La lobby della Torino-Lione in affanno per dimostrare l’utilità di un tunnel senza accessi ferroviari…

WRITTEN BY: CONTRIBUTI – JUN• 30•13

Commisione 21

La Torino Lione e il Rapporto della Commissione Mobilità 21

Note interpretative

 di Daniel Ibanez e Paolo Prieri

Il 1° agosto 2012 la Corte dei conti francese invia una dura lettera[1] sul progetto ferroviario Torino-Lione al Presidente del Consiglio francese Jean-Marc Ayrault nella quale è detto alla pagina 1:

“Per motivi tecnici si è pensato di realizzare un tunnel di base di lunghissimo, mentre su altre tratte, altri Stati (Slovenia, Ungheria) hanno optato, per motivi finanziari, per una modernizzazione progressiva delle linee esistenti. Si è visto che altre soluzioni tecniche alternative meno costose sono state scartate senza che siano state tutte studiate in modo approfondito.”

A seguito di questa presa di posizione della Corte dei conti il Ministro francese dei Trasporti, sollecitato dal Governo, ha creato nel mese di ottobre 2012 la Commissione Mobilità 21incaricandola di esaminare le conclusioni dello SNIT e di formulare raccomandazioni e priorità ai progetti in essa contenuti, con questa avvertenza:

L’ampleur des investissements est évaluée à 245 milliards d’euros sur 25 ans. Le niveau de participation de l’Etat nécessaire serait de l’ordre de 90 milliards d’euros, alors que les dépenses annuelles de l’Etat pour les infrastructures sont de l’ordre de 2 milliards ; de même le SNIT[2] prévoit 56 milliards d’euros à la charge des collectivités locales, ce qui est également hors de proportion. Le SNIT n’est pas compatible avec l’objectif de retour à l’équilibre des finances publiques.

L’entità degli investimenti è stimata in 245 miliardi di euro in 25 anni. Il livello di partecipazione dello Stato sarebbe dell’ordine di € 90 miliardi, mentre la spesa pubblica annuale per le infrastrutture è dell’ordine di 2 miliardi di euro; lo SNIT prevede 56 miliardi di euro a carico delle comunità locali, importo che è ugualmente  sproporzionato. Lo SNIT non è compatibile con l’obiettivo di ristabilire l’equilibrio delle finanze pubbliche.

Il Rapporto della Commissione Mobilità 21 (chiamata anche Commissione Duron dal nome del suo Presidente) è stato rimesso al Governo il 27 giugno 2013.

Numerosi commenti sul Rapporto della Commissione Mobilità 21[3] sono apparsi sui media, di questo tenore : “Notate che la Torino-Lione non appare nel rapporto dato che fa parte di un trattato internazionale.”

Credo sia necessario a noi oppositori fare stretto riferimento al testo e non alle dichiarazioni vittoriose dei lobbisti della Torino-Lione.

1. Il progetto Torino Lione è presentato come inevitabile perché parte del Progetto Prioritario TEN-T n. 6.[4]

Cosa dice la Commissione Mobilità 21 a questo proposito, cfr. pagina 13:

 «Pour autant, la commission considère que la dimension européenne et singulièrement l’inscription au RTE-T, malgré toute son importance, ne peut être le seul critère déterminant dans l’établissement des priorités. D’autres aspects sont à prendre en compte tels que la lutte contre la fracture territoriale, l’amélioration du transport du quotidien, la contribution à la transition énergétique et écologique ou encore les performances économiques et sociétales.»

“La Commissione ritiene tuttavia che la dimensione europea, e in particolare la sua inclusione nei progetti TEN-T, nonostante la sua importanza, non può essere l’unico fattore determinante nella definizione delle priorità. Altri aspetti devono essere presi in considerazione, come la lotta contro il divario territoriale, migliorando il trasporto quotidiano, il contributo alla transizione energetica ed ecologica, o ancora le prestazioni economiche e sociali. “

La Commissione ha preso in considerazione questo criterio senza tuttavia considerarlo come inevitabile.

2. Apagina 34, a proposito dei criteri di esclusione della competenza della Commissione Mobilità 21:

 «Sur ces bases ont été exclus du périmètre d’analyse :

• le projet de tunnel de base de la liaison ferroviaire Lyon-Turin pour lequel existe un accord intergouvernemental franco italien et qui a fait l’objet d’une déclaration commune des chefs d’Etat français et italien, le 3 décembre 2012;»

 “A partire da questa base sono stati esclusi dal perimetro di analisi:

• il progetto del tunnel di base del collegamento ferroviario Torino-Lione, che fa parte dell’accordo intergovernativo franco italiano e che è stato oggetto di una dichiarazione comune dei capi di Stato francese e italiana, il 3 dicembre 2012;”

Quindi non è la Torino-Lione nel suo complesso che è stata esclusa dal campo di applicazione considerato dalla Commissione Mobilità 21, ma solo il tunnel di base.

Questa formulazione non può in alcun modo essere interpretata come una convalida del progetto del tunnel, ma come una semplice astensione di valutazione, dato il trattato bi-nazionale.

Escludere dal campo di applicazione di analisi non deve essere confuso con una approvazione.

