Governo: Monti esige contratto che leghi per 5 anni la maggioranza Pd-Pdl-Sc

25 lug – L’ex premier Mario Monti, leader di Scelta Civica, ha rinnovato l’invito al premier Enrico Letta a definire un contratto che leghi per cinque anni la maggioranza Pd-Pdl-Sc.
“Ho suggerito al presidente Letta di preparare un contratto di coalizione per regolare la vita di questa coalizione, perchè la gente parla di mesi o di settimane, il Parlamento è stato eletto per cinque anni, non c’è ragione al mondo perchè dobbiamo autolimitarci”, ha detto Monti ospite a ‘Unomattina’ su Raiuno.
Quanto alle tensioni nella maggioranza sulle politiche fiscali, “in materia fiscale – ha detto il senatore a vita- non c’è larghezza di mezzi oggi in Italia, e su questo aveva avuto una grande intuizione in campagna elettorale il presidente Berlusconi quando addirittura voleva rimborsare l’Imu pagata nel 2012 e aveva detto: sapete che cosa? Se lo Stato non ha abbastanza soldi ce li metto io personalmente. Questa possibilità è ancora aperta….
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Scandalo Mose: mazzetta da 50mila euro al tesoriere del Pd Marchese

sicuramente il Pd non sapeva niente e si costituirà parte civile. Intanto questo tesoriere lo manderanno insieme a Lusi in convento?
Tanto in galera non ci finiscono, vedi Baldassarre.

Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSlug 26, 2013
VENEZIA – Una “mazzetta” da 50mila euro. A consegnarla in contanti in occasione della campagna elettorale del 2010, il “solito” Pio Savioli, sorta di uomo-bancomat dei fondi neri. Ci sono le prove: documenti e intercettazioni. Tutto nel maxi-fascicolo, disseminato da parecchi omissis, dell’inchiesta lagunare, che ha travolto il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per la realizzazione del Mose. È uno degli episodi che chiamano in causa Giampietro Marchese, esponente di spicco del Pd veneto, consigliere regionale ripescato di recente a Palazzo Ferro Fini primo fra i non eletti, presidente di Ames, la società che raggruppa le farmacie comunali di Venezia, ed ex segretario organizzativo del partito, nonché responsabile della Fondazione Rinascita, proprietaria di tutte le sedi del vecchio Pci-Pds-Ds-Pd per un patrimonio calcolato in quasi tre milioni di euro.
E non sarebbero gli unici soldi che Marchese avrebbe incassato nell’ambito dei finanziamenti illeciti di cui è costellata la dettagliata informativa firmata dal colonnello Renzo Nisi, comandante del Nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme gialle di Venezia.
I quattrini da dispensare, a destra e a manca, arrivano dalle consorziate del Cvn, anche quelli per Marchese.
E una delle più attive sul fronte risulta essere la Cooperativa San Martino di Chioggia, vera e propria banca parallela per Savioli e compagni al quale vengono consegnati almeno 600mila euro nel solo biennio 2005-2006: e guarda caso è dalla verifica fiscale alla San Martino che scoppia lo scandalo Cvn. repubblica
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FARFALLE A RISCHIO ESTINZIONE – In europa il calo è del 50%

e le restanti popolazioni degli splendidi e colorati insetti sono a rischio, a causa dell’agricoltura intensiva e della perdita di biodiversità. A lanciare l’allarme per gli insetti impollinatori è l’Agenzia euroepa dell’Ambiente che ha pubblicato in questi giorni il suo ultimo rapporto in merito.Dopo la morìa delle api e le lotte degli ambientalisti di tutto il mondo per fermare l’uso dei pesticidi a base di neonicotinoidi, ora anche le farfalle rischiano l’estinzione. L’allarme è stato lanciato dall’Agenzia europea dell’Ambiente all’indomani della pubblicazione dell’ultimo rapporto sulla salute di 17 specie di farfalle in 19 Paesi d’Europa. Quasi il 50% degli insetti analizzati rischia di scomparire nell’arco di qualche anno. Dai dati raccolti dagli studiosi si evince che tra il 1990 e il 2011 le popolazioni di farfalle in Europa si sono quasi dimezzate con effetti importanti per la biodiversità. Delle 17 specie prese in esame 8 sono crollate del tutto, 2 sono rimaste stabili nel tempo, 1 è aumentata, per altre 6 specie la tendenza è incerta. Come spiega Hans Bruyninckx, neodirettore esecutivo dell’Agenzia

 QUESTO DRAMMATICO DECLINO NELLE FARFALLE DOVREBBE SUONARE COME UN CAMPANELLO D’ALLARME

In generale, gli habitat erbosi europei si stanno riducendo e se falliamo nel conservarli potremo perdere diverse specie per sempre. Dobbiamo riconoscere l’importanza delle farfalle e di altri insetti, la loro attività d’impollinazione è essenziale sia per gli ecosistemi naturali sia per l’agricoltura.Tra le specie a rischio estinzione vi è la farfalla Polyommatus icarus, un insetto dal colore azzurro o marrone con dei riflessi violetti, e la più comune farfalla monarca. I motivi che mettono a repentaglio la vita di questi splendidi quanto preziosi insetti sono l’agricoltura intensiva con l’uso di pesticidi che rende sterile l’habitat delle farfalle, ma anche l’abbandono di terre. Molti terreni delle regioni umide e montuose dell’Europa orientale e meridionale sono stati abbandonati per la difficoltà di coltivare terre così inospitali e questo degrado ha determinato la perdita dell’habitat delle farfalle.

