  della Costituzione, con l’obiettivo di cambiare la Costituzione pro domo sua.

 L’art.138 è l’unico Articolo della nostra Costituzione che davvero garantisce al Popolo Sovrano la eventuale revisione della Costituzione. Infatti recita: Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione [cfr. art. 72 c.4]. Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare [cfr. art. 87 c.6] quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata [cfr. artt. 73 c.187 c.5 ], se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

 Questa casta di ladri e di corrotti, questi area-manager della s-partitocrazia affaristico clientelare, questi delinquenti politicani (senza offesa per i cani) dopo aver ceduto la nostra sovranità, dopo aver svenduto la nostra civiltà, dopo aver portato al default questa che un tempo non lontano era una Nazione apprezzata e rispettata nel mondo intero, stanno ora trasformando la Repubblica Italiana in una Repubblica Presidenziale senza il consenso e la legittimazione del Popolo Sovrano. Basta!

 Diciamo basta al governo Lettamaio che sta espropriando il Parlamento e azzerando tutti i poteri di controllo al fine di mettere tutto il potere decisionale nelle mani di un solo politico al comando, un presidente/padrone/dittatore, un kriminal-politik.

 Questo è davvero troppo! Questo è un atto criminale, posto in essere da crinimali che vanno fermati!

 Questo si che è un colpo di Stato!

 Facciamo appello a tutti i cittadini che amano la trasparenza, ai cittadini che difendono la democrazia, cittadini che preservano la sovranità,  a quei cittadini con o senza partito, con o senza lavoro, con o senza casa, con o senza speranza, affinché ci mobilitiamo SUBITO!

 E’ in programma una manifestazione dei cittadini italiani, senza loghi, senza simboli e senza bandiere di appartenenza, ma sotto l’unica bandiera che ci unisce, il tricolore, per protestare contro questo atto criminale, nonché contro le politiche di rigore e di austerità

USA, il bavaglio alla stampa

DOMENICA 21 LUGLIO 2013
di Michele Paris

Un tribunale federale americano ha emesso qualche giorno fa un’importantissima sentenza nell’ambito di una fuga di notizie dalla CIA, gettando una nuova lunga ombra sulla garanzia della libertà di stampa negli Stati Uniti. La vicenda che ha portato venerdì all’inquietante verdetto ha infatti imposto ad un noto giornalista del New York Times di testimoniare nel processo contro la fonte interna al governo di una rivelazione che lo stesso reporter aveva raccontato in suo libro dedicato alle questioni della sicurezza nazionale.

Tre giudici della corte d’Appello per il “Quarto Circuito” di Richmond, in Virginia, hanno in sostanza stabilito che il Primo Emendamento della Costituzione americana – che garantisce, tra l’altro, la libertà di parola e di stampa – non può essere applicato ai giornalisti che ottengono notizie riservate e la cui diffusione non è stata autorizzata dall’autorità di governo. I giornalisti, perciò, possono essere costretti a testimoniare contro le persone sospettate di avere rivelato loro le informazioni in questione.

Nella sentenza, i due giudici di maggioranza hanno scritto che “chiaramente, un resoconto diretto e di prima mano da parte di [James] Risen sulla condotta criminale oggetto di indagini di un Grand Jury non può essere ottenuto con mezzi alternativi, dal momento che Risen è indubitabilmente l’unico testimone in grado di offrire questa fondamentale testimonianza”.

James Risen è un giornalista premio Pulitzer del New York Times ma la vicenda in cui è coinvolto riguarda esclusivamente il suo volume “State of War” del 2006, in un capitolo del quale raccontava come la CIA durante l’amministrazione Clinton avesse cercato di ingannare gli scienziati iraniani, spingendoli ad accettare da un doppio agente russo un progetto per un meccanismo di innesco nucleare appositamente alterato.

