Bulgaria in rivolta contro la troika

L’assedio al parlamento bulgaro
Le proteste contro il governo e la corruzione vanno avanti da 40 giorni, ieri un centinaio di politici e giornalisti sono rimasti bloccati per otto ore dentro il parlamento

24 luglio 2013
Nella notte tra martedì 23 e mercoledì 24 luglio, più di cento persone, tra cui una trentina di deputati, i ministri dell’Economia Dragomir Stoinev, delle Finanze Petar Tchobanov e del Lavoro Hassan Ademov, alcuni giornalisti e altri funzionari sono rimasti bloccati per circa otto ore all’interno del parlamento bulgaro, a Sofia, per le proteste anti-governative che proseguono ormai da 40 giorni nelle principali città del paese.
Circa duemila persone hanno circondato il parlamento, dove erano riunite tre Commissioni per discutere del bilancio dello Stato. Intorno alle 3.30 della notte ora locale, le 2.30 in Italia, la polizia è riuscita a forzare una barriera eretta con bidoni della spazzatura, cartelli stradali e pietre per consentire il passaggio di alcune camionette delle forze dell’ordine e di un autobus per evacuare le persone bloccate nell’edificio. L’operazione si è conclusa intorno alle cinque del mattino. Ci sono stati degli scontri tra manifestanti e polizia in tenuta antisommossa e circa venti persone, tra cui tre poliziotti, sono rimaste ferite. Il Ministero dell’Interno non ha ancora dato notizie ufficiali né sui feriti né sui manifestanti che potrebbero essere stati arrestati.
Le proteste in Bulgaria sono iniziate a metà giugno dopo che in soli quindici minuti, e senza alcun dibattito, il parlamento bulgaro ha nominato a capo della sicurezza nazionale Delyan Peevski, trentaduenne proprietario di un grande impero mediatico e commerciale, più volte accusato di corruzione. Nonostante Peevski si sia dimesso e il primo ministro socialista Plamen Oresharski – in carica da sette settimane – si sia scusato pubblicamente, le proteste non si sono fermate e si sono anzi rafforzate, a causa del malcontento diffuso dovuto a una crisi economica sempre più pesante.
Migliaia di manifestanti si riuniscono quotidianamente a Sofia, nella capitale, e nelle altre cttà del paese per denunciare la corruzione della politica, la diffusione nel paese della criminalità organizzata, la gestione non trasparente dei servizi pubblici e l’alto tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile: chiedono le dimissioni del governo e nuove elezioni.
I cortei e le manifestazioni sono sempre state pacifiche, almeno fino a ieri.
Due giorni fa la vicepresidente della Commissione europea Viviane Reding, in visita a Sofia, si è schierata pubblicamente a favore dei manifestanti e ha dichiarato: «Bruxelles rispetta il diritto degli Stati membri di risolvere autonomamente le questioni interne, ma ci sono delle situazioni che si riflettono sull’Unione: è giunto il momento in cui, se uno Stato avesse dei problemi da affrontare con urgenza, i partiti politici dovrebbero mettere a parte le controversie e rispettare i doveri, richiesti dagli elettori». Secondo uno degli ultimi sondaggi condotto tra i cittadini bulgari, circa il 60 per cento di loro disapprova il governo del primo ministro Plamen Oresharski, economista e candidato premier dei socialisti.
Oresharski ha ottenuto a giugno di quest’anno la fiducia per un governo sostenuto dai socialisti e dal partito della minoranza turca (il Movimento Diritti e libertà, DSP), grazie all’astensione decisiva della formazione ultranazionalista ATAKA.

Il governo di Oresharski sta però operando in continuità con il precedente, obbedendo alle richieste delle autorità europee e internazionali con una serie di politiche di austerità e tagli al welfare. Sono quindi in molti, visto anche la dimensione delle proteste, ad aspettarsi che questo esecutivo non arrivi alla fine del mandato.
http://www.ilpost.it/2013/07/24/proteste-parlamento-bulgaria/?utm_source=pulsenews&utm_medium=referral&utm_campaign=Feed%3A+ilpost+%28Il+Post+-+HP%29

