T.T.I.P. La Nuova Globalizzazione

Il “coordinamento degli investimenti commerciali transatlantici”: la nuova polpetta avvelenata dell’iperliberismo 

 

Roberto Marchesi – Texas

 

Stanno cominciando proprio in questi giorni gli incontri bilatelari tra i rappresentanti della Comunità Europea e quelli degli Stati Uniti d’America per dar corso al “Transatlantic Trade Investment Partnership” (T.T.I.P.) cioè accordo trans-atlantico per gli investimenti e gli scambi commerciali, con il quale si prefiggono di abbattere tutte le barriere che impediscono il libero scambio commerciale tra Europa e Stati Uniti d’America, che sono rispettivamente al primo e secondo posto a livello globale in termini di produzione e scambi commerciali.

Dicono che ci sono troppi vincoli, lacci e lacciuoli burocratici e legislativi che impediscono al libero scambio commerciale di sviluppare in pieno tutta la sua potenzialità di cui i produttori dei beni possono oggi disporre grazie alla rapidità dei collegamenti, sia reali che virtuali.

Dicono anche che eliminando tutte le barriere che frenano il flusso di merci e servizi che solcano l’Atlantico da una parte all’altra per un valore che lo scorso anno è stato valutato in circa un trilione di dollari (cioè mille miliardi) si permetterebbe agli operatori di risparmiare circa 11 miliardi di dollari, consentendo persino di sviluppare un ulteriore flusso di merci e servizi pari a circa 280 miliardi di dollari l’anno.

Così i grandi strateghi dell’economia globale hanno deciso che era venuta l’ora di eliminare il maggior numero possibile di tutta quella inutile zavorra, assimilabile per loro al retaggio dei regimi Austro-Ungarico, Borbonico, e liberare finalmente gli scambi commerciali secondo un processo moderno di completo libero scambio.

Formidabile!

A sentir loro par di vedere quei vecchi films western che si concludevano inesorabilmente con le gloriose giacche blu che arrivavano finalmente a liberare i coraggiosi coloni dai crimini orrendi dei cattivi indiani.

Che non sia proprio del tutto semplice lo ammettono anche loro, quando dicono che l’ideale sarebbe concludere questo accordo entro il 2014, ma non sarà una cosa semplice perchè (come nei film degli indiani) ci sono sempre i “cattivi” che si oppongono ai cambiamenti imposti dalla modernità.

L’importante però, dicono, è non fare la fine del Doha Round (dal nome della localita “Doha” in Qatar, e dal vocabolo “Round”, rotondo, cioè globale) che, cominciato nel 2001 dal WTO (World Trade Organization), non si è ancora concluso oggi, più di dieci anni dopo.

Ad evitare che questo accada ci penseranno Michael Froman, “U.S. Deputy National Security Advisor” cioè responsabile governativo Usa per gli scambi commerciali internazionali e Karel de Gucht, Commissario Europeo preposto a sviluppare questo accordo.

Questo accordo commerciale servirà a far risparmiare un sacco di soldi, soprattutto “burocratici”, agli operatori dei due continenti, dando di conseguenza impulso positivo alle economie dei propri paesi, con riflessi positivi anche sul piano occupazionale, ma insieme ai risparmi ci sono anche altri aspetti per niente positivi da considerare.

Vediamo allora qualcuno degli argomenti che potrebbero entrare in discussione nell’accordo.

 

Prodotti Agricoli: l’Europa limita l’importazione degli alimenti geneticamente modificati e del pollame sciacquato chimicamente, l’America, no. Questi limiti verrebbero rimossi. Anche i limiti sanitari che interessano il commercio delle carni bovine addizionate con “ractopamine”, un elemento che le rende più tenere, dovrebbe essere rimosso. Ma insieme a quello qualcuno vorrebbe maggiore flessibilità anche nelle regole applicate 10 anni fa, quando l’epidemia della “mucca pazza” costrinse ad eliminare migliaia di capi di bestiame.

 

Tabacco: I colossi americani Philip Morris e Universal Corp. premono affinchè non vengano, per motivi sanitari, elevati gli standard a tutela della salute.

 

Trasporti: I trasportatori americani vorrebbero abolire le severe norme che regolano l’accesso dei mezzi commerciali all’interno delle aree urbane.

 

Brevetti: Gli europei vorrebbero estendere la durata del copyright sui medicinali a 12 anni invece degli attuali 8 (qui la “liberalizzazione” funzionerebbe addirittura al contrario).

 

Automobli: poichè le regole sulla sicurezza sono differenti nei due continenti, ciò crea grossi problemi alle case automobilistiche che vogliono esportare. Le case premono affinchè il trattato includa l’obbligo per il paese importatore di riconoscere gli standard del paese esportatore.

 

Privacy: l’Europa vorrebbe espandere i diritti alla privacy nel comparto digitale.

 

Banche: Gli europei vorrebbero inserire le istituzioni finanziarie nell’accordo, gli americani si oppongono.

 

E molto altro ancora naturalmente.

 

Tra le “barriere” che dovrebbero essere eliminate naturalmente c’è anche tutto, o quasi, quello che viene visto come “protezionismo”.

 

Il commentatore Fred Smith, della rivista Forbes, che si autoproclama paladino del liberismo totale, esprime grande apprezzamento per il T.T.I.P. in quanto “… presenta una grande opportunità per sviluppare la crescita economica globale”, ma avverte di fare attenzione ai politici che, in difesa di interessi corporativi potrebbero opporsi a queste liberalizzazioni (non li nomina espressamente ma è chiaro che si riferisce ai politici europei di ispirazione “socialista”).

Poi, con il massimo dell’ipocrisia, accenna a incensare la globalizzazione che “ha tirato fuori dalla fame centinaia di milioni di individui”, come se non sapessimo che il suo compito è tutelare con i suoi scritti i ricchi d’America, non i morti di fame del Biafra o del Bangla Desh.

Evita inotre accuratamente di citare le stragi che, in quegli stessi paesi, succedono a ripetizione per la mancanza di regole (vedasi su Rinascita del 14 giugno scorso “I crimini della globalizzazione selvaggia” <http:// www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21524> http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21524 ).

Infatti dopo aver esaltato lo spirito di questi accordi pro globalizzazione avverte i mediatori di stare attenti a non commettere gli stessi errori fatti nel NAFTA (North American Free Trade Agreement), quando si inserirono nella discussione sindacalisti e ambientalisti, con i loro interessi, finendo con “annacquare” tutto l’accordo.