http://www.ilfattaccio.org/2013/07/25/farfalle-a-rischio-estinzione-in-europa-il-calo-e-del-50/

Il sindaco di Cori Tommaso Conti distrugge il PD e analizza la situazione

Il sindaco di Cori Tommaso Conti distrugge il PD e analizza la situazione
lug. 25 Cori
Il sindaco del nostro paese, Cori (LT), appartenente ad un partito che non ci rappresenta ossia il Partito Democratico, interviene ad una riunione locale e per quanto ci riguarda non possiamo che stimarlo per l’analisi semplice, ma chiarissima. Intervento di una passione popolare e politica indubbia che non riguarda solo un paese ma l’intera nazione.
VIDEO QUI http://coriintempesta.altervista.org/blog/il-sindaco-di-cori-tommaso-conti-distrugge-il-pd-e-analizza-la-situazione/

Torino: No Tav in presidio al Tribunale per sostenere Marta. Cariche e provocazioni della polizia

Da: Infoaut.org   –   Venerdì 26 Luglio 2013 14:22

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/8532-torino-no-tav-in-presidio-al-tribunale-per-sostenere-marta-cariche-e-provocazioni-della-polizia

altQuesta mattina un centinaio di No Tav ha partecipato al presidio indetto davanti al Tribunale di Torino in concomitanza con l’interrogatorio a Marta, compagna pisana fermata e molestata dalla polizia nella notte del 19 luglio e ora convocata dalla Procura per l’apertura di un’inchiesta sulle violenze subite ma anche per testimoniare in quanto denunciata per i fatti di quella sera.

Tante le persone giunte dal campeggio No Tav e da Torino che dalla tarda mattinata hanno iniziato a presidiare la zona di fronte al palazzo di giustizia per non lasciare sola Marta e farle sentire tutto il calore e la vicinanza del movimento in questi giorni difficili in cui l’accanimento giudiziario e mediatico sulla sua vicenda si sono fatti particolarmente forti e squallidi.

Anche in quest’occasione la polizia ha dato prova di come Questura e Procura abbiano ormai abbandonato ogni remora nell’autorizzare l’uso del pugno di ferro contro i No Tav, così come richiesto a gran voce da chi difende gli sporchi interessi della grande opera: un gruppo di donne si stava infatti accingendo ad appendere sulla cancellata del Tribunale uno striscione di solidarietà a Marta quando alcuni celerini che presidiavano l’ingresso si sono avvicinati e hanno iniziato a spintonarle brutalmente per impedire loro di affiggerlo. A quel punto gli altri No Tav presenti si sono subito avvicinati per sostenere il gruppo ma la polizia ha proseguito nel proprio atteggiamento totalmente fuori controllo caricando il presidio e sospingendo pericolosamente i No Tav fino in mezzo al traffico delle macchine che passavano.

altUna reazione assolutamente spropositata e vergognosa, soprattutto in una mattinata in cui la rabbia per quanto accaduto a Marta e agli altri No Tav picchiati e aggrediti venerdì scorso in Clarea bruciava più forte che mai e la presenza degli uomini in divisa autori di quelle stesse violenze era quanto mai sgradevole e insopportabile.

Nonostante tutto il presidio è rimasto compatto fino all’uscita dal Tribunale di Marta, visibilmente scossa dall’ennesima pressione sopportata con l’interrogatorio dei Pm Padalino e Rinaudo (gli stessi che venerdì notte assistevano e spalleggiavano le violenze della polizia da dentro il cantiere). L’attivista pisana è stata accolta dal lungo applauso solidale dei No Tav presenti che poco dopo hanno poi sciolto il presidio.

Quest’oggi Marta ha consegnato una dettagliata querela di parte in cui con coraggio ha ribadito tutte le accuse già presentate nella scorsa conferenza stampa, mentre in tutta Italia cresce la solidarietà nei suoi confronti lanciata con la campagna #senonconmartaquando?.

A presidio ormai concluso è giunta infine notizia di un ennesimo episodio che testimonia il livello di aggressività e follia alimentato dall’ìsteria del fronte Si Tav e creatosi in questi giorni attorno alla questione valsusina: una delle No Tav presenti al presidio e ferita dalle manganellate della polizia ha infatti denunciato che, arrivata in ospedale (dove le sono stati dati due punti di sutura alla testa), ha dovuto subire lo scherno e i maltrattamenti continui del medico a cui era stata affidata, che si è dichiarato sostenitore della grande opera e per questo si è sentito autorizzato a deriderla e insultarla invece che garantirle normalmente le cure per le quali si era presentata in pronto soccorso.

Se è evidente che lo scontro attorno alla questione del Tav si sta facendo più forte e la controparte serra i propri ranghi mettendo in campo tutta la propria violenza ed arroganza, dall’altra parte il movimento No Tav ha ribadito una volta di più negli interventi di questa mattina la propria determinazione nel voler portare avanti questa battaglia fino alla vittoria.

se toccano una toccano tutte…non un passo indietro!

così aspettavano i NOTAV gli sbirri! 

