Gregge sterminato in una fattoria antimafia

emauele feltri

-Redazione- 1 luglio 2013-  

 Emanuele Feltri, 34enne di Catania, ha deciso di abbandonare il suo furgone Volkswagen, mercatino ambulante per oggetti vintage, e di trasferirsi in contrada Sciddicuni.

 

  Lì vicino c’è il fiume Simento, preso di mira dalla criminalità locale per sversamenti illegali. Nella sua fattoria alleva animali e produce prodotti biologici di altà qualità, e continuerà a farlo nonostante la sua presenza nella zona sia manifestamente sgradita.

 Ieri è tornato nella sua campagna dopo essere stato a Catania e non  ha trovato ad accoglierlo il suo gregge: tutte le pecore erano morte, uccise a colpi di pistola. Per giunta la testa di un animale è stata tagliata e lasciata fuori la porta di casa. Un monito che non ha scoraggiato Emanuele e forse lo spinge a fare ancora di più e meglio, nella speranza di coinvolgere chi come lui non sopporta i soprusi

 Sulla sua pagina Facebook scrive: “Sciddicuni esiste e resiste per ricordare che non bisogna essere super eroi per portare avanti i propri ideali, per testimoniare che a volte il coraggio sta proprio nel condurre la propria vita quotidiana con coerenza e senza compromessi. Quando ci renderemo conto che ci stanno togliendo tutto, anche la possibilità di vivere in pace nella propria terra forse inizieremo a voler essere i reali protagonisti del nostro futuro”.

 http://www.articolotre.com/2013/07/gregge-sterminato-in-una-fattoria-antimafia/184581#comment-50647

Scandalo in Sicilia, per i Politici escort e viaggi con i fondi per i disoccupati

come mai per questi 40 indagati nessuna richiesta di interdizione dai pubblici uffici nonostante abbiano rubato 28 milioni di euro?

by Laura Caselli 21.giu 2013

– Scritto da Redazione Infiltrato.it –

Diciassette persone arrestate, compresi gli ex assessori regionali Sparma e Gentile. Tra gli indagati il senatore Pdl Scoma.

I fondi pubblici destinata ai disoccupati siciliani finivano in viaggi, cene eleganti e serate con escort, per politici e faccendieri. È quanto accertato dall’ultima inchiesta della Guardia di Finanza che a Palermo ha notificato 17 ordinanze di custodia cautelare – richieste dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e da un pool di altri 5 sostituti – e ha eseguito dei controlli a Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento siciliano. Tra le persone finite in manette anche il manager Faustino Giacchetto, definito il «re della pubblicità», la moglie Concetta Argento e poi gli ex assessori regionali Gianmaria Sparma e Luigi Gentile. L’ennesima inchiesta sull’uso dei fondi pubblici alla Regione Siciliana ha portato alla scoperta di un vero e proprio comitato d’affari che, con la complicità di politici e funzionari, avrebbe pilotato gli appalti per grandi eventi intascando anche i fondi comunitari destinati a progetti per la formazione professionale di giovani disoccupati.

I fondi pubblici destinata ai disoccupati siciliani finivano in viaggi, cene eleganti e serate con escort, per politici e faccendieri. È quanto accertato dall’ultima inchiesta della Guardia di Finanza che a Palermo ha notificato 17 ordinanze di custodia cautelare – richieste dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e da un pool di altri 5 sostituti – e ha eseguito dei controlli a Palazzo dei Normanni, sede del Parlamento siciliano. Tra le persone finite in manette anche il manager Faustino Giacchetto, definito il «re della pubblicità», la moglie Concetta Argento e poi gli ex assessori regionali Gianmaria Sparma e Luigi Gentile. L’ennesima inchiesta sull’uso dei fondi pubblici alla Regione Siciliana ha portato alla scoperta di un vero e proprio comitato d’affari che, con la complicità di politici e funzionari, avrebbe pilotato gli appalti per grandi eventi intascando anche i fondi comunitari destinati a progetti per la formazione professionale di giovani disoccupati.

GLI ARRESTI – A 5 delle 17 persone arrestate sono stati concessi gli arresti domiciliari mentre per gli altri si sono aperte le porte del carcere. Contestualmente è stato disposto il sequestro del capitale sociale e dei beni aziendali di 5 società e dei beni degli indagati per un valore complessivo di oltre 28 milioni di euro. Le accuse vanno dall’associazione a delinquere, alla corruzione, alla truffa e false fatturazioni. Ci sono poi 40 indagati tra cui molti politici.

 I NOMI – Gli arrestati oltre ai due ex assessori regionali Gianmaria Sparma e Luigi Gentile e al manager Fausto Giacchetto (indicato come il «cervello» della truffa) sono Stefania Scaduto, Francesco Riggio, Pietro Messina, Concetta Argento, Claudio Lo Nigro, Domenico Di Carlo, Luciano Muratore e Antonino Belcuore. I domiciliari sono stati concessi a Carmelo Bellissimo, Sandro Compagno, Massimo Sala, Elio Carreca e Bruno Devita. Una persona, di cui ancora non è stata resa nota l’identità, è tuttora ricercata.

GLI INDAGATI – Tra i 40 indagati «eccellenti» anche il senatore del Pdl Francesco Scoma, ex assessore al Lavoro.

 

Dovrà rispondere di corruzione per aver ricevuto 26.000 euro da Giacchetto in viaggi, contributi per spese elettorali e biglietti per lo stadio. La procura ha già inviato la richiesta di autorizzazione al Senato per il sequestro dei 26 mila euro. E poi l’ex presidente dell’assemblea regionale Francesco Cascio. Indagati pure gli ex assessori Santi Formica (Pdl) e Carmelo Incardona, all’epoca dei fatti di Grande Sud, come l’ex consigliere comunale di Palermo, Gerlando Inzerillo. Per tutti si ipotizza il reato di corruzione, eccetto che per Cascio, indagato per finanziamento illecito dei partiti assieme all’ex deputato regionale del Pd, Gaspare Vitrano, che era già imputato di corruzione in un’inchiesta sugli appalti dell’eolico. E ancora risultano indagati l’ex assessore al lavoro Lino Leanza (ex Mpa e poi Udc) l’ex deputato regionale del Pdl, Salvino Caputo e Salvatore Sanfilippo candidato sindaco a Santa Flavia. Indagato anche l’ex amministratore delegato del Palermo calcio, Rinaldo Sagramola. Giacchetto avrebbe acquistato spazi pubblicitari dal Palermo calcio fatturando cifre superiori a quelle pagate.

LE ESCORT – L’inchiesta è stata focalizzata sull’attività del Ciapi (Centro Interaziendale Addestramento Professionale Integrato) destinatario di un contributo di 15 milioni di euro finanziato dal Fondo Sociale Europeo. «Il presidente pro tempore ed il responsabile della comunicazione, con la complicità di altri funzionari pubblici – spiegano gli inquirenti – hanno ottenuto fraudolentemente contributi pubblici, utilizzando anche fatture false per oltre 40 milioni di euro». Parte dei contributi sarebbero stati utilizzati, tra l’altro, «per ragalie varie a noti esponenti politici, cui sono state finanziate anche le campagne elettorali». E ancora per viaggi, cene e serate con escort. In un secondo filone di indagine riguarda la gestione di «Sicilia Grandi Eventi». Gli stessi esponenti del Ciapi «attraverso una fitta rete di conoscenze e legami con funzionari pubblici», avrebbero pilotato gare d’appalto della Regione Siciliana.