Secondo lui questi soggetti devono essere rigidamente tenuti fuori dalla discussione perchè l’accordo deve riguardare solo lo scambio delle merci e dei servizi e non le modalità con cui vengono prodotti.

E invece sarebbe proprio ora che questi accordi di globalizzazione includessero sempre anche la difesa dei risparmiatori dalle speculazioni, quella dei consumatori dalle falsificazioni e dalle imitazioni, la tutela dei lavoratori dallo sfruttamento selvaggio.

 

16 Luglio 2013 http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=21999

ITALIANO INVENTA SISTEMA PER RISPARMIARE IL 60% DI BENZINA MA NESSUNO LO CAGA

ITALIANO INVENTA SISTEMA PER RISPARMIARE IL 60% DI BENZINA MA NESSUNO LO CAGA

LEONARDO GRIECO, MECCANICO DI VARESE, HA INVENTATO UN METODO PER RISPARMIARE BENZINA E ALLUNGARE LA VITA DEL MOTORE DEL 70-80%.

IL SISTEMA DA LUI BREVETTATO PRENDE IL NOME DI KINETIC DRIVE SYSTEM E, RIESCE A MANTENERE IL MOTORE AD UN NUMERO DI GIRI SEMPRE COSTANTE E CON UN CAMBIO DI MARCE PRATICAMENTE NULLO, OVVERO, CAMBIANDO LE MARCE, IL NUMERO DEI GIRI RIMANE INVARIATO, COSÌ COME LE EMISSIONI DI CO2 E IL CONSUMO MEDIO DELL’AUTO;CON QUESTO SISTEMA, SPIEGA IL SIGNOR GRIECO – È POSSIBILE RISPARMIARE IL 60% DI BENZINA RISPETTO AI NORMALI CONSUMI DI OGNI AUTOVEICOLO ESISTENTE AL MONDO.

FATTO STA, CHE DOPO AVER CONTATTATO LE CASE AUTOMOBILISTICHE DI TUTTA ITALIA, DALLE PIÙ PICCOLE ALLE PIÙ GRANDI, IL SIGNOR LEONARDO È RIUSCITO AD INTROMETTERE IL SUO INNOVATIVO SISTEMA SOLO IN SVIZZERA…

Caso Calderoli-Kyenge, Fucksia (M5S): “Il ministro come un orango? Ci sta”

La senatrice interviene a sostegno del vice-presidente di Palazzo Madama contro il quale, dice, “ci sono pregiudizi diffusi” e se qualcuno lo avesse definito “un maiale nessuno gli avrebbe dato del razzista”. Poi spiega che i colleghi le ricordano degli animali: Adele Gambaro, per esempio, assomiglia a “una mucca”

Caso Calderoli-Kyenge, Fucksia (M5S): “Il ministro come un orango? Ci sta”

“Ma cos’ha detto di così negativo? Io proprio non lo capisco”. Per la senatrice del Movimento 5 Stelle Serenella Fucksia le polemiche sorte intorno a Roberto Calderoli, che ha paragonato il ministro per l’integrazione Cécile Kyenge a “un orango”, “sono solo strumentalizzazioni”. In un’intervista al Secolo XIX la parlamentare si schiera a fianco del vice-presidente del Senato contro il quale “ci sono pregiudizi diffusi” e parla di un caso di “razzismo al contrario”. Quindi secondo Fucksia il ministro assomiglia a un orango? “Ci potrebbe stare”, dice. 

“Io credo che se qualcuno avesse definito Calderoli un maiale nessuno gli avrebbe dato del razzista”, prosegue in difesa del “padre” del Porcellum che considera “il miglior vice-presidente del Senato che ci sia. Quando è lui a presiederla, l’Aula funziona benissimo. I leghisti sono dei gran lavoratori”. Poi torna sulla vicenda degli ultimi giorni e aggiunge che “tutti assomigliamo a qualche animale”. A Fucksia, ad esempio, la ex collega espulsa dal Movimento Adele Gambaro “ricorda una mucca”.

Un paragone che la parlamentare non ritiene offensivo. Non solo. Per lei non c’è alcuna connotazione razzista nelle dichiarazioni di Calderoli. “Ma perché, povero orango. Allora è offensivo anche per l’animale, perché vuol dire che è brutto. Siamo noi che gli diamo una connotazione negativa”. A sostegno della sua tesi precisa: “Guardo i colleghi e dico: quello assomiglia  un corvo, quello a uno struzzo, quell’altro a un pavone. Io per esempio, sono convinta di assomigliare a unapapera. O il nostro capogruppo, Nicola Morra: mi ricorda un camaleonte…”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/16/caso-calderoli-kyenge-fucksia-m5s-ministro-sembra-orango-ci-puo-stare/657156/

no tav,generale russo venaus,susa,chiomonte,torino-lione,chianocco,davi luciano

Sul villaggio abusivo arriva l’Expo: maxi risarcimenti alle famiglie rom

quanto ci danno x la nostra baita?

 

http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/07/16/news/maxi_indennizzi_alle_famiglie_rom_sul_villaggio_abusivo_arriva_l_expo-63052807/?ref=HREC1-3

 

Infrastrutture Lombarde (con la mediazione del Comune di Milano) paga fino a 50mila euro per liberare i terreni in via Monte Bisbino: l’area è occupata da decenni da costruzioni che sono state edificate senza licenza

di FRANCO VANNI

Dai 10mila ai 50mila euro a famiglia. È l’indennizzo che Infrastrutture Lombarde spa – società regionale al 100 per 100 – sta consegnando ai rom che abitano le villette abusive in via Monte Bisbino a Milano. Le case, costruite senza permessi e mai condonate, saranno abbattute per far posto a una strada ritenuta strategica per Expo 2015. Dove oggi c’è una stradina sterrata, che solo i rom percorrono per tornare a casa, sorgerà il raccordo che collegherà la stazione della metropolitana M1 di Molino Dorino con la Milano- Laghi. E non ci sarà più spazio per le case costruite negli ultimi vent’anni da rom dell’Est Europa. «Trentamila euro di indennizzo non sono nulla se hai da mantenere otto figli – dice un uomo gentile, poco più di trent’anni, nato a Milano da genitori serbi – ci cacciano dalle case che ci siamo costruiti con fatica e non ci danno un posto in cui stare. Sbattono in mezzo alla strada noi e i nostri bambini piccoli che frequentano le scuole della zona».

