“Attenti! Terroristi eversori” – di Alberto Perino

http://www.beppegrillo.it/2013/07/attenti_terroristi_eversori_di_alberto_perino_notav.html?s=n2013-07-29

Perino: “Gli eversori terroristi sono loro!”
(03:25)

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http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=b991XBIlsr8

“Dalla Valle di Susa martoriata ma che resiste un saluto a tutti gli amici di Beppe e del M5S. Le forze di polizia stamattina hanno accerchiato il campeggio di Venaus. Stamattina la DIGOS e la polizia hanno effettuato perquisizioni in Valle e a Torino. L’imputazione è attentato per finalità terroristiche o di eversione: art. 280 c.1 n. 3 del Codice Penale e artt. 10 e 12 della legge 497/74. La manifestazione pacifica e determinata di sabato li ha infastiditi notevolmente. Soprattutto li ha infastiditi il fatto che 21 sindaci si siano nuovamente schierati apertamente con il Movimento No TAV, chiedendo che le violenze cessino da tutte le parti in causa, che si sospenda la militarizzazione della valle e si fermi il cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte a La Maddalena.

Caselli ha consentito che i suoi PM si permettessero di fare il salto di qualità nella gravità delle accuse per intimorire la gente che resiste a quest’opera inutile e devastante. Ci hanno ufficialmente etichettati come terroristi eversori perché ci ostiniamo a difendere il nostro territorio, a difendere le povere finanze pubbliche, a cercare di evitare gli sprechi che ingrassano banchieri, politici, cooperative rosse e affaristi di ogni colore. Ci accusano di essere terroristi perchénon accettiamo i soprusi delle forze dell’ordine, perché non accettiamo che le leggi che si son fatti, vengano da loro stessi calpestate e piegate ai loro porci affari. Sono loro gli eversori terroristi. Loro che nel caldo dell’estate vogliono distruggere la nostra Costituzione, cominciando dalla modifica dell’articolo 138, con la complicità dei media e di una classe politica imbelle, ruffiana, avida di privilegi, prebende e mazzette. Loro che, con la benedizione di Re Giorgio, ci vogliono tutti sudditi docili, poveri, disoccupati, affamati, ubbidienti e teledipendenti. La Valle non si arrende e non si piega. Così come ai tempi della guerra nazifascista a Rivoli sulla strada all’imbocco della valle vi erano i cartellicon scritto “Achtung! Banditen” adesso i pubblici ministeri di Caselli con il megafono dei vari Numa attraverso i media compiacenti mettono gli avvisi “Attenti! Terroristi eversori“. 

Un abbraccio” Alberto Perino

L’Italia sta preparando l’esercito per gestire eventuali sommosse!

L’Italia sta preparando l’esercito per gestire eventuali sommosse popolari che potrebbero avvenire nei prossimi mesi: è quanto emerge dall’analisi della “direttiva ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013?. In caso di disordini potrebbe inoltre essere impiegata la polizia europea: non dimentichiamoci che il nostro paese ha aderito anche al “trattato di Velsen” che ha istituito il corpo di polizia sovranazionale dai poteri illimitati, Eurogendfor: il cui comando è affidato alla NATO (quindi agli USA!) pur operando in Europa…

Euro-rigore ad ogni costo: ora si prepara anche l’esercito

L’Italia sta per subire uno choc socio-economico così forte da provocare disordini e rivolte: la profezia che Gianroberto Casaleggio ha affidato a Gianluigi Nuzzi è così realistica che se ne starebbe occupando persino l’esercito, nell’eventualità di dover rinforzare l’ordine pubblico in previsione di sommosse, provocate dal regime europeo dell’austerity. Lo sostengono Eugenio Orso e Anatolio Anatoli, che nel loro blog analizzano la recentissima “Direttiva ministeriale in merito alla politica militare per l’anno 2013” emanata dal ministero della difesa, retto dall’ex Pdl Mario Mauro, ora montiano. L’aspetto sconcertante, osservano i due analisti, riguarda l’impegno diretto delle forze armate verso obiettivi non propriamente militari: e cioè il rispetto assoluto dei trattati europei dell’austerity a cominciare dalla intangibilità dell’Eurozona, condizioni che vengono elevate al rango di elementi-chiave per la sicurezza nazionale.