3. A pagina 40 :

«Dans ce contexte, la commission dresse le constat qu’avant 2018, sans évolution des ressources de l’AFITF, compte-tenu des engagements déjà pris pour les quatre lignes LGV en cours de construction, les appels à projets pour la mobilité urbaine ou encore le renouvellement des matériels thermiques des trains d’équilibre du territoire, le budget de l’AFITF n’offre aucune marge de manœuvre pour financer de nouvelles dépenses.»

“In questo contesto, la Commissione Mobilità 21 conclude che prima del 2018, senza modificare le risorse dell’AFITF[5], dati gli impegni esistenti per le quattro linee ferroviarie ad alta velocità in costruzione, per il progetto per la mobilità urbana, per il rinnovo delle locomotive diesel dei treni di trasporto regionale, le risorse a disposizione dell’AFITF non offrono margini di manovra per finanziare nuove spese.”

Pertanto la Commissione Mobilità 21 presieduta da Philippe Duron, che ricordiamo è il Presidente dell’AFITF, dice chiaramente che gli altri progetti, tra cui la Torino-Lione (eccetto il tunnel sul quale non interviene) non sono non finanziabili “senza l’aumento delle risorse dell’AFITF”.

4.  La Commissione Mobilità 21 conferma la sua posizione alla pagina 41, dove è scritto :

«Consciente de cet état de fait, la commission a fait le choix de disjoindre de ses simulations financières l’impact d’une poursuite du projet de liaison ferroviaire binationale Lyon-Turin : aucune possibilité de financement d’autres projets par l’AFITF ne serait plus alors ouverte avant 2028 ou 2030, sauf si de nouveaux moyens étaient dégagés. La même situation prévaudrait avec le canal Seine Nord Europe.»

“Consapevole di questo fatto, la Commissione ha deciso di escludere dalle sue simulazioni finanziarie l’impatto di una continuazione del progetto di collegamento ferroviario bi-nazionale Torino-Lione: nessuna possibilità di finanziare altri progetti sono AFITF sarebbe possibile fino al 2028 o al 2030, a meno che nuove risorse siano messe a disposizione. La stessa situazione accadrebbe con il Canale Senna Nord Europa”

Così, la Commissione Mobilità 21 afferma che il finanziamento del progetto Torino-Lione assorbirebbe  tutte le risorse finanziarie dell’AFITF fino al 2028 o al 2030, a meno che i nuovi fondi pubblici siano messi a disposizione.

Crediamo che il termine “collegamento ferroviario bi-nazionale Torino-Lione” sia esplicitamente il progetto Torino-Lione che, ricordiamo, è costituito dall’accesso e da un tunnel transfrontaliero.

5. Infine, a pagina 57, la Commissione Mobilità 21 definisce chiaramente le altre ragioni che hanno portato a non ricordare quella parte della Torino-Lione che è considerata fuori dal suo ambito di analisi, dando precisamente la definizione della sua giurisdizione :

«La liaison binationale étant mixte, ses accès français sont constitués de différents éléments :

• une ligne nouvelle fret entre Lyon et le sillon Alpin, utilisée dans un premier temps de manière mixte fret et voyageur (220 km/h),

• une ligne grande vitesse (LGV 300 km/h) entre Lyon Saint-Exupéry et Chambéry,

• une ligne mixte fret et voyageur entre le sillon Alpin et St Jean de Maurienne, intégrant la traversée en tunnel du massif de Belledonne,

• un terminal d’autoroute ferroviaire à grand gabarit dans l’est de l’agglomération lyonnaise.»

 “Dato che il collegamento bi-nazionale è misto, gli accessi francesi sono costituiti da vari elementi:

• una nuova linea merci tra Lione e il “solco alpino”,  utilizzata inizialmente in modo misto merci/passeggeri (220 km / h),

• una linea ad alta velocità (TAV 300 km/h) tra l’aeroporto di Lione Saint-Exupéry e Chambéry,

• una linea mista merci e passeggeri tra il “solco alpino” e St Jean de Maurienne, che comprende l’attraversamento con il tunnel di Belledonne,

• un terminal di autostrada ferroviaria a grande sagoma nella parte orientale dell’agglomerazione di Lione.”

Solo in malafede si può dire che questi progetti infrastrutturali non siano parte del progetto Torino-Lione dato che la Commissione Mobilité 21 ha assunto la definizione esatta del trattato franco-italiano del 2001 che stabilisce all’articolo 2:

«I) La parte francese, tra “solco alpino e Saint-Jean-de-Maurienne” …

La Commissione Mobilità 21 ha pertanto trattato l’intera infrastruttura presentata all’inchiesta pubblica dal 16 gennaio al 19 Marzo 2012 denominata:

“Inchiesta preventiva per la Dichiarazione di Utilità Pubblica

per la creazione di un nuovo collegamento ferroviario

tra Grenay (Isère) e Saint-Jean-de-Maurienne (Savoia)
nell’ambito del progetto Lione-Torino

(itinerario di accesso al tunnel franco italiano)”

E’ quindi confermato che la Commissione Mobilità 21 si è pronunciata sulla parte dell’accesso francese di Lione-Torino cha fa parte del “Progetto Torino-Lione”.

Ma la Commissione Mobilità 21 ha anche affermato che:

–        se i fondi necessari per il Progetto Torino-Lione fossero assegnati, si impedirebbe di fatto la realizzazione di tutti gli altri progetti,

–        pur facendo parte la Torino-Lione dei progetti europei TEN-T, questa peculiarità non può essere la sola da prendere in considerazione e non impedisce un parere della Commissione Mobilità 21.