Le case abusive in via Monte Bisbino

Accompagnati da polizia e vigili urbani, i funzionari di Infrastrutture Lombarde hanno consegnato i primi assegni alle famiglie, che hanno cominciato a sbaraccare le case. Entro giovedì mattina l’area dovrà essere completamente sgombra. Alcune delle

abitazioni sono prefabbricati malconci, con il solo piano terra. Altre sono vere e proprie villette in muratura, con patio, vasi di fiori alle finestre, antenne paraboliche e posti auto coperti sotto cui riposano berline tedesche. «Il valore commerciale di alcune case è di centinaia di migliaia di euro, ma ci dovremo accontentare di un decimo del prezzo di mercato – lamenta un capofamiglia di origini croate – Infrastrutture Lombarde nei mesi scorsi ci ha fatto firmare contratti difficili da comprendere. Siamo stati costretti ad accettare, sapendo che le nostre abitazioni sarebbero state comunque distrutte».

LEGGI L’ARTICOLO INTEGRALE SUL GIORNALE IN EDICOLA O SU REPUBBLICA+

(16 luglio 2013)

“I veri razzisti sono gli antirazzisti”. Governo ha le ore contate. Calderoli fa il dito medio.

ENRICO-LETTA-large570MONTE CITORIO 16 Luglo 2013 – “I veri razzisti sono coloro che si definiscono antirazzista. Chi davvero non è razzista, non ha bisogno di precisarlo” (Armando Manocchia).

Vorrei innanzitutto rammentare agli affetti da amnesia patologia conclamata il racconta (alla Bignardi) dell’alterco tra lo stilista Stefano Gabbana e l’intollerante Signora Clio Napolitano: “Lei, ha fatto una figuraccia. Noi eravamo in terrazzo dopo pranzo. Alle tre di pomeriggio, eravamo in quindici, si ascoltava un po’ di musica. A un certo punto vediamo questa specie di spettro che esce da una finestra…. Questa signora anziana e scompigliata esce dicendo che eravamo dei delinquenti, disgraziati, farabutti. Con noi c’era Naomi Campbell e lei dice ‘quella brutta negra’. Allora io le ho detto: guardi signora, lei può essere mia nonna ma non la voglio insultare”.

no tav,generale russo venaus,susa,chiomonte,torino-lione,chianocco,davi luciano

Premesso ciò, veniamo al punto: Il Governo Lettamaio ha le ore contate. Ultimatum di Letta Laqualunque a  Calderoli. Calderoli  alza il dito medio a chiunque gli chiede di dimettersi. La Lega reagisce alzando il tiro alla valanga di critiche dopo la battuta di Calderoli alla istigatrice Kyenge.

“Dopo aver preso atto delle scuse di Roberto Calderoli sul caso della congolese la segreteria della Lega ha deciso di dare ancora più forza alla sua iniziativa politica organizzando” una manifestazione sulla legalità e il contrasto alla immigrazione clandestina il 7 settembre a Torino. Nella nota diffusa dalla Lega al termine della segreteria politica, si apprende che il movimento “dopo aver preso atto delle scuse pronunciate pubblicamente sul caso Kyenge, ha rilanciato la sua battaglia politica sul tema del contrasto all’immigrazione clandestina e della difesa della legalità”.

La Lega conferma dunque “la netta contrarietà alle proposte finora avanzate dal Governo sul tema, in particolare sulle proposte di cittadinanza facile e concessione dello ius soli”.

La manifestazione di Torino servirà dunque, spiegano dal Carroccio, “a dare ancora più forza” a questa iniziativa politica. La segretaria politica della Lega “ha considerato che l’enfasi mediatica attribuita alle vicende delle dichiarazioni del senatore Calderoli ha avuto l’effetto di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla vicenda incredibile e scandalosa della deportazione della piccola Adua in Kazakistan”. Lo si legge in una nota diffusa in via Bellerio, in cui la Lega afferma di aver “deliberato” di lavorare “per incalzare il Governo su questa vicenda” senza capri espiatori.

MARONI: IL CASO E’ CHIUSO – “Il caso è chiuso, l’ho detto a Letta e sono sicuro che non ci sarà nessuna ritorsione sull’Expo perché questo sarebbe dannoso non per me ma per Milano, la Lombardia e l’Italia”. Lo ha detto Roberto Maroni a proposito del caso Kyenge questa sera alla festa della lega Nord di Venaria Reale. “Ho chiamato Letta – ha aggiunto il segretario federale del Carroccio – perché mi hanno sorpreso le sue minacce di ritorsione sull’Expo 2015. L’ho chiamato per dirgli che per me il caso è chiuso. Ho detto che Calderoli ha sbagliato, lui ha riconosciuto l’errore e si è scusato pubblicamente e privatamente con il ministro Kyenge. Di più, francamente, non capisco cosa possa fare”.

CALDEROLI NON COMMENTA – “No comment sul dibattito politico generale di oggi, parlerò domani in Senato” ha detto all’ANSA il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli. “Domani – ha spiegato – a fine seduta chiederò la parola rispetto alle cose dette nel dibattito oggi in Senato dato che ero assente per l’impegno delle segreteria politica”.

In precedenza il vicesegretario Salvini aveva attaccato il Colle: “Io mi indigno con chi si indigna. Napolitano, taci che è meglio” scrive su Facebook il vice-segretario della Lega. “Napolitano si indigna per una battuta di Calderoli – sostiene -. Ma Napolitano si indignò quando la Fornero, col voto di Pd e Pdl, rovinò milioni di pensionati e lavoratori?”.

Aggiunngiamo per dovere di cronaca un esempio a caso ma se ne potrebbero fare molti altri.: Re Giorgio si è mai indignato nel leggere e nel sentire definire Berlusconi “nano” oppure “Caimano”? Che differenza c’è tra Oragno e Caimano? Vogliamo fare del razzismo anche con gli animali?