La premessa è fosca, in una cornice di guerra imminente: «Non può essere ignorata la possibilità, per quanto remota, di un coinvolgimento del paese e del sistema di alleanze del quale siamo parte in un confronto militare su vasta scala e di tipo “ibrido”, ovvero che implichi sia operazioni convenzionali, sia operazioni nello spettro informativo, sia operazioni nel dominio cibernetico», afferma il ministero. «Elemento irrinunciabile della politica nazionale è anche il pieno rispetto degli impegni assunti in sede europea». Impegni che il ministero della difesa considera «finalizzati a garantire la stabilità di lungo periodo della moneta comune e, con essa, dell’intero sistema economico comunitario». Proprio la stabilità dell’Eurozona «deve essere considerata come essenziale per il perseguimento del fine ultimo, costituito dalla sicurezza del sistema internazionale e delle relazioni politiche ed economiche che in questo si sviluppano».
L’Italia, pertanto, «deve operare con determinazione per azzerare il deficit di bilancio e ricondurre nei tempi previsti il debito pubblico entro i limiti stabiliti a livello europeo». Strano che ad occuparsi di questo tema non sia il ministero dell’economia, ma quello della difesa. «Il mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio lungo un arco di tempo pluriennale – conclude la nota – rappresenterà, quindi, un vincolo ineludibile nella definizione delle scelte in materia di difesa che, negli anni, saranno adottate». Mettendo insieme questi punti e sapendo leggere fra le righe, scrivono Orso e Anatoli, il quadro che ne esce è a dir poco preoccupante: «Obbiettivo primario è il pareggio di bilancio, il mantenimento e la difesa dell’euro a qualsiasi costo (anche a costo del sangue della popolazione) e il conseguente mantenimento dell’Italia, checché ne dica il popolo, nel lager dell’Eurozona, fondamentale spazio globalista in cui rinchiudere i popoli europei adattandoli, con le buone o con le cattive, al nuovo ordine neocapitalistico».
Il vincolo ineludibile della disciplina di bilancio nel lungo periodo informa anche le scelte in materia di difesa e di impiego delle forze armate, perché, sempre leggendo fra le righe, «la minaccia risulta chiara: se il popolo ridotto allo stremo si ribellerà – a partire dall’autunno inverno di quest’anno, poniamo – non si esiterà a impiegare la forza, armata, per ridurlo a più miti consigli, in un possibile conflitto “ibrido” in cui molte saranno le armi impiegate, accanto a quelle convenzionali». Ed ecco che quella “possibilità remota” di coinvolgimento militare in un conflitto «diverrebbe drammaticamente concreta», al punto che «la forza militare nazionale sarebbe impiegata, da uno spregevole governo collaborazionista degli occupatori del paese, contro lo stesso popolo italiano, a vantaggio, come si scrive nel testo riportato, della stabilità di lungo periodo della monetacomune, controllata da entità private euroglobaliste, nonché del mantenimento di una consapevole disciplina di bilancio (ormai recepita in Costituzione) lungo un arco di tempo pluriennale».
Per Orso e Anatoli, il messaggio è inequivocabile: «In presenza di disordini sociali estesi, ai quali la repressione poliziesca e dei carabinieri non riuscirà a far fronte, scenderanno in campo le forze armate». Scenario possibile? «Se ti tolgono il lavoro, la sicurezza, la possibilità di un minimo di pianificazione dell’esistenza e persino il cibo», è facile che si possa ricorrere all’uso di armi magari improprie, per «spaccare tutto, cercando di fermare i tuoi nemici», scrivono i due blogger, che accusano i politici italiani di essere «collaborazionisti dell’euro-nazismo, dell’atlantismo, dell’Occidente, del libero mercato globale e della liberaldemocrazia». Autunno caldo: «Il rischio di estesi sociali disordini, in Italia, è quindi un rischio reale», anche se Letta e Napolitano «continuano a negare l’evidenza».
Fonte: No Censura
http://www.oltrelacoltre.com/?p=16815

Il Notav paura non ne ha!

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/8549-il-notav-paura-non-ne-ha

Da: Infoaut.org – Lunedì 29 Luglio 2013 07:33

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Aggiornamento ore 11.30: Le camionette e i blindati che si erano posizionati nel pressi del campeggio di Venaus sono andati via. Intanto è stata annunciata una conferenza stampa alle ore 16 di oggi, presso la Comunità Montana a Bussoleno. Una conferenza alla quale prenderanno parte, tra gli altri, il presidente della comunità montana Sandro Plano e il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano. Nel frattempo, giungono notizie più dettagliate rispetto alle perquisizioni di questa mattina. Per il momento risultano essere state perquisite e indagate un totale di 12 persone, tutte del comitato di Lotta popolare di Bussoleno: Luca di Bruzolo, Giulia, Martina, Lorenzo e William di Bussoleno, Andrea di Mompantero, mentre Rubina, Davide, Mattia B, Ruben, Dana, Mattia M. sono residenti a Torino.

Alcune considerazioni con Nicoletta Dosio (Radio Onda d’Urto)

 Ascolta la diretta con Dana, NoTav che ha subito la perquisizione (Radio Onda d’Urto)

 Se il buongiorno si vede dal mattino…

ORA TIRANO FUORI “TERRORISMO E EVERSIONE”!

Decine di perquisizioni sono in corso da questa mattina in Val Susa e a Torino ai danni di divers* compagn* del Comitato di Lotta Popolare. Perquisiti anche i locali dell’Osteria La Credenza di Bussoleno. Un luogo di ritrovo e aggregazione conosciuto e frequentato da centinaia di persone (notav e non solo) viene di fatto additato come luogo di oscure trame… Perché l’articolo indicato nei mandati che accompagnano l’ennesima “operazione” targata Padalino & co. sono il 280 comma 1 n.3 cp e 10 e 121. 497/74, quello che indica “l’attentato con finalità terroristica e di eversione”

I reati contestati farebbero riferimento alla sera del 10 luglio, quando, tra molte altre iniziative, si verificò anche un’iniziativa al cantiere di Chiomonte, con taglio di reti.

Nei mandati si legge la volontà di ritrovare nelle case degli indagati [citiamo a braccio] “materiale esplosivo, contundente, atto al taglio di recinzioni e supporti audio-visivi e digitali che permettano il riconoscimento di eventuali complici”. Come al solito sono stati sequestrati compiuter e altri dispositivi tecnologici di comunicazione. Così commenta ironico uno dei compagni perquisiti: “cercavano armi, si son presi computer e I-Phone”…

Ma aldilà delle battute, si profila un salto di qualità nell’operato dei Pm con l’elmetto. Non fanno arresti o misure disciplinari ma, quatti quatti, iniziano a far trapelare la possibilità di nuove maxi-inchieste con imputazioni gravissime che, anche in assenza di prove, possono permettere lunghe detenzioni cautelari. Evidentemnte, non gli basta la figura di merda fatta con gli arresti della scorsa settimana (già tradotti ai domiciliari) e continuano a puntare in alto, verso la madre di tutte le imputazioni che Magistrati di questo calibro sognano proprinare alle lotte sociali e ai movimenti, specie quando questi non abbassano la testa!

Questo ennesimo atto intimidatorio – vera e propria provocazione – non deve lasciarci indifferenti e necessita una risposta determinata e corale del movimento, in difesa di quest* compagn* e di un luogo di aggregazione che è di tutti i Notav…

seguiranno aggiornamenti….