M5S su Fiat e Isochimica

Posted By Redazione On 25 luglio 2013 

 1) Fonte: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/07/25/fiat-m5s-subito-commissione-dinchiesta-sui-conti-del-lingotto/240678/ [1]

 Una commissione bicamerale d’inchiesta sui conti della Fiat, sulle agevolazioni e i fondi pubblici che il Lingotto ha incassato dal ’77 a oggi. A proporla e’ il M5S con un ddl che mette nel mirino “l’azienda emblema delle imprese che prima incassano i soldi pubblici e poi delocalizzano, con stabilimenti o intere produzioni che se ne vanno all’estero”, accusa Claudio Cominardi, deputato pentastellato, nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio. I deputati 5 Stelle ‘snocciolano’ i numeri su Lingotto e aiuti di Stato: “Sette miliardi e seicento milioni di finanziamenti – sintetizza Davide Tripiedi – erogati alla Fiat dal ’77 al 2009. Ma il profitto per il Lingotto viene prima dei lavoratori, l’uomo e’ messo in secondo piano. Marchionne, pero’, prima di dire che lascia l’Italia renda tutti i soldi indietro”. Altra proposta di legge contro le delocalizzazioni: “Chi delocalizza la produzione dopo aver incassato fondi pubblici – vedi Indesit, Benetton e tante altre, rimarca il M5S – deve rendere indietro i soldi con gli interessi. Proprio la delocalizzazione sara’ al centro della prima iniziativa di Parlamento in Movimento: sabato 27 luglio alcuni parlamentari M5S si sposteranno a Fabriano per protestare contro la decisione dell’Indesit di trasferirsi in Polonia e Turchia, lasciando senza lavoro 1.400 persone. ”E questo – ricorda la deputata Patrizia Terzoni – nonostante i bilanci floridi e i fordi guadagni del titolo in Borsa nell’ultimo anno”. Il M5S presentera’ anche un progetto di legge per escludere dall’Irap le microimprese con meno di 10 dipendenti  di Manolo Lanaro

 25 luglio 2013

 2) Fonte: Isochimica, accolto un ordine del giorno del M5S [2]

 COMUNICATO STAMPA del 25-07-2013

 ROMA – E’ stato accolto dal Governo l’ordine del giorno presentato dal deputato cittadino, Carlo Sibilia, sulla questione del prepensionamento dei lavoratori esposti all’amianto. Il portavoce in Parlamento del Movimento 5 Stelle di Avellino aveva proposto un emendamento al cosiddetto “decreto del fare”, in questi giorni in discussione alla Camera, per favorire le tutele pensionistiche di coloro che nello svolgimento della loro attività lavorativa sono stati a contatto con la fibra pericolosa e sono affetti ora da patologie absesto correlate. Avendo l’esecutivo Letta posto la fiducia al provvedimento, è stato impossibile discutere la proposta emendativa, che Sibilia, però, ha voluto fortemente portare all’attenzione dell’emiciclo parlamentare nella forma di un odg, ossia della richiesta di impegno per il Governo a farsi carico della questione.

 Questione, è bene ricordarlo, che tocca da vicino gli ex dipendenti dell’Isochimica, la fabbrica dei veleni nella quale dal 1982 al 1989 si coibentavano e ricoibentavano carrozze ferroviarie senza gli opportuni sistemi di prevenzione e sicurezza. La maggior parte di quei lavoratori sono oggi ammalati. In dieci sono già deceduti. Moltissimi di loro sono costretti ancora a lavorare perché non in possesso dei requisiti minimi di età ed anzianità contributiva per l’accesso pensionistico.

 Ora sembra che uno spiraglio si sia aperto. Sibilia, infatti, ha chiesto al Governo di impegnarsi “ad adottare le necessarie iniziative tese a rafforzare la tutela del diritto al risarcimento di quanti sono stati uccisi o resi invalidi dal proprio lavoro a contatto con l’amianto ed a prevedere in favore di questi lavoratori la possibilità di derogare all’art. 24 del decreto legge n. 201/2011 convertito in legge n. 214/2011 ai fini dell’accesso al prepensionamento previsto dalla legge n. 257/92”.

 L’Esecutivo ha accolto, con parere favorevole, l’ordine del giorno, pur tuttavia riformulandolo nel senso di riservarsi una valutazione di quanto richiesto.