Tafferugli a Palazzo di Giustizia per il presidio No Tav

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/07/26/news/tafferugli_a_palazzo_di_giustizia_per_il_presidio_no_tav-63752789/

 

Una cinquantina di manifestanti voleva attaccare sui cancelli del Tribunale uno striscione di solidarietà con la ragazza che aveva denunciato di essere stata picchiata negli scontri di Chiomonte. La polizia lo ha impedito.

Tensioni questa mattina davanti al tribunale di Torino. Una cinquantina di attivisti No Tav, in presidio davanti al Palagiustizia, si è scontrato con le forze dell’ordine. I tafferugli sono nati quando un gruppo di attivisti voleva attaccare uno striscione ai cancelli “in segno di solidarietà a Marta Camposano”, la No Tav di Pisa che ha denunciato di essere stata toccata e picchiata nella notte del 19 luglio in occasione dei fermi avvenuti durante gli scontri al cantiere di Chiomonte. I poliziotti hanno impedito che gli attivisti si avvicinassero e li hanno respinti con gli scudi.Lo striscione che i No Tav intendevano affiggere alla cancellata riporta la scritta “Se toccano una… Toccano tutte! Non un passo indietro solidarietà a Marta”. Gli attivisti del movimento  stanno facendo degli interventi al microfono, mentre le forze dell’ordine sono schierate a presidio dell’entrate del palazzo.

(26 luglio 

 

Detroit in Bancarotta, Simbolo del Declino Economico degli Usa

Fuori una, verrebbe da dire; in effetti, il caso di Detroit altro non è che l’inizio di una serie di dissesti finanziari che da qui a breve potrebbero colpire gli Stati Uniti, minandone anche la stessa precaria unione federale.
La città del miracolo economico made in Usa, va dunque in bancarotta, non ha più un soldo nelle casse ed a stento riuscirà a garantire quei già di per sé pochi servizi sociali che elargiva alla sua popolazione, tra l’altro piombata dal 2009 in poi in uno stato di preoccupante povertà.
Era nell’aria da tempo: gli Usa, così preoccupati a non far crollare il proprio ruolo nel mondo, così concentrati a conservare il rango di potenza e a finanziare alacremente eserciti mediorientali per preservare questo scopo, a livello interno hanno una oramai cronica crisi di cassa.

Se prima gli enti in crisi erano piccoli comuni di contee sperdute di zone economicamente da sempre depresse, adesso almeno una ventina di Stati, o forse più, rischiano di andare in deficit e vivono attualmente una drammatica crisi di bilancio, a cui difficilmente un governo federale impegnato nello spendere dollari per progetti esteri e per strutture militari sparse per il mondo (e che ancora paga il conto, giusto a titolo di esempio, della guerra in Vietnam che tra indennizzi e rimborsi costa al contribuente americano qualcosa come 30 miliardi di dollari l’anno) può far fronte.
La caduta di Detroit, è alquanto simbolica: non è soltanto la morte finanziaria di una città che tutti i presidenti dagli anni ’20 in poi l’hanno etichettata come il fiore all’occhiello dell’industria americana, ma anche l’emblema di un territorio che, da quando è scoppiata la crisi nel 2007, non riesce più a vivere.
Detroit ha dovuto subire in questi anni l’aumento vertiginoso della disoccupazione, la chiusura di diverse industrie dell’indotto delle auto, il ridimensionamento sul mercato di General Motors e della stessa Ford, che hanno sede in questa città, per poi finire, ciliegina sulla torta, con il crollo del mercato immobiliare grazie alla bolla speculativa del 2007; in questi sei anni, sono cifre anche approssimative, si calcola che 75mila edifici sono stati abbandonati e si è assistito quindi ad una notevole diminuzione della popolazione.
E mentre i media si occupano di fantomatiche “rivoluzioni” foraggiate da alcune lobby internazionali, come quella in Brasile, o di inesistenti crisi di governo in Russia (da qualche ora, diversi telegiornali vogliono far passare il messaggio di una Russia tutta in piazza per difendere un blogger arrestato), in pochi puntano gli obiettivi sulla crisi sociale profonda che sta colpendo gli Usa: non solo la bancarotta di una delle città simbolo, ma anche la protesta che va avanti da giorni della popolazione afroamericana, l’aumento della povertà, la crisi di cassa di tanti Stati ed una disoccupazione giovanile che tocca punte molto alte.
Un’America profondamente divisa e che naviga a vista, senza alcuna lucidità di programmazione da parte del governo federale; è questa oggi l’immagine dello stato a stelle e strisce, immagine però che viene tenuta al buio dell’informazione “tradizionale”: sarebbe uno scacco matto terribile per la credibilità internazionale di un paese che ha fatto dei suoi “muscoli” un increscioso vanto internazionale.
Come evolverà la situazione, è difficile a dirsi: sarebbe troppo azzardato forse, ritenere che la bolla americana potrebbe esplodere nel breve volgere di poco tempo; di certo però, segnali di questo genere, sono la prova che la tanto temuta potenza Usa, potrebbe aver iniziato una fase calante della propria storia, la quale potrebbe quantomeno ridimensionarla a livello internazionale a favore delle potenze emergenti nelle altre parti del pianeta.
Del resto, se a livello diplomatico non riesce nemmeno a portare a casa propria la gola profonda che sta rivelando i suoi segreti a mezzo mondo dall’aeroporto di Mosca, non sarebbe poi così sorprendente che anche a livello economico gli Usa inizino ad arrancare mentre la società comincia dal canto suo a frazionarsi sempre di più e ad accentuare contrasti e divisioni che potrebbero minare dalle fondamenta la propria unità.
di Mauro Indelicato
Fonte
Via http://freeondarevolution.blogspot.it/2013/07/detroit-in-bancarotta-simbolo-del.html#more