Nella stessa pagina 57, la Commissione Mobilità 21 aggiunge un motivo per escludere questo progetto:

«… la Commission n’a pas pu s’assurer que les risques de saturation et de conflits d’usage qui justifient la réalisation du projet interviendraient avant les années 2035 à 2040. En conséquence, elle classe le projet d’accès à la liaison binationale en secondes priorités, quel que soit le scénario financier considéré.»

 “… la Commissione non è stata in grado di garantire che il rischio di saturazione e dei conflitti che giustificano la realizzazione del progetto si realizzerebbero prime degli anni 2035-2040. Pertanto, essa classifica il progetto di accesso al collegamento bi-nazionale in seconda priorità indipendentemente dalla scenario finanziario considerato.”

La Commissione Mobilità 21 ha relegato il progetto Torino-Lione nelle seconde priorità. Occorre inoltre prestare attenzione alla nota: “All’interno di ogni periodo di tempo, i progetti non sono classificati. L’ordine di presentazione dei progetti nelle tabelle non ha alcun significato”.[6]

Conclusione

Gli accessi alla Torino-Lione, parte integrante della linea, sono relegati per diversi motivi, tra cui la mancanza di saturazione della linea esistente, come dicono gli oppositori.

Questa stessa conclusione può essere condotta verso il tunnel internazionale, ma la Commissione non si è avventurata in questa analisi.

Se gli accessi non sono saturi, è difficilmente concepibile che il tunnel esistente possa esserlo.

http://www.presidioeuropa.net/blog/la-commissione-%E2%80%9Cmobilita-21%E2%80%9D-ha-presentato-il-suo-rapporto/


Remise du rapport Mobilité 21 “pour un schéma national de mobilité durable”

http://www.developpement-durable.gouv.fr/Remise-du-rapport-Mobilite-21-pour.html

27 juin 2013

Le rapport Mobilité 21 “pour un schéma national de mobilité durable a été remis le 27 juin 2013 au ministre chargé des transports, de la mer et de la pêche par M. Duron, Président de la commission Mobilité 21. Articulé autour de quatre axes principaux, ce rapport présente plus d’une vingtaine de recommandations pour une mobilité durable.

Composée de six parlementaires de différentes sensibilités politiques et de quatre personnes qualifiées, la commission « Mobilité 21 » a été mise en place en octobre 2012 par le ministre chargé des transports. Elle a eu pour mission de préciser les conditions de mise en œuvre du schéma national des infrastructures de transport (SNIT).

Le rapport et sa synthèse sont disponibles ci-dessous.

Le rapport en résumé :

Des recommandations pour une mobilité durable

La commission a inscrit son travail dans le respect des objectifs de la transition écologique et énergétique posés par le Président de la République. Dans ce contexte et alors que le besoin de mobilité devrait rester soutenu, la commission a dressé plusieurs constats majeurs :

  • Les réseaux de transport nationaux sont bien développés et les investissements en la matière ont été particulièrement importants ces dernières années
  • Tous les territoires doivent pouvoir bénéficier de transports performants.
  • Le modèle de développement ferroviaire est à revisiter.
  • La faiblesse des grandes plates-formes portuaires françaises de niveau européen et de l’organisation logistique au plan national pénalise la compétitivité et l’attractivité de l’économie nationale.
  • Les modalités de financement et de gouvernance de la politique de transport ne garantissent pas aujourd’hui une association satisfaisante des collectivités et du Parlement aux décisions d’investissement de l’Etat

Face à ces constats, la commission a formulé un peu plus d’une vingtaine de recommandations qui s’articulent autour de quatre axes principaux. Elle estime que la mise en oeuvre de ces recommandations est de nature à réorienter le SNIT en améliorant l’approche globale et intermodale ainsi que le cadre de gouvernance du système de transport.

  • Axe 1 : garantir la qualité d’usage des infrastructures de transport
  • Axe 2 : rehausser la qualité de service du système de transport
  • Axe 3 : améliorer la performance d’ensemble du système ferroviaire
  • Axe 4 : rénover les mécanismes de financement et de gouvernance du système de transport.

Une proposition de hiérarchisation

La commission propose une hiérarchisation des projets de l’Etat qui n’ont pas vocation à relever des programmations pluriannuelles que constituent les contrats de projets Etat-régions, l’engagement national pour le fret ferroviaire ou les programmes de modernisation des itinéraires routiers.

La hiérarchisation opérée par la commission retient trois groupes :

1. Premières priorités : les projets qui devraient être engagés sur la période 2014-2030. Les études et procédures de ces projets doivent être poursuivies en vue de leur engagement avant 2030 ;

2. Secondes priorités : les projets dont l’engagement doit être envisagé entre 2030 et 2050. Les projets concernés doivent être poursuivis en études afin d’en approfondir la définition et permettre leur engagement sur la période 2030-2050 ;

3. Projets à horizons plus lointains : les projets à engager au-delà de 2050 et dont les études doivent être arrêtées aussi longtemps qu’aucun élément nouveau ne justifie leur relance.

