Il popolo elettore ed il popolo indifferente è più colpevole del politico che hanno eletto

Giuseppe Turrisi

 Stato strozzino

FONTE: Caro Beppe Severgnini, ho un problema. Lavoro per conto mio: ho la partita IVA. Nel 2012, è arrivato, finalmente, lavoro in abbondanza. Io lavoro esclusivamente per aziende: tutto viene fatturato. Alle correnti tariffe di mercato ho prodotto un reddito lordo di circa 50.000 euro. Per me, abituato come ero abituato, non è male. Il commercialista mi ha appena comunicato quanto dovrò versare da qui a novembre, tra saldo e anticipo: 22.900 euro tra imposte e contributi previdenziali. Questo dopo che, sul fatturato, è già stato versato il 20% di ritenuta d’acconto: che fanno altri 12.000: 34.900. In percentuale sul lordo, fa 69,8%Per mettere insieme 50.000 euro ho lavorato sabati, domeniche, alcune notti, ho fatto trasferte paurose. Lo Stato, per mantenere vizi e stravizi dei vari Trota, Batman, Formigoni e Minetti, se ne porta via più di due terzi. Per inciso: non potrò pagare, ovviamente.

 Sto ancora arrancando dietro imposte e contributi dell’anno scorso, poi ho una rata da 250 euro mensili con Equitalia; ed ho una rata da oltre 300 euro con una finanziaria, per un finanziamento chiesto ed ottenuto per pagare le tasse di 5 o 6 anni fa, non ricordo. Sono professionista (faccio il programmatore di computer): non posso fallire, non posso delocalizzare. L’unica cosa che potrei fare, e che probabilmente farò, sarà vendere l’appartamento di città dove vivono due figli venticinquenni e la ex moglie (io vivo in affitto), vendere la casetta di montagna ereditata da mio padre due anni fa, e sparire in uno di quei paesi dove si vive con pochissimo. Severgnini, lei dice, ai bravi ragazzi volenterosi che vogliono emigrare, di non farlo e, se lo fanno, di tornare presto; io dico loro: “Andate fino a che siete in tempo. Quando avrete 50 anni (io ne ho 55), vi morderete le mani per non averlo fatto. L’Italia è un paese perduto. Lasciate i Trota, i Batman, i Formigoni e le Minetti al loro destino, e costruitevi una vita dignitosa altrove.

L’Italia è morta”.

 Cordiali saluti.

Aldo Marchioni

“Chi ha il cancro e vuole curarsi deve pagare mille euro a settimana”

Un articolo de L’Espresso denuncia la messa in vendita solo a pagamento, per la prima volta, di due farmaci oncologici. “E’ stata violata la Costituzione ma il governo fa finte di niente”

L’Espresso 2 Luglio 2013

 “Non se ne è accorto nessuno. Ma presto se ne accorgeranno i malati di cancro”. Inizia così un duro articolo-denuncia di Daniela Minerva apparso sul sito de L’Espresso: “In barba alla Costituzione, per la prima volta nel nostro Paese, le autorità sanitarie hanno deciso che ci sono malati di tumore ricchi che avranno accesso a due farmaci oncologici, e quelli poveri che dovranno fare senza”.

 I FATTI – Il Pertuzumab (Roche) e l’afibercept (Sanofi-Aventis) sono stati autorizzati dall’Agenzia italiana per il farmaco il 27 maggio scorso e quindi ammessi in farmacia, ma a totale carico del malato. Tradotto: se un malato di cancro vuole curarsi dovrà quindi pagare per il farmaco Roche 6.000 euro per le prime due somministrazioni e poi tremila euro ogni 21 giorni; per quello Sanofi Aventis 4.000 euro ogni tre settimane.

 Perché le medicine sono sì registrate e ammesse alla vendita, ma non rimborsate dal Servizio sanitario nazionale. Non era mai successo per gli anticancro, salvavita. Perché se è vero che molti farmaci innovativi sono oggi disponibili in farmacia a pagamento (è la cosiddetta Fascia C), è anche vero che si è sempre trattato di prodotti non salvavita, per i quali, il più delle volte, esiste un’alternativa, ancorché meno potente o meno avanzata.

 Certo, si può osservare che l’Aifa ha agito secondo legge. Ma la legge, in questo caso, è “sciagurata e passata finora sotto silenzio: quella con la quale l’ex ministro Renato Balduzzi, oggi deputato montiano, ha deciso, nel novembre del 2012, che i farmaci non ancora ammessi al rimborso del Ssn ma verificati come efficaci dalle autorità sanitarie potessero essere venduti in farmacia a chi ha i soldi per comprarseli”.

 Resta però un fatto, molto grave.

 I farmaci innovativi arrivano nel nostro paese con grande ritardo: fino a due anni dall’approvazione europea. Diversi mesi trascorrono mentre l’Aifa rivede i dossier già esaminati e approvati dalle autorità europee e autorizza il farmaco anche nel nostro paese, ma altri mesi passano a definire prezzo e modalità di accesso al mercato. I tempi di questi iter si fanno sempre più lunghi anche perché si allungano i negoziati, con l’Aifa che offre prezzi che le aziende ritengono bassi.

 E così “chi ha i soldi si comprerà il farmaco con gli evidenti benefici terapeutici, chi non li ha lascerà questa vita. E non serve raccontare come, negli Usa e nei paesi senza servizio sanitario universale, le persone si indebitino, vendano la casa, chiedano prestiti per potersi pagare anche solo qualche mese di vita”.

The Stampa: Spiati dagli USA? E’ un onore!

