Ancora in Tribunale. Processo per le proteste antitrivella a Coldimosso.

WRITTEN BY: FABRIZIO SALMONI – JUL• 02•13

Un processo ai No Tav che sta prendendo una brutta piega per l’accusa. Sullo sfondo,la determinazione dei valsusini, le violenze poliziesche e i tentativi di intervento della Digos alle Molinette.

 DSC_0759foto di Luca Perino

Continua in un clima apparentemente disteso, soprattutto per l’atteggiamento aperto della Presidente Bersano-Begei, il processo ai No Tav per i fatti di Collemosso (17 Febbraio 2010) quando i reparti-killer di Spartaco Mortola (condannato per induzione a falsa testimonianza in relazione ai pestaggi della Diaz) caricarono i manifestanti inseguendoli fin dentro il bosco. Quella notte rimasero a terra Simone, redattore di Radio Blackout, in coma gravissimo per le botte subite e la valsusina Marinella che fu picchiata per un minuto di seguito da otto poliziotti riportando fratture multiple alle ossa facciali. Sul momento, apparvero gravissime le condizioni di Simone che fu portato prima all’ospedale di Susa, poi alle Molinette, per un versamento cerebrale che pareva non riassorbirsi.

Il processo abbraccia sia i fatti avvenuti presso la trivella sia la mobilitazione popolare che durò tutta la notte con blocchi e cortei sia la protesta davanti alla tipografia de La Stampache aveva pubblicato online un articolo del solito Numa giudicato fortemente provocatorio, falso ed insensibile nei confronti dei feriti sia ancora il piccolo presidio alle Molinette che respingeva la visita inopportuna della Digos che cercava presumibilmente di condizionare i medici affinchè non emettessero un referto di gravità assoluta come quella che si evidenziava col passare dei minuti.

Presenti solo alcuni degli imputati, l’udienza ha visto sfilare una testimone a difesa, e tre imputati con dichiarazioni spontanee. L’unico teste per l’accusa, il Digos Giammetta, ha validamente portato acqua al mulino della difesa quando ha dichiarato di non aver riconosciuto personalmente  manifestanti davanti alla sede della tipografia ma di aver sottoscritto un verbale di riconoscimento degli imputati “per fiducia nei colleghi“… 

La sensazione del cronista, da questa sola udienza, è che dall’evidenza dei fatti risulti ben poco di significativo a carico degli imputati se non giustificabuili reazioni emotive. Sta invece emergendo la ferocia dei poliziotti a Coldimosso e la prepotenza dei due Digos presentatisi alle Molinette.

Si prosegue domani mercoledi 3 con altre testimonianze a difesa.(F.S. 2.7.2013)

http://www.tgvallesusa.it/?p=1592

Italia: 352 pozzi di stoccaggio di gas. Passera: non bastano.

– di  Maria Rita D’Orsogna –

L’insaziabile Passera continua con i suoi deliri. Il giorno 13 Febbraio 2013 ha infatti firmato due decreti ministeriali per “liberalizzare il mercato” e per dare all’Italia un ruolo maggiore come “hub” sud-europeo del gas.E cosi, in Italia adesso parte la moda dello stoccaggio del gas. E se prima c’erano solo Stogit ed Edison, adesso siamo invasi da piccole e grandi ditte dai nomi sconosciuti, anche loro affamate del nostro sottosolo.Ci sono cosi’ nuovi pozzi programmati per tutto lo stivale, maggiore pressione in quelli gia’ esistenti, VIA che non servono. E che importa se li ci sono case, vita e persone?Se uno va sulla pagina dei petrolieri “petrolio e gas punto it” si parla di 12 campi di stoccaggio sparsi per l’Italia – in Abruzzo, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.

In realta’ le concessioni sono 15 (tra l’altro se uno apre il link di cui sopra neanche si apre!) e non 12, e corrispondono a circa 352 pozzi di gas attivi.  Della serie, non lo sanno neanche loro cosa dicono.

Ad ogni modo, nel loro complesso questi 352 pozzi stoccano gia’ circa 15 miliardi di metri cubi di gas. In Italia ne consumiano 80 miliardi l’anno, ed il numero e’ in decrescita a causa della crisi e dell’aumento dell’uso delle rinnovabili.

E quindi, abbiamo sotto i nostri piedi due mesi di fabbisogno nazionale di gas belli gia’ stoccati. Uno direbbe: beh, hanno 350 pozzi, una nazione cosi piccola, un territorio fragile e densamente abitato, sismico, turistico, assolato, e due mesi di gas stoccato sottoterra, perche’ gliene serve stoccare di piu’?

E invece si, secondo il nostro governo, occorre stoccarne ancora. Infatti, ci sono richieste per altre 8 concessioni di stoccaggio con Passera che continua a firmare e ad approvare come un forsennato.

Fra queste nuove concessioni di stoccaggio anche Rivara Stoccaggio, quella del terremoto in Emilia.

Si, nemmeno il terrremoto li ferma.

Gli altri sono in Lombardia (Bagnolo Mella e Romanengo), Abruzzo (Poggiofiorito), nelle Marche (Palazzo Moroni e San Benedetto), in Basilicata (Cugno Le Macine e Serra Pizzuta), in Molise (Sinarca).

Ora, la mia domanda e’: servono veramente questi altri centri di stoccaggio?

352 pozzi non ci ne bastano? La popolazione non cresce, il consumo rimane lo stesso o decresce. Se uno fa la media, ciascuna concessione porta con se circa 23 pozzi – altre otto concessioni significano piu o meno circa altri 180 pozzi sparsi lungo lo stivale.Cui prodest?(Oltre a Passera ed ai suoi amici?)

Le 15 concessioni esistenti sono qui elencate:

  1. ALFONSINE STOCCAGGIO – Ravenna, Stogit
  2. BORDOLANO STOCCAGGIO – Cremona, Stogit
  3. BRUGHERIO STOCCAGGIO – Monza, Stogit
  4. CELLINO STOCCAGGIO – Teramo, Edison
  5. COLLALTO STOCCAGGIO – Treviso, Edison
  6. CORNEGLIANO STOCCAGGIO – Lodi, Italgas
  7. CORTEMAGGIORE STOCCAGGIO – Piacenza, Stogit
  8. CUGNO LE MACINE STOCCAGGIO – Matera, Geogastock
  9. FIUME TRESTE STOCCAGGIO – Vasto, Stogit
  10. MINERBIO STOCCAGGIO – Bologna, Stogit
  11. RIPALTA STOCCAGGIO – Crema, Stogit
  12. SABBIONCELLO STOCCAGGIO – Ferrara, Stogit
  13. SAN POTITO E COTIGNOLA STOCCAGGIO – Faenza, Stogit
  14. SERGNANO STOCCAGGIO – Crema, Stogit
  15. SETTALA STOCCAGGIO – Milano, Stogit

Quelle in via di approvazione sono invece:

16. BAGNOLO MELLA STOCCAGGIO – Brescia, Gsei, Retragas, Storenergy

17. PALAZZO MORONI STOCCAGGIO – Porto Sant’Elpidio, Edison

18. POGGIOFIORITO STOCCAGGIO – Filetto (Chieti),  Gas Plus

19. RIVARA STOCCAGGIO – San Felice sul Panaro,  Erg Rivara Storage

20. ROMANENGO STOCCAGGIO – Crema,  Enel Trade

21. SAN BENEDETTO STOCCAGGIO – San Benedetto del Tronto, Acea, Gas Plus, Gas de France

22. SERRA PIZZUTA STOCCAGGIO – Pisticci (Matera), Geogastock

23. SINARCA STOCCAGGIO – Montenero di Bisaccia, Edison, Gas Plus

Ecco invece la lista dei 352 pozzi gia esistenti:

Ecco invece la lista dei 352 pozzi gia esistenti

– See more at: http://www.losai.eu/italia-352-pozzi-di-stoccaggio-di-gas-passera-non-bastano/#sthash.VbzGfGjv.dpuf

Perché banchieri e uomini potenti si interessano tanto di biologia?

by Daniele Di Luciano 01.lug 2013

 – di Enzo Pennetta –

Quando nel 1627 fu pubblicato il “New Atlantis” di Francis Bacon fu preparato il terreno per l’ultima e la più grande delle ideologie, quella scientista.

Oggi si combatte la battaglia più importante, quella sul terreno della biologia.

“Allons-nous vers le Meilleur des Mondes de Aldous Huxley?” Questa frase è inserita all’interno di un articolo intitolato “La boîte de pandore de la théorie du genre : La mutation sociologique de l’humanité” recentemente pubblicato sul sito francese Mondialisation, che rilancia il tema dell’uso politico della biologia. Nell’articolo si fa riferimento al romanzo “Il mondo nuovo” di Aldous Huxleypubblicato nel 1932 che fu l’annuncio di una nuova utopia basata sul darwinismo scientifico di J.B.S. Haldane, uno dei padri della Sintesi Moderna, un autore che nel 1924 con il suo saggio Daedalus; or, Science and the Future aveva proposto la sua visione del futuro.

L’articolo prende spunto dalle dichiarazioni di Jacques Attali che parla in virtù delle sue prerogative di “economista, saggista e banchiere francese“, come viene definito su Wikipedia. Il fatto che un economista (proprio come quel Robert Malthus a cui si ispirarono Wallace e Darwin) e banchiere si occupi di biologia dovrebbe far comprendere anche ai più ingenui che la biologia è il terreno su cui si gioca una fondamentale battaglia politica e ideologica.

Attali con Mitterand di cui fu definito l’  ”eminenza grigia”

Jacques Attali ritratto insieme all’ex Presidente Sarkozy

 E infine in un incontro con l’attuale Presidente Hollande e l’ex Presidente della Commissione Europea Delors

L’articolo di Attali è stato pubblicato sulla rivista Slate il 19 gennaio scorso con il titolo “Jacques Attali: Vers l’humanité unisexe“, da cui comprendiamo una seconda verità: il confronto sull’identità sessuale, il “gender”, è partito da motivazioni che ben poco hanno a che vedere con le rivendicazioni LGBT.

Qual è dunque l’utopia che viene fatta passare in modo subdolo attraverso la strumentalizzazione della biologia? Come già detto è dal 1924 che tale utopia è stata pubblicata come saggio e dal 1932 che è stata proposta in una versione romanzata, chi però volesse leggerne una versione attuale e sintetica può benissimo approfondire il pensiero di Attali. Cosa che è stata fatta molto bene suMondialistion, riportiamo quindi una parte della traduzione dell’articolo fatta da Barbara Simona Leva per il sito Comedonchisciotte:

Andiamo verso il Migliore dei Mondi di Aldous Huxley ?

In questa anomia prevedibile, dove non si sa più chi è chi, un altro dilemma dello stesso ordine è il fatto che l’uomo possa essere riparato, possa ricevere, come un’automobile, delle parti staccate da un’altra persona indifferenziata, vedi anche animali per alcune malattie.

Il transumanesimo annuncia la fine dell’Unità dei popoli nella diversità e il trionfo dei modelli formattati, standardizzati, etichettati. Diventeremo dei pezzi montati in maniera intercambiabile che si restituiscono quando non funziona più? Quando degli esseri metà robot, metà uomini si posizionano come modello perfetto de la mutazione naturale dell’uomo e del robot, non si tratta più d’evoluzione ma dell’estinzione della razza umana, della sua ricchezza dovuta alla sua diversità, della perdita di identità culturali e dell’insieme delle sue manifestazioni intellettuali e artistiche.

La nostra società assomiglierà sempre più al Migliore dei Mondi: gli uomini qui appartengono a una nuova razza, prodotta in provetta, e migliorata. Ma non bisogna dimenticare che, nel Migliore dei Mondi, solo gli alpha e i beta sono “migliorati”: gli altri sono dei sotto-uominidestinati a compiti fisici che, anche in una società ultra-tecnologica, rimangono indispensabili. Ma il corso della storia non si ferma qui. A ognuna delle tappe corrisponde un modello familiare, un’urbanizzazione, una forma di proprietà e una forma di potere.

Dopo il clan matriarcale, poi il clan patriarcale, la famiglia a nucleo coniugale, che ha lasciato infine posto alla famiglia monoparentale e alla scomparsa totale di ogni forma di famiglia.

Presto la procreazione industriale per mezzo dell’ingegneria genetica, e l’eutanasia degli inattivi troppo costosi alla collettività (disoccupati, handicappati, pensionati…)?

Ne “L’avvenire della vita” (1981) Jaques Attali scriveva già: “Dopo aver passato i 60-65 anni l’uomo vive a lungo senza produrre, e costa caro alla società. La vecchiaia è attualmente un mercato, ma non è solvente.

L’eutanasia sarà uno degli strumenti essenziali delle nostre società future.” Non resteranno che gli ariani! Questo ci ricorda l’epoca delle SS-Kinder (bambini SS) del partito Nazionalsocialista tedesco? Le SS tedesche, sotto il nome di Lebensborn (fontane di vita), volevano dare vita ai bambini perfetti! Biondi, con gli occhi azzurri, avrebbero dovuto incarnare la futura élite del III Reich. Una razza superiore destinata a regnare sul mondo per mille anni… si selezionavano sulla base della razza le donne che sarebbero state ingravidate da un SS.”

 L’eugenetica figlia del darwinista, e cugino di Darwin, Francis Galton esecrata quando era di matrice nazista (sterilizzazioni forzate, nascite programmate), nascosta nelle sue terribili applicazioni negli USA e in Scandinavia, si riaffaccia adesso  dopo essersi fatta una verginità in decenni di silenzio, e insieme a lei si riaffacciano i programmi eutanasici anch’essi così ben applicati dal nazismo col programma Aktion T4 e condannati dal politically correct, salvo ripresentarli poi sotto altre forme accettabili dai salotto radical chic.