L’assessore veneto Stival ci mette la sua: ‘vittima e’ l’orango commenta, poi si scusa e cancella tutto. Il ministro però ribadisce di non volere le dimissioni di Calderoli e che ‘non reagirà alla violenza con la violenza’. Ma il Pd si schiera e chiede che l’esponente leghista lasci il suo incarico istituzionale. “Le parole usate dal senatore Calderoli nei confronti della ministra Kyenge – prosegue la nota del partito democratico – sono un fatto gravissimo, che sta già provocando emulazioni, dichiarazioni e atti senza precedenti. Sono una manifestazione di irresponsabilità. Non si può lasciare che resti al proprio posto di rappresentante delle istituzioni chi usa le parole come clave per fomentare il razzismo e dileggiare una donna e un ministro”.

Letta, non provino chiamare in causa Napolitano – “L’aver chiamato in causa il presidente Napolitano, che voglio difendere, non ci provino nemmeno… (perchè chi è Gesù Cristo’). Non è possibile che la vicenda continui così, credo che la vergogna sia già stata abbastanza”. Così il premier Enrico Letta dopo il post del vice segretario della Lega Matteo Salvini che ha invitato Napolitano a “tacere” sulla vicenda. La vicenda degli insulti al ministro Kyenge da parte di Calderoli è “un’altra pagina vergognosa” che è sulla “stampa estera di tutta Europa”, una vicenda che “fa male al nostro Paese”. “Faccio un appello a Maroni perché chiuda rapidissimamente questa pagina, se no si entrerà in una logica di scontro totale che non serve né a lui né al paese”. Si tratta, ha spiegato Letta, di “un appello a Maroni, presidente della Lombardia, la più grande regione d’Italia con cui lavoriamo per l’Expo affinché chiuda questa pagina rapidissimamente”, un appello “sincero” ma con “toni ultimativi”. “Chiuda questa pagina, la vergogna è già abbastanza”, ha aggiunto.

 Zanda, atto formale di solidarietà Calderoli si deve dimettere – “Presentiamo atto formale di solidarietà al ministro Kyenge”. Lo ha annunciato nell’Aula del Senato il capogruppo del Pd Luigi Zanda. Il parlamentare ha anche chiesto ufficialmente le dimissioni del vicepresidente di Palazzo Madama Roberto Calderoli. La sua frase sul ministro “non è solo una battuta infelice, ma un insulto razzista”. I senatori Pd chiedono le dimissioni da vicepresidente del Senato del leghista Roberto Calderoli. “Nei giorni scorsi io stesso ho apprezzato l’abilità di Calderoli nel condurre i lavori dell’Aula e questo dimostra che non ho pregiudizi nei suoi confronti”, dichiara il capogruppo Luigi Zanda. Il biasimo del Pd per “il suo insulto razzista non ha dunque ragioni politiche”. “Ma ora deve rassegnare le sue dimissioni. Calderoli deve sentire la responsabilità di difendere l’istituzione di cui lui fa parte”. Zanda chiede, insomma, a Calderoli “di dimostrare di possedere, oltre all’abilità d’Aula, anche il necessario senso delle Istituzioni. Per farlo, non potendo costringerlo, per via dei nostri regolamenti, gli chiediamo di rassegnare le dimissioni da Vice Presidente”. Nell’annunciare la mozione di solidarietà al ministro Cecile Kyenge presentata dal gruppo del Pd al Senato, Zanda afferma che Calderoli ha sbagliato a definire, in un’intervista, il suo “insulto razzista” come una “battuta infelice”. “Egualmente – prosegue il capogruppo dei democratici – il senatore Calderoli non può sostenere d’essere Vice Presidente quando sta al Senato e non esserlo più in tutte le altre sedi nelle quali parla e fa politica”. “La frase di Calderoli nei confronti della Ministro Kienge non può essere considerata una polemica politica, non contiene una valutazione istituzionale e nemmeno un giudizio di merito nei confronti dell’azione di un Ministro la cui politica sullo jus soli noi condividiamo pienamente e chiediamo che diventi al più presto legge dello Stato. Quella frase è solo un insulto razzista, la cui volgarità è molto più grave perchè rivolto contro una donna”. Continua quindi Zanda: “Questi episodi alimentano il distacco crescente nei confronti della politica. Né si stupisca la Lega Nord per la perdita progressiva di consensi elettorali. Gli italiani non ne possono più di insulti, urla, volgarità, trabocchetti e manovre destabilizzanti. I senatori del Pd vogliono che la politica sappia ritrovare credibilità e sappia farlo comportandosi con onore. Per questi motivi chiediamo al senatore Calderoli di dimostrare di possedere, oltre all’abilità d’Aula, anche il necessario senso delle Istituzioni. Gli chiediamo di rassegnare le dimissioni da Vice Presidente. Il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati sono i luoghi della democrazia. Il prestigio del Senato lo determiniamo noi senatori col nostro comportamento dentro e fuori dall’Aula”.

http://www.imolaoggi.it/?p=56273

Cosa pensa degli Italiani ( figlia di un Italiano e di una Somala ) la Deputatessa PRC DACIA VALENT

“Siete il peggio che la razza bianca abbia mai prodotto.
Brutti come la fame, privi di capacità e di ingegno se non nel busines e nella volontà delle vostre donne (studentesse, casalinghe, madri di famiglie) di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie.
Anche quando dimostrate un barlume di intelligenza, questa si perde nei rivoli del guadagno facile e del tirare a fregare chi sta peggio di voi. Nessuna delle vostre battaglie ha un senso per altri se prima non produce un tornaconto per voi stessi.
Dalla politica alla religione, dal sociale alla cultura, siete delle nullità.
Capaci di raccogliere firme e manifestare, salvo poi smentire con ogni vostro atto quotidiano quello che a grande voce dichiarate pubblicamente. Andate a marciare da soli, che marci siete e marci rimarrete e non vi voglio profumare.
……diteglielo a quelli che si sfilano dalle fighe delle nostre ragazze per infilarsi in quelle larghe e flaccide delle vostre donnacce, ditelo ai nostri ragazzi che vincono medaglie e che saranno il futuro di questo paese, ditecelo, figli di puttana.
 