Gianni Riotta, vocazione vassalla
Che i servi si arrampichino sugli specchi, cerchino di giustificare l’inaudito o minimizzare le malefatte dei loro padrono, è cosa compresnsibile. Inutile, però, di fronte alla bagatella di mezzo miliardo di comunicazioni giornaliere ai danni di privati cittadini, urbi et orbi. E’ un’ impresa impossibile la difesa d’ufficio degli Stati Uniti, ma Gianni Riotta ci prova, e il quotidiano nordamericano The Stampa, non si tira indietro. Anzi, si mette in prima linea.
“Spiarsi tra amici non è carino” che birichini. Poi, subito dopo, “ma come sanno diplomatici, politici e professionisti degli affari internazionali, l’intelligence prova a controllare «tutto» il traffico di informazioni, nemico e amico”. Riotta traduce in italiano l’imperiale e cafonesco commento di Kerry della vicenda “non è una pratica inusuale”. E’ la prassi. Insomma, di che vi meravigliate? La UE smetta di strillare come una verginella, perchè il nemico ci ascolta, e così si fa strumentalizzare dalla concorrenza.

Zitti, composti, stringere i denti, vi abbiamo liberati, eterna e inestinguibile riconoscenza ecc. ecc.

Quello di Riotta, quando si tratta di “cose USA”, è un palato programmato a trangugiare cloacalmente di tutto. Con lo stoico patriottismo inNATO, ammonisce a non cadere nella “trappola tesa da Putin e servizi cinesi per imbarazzare Obama”(sic). Ma le ambasciate d’Italia e della UE farcite di cimici-amiche sono dei covi terroristi? E’ noto che la sovranità nazionale -o monetaria, economica, industriale, scentifica- non è tenuta in grande stima dallo scrivano di The Stampa. Stavolta si immola come un kamikaze, e dice yes anche allo spionaggio automatizzato, permanente e di massa. Per evitare che la “.. propaganda, americana, europea, russa o cinese che sia, prenda il sopravvento” china il capo di fronte alle reti a strascico di gran profondità che distruggono i fondali della convivenza tra nazioni e la biodiversità dei diritti civili.

Insomma, è un onore essere spiati dagli Stati Uniti! Questa è la classe dirigente europea in sella che sta uccidendo l’economia e un modello sociale, peculiare ed equo, per farne una succube fotocopia di quello elitesco degli USA. Per imporre i dogmi liberisti, triturare la democrazia rappresentativa e istallare un’oligarchia finanziaria, non hanno avuto bisogno nemmeno di un Pinochet. Sono bastati questi paladini di antivalori che continuano a ciancicare che tutte le ideologie del secolo passate sono morte, tranne la loro, la “liberale” (sic). Con monopoli globali, zero diritti e guerre? La sopravvivenza del capitalismo non è più coniugabile con la democrazia.

Non hanno più ritegno nemmeno a confessare che operano affinchè in due anni l’UE sia annessa agli USA. Più o meno come il Messico. Stati Uniti Occidentali, il nuovo regno millenarista  dei fratelli del Libero Mercato, dove spie e spiati verranno definitivamente espropriati d’ogni diritto, nonchè dei beni.
http://selvasorg.blogspot.it/2013/07/the-stampaspiati-dagli-usa-e-un-onore.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+selvas/blog+(Selvas+Blog)

Dove si trova la Vitamina ‘anticancro’ B-17

Nel 1950, dopo molti anni di ricerche, un appassionato biochimico di nome Ernest T. Krebs, Jr. isolò una nuova vitamina, cui diede la sigla di B-17 e chiamò Laetrile. Man mano passarono gli anni, in migliaia di persone si convinsero che la vitamina di Krebs fosse un modo concreto per controllare il cancro, e questa convinzione oggi è sempre più diffusa e radicata.

La vitamina B-17 si trova in natura ed è gratuita: è contenuta in pesche, mele, uva, albicocche, lamponi, fragole, prugne e more. Basta mangiare una dose adeguata di questi frutti, in modo continuo nel tempo, per beneficiare degli effetti anti-cancro di questa vitamina. Eppure, in molti sono ancora diffidenti…

Il perché è presto detto. Negli anni Cinquanta, dopo la scoperta di Krebs, le multinazionali cercarono in qualche modo di brevettare la vitamina B-17 e così lanciarono una propaganda senza precedenti per screditare la scoperta, nonostante vi siano prove scientifiche in abbondanza sugli effetti di questa vitamina sulla salute umana ed in particolar modo per lottare contro il cancro. La ragione di questa battaglia della medicina ortodossa contro i rimedi naturali è spiegata nel libro di G. Edward Griffin “Un mondo senza Cancro”, che indica come la risposta non sia da ricercare nella scienza, ma nella politica che detta di nascosto l’agenda dei poteri economici del pianeta e di coloro che sono ai vertici dell’establishment della medicina.

Ogni anno migliaia di Americani viaggiano in Messico per ricevere la terapia a base di Vitamina B-17; negli ospedali messicani, infatti, si somministrano terapie a base di cibo (come del resto nella medicina tradizionale cinese). Questo pelleggrinaggio avvinene perché la terapia è stata soppressa negli Stati Uniti. A molti di loro erano stati diagnosticati pochi mesi di vita, ma coloro che hanno usato la terapia a base di vitamina B-17 sono ancora vivi e vegeti e stanno vivendo le loro vite normalmente. Nonostante l’evidenza il Laetrile viene considerato una “truffa” e i casi di queste persone catalogati come remissioni spontanee della malattia. Invece, non si riesce nemmeno a tentare delle critiche serie sugli “effetti collaterali” di terapie ben più violente e invasive come la kemioteramia, la chirurgia o i bombardamenti localizzati delle cellule.

Chi ha provato la terapia a base di Vitamina B-17 ha riportato di sentire un maggior senso di benessere generalizzato, una visione più ottimista della vita, crescita dell’appetito, di peso e, di frequente, di aver riacquistato un colorito naturale, contro a una diminuzione del dolore e del fetore causato dal cancro. Sono migliaia i casi in cui la remissione di tutti i sintomi del cancro sono stati confermati.

