No TAV – Comunicato Stampa 14 luglio 2013: Dopo il tragico incidente à Brétigny sur Orge

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Movimento No TAV

Comunicato Stampa franco-italiano

14 luglio 2013

 

Dopo il tragico incidente à Brétigny- sur-Orge




Gli oppositori della nuova linea ferroviaria Torino – Lione esprimono la loro solidarietà e il più profondo cordoglio per le vittime e le loro famiglie.

Senza pregiudicare l’esito delle indagini e prima che il disastro colpisse i passeggeri di quel treno, non possiamo che interrogarci sugli enormi ritardi accumulati nella manutenzione della rete ferroviaria esistente.

La stampa riporta le dichiarazioni del Presidente della SNCF fatta nel 2011 le linee  “malate”, ma la disastrosa situazione della rete
esistente è conosciuta da molto più tempo e, come notato da Philippe Duron, presidente AFITF, il 2 luglio all’Assemblea nazionale, la relazione della Ecole Polytechnique de Losanna lo indicava chiaramente già nel settembre 2005  

(http://lyonturin.eu/documents/docs/audit%20%C3%A9cole%20polytechnique%20Lausanne.pdf).

Vi si può leggere:

“L’andamento della disponibilità di denaro per la manutenzione (manutenzione e rinnovo) è preoccupante. Nel corso degli ultimi 20 anni, i bilanci di manutenzione hanno perso il 20% in termini reali, mentre circa 2.800 km di linee ad alta velocità sono stati aggiunti al patrimonio …
(Pagina 8)

“Inoltre, dagli inizi del 2000, il budget per la manutenzione è costante in euro correnti, il che significa una diminuzione del valore reale di circa il 3% all’anno.” (Pagina 8)

“Nel settore “binari”, i tecnici della Ecole Polytechnique di Losanna propongono una politica di manutenzione riducendo l’età media dei binari, attraverso una politica di rinnovamento continuo. Ridurre l’età media dei binari aumenta l’affidabilità e permette di tenere sotto controllo l’evoluzione dei costi di manutenzione a lungo termine, …
(Pagina 13)

Nello stesso tempo la Francia ha finanziato studi geologici e un  progetto per la costruzione del tunnel Lione-Torino che, secondo la
Corte dei conti sono costati già 901 milioni € mentre erano previsti 371 milioni €.
Ancora oggi, una somma equivalente è chiesta per eseguire altri studi, piuttosto che investire questo denaro sulle linee esistenti.

Nonostante le raccomandazioni[2] della Commissione “Mobilità 21”
alla vigilia di questo terribile incidente, il presidente del Consiglio regionale Rhône-Alpes ha organizzato un grande “rito pubblicitario” per la Torino-Lione, riunendo i suoi sostenitori per fare pressione e chiedere l’impegno di fondi
pubblici a scapito di priorità reali. Fa impressione, alla luce del terribile incidente, il cinismo e la lontananza di questa campagna pubblicitaria da qualsiasi realtà.

Tuttavia, le linee della Regione Rhône-Alpes utilizzate ogni giorno dai pendolari, fanno parte delle “linee malate”. Le città di Chambéry e Annecy sono ancora servite da linee a binario unico e questo porta ad aumentare l’uso di autovetture (365.000 vetture in più ogni anno da dieci anni a Chambéry e Annecy).

Il denaro pubblico dovrebbe essere utilizzato per raddoppiare i binari di queste linee  malate e pericolose e non per la nuova
linea Torino-Lione voluta dai gruppi lobbisti
, mentre si utilizza la linea esistente tra Francia e Italia al 17% della sua capacità, dopo essere stata modernizzata tra Digione a Modane investendo quasi un miliardo € ( e circa 400 milioni € per la parte italiana, N.d.T.).

L’arresto immediato di questo progetto costoso e
inutile è una necessità assoluta per destinare il denaro pubblico al rinnovo, all’aumento della sicurezza e al miglioramento della rete ferroviaria esistente.

Una misura di buon senso e di decenza.





1989 – 2013, 24
anni di opposizione popolare alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione

              
 

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Communiqué de presse franco – italien

Le 14 juillet 2013

Après le tragique accident de Bretigny-sur-Orge


Les opposants à la nouvelle ligne Lyon Turin expriment leur solidarité et leur profonde sympathie aux victimes et à leurs familles.