Seguici su: facebook
Comunque questa è la Valent : Nel 1995 come membro del punteggio, ha sostenuto le pretese di un gruppo di donne somale che hanno denunciato le richieste di favori sessuali dalla CGIL sindacato nei confronti dei loro compagni di immigrati in cambio di concessioni nella ripartizione di cibo, ma la Cgil ha negato le circostanze e la signora Valent è stato riconosciuto colpevole di diffamazione dopo un processo Corte. [ Nel mese di aprile 1995 è stata arrestata per il tentato omicidio di Luc Tchombé Mutshail, un cittadino dello Zaire, che era anche il padre di uno dei suoi figli;. Mr. Tchombé è stato ferito dalla signora Valent con un coltello durante una lite Più tardi, nel 2002, è stata sanzionata dalla italiana Comptroller and Auditor General per la cattiva amministrazione del denaro investito dal Governo italiano in SCORE che doveva invece essere utilizzati per costruire permanenza temporanea e centri di assistenza per gli immigrati illegali. 

Più tardi, dopo la sua conversione all’Islam, ha fondato un’organizzazione chiamata Islamic Anti-Defamation League. Tra le sue iniziative, l’organizzazione ha fornito un supporto telefonico e un servizio di consulenza per i musulmani che hanno voluto segnalare problemi di abuso basate sulla discriminazione religiosa. Il numero verde, tuttavia, ha cessato di essere operativo poco dopo. 

Nel novembre 2006 Dacia Valent è stato incriminato per favoreggiamento in una rapina nei confronti di un immigrato polacco che si era rivolto al punteggio per l’aiuto. . Tuttavia, è stata poi assolto e scagionato da accuse. Nel mese di ottobre 2007, è stata condannata a un anno di carcere e una multa di 15.000 € diffamazione e minacce contro l’ex direttore di Telepadania. Nell’ottobre 2008, una colonna che è stato pubblicato sul suo blog personale, dal titolo “Gli italiani sono bastardi , gli italiani sono merda “, che conteneva una quantità di commenti sprezzanti contro gli italiani (in particolare chiamato« i bianchi e cristiani ») provocato forti reazioni da parte della stampa.

 Riportiamo integralmente, quanto pubblicato nel suo BLOG il 1° ottobre/2008:

Seguici su: facebook
“Voi non riuscite nemmeno a immaginare quanto sia difficile per me scrivere, tentando di non ferire le vostre povere sensibilità di piccoli bianchi, totalmente ignoranti del loro passato di carnefici di neri, ebrei e musulmani.
Non conoscete nulla di quello che avete nel vostro Dna storico, vi riempite la bocca di ebrei solo per salvarvi la coscienza, raccontando di come gente tipo Perlasca – un fascista di merda che dovrebbe morire mille volte solo per essere stato fascista ed aver sostenuto fossanche per un solo minuto quel regime – ne ha salvato alcuni.
Siete un popolo senza futuro perché  siete un popolo senza memoria.
Me ne fotto degli italiani brava gente. Anzi, mi correggo, me ne fotto degli italiani bianchi e cristiani, naturalmente brava gente.
Non lo siete.
Siete ignoranti, stupidi, pavidi, vigliacchi.
Siete il peggio che la razza bianca abbia mai prodotto.
Brutti come la fame, privi di capacità e di ingegno se non nel business della malavita organizzata e nella volontà delle vostre donne (studentesse, casalinghe, madri di famiglie) di prostituirsi e di prostituire le proprie figlie.
Anche quando dimostrate un barlume di intelligenza, questa si perde nei rivoli del guadagno facile e del tirare a fregare chi sta peggio di voi.
Nessuna delle vostre battaglie ha un senso per altri se prima non produce un tornaconto per voi stessi. Dalla politica alla religione, dal sociale alla cultura, siete delle nullità.
Capaci di raccogliere firme e manifestare, salvo poi smentire con ogni vostro atto quotidiano quello che a grande voce dichiarate pubblicamente. Andate a marciare da soli, che marci siete e marci rimarrete e non vi voglio profumare.
Non avete una classe media, siete una penosa e noiosa classe mediocre, incivile e selvaggia. I giornali più venduti sono quelli che trattano di gossip e i programmi televisivi più gettonati – al fine di vendere le proprie figlie come bestiame, come le vacche che sono destinate inevitabilmente a diventare, vista la vostra genia – sono i reality.
Avete acclamato qualsiasi dittatore e sottoscritto qualsiasi strage, salvo poi dimenticarvene ed assurgere come vittime di un elite. Non avete un’elite, coglioni, fatevene una ragione: i vostri deputati e senatori sono delle merde tali e quali a voi, i vostri capitani d’azienda sono dei progetti andati a male dei centri di collocamento, ma che o avevano buoni rapporti famigliari o il culo l’hanno dato meglio di voi.
Non solo quelli al governo (o che fanno capo all’area governativa), anche e soprattutto quelli che fanno capo all’opposizione.
Da quelli oggi al governo non ci aspettiamo nulla se non quello che da anni ci danno: razzismo, esclusione, spedizioni punitive, insulti ed umiliazioni.
Ma da quelli all’opposizione, quelli che si sono arricchiti con anni di Arci, Opere Nomadi, Sindacati Confederali, e sempre sulla nostra pelle, facendoci perdere diritti che ormai davamo per acquisiti, ci aspettiamo che si facciano da parte.
Sono ormai troppi anni che deleghiamo le nostre lotte a persone che in teoria dovrebbero averle fatte proprie, dimenticandoci l’infima qualità dell’italiano pseudobianco e pseudocristiano: non vale un cazzo perché non ha valori che valgano.
Un popolo di mafiosi, camorristi, ignoranti bastardi senza un futuro perché non lo meritano: che possano i loro figli morire nelle culle o non essere mai partoriti.
Questo mondo non ha bisogno di schiavi dentro come lo siete voi, feccia umana, non ha bisogno di persone che si inginocchiano a dei che sia chiamano potere e denaro e nemmeno di chi della solidarietà ha fatto business. Ha bisogno di altro, che voi non avete e quindi siete inutili.
Dite che non è così?
Ditelo ai Rom perseguitati in tutta Italia, ditelo ad Abdoul, ditelo ai 6 di Castelvoturno, ditelo a Emmanuel, ditelo ai gay massacrati da solerti cristiani eterosessuali.
Ditelo a mio fratello, bastardi. (Suo fratello era stato assassinato in una rissa a Udine. Ndr)
Ditelo alle decine di persone vere, non zecche e pulci come voi, che non denunciano perché sanno che se vanno dalla vostra polizia bastarda e assassina li umilieranno e magari li picchieranno di più e forse li uccideranno come l’Aldro [ammazzato come un cane perché pensavano fosse un extracomunitario], e se sono donne le violenteranno, e non avranno nessuno a cui rivolgersi per essere difesi.
Ditelo a quelli che rinchiudete per mesi nei vostri campi di concentramento senza alcun genere di condanna, solo per gonfiare le casse di qualche associazione che finanzierà un qualche partito, generalmente di sinistra, ditelo a quelli che lavorano per i vostri partiti e sindacati da lustri senza avere un contratto ma in nero, ditelo a quelli che si sono fidati di voi per anni, ditelo a quelli che raccolgono l’ultimo respiro di quei maiali dei vostri vecchi, e a quelli che si sfilano dalle fighe delle nostre ragazze per infilarsi in quelle larghe e flaccide delle vostre donnacce, ditelo ai nostri ragazzi che vincono medaglie e che saranno il futuro di questo paese, ditecelo, figli di puttana.
Ditelo col cappello in mano, e gli occhi bassi, cani bastardi. Ma sappiate che la risposta ve l’hanno già data a Castevolturno: Italiani bastardi, Italiani di merda. Io ci aggiungo bianchi, perché il discrimine è questo. Valete poco perché avete poco da dire e nulla da dare”