Per generazioni nel nostre nonne hanno preparato le loro conserve di frutta pestando attentamente i semi delle pugne, delle mele, delle albicocche, e delle ciliegie, così come di altre piante della famiglia delle rosacee, per aggiungerle e mischiarle alla frutta. Forse non sapevano che cosa stavano facendo, ma tutti i semi di questi frutti sono una risorsa potentissima di vitamina B-17. Nei tropici la vitamina B-17 si trova in grandi quantità nella cassava (o tapioca).

Così come secoli fa si è potuto combattere lo scorbuto adottando una dieta che contribuisse a fornire all’organismo un’adeguata quantità di vitamina C, c’è chi pensa anche che lo stesso possa essere ottenuto con la Vitamina B-17 per far sparire il cancro.

Per maggiori informazioni su questa affascinante teoria, vi invito a leggere il libro sopra citato. Buona lettura!

http://salute.leonardo.it/dove-si-trova-la-vitamina-anticancro-b-17/

“In Italia non ci sono le condizioni per una svolta”

e mo chi glielo dice a Letta? Proprio oggi che ha ottenuto du spicci dalla Ue..

“In Italia non ci sono le condizioni per una svolta“

L’agenzia di rating cinese Dagong –

di Antonio Vanuzzo  –

Il presidente Guan Jianzhong: «La crisi europea? È colpa del monopolio Usa  delle agenzie di rating»

Guan Jianzhong, presidente di Dagong  
http://www.informarexresistere.fr/2013/07/03/in-italia-non-ci-sono-le-condizioni-per-una-svolta/

Diventeranno cibo per cani e carburante. L’Islanda sta uccidendo balene a rischio di estinzione

– Maria Ferdinanda Piva –

 

L’Islanda è tornata a dare la caccia alle balene. La scorsa notte le navi baleniere Hvalur 8 e Hvalur 9, di proprietà dell’armatore Kristjan Loftsson, sono uscitedal porto di Reykjavík. Hanno l’obiettivo di uccidere nei prossimi mesi fino a 184 balenottere comuni: animali che, a dispetto del nome, rischiano l’estinzione.

 

La loro carne – come avviene da anni – sarà esportata in Giappone, dove almeno in parte diventerà forse cibo per cani: mangiare balene è un tradizione nipponica che va spegnendosi.

 

E – orrore degli orrori – le navi baleniere di Kristjan Loftsson usano un carburante che contiene il 20% di olio di balena. L’armatore dice che è ecologico (!) e costa poco.

 

Insieme alla Norvegia, l’Islanda non rispetta la moratoria internazionale alla caccia alle balene in vigore dal 1986. La Groenlandia si mostra assai riluttante di fronte alla moratoria per via, afferma, della tradizione e della cultura nativa. Il Giappone uccide le balene, ma dice che lo fa in nome della ricerca scientifica. Tuttavia la carne viene immessa sul mercato.

 

Anche in Islanda il consumo di carne di balena è un’abituine in declino. La caccia è rimasta ferma per due anni: le balene sono assorbite praticamente solo dal mercato del Giappone, la cui economia ha pesantemente risentito del catastrofico terremoto del 2011 e delle sue conseguenze immediate, lo tsunami e la tragedia di Fukushima.

 

Sta di fatto che le balenottere comuni, diventate rare dopo secoli di caccia spietata, in queste settimane vengono uccise per portarle in tavola, magari per darle ai cani (almeno di questo il Giappone pare che si vergogni un po’) e per ricavare dalle loro carcasse l’olio che verrà immesso nei serbatoi delle navi baleniere.

 

A questo proposito, l’armatore Kristjan Loftsson ha detto nel febbraio scorso al Sunday Times che ogni sua nave baleniera brucia l’equivalente di una balena durante la stagione di caccia e che l’olio di balena mescolato al gasolio gli consente di risparmiare centinaia di migliaia di sterline.

 

Inoltre, secondo lui, l’olio di balena è anche un carburante ecologico poichè viene estratto dalle carcasse grazie al calore fornito dai vulcani islandesi.

 

http://blogeko.iljournal.it/diventeranno-cibo-per-cani-e-carburante-lislanda-sta-uccidendo-balene-a-rischio-di-estinzione/73964

FUKUSHIMA, DISASTRO GLOBALE NEGATO

Articolo del 21/05/2012

Di Palombella

Il disastro di Fukushima aggravato dal terremoto del 20 maggio potrebbe aver già causato una contaminazione globale del pianeta secondo le opinioni di eminenti esperti che nelle settimane passate avevano lasciato un serio allarme sullo stato più che precario della centrale.  Domina un silenzio diffuso da parte dei media ufficiali su una catastrofe annunciata.  Secondo alcuni  la famosa “sindrome cinese” potrebbe essere già in corso da mesi verso il cuore del pianeta, mentre grafici mostrano l’Oceano Pacifico contaminato da materiale radioattivo con effetti sulla catena alimentare e sulla salute umana. Le coste del Continente americano sarebbero le più colpite al momento. Il governo Usa ha appena acquistato ben 450 milioni di munizioni per la difesa interna del paese, che secondo alcuni avrebbe lo scopo di contenere l’eventuale panico.   

Uno scienziato della Fairewinds Energy Education, Arnie Gudernsen, aveva già pronosticato nei giorni scorsi che un terremoto della scala 7 avrebbe con facilità fratturato la piscina del reattore 4 dell’impianto Fukushima Daiichi provocando un disastro planetario. ”Il Giappone è seduto su una bomba ad orologeria”. Il ticchettio è arrivato e il terremoto di ieri potrebbe segnare l’inizio di una tragedia ecologica senza precedenti.