No Tav sotto assedio

WRITTEN BY: MASSIMO BONATO – JUL• 29•13

http://www.tgvallesusa.it/?p=1937

clarea

La strada era tracciata da tempo, molto tempo. I mantra da far recitare all’opinione pubblica, ormai mandati a meoria, efficaci a tacere qualsivoglia impeto di analisi e di informazione: “Ormai abbiam preso impegni internazionali”, “Ce lo chiede l’Europa”, prima; “Se non facciamo il Tav ci saranno le penali da pagare”, poi.
La Val di Susa militarizzata, il sito strategico, le zone rosse, le procedure d’urgenza ecc.
A questi si affiancava la scelta del luogo in cui il maxi processo in corso dovesse procedere; prima in via transitoria, data la sovrapposizione di udienze ormai calendarizzate; poi in via definitiva: aula bunker del carcere delle Vallette di Torino, aula in cui si svolgono processi per mafia e terrorismo.
In maggio la Procura cominciò a parlare di tentato omicidio, in occasione di un assalto notturno al cantiere in cui venne dato alle fiamme un gruppo elettrogeno.
Da oggi ufficialmente i No Tav valsusini sono terroristi.
A Torino e in Valle undici persone del Comitato di lotta popolare di Bussoleno han subito perquisizioni coordinate dai Pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo. Il capo di imputazione per cui risultano indagate è attentato con finalità terroristica e di eversione, art. 280 del Codice penale. Perquisita anche la nota trattoria La Credenza, di Bussoleno. Il campeggio e il Presidio di Venaus dalle prime ore della mattina sono stati circondati, fino almeno alle 11.30, quando camionette e blindati han lasciato le loro posizioni.
La strada è tracciata.
Oggi pomeriggio, alle 16.00, presso la Comunità montana di Bussoleno è stata indetta una conferenza stampa presieduta dal presidente della comunità montana Sandro Plano e il sindaco di Venaus, Nilo Durbiano.

M.B. 29.07.13

Lombardia : i partiti bocciano il fondo microcredito alle imprese proposto dal M5S

Posted on July 29, 2013 by Felice Marra
Il consiglio regionale Lombardo ha bocciato con il voto di PDL, LEGA, PD e lista AMBROSOLI la proposta del M5S di istituire un fondo per il microcredito alle piccole imprese. Complimenti!
Doveva essere quello il luogo nel quale il Movimento 5 Stelle Lombardia, in accordo con gli uffici della Giunta, avrebbe destinato le risorse decurtate dallo stipendio dei consiglieri del gruppo» si legge in una nota del M5S. «Il fondo, con un regolamento di utilizzo, avrebbe consentito, l’accesso trasparente a piccole e medie imprese al micro-credito. I Consiglieri del Movimento 5 Stelle, riducendosi lo stipendio, hanno già accantonato più di 200 mila euro».

Per Movimento 5 Stelle la bocciatura «è un atto strumentale dei partiti che impedisce al movimento, per ora, di mantenere un preciso impegno elettorale.
Questa è una ulteriore dimostrazione di quanto PD e PDL siano uniti ed allineati quando si parla di soldi.
Evidentemente temono quelli che concretamente pretendono di mantenere quando promesso in campagna elettorale ai cittadini. Per Movimento 5 Stelle «è inaccettabile che chi è stato incapace di ridursi concretamente lo stipendio strumentalizzi la volontà politica di un gruppo che ha effettivamente decurtato gli stipendi dei consiglieri».
Nel corso della discussione i consiglieri di maggioranza e opposizione hanno parlato di «elemosina alle imprese. E’ un punto di vista inaccettabile: quel denaro è pubblico ed è stato sottratto ingiustamente dai partiti dalle casse regionali».
Movimento 5 Stelle valuterà, nei prossimi giorni, altri percorsi per restituire finalmente denaro pubblico alle piccole e medie imprese.

Movimento 5 Stelle Lombardia
http://www.italiaincrisi.it/2013/07/29/lombardia-i-partiti-bocciano-il-fondo-microcredito-alle-imprese-proposto-dal-m5s/

Tassa Mose: rischia di costare 150 milioni l’anno, per sempre

Tornano i dubbi sul sistema di dighe mobili per difendere Venezia – Stefania Rimini

Dopo l’arresto dei vertici del Tassa Mose: rischia di costare 150 milioni l’anno, per sempre
Tornano i dubbi sul sistema di dighe mobili per difendere Venezia – Stefania Rimini
Dopo l’arresto dei vertici del “Consorzio Venezia Nuova”, concessionario unico per l’opera, che sono stati coinvolti in un’inchiesta su tangenti e appalti pilotati, siamo ancora sicuri che le scelte per selezionare il sistema Mose erano veramente tecniche?
Tra gli esclusi i costruttori della diga di Rotterdam e di Londra, che ora lanciano l’allarme-costi.

Guarda l’inchiesta “Lavori sfiniti” andata in onda a Report il 15 aprile 2007
29 luglio 2013
http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/tassa-mose-rischia-costare-150-milioni-anno-sempre/ec5934c8-f817-11e2-a59e-96a502746665.shtml