[1]http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2013/06/Cour-des-comptes-Référé-Lyon-Turin-201208011.pdf (fr)

http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2013/06/Lettera-Cour-des-comptes-1.-8.2012-it.pdf (it)

[2]http://www.developpement-durable.gouv.fr/IMG/pdf/projet_de_SNIT_181011.pdf

[3]http://www.presidioeuropa.net/blog/wp-content/uploads/2013/06/Rapport-Commission-Mobilit%C3%A9-21-27.6.2013.pdf

http://www.developpement-durable.gouv.fr/Commission-SNIT-vers-un-nouveau.html

[4]http://tentea.ec.europa.eu/en/ten-t_projects/30_priority_projects/priority_project_6/

[5]L’AFTIF è l’agenzia governativa francese che gestisce gli investimenti statale  nelle infrastrutture di trasporto,  cfr: http://www.developpement-durable.gouv.fr/Le-financement-des-infrastructures.html

[6]Rappel important: A l’intérieur de chaque temporalité, les projets ne sont pas classés. L’ordre d’énumération n’a donc aucune signification.

Presidio Europa

http://www.tgvallesusa.it/?p=1508

TGV o TAV: la frenata del treno si sente!

Marcia Modane-Villaroden

Modane

Già venerdì la testata francese Le Dauphiné libéré, giornale locale della Maurienne, riportava in prima pagina assieme alla notizia della frenata su tutti i progetti TGV quella della  manifestazione degli attivisti NO TAV francesi di sabato 29 giugno a Modane (N.d.R. Comune della Savoia, appena superate le Alpi, che similmente a Susa verrà interessato dalla linea ad alta velocità/capacità).
L’appello alla mobilitazione è partito dai comitati NO TAV di Chambéry e della Maurienne e raccolto oltre che dai vari comitati esistenti in Francia anche da Europe Ecologie Les Verts, che sono presenti con una loro rappresentanza. Non poteva mancare anche una delegazione del movimento NO TAV valsusino. In totale si potevano contare circa cinquecento persone. Alle ore 13 di sabato, davanti alla stazione di Modane, sotto una debole ma persistente pioggia, cominciano a radunarsi i manifestanti. La delegazione di NO TAV della Valle di Susa si perde fra le mille faccie ed appartenenze degli oppositori francesi. Verso le 14 il corteo comincia a muoversi, fra gli slogan e la musica, lungo le via di Modane in direzione Le Bourget (N.d.R. Paese nel cui territorio è presente una discenderia ormai terminata della Torino-Lione). Lungo il percorso i manifestanti si fermano per un breve comizio e per scandire slogan contro il TAV davanti al vecchio mulino del riso di Modane (N.d.R. stabile ristrutturato da LTF nel 2005 ed adibito a centro d’esposizione della nuova linea). La marcia è poi proseguita sino a raggiungere la discenderia di Villarodin-Bourget (N.d.R. La discenderia di 4000m che è stata terminata nel 2007) dove la manifestazione è continuata con un momento conviviale ed un divertente teatrino satirico con oggetto le grandi opere inutile ed imposte.

WRITTEN BY: LEONARDO CAPELLA – JUN• 30•13

http://www.tgvallesusa.it/?p=1496

Il padre prostituente – Marco Travaglio [Dal F.Q. di domenica 30 giugno]

travaglio 30706/2013 fatto quotidiano padre prostituente

Se tutto va male, a fine luglio la maggioranza indecente che sgoverna l’Italia imporrà a tappe forzate la modifica dei regolamenti parlamentari per aggirare l’articolo 138 della Costituzione e appaltare in esclusiva a un ristretto club di 20 deputati e 20 senatori del Pd, del Pdl e di Scelta civica (nessuno di M5S e Sel, cioè dell’opposizione) la riforma della Costituzione che poi il Parlamento non potrà neppure
emendare, ma solo approvare o respingere – dunque approvare – alla svelta, senza neppure rispettare gli intervalli temporali previsti dalla Carta.