Sans préjuger des résultats des enquêtes et devant la catastrophe qui frappe les passagers de ce train, on ne peut que s’interroger sur les immenses retards pris à maintenir le réseau ferroviaire existant.

La presse reprend les déclarations du Président de la SNCF en 2011 sur les lignes malades, mais la situation désastreuse du réseau existant est connue depuis bien plus longtemps, et comme le rappelait Philippe DURON, Président de l’AFITF, le 2 juillet à l’Assemblée Nationale, le rapport de l’école Polytechnique de Lausanne l’indiquait déjà clairement en septembre 2005 

http://lyonturin.eu/documents/docs/audit%20%C3%A9cole%20polytechnique%20Lausanne.pdf.

On y lisait :

« L’évolution des budgets de maintenance (entretien et renouvellement) est inquiétante. Durant ces 20 dernières années, les budgets d’entretien ont perdu 20% de leur valeur en monnaie constante alors qu’environ 2’800 km de voies à grande vitesse se sont
ajoutées au patrimoine… »
(page 8)

« En outre, depuis le début des années 2000, le budget d’entretien est maintenu constant à euros courants, ce qui signifie une diminution de valeur réelle d’approximativement 3% par an. » (page 8)

« Dans le domaine de la voie, les auditeurs proposent une politique de maintenance privilégiant une réduction de l’âge moyen des voies, au travers d’une politique de renouvellement soutenue. La réduction de l’âge moyen des voies permet d’augmenter leur fiabilité et de maîtriser l’évolution des coûts d’entretien à long terme, … » (page 13)

Dans le même temps, la France a financé des études de reconnaissances et de construction pour un projet de tunnel Lyon-Turin qui ont coûté selon la Cour des Comptes 901 millions d’€uro alors qu’ils étaient annoncés à 371 millions. Il est demandé, aujourd’hui encore, une somme équivalente pour d’autres études plutôt que d’investir sur les lignes existantes.

Malgré les recommandations de la Commission « Mobilité 21 », la veille de ce terrible accident, le Président du Conseil Régional de Rhône Alpes organisait une grande messe publicitaire pour le Lyon-Turin, regroupant ses partisans pour faire pression et réclamer l’engagement des deniers publics au détriment des véritables priorités. On saisit, à la lumière du terrible accident, le cynisme et le décalage de cette campagne publicitaire.

Pourtant, les lignes de la région Rhône Alpes, que les habitants utilisent chaque jour, font partie des « lignes malades », Chambéry et Annecy sont toujours desservies par des voies uniques, cela entraîne une utilisation sans cesse croissante des voitures (365 mille voitures de plus chaque année depuis dix ans à Chambéry et Annecy).

L’argent public doit être utilisé pour doubler dès maintenant les voies de ces lignes malades et dangereuses et non pour une nouvelle ligne Lyon-Turin voulue par ses Lobbyistes, alors que la ligne existante entre la France et l’Italie n’est utilisée qu’à 17% de sa capacité après avoir été modernisée de Dijon à Modane pour près d’un Milliard d’€uro.

L’arrêt immédiat de ce
projet coûteux et inutile, est une absolue nécessité pour affecter l’argent public à la rénovation, la sécurisation et l’amélioration du réseau ferré existant.

Une mesure de bon sens
et de décence

Contact Presse:

Daniel IBANEZ 06 07 74
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Olivier CABANEL 06 09
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http://lyonturin.eu/

http://www.fmlambert.fr/Lyon-Turin-il-est-temps-de-revenir-sur-terre-_a141.htmlhttp://vimeo.com/64201772http://isere.eelv.fr/2013/04/19/video-lyon-turin-a-tout-prix/http://www.dailymotion.com/video/xz559k_lyon-turin-a-tout-prix_news

Processo NOTAV 5 luglio: la testimonianza di Petronzi sul dispositivo di sicurezza per il 27 giugno 2011

Dopo l’ennesima pausa inizia la prima testimonianza della Procura, è quella di Giuseppe Petronzi, classe 1962, dirigente Digos di Torino.