IL PROCURATORE – «Dalle indagini è emerso che i fondi europei, che si dovevano impiegare per migliorare le nostre condizioni, sono stati sperperati in modo indecoroso per arricchire privati» ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo nel corso della conferenza stampa. «È un fatto riprovevole moralmente» ha concluso. Soddisfazione è stata espressa dal governatore Rosario Crocetta. «Esprimo con profonda convinzione gratitudine nei confronti della magistratura e della guardia di finanza che hanno svolto le indagini su episodi di corruzione registrati negli anni precedenti all’assessorato al Turismo -afferma- l’azione della magistratura aiuta la Regione e il popolo siciliano a liberarsi dal malaffare e dalla mala politica».

Tratto da: Infiltrato.it

– See more at: http://www.losai.eu/scandalo-in-sicilia-per-i-politici-escort-e-viaggi-con-i-fondi-per-i-disoccupati/#sthash.iIJVNDcK.dpuf

http://www.losai.eu/scandalo-in-sicilia-per-i-politici-escort-e-viaggi-con-i-fondi-per-i-disoccupati/

I Troll: prevedibili, scontati, noiosi (da evitare SEMPRE)

Posted By Alberto Medici On 28 giugno 2013

 

troll

Perchè mi occupo ancora una volta di Troll? [1]

 

Perchè uno dei regali più belli che abbiamo ricevuto, con la tecnologia e internet, è proprio la possibilità di scrivere e leggere, e scrivendo e leggendo scambiare opinioni, aumentare e diffondere la conoscenza, crescere, maturare, in un modo che a volte di persona non si riesce a fare. Ho in mente certe riunioni familiari, in cui c’è sempre il personaggio che “tiene banco“, alza la voce, butta tutto in caciara e impedisce lo svolgersi di un confronte sereno, equilibrato, costruttivo.Oppure l’opposizione (magari degli anziani) a certi argomenti, o le pregiudiziali, sia da destra che da sinistra, che impediscono di affrontare certe discussioni.

 Invece sul web, un po’ per l’anonimato, ma soprattutto perchè i tempi sono diversi, e lo scrivere rende indispensabile filtrare, sintetizzare, meditare quello che si esprime, si trova un ambiente estremamente favorevole allo scambio di informazioni, idee, opinioni, anche nella contrapposizione, ma sempre “filtrata” dal mezzo. A riprova di questo, il successo dei forum o la grandissima importanza che hanno i commenti nei blog come questo, dove, molte volte, come ho già sostenuto, il post è a volte quasi solo una scusa per avviare la discussione, e andando a scorrere i commenti si trovano moltissimi spunti interessanti ed elementi di arricchimento.

 

Siccome però a qualcuno dà fastidio che ci sia questo spazio, questa agorà incontrollabile, dove non basta immettere notizie di veline e calciatori, di sesso e di corna, di milioni di euro pagati a questo o a quello e di scandali, per distrarre la gente, come impedire lo sviluppo e la crescita di questa coscienza collettiva? La soluzione è presto trovata: pagare un gruppetto  (non ne servono neanche poi tanti, secondo me in Italia non sono neanche 100) di disturbatori di professione, pennivendoli che, coperti da diversi nickname (e, dopo i primi scivoloni iniziali, anche da diversi IP address, altrimenti si smascheravano facilmente) si inseriscono nelle discussioni buttando tutto in caciara, in rissa, offesa gratuita.

 

Sul blog di Daniele Passerini, 22passi, è uscito qualche tempo fa questo articolo [2] in cui un presunt “whistleblower” (un insider)raccontava la sua esperienza di “seminatore di zizzania a pagamento“. Magari tutto inventato, però se leggete i commenti viene data assoluta e inequivocabile conferma della presenza di tali disturbatori. Anche Maurizio Blondet qualche anno fa aveva riportato la notizia di un piccolo stato mediorientale (“l’unica democrazia del medio oriente”, “i fratelli maggiori”, dice niente?) che aveva assoldato schiere di questi personaggi incaricati di sorvegliare le varie discussioni in giro per il mondo ed intervenire allo scopo di depistare; addirittra pochi mesi fa è venuta fuori la notizia che la stessa comunità europea aveva stanziato dei fondi per infiltrare commentatori anonimi allo scopo di rovinare le discussioni anti-Europa.

 

Bene. Se, come dice Noam Chomsky, fra i mezzi usati dal potere uno è quello di conoscere alla perfezione la psicologia dei sudditi, noi, che non siamo scemi, abbiamo l’intelligenza e i mezzi per contrapporci. E, nel mio piccolo, lo faccio riportando la mia esperienza con uno dei “campioni” fra i debunkers, tale Claudio Gentile che si firma col nickname di Lefou reloaded; ne ho già parlato in questo post. [3]

 

La storia: siccome in un suo video lui lamentava il fatto che i cosiddetti “complottisti” non avessero il coraggio di affrontarlo in diretta, io lo invitavo ad una diretta sul signoraggio. La sua prima risposta fu che il signoraggio non esiste, per cui non c’è nulla da discutere. Al che gli risposi che, visto che era così sicuro, sarebbe stato facile per lui smontare la mia tesi. Lui mi rispose: “prima mi dica la sua tesi, e poi deciderò se vale la pena affrontarla“. Insomma, per farla breve, dopo un po’ di insistenza riuscimmo ad organizzare, e il risultato fu il video che linko sotto. Non andate a vederlo, è abbastamza noioso, ma segnalo solo che ad un certo punto dice, in uno dei suoi ragionamenti (pieni di interruzioni, digressioni, parentesi, ecc., ): “.. e, siccome non c’è inflazione, se non in misura minima, questo evidenzia che non c’è creazione di moneta dal nulla come sostengono i signoraggisti;

 

Ora, l’altro giorno, grazie ad una affermazione trovata sul libro del premio nobel per l’economia Paul Krugman, gli inserivo questo commento sulla sua pagina facebook:

 

Il premio Nobel per l’economia Paul Krugman dice che la Fed crea denaro dal nulla. Niente da commentare?

 

;-)

e la sua risposta, prima:

 

Come è ovvio per tutti coloro che conoscono il meccanismo di emissione monetaria. E quindi?

 

e poi:

 

L’emissione è “ex nihilo”, altrimenti la BC non potrebbe decidere di emetterne quanta ne vuole.