Scandalo Mose: mazzetta da 50mila euro al tesoriere del Pd Marchese
Pubblicato da ImolaOggiCRONACA, NEWSlug 26, 2013
VENEZIA – Una “mazzetta” da 50mila euro. A consegnarla in contanti in occasione della campagna elettorale del 2010, il “solito” Pio Savioli, sorta di uomo-bancomat dei fondi neri. Ci sono le prove: documenti e intercettazioni. Tutto nel maxi-fascicolo, disseminato da parecchi omissis, dell’inchiesta lagunare, che ha travolto il Consorzio Venezia Nuova, concessionario unico per la realizzazione del Mose. È uno degli episodi che chiamano in causa Giampietro Marchese, esponente di spicco del Pd veneto, consigliere regionale ripescato di recente a Palazzo Ferro Fini primo fra i non eletti, presidente di Ames, la società che raggruppa le farmacie comunali di Venezia, ed ex segretario organizzativo del partito, nonché responsabile della Fondazione Rinascita, proprietaria di tutte le sedi del vecchio Pci-Pds-Ds-Pd per un patrimonio calcolato in quasi tre milioni di euro.
E non sarebbero gli unici soldi che Marchese avrebbe incassato nell’ambito dei finanziamenti illeciti di cui è costellata la dettagliata informativa firmata dal colonnello Renzo Nisi, comandante del Nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme gialle di Venezia.
I quattrini da dispensare, a destra e a manca, arrivano dalle consorziate del Cvn, anche quelli per Marchese.
E una delle più attive sul fronte risulta essere la Cooperativa San Martino di Chioggia, vera e propria banca parallela per Savioli e compagni al quale vengono consegnati almeno 600mila euro nel solo biennio 2005-2006: e guarda caso è dalla verifica fiscale alla San Martino che scoppia lo scandalo Cvn. repubblica
http://www.imolaoggi.it/?p=57225

No Tav accusati di terrorismo: è la prima volta che accade

SCRITTO DA RICCARDO ZIANNA
Pubblicato 29 Luglio 2013
L’accusa ad alcuni esponenti del movimento valsusino è di “attentato per finalità terroristiche o eversione”.

La Digos li perquisisce e poi li accusa di “attentato per finalità terroristiche o eversione”. E’ la prima volta che una simile denuncia viene fatta ai danni dei No Tav. I controlli avviati nella notte sono ancora in corso e puntano ad una dozzina di esponenti del movimento valsusino, gli stessi che si erano resi protagonisti dell’assalto del 10 luglio alle forze dell’ordine.
E’ stato proprio questo attacco a far piombare sulle teste dei No Tav una simile accusa: l’utilizzo di bombe carta e pietre lanciate ad altezza uomo, ha convinto le forze dell’ordine a muovere la denuncia di terrorismo.
I No Tav, dal canto loro, dichiarano il sequestro di pc e telefoni cellulari e, attraverso una nota che convoca un’assemblea straordinaria per questo pomeriggio, prendono le loro difese: “Accuse a dir poco folli, che vogliono piegare una lotta popolare, partecipata e pacifica su piani mediatici e militari in cui il terrore e il terrorismo vengono usati per fare paura all’opinione pubblica e portare peso e senso in un’opera e in un cantiere che senso e peso politico ne perde ogni giorno di più”.
http://www.ilnumerozero.com/attualita/cronaca/4328-no-tav-accusati-di-terrorismo-e-la-prima-volta-che-accade.html

Accusa di finalità terroristiche ed eversione per dodici No Tav, perquisizioni a Torino
Le accuse della procura e gli avvisi di garanzia in Val di Susa dopo l’assalto del 10 luglio al cantiere. Trovate molotov

Attentato per finalità terroristiche o di eversione. È il reato degli anni bui della Prima Repubblica quello contestato a 12 No Tav. Nella mattinata di lunedì la digos di Torino ha effettuato perquisizioni e consegnato avvisi di garanzia in Val di Susa e a Torino ad antagonisti valligiani ed esponenti dell’autonomia torinese tra cui persone legate al centro sociale Askatasuna.
L’OSTERIA – Oltre alle case degli indagati è stata perquisita anche l’osteria La credenza, storico locale di Bussoleno, uno dei classici punti di ritrovo dei No Tav. Il blitz è scattato all’alba, ma gli inquirenti stavano lavorando all’operazione da molte ore. Dal 10 luglio scorso, giornata – anzi nottata – in cui il cantiere della Tav di Chiomonte è stato preso d’assalto da una trentina di incappucciati che hanno lanciato pietre, razzi, petardi e molotov, anche ad altezza d’uomo, contro le reti e contro le forze dell’ordine. Un attacco «stile paramilitare», «particolarmente violento», lo avevano definito dalla procura. L’assalto aveva concluso una manifestazione serale pacifica. Era stato messo in atto all’improvviso. Era stata anche costruita una barricata all’altezza del varco autostradale. Dal giorno successivo i pm Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, dopo un sopralluogo sul posto in cui erano stati trovati resti di molotov, avevano iniziato ad ipotizzare il reato 280, punito da sei a vent’anni di reclusione.

ESCALATION DI VIOLENZA?- Fino ad oggi nessun Tav era stato denunciato o arrestato per terrorismo. Secondo la procura adesso ci sono gli estremi per farlo. Gli oggetti sequestrati sono armi – è il ragionamento dell’accusa – e il modo in cui sono state lanciate ha messo seriamente in pericolo l’incolumità di molte persone, gli agenti che stavano lavorando. Secondo gli inquirenti c’è stato un cambio di rotta nelle modalità di protesta del movimento No Tav, negli ultimi mesi. Un cambio in cui la violenza si è accentuata, e in cui gli obiettivi degli antagonisti sono diventati azioni più pericolose. Quello del 10 luglio non è stato l’ultimo attacco al cantiere degli ultimi mesi. Pochi giorni dopo, nella notte del 19, centinaia di persone, oltre quattrocento, tra cui molti anarchici provenienti oltre che da Torino anche da Milano, Roma, Rovereto, avevano marciato nei boschi della Val Clarea da Giaglione alle reti. Dopo i primi lanci di petardi, le forze dell’ordine, che erano appostate anche fuori dalle recinzioni, avevano fermato in mezzo alla boscaglia 11 persone. Sette erano state arrestate.