Al momento però non esiste nessun riscontro ufficiale riguardo la centrale dopo l’arrivo della notizia della scossa di terremoto del grado 6.2 della scala Richter che accanto ad altre scosse ha avuto come epicentro le acque del Pacifico, a 150 km dalla prefettura di Iwate, la stessa area dove si era verificato il devastante sisma/tsunami dell’11 marzo 2011. La Japan Meteorological Agency (Jma) ha lasciato un bollettino dicendo che era escluso il rischio maremoto e che “questo sisma non ha causato alcun danno al Giappone’’.  

GLI ESPERTI AVVERTONO SU POSSIBILE DISASTRO MONDIALE

Gli esperti in materia sembravano però avere una opinione del tutto diversa riguardo nuove scosse nell’aerea della centrale.

Robert Alvarez, ex ufficiale della Dipartimento Energia degli Stati Uniti, sosteneva poche settimane fa che se un terremoto o altro eventi avesse causato una distruzione della piscine di raffreddamento questo avrebbe causato un catastrofico fuoco radioattivo che avrebbe coinvolto un ammontare di Cesio -137 dieci volte superiore a quello rilasciato nel disastro di Cernobyl”.  Come se non bastasse se quel fuoco consumasse  le barre di carburante radioattivo allora l’evento avrebbe un effetto radioattivo 85 volte più duraturo di quello di Cernobyl.  Alvarez è stato uno dei firmatari della lettera al segretario generale delle Nazioni Unite  inviata ad inizio di maggio come richiesta di un intervento di stabilizzazione alla centrale Daichii Fukushima. In pratica quasi tutte le 10.893 barre di carburante dell’impianto sono in piscine vulnerabili rispetto a  futuri terremoti.

Il senatore Americano Roy Wyden, dopo la sua visita a Fukushima il 6 aprile del 2012 aveva lanciato un comunicato stampa indicando la possibilità di un disastro catastrofico all’unità 4 chiedendo un immediato intervento del governo americano. Il senatore Wyden aveva anche inviato una lettera all’ambasciatore giapponese negli Stati Uniti Ichiro Fujisaki, chiedendo di accettare una assistenza internazionale data la crisi.

 GIAPPONE IN CHIAROSCURO SUL NUCLEARE

Di fatto né gli Stati Uniti, né le Nazioni Unite, né tanto meno il Giappone sembrano aver fatto nulla per informare i cittadini dell’elevato rischio delle piscine di raffreddamento, che recita la lettera inviata alle nazioni Unite  “rappresenta la possibilità di conseguenze catastrofiche a livello mondiale”. Abbiamo già analizzato nell’articolo precedente le possibili implicazioni del non intervento americano, ma lascia ancora più perplessi il silenzio che il Giappone a livello governativo pone sulla situazione. Per comprendere l’atmosfera che il Sol Levante mantiene a livello ufficiale basti pensare che alcuni bambini di una scuola elementare a 100 km dall’impianto sarebbero stati forzati a bere del latte durante le ore di lezione, nonostante il divieto della madre, un avvocato che ha denunciato l’avvenimento al parlamento giapponese. Tutta la famiglia era risultata positiva all’avvelenamento da cesio.

La maestra ha minacciato i bimbi dicendo che se non avessero bevuto il latte “non erano persone di Fukushima e non avevano il diritto di vivere lì”. Non si tratta di un caso isolato sullo strano modo in cui la vicenda Fukushima viene trattata in Giappone. Secondo il sito Asahi Shimbun Tokyo starebbe spingendo per poter ospitare i giochi olimpici del 2020, nella speranza che la comunità internazionale possa essere mossa dalla solidarietà verso gli eventi dell’11 marzo 2011. L’offerta di 93,75 milioni di dollari da parte di Tokyo ha sollevato molti dubbi sia da parte dei paesi europei non convinti della sicurezza per l’evento, sia da parte dei cittadini della zona disgustati dal tentativo di usare il disastro a scopo lucrativo. Sta di fatto che durante gli accordi per i campionati di ginnastica del 2011 i rappresentati giapponesi non sono stati ammessi nello stesso pulmann degli altri membri “in quanto contaminati da radiazioni”.

Intanto la Tepco, la società che possiede gli impianti Fukushima Daiichi  ha annunciato che dopo il 25 di maggio alcuni giornalisti accreditati, saranno ammessi senza telecamera o macchina fotografica, a visitare l’impianto del reattore 4 sotto stretta sorveglianza da parte degli impiegati Tepco. Nessun giornalista freelance è stato ammesso per gli impianti. Ma non finisce qui: un portavoce della Tepco intervistato il 10 maggio di quest’anno ha dichiarato che la società stessa e non l’agenzia sul nucleare aveva deciso di non pubblicare foto e parte del video fatto sul reattore 3 “per ragioni di protezione del materiale nucleare”. Affermazione che fa riflettere se pensiamo alle indiscrezioni che sono uscite nelle scorse settimane riguardo una attività illegale che sarebbe intercorsa negli anni ’80, ovvero dopo la fine della guerra fredda, guarda caso tra Stati Uniti e Giappone. 

Secondo alcune indiscrezioni uscite da una agenzia federale americana gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Reagan e Bush Senior avrebbero deliberatamente permesso al Giappone l’accesso a armi nucleari segrete pagando 10 miliardi di dollari americani e consentendo così al Giappone di ammassare70 tonnellate di armi al plutonio. Le armi sarebbero state nascoste all’interno di impianti nucleari a scopo civile. Ecco che il materiale nucleare da mantenere segreto potrebbe essere quello di cui parlano i portavoce della Tepco.  