Boston: FBI, insabbiamenti e misteri

GIOVEDÌ 18 LUGLIO 2013     
di Michele Paris

Le indagini condotte dalle autorità di polizia americane dopo l’attentato alla maratona di Boston del 15 aprile scorso continuano a sollevare numerosi interrogativi e risultano caratterizzate da un costante tentativo di occultare l’inquietante realtà che sembra nascondersi dietro le esplosioni che provocarono 3 morti e centinaia di feriti. I sospetti per una probabile colossale operazione di insabbiamento in corso sono tornati ad emergere in questi giorni dopo l’intervento dell’FBI per bloccare la pubblicazione dei risultati dell’autopsia condotta sul corpo di un giovane ceceno amico di Tamerlan Tsarnaev, il maggiore dei due fratelli accusati dei fatti di Boston.

Nel pressoché totale disinteresse dei principali media d’oltreoceano per una vicenda dai molti lati oscuri, i medici legali di un laboratorio di Orlando, in Florida, martedì hanno fatto sapere di essere stati invitati dall’FBI a non divulgare l’esito dell’autopsia relativa a Ibragim Todashev, poiché la sua morte, avvenuta il 22 maggio nel suo appartamento, è tuttora al centro di un’indagine interna della polizia federale statunitense.

Il 27enne Todashev era stato infatti ucciso proprio da agenti dell’FBI nella sua abitazione durante un interrogatorio in relazione alle bombe di Boston. I resoconti dei giornali americani sull’accaduto nell’appartamento di Orlando in cui risiedeva sono stati estremamente confusi negli ultimi tre mesi. Inizialmente, la sua morte sembrava essere dovuta all’iniziativa di uno o più agenti, i quali avevano sparato al giovane come autodifesa dopo che quest’ultimo aveva cercato di assalirli. Quale arma Todashev avesse impugnato non appare del tutto chiaro, visto che i giornali hanno parlato alternativamente di un coltello, di una “spada da samurai”, di un bastone di metallo e, addirittura, di un manico di scopa, mentre altri avevano sostenuto invece che la vittima fosse disarmata.

Il Washington Post, a sua volta, pochi giorni dopo i fatti, aveva scritto che, prima dell’esecuzione e dopo circa otto ore di interrogatorio, tutti gli agenti dell’FBI presenti avevano abbandonato l’appartamento tranne uno che avrebbe poi sparato a Todashev. Per quanto è noto finora, nessuno degli agenti coinvolti nella vicenda è stato arrestato o incriminato per questo omicidio.

Il rapporto ufficiale dell’FBI, pubblicato lo stesso 22 maggio, attribuiva semplicemente la morte di Todashev al risultato di uno scontro violento con gli agenti scatenato dalla stessa vittima. Qualche giorno più tardi, dalla Russia il padre di Todashev aveva organizzato una conferenza stampa mostrando delle fotografie del figlio dopo l’autopsia. In esse appariva evidente il segno di un colpo di pistola alla testa da distanza ravvicinata “in stile mafioso”, sparato quando il giovane giaceva sul pavimento per assicurarsi della sua morte.

Prima dell’interrogatorio con l’FBI, Todashev aveva inoltre confidato alla sua co-inquilina, Tatiana Gruzdeva, di temere per la propria vita. Todashev, in ogni caso, aveva collaborato con i federali nelle settimane precedenti, rimandando anche un viaggio in Cecenia per parlare con l’FBI in relazione ai fratelli Tsarnaev e all’attentato di Boston. Alla stessa Gruzdeva, nel frattempo, è stato di fatto impedito di discutere con i media dell’accaduto, visto che recentemente è stata arrestata e nei suoi confronti è iniziata la procedura di espulsione dagli Stati Uniti.

I particolari emersi legittimano dunque il sospetto che Ibragim Todashev sia stato messo a tacere perché in possesso di informazioni che avrebbero potuto rivelare i legami tra l’apparato della sicurezza nazionale americano e Tamerlan Tsarnaev, i cui rapporti con il fondamentalismo ceceno che combatte il governo russo si intrecciavano forse con le operazioni segrete condotte dagli USA. Oppure, lo stesso Todashev, così come Tsarnaev, poteva essere anch’egli legato all’intelligence statunitense, la quale utilizzava i due ceceni per i propri obiettivi.