Armi chimiche e un presunto raid in Siria

LUGLIO 15, 2013 

 Prodotti chimici ed armi sequestrate dai ribelli a Damasco. Il raid aereo israeliano una probabile distrazione

Christof Lehmann Nsnbc

 Damascus-Chemicals-14-July-2013-2Sostanze chimiche
              straniere sequestrate nei pressi di Damasco. Alcune di
              tali sostanze chimiche provengono dall'Arabia Saudita

Damascus-Chemicals-14-July-2013-2Sostanze chimiche straniere sequestrate nei pressi di Damasco. Alcune di tali sostanze chimiche provengono dall’Arabia Saudita

 Le forze armate siriane hanno sequestrato prodotti chimici e armi dei ribelli a Damasco. L’azione ha fatto seguito all’operazione della scorsa settimana, in cui le forze armate siriane hanno sequestrato 281 fusti con sostanze chimiche dei ribelli stranieri, ritenuti sufficienti a distruggere un’intera città, se non l’intero Paese. La scoperta e il sequestro delle sostanze chimiche e delle armi dei ribelli segue i rapporti d’intelligence che affermano che l’alleanza internazionale anti-siriana e i politici dell’opposizione militante siriani e stranieri, pianificano un’importante campagna militare in agosto e settembre, quando le armi chimiche sarebbero utilizzate per giustificare la pretesa dell’”intervento militare” straniero in Siria.

L’agenzia di stampa araba siriana SANA afferma che le forze armate hanno scoperto una fabbrica per la produzione di armi chimiche in un covo terroristico nella zona circostante al-Manashir, nella rotatoria di Jubar, nella provincia di Damasco. I rapporti di SANA affermano che una fonte ufficiale ha detto che l’esercito ha sequestrato quantità di materiali chimici tossici, oltre a sostanze al cloro in contenitori. SANA afferma che le sostanze chimiche sono di fabbricazione straniera e che alcune provengono dall’Arabia Saudita. La fonte ufficiale ha aggiunto che l’esercito ha anche sequestrato armi così come decine di colpi di mortaio preparati per essere riempiti con materiali chimici. La scorsa settimana, le forze armate siriane hanno sequestrato una grande quantità di armi, computer, apparecchiature per comunicazioni e una grande riserva di sostanze chimiche, dopo uno scontro a fuoco con gli insorti in una fattoria di Banias, Tartus, presso le coste mediterranee. Secondo fonti ufficiali del governo siriano, le forze armate hanno sequestrato 79 barili di glicolpolietilene, 67 barili di glicolmonoetilenico, 25 barili di monoetanolammina, 68 barili di diethanolamina e 42 barili di triethanolamina nell’azienda di Banias. Dopo che l’esercito ha sequestrato le scorte chimiche degli insorti, l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite, Bashar Jaafari ha detto: “Le autorità siriane hanno scoperto ieri, nella città di Banias, 281 barili pieni di sostanze chimiche pericolose, in grado di distruggere una città intera, se non tutto il Paese”.

Il sequestro di sostanze chimiche degli insorti stranieri avviene dopo che dei rapporti d’intelligence hanno indicano che una nuova grande campagna contro la Siria è prevista per agosto e settembre. La fonte dell’intelligence palestinese ha riferito a Nsnbc international, che l’elezione del filo-saudita Ahmad Assi Jaber a capo dell’opposizione politica, così come la relativa calma militare a luglio, fanno parte dei preparativi per la campagna. Secondo la fonte d’intelligence gli insorti sono impegnati a creare depositi di armi in tutto il Paese. L’importante campagna militare in agosto e settembre, e l’uso di armi chimiche durante tale campagna, dovrebbero essere usate come pretesto per nuovi appelli per no-fly-zone, corridoi umanitari e l’intervento militare straniero in Siria.

Damascus-Chemicals-14-July-2013-3

La segnalazione del nuovo raid aereo israeliano probabilmente è una distrazione dal sequestro delle armi chimiche. Oggi, Nsnbc International ha ricevuto informazioni dal corrispondente palestinese di Nsnbc, che ha stretti legami con i servizi segreti di una organizzazione palestinese in Siria. La fonte ha informato Nsnbc che le dichiarazioni degli ufficiali degli Stati Uniti, secondo cui una recente serie di esplosioni nel porto di Latakia sono stati causati da un raid aereo israeliano, molto probabilmente sono un attivo piano di disinformazione. Lo scopo per diffondere tali informazioni, secondo la fonte dell’intelligence, è distogliere l’attenzione dallo scandalo delle armi chimiche e focalizzare i media internazionali sui “missili antinave russi” in Siria. Il corrispondente ha detto: “Mentre vi sono continui scandali sulle armi chimiche in Siria, e i politici, servizi segreti e ufficiali stranieri che ne sono responsabili dovrebbero essere interrogati, il mondo intero discute dei missili antinave russi legittimamente consegnati. Parlare del raid aereo israeliano è una tipica campagna di disinformazione del Mossad. I media internazionali vengono inviati ad inseguire un’oca selvatica, mentre i criminali di guerra se la ridono“.