Le informazioni da parte della Tepco arrivano con il contagoccie ma sono preoccupanti: ad esempio come persino i robot della società non riescono ad avvicinarsi al reattore 2 a causa dell’elevatissimo tasso di radioattività e cessano di funzionare. Oppure l’indiscrezione venute da ex dipendenti della società secondo la quale il reattore 1 sarebbe già in “sindrome cinese” (ovvero il nucleo fuso starebbe andando al centro della terra). Di fatto nessuno, se non i dipendenti Tepco, è ammesso da mesi vicino al reattore 1, dove chiunque muore nel giro di due minuti e mezzo a causa di avvelenamento acuto da radiazioni nonostante tutte le protezioni del caso.  In effetti la Tepco starebbe pianificando la costruzione di un muro alto cento metri per contenere l’immissione nell’oceano del materiale tossico, un tentativo che la società ritiene più importante che la costruzione di una struttura in cemento e acciaio per il reattore 4 dichiarato da tutti gli esperti come il pericolo più importante.  Perché dunque la protezione dell’oceano viene percepita come una necessità più grande che il contenimento del reattore 4? Non si tratta di questioni di budget ma del fatto che le informazioni non vengono date in modo completo neppure ai rappresentanti ufficiali di altri paesi ( il senatore americano Wyden non è stato ammesso a nessun reattore se non il quarto).

 OCEANO RADIOATTIVO

Lo scenario allora si colora di dati sempre più preoccupanti.

In pratica un fiume di radiazioni che contaminerebbe tutta la catena alimentare fino a risalire all’uomo. La Cina ha dichiarato lo scorso agosto un livello di radiazioni di Cesio300 volte superiore al consentito e di 100 volte di Stronzio in un aerea di 100 mila miglia quadrate, nell’Oceano Pacifico ad una distanza di 800 kilometri da Fukushima.

Lo studio cinese è stato condotto dall’amministrazione governativa  e contraddice i dati forniti dalle fonti ufficiali giapponesi. Lo studio  è stato completato il 4 luglio.

Il fisico nucleare Arnie Guderson del resto ha affermato che l’Oceano Pacifico sarebbe ormai contaminato da cose ben peggiori di cesio e stronzio ovvero frammenti di esplosioni dai reattori 1 e 3. Di base il fisico afferma che l’Oceano sarà contaminato per sempre perché non c’è modo di contenere la perdita di materiale radioattivo nell’oceano.

Alexander Higgins nel suo blog riporta come i dati sulla radioattività forniti nel 2011 dal Giappone sarebbero stati del tutto falsi:

TOKYO SI LAVA LE MANI, WASHINGTON SI ARMA

Sulla scarsa trasparenza (sic) del governo giapponese insistono in molti. Due giornalisti giapponesi della Fukushima Minpō e della Fukushima Broadcasting Co. intervistati da Nippon.com affermano che il governo non sta facendo nulla e che il tutto viene lasciato al governo locale che spesso se ne lava le mani lasciando i cittadini in balia di se stessi, mentre i livelli di radiazione non stanno assolutamente decrescendo.  

Il governo giapponese, su sua stessa ammissione, ha affermato oggi che non ci sono piani di accelerare lo smantellamento dell’impianto prima del 2015.

Il vice  ministro  Ikko Nakatsuka alla conferenza stampa della Foreign Correspondents’ Club of Japan in Tokyo ha detto che “ciò che possiamo promettere al momento è che i lavoratori dell’impianto stanno ancora lavorando a rinforzare le capacità anti-sismiche e continueranno a  farlo, ma che non ci sono maggiori rischi all’Unità 4 che negli altri edifici”.  

Se, come alcuni dicono,  l’Unità 1 ha avuto il nucleo già fuso questa affermazione potrebbe sembrare tristemente vera. Sebbene lo scenario sembra sufficientemente apocalittico al peggio sembra non esserci fine. 

Qualora il pubblico americano iniziasse a diventare consapevole della reale contaminazione delle proprie coste della catena alimentare potrebbe non essere facile per il governo tenere a bada il panico. Ecco che la notizia di un acquisto di 450 milioni di munizioni calibro 40 per il Dipartimento di sicurezza interno. Come mai il governo pensa di dover usare un numero così alto di munizioni per la difesa INTERNA del paese?

Non abbiamo risposte a molte o forse a nessuna di queste domande e supposizioni, ma continuare a chiedere ed esigere spiegazioni sembra l’unica possibilità rimasta.
http://dioni.altervista.org/dioni_0288.html

2011: LA ROYAL SOCIETY SI RIUNI’ PER DISCUTERE DEL CONTROLLO DEL CLIMA

  

Quel che riporto nel seguito è la mia traduzione e sintesi di un articolo del 2011, ma… quando si dice coincidenza” o sincronicità: mi è venuto sotto mano, mentre stavo considerando quanto artificiale appaia il tempo atmosferico in questi tempi e giorni, in questa “stranezza” climatica…Come anche il corpo, risponda in modo insolito a tutto ciò, nelle ossa, nei muscoli. Una “percezione” del tutto soggettiva o di pochi? Mah, ovvio… diranno in molti.  Tuttavia… trovo utile collegare un po’ di puntini e non invece mettere a fuoco solo il singolo puntino, come in uso fare da parte della stampa ufficiale, che ci fornisce solo il pezzettino isolato, quando lo fa. Tutto quanto accade è correlato, anche nel quadro perverso del potere. Interessante in ogni caso leggere queste note, anche amaramente ironiche, perché dopo 2 anni… non mi sembrano affatto fantasie.

Cristina Bassi

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di Michael Edwards

In una tenuta isolata, in Inghilterra, un piccolo gruppo dell’elitario  think tank (= “serbatoio di pensiero”, gruppi specificamente “formati culturalmente” dalla elite ndt) inglese, la Royal Societynel 2011 si riuni’ per discutere sul controllo del clima del pianeta.  La natura orwelliana della discussione lascia basiti, poichè questo gruppo di eletti sembra abbia messo le mani dentro una questione serissima: come delegare una autorità in modo adeguato, perchè questa faccia ricerca su tali poteri “divini”.

Cominciarono col porsi una domande retorica: “chi decide?”