È un golpe legalizzato che i cittadini potranno respingere solo votando No al referendum confermativo, ma occorrerà una grande mobilitazione perché tutti i partiti faranno campagna per il Sì, a parte Grillo e Vendola.
Se Pd, Pdl e Scelta civica, alle elezioni di febbraio, avessero avuto i voti per cambiare la Costituzione, se ne potrebbe anche discutere.
Invece nessuno di loro ne parlò, dunque nessun elettore li ha votati per quello. L’unica riforma istituzionale che riempiva le bocche dei leader era quella elettorale. Tutti giuravano “mai più Porcellum” e questa fu anche la prima scusa con cui la Trimurti giustificò l’inciucio del governo Letta: fare in fretta le cose più urgenti, legge elettorale ed economia, e tornare alle urne.
Invece, quanto alla prima, siccome B. non la vuole, l’hanno prontamente accantonata.
Quanto all’economia, le uniche decisioni assunte dal governo più rissoso e inconcludente della storia, sono i rinvii. Rinviata l’Imu, rinviato l’aumento dell’Iva, rinviati gli F-35. La stampa di regime, impermeabile anche al senso del ridicolo, titola ogni giorno su mirabolanti “accordi” per “rinviare” questo o quello. Ma un accordo per rinviare è un ossimoro: gli accordi si fanno sulle soluzioni dei problemi, non sul loro rinvio a data da destinarsi. I comuni denominatori che tengono insieme la Trimurti sono altri due: la paura di votare e l’allergia per la Costituzione. Che infatti si accingono a cambiare, concentrando tutti i poteri sull’esecutivo e smantellando i controlli del legislativo e del giudiziario. I titoli IV e VI della Costituzione, Magistratura e Corte costituzionale, erano stati esclusi dalla legge istitutiva del comitato dei 40.
Ma l’altro giorno, dopo le sentenze della Consulta sul legittimo impedimento e del Tribunale di Milano sul caso Ruby, il Pdl ha tentato di infilarceli con un emendamento. Il Pd è insorto, parlando addirittura di “pirateria”, ma era tutta una finta: è bastato che B. minacciasse di scassare tutto perché ieri Lady Inciucio, al secolo Anna Finocchiaro, cedesse su tutta la linea ammettendo sul Corriere che “il problema del coordinamento tecnico con gli articoli del titolo IV e del titolo VI della Costituzione esiste e va affrontato”. Come? Con un emendamento da “formulare insieme”. Del resto il vero padrone del governo, l’unico che potrebbe farlo cadere dall’oggi al domani (e naturalmente lo tiene in piedi per ricattarlo in vista dell’amnistia) e cioè B., fa sapere che “se c’è un settore che ha assolutamente bisogno di una riforma è quello della giustizia”. È vero che il ministro delle Riforme Quagliariello dice il contrario.
Ma, fra il fattorino e il titolare della ditta, tutti sanno chi comanda. Si ripete così pari pari il copione della Bicamerale: nella legge istitutiva presentata nel ’96, il capitolo Magistratura era escluso. Poi B. ordinò di inserirlo, minacciò di scassare tutto e D’Alema si calò prontamente le brache. Tant’è che in Bicamerale si parlò quasi solo di quello. Poi, siccome in due anni di lavori non veniva fuori l’amnistia, nel ’98 B. fece saltare il tavolo. Anche perché allora al Quirinale c’era Oscar Luigi Scalfaro, che si batté come un
leone contro gli inciuci anti-toghe. Ora invece c’è Napolitano, che li patrocina da tempo immemorabile.
E riceve al Quirinale il fresco condannato a 12 anni per frode fiscale, rivelazione di segreti, concussione e prostituzione minorile: il padre prostituente.

http://mondo5stelle.wordpress.com/2013/06/30/il-padre-prostituente-marco-travaglio-dal-f-q-di-domenica-30-giugno/

TRAVAGLIO E L’EVASIONE: “I POVERI E GLI ONESTI CONDANNATI A MANTENERE I RICCHI”

Ecco il vero problema del nostro Paese. L’articolo del giornalista su L’Espresso

Marco Travaglio getta la maschera dietro cui si nascondono i nostri politici e dalle pagine de L’Espresso ci parla di evasione fiscale. E ci ricorda come sia questo il vero problema che mina il nostro Paese. Problema che non sembra interessare la classe dirigente.

Mentre il governo cerca una manciata di miliardi per abolire l’Imu sulla prima casa, rifinanziare la cassintegrazione e magari non aumentare l’Iva, l’Agenzia delle Entrate farebbe cosa buona e giusta pubblicando la somma delle imposte evase dai grandi gruppi imprenditoriali e bancari negli ultimi anni. L’anno scorso l’Espresso calcolò che le principali banche (Intesa, Unicredit, Montepaschi giùgiù fino all’ex Bpl-Italease) si erano scordate di versare tributi per un totale di 5 miliardi. Sommando poi le evasioni ed elusioni contestate agli Agnelli, a Berlusconi, a Passera, a Profumo, a Del Vecchio, a Briatore, a Mediolanum, a Bell, a Telecom Sparkle, aBulgari, a Marzotto, a Brachetti Peretti, ai Riva, a Dolce&Gabbana e così via, i miliardi superano i 10

Basta tirare un po’ di somme per illuminare il problema dei problemi che ci condanna alla recessione perpetua: non la Costituzione da cambiare, ma un sistema che condanna i poveri e gli onesti (che non sempre, ma spesso coincidono) a mantenere i ricchi e i ladri (che non sempre, ma spesso coincidono).

Un sistema che non potrà essere nemmeno sfiorato dal governo di larghe intese con Berlusconi, appena condannato in appello a 4 anni nel processo Mediaset per una frode fiscale di 7 milioni di euro che in origine – prima di venire decimati dalla prescrizione abbreviata da varie leggi ad personam – erano 368milioni di dollari.

Nella sentenza i giudici ricordano le decine di società offshore create dall’avvocato Mills per il Cavaliere, servite a occultare fondi neri per 1500 miliardi di lire, tutti prescritti dalla controriforma del falso in bilancio fatta dall’imputato medesimo. Le motivazioni del verdetto Mediaset(l’ultimo di merito: la Cassazione ne valuterà solo la correttezza formale)avrebbero dovuto scatenare un apro dibattito nella politica e sui media: può un colossale evasore sedere a capotavola nella maggioranza di governo?

In Francia s’è appena dimesso il ministro del Bilancio perché aveva un conto in Svizzera(uno, non decine). Invece in Italia – primatista europea dell’evasione (180miliardi su mille) – tutti zitti. Come se questa fosse un’afflizioncella passeggera e non la prima causa della crescita sottozero. I pm e l’Agenzia delle Entrate, nonostante un diritto penale tributario scritto su misura per gli evasori, continuano a scoprire e a processare i ladri di tasse. Ma in un isolamento politico, mediatico e culturale spaventoso.