 

Quindi, ancora una volta, ammette che il denaro è creato dal nulla, e addirittura la BC ne emette quanto ne vuole. Ne è seguita una discreta serie di botta e risposta che cito volentieri perchè (se volete andare a leggere si trova qui, su FB [4])  paradigmatica (cioè, esemplificativa e didascalica) del comportamento di questi disturbatori, che si può riassumere nei seguenti punti:

  1. negare, negare sempre anche l’evidenza (“e allora?”; ma come allora: hai negato il signoraggio, hai detto che non è vero che le banche creano moneta, e adesso pensi di cavartela così?))
  2. complicare le cose semplici: come ha scritto un amico fb, Matteo Perna: “Negare la verità è impossibile, ecco perché per poter negare l’evidenza bisogna per forza usare termini e modi diversi anche se in realtà esprimono esattamente la stessa cosa del concetto sintentico. Solo chi ha una buona capacità di ragionamento riesce a capire questo sottile meccanismo di menzogna. Spesso la gente normale viene truffata proprio in questo modo: si sta parlando della stessa cosa, ma sembra che si parli di due cose completamente diverse, e su questa cose le persone rimangono in dubbio. Ecco il compito del debunker, far rimanere le persone costantemente nel dubbio. Smentire e smentire la realtà dei fatti.” ; L’immagine migliore che mi viene in mente è questo: Io odio la pizza. Però vado matto per quei dischi di pane con pomodoro e origano e mozzarella cotti in forno a legna. Ma- ripeto- la pizza mi fa schifo
  3. attaccare l’avversario personalmente (la speranza è che si dimentichi dell’oggetto contestato e passi a sua volta ad offendere) ( Alberto Medici, qua lei è l’unico a vivere di queste fregnacce, la smetta di fare il minchione….comincerà a parlare di apparizioni mariane e di come satana governi la BCE…. Forse rendendosi conto che nessun organo di potere da peso alle sue parole, tanto da non metterla nemmeno a tacere o smentirla, le può far capire quale sia il valore dei suoi argomenti.Lei è ignorato, caro Medici, non per ignoranza, ma perché non vale la pena starla a sentire) Come se attaccare me servisse a nascondere la realtà della loro contraddizione;
  4. dividere il fronte opposto tirando in campo argomenti che non c’entrano nulla nella speranza che gli oppositori si dividano almeno su quelli (…Alla fine anche gli antivaccinisti si vaccinano. …Solo i cretinetti ci credono davvero….E di quello che si è iniettato il vairus dell’omosessualità pedofila? Ne vogliamo parliamo? SVEGLIA!!1!!!UNDICI!!!). Ancora una volta, lo scopo è quella della distrazione: siccome la contraddizione, l’incoerenza sono sotto gli occhi di tutto (grazie a Dio Internet conserva la memoria) l’unica via di fuga è salvarsi in corner sperando di avviare un nuovo “ramo” di discussione.

Insomma, il consiglio per tutti è: evitare accuratamente questi perditempo. Loro hanno un interesse a fare quello che fanno, voi perdereste solo tempo, pensando che ci sia della buona fede dietro, e, se non state attenti, rischiate di perdere anche un po’ di serenità (mentre il suggerimento migliore è quello del Sommo Poeta: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”).

 

I commentatori seri, anche quando non sono d’accordo, si caratterizzano invece per tutt’altre caratteristiche: educazione, voglia di capire, magari portano argomenti, ma non ricorrono mai ai 4 punti sopra.

 

Conclusione: Non diamogli spazio. Mai. Don’t feed the troll.

 http://www.stampalibera.com/?p=64394

 

URLs in this post:

 

[1] Perchè mi occupo ancora una volta di Troll?: http://www.ingannati.it/2011/09/14/troll-se-lo-riconosci-lo-eviti/

[2] questo articolo: http://22passi.blogspot.it/2013/05/basta-un-centinaio-di-troll-per.html

[3] questo post.: http://www.ingannati.it/2011/11/12/dibattiti-signoraggisti/

[4] trova qui, su FB: https://www.facebook.com/lefoureloaded/posts/634183339938849?comment_id=101697491&reply_comment_id=101707439&offset=0&total_comments=40&notif_t=feed_comment

Edward Snowden e altri ‘spifferatori’ degli USA

GIUGNO 28, 2013

 William Blum, The Anti-Empire Report -118, 26 giugno 2013

 

Edward Snowden

EDWARD SNOWDEN 1

Nel corso della sua vita professionale nel mondo della sicurezza nazionale, Edward Snowden deve aver affrontato numerose interviste d’indagine, esami con la macchina della verità ed estremamente dettagliati controlli personali, così come la compilazione di infiniti moduli accuratamente progettati per catturare ogni tipo di menzogna o incoerenza. Il Washington Post (10 giugno) ha riferito che “alcuni funzionari hanno detto che la CIA ora, senza dubbio, inizierà a rivedere il processo con cui Snowden è stato assunto, cercando di determinare se fossero stati trascurati dei segnali che un giorno avrebbe tradito i segreti nazionali.”

Sì, c’era un segnale che hanno ignorato, Edward Snowden aveva qualcosa dentro di lui, una forma di coscienza, soltanto in attesa di una causa. E’ stato lo stesso per me. Andai a lavorare presso il dipartimento di Stato, allo scopo di diventare un funzionario del servizio esteri, con le migliori, le più patriottiche, intenzioni, facendo del mio meglio per uccidere la bestia della Cospirazione Comunista Internazionale. Ma poi l’orrore quotidiano di ciò che gli Stati Uniti facevano al popolo del Vietnam entrò a casa mia tramite ogni tipo di media, e ciò mi addolorava. La mia coscienza aveva trovato la sua causa, e nulla di ciò che risposi all’intervista di pre-assunzione avrebbe allertato i miei interrogatori del possibile pericolo che ponevo, perché non lo sapevo io stesso. Nessuna domanda dei miei amici e parenti avrebbe suscitato il minimo accenno del radicale attivista contro la guerra che sarei diventato. I miei amici e parenti dovevano essere sorpresi quanto lo ero io di esserlo. Non c’era alcun modo per l’ufficio di sicurezza del dipartimento di Stato di sapere che non avrei adottato e celato un tale segreto. (1)

Così cosa può farci un povero Stato di sicurezza nazionale? Beh, potrebbe prendere in considerazione il proprio comportamentoSmettere di fare tutte le cose terribili che rattristano  persone come me, Edward Snowden e Bradley Manning, e tanti altri. Fermare i bombardamenti, le invasioni, le guerre infinite, le torture, le sanzioni, i golpe, il sostegno alle dittature, il sostegno assoluto ad Israele, fermare tutte le cose che rendono gli Stati Uniti tanto odiati, creando tutti questi terroristi anti-americani che costringono lo Stato di Sicurezza Nazionale, per pura autodifesa, a spiare il mondo intero.