Uno dei padri della Sintesi ModernaJ.B.S. Haldane abbiamo visto che ipotizzò un futuro governato dalla biologia darwinista, molti altri nomi li troviamo nella società eugenica intitolata a Francis Galton, il Galton Institute, tra essi i nomi di Julian Huxley (tra i padri della Sintesi Moderna), Charles Galton Darwin (nipote di Charles) e Leonard Darwin (figlio di Charles), Sir Ronald Aylmer Fisher(altro padre della Sintesi Moderna). E se qualcuno pensasse che stiamo parlando di qualcosa che riguarda il passato può sempre visitare la pagina web del Galton Institute e leggere di come abbiano cambiato nome (per nascondere il vero scopo) abbandonando quello di “Eugenics Education Society“.

Chi volesse negare un legame tra la teoria di Darwiniana e neodarwiniana e una precisa visione della società dovrebbe scontrarsi contro l’evidenza.

Ecco perché quando si parla di evoluzione non si parla solo di teorie scientifiche, ecco perché chi vuole mostrare i punti deboli delle teoria neodarwiniana incontra forti resistenze ideologiche.

Fonte

http://www.losai.eu/perche-banchieri-e-uomini-potenti-si-interessano-tanto-di-biologia/#sthash.DKfkLfj4.dpuf

La storia del tiranno cattivo e della democrazia

Posted By Alberto Medici On 30 giugno 2013

 

tiranno

  C’era una volta un re. Non un re bonaccione, quelli delle favole che vivono in armonia col loro popolo, era un re cattivo, un vero e proprio tiranno che aveva potere d vita e di morte sui propri sudditi. Qualche trucchetto di magia, qualche conoscenza in più della massa sulle fasi lunari e sull’anadamento delle stelle, ed era riuscito a fare credere a tutti di essere stato mandato dagli dei. e così il suo potere, si tramandava da generazioni, e sottometteva la gente con l’inganno, la paura, l’ignoranza, ed era il discendente di una stirpe di tiranni che si comportava allo stesso modo e si trasmetteva di padre in figlio il potere.

 Le cose però erano cambiate. Un po’ perchè la gente aveva cominciato ad informarsi, a cpaire come stavano le cose. Un po’ perchè non ne poteva più di questi tiranno cattivo che faceva il bello e il cattivo tempo. Un po’ perchè si era visto che anche i tiranni mangiavano e defecavano, e se mangiavano male si ammalavano, e alla fine anche loro morivano. Quindi la storia della loro natura divina non era mica tanto credibile. Poi da non dimenticare che per la Storia era passato Uno che, oltre a parlare di amore e di fratellanza, aveva anche detto: “Quando parlate col Vostro padre che è nei Cieli, non serve che andiate al monte o al tempio, ma rinchiudetevi nel segreto della vostra stanza“. Uno così, che di colpo toglieva tutta l’autorità al Potere, che toglieva la necessità di intermediazione col Divino, doveva essere fatto fuori: troppo rivoluzionario, troppo destabilizzante. E infatti fu fatto fuori, ucciso col più infamante dei supplizi, la morte in croce. Ma poi risorse, e i suoi seguaci si moltiplicarono. Il tiranno riuscì ad ammorbidire le posizioni di questa Nuova Chiesa Eversiva, con l’infltrazione di propri emissari, ma ormai non c’era più nulla da fare: continuare a fare i tiranni era sempre più difficile.

 -oOo-

 Con i suoi più stretti collaboratori (anche un tiranno ne ha bisogno: deve avere una cerchia di fiancheggiatori, ai quali dà – controvoglia – qualche cosa, perchè completamente solo non riuscirebbe a fare granchè) affrontò il problema, e le uniche due possibili alternative sembravano essere:

  1. Stare in guerra perpetua con i propri sudditi, ucciderne il più possibile, incarcerarli, dominarli con il terrore, constinuare insomma a fare come aveva sempre fatto; ma questo comportava il rischio che la popolazione, soverchiante per numero, avrebbe prima o poi prevalso, e lo avrebbe fatto fuori; oltretutto tale strategia era parecchio costosa e dispendiosa di mezzi, tempo e uomini;
  2. Ritirarsi a vita privata e rinunciare al potere e al dominio, una buona volta, per sempre.

Ma fra i consiglieri del tiranno ce n’era uno, non particolarmente amato, ma molto intelligente, che gli disse: “Stupido! Non sei tenuto a rinunciare al otere solo perchè quelli là fuori vogliono la democrazia! C’è una terza via….” E cominciò a spiegare la terza via. E siccome il tiranno era sì cattivo, ma mica tanto intelligente, gliela dovette spiegare per punti, come si farebbe con un bambino di 6 anni.

 Punto UNO: crea la burocrazia. La buro-crazia, il potere degli uffici, può essere spacciata come cosa buona: siccome siamo distratti, e bisogna avere delle regole (come se quelle che ci ha dato il creatore e che sono insite nel nostro DNA non bastassero!), cominciamo a metterle per iscritto, in modo che tutti possano andarle a vedere e rileggere quando ne hanno bisogno. All’inizio nessuno obietterà e concorderà che la burocrazia è una cosa buona: poi, quando avranno abbassato la guardia, e accetteranno la burocrazia come cosa normale, appesantiremo sempre di più i regolamenti e faremo in modo che rispettare tutto sia impossibile. Così, se dei vicini di casa devono decidere a che altezza tagliare le siepi dei loro giradini, mentre prima avrebbero fatto due chiacchere la sera, dopo cena, mentre portano a spasso i loro cani e guardano i bambini giocare, adesso dovranno inserire l’argomento in un punto dell’ordine del giorno dell’assemblea di quartiere e questa richiesta andrà fatta in carta bollata almeno 60 gg. prima della riunione in modo che tutti possano avere il tempo di esaminarla e che redige il verbale dovrà essere autorizzato dai due terzi dell’assemblea e bla bla bla…. Questo impedirà alla gente di capire i meccanismi, e gli renderà la polica e l’amministrazione della cosa pubblica odiosa. “E allora? Cosa ce ne facciamo di questo?” chiese il re. Questo serve perchè così introduciamo il punto 2.

 

burocrazia

 Punto 2. La gestione della cosa pubblica diventerà un’arte, un mestiere, una attività destinata a pochi, delegati, che se ne occuperanno a tempo pieno. Proprio perchè la burocrazia, con tutte le sue clausole, leggi, leggine, commi, note informative, decreti attuativi, regolamenti di servizio, ecc., saranno così complicati, ci sarà una classe (alcuni la chiameranno “casta“) che si occuperà di questo. “Sì ma la democrazia imporrà che tali individui siano eletti dal popolo, e scelti dal popolo significa che il popolo sceglierà quelli che fanno gli interessi del popolo” obiettò il tiranno. “Cretino – gli rispose il consigliere che ormai era sempre più chiaro che era lui che comandava – non capisci che più una organizzazione è piramidale e più è facile controllarla? Basta controllare il vertice!” “Sì ma…” “Zitto! Ascolta il terzo punto e capirai“.