Nessuna reazione neppure alla scoperta che i Riva, oltre a devastare con l’Ilva l’ambiente a Taranto,avrebbero evaso 1,2 miliardi sbiancandoli poi con lo scudo fiscale Berlusconi-Tremonti ma lasciandoli all’estero (si può fare anche questo).Qualche sussulto ha suscitato il processo d’appello a Dolce & Gabbana, chela Procura di Milano ha chiesto di condannare a 2 anni e mezzo per un’evasione di 1 miliardo. Ma non per isolarli dal consesso civile in caso di condanna,come fanno i paesi che l’evasione la combattono e quindi quasi non la conoscono: per elogiarli.

 

Ha provveduto quel gran genio di Nicola Porro, vicedirettore del Giornale e conduttore di La7 in procinto di passare a Rai2 con un programma tutto suo. A suo avviso, i due stilisti sarebbero perseguitatidai pm perchè “ricchi e bravi”, perchè “ce l’hanno fatta”. E i pm, si sa, sono invidiosi. Mica come in America: lì si che gli evasori “sanno difenderli”.Infatti li buttano in galera e gettano la chiave. Ma Porro non losa, e fa anche degli esempi: “Negli ultimi 4 anni la Apple ha fatto 74 miliardi di utili e ha pagato tasse per 44 milioni, meno del 3 per cento, grazie allesue strutture irlandesi”. Ne avesse azzeccata una: i 74 miliardi non sonol’utile, ma l’evasione contestata alla Apple dal Congresso Usa sugli ultimi quattro anni. Sfortuna poi ha voluto che lo stesso Giornale dello stesso giorno, due pagine prima dell’inno di Porro a Dolce&Gabbana, plaudisse all’arresto di Massimo Ciancimino per una sospetta evasione di 30 milioni (undecimo di Berlusconi, un trentesimo di Dolce & Gabbana). E’ l’unico presunto evasore italiano finito in manette a memoria d’uomo. Ma da qualcuno bisognava pur cominciare. E finire. 

http://siamolagente.altervista.org/un-grande-travaglio-sullevasione-i-poveri-e-gli-onesti-condannati-a-mantenere-i-ricchi/

Busi alla Ravetto: “Una vita che gira senza mutande” Lei querela e lascia lo studio

 

“E’ invidiosa perché nessuno le ha mai chiesto di togliersi le mutande. Lei, che da una vita va in giro senza”. E’ l’attacco che lo scrittore Aldo Busi indirizza all’onorevole del PdlLaura Ravetto nel corso della trasmissione ‘La guerra dei mondi‘ condotta daDavid Parenzo per RaiTre. La discussione si era già infiammata quando un’altra ospite, l’attrice Veronica Gentili, aveva ammesso di essere stata spesso vittima di “proposte indecenti” nel mondo del cinema. “Devi fare i nomi”, l’aveva attaccata la Ravetto. Pronta la risposta di Busi. Immediata l’uscita di scena della parlamentare Pdl, che lascia lo studio televisivo minacciando querela. A farla rientrare ci prova Pippo Baudo, anch’egli presente in trasmissione, ma senza risultato: “Si sente offesa”

 

29 giugno 2013

Grillo: «In valle di Susa tutti eroi»

IL COMICO: «LE FORZE DELL’ORDINE USANO ARMI DA GUERRA CANCEROGENE»

http://www.corriere.it/politica/11_luglio_03/notav-grillo-reazioni_8cacdd4a-a57b-11e0-980c-35d723c25df8.shtml

MILANO – In Valle di Susa «state facendo una rivoluzione straordinaria, siete tutti eroi, le campane suonano per tutta l’Italia che ci sta guardando attraverso la rete». Lo ha detto Beppe Grillo parlando a centinaia di manifestanti radunati a Chiomonte per la manifestazione No Tav. E le sue parole suscitano un tale frastuono polemico che lunedì mattina è costretto a tornare sull’argomento: «Sono il primo a condannare e a voler sapere chi sono i black bloc annunciati dai media da giorni. Li trovino, li arrestino». Il comico accusa di travisamento e distorsione del suo pensiero, i media: «Oscurati dalla nebbia della disinformazione che ieri aleggiava nella Valle». Resta inalterata la sua posizione sull’inutilità e lo spreco dei lavori in Valsusa: «La Torino-Lione è la più grande truffa del secolo – ha affermato Grillo -, pensare di fare viaggiare le merci a 300 all’ora è roba da anni Settanta, il futuro è fare viaggiare meno le merci, è il regionalismo». Grillo ha poi accusato le forze dell’ordine di usare gas lacrimogeni «che sono proibiti, armi da guerra cancerogene». Quello che sta avvenendo in Valsusa rappresenta «prove tecniche di dittatura». Lo ha detto Beppe Grillo, raggiungendo la manifestazione dei No Tav a Chiomonte. «C’è uno scorpamento tra cittadini ed istituzioni», ha aggiunto il comico genovese. «Volevo esserci – ha sottolineato -, è una battaglia che con voi stiamo conducendo da tanti anni». «I black bloc? Cercateli in Parlamento» ha chiosato Grillo. Tutto questo mentre la situazione a Chiomonte si faceva via via sempre più difficile dove migliaia di No Tav stanno assediando il cantiere della Torino-Lione e le forze dell’ordine usavano i lacrimogeni e idranti per allontanare i manifestanti.