 Origliare il pianeta

Quanto sopra è il titolo di un saggio che ho scritto nel 2000, apparso in un capitolo nel mio libro Con la scusa della libertà: Guida all’unica superpotenza del mondo. Ecco alcuni stralci che possono aiutare a mettere le attuali rivelazioni di Edward Snowden in prospettiva…

Le persone del 21° secolo possono immaginare una maggiore violazione della privacy su tutta la terra, di tutta la storia? Se è così, non devono che aspettare che la tecnologia sia al passo con la loro immaginazione. Come un mega-aspirapolvere nel cielo, la National Security Agency (NSA) succhia di tutto: il telefono di casa, telefono d’ufficio, telefono cellulare, email, fax, telex… trasmissioni satellitari, il traffico delle comunicazioni su fibra ottica, ponti radio… voce, testi, immagini… vengono continuamente captati dai satelliti in orbita sulla Terra, poi elaborati dai computer ad alta potenza… se funziona con l’energia elettromagnetica, la NSA è lì, con l’altissima tecnologia.  Ventiquattro ore al giorno. Forse miliardi di messaggi vengono aspirati ogni giorno. Nessuno sfugge. Non i presidenti, primi ministri, il Segretario Generale, il Papa, la regina d’Inghilterra, le ambasciate, gli amministratori delegati delle multinazionali, amici, nemici, tua zia Nina… se Dio ha un telefono, è monitorato… forse il vostro cane non può essere spiato. 

Gli oceani non ti proteggeranno. I sottomarini statunitensi per decenni hanno cablato con dei pod d’intercettazione i cavi sottomarini.

Nel sistema denominato ECHELON, avviato negli anni ’70, la NSA e i suoi partner minori di Gran Bretagna, Australia, Nuova Zelanda e Canada gestiscono una rete di stazioni d’intercettazione di massa, altamente automatizzate, che copre il globo intorno a loro. Qualsiasi parti può chiedere a tutte le altre di intercettare le proprie comunicazioni interne. Si può quindi affermare in verità che non si spiano i propri cittadini.

A parte gli individui e le istituzioni presi di mira specificatamente, il sistema ECHELON funziona indiscriminatamente intercettando grandi quantità di comunicazioni e utilizzando i computer per individuare ed estrarre i messaggi interessanti dalla massa degli indesiderati. Ogni messaggio intercettato, tutti i cablo d’ambasciata, le offerte di lavoro, le chiacchiere sul sesso, gli auguri di compleanno, viene vagliato tramite parole chiave, che potrebbero essere qualsiasi cosa i ricercatori pensano che possa interessare. Tutto ciò che serve per contrassegnare una comunicazione, è che una delle parti utilizzi un paio o poco più di parole chiave del “dizionario” di ECHELON, “Vive in una bella casa antica bianca sulla Bush Street, proprio vicino a me. Posso spararmi laggiù in due minuti.” Entro tali limitazioni, i computer possono “ascoltare” le chiamate telefoniche e riconoscere le parole chiave evocate. Queste chiamate vengono filtrate e registrate separatamente, per essere ascoltate per intero da esseri umani. La lista degli obiettivi specifici in un dato momento è senza dubbio ampia, arrivando ad includere soggetti come Amnesty International e Christian Aid.

ECHELON ha operato in segreto, senza alcun riconoscimento ufficiale della sua esistenza, per non parlare di un qualsiasi controllo democratico o pubblico o legislativo in merito al fatto se abbia o meno una finalità dignitosa. La vastità della rete globale ECHELON è un prodotto di decenni d’intensa attività da Guerra Fredda. Eppure, con la fine della guerra fredda, il suo bilancio, lungi dall’essere fortemente ridotto, è stato aumentato, e la rete è cresciuta in potenza e portata, ancora un altro elemento che prova che la guerra fredda non è stata una battaglia contro un qualcosa chiamato “cospirazione comunista internazionale”.

Il Parlamento europeo alla fine degli anni ’90 iniziò a svegliarsi riguardo tale intrusione negli affari del continente. Il Comitato per le libertà civili del Parlamento europeo commissionò un rapporto, apparso nel 1998 che raccomandava una serie di misure per affrontare il crescente potere delle tecnologie di sorveglianza. Senza mezzi termini consigliava che: “Il Parlamento europeo dovrebbe respingere le proposte provenienti dagli Stati Uniti di rendere i messaggi privati della rete di comunicazione globale [Internet] accessibili alle agenzie d’intelligence degli Stati Uniti.” Il rapporto denunciava il ruolo della Gran Bretagna come agente doppio, spiando i propri partner europei.

Nonostante queste preoccupazioni gli Stati Uniti hanno continuato ad espandere la sorveglianza di ECHELON in Europa, in parte a causa del crescente interesse per lo spionaggio commerciale, per scoprire le informazioni industriali che avrebbero fornito alle società statunitense un vantaggio sui rivali stranieri.

Esperti della sicurezza tedeschi hanno scoperto, diversi anni fa, che ECHELON è stato impegnato in un grave spionaggio commerciale in Europa. 

 

Tra le vittime vi erano imprese tedesche come l’azienda di pale eoliche Enercon. Nel 1998, Enercon sviluppò quello che pensava fosse un’invenzione segreta, consentendo di generare energia elettrica da fonte eolica ad un tasso molto più economico rispetto a prima. Tuttavia, quando la società ha cercato di commercializzare la sua invenzione negli Stati Uniti, subì il confronto con la rivale statunitense Kenetech, che annunciò di aver già brevettato un prodotto quasi identico. La Kenetech poi trascinò in tribunale l’Enercon vietandole la vendita delle proprie attrezzature negli Stati Uniti. In una rara comunicazione al pubblico, un dipendente della NSA, rimasto anonimo, accettò di apparire in silhouette alla televisione tedesca per rivelare come avesse sottratto i segreti dell’Enercon spiando il telefono e le linee di collegamento dei computer che passavano dal laboratorio di ricerca di Enercon alla sua unità di produzione, a circa 12 chilometri di distanza. I piani dettagliati dell’invenzione della società furono poi trasferiti alla Kenetech. Nel 1994, la Thomson SA di Parigi, e le Airbus Industrie di Blagnac Cedex, Francia, persero dei contratti lucrativi, strappati dai rivali statunitensi aiutati dalle informazioni raccolte segretamente da NSA e CIA. Le stesse agenzie origliarono anche i rappresentanti giapponesi durante i negoziati con gli Stati Uniti, nel 1995, per il commercio sui ricambi per auto.

 

L’industria tedesca lamentava di trovarsi in una posizione particolarmente vulnerabile perché il governo vieta ai suoi servizi di sicurezza di condurre simili atti di spionaggio industriale. I politici tedeschi continuano a sostenere l’idea, piuttosto ingenua, che gli alleati politici non dovrebbero spiare le rispettive imprese. Gli statunitensi e gli inglesi non hanno tali illusioni“, disse il giornalista Udo Ulfkotte, specialista nello spionaggio industriale europea, nel 1999. Quello stesso anno, la Germania chiese agli Stati Uniti di richiamare tre agenti della CIA per le loro attività di spionaggio economico in Germania. La notizia affermava che i tedeschi “da tempo sospettavano delle capacità d’intercettazione dell’enorme radar e del complesso per le comunicazioni degli Stati Uniti di Bad Aibling, nei pressi di Monaco di Baviera“, in realtà una stazione d’intercettazione della NSA. Gli statunitensi ci dicono che è utilizzata esclusivamente per monitorare le comunicazioni dei potenziali nemici, ma possiamo essere del tutto sicuri che non prelevano pezzi di informazioni che pensiamo dovrebbero rimanere del tutto segreti?” si chiedeva un ufficiale tedesco. I funzionari giapponesi, molto probabilmente, hanno sentito simili racconti da Washington riguardo la dozzina di basi d’intelligence dei segnali che il Giappone ha permesso fosse situata sul suo territorio.