Si stabilisce che per comprendere meglio lo scenario che verrà descritto saranno utilizzate le cartine con una griglia che permette di identificare esattamente i punti nei quali si collocano le azioni che saranno descritte anche tramite un supporto video, un montaggio preparato appositamente dalla procura e contestato dalla difesa, ma poi ammesso in quanto serve “per agevolare l’esame del testimone”, e non c’è “nessuna alterazione”.


La testimonianza inizia con il racconto dello sgombero, il 27 giugno, con un’ordinanza che “venne emanata per gli incidenti verificati nella notte tra il 23 e il 24 maggio, quando era stata tentata la medesima operazione con caratteristiche di arrivo e di partecipazione delle forze dell’ordine meno consistente rispetto a quella del 27 giugno, il tentativo non fu possibile perché eravamo fatti oggetto”, spiega Petronzi, “noi e le maestranze, di un fitto lancio di sassi e di altri oggetti tra le ore 2:00 e le ore 3:00 del mattino”.  Ricorda anche che “vennero lanciati 120 Kg di sassi per un totale di 711 pietre”.

Fu quello che spinse a desistere e ad operare poi lo sgombero il 27 giugno. 

Ricorda, inoltre, che a partire dal 23 maggio quell’area divenne un presidio permanente “senza alcuna possibilità di accesso”, presidiata da soggetti “che vi avevano stabilito laLibera Repubblica della Maddalena”. Il 25 maggio il Capitano Mazzanti aveva cercato di entrare nell’area cercando di passare al check point ed era stato respinto”. 

 

Passa quindi un mese dal primo tentativo, al secondo. E più avanti sarà lo stesso PM a chiedere come mai non si è fatto niente in quel periodo, lasciando così che venissero costruite barricate e ostacoli che hanno reso più difficile l’avanzata dei mezzi delle fdo; Petronzi fa notare che non tutte le attività sono avvenute sotto i loro occhi nonostante molteplici sorvoli aerei, e cita l’episodio del 21 giugno, quando “due giornalisti sono stati respinti e aggrediti, e sulla loro macchina era stata fatta con un chiodo la scritta DIGOS quando si erano recati ad intervistare il sindaco di Chiomonte”. 

 

Il PM chiede se si aspettassero una reazione, insomma se secondo loro i manifestanti erano a conoscenza dell’intervento del 27 giugno, Petronzi risponde che “il fattore sorpresa non è una prerogativa di questi servizi, peraltro è chiaro che spostare 1000 uomini non passa inosservato e da Radio Blackout che faceva collegamenti in diretta si sapeva che stavano dando avvisi dello sgombero imminente”.

 

Ora si entra nel pieno della giornata, di quel 27 giugno che molti di noi non dimenticheranno mai. Il raduno nella zona Oulx-Bardonecchia era intorno alle 5 del mattino, le fdo si sono spostate intorno alle 6 “tenendo conto delle condizioni in essere, un presidio di circa 2-300 manifestanti che avevano organizzato una barricata detta Stalingrado che insisteva sul punto del guard rail sul quale si sarebbe dovuta effettuare l’apertura”. Come per il 23 maggio, Petronzi fa notare che “le attività richiedevano una complessità di parteicipanti, presente quindi SITAF per eventuale chiusura / ripristino autostrada, mezzi di LTF o aziende appaltanti per realizzare le attività”.

L’autostrada era stata chiusa preliminarmente perché, spiega il dirigente Digos, “c’era stato un lancio di sassi registrato da personale SITAF, quindi siamo rimasti all’interno della galleria e nel punto sul quale avremmo dovuto effettuare l’attività c’erano circa 200 persone che variamente si erano appoggiate sulla barricata, alcuni erano anche seduti sulla barriera antivento del bordo autostradale”.

 

Spiega poi come era previsto il dispiegamento di forze per affrontare i vari blocchi, oltre alla barricata Stalingrado c’era infatti il cancello su Via dell’Avanà, all’altezza della centrale idroelettrica, li’ a dirigere le operazioni il Dott. Di Gaetano.

Petronzi spiega che il contingente che avrebbe dovuto uscire dalla galleria vicino alla barricata stalingrado aspettò molto tempo per via “dell’atteggiamento ostile dei manifestanti”. Parla di lanci di oggetti, “urla e grida”, c’è stata quindi una fase di attesa per valutare le informazione e comprendere il quadro della situazione anche grazie all’elicottero in volo, il servizio era considerato molto delicato e si decise di intervenire quando fu chiaro che “non c’era un’intenzione di desistenza dall’altra parte”.