Non approvi l’omosessualità? I tuoi progetti per i poveri non possono essere finanziati nel Regno Unito

un esempio di come funziona la poliza del pensiero

Non approvi l’omosessualità? I tuoi progetti per i poveri non possono essere finanziati nel Regno Unito
– di Leone Grotti –
Le lobby per i diritti gay hanno chiesto che i gruppi cristiani contrari all’omosessualità non possano più ricevere i premi della lotteria riservati a chi realizza progetti per le classi sociali svantaggiate.
Da oltre 20 anni la Lotteria nazionale inglese garantisce premi in denaro per quei gruppi religiosi – cristiani, musulmani, ebrei – che realizzano progetti comunitari a favore delle classi sociali più svantaggiate. Quest’anno le lobby che si battono per i diritti degli omosessuali hanno chiesto che molti gruppi cristiani vengano esclusi perché «diffondono letteratura anti-gay online».
ACCUSE AI PROTESTANTI. Il Guardian ha dedicato un lungo articolo ai misfatti della chiesa protestante apostolica di Cristo di Luton, la Società apostolica della rivelazione, la chiesa del nuovo testamento di Dio a Wolverhampton e altre. Tutte queste hanno ottenuto fondi negli anni passati per realizzare progetti perfettamente riusciti. Ma siccome il pastore Oluwasola di Luton ha dichiarato che «le relazioni dello stesso sesso sono straniere alla legge di Dio», la sua chiesa non avrebbe dovuto ricevere i fondi. Davanti alle accuse il pastore risponde: «Tutti i membri della chiesa la pensano allo stesso modo. La nostra chiesa non è favorevole all’omosessualità per quello che si dice nella Bibbia». Ad ogni modo, ha precisato, il progetto portato avanti con i soldi della lotteria non aveva niente a che fare con questo.
FONDAZIONE LESBICHE E GAY. La chiesa del nuovo testamento di Dio è invece accusata di essere gemellata con la chiesa di Dio nel Tennessee, la quale sostiene che «l’omosessualità va condannata come una pratica peccaminosa», pertanto si oppone «alla tendenza crescente verso la legittimazione delle unioni omosessuali». I laburisti hanno deprecato la Lotteria affermando che «appoggia gruppi di fedeli con visioni estremiste». La Fondazione lesbiche e gay si è accodata alle accuse affermando di «essere preoccupata se organizzazioni ottengono fondi pubblici, mentre discriminano apertamente i gay, le lesbiche, i transessuali e i bisessuali». Un responsabile della chiesa protestante incriminata ha risposto affermando che i soldi sono stati usati per il progetto previsto e che criticare le unioni omosessuali non è la stessa cosa che discriminare.

LIBERTÀ DI COSCIENZA. Nonostante il governo non c’entri con la distribuzione dei premi della lotteria, Hilary Benn, ministro ombra per i governi locali, ha affermato un principio importante: «I gruppi religiosi danno un contributo importante alla società. (…) Ma quando si elargiscono fondi pubblici bisogna distinguere (…). Se offri servizi alla comunità, allora la società ha il diritto di chiedere il rispetto di principi fondamentali come il trattamento equo». Sottinteso: se sei contrario alle unioni omosessuali, anche se le tue opere fanno bene alla società non verrai più finanziato.
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Aggressioni alle donne non politically correct quindi da censurare

Tenta di violentare una donna, marocchino rischia il linciaggio della folla
Pubblicato da ImolaOggi 28, 2013
Cecina (Livorno) 28 giugno 2013 – Ha rischiato il linciaggio della folla dopo avere aggredito una donna cercando di violentarla: a salvare un marocchino di 26 è stata la polizia che l’ha arrestato nel pieno centro di Cecina.
La vittima è una commessa di 26 anni, aggredita mentre stava chiudendo il negozio: al pronto soccorso di Cecina è stata giudicata guaribile in 10 giorni per varie ecchimosi.
La ragazza stava chiudendo il negozio quando ha visto entrare l’extracomunitario che le avrebbe chiesto con insistenza di baciarlo e di avere un rapporto sessuale. La commessa, che era sola, si è rifugiata dietro il bancone e poi, quando l’uomo ha cercato di toccarla, è riuscita a fuggire in strada. Il ventottenne l’avrebbe raggiunta, afferrata per la vita, e appoggiata al muro. Le grida della giovane hanno attirato l’attenzione di alcuni passanti che con forza hanno bloccato l’aggressore in attesa dell’arrivo della volante. Il marocchino ha poi rischiato il linciaggio della folla che si era radunata.
Il marocchino è un senza fissa dimora e con due decreti di espulsione: il suo arresto è stato convalidato dal giudice.
http://www.imolaoggi.it/?p=54567#comment-14371

Bolzano: donna violentata da un gruppo di ubriachi dell’est
Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSgiu 25, 2013
BOLZANO, 25 giu –  – Vagava per i campi di Cermes, in provincia di Bolzano, senza sapere nemmeno dove fosse. Gli abiti strappati, infreddolita e spaventata. Terrorizzata dal ricordo della sera prima quando lei, una 45enne, era stata vittima della violenza di un gruppo di sconosciuti.
Li ha incrociati a bordo di un autobus sabato sera, l’hanno trascinata fuori dal mezzo e poi hanno abusato di lei con una violenza mostruosa. Dopo, l’hanno lasciata a terra nei campi senza la forza di reagire o fare altro.