IL MAXIPROCESSO -L’ultimo episodio di tensione è avvenuto venerdì 26 luglio, quando una cinquantina di No Tav è venuta in contatto con la polizia davanti al tribunale. L’occasione era l’interrogatorio di Marta Camposana, 33enne di Pisa, fermata e denunciata nella notte del 19 luglio. La donna ha depositato una querela per violenza sessuale e ha dichiarato agli organi di stampa di essere stata malmenata e toccata nelle parti intime durante la fase del fermo. Tesi respinta – per ora informalmente – da chi operava sul posto quella notte, ma che verrà verificata dalla procura, che ha aperto un’inchiesta sull’episodio. Attualmente sono circa un centinaio i fascicoli aperti al Palagiustizia di Torino su episodi No Tav. È in corso da alcuni mesi il maxiprocesso, che si celebra nella maxi-aula bunker delle Vallette di Torino, in cui sono imputatati per vari reati, dalla resistenza al danneggiamento, 52 No Tav. Finora quattro di essi, persone che fanno riferimento all’area anarchica torinese, hanno rifiutato di essere assistiti da un legale, in segno di rifiuto

29 luglio 2013
http://www.corriere.it/cronache/13_luglio_29/no-tav-accusati-di-attentato-per-finalita-terroristiche_211b8c4c-f822-11e2-a59e-96a502746665.shtml

Accuse di terrorismo per i No Tav E’ la prima volta che accade
“Attentato per finalità terroristiche o eversione” è questo il capo di imputazione contestato ad alcuni esponenti del movimento valsusino. La Digos ha eseguito una serie di ispezioni nella notte
di CARLOTTA ROCCI
Accuse di terrorismo per i No Tav E’ la prima volta che accade Le forze dell’ordine presidiano il cantiere di Chiomonte
APPROFONDIMENTI
VIDEO
Avvisi di garanzia ai no Tav. L’analisi di Paolo Griseri
http://video.repubblica.it/edizione/torino/avvisi-di-garanzia-ai-no-tav-l-analisi-di-paolo-griseri/136297/134834

TAG no tav,  terrorismo,  chiomonte,  Val Susa,  val di susa,  Caselli,  Digos Sono accusati, per la prima volta, di attentato per finalità terrroristiche o eversione i No Tav oggetto di perquisizione da parte della Digos. I controlli, nei confronti di una dozzina di attivisti, sono partiti nella notte e sono tutt’ora in corso, a Torino e in Valle di Susa. I fatti a cui si riferiscono le accuse riguardano gli episodi di violenza accaduti in val di Susa il 10 luglio, quando i poliziotti erano stati presi d’assalto con pietre e bombe carta lanciate ad altezza uomo.

Quando Caselli disse: attacco in stile militare
http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/07/21/news/val_di_susa_notte_di_scontri_al_cantiere_tav_la_polizia_pura_violenza_gli_attivisti_insultati_e_picchiati-63399833/

Cosa accadde quella notte di luglio
http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/07/11/news/tensione_al_cantiere_tav_scontri_con_forze_dell_ordine-62771245/

Questa modalità di attacco è ritenuta dagli investigatori una prova delle finalità eversive e terroristiche degli indagati. Sui loro siti i No Tav dichiarano di aver subito il sequestro di pc e telefoni cellulari. Gli avvisi di garanzia – firmati dai pm Andra Padalino e Antonio Rinaudo -fanno riferimento all’articolo 280 del codice penale e prevede pene da sei a venti anni di reclusione. Tra i locali perquisiti c’è anche “La credenza” di Bussoleno, storico locale del movimento “No Tav”.
Tra gli  indagatile le figlie, Giulia e Martina, del consigliere di Bussoleno , Casel, Rubina Affronte, Dana Lauriola, Luca Anselmo

Non è tardato il primo commento dei No Tav. “Accuse a dir poco folli – si legge in una nota che convoca per il pomeriggio una conferenza stampa nella quale saranno illustrate le iniziative che rilanciano le mobilitazioni – che vogliono piegare una lotta popolare, partecipata e pacifica su piani mediatici e militari in cui il terrore e il terrorismo vengono usati per fare paura all’opinione pubblica e portare peso e senso in un’opera e in un cantiere che senso e peso politico ne perde ogni giorno di più”.
 
(29 luglio 2013)
http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/07/29/news/no_tav_notte_di_perquisizioni_a_torino_e_in_val_di_susa-63905194/?ref=HREC1-3

29/07/2013 – IL CASO
Perquisite le case di attivisti No Tav
Accusa di terrorismo: è la prima volta

La marcia No Tav di sabato da Giaglione a Chiomonte
+  I sindaci No Tav chiedono aiuto a Napolitano     MAURIZIO TROPEANO
 
+  I No Tav tornano in marcia Ci sono anche venti sindaci MAURIZIO TROPEANO
 
+  Il turismo teme la paralisi “Troppa incertezza in Valle, molti cambiano destinazione” ALESSANDRO MONDO
 
+  Plano: “No Tav terroristi? Un’esagerazione” MAURIZIO TROPEANO
 
Ispezioni in una decina abitazioni  
in Val di Susa e a Torino: notificati avvisi di garanzia per attività eversive
MASSIMO NUMA
Sono in corso una decina di perquisizioni nelle case di altrettanti attivisti No Tav in Val Susa e a Torino. L’atto giudiziario è collegato all catena di episodi di violenza avvenuti negli ultimi mesi al cantiere di Chiomonte. E’ la prima volta che viene contestata l’accusa di attentato per finalità terroristiche o di eversione. Nelle perquisizioni a Torino e in Val Susa sono stati sequestrati pc e telefoni cellulari.
 