La validità delle informazioni è corroborata dal fatto che il governo siriano non conferma né smentisce tali dichiarazioni, e i rapporti dall’agenzia di stampa iraniana al-Alam e di altri media ben informati con giornalisti sul campo, in Siria, respingono tali affermazioni come false. Il governo siriano, sostenuto dalla Russia, ribadisce continuamente la richiesta che ogni incidente riguardante  armi chimiche o prodotti chimici per la fabbricazione di armi dev’essere studiato da una commissione di esperti indipendente. Per quanto riguarda l’ultimo incidente, il sequestro di prodotti chimici e armi presso Damasco, oggi una domanda ovvia che dovrebbe porsi un’approfondita inchiesta è “come arrivano dei prodotti chimici sauditi ai ribelli stranieri nei pressi di Damasco“.

 Siria: l’esplosione nel porto di Latakia non era dovuta a un attacco aereo israeliano

Said Bannura Nsnbc

 L’agenzia di stampa iraniana al-Alam ha riferito che la Siria ha negato che le esplosioni nel porto di Latakia siano il risultato di un attacco aereo israeliano, e che le esplosioni probabilmente erano dovute agli scontri tra l’esercito siriano e l”esercito libero siriano’. Al-Alam ha detto che le esplosioni, che hanno avuto luogo il 6 luglio all’alba, sono probabilmente il risultato degli scontri, e non causati da un presunto attacco israeliano contro “missili russi inviati al partito libanese Hezbollah, alleato del presidente siriano Bashar Assad.”

Vale la pena ricordare che tre ufficiali statunitensi hanno affermato che le esplosioni molto probabilmente furono causate da un attacco aereo israeliano. Gli ufficiali anonimi hanno detto alla CNN, che l’attacco aereo israeliano mirava ai “missili antinave” russi. Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon, aveva già dichiarato che Tel Aviv non è responsabile dell’attacco e che, anche se ha bombardato diversi obiettivi siriani in passato, si astiene dall’attaccare la Siria. Yaalon ha aggiunto che “quando ci sono delle esplosioni in Medio Oriente, alcuni gruppi si precipitano ad accusare Israele di coinvolgimento in questi attacchi“.

 Le esplosioni a Latakia: prima e dopo

Osnetdaily

 Nove giorni dopo le notizie sulle esplosioni nei pressi della città siriana di Latakia, Channel 2 News ed IsraelDefense hanno pubblicato le foto della zona prima e dopo la misteriosa esplosione. La pubblicazione di queste foto avviene dopo che la rete televisiva CNN ha affermato che secondo fonti statunitensi, Israele fosse responsabile dell’attacco.

 

Israel Defense

Secondo diversi siti dell’opposizione siriana, un attacco è avvenuto nella zona del villaggio di Samiyah presso la città portuale di Latakia, ad al-Haffah, dove si trovano un complesso militare con una rete di 20 bunker e una zona isolata con un magazzino di circa 80 metri. Il ricercatore dell’intelligence Ronen Solomon ha avuto le foto satellitari dell’area, e un esame delle foto satellitari e un loro confronto con foto scattate prima della data del presunto attacco, forniscono diversi risultati.

 

Una visione generale:

A1(2)

Area A: due hangar, tra cui un parcheggio per i picchi di carico, situati vicino all’ingresso del complesso militare, sulla strada tra Latakia e al-Haffah.

Area B: una rete di magazzini corazzati per munizioni.

Area C: una struttura centrale dalle caratteristiche poco chiare.

 Analisi fotografica:

 

B2LogisticCenter(1)

Area A: due hangar, tra cui un parcheggio per i picchi di carico, sono stati costruiti negli ultimi due anni, vicino all’ingresso del complesso militare sulla strada tra Latakia e al-Haffah.

 Area A: parallelo alla strada, un convoglio di circa sei autoarticolati si osserva nella foto satellitare del 7 luglio, sulla strada di servizio che porta al parcheggio (nessuna traccia di danni).

 C1

Area B: circa 20 depositi isolati. Sulla base del confronto tra le foto satellitari, danni possono essere identificati con certezza su cinque depositi. Questo dato corrisponde alle testimonianze raccolte in Siria e presentate su vari siti web.

 D1Bunkers

Area C: una grande struttura il cui scopo è poco chiaro, può essere identificata in base al confronto tra le foto satellitari, ricordando i risultati del bombardamento al (presunto) reattore siriano nel 2007.

E1Storage

Un grande terminale è stato costruito all’ingresso del complesso munizioni negli ultimi due anni, da cui convogli di veicoli arrivano e partono, come si può vedere nella fotografia del 7 luglio. Dalle analisi delle foto satellitari passate e recenti, sembra che il terminale vicino alla strada non sia stato colpito. Il danno principale è visibile nella foto del magazzino, imploso dopo essere stato colpito, e dei veicoli che si osservano nella foto del 7 luglio, tra cui una gru, a quanto pare nello svolgimento di attività di evacuazione. (Si noti che l’hangar appare all’interno vuoto, come anche l’assenza di detriti tali da indicare un’esplosione all’interno della costruzione. NdT)

Diversi bunker colpiti possono essere individuati in un’altra foto. Non è chiaro se hanno subito un colpo diretto o, come è stato riportato, sono esplosi per i danni secondari causati al magazzino principale, che si trova nelle vicinanze. Secondo le testimonianze riguardanti l’attacco nell’area di Latakia, è possibile che il deposito munizioni fosse solo uno delle numerose arene. Un rapporto complementare su un attacco nella zona della base navale siriana a nord di Latakia, dove vengono schierate le due batterie dei Bastion utilizzati per lanciare i missili Jakhont, l’indica quale possibile obiettivo di un attacco.

 Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

Grillo: “Andremo a dire basta all’Europa”.

Grillo: “Andremo a dire basta all’Europa”.

 Beppe Grillo

Estratto dal video della conferenza stampa di Grillo oggi a Roma. “Mettetevelo bene in testa: non faranno mai nessun tipo di riforma. Giocano sul tempo. Se andassimo alle elezioni, eccome se ci presenteremmo! Ci presenteremo con dieci persone completamente diverse da queste e in grado, secondo curriculum, di essere votate e mandare avanti questo Paese. Eccome se ci presenteremo! Ed è di questo che hanno paura, perché poi c’è il semestre europeo per l’Italia. Se vinceremo le elezioni andremo lì, davanti alle grandi banche, ai grandi poteri finanziari a dire ‘Basta! Adesso non si gioca più con la vita delle persone, non si gioca più con gli spread, con la spendig review.’ ”

 E ancora: “Io se fossi sceso in politica per avere il potere o i soldi avrei accettato i 42 milioni di euro, facevo il tesoriere di un partito, mi imboscavo i miei soldi, ne davo un po’ a te e un po’ a te… E invece andiamo con questa politica per la quale ci avete preso per il culo e continuate a prenderci per il culo perché diamo indietro i soldi”.

 fonte Byoblu

 

I VAMPIRI DELL’AZZARDO DI STATO

In 20 anni è salita di 7 volte la spesa per le scommesse, ma si sono dimezzate le vincite vere.