Cio’ che venne affermato in quella riunione, fu un percorso verso un futuro di  impensabilecontrollo, operato da un gruppo interno di ideologi, con il compito di “salvare il pianeta”.

La storia è piena di questi “grandi esperti”  che si sono presi carico del fardello di salvare il resto del mondo. Le elite, nei secoli, hanno insistito sul fatto che l’uomo comune semplicemente… non è in grado di affrontare il compito…

In sintesi ecco i temi su cui questa elite di pensatori si spese in quel meeting, in nome della prosperità umana…

La pace:  Il processo di pace pare essere lungo. Dalla Guerra che doveva porre fine a tutte le guerre…, ci sono poi state guerre significative, conflitti protratti, o “azioni cinetiche.”  I programmatori centrali hanno fantasticamene fallito per cio’ che riguarda la pace  e non c’è segno che questo trend venga invertito… un premio Nobel è stato dato al leader del mondo libero (leggasi Obama ndt) che ha esteso e dichiarato guerre che sono incostituzionali e riprovevoli moralmente

Piuttosto, gli eventi mostrano che stiamo andando verso laTerza Guerra Mondiale . Sembra anche che staremmo meglio senza l’aiuto umanitario offerto da tali soggetti che usano il soprannome di “pace”.

 La libertà:  La Map of Freedom (cartina della libertà) indica che la piu’ parte della popolazione globale, vive sotto forme di controllo autoritario, specialmente se dovessimo valutare onestamente il Nord America. Solo tutto il resto vive “in democrazia” , che non è altro che la versione edulcorata di due lupi e una pecora che si incontrano e decidono cosa fare per cena.

Questo è il modello globalista, che preferisce il controllo centralizzato e la riduzione delle libertà personali attraverso il dominio della mafia o crimine organizzato. Il risultato di tutto questo è il risucchio della ricchezza e il potere di una classe al vertice. Come disse Louis Brandeis, ex giudice della Corte Suprema, “in questo Paese possiamo avere o la democrazia o una grande ricchezza concentrata nelle mani di pochi. Ma non possiamo avere entrambe le cose.”

I paesi che hanno un libero mercato di idee e commercio sono pochi  e sono distanti tra loro

L’economia:  Il modello di una gestione bancaria ad opera di una elite centralizzata è stato uno spregevole fallimento.  Tutte le banche centrali della storia, che hanno usato il “fiat money” (denaro dal nulla) e per lo piu’ per finanziare entambe le parti in guerra,  hanno fallito poichè hanno portato in bancarotta le loro nazioni ed hanno arricchito solo quelli che detengono il controllo.

La salute: Tra la EPA, FDA, e USDA — solo per citare gli enti USA — i nostri ricercatori della elite, gli scienziati e coloro che fanno politica, sono stati responsabili di milioni di morti.  E sta solo peggiorando, poichè questa  tirannia globale della salute  ha per scopo quello di criminalizzare il cibo e gli integratori  che effettivamente danno prova di prolungare la nostra vita.

veleni chiave  che costoro includono sono: mercurioaspartame, la piu’ parte dei vaccini, il cibo OGM. Tutti questi fattori è dimostrato riducano la capacità cognitiva, la salute fisica e l’aspettativa di vita.

L’ambiente: Fukushima è solo l’ultima in una lunga storia di cattiva gestione delle aziende e dei governi, che ha poi conseguenza globale. Siamo bombardati costantemente dagli esperti che affermano di mostrare i benefici e la sicurezza del loro consiglio. Ma di fatto, il nostro pianeta ha dovuto sopportare diverse fusioni nucleari, fuoriuscite di petrolio,fracking e terremoti indotti ed un fallout globale dalle guerre in cui si è fatto uso di uranio impoverito. Tutto cio’ ha contaminato la Terra e avvelenato le generazioni future al di là di ogni immaginazione.

L’unico successo che queste elite possono documentare è l’uccisione di massa da parte di dittatori come Genghis Khan, Mao, Hitler e Stalin, che hanno eliminato oltre 100 milioni di persone, riducendo cosi la CO2… Ottimo risultato, se siete nichilisti….

Con una tale documentazione di desolazione, in riferimento ai “direttori del vertice” , avremmo fatto meglio a porre attenzione  alle loro parole per quel che riguardava la successiva direzione che avevano in mente per noi.

Cio’ che piu’ allarma di quel meeting semi-clandestino è la premessa stessa su cui poggiava: la necessita di una orchestrazione globale: il  Global Warming, che è stata smascherata da tutti quei climatologi che non sono controllati da un think tank o ente sponsorizzato dal governo.

Il loro Plano B, famoso per l’inevitabile modificazione climatica, non è altro che una lista di desideri per coloro che desiderano de-industrializzare le nazioni produttive e consolidare il controllo  sulla distribuzione della ricchezza. Non è certo una buona partenza per salvare le persone…

Basandoci sulle menzogne sul futuro, continuiamo pure nel nostro percorso orwelliano, messo in moto da “scienziati e studiosi”, che ci guiderebbero verso una nuova visione del futuro, Tali scienziati e studiosi in quel meeting, erano in una tavola rotonda, costituita da una elite normalmente nascosta alla vista del pubblico, ma che ci viene riportata dalle agenzie stampa, della propaganda associata anche con queste parole…:

“Provocando e parando colpi su questioni che mai prima d’ora sono state poste nella storia umana, i conferenzieri sono stati sensibili alla possibile reazione del mondo esterno” .

La scienza:  “Poter sperimentare con l’atmosfera e giocare letteralmente a Dio, è una grande tentazione per uno scienziato,” Richard Odingo, scienze naturali, Kenya

Beh, non c’è dubbio che possiamo dargli merito di onestà, ma veramente crediamo che questa “sperimentazione” non sia già iniziata? Le loro stesse parole e i fatti osservabili, provano il contrario. lI contendente top della geoingegneria su scala planetaria, secondo il cartello,sono le “particelle di aerosol stratosferiche.”