 “Non posso ritenermi totalmente soddisfatto – ha dichiarato Sibilia – perché mi sarei aspettato dal Governo, una volta tanto, una presa di posizione chiara e una piena assunzione di responsabilità per risolvere una vicenda umana molto dolorosa. Tuttavia, il fatto che l’Esecutivo, pur ammorbidendo la mia richiesta, si sia impegnato a farsi carico di valutare la questione, che da decenni è passata in sordina per colpa od omissione di un sistema politico-partitico lontano dalle esigenze della gente, può considerarsi il primo passo di un rinnovato percorso. Percorso nel quale manterrò sempre alta e vigile la guardia. Era importante che questa vicenda finalmente arrivasse all’attenzione del Governo. Adesso mi aspetto che dia corso all’impegno, prevedendo, in definitiva, la deroga in favore dei lavoratori esposti all’amianto e, quindi, anche a quelli dell’Isochimica. Se così non fosse, sarò il primo ad inchiodare alle proprie responsabilità un Esecutivo che prima promette e poi non mantiene la parola data”.

 Questo il link dell’intervento in aula del 24-07-2013

 http://www.youtube.com/watch?v=nxvr9MThJHs [3]

http://www.stampalibera.com/?p=65413

Torino: cristiano linciato due volte da estremisti islamici, la rabbia del quartiere

26 lug – Due aggressioni nello spazio di cinque giorni, l’ultima ieri mattina all’uscita da una banca San Paolo quando due uomini lo hanno aspettato e minacciato. Prima di passare dalle parole ai fatti. Sherif Azer, cittadino italiano nonché cristiano copto nato in Egitto, è diventato la vittima del mondo islamico che gravita attorno alla zona di Porta Palazzo.
Sherif in quanto rappresentante della comunità cristiana copta di Torino e vice-presidente dell’associazione “Salviamo i cristiani” è stato aggredito e tratto in salvo da alcuni militari che da ventiquattro ore stanno indagando sul caso. Motivi sufficienti a scatenare la protesta di un quartiere che non vuole piegare la testa alle minacce e che ieri sera si è dato appuntamento al Rondò della Forca, all’angolo con corso Valdocco, per dare il via ad un corteo pacifico nel nome di Sherif.
Una manifestazione di solidarietà contro la violenza islamica e in favore della legalità a Porta Palazzo voluta, oltre che dalla vittima di questa storia, anche dal parlamentare europeo e presidente di “Io amo l’Italia” Magdi Cristiano Allam. Allam, proprio ieri sera, ha lanciato un appello chiedendo allo Stato di assicurare una protezione a Sherif Azer in quanto simbolo della libertà religiosa e della difesa della civiltà cristiana dell’Italia. Sherif, infatti, non osserva il Ramadam e il digiuno islamico e questo è bastato per attirarsi le antipatie di tutto il mondo islamico che vedono in lui una sorta di traditore. “Non chiniamo la testa a questi soprusi – ha commentato l’onorevole -. A Porta Palazzo, come in ogni altro posto d’Italia, tutti hanno diritto di pregare per il Dio in cui credono. Questo genere di rappresaglie non sono tollerabili”.
Dello stesso avviso anche Sherif Azer. “Chi non è islamico è visto come un venduto – spiega l’uomo -. Io non posso nemmeno portare il crocifisso altrimenti rischio le botte. Questo è terrorismo, un cancro che Torino deve combattere”.
torinotoday.it

I partiti incassano 56 milioni di euro dalla Camera + Colpo di Stato d’agosto

I partiti pochi giorni fa hanno votato contro la proposta del M5S di sospendere la rata dei rimborsi elettorali di luglio. Ieri la presidenza della Camera ha “concretamente erogato” 56 milioni di euro ai partiti. Ora lo stesso avverrà al Senato per un totale di 91 milioni di euro. Il MoVimento 5 Stelle è l’unico a lasciare i soldi nelle casse dello Stato.

Il pdl di Al Tappone incassa 18,6 milioni di euro;

il pdmenoelle di Capitan Findus Letta, acclamato dai giornali come abolitore del finanziamento pubblico per un tweet, e dell’ebetino di Firenze incassa 18 milioni di euro;

la lega 5 milioni e 479 mila euro;

l’udc del dissolto Casini 3 milioni e 111 mila euro;

scelta civica 1 milione e 351 mila euro;

sel 1 milione e 123 mila euro;

fratelli d’Italia 442 mila e 868 euro.