 Punto 3. Siccome controlleremo tutti gli eletti, anche quelli che, per qualche strano motivo dovessero sfuggirci, fossero animati inizialmente da buone intenzioni, controlleremo il potere. So già la tua domanda: ma se faranno tutti i nostri interessi, la gente si accorgerà che che sono tutti dalla stessa parte! E qui sta il trucco più sopraffino: li faremo litigare, ma litigare di brutto, su aspetti assolutamente secondari, dei quali non ce ne frega niente! Magari aspetti simbolici, ideali, ma che a noi non danno alcun fastidio. Esempi? Quanti ne volete. Il matrimonio gay, ad esempio. Oppure il crocifsso nelle scuole. Cosa ci impota se litigano su queste cose? L’importante è che sui temi veri, le tasse, la guerra, la dipendenza energetica, la (non) libertà di scelta terapeutica, l’obbligo di mangiare il cibo che imporremo noi, l’obbligo di essere indottrinati fin da piccoli in scuole statali, l’informazione di regime, ecc., facciano quello che diciamo noi.

 “Benissimo- disse il tiranno- quando cominciamo?”

 Vedi che sei proprio cretino e senza di me non faresti nulla? Ti mancano ancora un paio di accorgimenti, che ti anticipo non perchè non lo faresti se non te lo dicessi (sei in mio potere anche tu, come e anzi peggio di tutti gli altri), ma perchè così capirai che non lascio nulla al caso”.

 Punto 4. Il denaro. Per mantenere un sistema fatto così, serve una grandissima quantità di potere – e il potere si mantiene, qualora non si possa usare la forza, col denaro. Creeremo denaro, tutto il denaro che vogliamo, ma per distrarre le masse lo faremo tramite il nostro alleato più prezioso: le banche. Sì perchè se lo facessimo noi sarebbe chiaro che con quello facciamo quello che vogliamo; meglio invece che lasciamo credere agli allocchi che siamo due entità separate. E con questo denaro compreremo tutto ciò che ci serve:

  • l’informazione, essenziale per mantenere le persone nell’ignoranza;
  • politici, che, pieni di soldi, cercheranno solo di arraffare quanto più possono dimenticando eventuali ideali di solidarietà, giustiza, benessere collettivo;
  • la magistratura, che deve essere nostra alleata per punire eventuali teste calde;
  • la polizia, che deve reprimere con la violenza le poche, sporadiche manifestazioni anti-regime che ci saranno;
  • la medicina, che ci servirà per tenere la popolazione nl bisogno di cure, costose ed inutili; ma soprattuto
  • il sistema scolastico ed educativo: bisogna che chi studia sia dirottato verso argomenti innocui, che non mettano in discussione il sistema attuale, nè in politca, nè in economia, nè nell’industria e nella medicina.

Punto 5. Altro aspetto essenziale è l’allontanamento dei capi, degli amministratori dalla gente che viene amministrata. Più lontani si è dai sudditi, e più porcherie si potranno fare, senza il minimo senso di colpa. Per questo ho già inventato un bel termine: si chiama globalizzazione, la spacceremo come un concetto innovativo, di pace e fratellanza universale, in modo da mettere fine alle guerre mondiali – che noi stessi avremo scatenato. La gente lo accetterà come un grande passo avanti dell’umanità, e noi avremo che chi governa non sentirà il minimo rimorso per le condizioni mesere di vita in cui versa la gente, tanto sarà talmente lontana che non se ne accorgerà neacnhe. E comunque non faremo l’errore di togliere le autorità localli: i comuni, i consigli di quartiere, le province resteranno: ma li svuoteremo di qualunque autonomia che non serviranno praticamente a nulla.

 E così avvenne la grande trasformazione. la tirannia rimase, ma prese un nome diverso: si chiamò democrazia.

 Article printed from STAMPA LIBERA: http://www.stampalibera.com

 URL to article: http://www.stampalibera.com/?p=64448

DISOCCUPAZIONE IN ASCESA NONOSTANTE L’OTTIMISMO DEL GOVERNO LETTA

per i cosiddetti compagni che lottano tanto in difesa degli ultimi, scorrendo i loro elenchi e definizione di ultimi i disoccupati non esistono. Ci sono i lavoratori, i precari, i migranti. Niente, i disoccupati perdono perfino il diritto di esistere anche per chi sostiene di essere il paladino dei poveri.

DISOCCUPAZIONE IN ASCESA NONOSTANTE L’OTTIMISMO DEL GOVERNO LETTA
L’ottimismo esasperato del Decreto del Fare del governo Letta è solo un abbaglio, i dati sulla disoccupazione italiana parlano di altro: anzi il tasso di disoccupati tocca il picco storico del 12,2%.

A maggio 2013 i senza lavoro sono cresciuti di oltre 55 mila unitàrispetto al mese di aprile e, rapportando le statistiche all’anno precedente, l’Istat evidenzia un dato ancora più drammatico: 480.000 lavoratori in meno. Insomma, totalmente più di 3 milioni di disoccupati, dato che accomuna sia uomini che donne.

I tristi dati citati già sono emblematici di una situazione al limite della sopportazione, con intere generazioni prive di prospettive e obbligate ad emigrare per cercare fortuna e lavoro altrove. Basti pensare alla disoccupazione giovanile al 40%, registrando un livello mai così alto dal 1977. È di qualche giorno fa l’appello del Presidente della Repubblica Napolitano all’annosa questione delladisoccupazione giovanile che deve diventare il fulcro dell’azione di Governo, richiamato ad occuparsi di problemi reali, evitando schermaglie inutili tra PD-PDL (vedi legge elettorale, commenti sulle sentenze della magistratura su Berlusconi e via dicendo).

In questo periodo di crisi che si ripercuote su sé stessa, ampliandosi ed ampliandone le conseguenze negative sulla forza lavoro, le ricadute sul morale (oltre che sul portafogli) di colui che ha perso il lavoro sono enormi. Prendiamo spunto dalle cifre per capire come influenzano la vita quotidiana degli individui che si trovano in questo status.  Le cause che hanno portato il malcapitato di turno alla disoccupazione possono essere svariate e già studiate dal Legislatore, che poi però non si è soffermato sui rimedi per limitare il fenomeno o alleviare il malessere della massa multiforme dei disoccupati.

Lo stesso governo Letta che ha cantato vittoria per aver ottenuto 1 miliardo e mezzo in più da Bruxelles (dai Fondi Interstrutturali) cozza contro l’enormità di tali cifre e l’esiguità dei mezzi per affrontarle.