In ciò che pare essere lo scudo delle scie chimiche della cospirazione, queste “particelle sarebbero solfati riflettenti il sole e emesse nella bassa stratosfera, da aerei , mongolfiere ed altri dispositivi.“  L’attuale evidenza di tale attività  è stata già esaustivamente documentata dai ricercatori e da film resi famosi come What In The World Are They Spraying?

In realtà, il “cartello” chiama questa tecnica Sun Radiation Management (SRM) (Gestione della radiazione Solare) .  Il problema della gestione è che sono necessari i managers e che quelli nominati potrebbero non essere quelli che ci piacciono…

La legge:  “Questi scenari creano vincenti e perdenti . . . chi dovrà decidere?” John Shepherd della Southhampton University, Gran Bretagna, autore di uno studio del 2009 della Royal Society sulla geoingnegenria.

Il think tank metteva in guardia sul fatto che una “coalizione di nazioni scientificamente capaci, dovrebbe porre la direzione del mondo” – condotta ovviamente dagli USA e Gran Bretagna, due tra coloro che piu’ egregiamente abusano del pianeta. “Forse invitando la Cina, l’ India, il Brasile  ed altri . . . ”

Ma, nel dubbio, invocare l’ONU per convincere le masse che, “molti ambientalisti si oppongono categoricamente  ad armeggiare con l’atmosfera della Terra o almeno insistono che tali importanti decisioni siano riposte nelle mani dell’ONU, poichè ogni nazione sulla Terra ha interessi economici nel cielo sopra di noi.”  L’ONU… ovvero la forza di polizia mondiale e il deposito del crescente controllo globale.

La politica: “Una delle sfide è identificare le intenzioni, una delle quali potrebbe essere un uso militare offensivo.”  – Arunabha Ghosh, Indiano, specialista dello sviluppo, mentre si riferisce alla modificazione climatica.

Se il clima puo’ veramente essere controllato,allora si puo’ ipotizzare  che stiamo entrando in un futuro di guerre climatiche . Tuttavia, tutto cio’ è già stato affrontato in documenti chiave come Weather as a Force Multiplier: Owning The Weather By 2025.  Forse la vera preoccupazione è essere certi che solo la elite al comando ne fa uso , mentre chiunque si opponga o si rivalga venga bollato con il marchio di “terrorista”.

La filosofia:  “C’è la visione della “brutta piega”…  che dice che non appena  inizi a fare questa ricerca, dici che è ok pensare a cose a cui non dovresti pensare.”  – Steve Rayner, co-direttore del programma di geoingegneria della Oxford University.

La filosofia di”pensare all’impensabile” è stata sempre strombazzata come piano di contingenza necessario, per proteggere le masse da pazzi isolati e governi furfanti; in realtà è la giustificazione  per cio’ che già è stato ingegnerizzato dagli psicopatici e sociopatici in posizione di potere, all’interno dei governi dominanti e dai loro servi del think-tank.

E’ il loro odio per le masse e le conseguenti politiche che portano a cio’ che le persone normali definiscono “scenari impensabili”

Conclusione:  “Sono nauseato dai miliardari con il complesso messianico che hanno un ruolo primario nella ricerca geoingegneristica (tipo Bill Gates? ndt) “ Clive Hamilton, economista etico australiano.

Ci vuole  molto piu’ che un po’ di miliardi per orchestrare il controllo climatico. Per un vero complesso messianico con del denaro che lo sostenga, ci vuole una sponsorizzazione governativa.  Questa è una indicazione fuorviante propro dall’inizio … e questo si, dovrebbe renderci nauseati.

Naturalmente, “Tutte le discussioni portano al tema centrale di come sovraintendere la ricerca.”  Eccoci qua: piu’ controllo, ovviamente. Questo controllo viene celato dai nostri supervisori, che si “preoccupano” che questa nuova capacità, porterà ad un Complesso Industriale Geoingegneristico. E’ una eco patetica del famoso discorso di Eisenhower che metteva in guardia da un Complesso Industriale Militare.

Non si tratta affatto di preoccupazione. Ai giorni nostri tali preoccupazioni non vengono trasmesse come tremenda minaccia della libertà personale; no, sono sussurri sibilanti verso i media mainstream (media ufficiali) che con clientelismo passano il messaggio che solo uno sradicamento della libertà individuale, puo’ salvarci tutti.

Fonte http://www.activistpost.com/2011/04/masters-of-world-meet-to-play-god-with.html

Traduzione e sintesi di Cristina Bassi da http://thelivingspirits.net

 

visto su La tana di Zack

Singolare incidente aereo in Cina

Che cosa sta avvenendo nei nostri cieli? Alcuni lo sanno bene, purtroppo. Ogni giorno stormi di velivoli a tutte le quote e latitudini incrociano per disperdere composti tossici. E’ un bel traffico! Lo spazio aereo è congestionato: alle sterminate legioni degli aerei chimici si aggiungono i vettori civili e le unità militari. Così non ci dobbiamo stupire se ogni tanto un aereo rischia una collisione, anche perché lassù saettano pure oggetti “particolari”… Singolare il sinistro occorso ad un aereo di una compagnia cinese.

 

4 Giugno 2013 Zhengdu, Cina – Dieci minuti dopo il decollo del volo dell’Air China dal Zhengdu Shuangliu International Airport diretto a Guangzhou, un “corpo estraneo sconosciuto ha colpito il muso della Air 757, l causando una grossa ammaccatura nel radome”.

 

Il Zhengdu Shuangliu International Airport è un grande scalo che serve Zhengdu, capoluogo della provincia di Sichuan. Zhengdu, con i suoi 14 milioni di abitanti, è la quarta città più popolosa della Cina. L’aeroporto si trova a circa 16 chilometri (10 miglia) a sud-ovest del centro di Zhengdu ed è l’hub (punto di intersezione di varie rotte, n.d.t.) per Air China, Zhengdu Airlines e Sichuan Airlines.