 

Postato il 26 Luglio 2013 alle

 

Colpo di Stato d’agosto

 

Immagine: particolare di “Eclisse di sole” (1926), George Grosz

Il vero obiettivo di questo governo è la distruzione dell’impianto costituzionale per poter cambiare le regole del gioco democratico e assicurare ai partiti il potere e la greppia di Stato. Per cambiare la Costituzione senza impedimenti da parte dell’opposizione in Parlamento e senza il consenso dei cittadini, che ne sono i veri custodi, i partiti vogliono cambiare l’articolo 138, l‘architrave. In seguito, sarà istituita una Bicamerale per rivedere la Costituzione con statisti del calibro di Berlusconi (o dei suoi servi, non fa differenza) e di D’Alema e degli altri caporioni del pdmenoelle. Per questo è nato il governo di larghe intese che di tutto si preoccupa tranne che dei problemi del Paese. Cosa dice l’articolo 138?

Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Non si fa luogo a referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

L’articolo 138 è la barriera tra la Costituzione e i partiti. Impedisce che ne sia fatta carne da porco. Prevede due volte il voto delle Camere e un referendum popolare di conferma. I saggi, prima 10 e poi 40, di stretta osservanza governativa, solo pdl, pdmenoelle e scelta civica, nessuno del M5S, stanno operando laboriosamente per spossessare il Parlamento delle sue (poche) prerogative. I colpi di Stato, come scrisse Curzio Malaparte in Tecnica di colpo di Stato, quasi mai ricorrono alla violenza, di solito avvengono in modo apparentemente legale, nel silenzio ovattato delle cosiddette istituzioni. Il cambiamento della Costituzione discusso ieri in Commissione Affari Costituzionaliin soli 55 minuti per poter essere votato in aula, in tutta fretta, il primo di agosto, senza neppure la possibilità di emendarlo, con gli italiani in ferie e con la stampa e le televisioni di Stato asservite e mute, è un colpo di Stato annunciato. E i colpi di Stato vanno combattuti, in nome della democrazia.

http://www.beppegrillo.it/2013/07/colpo_di_stato_dagosto.html

 

 

L’UE APPROVA UN NUOVO BROCCOLO DELLA MONSANTO

La decisione dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) di concedere al gigante Monsanto il brevetto per una nuova varietà di broccoli ogm, ha suscitato critiche tra numerose  organizzazioni che adesso ne richiedono la cancellazione.

 Seminis, una società di proprietà di Monsanto, ha ottenuto il brevetto sulla coltivazione convenzionale di un broccolo denominato EP 1597965 lo scorso giugno. Questo brevetto include, tra gli altri, una varietà di piante broccoli e i loro semi.

 L’annuncio ha fatto infuriare decine di organizzazioni che lottano per il divieto di brevetti sulle sementi convenzionali. Molti di questi gruppi attualmente fanno parte di una coalizione chiamata No Patents on Seeds (No ai Brevetti sui Semi), che sostiene che questa decisione danneggia gli agricoltori e gli altri attori della catena di approvvigionamento alimentare costringendoli ad essere ancora più dipendenti delle grandi multinazionali.

 Christoph Then, membro del No Patents on Seeds, ha dichiarato: “Non permetteremo che il nostro cibo venga monopolizzato”.

 Le organizzazioni esortato i politici europei a prendere il controllo della EPO e di modificare l’interpretazione della legge sui brevetti attualmente in vigore. Questi gruppi hanno già raccolto due milioni di firme in favore del divieto di brevetti su metodi convenzionali.

http://www.vocidallastrada.com/2013/07/la-decisione-dellufficio-europeo-dei.html

Scoppio nella fabbrica dei botti: è saltato in aria un deposito giudiziario

VIDEO
Pescara, l’esplosione della fabbrica
L’incidente che ha causato 4 vittime ha avuto origine non nella fabbrica privata della famiglia Di Giacomo ma nella casamatta dei pm

È stato un deposito giudiziario di botti illegali ad esplodere per primo ieri mattina nell’azienda dei fratelli Di Giacomo a Villa Cipressi, frazione agricola di Città S.Angelo, in provincia di Pescara. Testimoni e prime ipotesi d’indagine confermano che l’incidente ha avuto origine non nella fabbrica privata della famiglia Di Giacomo ma nella casamatta giudiziaria.