Quello che però gli attuali governanti ignorano, o meglio non considerano (se non quando la cronaca evidenzia casi di suicidi di disperati sul lastrico, siano ex dipendenti che imprenditori), è come passa la giornata (per altri lavorativa) il disoccupato. Subito dopo qualche giorno dall’amaro destino che gli è capitato inizia a fare i conti con il senso di incertezza, precarietà, indifferenza da parte delle istituzioni che lo considerano solo un numero da inserire nella percentuale rilevata dall’Istat; vedi la sua vita stravolta nelle abitudini quotidiane consolidate nel tempo.

La giornata della maggior parte dei disoccupati è scandita da giorni sempre uguali a sé stessi, dettati dalla ricerca pedissequa di offerte lavorative (su Internet o sui Social) che non rispecchiano mai il loro profilo professionale, soprattutto se hai passato i 40 anni; categoria questa poco considerata dall’attuale Governo (come se tra i 30 e i 50 anni si perdesse ogni diritto a rientrare nel mercato del lavoro): perché se hai sino a 30 anni c’è l’apprendistato (o i tirocini formativi) con gli sgravi contributivi per l’azienda che ti assume, cosi come se hai più di 50 anni.

All’occhio del disoccupato non sembrano più tornare quelle mattinate lavorative fatte di pensieri e doveri (rimpiange ad esempio i giorni che ha maledetto il collega o mandato a quel paese il capo per averlo obbligato a fare una cosa che riteneva superflua); si accorge che la sua mattina va via lenta e monotona e assolutamente identica a quella del giorno prima, “piena di vuoti” e sempre in attesa che qualcosa o qualcuno risponda alle centinaia di curriculum che ha mandato in giro nell’etere o di persona e che non hanno mai avuto riscontro.

Insomma, la situazione è drammaticamente rilevante e la lentezza elefantiaca dei governanti italiani ed europei della zona Euro accentua situazioni al limite della rivolta sociale: basti pensare che nemmeno nel 1977 (l’anno più sanguinoso degli anni di piombo) c’erano così tanti disoccupati, soprattutto tra i giovani. Una verità storica e numericamente terribile, se si pensa a cos’era quella stagione.

Scritto da: Stefano Sarapo – Tratto da: correttainformazione.it
http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-disoccupazione-in-ascesa-nonostante-l-ottimismo-del-governo-letta-118829964.html

EQUITALIA: ARRESTATO FUNZIONARIO PER CORRUZIONE

Un funzionario di Equitalia, un ufficiale di riscossione, sempre di Equitalia, un avvocato ed un commercialista sono stati arrestati dalle Fiamme Gialle.
Chiedevano soldi in cambio della cancellazione della pratica.

La denuncia è arrivata da un imprenditore al quale era stato chiesto del denaro per ‘chiudere la pratica’ e non procedere con la stessa.

Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire operazioni illecite condotte da due anni, che hanno coinvolto decine di persone, alcune con debiti di poche migliaia di euro, altre di centinaia di migliaia.
Queste persone riuscivano a far sparire il debito, semplicemente ‘eliminandolo’ dagli archivi.

I reati contestati sono concussione, corruzione, falso in atto pubblico per soppressione e peculato.
Secondo quanto riporta il Quotidiano di Parma, il funzionario dell’Agenzia delle Entrate passava i dati del malcapitato ad una commercialista, la quale contattava il debitore, proponendo ‘scorciatoie’ quali il pagamento di somme che potevano andare da poche migliaia fino a 60 mila euro per far sparire i debiti con Equitalia, ma si accontentvano anche della merce degli imprenditori, se non avevano contante.

Si tratta appunto, della filiale Equitalia di Parma.
 
Tratto da: economiaitalia.myblog.it
http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-equitalia-arrestato-funzionario-per-corruzione-118830746.html

Deriva EURSS – Belgio Assassino: Si all’Eutanasia per i Bambini. Stalin Insegna!

Eutanasia- diritto di scelta o metodo per selezionare la specie?
Una equipe di psicologi deciderà, insieme ai parenti della vita della persona. Saranno molto contenti coloro che non aspettano altro che di eliminare i vecchi per ereditare, così anche la sanità ringrazia. O magari ci si potrà sbarazzare di un fratello o sorella in coma, così che l’eredità rimanga più cospicua. Oppure una famiglia indigente, potrà vendere gli organi del congiungo malcapitato. Così come l’abordo da diritto è diventata unica scelta obbligata, soprattutto per le donne povere che se volessero tenere il figlio la situazione economica non consente alternativa. Il diritto alla vita? Un abominio nell’era dei “diritti civili”.

Deriva EURSS – Belgio Assassino: Si all’Eutanasia per i Bambini. Stalin Insegna!

Sabato, Giugno 29th/ 2013
– di Maria Laura Barbuto e Sergio Basile –

Sconcerto e preoccupazione anche per la deriva olandese: la sofferenza diventa giustificazione
di morte indotta. Qualcosa si muove in Italia.

Dalla Calabria l’appello delle Associazioni Familiari: “Il dolore si cura con sostegno della famiglia e carità” Scegliamo di vivere, non di morire!
Oblio EURSS                                                                                                               

Bruxelles, Amsterdam, Berlino, Reggio Calabria – EURSS, A.D. 2013. Il Belgio tra il silenzio generale dell’opinione pubblica – eccezion fatta per i vescovi cattolici – dice “si” all’eutanasia anche per i bambini e raggiunge, così, l’avanguardista Olanda rendendosi uno Stato assassino e per niente rispettoso della vita e della dignità umana. Senza mezzi termini, la cosiddetta “morte dolce” (?) viene scelta come la via maestra. La violazione del quinto comandamento “Non Uccidere”,  attiva  o passiva che sia, diviene dunque un vantaggio, un’opportunità, un segno del progresso moderno (o meglio sarebbe dire “modernista”. Che fa sempre più rima con satanista). Ma non è l’uomo – rammentiamo – ad essere arbitro del proprio destino!  E se la vita non dipende dalla nostra volontà, dalla stessa dipenderà ancor meno la decisione di porre termine all’esistenza terrena di noi stessi o di qualcun altro. Poi contro chi tocca i minori Gesù stesso nel Vangelo è chiarissmo: “…È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!” (Luca Cap. 17, 1-3). Figuriamoci ad uccidere uno di questi piccoli!

Oblio Belgio                                                                                                                  
Dobbiamo sempre ricordare di essere amministratori della nostra vita, ma non i proprietari di essa.  D’altronde cosa abbiamo fatto per nascere? nulla! C’è stato donato. Ma si può forse donare la morte, che della vita è la negazione? Nonostante ciò, il Belgio nei giorni scorsi ha approvato un nuovo decreto di legge con il quale anche i bambini potranno decidere di dire “basta” alle sofferenze e con il consenso di entrambi i genitori passare a “miglior vita”.