Secondo quanto riportato a maggio dalla NBC, infatti, funzionari anonimi del governo americano avrebbero affermato che Todashev aveva un qualche legame con i ribelli ceceni, mentre il Boston Globe qualche giorno fa ha raccolto il parere di alcuni esperti che avevano definito “senza ragione” apparente la concessione nel 2008 dell’asilo politico negli USA allo stesso 27enne ucciso dall’FBI in Florida.

Le attività di destabilizzazione del governo americano tramite il sostegno clandestino alla guerriglia cecena sono d’altra parte risapute, così come è provata la presenza di militanti ceceni in Siria a fianco dei “ribelli” anti-Assad che ricevono l’appoggio finanziario e militare dagli Stati Uniti e dai loro alleati.

Ulteriori dubbi sulla vicenda sono poi emersi la settimana scorsa in seguito alla pubblicazione sul New York Times di un devastante atto d’accusa contro le autorità di polizia americane. Queste ultime, infatti, avevano sistematicamente boicottato le indagini su un triplice omicidio avvenuto nel settembre del 2011 a Waltham, in Massachusetts, tra le cui vittime figurava un amico intimo di Tamerlan Tsarnaev.

L’indagine del NYT ha messo in luce come il maggiore dei fratelli Tsarnaev non fosse nemmeno stato interrogato all’indomani degli omicidi nonostante le altre perone sentite dalla polizia in merito ai fatti avessero inequivocabilmente testimoniato dei rapporti di amicizia tra Tamerlan e una delle tre vittime, Brendan Mess.

Tamerlan Tsarnaev, inoltre, era un assiduo frequentatore dell’appartamento di Mess, dove furono ritrovati i corpi e la cui porta di ingresso non presentava alcun segno di scasso. I loro amici hanno anche descritto sia all’FBI che ai media in questi quasi due anni che Tamerlan Tsarnaev non si era nemmeno presentato ai funerali di Mess e, durante le successive discussioni sul suo assassinio, non aveva mostrato alcuna emozione, giungendo in alcune occasioni anche a scherzare sull’accaduto.

Come se non bastasse, svariati mesi prima degli omicidi di Waltham, Tamerlan Tsarnaev era stato segnalato all’FBI e alla CIA dai servizi di sicurezza russi e sauditi, i quali avevano fornito informazioni “molto precise” sui suoi rapporti con l’estremismo jihadista, aggiungendo oltretutto che possibili attentati erano in preparazione in una delle più importanti città degli Stati Uniti.

Ciononostante, oltre a non essere stato disturbato dalla polizia dopo i tre omicidi in Massachusetts, Tsarnaev ha potuto recarsi liberamente in Daghestan e in Cecenia nel gennaio del 2012 e rientrare sei mesi più tardi negli Stati Uniti pur essendo stato messo su una lista di possibili sospettati di legami con il terrorismo internazionale.

L’FBI, da parte sua, ha sempre sostenuto di avere condotto indagini scrupolose sulla famiglia Tsarnaev dopo le segnalazioni di Russia e Arabia Saudita ma che non erano emersi elementi per un’incriminazione. L’unico errore ammesso dall’FBI sarebbe stato perciò quello di non avere informato dei precedenti di Tsarnaev le forze di polizia locali e dello stato del Massachusetts, vale a dire un’innocente omissione – accettata sia dai media che dai politici di Washington – che nasconde con ogni probabilità le manovre segrete del governo e i rapporti a dir poco ambigui intrattenuti con gli autori dell’attentato di Boston.

I rapporti tra le agenzie del governo USA e i membri della famiglia Tsarnaev non sono comunque limitati ai fatti appena esposti. Alcune rivelazioni apparse sui media americani nelle settimane successive all’attentato di Boston avevano mostrato come Ruslan Tsarni, zio di Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev, avesse fondato nel 1995 il cosiddetto Congresso delle Organizzazioni Internazionali Cecene (CCIO), verosimilmente uno strumento della CIA per fornire armi ai ribelli della repubblica autonoma russa nel Caucaso.

La sede del CCIO risultava essere presso un indirizzo di Rockville, nel Maryland, corrispondente all’abitazione di Graham Fuller, vice-direttore del Consiglio per l’Intelligence Nazionale della CIA durante la presidenza Reagan e agente segreto operativo in molti paesi, tra cui Afghanistan, Yemen e Arabia Saudita, prima di lasciare ufficialmente l’agenzia nel 1988 a causa del suo coinvolgimento nello scandalo Iran-Contras. A conferma dei legami tra Tsarni e Fuller, entrambi hanno poi confermato che la figlia di quest’ultimo era stata sposata con lo zio dei fratelli Tsarnaev negli anni Novanta.

Contrariamente alla versione ufficiale – che definisce i fratelli Tsarnaev come due individui isolati e disturbati, passati attraverso un processo di radicalizzazione autonomo e impossibile da individuare – gli accusati dell’attentato alla maratona di Boston erano ben noti da tempo alle autorità di polizia americane, come quasi sempre è accaduto da un decennio a questa parte in occasione di episodi simili sventati o portati a termine.