 Il codice penale vieta il cosiddetto “gioco” d’azzardo. Ma, di deroga in deroga, leggina dopo leggina, politici e lobby hanno portato gli italiani a spendere in media 1.410 euro a testa tra videopoker, grattini, puntate online e altre scommesse. Media che nel 2001 era di “appena” 336 euro.

Quello dell’azzardo è uno dei pochissimi consumi cresciuti in Italia, iperstimolato dall’illusoria sensazione di vincere, con gratificazioni civetta “a piccole dosi”, ovunque e in ogni situazione, a tutte le ore. Lo spaccio di azzardo nel Belpaese è così il più florido del mondo. Ma sempre più avaro.

Praticamente in 20 anni sono sprofondate le vincite degne di questo nome e si è impennata la spesa per consumo di azzardo.

“Le vincite vere sono quelle in cui prendi più di quanto hai speso, e i premi apprezzabili sono convenzionalmente fissati dai 500 euro in su, tanto che la tassazione aggiuntiva del 6% scatta sui premi superiori a questo importo. Nel 2012 i premi significativi sono stati la metà di quelli vinti nel 1994, quando però “giocava” un settimo di quello che si scommette oggi.”

A fornire i dati è il sociologo Maurizio Fiasco, aggiornatissimo studioso del fenomeno e consulente della Consulta Nazionale Antiusura.

“Il meccanismo ora si basa su una enorme e crescente partecipazione al consumo di azzardo: 88 miliardi e 571 milioni di euro (al netto del nero) giocati nel 2012 -nuovo record, quasi 8,7 miliardi in più rispetto al 2011- e sulle microrestituzioni.”

Vale a dire che moltissimi puntano importi contenuti, ricevono magari qualche zuccherino e si sentono incentivati a rigiocare. “C’è un esercito di gente che perde piccole somme tutti i giorni -dice Fiasco- e di solito ci si ricorda di quando si vince, senza tenere una contabilità, come facevano quelli che puntavano alle corse dei cavalli, e non si ha la reale percezione delle perdite. Se mi tagli un braccio, me ne accorgo; ma se mi prendi un flacone di sangue al giorno, non mi accorgo che mi stai succhiando la vita. Siamo passati da un sistema di “gioco” a frequenza di puntata contenuta, ma in cui si prospettavano grandi vincite, tipo la Lotteria Italia, il Totocalcio, il terno al Lotto, i Gratta e Vinci prima maniera e altre lotterie, ad una diffusione pervasiva delle occasioni di “gioco”, ma a bassa remuneratività e forte induzione alla dipendenza. Per cui il tempo dedicato all’azzardo si dilata all’inverosimile: si scommette molto di più, ma si vince sempre di meno”. Anche se la lobby dell’azzardo dice il contrario, affermando che il pay out è consistente. “Carte e dati alla mano, le vincite sopra i 500 euro nel 2012 sono state di appena 920 milioni di euro, esattamente la metà del 1994, quando però si vinceva il doppio, cioè l’equivalente attualizzato di 1 miliardo e 85 milioni di euro a fronte di circa 15 miliardi e 205 milioni di euro scommessi, sempre attualizzati coi coefficienti di rivalutazione Istat.”

E anche sul fronte del “guadagno” per lo Stato biscazziere l’impoverimento galoppa. “E’ una partita senza trasparenza, ma secondo i  miei calcoli -annuncia Fiasco, snocciolando i dati più aggiornati in circolazione- nell’intero 2012 le entrate da tasse sull’azzardo si sono ulteriormente ridotte: il fisco ha incassato un misero 9,1%, 612 milioni di euro in meno rispetto al 2011, anno in cui però si erano giocati 8 miliardi e 674 milioni in meno”. Soli 10 anni fa, lo Stato ci prendeva intorno al 30%, sui circa 25 miliardi di scommesse e “giochi” vari. Hanno legalizzato tutto questo azzardo perché, dicevano, produrrà introiti fiscali allo Stato. Una bufala. La stessa che più di qualcuno vorrebbe attuare legalizzando droghe e prostituzione. C’è da scommetterci… è il caso di dirlo!

I crescenti contentini ai “giocatori” servono solo per incentivare all’azzardo. “La stragrande maggioranza -precisa l’esperto- rimette i soldi ripresi coi cosiddetti premi nel “gioco” e i soldi non escono dal meccanismo”. Enormi flussi di denaro così anziché finire al supermercato per fare la spesa, nei negozi e nel circuito dell’economia, riprendono la strada della macchinetta mangiasoldi e delle scommesse.

Un vampiresco business, che produce immiserimento di massa delle famiglie, depressione dei consumi di beni e servizi, con danni rilevantissimi ai settori direttamente produttivi, e incremento della crisi fiscale dello Stato”.

Insomma, un enorme danno economico, finanziario e sociale. Invece che sostenere lo sviluppo di persone, famiglie e imprese sane, la casta ne ha favorito il degrado, l’alienazione, l’impoverimento. Parlamentari, premier, ministri, politici, manager, hanno reso lo Stato un avvoltoio. Hanno trasformato la nostra penisola in una gigantesca piattaforma delle scommesse, un enorme casinò sul Mediterraneo. Risultato? “Il reddito disponibile delle famiglie italiane” -afferma Fiasco- risulta aver subito un “taglio secco” di almeno 17 miliardi di euro alla fine del 2012″. Cioè oltre 4 volte le entrate annuali dall’IMU. L’emorragia potrebbe essere anche più grave. Però non si può sapere: l’amministrazione dei Monopoli di Stato ha messo il bavaglio alla dea bendata. Dallo scorso ottobre non pubblica più i numeri sulla spesa nell’azzardo. Cosa c’è da nascondere?

Francesco Buda

Tratto da: perchiunquehacompreso.blogspot.it