 La Vita Umana in balia di una Roulette Russa                                                 

Inoltre, in Belgio, non c’è alcun limite di età per richiedere l’eutanasia, e saranno gli psichiatri e gli psicologi a valutare “la capacità di discernimento del bambino con la garanzia che ciò che esprime corrisponda a ciò che comprende” (?). Quindi, la vita umana viene ufficialmente e legalmente affidata all’esperienza medica e scientifica, riconoscendole un valore “assoluto” di tipo esclusivamente professionale e materiale. Di certo non possiamo “stringere la mano” ai politici di Bruxelles: non lo abbiamo mai fatto, e ciò nell’illusione che le nostre critiche potessero essere circoscritte solo all’etero mondo dell’Ue e dei suoi grandiosi palazzi; o alle sfere della politica e dell’economia scaturita dai fantasiosi e vaneggianti piani egemonici dell’eurocasta. Anche dal punto di vista etico, religioso e morale dinnanzi a ciò lo sconcerto è davvero totale. Ma ci chiediamo ancora – ragionando per assurdo – nel caso in cui, ad esempio, un neonato o un bimbo risulti ancora incapace di manifestare la propria volontà, come potrebbero due genitori autorizzare la morte del proprio figlio? Come potrebbero ucciderlo? E – soprattutto – quale bambino, poi, potrebbe desiderare di morire? Beh, pare che il Parlamento belga abbia pensato anche a questo, riducendo tutto alla possibilità di fornire un sostegno psicologico alla coppia in seguito alla scomparsa del piccolo malato. Allucinante! Davvero allucinante! Delle conclusioni degne di personaggi come Hitler e Stalin. Non ci resta che rabbrividire e denunciare con forza l’accaduto, alzando su la testa davanti ad una squallida e superficiale gestione della vita umana: una morte indotta non sarà mai una liberazione e l’idea del porre fine alle sofferenze non scaccerà il peso del  senso di colpa che un genitore sarà costretto a portarsi dietro a vita. Non cancellerà mai il più orrendo dei crimini che l’uomo possa mai compiere, assieme all’aborto.

 Sofferenza dei Genitori? Un buon motivo per Uccidere… in Olanda      

Non da meno è la deriva spirituale e morale che si può cogliere in Olanda, dove – dopo lo schok della legittimazione della pedofilia – a seguito della legalizzazione dell’Eutanasia per i minorenni – avvenuta nel 2004 – è stato approvato un documento che cita “la sofferenza dei genitori” tra i motivi che autorizzano tale pratica su un neonato o su un minore. Nel contempo, anche chi soffre in modo “insopportabile” può richiedere la “morte dolce”. La sofferenza, dunque (che per i Cristiani – ricordiamo – è strumento di salvezza e purificazione, se è vero che abbiamo un’anima) è stata definita come criterio soggettivo. Pertanto – ci chiediamo – qualunque persona dichiari di non voler vivere perché sofferente sarebbe libera di morire? Evidentemente per gli illuminati legislatori belgi ed olandesi la risposta è affermativa.

 Olanda – I dati reali nascosti sull’eutanasia                                                       

Inoltre – come rivelato dal quotidiano tempi.it e prim’ancora dal New England Journal of Medicine – secondo il governo olandese nel 2011 ci sono state 3695 morti per eutanasia, il 18% in più rispetto al 2010. Ma i numeri reali – rivela “Tempi”, in un articolo del 30 settembre 2012 – sarebbero ancor più alti: “secondo uno studio del 2010 pubblicato sul New England Journal of Medicine, in Olanda il 23% di tutte le morti per eutanasia non vengono riportate, quindi a 3.695 bisogna aggiungere almeno un 23% in più. E arriviamo così a 4.544. Non solo. “In Olanda – continua l’articolo – eutanasia e suicidio assistito sono considerate cose molto diverse. Nel 2010 ci sono stati 192 casi di suicidio assistito, aggiungiamo l’aumento del 18%, e arriviamo a 226 casi di suicidio assistito nel 2011. Sommiamo tutto e otteniamo un altro numero: 4.770 persone morte in Olanda nel 2011 per l’eutanasia. Non 3.695”.

 Sulla via del genocidio anche l’austera Germania                                           

Ma non finisce qui! La deriva EURSS sta toccando anche altri pasei. Anche nell’austera Germania del rigore sarà legale staccare la spina ai malati tenuti in vita in modo artificiale. Inoltre – udite udite – le persone vicine al paziente, perché unite allo stesso da legami di parentela, non saranno perseguibili penalmente, a seguito della pratica dell’eutanasia, neanche medici ed infermieri che con il malato hanno stabilito profondi rapporti personali. E di questo passo – statene certi – arriveremo al punto in cui chi non sarà felice e contento di sé, vedrà la morte come unica via d’uscita ed il suicidio come soluzione alle propria infelicità. Non c’è da affatto da glissare e chiudere gli occhi, ma, al contrario, è necessario sviluppare una capacità critica ed autonoma ed infondere negli animi la convinzione che la vita non è un bene qualunque, ma è il bene supremo. E’ l’unica “occasione” che abbiamo, un dono irripetibile e dal valore inestimabile. Questo è un concetto che non dobbiamo mai dimenticare ed indipendentemente dal punto di vista religioso o laico resta un dogma (cioè una certezza) innegabile ed assoluta.

 Dalla Calabria un accorato appello in difesa della dignità umana             

La notizia di questa agghiacciante involuzione esistenziale e morale, ha destato scalpore in tutto il mondo. Anche in Italia. Nelle scorse ore, infatti, dalla Calabria si sono levati accorati appelli di “sconcerto e preoccupazione” in merito a ciò che sta accadendo in Europa. A dare voce alle proteste nei confronti dell’eutanasia praticata sui minori il Presidente del Forum delle Famiglie della Calabria, Antonino Leo, ed il Presidente del Forum della provincia di Reggio Calabria, Achille Cilea, i quali – in alcuni comunicati diffusi in rete e non solo – hanno riportato dati statistici di estrema gravità, che danno idea della situazione drammatica alla quale assistiamo in modo passivo e quindi colpevole. “L’Associazione dei medici olandesi – si legge nel comunicato diffuso –  su 175.000 nascite (registrate mediamente in un anno) prevede di somministrare l’iniezione letale a 650 bambini nati con gravi anomalie per la sopravvivenza. Leo e Cilea – da cattolici e credenti – hanno inoltre dichiarato di essere “convinti che il dolore si possa combattere con i farmaci e soprattutto con il sostegno umano, la carità e la famiglia”. I due Presidenti hanno anche sottolineato, in modo importante, come proprio dall’idea di famiglia deve nascere l’idea del sostegno e hanno esortato le istituzioni, nazionali e locali,  a tutelare il nucleo familiare in modo totale ed “i cittadini a riconoscere come esso sia il nido d’amore in cui ogni sofferenza può venir meno o essere notevolmente ridimensionata, lenita, grazie all’affetto umano”. Questa è la vera essenza della vita, non dimentichiamolo! Difendiamo la vita contro questa diabolica cultura della morte. Alziamo la voce!