Nel loro tentativo di ottenere l’accesso a più informazioni private, la NSA, l’FBI e gli altri componenti dell’apparato di sicurezza nazionale degli Stati Uniti si sono impegnati da anni in una campagna per imporre ai produttori di sistemi di telecomunicazioni statunitensi la progettazione di  attrezzature e reti per ottimizzare le capacità d’intercettazione delle autorità. Alcuni esperti del settore dicono di credere che alcuni aggeggi da esportare fuori dagli USA contengano “porte” della NSA (chiamate anche “botole”). Gli Stati Uniti hanno cercato di convincere i Paesi dell’Unione Europea di adottare delle “back-door” d’accesso nei programmi di crittografia, sostenendo che ciò soddisfaceva le esigenze delle forze dell’ordine. 

 

Tuttavia, un rapporto pubblicato dal Parlamento europeo nel maggio 1999, affermava che i piani di Washington sui software di controllo della crittografia in Europa, non avevano nulla a che fare con le forze dell’ordine, ma soltanto con lo spionaggio industriale degli Stati Uniti. La NSA ha anche inviato agenti dell’FBI in missioni d’assalto per violare i libri dei codici degli impianti stranieri negli Stati Uniti, ed ufficiali della CIA a reclutare impiegati delle comunicazione straniere all’estero e ad acquistarne i codici segreti, secondo ex-funzionari dell’intelligence.

 

Per decenni, a partire dagli anni ’50, l’azienda svizzera Crypto AG ha venduto la tecnologia per crittografia più sofisticata e sicura del mondo. L’azienda ha puntato la sua reputazione e  preoccupazioni per la sicurezza dei propri clienti sulla sua neutralità nella guerra fredda o in qualsiasi altra guerra. Circa 120 nazioni fecero acquisti presso di loro, tra cui i principali bersagli dell’intelligence statunitense come l’Iran, l’Iraq, la Libia e la Jugoslavia, fiduciose che le loro comunicazioni fossero protette, come i messaggi inviati dalle loro capitali alle loro ambasciate, missioni militari, uffici commerciali e centri di spionaggio nel mondo via telex, radio, e fax. E nel frattempo, grazie a un accordo segreto tra la società e la NSA, questi governi consegnavano di propria mano i propri messaggi a Washington, non codificati. Le loro macchine della Crypto AG venivano modificate prima di essere vendute, in modo che quando venivano usate, la chiave di cifratura casuale potesse essere automaticamente e clandestinamente trasmessa insieme al messaggio cifrato. Gli analisti della NSA potevano leggerne facilmente i messaggi come se leggessero il giornale del mattino.

Nel 1986, a causa delle dichiarazioni pubbliche degli Stati Uniti riguardo all’attentato alla discoteca La Belle di Berlino ovest, i libici cominciarono a sospettare che qualcosa di marcio vi fosse con le macchine della Crypto AG e passarono a un’altra impresa svizzera, la Gretag Data Systems AG. Ma sembra che la NSA avesse convinto anche quella. Nel 1992, dopo una serie di circostanze sospette negli anni precedenti, l’Iran giunse a una conclusione simile e arrestò un dipendente della Crypto AG, in Iran per un viaggio d’affari. Finalmente fu rilasciato, ma l’incidente fece si che la truffa iniziasse ad essere svelata sul serio. Nel settembre 1999 fu rivelato che la NSA s’era organizzata con la Microsoft per inserire “chiavi” speciali in un software di Windows, dalle versioni 95-OSR2 in poi. Uno informatico statunitense, Andrew Fernandez della Cryptonym in North Carolina, aveva smontato parti del codice di istruzioni di Windows e trovò la pistola fumante, gli sviluppatori di Microsoft non erano riusciti a rimuovere i simboli dei debug utilizzati per testare il software prima che lo rendessero pubblico. Nel codice vi erano le etichette per due chiavi. Una si chiamava “KEY”.  L’altra si chiamava “NSAKEY”. Fernandez svelò la sua scoperta ad una conferenza in cui alcuni erano presenti sviluppatori di Windows. Gli sviluppatori non negarono che la chiave NSA fosse inserita nel loro software, ma si rifiutarono di dire ciò che la chiave facesse, o perché erano state messe lì all’insaputa degli utenti. Fernandez dice che la “porta sul retro” della NSA nel sistema operativo più utilizzato al mondo, rende “assai più facile al governo degli Stati Uniti accedere ai computer.” Nel febbraio 2000, fu rivelato che la Delegazione Affari Strategica (DAS), l’intelligence del ministero della Difesa francese, aveva preparato un rapporto nel 1999 che affermava che la NSA aveva contribuito a installare programmi segreti nel software di Microsoft. Secondo la relazione della DAS, sembrerebbe che la creazione di Microsoft sia stata in gran parte sostenuta, anche finanziariamente, dalla NSA, e che l’IBM abbia fatto accettare il sistema operativo [Microsoft] MS-DOS dalla stessa amministrazione.” Il rapporto dichiarava che vi era il “forte sospetto di carenze nella sicurezza alimentate da voci insistenti circa l’esistenza di programmi spia su Microsoft, e dalla presenza di personale della NSA nel team di sviluppo di Bill Gates. Il Pentagono, dice il rapporto, era il più grande cliente di Microsoft nel mondo.

Negli ultimi anni si è saputo che, durante il conto alla rovescia per l’invasione dell’Iraq nel 2003, gli Stati Uniti avevano ascoltato il segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, gli ispettori dell’ONU in Iraq e tutti i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unitem nel corso delle delibere circa le azioni da intraprendere in Iraq. E’ come se l’establishment della sicurezza nazionale statunitense senta di avere il diritto inalienabile di ascoltarci, come se ci fosse un emendamento costituzionale applicabile a tutto il mondo, che afferma che “il Congresso non emetterà leggi che limitino la libertà del governo di intercettare le comunicazioni personali di qualcuno” e come se il quarto emendamento sia stato cambiato, leggendovi: “Le persone devono essere protette nelle loro persone, case, carte ed effetti contro perquisizioni e sequestri ingiustificati, salvo nei casi di sicurezza nazionale, reali o presunti.” (2)

 

Lo spifferatore leader di tutti i tempi: Philip Agee

 

Prima che ci fossero Edward Snowden, William Binney e Thomas Drake… prima che ci fossero Bradley Manning, Sibel Edmonds e Jesselyn Radack… c’era Philip Agee. Ciò che Agee rivelò resta ancora l’informazione più sorprendente e importante della politica estera degli Stati Uniti che ogni spifferatore governativo statunitense abbia mai rivelato. Philip Agee ha trascorso 12 anni (1957-1969) come ufficiale della CIA, soprattutto in America Latina. Il suo primo libro, Inside the Company: CIA Diary, fu pubblicato nel 1974, era un lavoro pionieristico sui metodi dell’Agenzia e sulle loro devastanti conseguenze, apparso in circa 30 lingue in tutto il mondo e fu un best seller in molti Paesi; includeva un’appendice di 23 pagine con i nomi di centinaia di agenti e organizzazioni sotto copertura dell’Agenzia.