Sono state due complessivamente le esplosioni che ieri hanno devastato la collina a Villa Cipressi, provocando quattro morti. La prima, intorno alle 10.15, si è verificata nel deposito autorizzato nel quale le forze dell’ordine conservavano in deposito giudiziario tutti i botti sequestrati illegalmente nelle varie indagini in Abruzzo. La seconda esplosione, che ha ucciso il giovane Alessio Di Giacomo, il cui corpo è stato l’unico ritrovato al momento, è avvenuta nella fabbrica.

Per appurare cosa sia accaduto a Villa Cipressi di Città Sant’Angelo e cosa abbia determinato l’esplosione della fabbrica di fuochi artificiali, con annessa vendita di articoli pirici, sono giunti sul posto anche i carabinieri del Ris di Roma. Nella zona interessata alle tre esplosioni (la prima simile a un fungo) ci sono i carabinieri della compagnia di Montesilvano, coordinati dal capitano Enzo Marinelli, quelli del Nucleo Investigativo, con il capitano Eugenio Stangatone, e il personale della questura di Pescara, con il dirigente delle volanti Alessandro Di Blasio.

Il sindaco della cittadina pescarese Gabriele Florindi ha detto che quello dei Di Giacomo «Era un impianto a norma, assolutamente sicuro. Tanto che la magistratura utilizzava la ditta Di Giacomo come deposito quando venivano sequestrati i botti illegali». E ricorda con affetto «una famiglia di gente bravissima e veri lavoratori: erano dei veri amici carissimi».

http://www.lastampa.it/2013/07/26/italia/cronache/scoppio-nella-fabbrica-dei-botti-saltato-in-aria-un-deposito-giudiziario-5VnCPAiLDpbusxL0wZyr0H/pagina.html

Lo stato della Grecia si sfalda: decine di sindaci danno le dimissioni: sempre piu’ forti voci di rivolta popolare

crisi greca

ATENE – In segno di protesta contro i licenziamenti dei dipendenti delle amministrazioni comunali che rientrano nell’ambito della drastica riforma del settore pubblico varata dal governo per risanare il bilancio dello Stato, 25 dei 38 sindaci della regione della Macedonia (Grecia settentrionale) si sono dimessi.

I primi cittadini hanno rassegnato le dimissioni con una lettera firmata congiuntamente ed inviata al premier Antonis Samaras, al vicepremier Evanghelos Venizelos e ai ministri competenti, come estrema espressione di salvaguardia delle Autonomie locali.

crisi greca

Nella missiva, tra l’altro, si legge: “Le Autonomie locali, per mezzo di una serie di ordinamenti contrari alla Costituzione, all’istituzione delle Autonomie locali e ai principi dell’Unione europea, subiscono dei colpi umilianti che le portano direttamente alla distruzione”.

Secondo il presidente dell’Unione dei Sindaci della Macedonia centrale, Simos Daniilidis, presto seguiranno le dimissioni di altri sindaci che vogliono esprimere cosi’ la loro contrarieta’ ai tagli dei fondi e agli accorpamenti dei comuni decisi dal governo. Da parte loro, i sindaci di 21 isole greche hanno scritto al parlamento chiedendo ai deputati di non votare a favore di un disegno di legge teso a rendere piu’ facili gli insediamenti turistici e che danneggerebbero irrimediabilmente il paesaggio.