 Si all’Europa della Vita – No all’EURSS della Morte                                      

Qualcuno – in nome di un dissennato relativismo figlio di una filosofia spiccatamente luciferina – sta strategicamente cercando di sovvertire la natura, la famiglia, la società – in tutti i suoi ambiti, economico-sociali  – e perfino la stessa vita umana, nell’ambito di una deriva mondialista nota come “Nuovo Ordine Mondiale”. Basta così!  Qualcuno vorrebbe farci credere che questa EURSS Stalinista sia la normalità! Noi non ci stiamo! Scendiamo nelle piazze, interpelliamo i nostri politici, litighiamo aspramente nelle segreterie dei partiti, parliamone con tutti. L’immobilismo fa il gioco di questi nuovi mostri e ci autodistruggerà. Svegliamoci!

Maria Laura Barbuto, Sergio Basile (Copyright © 2013 Qui Europa)
http://www.quieuropa.it/deriva-eurss-belgio-assassino-si-alleutanasia-per-i-bambini-stalin-insegna/

BILDERBERG 2013: COLPIRE IL GOVERNO ORBAN CHE HA STATALIZZATO LA BANCA CENTRALE, VIETATO GLI OGM E FATTO CRESCERE IL BENESSERE DEL POPOLO UNGHERESE

la prossima rivoluzione colorata in Ungheria. C’è anche lì un bruto dittatore che si è messo contro la BCE e la Monsanto. Come osa? La Bce e la Monsanto sono note associazioni di carità per il benessere e la prosperità dei popoli……

Se si rimane in questo ” club ” chiamato Europa non esiste via di salvezza. I mezzi di ricatto sono innumerevoli e non c’è scampo. La sola salvezza è uscire una volta per tutte, e per sempre, da questa accozzaglia di tecnocrati. Questa Europa è una vecchia baldracca che ha puttaneggiato in tutti i bordelli. Claudio Marconi

Il quotidiano ungherese conservatore ‘Magyar Nemzet’ ha ottenuto informazioni riservate da fonti vicine a chi ha partecipato alla conferenza del Bilderberg in Herdfordshire, in Inghilterra tra il 6 ed il 9 giugno su un complotto in atto perpetrato dall’Unione Europea e dai suoi agenti locali a commettere brogli elettorali nelle elezioni nazionali ungheresi del prossimo anno.
Secondo la fonte, Viviane Reding, vicepresidente della Commissione Europea, ha assicurato ai partecipanti che l’Unione Europea, attraverso l’uso dei mezzi di comunicazione controllati ed i suoi agenti in Ungheria che ricevono finanziamenti dagli Stati Uniti (partito socialista e Gordon Bajnai),lanceranno una campagna di paura per manipolare il comportamento di voto.
Uno dei piani e’ che subito dopo le elezioni l’Unione Europea ed i suoi agenti accuseranno il governo ungherese, attraverso il montaggio di telecamere nascoste sopra le cabine di voto,citandotestimoni oculari per mettere in discussione la legalita’ del voto.

Viviane Reding ha informato i partecipanti del Bilderberg che la Commissione europea ha gia’ avuto colloqui preliminari con un certo numero di organizzazioni e rappresentanti delle ONG in Ungheria circa l’attuazione del piano.
I media globali controllati intensificheranno le campagne di odio contro l’Ungheria nei prossimi mesi fino alla fine delle elezioni (il prossimo aprile o maggio).
Il Vice-presidente della Commissione Europea ha informato il suo capo che l’ex-ministro Gordon Bajani (finanziato dal Centro per il Progresso Americano situato negli Usa) aiutera’ nell’attuazione della campagna di terrore in Ungheria.
http://friendsofhungary.blogspot.it/2013/06/eu-commissioner-viviane-reding-to-plot.html
Tratto da: http://www.stampalibera.com/?p=64468
Tratto da: nocensura.com – www.frontediliberazionedaibanchieri.it

RENZI – CHIUDE – FIRENZE : LA STAZIONE AI ROM E PONTE VECCHIO A MONTEZEMOLO

Leggete queste due notizie:

Luca Di Montezemolo, l’uomo che ha finanziato la salita in politica di Monti. Ora il “cavallino rampante” dell’imprenditoria italiana vuole salire sul carro di Renzi, e il sindaco non si nega. Così gli affitta Ponte Vecchio per una sera, alla modica cifra di 100 mila euro, meno del costo di una Ferrari, per una cena sotto le stelle con i top clients della casa di Maranello.

Rabbia “rossa” – Un’iniziativa, quella andata in scena a Firenze sabato 29 giugno, che ha fatto storcere il naso all sinistra del Pd che intanto prepara le primarie per la segreteria. Tra i candidati ci sarebbe anche Matteo Renzi. Lui mentre aspetta risposte da Epifani per le regole del congresso, blocca ai turisti Firenze per una notte e la consegna con tanto di catering all’amico “Luca”. L’asse Renzi-Monti-Montezemolo è ormai realtà. Ma i fiorentini, soprattutto quelli “rossi” non hanno gradito questo show sotto le stelle, tra giacche a doppiopetto e sorrisi al caviale. Così hanno protestato lungo l’Arno prendendosela con i vigili urbani che presidiavano la cena di Montezemolo.

Firenze – Sembra una notizia da mondo alla rovescia. Ma a chi è capitato di usare il treno per andare a Firenze, è forse capitato anche di sentire la solita voce in sottofondo avvisare che, i binari 8, 9, 10, 11, 12 e 13 (la piattaforma ’pregiata’ della stazione) vengono chiusi «dalle 7.30 alle 17.30». Per lavori? No, è a causa “delle bande di rom che, da mesi, esasperano i passeggeri in transito”, questa la risposta delle Ferrovie a chi chiede spiegazioni.

Insomma, per arginare il fenomeno dell’abusivismo e della violenza da parte di immigrati e Rom, si chiude la stazione. Come chiudersi in casa la sera, invece di eliminare il problema alla radice. E’ la politica renziana.

Firenze è invasa da un’ondata di questuanti, ogni angolo del centro è tappezzato, coperto con scientifica precisione, scrive la Nazione. Fuori, invece, lontano dalle vetrine e dallo sciamare dei turisti, trovano un giaciglio. Come sul lungarno del Tempio, trasformato in un camping a cielo aperto, con sporcizia e sbandati nell’area verde del quartiere. Oppure ancora più lontano, tra le sterpaglie di Brozzi e Quaracchi, angoli dimenticati da Dio e dagli amministratori, ma serviti dalle linee Ataf, quelle dove nessuno vuole più salire per via dell’arroganza di certi senza biglietto.

E lungo l’argine dell’Arno materassi, coperte, fornellini e tutto il necessario per accamparsi. Le grida d’allarme dei residenti rimangono puntualmente inascoltate. E così, nei giardini dove dovrebbero giocare i bambini, sono arrivati pure i ’punkabbestia’ con i loro cani. Il bivacco continua.