Sotto la manipolazione, la direzione e, in genere, il pagamento della CIA, vi erano passati e presenti presidenti di Messico, Colombia, Uruguay e Costa Rica, “il nostro ministro del lavoro”, “il nostro vice-presidente”, “la nostra polizia”, giornalisti, leader sindacali, leader studenteschi, diplomatici e molti altri. Se l’Agenzia voleva diffondere propaganda anticomunista, suscitare dissenso nei ranghi della sinistra o far espellere personale di un’ambasciata comunista, doveva solo preparare alcuni documenti fasulli, presentarli ai ministri e giornalisti appropriati e, subito!, scoppiava lo scandalo all’istante. L’obiettivo di Agee, nel nominare tutte queste persone, molto semplicemente era rendere il più difficile possibile alla CIA continuare a fare il suo sporco lavoro.

Una comune tattica dell’agenzia era scrivere editoriali e notizie fasulle a pubblicare consapevolmente nei media latinoamericani, senza indicazione della paternità o del finanziamento CIA a tali media. Il valore della propaganda di una tale “notizia” poteva essere moltiplicato venendo raccolta da altre stazioni della CIA in America Latina, che le avrebbero diffuse attraverso un’agenzia di stampa o una stazione radio di proprietà della CIA. Alcune di queste storie ritornarono negli Stati Uniti per essere lette o sentite da ignari nordamericani. Il corteggiamento della classe operaia ebbe un trattamento speciale. Dozzine di sindacati, a volte poco più che sigle, vennero create, modificate, combinate, liquidate e ricreate nel tentativo quasi frenetico di trovare la combinazione giusta per competere con i sindacati di sinistra esistenti e sottrarne la leadership nazionale. Nel 1975 queste rivelazioni erano nuove e sconvolgenti, per molti lettori fu il primo indizio che la politica estera statunitense non era proprio ciò che i loro libri di testo delle scuole superiori gli avevano detto, né quello che il New York Times gli aveva riferito. “Il completo resoconto del lavoro di spionaggio,  probabilmente non sarà pubblicato da nessuna parte l’autentico racconto di come funziona un ordinario ‘case officer’ statunitense o inglese… Tutto questo… presentato con una precisione micidiale“, ha scritto Miles Copeland, un ex dirigente della CIA e ardente nemico di Agee. (Non c’è ex-agente della CIA più odiato dai membri dei servizi segreti di Agee, nessuno gli si avvicina; ciò a causa del suo viaggio a Cuba e dei suoi lunghi contatti con i servizi segreti cubani.)

Al contrario di Agee, WikiLeaks ha cancellato i nomi di centinaia di informatori dai quasi 400.000 documenti sulla guerra in Iraq che ha rilasciato. Nel 1969, Agee si dimise dalla CIA (e dai colleghi che “da tempo avevano smesso di credere in quello che fanno“). Mentre fuggiva dalla CIA scrisse Inside the Company, e mentre lottava per la propria vita, Agee fu espulso o respinto da Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania ovest, Olanda e Norvegia. (La Germania ovest alla fine gli diede asilo, perché sua moglie era una ballerina di primo piano nel Paese.) Un resoconto di Agee del suo periodo di fuga può essere trovato nel suo dettagliato libro On the Run (1987). E’ una lettura appassionante.

 

Note

1. Per leggere delle mie avventure al Dipartimento di Stato e altrove, vedasi il mio libro West-Bloc Dissident: A Cold war Memoir (2002)

2. Vedasi Con la scusa della libertà: Si può parlare di impero americano?, Capitolo 21, per le note di cui sopra.

 

Qualsiasi parte di questo articolo può essere diffuso senza autorizzazione, a condizione che l’attribuzione di William Blum, come autore e un link al sito vi siano inseriti.

 Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

http://aurorasito.wordpress.com/2013/06/28/edward-snowden-e-altri-traditori-degli-usa/

Vertice Ue – Dittatura Bancaria Unica, Vicina.,E la spacciano per un Miracolo!

L’Ecofin estende l’esperimento Cipro a tutta l’Ue. Ecco perchè è tutta una grandissima ed illusoria bufala

Speciale – L’Analisi in dettaglio “dalla A alla Z”, di Qui Europa e gli approfondimenti in 40 allegati

 di Sergio Basile

  L’Ecofin estende l’esperimento Cipro a tutti i paesi Ue

 Bruxelles – Ecofin ultimo atto. I negoziati tra i ministri delle finanze europei è giunto nel vivo,  è la macchina accentratrice che in effetti sta portando gradualmente e senza particolari rumori alla nascita del grande leviatano chiamato “Stati Uniti d’Europa” sembra lavorare a pieno regime.  Complici il primo fautore della proposta, il Commissario europeo al Mercato interno, Michel Barnier, artefice dell’embrione della direttiva sul’unione bancaria, e lo stesso commissario alle politiche monetarie, Olli Rehn. Lo dimostra l’intesa raggiunta – ovviamente senza troppa fatica – sul cosiddetto “fallimento ordinato delle banche“, che  secondo l’italiano Fabrizio Saccomanni e gli altri colleghi Ecofin (almeno quelli votanti) consentirebbe di evitare nuovi dolorosi esborsi in seno ai cittadini dell’Unione, nella tortuosa strada del cosiddetto “salvataggio delle banche in difficoltà“. In pratica sarebbe una vera e propria estensione del criticatissimo metodo Cipro. Secondo il collega francese, Pierre Moscovici, così come per lo stesso Saccomanni, “questo accordo raggiunto nel vertice consisterebbe in un buon compromesso proteso a spezzare il circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario e ad aumentare la stabilità finanziaria in Europa, tutelando i risparmiatori“.

 

Basilea 3 e l’alterazione indotta del “Sistema Debito”

 

Ma propaganda a parte sappiamo benissimo che così non è! Infatti, dopo “Basilea3” (vedi approfondimenti in allegato n.1) che come pochi sanno nel 2012 ha innalzato i coefficienti di riserva patrimoniale obbligatoria delle banche ingenerando il fenomeno del “credit crunch” – e di fatto trasformando le banche da agenti protesi alla dispensazione del credito alle famiglie ed alle imprese ad agenti di pignoramento di massa e di debito – si è alterato il sistema economico in maniera indotta.