Fonte: http://www.ilnord.it/c-1178_LO_STATO_DELLA_GRECIA_SI_SFALDA_DECINE_DI_SINDACI_DANNO_LE_DIMISSIONI_SEMPRE_P

 

http://www.signoraggio.it/

Inps: al via la restituzione del contributo alle pensioni d’oro

Pubblicato da ImolaOggiECONOMIA, NEWSlug 26, 2013
 lug – L’Inps ha interrotto il contributo sulle cosiddette ‘pensioni d’oro’, quelle complessivamente superiori a 90 mila euro annui, e provvede alla restituzione dell’importo trattenuto nell’anno 2013. Lo riferisce una nota dell’Istituto previdenziale. La Corte Costituzionale aveva dichiarato l’illegittimità del contributo di perequazione che era stato istituito a decorrere dal primo agosto 2011 e fino al 31 dicembre 2014.
La variazione dell’importo della pensione e la restituzione delle trattenute, spiega l’Inps, “avviene in occasione dei pagamenti di pensione di luglio e agosto nel modo seguente: per le pensioni delle gestioni dello sport e spettacolo, con il pagamento del 10 luglio è stato aggiornato l’importo e restituito quanto trattenuto nel primo semestre dell’anno; per le pensioni delle gestioni pubbliche, l’importo della pensione è stato aggiornato con il pagamento del 16 luglio, mentre la restituzione delle trattenute effettuate da gennaio a giugno avverrà in occasione del pagamento di agosto; per le pensioni delle gestioni private, il primo agosto sarà aggiornata la rata in pagamento e restituito l’importo trattenuto da gennaio a luglio 2013?. L’informazione sul nuovo importo lordo di pensione e sulle somme restituite sono indicate sul cedolino di pagamento di luglio e agosto, che può essere visualizzato dagli interessati accedendo ai servizi online del sito dell’Inps.
http://www.imolaoggi.it/?p=57267

190 proteste negli ultimi 5 giorni. Sapete di quale nazione si tratta?

peccato che tutte le petizioni delle ong a servizio del Dip di Stato USA si concentrino solo sulle donne in Iran….

Le donne nei paesi amichetti loro non interessano a quanto pare…..

Posted By Redazione On 26 luglio 2013

C’e’ una nazione al mondo, nemmeno tanto lontana dall’Italia o dall’Europa, dove negli ultimi 5 giorni la gente e’ scesa in piazza per ben 190 volte per protestare contro i potenti al potere.
 

 Eppure nessuno ha parlato di una sola di queste 190 dimostrazioni popolari. Sapete indovinare di quale paese si tratta? Quale può essere la spiegazione per tutto questo “silenzio” su questa nazione?

Ricordiamo che viviamo nello stesso mondo in cui quando c’e’ la minima azione popolare contro un governo o un politico che non e’ tanto simpatico all’Occidente, pagine e pagine di giornali vengono riempite di commenti, lodi ed analisi. Le pagine web di giornali ed agenzie di informazione si superano nello scrivere approposito delle gesta di questo o quel dissidente insorto contro la dittatura. Sì perchè secondo l’Occidente tutti i governi non allineati alle politiche occidentali meritano tale appellativo.

Invece se un governo e’ totalitario, assassino e viola sistematicamente i diritti umani ma e’ amico dell’Occidente o gli e’ utile, le notizie su quel paese scompaiono completamente dalla cronaca e dalla sezione “MONDO” di giornali ed agenzia.

E’ il caso del Bahrain, piccola monarchia bagnata dal Golfo Persico. In questo paese negli ultimi 5 giorni la gente e’ scesa in piazza nelle diverse città e secondo il partito al Wefaq, principale partito di opposizione, sono 190 le manifestazioni che si sono tenute contro la monarchia.

Una monarchia che applica leggi e torture medievali contro la gente e che però gode di una sorta di immunità perchè ha concesso un esteso terreno agli Stati Uniti, sul quale oggi sorge il quartier generale della quinta flotta americana.

La gente in questo paese protesta dal 2011, non vuole più una monarchia oltranzista ed estremista, imparentelata del resto con la casa reale saudita. La dinastia degli Ale Khalifa ha risposto da allora con il pugno di ferro, uccidendo decine di persone, con vere e proprie persecuzioni contro la gente, e chiedendo aiuto anche alla monarchia saudita che ha inviato nel paese migliaia di soldati che aiutano i gendarmi locali nella repressione delle manifestazioni.

Esempi come quello del Bahrain mostrano come sia falso il mondo dell’informazione occidentale, che e’ pronto a gridare allo scandalo dinanzi alle questioni più insignificanti ma che poi e’ disposto a fare silenzio volentieri sui veri drammi; tutto sulla base degli interessi di certi Paesi e gruppi di potere.

http://www.stampalibera.com/?p=65433