 

Dopo l’impatto ad alta quota (26.246 piedi, ossia 8.000 metri circa) con il corpo estraneo sconosciuto, i piloti della compagnia Air China hanno virato per atterrare nell’aeroporto di Zhengdu, dove i tecnici hanno riferito di non aver trovato alcuna evidenza di uno scontro con un volatile. Nessun volatile raggiunge gli 8.000 metri di quota e non sono state reperite tracce di sangue sull’ammaccatura. Il 6 giugno è stata diramata la versione ufficiale per “spiegare” l’accaduto. AviationInspector.com afferma che la causa dell’incidente va ricondotta ad un “bird strike” verificatosi venti minuti dopo il decollo a 26.000 piedi di altitudine. Prima o dopo, la verità verrà a galla, perché le bugie hanno le gambe corte e… le ali.

 Fonte: earthfiles.com

http://www.tankerenemy.com/2013/06/singolare-incidente-aereo-in-cina.html

EFTA, Sentenza Storica – Islanda OK Un esempio da seguire. E l’Italia che fa?

Martedì, Luglio 2nd/2013

– Comunicato Stampa di Carlo Finazzi, Presidente Federalismo Regionale –

Iniziativa di Libero Confronto, “Pensa e Scrivi di Qui Europa”

La Via Maestra: “si può non risarcire gli investitori stranieri. No c’è alcuna discriminazione!”
Ma Commissione Ue e Governi filo-europeisti remano contro

 
L’EFTA da ragione all’Islanda – Duro colpo al sistema bancario                

Reykjavik, Lussemburgo, Roma  –  L’Islanda, l’unico paese europeo che ha avuto il coraggio di far fallire le banche e di tenersi stretta la propria sovranità economica, ha avuto ragione due volte. La prima, quando lo stesso Fondo Monetario Internazionale ha ammesso a denti stretti, di fronte all’evidenza, che la scelta dei politici islandesi fosse quella giusta; la seconda, quando il tribunale dell’EFTA (European Free Trade Association o Associazione Europea del Libero Commercio) ha stabilito con sentenza definitiva che l’Islanda non aveva l’obbligo di risarcire le banche che ha lasciato fallire. È una sentenza storica, un precedente giudiziario che non potrà essere ignorato in futuro, un grande stimolo per quei paesi che volessero seguire le stesse orme dell’Islanda, verso il ripristino della sovranità monetaria. Lòthlaurin, la piccola isola tra i ghiacci ha vinto una importante battaglia legale nei confronti dell’Unione Europea in materia di compensazioni per le perdite causate agli investitori stranieri a causa del fallimento di alcune banche islandesi avvenuto cinque anni fa.

 La Via contro il sistema: si può non risarcire gli investitori stranieri        

Il Tribunale dell’EFTA (alla quale aderiscono oltre ai paesi dell’UE anche Islanda, Liechtenstein e Norvegia), con sede a Lussemburgo, ha stabilito che il governo dell’Islanda non ha violato la legislazione europea quando ha deciso di non risarcire gli investitori straneri della banca on-line Icesave, dipendente da una delle principali entità finanziarie fallite nel 2008.

 La sentenza storica  dell’EFTA                                                                                 

Nella sentenza l’EFTA spiega che l’Islanda non ha contravvenuto le normative europee vigenti al momento dei fatti quando decise di non risarcire gli azionisti stranieri, decisione tra l’altro avallata da un referendum appositamente convocato, attraverso il quale la maggioranza dei cittadini del Paese valutò di non investire denaro pubblico per ripianare i debiti con le banche private fallite.

Nessuna Discriminazione                                                                                        

Il Tribunale dell’EFTA ha anche stabilito che il governo islandese non ha compiuto un atto discriminatorio decidendo invece di risarcire gli azionisti del Paese. Immediatamente dopo la sentenza, il Governo di Reykjavik si è detto molto soddisfatto per la decisione del tribunale dell’organismo internazionale che ha dato ragione all’Islanda, rimarcando che il giudizio é “definitivo e non può essere oggetto di ricorso”. A investire il Tribunale dell’EFTA del caso – ricordiamo – era stato un ricorso dell’Autorità di Vigilanza degli Accordi EFTA contro il rifiuto dell’Islanda di pagare 3,9 miliardi di euro alla Gran Bretagna e all’Olanda. I governi di Londra e l’Aja avevano scelto di coprire le perdite dei propri cittadini, e successivamente avevano chiesto un indennizzo alle autorità di Reykjavik, richiesta impugnata dall’Islanda. La Corte di Giustizia di Lussemburgo doveva stabilire se il governo islandese avesse l’obbligo di compensare con un risarcimento di 20 mila euro (26.000 dollari) i titolari dei conti aperti presso la Icesave, fililale online del colosso Landsbanki. Ma con la sentenza di oggi il tribunale ha respinto il ricorso ed ha dato ragione a Reykiavik, stabilendo un importante precedente.E l’ Italia che fa? Attento mondo!

 Governi europei liberali e socialisti e Commissione Ue remano contro    

Frattanto, tuttavia, giudizio opposto è giunto da parte di vari governi europei (liberali e socialisti) secondo i quali c’è bisogno di una normativa più stringente per i casi simili a quelli che squassarono l’economia islandese nel 2008-2009. Secondo la Commissione Europea “i rimborsi dei depositi bancari devono sempre essere garantiti, anche nel caso di una crisi sistemica”. A voi le conclusioni!

di Carlo Finazzi – Presidente Federale F.R.
http://www.quieuropa.it/efta-sentenza-storica-islanda-ok-un-esempio-da-seguire-e-litalia-che-fa/