Dietro all’apparenza di errori inevitabili o della mancanza di comunicazione tra i vari organi della sicurezza nazionale, sembra nascondersi dunque anche dietro ai fatti di Boston una realtà ben diversa. Una realtà, cioè, che potrebbe rivelare la doppiezza del governo americano nei confronti dei gruppi estremisti indicati da oltre un decennio come nemici giurati degli Stati Uniti e che, secondo le necessità, vengono invece utilizzati per i propri fini strategici, finendo talvolta per sfuggire di mano alle agenzie incaricate di gestirne i rapporti, con conseguenze tragiche come la strage alla maratona di Boston.
http://www.altrenotizie.org/esteri/5585-boston-fbi-insabbiamenti-e-misteri-.html

Marra: eliminare giudizialmente i Rothschild e Rockefeller. De-massonizzare la Corte Europea e la giustizia mondiale.

Necessità di eliminare per via giudiziaria i Rothschild e i Rockefeller (R&R) per eliminare così la massoneria, che essi usano da tre secoli per dominare il mondo con le loro politiche criminali. Invocazione a provvedervi alla parte non massonica né filo-massonica della magistratura mondiale e in particolare di quella italiana e di quella della CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo), la quale ultima ha venduto
alle lobby massoniche il suo ruolo e si è rimangiata la giurisprudenza che si era riusciti a strapparle in venti anni di cause.
Scrivo per chiedere ai buoni magistrati di sconfiggere i magistrati massoni o filo-massoni, di non farsi condizionare da loro, e di processare tutti quei membri delle dinastie Rothschild e Rockefeller (R&R) implicati negli infiniti crimini delle loro infinite banche.
Magistratura mondiale che è piena di massoni, alcuni dei quali persino pedofilosatanici (vedi di seguito), a partire da quella italiana, quella della CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo), e quella della Corte di Giustizia del Lussemburgo.
Massoneria che è sempre illecita, perché ha il suo fulcro nella segretezza, ma che nel mondo anglosassone è meno censurata perché ne è pervaso da secoli in una misura in cui noi lo siamo solo da alcuni anni.
A parte poi che il mondo anglosassone sa a stento il diritto dove stia di casa.
Anche se è così bravo nelle tecnologie e nell’organizzazione da essere riuscito per molti versi a diventare più civile di noi, vittime come siamo di stadi dello strategismo vicini al delirio.
CEDU che ha venduto alle lobby massonicobancarie il suo ruolo di controllore delle giustizie nazionali e si è rimangiata tutta la giurisprudenza che eravamo riusciti a strapparle in venti anni.
CEDU che si limita ora, in tempi ben più lunghi di quelli delle giustizie le cui lungaggini finge di censurare, a pronunziare qualche sentenza suggestiva, ma senza effetti sull’andamento e sulla velocità delle cause nazionali.
Questo perché così deve fare per servire i R&R, ai quali il buon andamento delle cause e la loro velocità sarebbero letali, perché sono il vertice della cupola criminale mondiale bancaria e non.
I massoni si sono infatti illegalmente appropriati del mondo nonostante siano tutti per forza di cose delle nullità (degli ‘illuminati’ per tesseramento ritualmente prostituiti ai R&R).
A partire ad esempio dal risibile Renzi che, sostenuto dai ‘fratelli’ massoni, si accinge ai suoi pur essi risibili ‘colloqui’ internazionali, fino a Obama, Carlo d’Inghilterra, Gate eccetera, che, non importa presiedano le nazioni e i gruppi industriali più potenti del mondo, restano delle nullità, perché la genialità implica la positività, mentre qualunque idiota può diventare un ‘genio’ del male.
Massoneria dal cui corpo si sono poi sviluppati i vari altri tentacoli, come il bilderberg, la trilatere, l’aspen e così via.
Un’accolita di asini benché delinquenti che non si sarebbe mai sviluppata se i R&R — che sono il vero problema — non la sostenessero da 300 anni per farne il loro braccio armato.
R&R senza i quali la massoneria non esisterebbe, perché R&R ne sono il motore dal momento della sua costituzione.
R&R che sono proprietari palesi od occulti di quasi tutte le principali banche del pianeta, o comunque le controllano e, attraverso esse, controllano, da tre secoli, il pensiero delle genti, i loro orientamenti, i loro gusti alimentari, sessuali, sportivi, musicali, le divinità in cui credono, le scoperte scientifiche da rendere note e quelle da occultare, le leggi da promulgare, le mode, e insomma tutto quanto si muove o sta immobile sotto il sole, perché controllano le economie, i media, i governi, le magistrature, i sindacati, i partiti, le polizie, la cultura, le rivoluzioni, le guerre, google, wikipedia, facebook, twitter.
Due dinastie di criminali che hanno esercitato questo controllo nella maniera più feroce ma anche più stupida, perché stanno rendendo il pianeta inabitabile, quasi ne avessero uno di riserva.
Come fare per distruggerli?
Ebbene, amici buoni magistrati, hanno commesso e commettono così tanti crimini, che c’è solo da scegliere per quali iniziare a processarli.
Io suggerisco di colpirli confiscando le quote delle banche centrali di proprietà delle banche private, impedendogli così il signoraggio e i falsi in bilancio che fanno alle spalle delle stesse banche centrali e private di cui sono azionisti palesi od occulti, che è la loro principale fonte di reddito, e intanto colpire l’illiceità bancaria in generale, a partire, ad esempio, in Italia, dal processo al Monte Paschi, che dovete chiedere ai magistrati incaricati perché langue.
Prima di tutto credo bisogni però individuare le responsabilità penali dei singoli Rothschild e Rockefeller e colpirli personalmente arrestandoli, confiscandogli i beni e, nei paesi dove è consentito, condannandoli a morte.
Sì, a morte, amici buoni magistrati, perché, proprio io che sono contrarissimo alla pena di morte, credo debba esservi un’eccezione in danno di coloro che — come questi cani rabbiosi di R&R e i loro servi sciocchi massoni — più si sono ‘distinti’ nei massimi crimini contro la collettività o l’ambiente.
Anche perché bisogna invertire la tendenza a punire con più veemenza i crimini contro i singoli, quasi che l’aumento del numero delle vittime attenui le colpe.
Cani rabbiosi, i Rothschild e i Rockefeller, per chiarire meglio le cui responsabilità, riporto di seguito un brano di un documento che ho precedentemente pubblicato contro loro e la massoneria.
16.7.2013
 