L’autore della rivelazione era stato individuato nel dicembre del 2010 nell’ex agente della CIA Jeffrey Sterling, prontamente incriminato dall’amministrazione Obama secondo il dettato dell’Espionage Act, la legge reazionaria del 1917 che il governo USA avrebbe successivamente utilizzato per accusare Bradley Manning e Edward Snowden. Contro Sterling, lo stesso Risen sarà ora costretto a testimoniare di fronte ad un Grand Jury, anche se il giornalista ha affermato di essere disposto ad andare in carcere piuttosto che rivelare la propria fonte o, quanto meno, di portare il proprio caso fino alla Corte Suprema degli Stati Uniti.

Sul caso Risen si era espressa nel 2011 una corte federale di primo grado, la quale aveva opportunamente limitato il potere dell’esecutivo nel richiedere ad un giornalista l’identità delle proprie fonti riservate. Secondo l’amministrazione Obama, tuttavia, non esisterebbe alcun diritto alla riservatezza garantito dal Primo Emendamento in casi simili ed ha quindi fatto appello, ottenendo la sentenza favorevole di venerdì scorso.

L’interpretazione proposta dalla corte d’appello mette così in grave pericolo il principio della riservatezza delle fonti giornalistiche e rappresenta un altro passo verso la totale criminalizzazione dei cosiddetti “whistleblowers”, coloro cioè che forniscono un servizio di inestimabile valore all’opinione pubblica, rivelando alla stampa le malefatte e i crimini del governo a cui essi hanno assistito. Queste fonti, oltretutto, dovrebbero essere teoricamente protette dalla legge, come stabilisce il “Whistleblower Protection Act” del 1989.

Per l’amministrazione Obama, al contrario, la protezione della legge deve essere garantita solo a coloro che all’interno del governo si sono macchiati dei crimini esposti, mentre per quanti mettono a rischio la propria carriera se non addirittura la libertà o la vita per rendere noti questi stessi crimini, vengono riservati procedimenti giudiziari, ma anche torture – come è accaduto a Manning – e misure estreme per metterli a tacere, come nel caso di Snowden.

La sentenza di venerdì fissa dunque un precedente preoccupante per la libertà di informazione negli Stati Uniti che, assieme allo sforzo senza precedenti per mettere le mani su Edward Snowden e alla corte marziale in atto contro Bradley Manning, intende scoraggiare future fughe di notizie sulle attività illegali del governo.

Teoricamente, la decisione della corte d’Appello di Richmond avrebbe effetto soltanto all’interno del “circuito” sul quale essa esercita la propria giurisdizione. Se anche così fosse, però, l’autorità di questa corte copre stati come Maryland e Virginia, dove si trovano istituzioni come il Pentagono, la CIA e la National Security Agency (NSA), all’interno delle quali viene elaborata e messa in atto la grande maggioranza delle azioni illegali di cui si macchia il governo, con effetti su tutti gli Stati Uniti e non solo.

La sentenza che ha accolto l’appello del Dipartimento di Giustizia contribuisce infine a smascherare il vero significato della decisione presa recentemente dal ministro Eric Holder in risposta agli scandali che hanno coinvolto in questi mesi l’amministrazione Obama, tra cui la notizia dell’intercettazione segreta delle comunicazione telefoniche di decine di giornalisti dell’Associated Press nell’ambito di un’indagine sulla rivelazione di una notizia riservata relativa ad un attentato terroristico sventato.

Secondo i principali media d’oltreoceano, le nuove “linee guida” adottate dal governo una decina di giorni fa servirebbero a ridurre significativamente le circostanze nelle quali le informazioni ottenute dai giornalisti possono essere requisite. In realtà, come dimostrano i procedimenti giudiziari ai danni di un numero record di “whistleblowers” avviati dal 2009 ad oggi e l’appello contro la sentenza di primo grado nel caso del giornalista James Risen, l’amministrazione Obama non ha alcun interesse nella difesa della libertà di stampa.

Infatti, le direttive del Dipartimento di Giustizia non fanno altro che stabilire limiti ingannevoli alle facoltà del governo, confermando il potere di controllare e limitare la libertà di stampa ogniqualvolta vengano rivelate informazioni riservate, la cui provenienza debba essere individuata ai fini di un’indagine su questioni considerate “essenziali” per la sicurezza nazionale.

 http://www.altrenotizie.org/esteri/5589-usa-il-bavaglio-alla-stampa.html