Contestualmente sono stati notificati avvisi di garanzia per attività eversiva finalizzata al terrorismo. L’inchiesta è coordinata dai Pm Andrea Padalini e Antonio Rinaudo. L’accusa fa riferimento all’assalto al cantiere dello scorso 10 luglio, quando gli appartenenti alle forze dell’ordine furono costretti a uscire dalle reti del cantiere per poi essere presi di mira con bombe carta, petardi e pietre lanciati ad altezza d’uomo. Secondo la procura, tale modalità di attacco configurerebbe finalità terroristiche ed eversive. Nelle prossime ore si potranno apprendere maggiori dettagli sulle operazioni coordinate dall Procura di Torino e dalla Digos.
http://www.lastampa.it/2013/07/29/cronaca/perquisizioni-nelle-case-dei-no-tav-FUE1UQUrxFex844wVsmcDJ/pagina.html

Incidente per Orban, il Primo Ministro ungherese che non piace al Bilderberg

– di Daniele Di Luciano –

 Ancora non escono notizie in italiano ma cercando sulle news di Google “Orban baleset” (baleset significa incidente in ungherese) si trovano decine di risultati. Sembrerebbe che nel pomeriggio di venerdì 26 luglio, il Primo Ministro ungherese, Viktor Orban, si trovasse in Romania quando la sua scorta è stata coinvolta in un incidente stradale. Orban è uscito illeso mentre ma ci sarebbe stato un morto e diverse persone sono state portate in ospedale. In attesa di conoscere, se sarà possibile,

l’esatto svolgimento dell’accaduto, teniamo a ricordare, ma sarà sicuramente una coincidenza, che il Primo Ministro ungherese sta da tempo infastidendo il potere mondialista. Sul nostro sito abbiamo pubblicato diversi articoli su Orban, l’ultimo solo quattro giorni fa: Il premier ungherese Orban caccia il FMI: “abbiamo pagato, andatevene!”. Interessante l’articolo pubblicato il primo luglio, dal titolo: Bilderberg 2013 : colpire il governo Orban che ha statalizzato la banca centrale, vietato gli Ogm e fatto crescere il benessere del popolo ungherese che vale la pena riportare per intero: Il quotidiano ungherese conservatore ‘Magyar Nemzet’ ha ottenuto informazioni riservate da fonti vicine a chi ha partecipato alla conferenza del Bilderberg in Herdfordshire, in Inghilterra tra il 6 ed il 9 giugno su un complotto in atto perpetrato dall’Unione Europea e dai suoi agenti locali a commettere brogli elettorali nelle elezioni nazionali ungheresi del prossimo anno. Secondo la fonte, Viviane Reding, vicepresidente della Commissione Europea, ha assicurato ai partecipanti che l’Unione Europea, attraverso l’uso dei mezzi di comunicazione controllati ed i suoi agenti in Ungheria che ricevono finanziamenti dagli Stati Uniti (partito socialista e Gordon Bajnai), lanceranno una campagna di paura per manipolare il comportamento di voto. Uno dei piani e’ che subito dopo le elezioni l’Unione Europea ed i suoi agenti accuseranno il governo ungherese, attraverso il montaggio di telecamere nascoste sopra le cabine di voto,citando testimoni oculari per mettere in discussione la legalita’ del voto. Viviane Reding ha informato i partecipanti del Bilderberg che la Commissione europea ha gia’ avuto colloqui preliminari con un certo numero di organizzazioni e rappresentanti delle ONG in Ungheria circa l’attuazione del piano. I media globali controllati intensificheranno le campagne di odio contro l’Ungheria nei prossimi mesi fino alla fine delle elezioni (il prossimo aprile o maggio). Il Vice-presidente della Commissione Europea ha informato il suo capo che l’ex-ministro Gordon Bajani (finanziato dal Centro per il Progresso Americano situato negli Usa) aiutera’ nell’attuazione della campagna di terrore in Ungheria. Se fossimo maliziosi, verrebbe quasi da pensare che, dopo le rivelazioni del quotidiano ungherese, i bravi ragazzi del Bilderberg abbiano cambiato strategia per colpire Orban con un metodo alternativo. Ma per fortuna noi non siamo maliziosi e crediamo nelle coincidenze. –

 

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IL GOVERNO CROCETTA REGALA LATRI DIECI LITRI DI ACQUA AL SECONDO DEI SICILIANI ALLA NESTLE’

da Alfonso Leto

riceviamo e volentieri pubblichiamo

 – Al Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta

 e, per conoscensa:

 – all’assessore regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, dott. Nicolò Marino;

 nestlè

– Ai Sindaci e ai Presidenti dei consigli comunali dei Comuni di: Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana;

 – Al capogruppo di minoranza al consiglio comunale di Santo Stefano Quisquina, Ing. Stefano Leto Barone;

 – Al Presidente dell’Unione dei Comuni “Platani Quisquina Magazzolo”;

 -Agli organi d’informazione

 Signor Presidente,

 nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 12-07-2013 è pubblicato il decreto con cui il dirigente generale del dipartimento dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, sotto l’egida dell’omonimo assessorato, retto dal dott. Nicolò Marino, con una bella firmetta concede una ulteriore dotazione di 10 litri al secondo, in aggiunta ai 10 già in attivo, alla Sanpellegrino S.p.A. (ovvero al marchio Nestlè–acqua Vera S.Rosalia) respingendo le opposizioni dei Sindaci e dei Consigli Comunali del territorio: Santo Stefano Quisquina, Bivona, Alessandria della Rocca, Cianciana e del Consiglio dell’Unione dei Comuni “Platani Quisquina-Magazzolo che, tempestivamente e con documentate ed allarmate analisi hanno scongiurato l’ennesima insistente richiesta.

 Le istituzioni del territorio hanno ben delineato nei loro ricorsi, studi alla mano, le speculazioni sul bacino idrico della Quisquina che, per incauta ammissione stessa dei vertici della Nestlè «è lo stesso a cui attinge oggi un sistema di acquedotti che rifornisce sia l’area dei monti Sicani che la stessa Agrigento»(1), nonché la comunità di Santo Stefano Quisquina lasciata sola ancora una volta a difendere l’acqua di tutti contro questa crescente espoliazione del mercato sull’acqua “bene comune”, sloogan diventato nel frattempo un vero e proprio “luogo comune” della politica a cominciare dalla Sua, Presidente, che ancora temporeggia sull’attuazione reale di una ripubblicizzazione che vede, per esempio, qui a Santo Stefano Quisquina (Comune non consegnatario degli impianti) società private, come Girgenti Acque, mantenere per diritto

 

girgenti
              acque

neofeudale i loro avamposti su pozzi e sorgenti che dovrebbero invece tornare alla gestione pubblica (i pozzi Sant’Elia e la sorgente Capo Favara) che sembrano invece scomparsi persino dalle mappe dei Piani regolatori regionali delle acque e che invece sono fondamentali per l’approvvigionamento idrico della comunità.