I Rothschild, i Rockefeller e la massoneria, da essi generata e gestita, quale causa del malessere dell’umanità e della distruzione dell’ambiente negli ultimi tre secoli.
 
Eventi apocalittici – anziché le meraviglie che la tecnologia avrebbe potuto donare – hanno caratterizzato negli ultimi tre secoli l’umana vicenda a causa dei misfatti di una rete massonica planetaria sempre più criminale e con sempre più estese frange pedofilo-sataniche.
Pedofilia che serve per compromettere, e satanismo che è l’essenza del ‘gadu’, il dio di incultura, presunzione e occultezza, dei massoni.
Incultura, perché la massonicità è frutto di un’accozzaglia di ‘scienze’ esoteriche, magiche, teosofiche, cabalistiche, astrologiche e simili.
Presunzione, perché la sua essenza è in una gnosi (rivelazione, illuminazione) non aperta a tutti, come la gnosi cattolica, ma, ridicolmente, ai soli ‘iscritti’.
Una gnosi così speciale da trasformare dei tali asini in ‘Illuminati’, perché sarebbe superiore alla gnosi dei ‘banali’ (i comuni cattolici, o comunque i cittadini).
‘Banali’ che, da ultimo, gli ‘Illuminati’, non potendo certo convertirli alla loro ‘elevatezza’, possono solo voler eliminare (tra cattolici e non, troppi ‘banali’ sul pianeta) con l’ausilio del loro dio opposto: satana.
Occultezza, perché sono da sempre cose da non potersi nemmeno dire.
‘Illuminati’ che, da quando esistono (diciamo dal 1723), sono sempre stati usati, comprati e venduti, dai Rothschild e dai Rockefeller, nei  loro strategismi signoraggistici, per promuovere, infiltrare, corrompere e dirottare di tutto: la rivoluzione francese, russa, cinese, cubana, il risorgimento italiano, l’unità d’Italia, e tutto quant’altro; ogni moto o evento in ogni continente; le guerre di indipendenza, quelle mondiali e la politica odierna.
Perché — compresi Che Guevara, Castro, Gandhi, e quelli che lo sono stati o lo sono occultamente, come il subdolo filo-bilderberghino rotto a tutto Napolitano, o i Beatles, apici della ‘cultura’ massonico-canora delle droghe per fini di distruzione di massa — sono stati o sono massoni quasi tutti: Robespierre, Napoleone, Marx, Lenin, Stalin, Cavour, Mazzini, Garibaldi, Einstein, Freud, Roosevelt, Churchill, Allende, Spinelli, Gorbaciov, Obama, l’ONU e l’UE. E persino Mussolini, che odiava la massoneria, ne fu sempre circondato. Fino a Mameli, che ci fa cantare «Fratelli d’Italia..» in onore, non degli italiani, ma dei suoi «Fratelli» massoni.
Una massoneria sempre tanto altisonante ed entusiastica negli ‘Illuminati’ toni, quanto avida, abietta e doppia nei fatti. Una massoneria in cui il potere bancario, in realtà indifferente a ideologie e religioni, ha sempre intruppato di tutto, strutturandola oggi come un’unica cosca planetaria ‘moralmente’ supportata da magistratura deviata, burocrazia, politica, esercito, polizia, media e imprenditoria bancaria e non, nonché materialmente diretta da falangi criminali composte da moltissimi di costoro. Una rete di idioti o criminali che dominano il mondo con la paura e il ricatto.
7.6.2013,
Alfonso Luigi Marra
http://www.signoraggio.it/marra-eliminare-giudizialmente-i-rothschild-e-rockefeller-de-massonizzare-le-corte-europea-e-la-giustizia-mondiale/

LA RAZZA ESISTE, A CONTI FATTI: LO STRANO CASO DEL BiDil, PRIMO FARMACO ETNICO

chissà se sarà chiaro come da questo esempio che per big pharma, multinazionali e banche non esiste razzismo poiché siamo solo cavie?
Se non sei un membro dell’elite ovviamente…