La donna, sotto choc, ricorda poco. Ai carabinieri è riuscita a raccontare solo di uomini visibilmente ubriachi, con un forte accento dell’est. Nient’altro.
A trovarla domenica mattina, in un evidente stato confusionale, erano stati dei passanti che avevano avvisato le forze dell’ordine. Subito erano scattati i soccorsi e al pronto soccorso dell’ospedale Tappeiner i medici non avevano lasciato dubbi: si era trattato di uno stupro. Testimoniato anche dai lividi e dai segni addosso alla donna.
Ora, date le difficoltà della donna nel ricostruire i fatti, gli inquirenti sperano che l’autista del mezzo o il filmato della telecamera installata sull’autobus possano aiutare ad identificare i presunti aggressori.

www.today.it
http://www.imolaoggi.it/?p=54241

Novara: autori di centinaia di furti, arrestati 27 immigrati

Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSgiu 28, 2013
NOVARA, 28 GIU – Sono ritenuti responsabili di centinaia di furti in abitazione i 27 georgiani – tra cui due donne – arrestati dai carabinieri di Novara. Recuperata refurtiva per un valore di circa 800 mila euro, un quintale di tabacchi per il mercato del contrabbando, documenti falsi e munizioni.
Gli arresti rientrano nell’ambito dell’operazione Odessa, contro le bande criminali che operano sull’asse Novara-Milano, che dal 2008 a oggi ha portato all’arresto di oltre 200 persone, in gran parte georgiani.
http://www.imolaoggi.it/?p=54561

Lacrimogeni contro Manifestanti

Apprediamo dai “media” che in questi giorni la Polizia della Turchia ha lanciato lacrimogeni contro i manifestanti: SCANDALOSO – giuste proteste da tutto il mondo e perfino una interpellanza all’ONU, tutti i giorni i nstri Telegiornali ed i quotidiani ne parlano.

Qualcosa di simile era successo lo scorso anno quando la Polizia dell Egitto ha usato i lacrmogeni.

In valle di Susa (Provincia di TORINO) in più occasioni è stato fatto un uso spropositato dei gas lacrimogeni (TOSSICI) in più occasioni ne sono stati sparati migliaia contro la popolazione civile che manifestava contro un cantiere abusivo ed addirittura contro indifese abitazioni civili in cui si trovavano ultra ottantenni.

Se questa è informazione…….

E certi politicanti (e benpensanti) applaudono anzi incitano a sparare di più e condannano ogni forma di violenza; perchè non andiamo a leggere i curriculum di molti di loro per vedre che cosa hanno fatto in gioventu’?

 

editoriale, post — 9 giugno 2013 at 20:40

Una faccia, una piazza. Taksim scrive al movimento No Tav

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 Piazza Taksim scrive al Movimento No Tav, in risposta al comunicato di solidarietà scritto il 4 giugno scorso (vedi Gezi&NoTav: gemellaggio di lotta, gemellaggio al cs). Una lettera bella e intensa, in cui ci vengono raccontati i motivi della battaglia che stanno combattendo. Come noi hanno dalla loro parte il coraggio e la ragione! Buona lotta ai ribelli di Piazza Taksim!

Cari compagni No TAV, fratelli di lotta; la Resistenza in Val di Susa, come la Resistenza per Gezi park, e’ una resistenza contro un sistema di interessi e poteri; un sistema di valori che vorrebbe toglierci cio’ che e’ nostro – lo spazio, la valle, il parco, e la possibilita’ di viverci – in nome di un “progresso” che, nei fatti, vuol dire solo il profitto dei pochi che ci investono. Questo profitto e’ una forma di oppressione del quale la polizia, i lacrimogeni, la censura mediatica, i tribunali, le accuse di vandalismo sono soltanto l’espressione piu’ esterna.La vostra solidarieta’ ci onora. Non soltanto per il prezzo che continuate a pagare con la vostra resistenza ma soprattutto per quello che voi, come ora noi, avete imparato dalla resistenza: la riappropriazione di cio’ che ci appartiene, il coraggio di restare, l’occupazione, l’autorganizzazione, la fiducia gli uni negli altri. In questi giorni a Gezi abbiamo imparato a lottare insieme nonostante le nostre molte differenze interne: contro i lacrimogeni, si’ ma anche contro la pioggia che ci allagava le tende. Insieme si vince una piazza, insieme si montano le barricate; e insieme si distribuiscono le coperte, si organizza il cibo, si smaltisce la spazzatura, si monta una radio, ci si reinventa una nuova quotidianita’. Come avete fatto voi in questi anni di occupazione in valle.Mentre i nostri compagni ad Ankara, Antakia, Adana, Izmir vengono attaccati in queste ore ancora una volta da quei poteri forti che noi di Istanbul abbiamo lasciato al di la’ delle barricate appena una settimana fa, noi in questa piazza che ora e’ nostra stiamo imparando a restare uniti e ad avere fiducia nella lotta che ci ha fatti incontrare. Non sappiamo quanto riusciremo a restare qui, non sappiamo ancora che ne sara’ della nostra resistenza dopo questi pochi giorni. Ma abbiamo imparato a lottare insieme. E che da qui si puo’ soltanto imparare ancora di piu’. E siamo sicuri che in questo vi siamo fratelli, nonostante la nostra distanza geografica. La vostra resistenza e’ la nostra resistenza e questo e’ soltanto l’inizio – la lotta continua!

 tratto da Müştereklerimiz

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