 Oggi, l’insistenza della multinazionale, nel promuovere il proprio interesse di mercato sull’acqua pubblica, beneficiaria del raddoppio della già controversa prima concessione (alla società “supporter” Platani Rossino), risalente al 2000, mette in atto un progressivo depauperamento patrimoniale delle falde acquifere serventi le strutture idropotabili di Santo Stefano Quisquina (e di numerosi altri Comuni della Provincia) e con il rischio idrogeologico connesso ad un così massiccio uso del bacino.

 Con quella sua bella firmetta, l’assessore Marino sembra non abbia tenuto conto di un dato geologico ancora inconfutato in sede tecnica, e cioè che la falda acquifera intercettata non è una nuova risorsa idrica, come invece prescriveva l’originario permesso di ricerca, ma trattasi di una risorsa ben nota: l’acquifero della Quisquina, esteso per 48 kmq che alimenta anche le sorgenti che danno l’acqua ai paesi dell’entroterra montano e alle molte altre stazioni della sete agrigentina, come già studiato e descritto nel corso degli anni da univoci studi geologici condottidal prof. Livio

 Trevisan, ordinario di Geologia dell’Università di Pisa (1963), dai proff. Rosario Alaimo (Docente di Geochimica) e Antonio Daina (Docente di Geologia applicata) dell’Università di Palermo(1988 e 1990). Studi di cui sono sempre stati a conoscenza tutti gli enti, per le ben note altre vicende che hanno storicamente coinvolto il bacino per le ben note problematicità cicliche legate al suo equilibrio e alla sua pubblica fruibilità. Ebbene i pozzi Sanpellegrino-Nestlè esistono e insistono proprio al centro di quell’area di bacino!

 Anche l’Eas, già con una nota del 4 agosto del 2000 aveva avvertito che gli allora realizzandi pozzi dello stabilimento «sfruttando le risorse idriche del complesso acquifero avrebbero comportato riflessi pregiudizievoli per l’approvvigionamento idropotabile del comune di S.Stefano Quisquina». E, per la verità, non è stato mai reso noto nessuno studio alternativo, non di parte, che dicesse il contrario. Ma le concessioni su quell’area sono continuate inarrestabili fino alla bella firmetta del suo assessore Marino. Questo inverosimile e inarrestabile successo delle richieste della multinazionale ha avuto nel Suo Governo, e dunque in Lei, il rafforzamento delle stesse garanzie di cui in pratica Platani Rossino prima e Nestlè dopo hanno potuto godere, alle origini:Governo Capodicasa (assessore Manzullo) che ha accordato il permesso di ricerca, 04.08.1999); Governo Cuffaro (assessore Lo Giudice) che ha rigettato i primi ricorsi e concesso e ampliato la concessione fino a 10 litri/secondo dal 2003 al 2006; Governo Lombardoil quale, mentre da un lato mostrava di opporsi alla concessione Nestlè, dall’altra continuava fino all’ultimo giorno del suo mandato ad assegnare risorse idriche (area ex pozzi Montecatini) a società private quali il consorzio del Voltano afferente Girgenti Acque (2).

 Fino ad arrivare oggi al Governo Crocetta il cui assessorato dell’energia e dei servizi di pubblica utilità, con maggiore rapidità di tutti i suoi predecessori, ha “semplicemente” cassato un iter che rende un pessimo servizio sia alla salvaguardia dell’energia (l’acqua: la n. 1 delle fonti

 energetiche) che ai servizi di pubblica utilità: una continuità inaspettata da parte di chi, come me, aveva tributato al Suo governo fiducia, e vede invece portare sul piatto d’oro della Nestlè il raddoppio della già controversa concessione, e -quel che è davvero incredibile- sfruttando le risorse di un bacino idrico notoriamente condiviso con le risorse pubbliche.

 Se penso, Presidente, di averLa votata fiducioso e convinto che la Sua storia, le sue battaglie a Gela, e poi il suo programma potessero essere un sicuro argine contro tutta questa sorta di speculazioni a danno del patrimonio idrico pubblico; se penso che, pur di votare Lei e il mio caro amico Antonio Presti mi sono sobbarcato pure il rischio (centrato in pieno!) di votare anche Bebbe Lumìa al Senato… lo stesso Lumìa il quale, quando era ancora presidente di quel “circolo dei civili” chiamato commissione regionale antimafia, venne qui a S.Stefano Quisquina e, in un pubblico incontro, preso atto della problematica Nestlè (che disse di non conoscere!) acquisì tutti i documenti per farsene carico, invece dileguandosi nel nulla…senza fare nulla quando ancora qualcosa si poteva fare; se penso infine che in questo epilogo delle concessioni Nestlè, a confronto con la sua infruttuosa intransigenza contro i poteri forti e i corrotti, il Suo governo non abbia resistito nemmeno un giorno contro le pretese di una multinazionale che accansa, in maniera crescente, diritti sulle risorse idriche che alimentano pubblici bacini… ; ebbene, non mi rimane che sgranare il mio “rosario” del pentimento per averLe tributato una fiducia immeritata, ponendomi anche l’urgenza civile e anche politica di porgere a Lei 9 semplici domande, simili a quelle che due anni fa posi al Suo predecessore, non foss’altro che per trarre una qualche legittima spiegazione a questo insensato privilegio di mercato sull’acqua pubblica, confezionato dall’Ente Regionale delle Miniere di Caltanissetta (il braccio “tecnico” che ha motivato tutte le concessioni) e che Lei oggi ha di fatto avallato:

 1. E’ lecito che i permessi di ricerca e le conseguenti concessioni regionali all’estrazione d’acqua minerale vengano dati su bacini idrici che alimentano anche sistemi idropotabili pubblici?