L’FDA ha approvato un farmaco razziale: il BiDil, una combinazione di due farmaci generici, usati per curare lo scompenso cardiaco nei neri americani.
La popolazione statunitense nera ha un rischio più elevato rispetto ai concittadini bianchi di morire per disturbi a cuore e vasi. Secondo alcuni perché le cure esistenti, utili nel controllo della pressione e dello scompenso, sono meno efficaci sui neri a causa delle differenze genetiche che li distinguono dai caucasici. Da questa conclusione i dirigenti della NitroMed, la ditta produttrice del BiDil, deve aver intuito l’esistenza di un vuoto di salute da colmare con il primo farmaco etnico. L’Associazione dei cardiologi neri esulta: i pazienti afroamericani possono finalmente avvalersi di una cura tagliata per le loro caratteristiche.
Tuttavia al coro di giubilo si affiancano le voci di chi considera l’approvazione del BiDil un passo falso dell’FDA. Per comprendere le critiche è necessario osservare le tappe che hanno portato al nuovo farmaco.
1980. Si conclude un trial in cui si mette a confronto l’efficacia del BiDil e degli ACE inibitori nel ridurre le morti per scompenso in una popolazione di bianchi e neri: la combinazione di farmaci riduce le morti ma in misura minore degli ACE.
1987. Jay Cohn, uno dei medici che ha condotto lo studio, brevetta la combinazione dei due farmaci.
1997. l’FDA nega l’autorizzazione al commercio del BiDil perché le sperimentazioni condotte hanno difetti tali da impedire conclusioni certe. A questo punto Cohn e colleghi analizzano di nuovo i dati e scoprono che i soggetti neri inclusi nel test rispondono meglio ai due farmaci rispetto ai bianchi.
2000. BiDil è brevettato per l’uso sui neri.
2000. NitroMed acquista i diritti per BiDil e conduce, in collaborazione con l’Associazione dei cardiologi neri, un trial in cui il farmaco, somministrato insieme con la terapia standard per lo scompenso, è confrontato con placebo su un popolazione interamente costituita a neri: si osserva una riduzione della mortalità pari al 43 per cento.
Quale ipotesi biologica plausibile spiega l’utilità di BiDil per la sola popolazione nera?
NitroMed sostiene che gli afroamericani hanno un maggior rischio di sviluppare scompenso cardiaco, che ha una origine diversa rispetto allo scompenso che colpisce i bianchi.
Secondo la direzione medica della ditta i neri hanno livelli più bassi ossido nitrico nel sangue e quindi sono per natura più soggetti alla pressione alta. In secondo luogo i neri arrivano allo scompenso cardiaco a causa dell’ipertensione, mentre i bianchi in seguito a un infarto che indebolisce il muscolo cardiaco. Ebbene, BiDil alza il livello di ossido nitrico nel sangue provocando una dilatazione dei vasi sanguigni e una riduzione della pressione, aiutando quindi il cuore a faticare meno.
BiDil potrebbe essere utile anche per i bianchi?
NitroMed dichiara che non dispone dei fondi per condurre gli studi necessari per inoltrare all’FDA la richiesta di estendere l’indicazione del BiDil ai bianchi.
Alcuni commentatori non sono soddisfatti dalla catena di ragionamenti proposti dalla NitroMed. Studi condotti nella popolazione nera dell’Africa hanno osservato una prevalenza di ipertensione e scompenso minore di quella osservata nella popolazione bianca americana. Quindi la maggiore prevalenza dei disturbi al cuore di cui soffrono i neri negli Stati uniti non sembra trovare la sua ragione in una predisposizione innata, ma piuttosto ha cause ambientali individuate da tempo: la persistente discriminazione sociale che crea disagio esistenziale ed economico. Inoltre si osservano bassi livelli di ossido nitrico in tutti gli ipertesi, al di là della razza. Infine è noto che anche nei bianchi lo scompenso può essere causato dall’ipertensione e nei neri dall’infarto.
Le critiche fanno venir meno la peculiarità del BiDil: è probabile che solo ulteriori studi clinici che coinvolgano la popolazione generale possano far emergere con chiarezza chi veramente può giovarsi di questo farmaco. Ma i più maliziosi indicano un ostacolo ben più importante della mancanza di fondi per condurre queste nuove sperimentazioni. Se NitroMed avesse proposto il farmaco anche per i bianchi si sarebbe esposta a tre rischi: anzitutto non giungere a risultati favorevoli da sottoporre all’FDA, che aveva già bocciato una volta il mix; in secondo luogo gettare il BiDil in un mercato già saturo di valide alternative; infine regalare il farmaco e gli sforzi per metterlo in commercio ad altri, poiché il brevetto di BiDil generico per bianchi e neri scade nel 2007.
Il brevetto di BiDil per soli neri scade invece nel 2020: la NitroMed potrà proporre per 15 anni il farmaco e occupare interamente una nicchia di mercato con un potenziale guadagno di 800 milioni di dollari all’anno per la cura di 750.000 neri malati di cuore.
Alla luce di queste cifre si può intuire perché la spiegazione razziale dei buoni risultati ottenuti dal farmaco nel trial monocolore (e di quelli meno brillanti del primo studio) sia stata preferita.
Sergio Cima, Roberto Satolli
http://www.partecipasalute.it/cms_2/node/107
http://accademiadellaliberta.blogspot.it/2013/07/la-razza-esiste-conti-fatti-lo-strano.html