  La crisi (indotta) – La Miglior scusa per l’Accentramento

 Tutto ciò per dar adito alla “stampa amica” di sostenere l’illusoria ed ingannevole tesi degli effetti collaterali e distruttivi inganerati dall “crisi economica internazionale” (secondo l’eurocasta – come noto – scaturita dalla crisi dei mutui sub-prime Usa – Vedi allegato n.2). Effetti che ora, a loro dire, minaccerebbero la stabilità del sistema bancario europeo, e di conseguenza richiederebbero tali “necessari correttivi” in chiave di accentramento. Correttivi invocati come detto dallo stesso Parlamento Europeo nell’ultima assemblea plenaria a Strasburgo (vedi allegato n.3). In pratica – complice l’euro – si è ingenerata una sorta di crisi per indurre i cittadini europei ad affidarsi all’eurocasta e ai suoi miracolistici rimedi.

 Banche in difficoltà?

 Ma un’altra osservazione è d’obbligo: credere che oggi le banche siano in difficoltà ci sembra davvero paradossale. Esse, infatti, sono le prime a giocare – come detto in più occasioni (vedi gruppo di allegati n.4) – sulle spalle di milioni di contribuenti, con il meccanismo dello spread. Le banche oggi, come noto, acquistano il denaro allo 0,50% dalla BCE (nelle operazioni di spartizione chiamate impropriamente “aste periodiche“, che aste non sono affatto, poiché non esiste alcun fenomeno “concorrenziale” all’interno di esse – vedi allegato n. 9) per poi rivendere questa “carta straccia  acquistata” (priva di qualsiasi controvalore aurifero – vedi allegato n. 8) agli stati in virtù dell’articolo 123 del dittatoriale Trattato di Lisbona, che come noto obbliga sli stati (ex-sovrani) a rifinanziarsi non presso il proprio Ministero del Tesoro o presso la propria Banca Centrale, ma sui mercati internazionali. Questa operazione, alla quale vanno aggiunti i favori in termini monetari, prodotti dall’ingannevole spread (controllato in ultima istanza dalle stesse banche: che a loro volta influenzano e/o controllano per vie traverse i mercati, le private agenzie di rating e i loro strampalati giudizi – vedi allegato n.5) genera dal nulla ricavi per gli stessi istituti di “credito”, avvantaggiati – per altro – dall’illegittimo esercizio del potere di signoraggio interno da riserva frazionaria. Ovvero dalla possibilità riconosciuta di prestare fino a 50 volte il denaro che effettivamente posseggono in cassa, guadagnando dal nulla interessi su interessi, alle spalle dei cittadini.

 Questi meccanismi stanno alla base della lievitazione e dello scoppio incontrollato del debito pubblico degli stati. Ma come se non bastasse ora l’eurocasta in una strategia ben mirata vuole indurre nell’opinione pubblica europea la falsa consapevolezza della necessità di questa unione bancaria in chiave scacciacrisi. Che fantasia! E questo anche dopo aver dato via libera allo stesso fraudolento meccanismo di salvataggio diretto delle banche tramite il MES o Fondo salva stati permanente (vedi allegato – n.6). Ciò, estendendo a tutti gli effetti il metodo Cipro ed accentrando: togliendo cioè l’ultimo briciolo di sovranità nazionale rimasto ai Paesi dell’Ue.

 L’Eurocamera e Lo sdoganamento continentale del “Metodo Cipro”

 Micheal Noonan, ministro irlandese, ha parlato espressamente di “bail-in”, ovvero di un sistema proteso alla suddivisione delle “perdite” all’interno degli stessi istituti di credito (o meglio – direi – degli “istituti di debito“). Di primo acchito potremmo parlare di una sorta di polizza vita per i contribuenti, che al momento del presunto fallimento di una banca colpirebbe innanzitutto gli azionisti, poi – in seconda istanza – i possessori di obbligazioni, ed infine (guardacaso) i correntisti ed i loro depositi sopra i centomila euro (vedi Cipro – vedi gruppo allegati n.7). Depositi che per il vero ormai da settimane stanno sempre più prendendo la strada della Svizzera. Ma da quanto emerso dall’analisi precedente, appare chiaro il fatto che si tratta di un grande bluff. Un inganno. Ora, alla fine dell’eurovertice – per far sembrare il tutto più “democratico possibile” –  dovrebbe giungere il null-aosta finale dell’Eurocamera, che si materielizzerà “provvidenzialmente” subito dopo l’estate. Tranne imprevisti. Tranne proteste di massa e manifestazioni di dissenso, stile Cipro, dei succubi cittadini dell’euro-gabbia che tra non molto si vedranno rimettere le mani in tasca dall’Eurocasta in maniera ancor più sistematica e naturale.

 Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)

http://www.quieuropa.it/vertice-ue-dittatura-bancaria-unica-vicina-e-la-spacciano-per-un-miracolo/

L’Ecofin estende l’esperimento Cipro a tutta l’Ue. Ecco perchè è tutta una grandissima ed illusoria bufala

Speciale – L’Analisi in dettaglio “dalla A alla Z”, di Qui Europa e gli approfondimenti in 40 allegati

 di Sergio Basile

 

 L’Ecofin estende l’esperimento Cipro a tutti i paesi Ue

 Bruxelles – Ecofin ultimo atto. I negoziati tra i ministri delle finanze europei è giunto nel vivo,  è la macchina accentratrice che in effetti sta portando gradualmente e senza particolari rumori alla nascita del grande leviatano chiamato “Stati Uniti d’Europa” sembra lavorare a pieno regime.  Complici il primo fautore della proposta, il Commissario europeo al Mercato interno, Michel Barnier, artefice dell’embrione della direttiva sul’unione bancaria, e lo stesso commissario alle politiche monetarie, Olli Rehn. Lo dimostra l’intesa raggiunta – ovviamente senza troppa fatica – sul cosiddetto “fallimento ordinato delle banche“, che  secondo l’italiano Fabrizio Saccomanni e gli altri colleghi Ecofin (almeno quelli votanti) consentirebbe di evitare nuovi dolorosi esborsi in seno ai cittadini dell’Unione, nella tortuosa strada del cosiddetto “salvataggio delle banche in difficoltà“. In pratica sarebbe una vera e propria estensione del criticatissimo metodo Cipro. Secondo il collega francese, Pierre Moscovici, così come per lo stesso Saccomanni, “questo accordo raggiunto nel vertice consisterebbe in un buon compromesso proteso a spezzare il circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario e ad aumentare la stabilità finanziaria in Europa, tutelando i risparmiatori“.

 Basilea 3 e l’alterazione indotta del “Sistema Debito”

 Ma propaganda a parte sappiamo benissimo che così non è! Infatti, dopo “Basilea3” (vedi approfondimenti in allegato n.1) che come pochi sanno nel 2012 ha innalzato i coefficienti di riserva patrimoniale obbligatoria delle banche ingenerando il fenomeno del “credit crunch” – e di fatto trasformando le banche da agenti protesi alla dispensazione del credito alle famiglie ed alle imprese ad agenti di pignoramento di massa e di debito – si è alterato il sistema economico in maniera indotta.