 2. Esiste forse un “diritto naturale” e/o costituzionale per il quale un pubblico Ente (come la Regione) debba sentirsi “obbligato” a concedere risorse pubbliche, senza poter nemmeno preventivamente, esercitare una forma di tutela delle stesse? E quali forme di studio e di tutela avrebbe messo in campo il suo governo prima di concedere altri 10 litri alla multinazionale?

 3. Lei è a conoscenza, Presidente, che la concessione assai redditizia, per la Nestlé Acqua Vera, ha comportato fino ad oggi un “guadagno” per la Regione di sole 36 mila euro annui? (quanto un negozio di intimo in centro città: chincaglierie in cambio d’oro ai nativi siciliani!-)

 4. Dopo gli studi ben noti e referenziati, eseguiti sul bacino idrico della Quisquina, che prescrivono un uso prudente dell’acquifero e delineano la sua precarietà strutturale, sono stati realizzati altri studi ufficiali dalla pubblica amministrazione che dicono il contrario? E chi li ha condotti?

 5. Sulla base di quale nuovo studio tecnico approfondito, nell’esclusivo interesse delle pubbliche risorse, l’assessorato regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità ha dovuto dare concessione di questi altri 10 litri alla multinazionale?

 6. Lei, presidente Crocetta, (e con lei anche le altre istituzioni comunali che ricevono questa mia lettera) non sente il dovere istituzionale e civile di approfondire e rivedere questa concessione che mette in discussione la giusta prerogativa, di almeno ben quattro comunità dell’entroterra agrigentino, a tutelare l’equilibrio di una così importante risorsa pubblica?

 7. Quando lei –Presidente- dice ripetutamente “No a forme di privatizzazione pericolose che aprono a infiltrazioni mafiose”, in concreto, di cosa sta parlando?

 8. Pensa di poter essere, in tutta coscienza, e come presidente dell’ente concessionario, garante della liceità di questa ultima concessione come lo sono stati i suoi predecessori?

 9. In ultimo: -Quando in futuro, con mutate condizioni climatiche, si verificassero le cicliche siccità con i temuti dissesti idrogeologici e le disfunzioni a carico della risorse idropotabili dell’area, a chi dobbiamo rivolgerci per avere giustizia? E chi pagherà? Possiamo a buon diritto inserire il suo nome e quello dell’assessore Marino nella lunga lista degli irresponsabili?

 Attendo, senza troppa speranza, che questi miei quesiti abbiano una risposta ma, soprattutto, che il merito delle questioni poste attivi quel giusto impegno istituzionale (e mi riferisco anche alle Istituzioni locali di maggioranza e di opposizione che leggono questo mio documento) volto alla tutela della risorsa idrica in continuità con quell’impegno che fin’ora ha visto i Comuni produrre invano atti e ricorsi a tutela del patrimonio idrico regionale, concesso e svenduto per quattro soldi proprio da una regione Siciliana che invece avrebbe dovuto gestirlo e tutelarlo.

 Alfonso Leto

 S.Stefano Quisquina 26. 07.2013

 nota: nel virgolettato, una citazione testuale delle dichiarazioni della dottoressa Manuela Kron , direttore di Nestlè corporatete Italia, rese in una sua lettera a La Repubblica Palermo del 5 Aprile 2008

 vedi delibera della Giunta Regionale n. 347 del 30/11/2011

 Tratto da: linksicilia.it

http://www.frontediliberazionedaibanchieri.it/article-il-governo-crocetta-regala-latri-dieci-litri-di-acqua-al-secondo-dei-siciliani-alla-nestle-119279845.html

Sequestrano fidanzati e chiedono riscatto: in cella due immigrati

Il Ministro Kyenge teme per le sue figlie. I genitori di adolescenti italiani invece gioiscono delle gesta delle “risorse”.

Sequestrano fidanzati e chiedono riscatto: in cella due immigrati
Domenica 28 Luglio 2013

CRONACA – Castel Volturno – Sequestrano fidanzati e chiedono riscatto: in cella due immigrati – Casertanews.it
Carabinieri della Compagnia di Mondragone hanno tratto in arresto per sequestro di persona e lesioni personali in concorso Abdul Mumin Mustapha, cl. 87 del Togo e Shams Abdallah, cl. 91 del Burkina Faso, entrambi irregolari sul territorio nazionale. I due, nella mattinata di ieri hanno sequestrato Osaro Celestina, cl. 91 ed il suo fidanzato Aibangbee Aghabiomon 26enne, entrambi nigeriani. Poco dopo hanno però liberato la donna alla quale hanno richiesto una somma imprecisata per la liberazione del suo compagno. La donna, una volta libera, ha immediatamente informato i Carabinieri della Stazione di Castel Volturno che hanno fatto irruzione in un’abitazione di via Rubicone, in Castel Volturno, liberando l’uomo che in quel momento era rinchiuso in una stanza sotto stretta vigilanza dei suoi sequestratori. L’azione dei militari dell’arma, condotta chirurgica precisione, non ha dato scampo ai due sequestratori che sono stati bloccati e tratti in arresto. Il nigeriano, vittima del sequestro, che prima dell’intervento dei militari era stato violentemente percosso, dopo la sua liberazione, è stata condotto presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno dove è stata giudicato guaribile in gg. 21. S.c. per “trauma contusivo distorsivo ginocchio sx, ematoma del labro superiore e inferiore, contusioni multiple per il corpo”. Gli arrestati sono stati associati presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).
http://www.casertanews.it/public/articoli/2013/07/28/061932_cronaca-castel-volturno-sequestrano-fidanzati-chiedono-riscatto-cella-due-immigrati.htm