C’è tutta la rappresentazione della ‘sinistra moderna’, quella che ha rottamato gli operai per inseguire gay, immigrati e padroni.
Direi che nulla ne esemplifica meglio l’ideologia di queste due ‘chiusure’: da una parte ‘appalta’ l’arte e l’identità della città al ricco di turno – una sorta di prostituzione che dentro al Comune di Firenze conoscono bene – e dall’altra chiude parte della stazione, perché ‘appaltata’ al degrado ‘migrante’. Tutto torna, tutto si tiene. E’ la società moderna: pochi ricchissimi da una parte, masse di nullafacenti dall’altra. E le persone normali in mezzo, schiacciate.

Marx aveva individuato bene i mali intrinsechi della società capitalista, sopratutto ne aveva compresa una sua evoluzione naturale che avrebbe sfociato in una sorta di ‘pre-comunismo’. Non c’era molto bisogno, secondo lui, di ‘lottare’ contro il capitalismo, questo, alla fine, si sarebbe trasformato da solo, bastava solo ‘accompagnarlo’ sull’orlo del precipizio e poi, dargli una piccola, lieve, spinta. E aveva ragione, perché il ‘capitalismo senile’ somiglia sempre più alla società comunista. Non c’è molta differenza, tra i magazzini sovietici statali, e i Wal-Mart americani tutti uguali in ogni città. L’unica differenza è l’abbondanza di beni, ma questa è casuale e temporanea.

Ma almeno Marx era in buona fede, aveva a cuore l’interesse dei poveri e delle masse, e mai avrebbe potuto intuire che i suoi nipotini si sarebbero venduti agli interessi di micro-minoranze, che siano gli industriali-chic alla Montezemolo, i gay associati o i fratelli rom. Marx non aveva previsto Renzi, Vendola e Pisapia. E come poteva?

La società distopica che questi personaggi stanno costruendo è esattamente come questo esempio regalatoci da Renzie. Ricchi asserragliati in quartieri privati con guardie e sorveglianza, circondati da baraccopoli nelle quali le persone normali verranno lentamente ‘ingoiate’. E’ il Brasile, classico esempio di società multietnica.

Tratto da: identita.com
http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-renzi-chiude-firenze-la-stazione-ai-rom-e-ponte-vecchio-a-montezemolo-118846406.html

CONDANNATO SILVIO, MA L’ITALIA RESTA SCHIAVA DI BRUXELLES

E ciò per il semplice motivo, semplice ma agghiacciante, che la linea viene dettata dalla finanza internazionale, per cui il dibattito interno deve essere il più possibile fittizio. Il resto è il solito teatrino. Avanspettacolo nel caso di Ruby e delle altre figuranti in servizio ad Arcore. Parodia nei capipopolo occasionali alla Ferrara. E lo stesso, con le opportune variazioni, vale sull’altro lato del buffet: vedi il governo “meticcio” di Enrico Letta, che ha la sua massima novità nella ministra Kyenge. Cianciando dello ius soli, si prova a nascondere il vero leitmotiv: lo ius soldi.

Chi ha tempo da perdere si balocchi pure con le discussioni di giornata: la politicizzazione o meno della magistratura, e in particolare di quella milanese, la rilevanza giudiziaria delle “festicciole” di Arcore costellate di ragazze a dir poco disinvolte, l’indignazione dei berluscones, tra un Giuliano Ferrara che chiama alla protesta in piazza (piazza Farnese… un salottino nel pieno centro di Roma) e intanto pubblica sul “Foglio” un titolone (provocatorio, ça va sans dire) che suona “Siamo tutti puttane”, un Maurizio Gasparri che ribadisce la sua fedeltà assoluta al boss con un incondizionato «al nostro leader confermiamo il nostro sostegno, in ogni momento e per ogni decisione», e un mucchio di altri che si precipitano a indignarsi-costernarsi-prostrarsi nell’ora (forse) fatale del Silvicidio. Eccetera eccetera eccetera, visto che la diatriba è in piedi da quasi vent’anni e di argomenti sui quali intrattenersi ce ne sono a iosa.

Chi invece non abbocca, ed è determinato a vedere al di là della superficie, si risparmi il disturbo e si concentri, una volta di più, sulle questioni davvero importanti. Le trasformazioni socioeconomiche in atto. Il governo “di larghe intese” che è la prosecuzione, con un blando restyling, di quello di Mario Monti. Il livello miserrimo delle classi dirigenti e dei media che fanno loro da cassa di risonanza, senza mai sbugiardarne in via definitiva la pochezza, l’ipocrisia, l’asservimento a interessi che tutto sono tranne che quelli della popolazione nel suo insieme. Messa in questi termini, la condanna di Berlusconi non è solo marginale. È irrilevante. Come dimostrano al massimo grado le vicende parlamentari degli ultimi due anni, dalle dimissioni del novembre 2011 in poi, la contrapposizione tra centrodestra e centrosinistra è una mera messinscena per nascondere le loro sostanziali, e obbligate, convergenze di carattere strategico.

Un accordo sotterraneo, ma tutt’altro che invisibile, che certamente lascia spazio alle numerosissime lotte di potere tra le diverse fazioni, cordate, camarille, che si contendono i privilegi materiali e immateriali derivanti dal controllo di questo o quel pezzetto dell’immane puzzle che intreccia le istituzioni pubbliche e le imprese private. Tuttavia, dietro il perpetuo incontro-scontro dei diversi egoismi, la logica è comune, e trascende le vittorie o le sconfitte degli uni o degli altri.Berlusconi, o per meglio dire il berlusconismo, è servito ad accelerare la disgregazione collettiva, tanto economica quanto culturale ed etica, che doveva preludere al nuovo assetto che si sta imponendo. Ora, nel consolidarsi di questo processo, va progressivamente accantonato come forza di governo e ridotto a (pseudo) opposizione, secondo il classico e ingannevole schema del bipolarismo.

Considerata l’età ormai avanzata del Cavaliere, che il prossimo 29 settembre compirà 77 anni, e la palese mancanza di una personalità in grado di sostituirlo al vertice del Pdl, la direzione di marcia va verso un compattamento in chiave centrista del quadro politico. E ciò per il semplice motivo, semplice ma agghiacciante, che la linea viene dettata dalla finanza internazionale, per cui il dibattito interno deve essere il più possibile fittizio. Il resto è il solito teatrino. Avanspettacolo nel caso di Ruby e delle altre figuranti in servizio ad Arcore. Parodia nei capipopolo occasionali alla Ferrara. E lo stesso, con le opportune variazioni, vale sull’altro lato del buffet: vedi il governo “meticcio” di Enrico Letta, che ha la sua massima novità nella ministra Kyenge. Cianciando dello ius soli, si prova a nascondere il vero leitmotiv: lo ius soldi.

(Federico Zamboni, “Condannato Silvio, l’Italia rimane il solito schifo”, da “Il Ribelle” del 25 giugno 2013).

Tratto da: libreidee.org
http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-condannato-silvio-ma-l-italia-resta-schiava-di-bruxelles-118845989.html