  La crisi (indotta) – La Miglior scusa per l’Accentramento

 Tutto ciò per dar adito alla “stampa amica” di sostenere l’illusoria ed ingannevole tesi degli effetti collaterali e distruttivi inganerati dall “crisi economica internazionale” (secondo l’eurocasta – come noto – scaturita dalla crisi dei mutui sub-prime Usa – Vedi allegato n.2). Effetti che ora, a loro dire, minaccerebbero la stabilità del sistema bancario europeo, e di conseguenza richiederebbero tali “necessari correttivi” in chiave di accentramento. Correttivi invocati come detto dallo stesso Parlamento Europeo nell’ultima assemblea plenaria a Strasburgo (vedi allegato n.3). In pratica – complice l’euro – si è ingenerata una sorta di crisi per indurre i cittadini europei ad affidarsi all’eurocasta e ai suoi miracolistici rimedi.

 Banche in difficoltà?

 Ma un’altra osservazione è d’obbligo: credere che oggi le banche siano in difficoltà ci sembra davvero paradossale. Esse, infatti, sono le prime a giocare – come detto in più occasioni (vedi gruppo di allegati n.4) – sulle spalle di milioni di contribuenti, con il meccanismo dello spread. Le banche oggi, come noto, acquistano il denaro allo 0,50% dalla BCE (nelle operazioni di spartizione chiamate impropriamente “aste periodiche“, che aste non sono affatto, poiché non esiste alcun fenomeno “concorrenziale” all’interno di esse – vedi allegato n. 9) per poi rivendere questa “carta straccia  acquistata” (priva di qualsiasi controvalore aurifero – vedi allegato n. 8) agli stati in virtù dell’articolo 123 del dittatoriale Trattato di Lisbona, che come noto obbliga sli stati (ex-sovrani) a rifinanziarsi non presso il proprio Ministero del Tesoro o presso la propria Banca Centrale, ma sui mercati internazionali. Questa operazione, alla quale vanno aggiunti i favori in termini monetari, prodotti dall’ingannevole spread (controllato in ultima istanza dalle stesse banche: che a loro volta influenzano e/o controllano per vie traverse i mercati, le private agenzie di rating e i loro strampalati giudizi – vedi allegato n.5) genera dal nulla ricavi per gli stessi istituti di “credito”, avvantaggiati – per altro – dall’illegittimo esercizio del potere di signoraggio interno da riserva frazionaria. Ovvero dalla possibilità riconosciuta di prestare fino a 50 volte il denaro che effettivamente posseggono in cassa, guadagnando dal nulla interessi su interessi, alle spalle dei cittadini.

 Questi meccanismi stanno alla base della lievitazione e dello scoppio incontrollato del debito pubblico degli stati. Ma come se non bastasse ora l’eurocasta in una strategia ben mirata vuole indurre nell’opinione pubblica europea la falsa consapevolezza della necessità di questa unione bancaria in chiave scacciacrisi. Che fantasia! E questo anche dopo aver dato via libera allo stesso fraudolento meccanismo di salvataggio diretto delle banche tramite il MES o Fondo salva stati permanente (vedi allegato – n.6). Ciò, estendendo a tutti gli effetti il metodo Cipro ed accentrando: togliendo cioè l’ultimo briciolo di sovranità nazionale rimasto ai Paesi dell’Ue.

 L’Eurocamera e Lo sdoganamento continentale del “Metodo Cipro”

 Micheal Noonan, ministro irlandese, ha parlato espressamente di “bail-in”, ovvero di un sistema proteso alla suddivisione delle “perdite” all’interno degli stessi istituti di credito (o meglio – direi – degli “istituti di debito“). Di primo acchito potremmo parlare di una sorta di polizza vita per i contribuenti, che al momento del presunto fallimento di una banca colpirebbe innanzitutto gli azionisti, poi – in seconda istanza – i possessori di obbligazioni, ed infine (guardacaso) i correntisti ed i loro depositi sopra i centomila euro (vedi Cipro – vedi gruppo allegati n.7). Depositi che per il vero ormai da settimane stanno sempre più prendendo la strada della Svizzera. Ma da quanto emerso dall’analisi precedente, appare chiaro il fatto che si tratta di un grande bluff. Un inganno. Ora, alla fine dell’eurovertice – per far sembrare il tutto più “democratico possibile” –  dovrebbe giungere il null-aosta finale dell’Eurocamera, che si materielizzerà “provvidenzialmente” subito dopo l’estate. Tranne imprevisti. Tranne proteste di massa e manifestazioni di dissenso, stile Cipro, dei succubi cittadini dell’euro-gabbia che tra non molto si vedranno rimettere le mani in tasca dall’Eurocasta in maniera ancor più sistematica e naturale.

 Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)

Dead zone di dimensioni record nel Golfo del Messico per eccesso di fertilizzanti

Scritto da: EcoAlfabeta – giovedì 27 giugno 2013

I responsabili sono i fertilizzanti chimici, abusati dall’agricoltura industriale, che finiscono nelle acqua e provocano crescita eccessiva di alghe e poi ipossia per la loro decomposizione. A rigor di logica, il costo del disastro andrebbe addebitato ai responsabili.

 

La dead zone, cioè la zona morta del Golfo del Messico potrebbe quest’anno raggiungere dimensioni record, tra i 19000 e i 22000 km² (cioè tra la Puglia e la Toscana), superando il record del 2002 di 21950 km².

 

Il killer dei mari è naturalmente l’uomo che usa pesantemente il doping chimico in agricoltura, abusando di fertilizzanti chimici che finiscono nelle acque e che il grange Mississippi tasporta nel golfo del Messico.

 

I nutrienti provocano una crescita abnorme di fitoplancton e alghe; la loro successiva decomposizione consuma l’ossigeno disciolto in acqua, soprattutto nella zona più vicina ai fondali. Quando la concentrazione di O2 scende sotto 2 mg/l (ipossia) gli organismi immobili e lenti muoiono, i pesci abbandonano l’area e si crea un vero e proprio deserto liquido. La mappain alto mostra l’estensione della dead zone di qualche anno fa.

 

La grande estensione di quest’anno è dovuta con ogni probabilità alle abbondanti pioggie che hanno aumentato il dilavamento dei fertilizzanti.

 

E’ appena il caso di ricordare che i fertilizzanti azotati come l’urea vengono prodotti dall’ammoniaca, prodotta a sua volta dall’azoto atmosferico con abbondante uso di metano come reagente e combustibile per raggiungere la temperatura di reazione.

 

Meraviglie dell’agricoltura chimica-industriale: si consumano risorse non rinnovabili per inquinare l’aria (oltre alla CO2 anche l’ N2O, un potentissimo gas serra) e l’acqua, facendo dei mari un deserto.

 

Secondo la NOAA, la presenza della dead zone causa ogni anno un danno di 82 milioni di dollari. In un mondo “normale” tale costo dovrebbe andare a carico dei produttori di fertilizzanti; oppure no?

 

http://www.ecoblog.it/post/100907/dead-zone-di-dimensioni-record-nel-golfo-del-messico-per-eccesso-di-fertilizzanti?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+ecoblog%2Fit+%28ecoblog%29