 

A quel punto viene modulato un piano per la massima preservazione del personale, perché “in quel posto eravamo in chiaro sfavore altimetrico rispetto ai manifestanti, ed è quindi uscita una pinza che ha iniziato ad operare sul guard rail, rompendolo”.

 

[Me la ricordo quella pinza. Ero su quel guard rail, con altri manifestanti. Io mi ricordo di quella pinza. Peccato che Petronzi non ricordi che c’erano delle persone su quella barriera che la pinza continuava ad aggredire.]

 

“La pinza”, racconta ancora, “veniva ostacolata con lanci di oggetti, sassi, bastoni, bersagliati con le fionde, veniva fatto grosso uso di estintori, in particolare ricordo un  estintore che conteneva olio esausto e vernice che veniva copiosamente lanciato sul mezzo meccanico e altri estintori contenevano la sostanza anti-incendio per generare fumo e rendere difficile la visione dell’operatore.”


Il lancio di oggetti verso la pinza prosegue, e Petrozi riferisce di diversi danni riportati dal mezzo, anche al vetro, al punto che è stato messo “uno scudo della polizia per poter continuare le attività”. Si parla di circa 300 persone, ma quelle che “riuscivano ad incombere saranno state un’ottantina. La direzione del lancio… almeno da 10 metri quelli che venivano lanciati a mano e raggiungevano il bersaglio, poi c’è stato un grande uso di fionde che arrivavano anche a 20-25 metri”.

 

Alla domanda sulla reazione delle fdo a questi lanci, Petronzi risponde che erano in una posizione svantaggiata e passiva e non erano in grado di “intervenire su queste persone”. Hanno quindi atteso che ci fosse un varco utile da parte della pinza meccanica, per prendere la stradina che li avrebbe portati al museo archeologico ed è quella la fase in cui “i lanci sono stati più efficaci”. Poi aggiungo che quel giorno hanno riportato “56 feriti anche in modo grave” e ricorda “un agente di Milano che ha rotto una scapola”. Aggiunge che “la violenza dei lanci è stata così forte che dopo un primo tentativo abbiamo dovuto rientrare nella galleria perché ci trovavamo in fortissima difficoltà”.

 

Il PM chiede se c’è stato un lancio di lacrimogeni e Petronzi risponde “sicuramente sì”. Alla domanda su quanti siano stati i lacrimogeni lanciati, risponde “circa 280”.

 

Alla domanda sulle caratteristiche tecniche dei lacrimogeni Petronzi, dopo aver fatto notare che si è documentato, precisa che sono stati usati i GL40, lanciati con un attrezzo meccanico, e M7, che contengono lo stesso principio (non viene specificato). La differenza è che quello lanciato con il GL “contiene anche della polvere nera che serve per la proiezione a distanza e che rimane trattenuta nell’area del lanciatore”. In quel giorno sono stati usati entrambi ma per lo più i GL40.

 

Si passa poi alla descrizione dell’avanzata da Via dell’Avanà, centrale elettrica. Sono circa le 7 del mattino, i due gruppi dovevano procedere con autonomia fermo restando l’obiettivo ultimo di raggiungere l’area antistante il museo archeologico e l’azienda vinicola. A dirigere quelle operazioni il Dott. Di Gaetano, i reparti hanno trovato già ostacoli dal varco di servizio all’altezza della galleria del CELS lungo la provinciale 233.

Ad una domanda dell’avvocato GHIA del legal team sul riferire di circostanze non vissute in prima persona, il dirigente Digos precisa che era in costante collegamento via radio con il personale alle sue dirette dipendenze il Dott. Scarpello e il Dott. Fusco, oltre ad un totale di circa “70 persone facenti parti del dispositivo soltanto come DIGOS”.

 

Il PM chiede chi avesse installato il cancello su Via dell’Avanà e Petronzi spiega che erano stati “i presidianti della Libera Repubblica della Maddalena che”, aggiunge, “mi sembra avessero anche istituito un tesserino che stabiliva chi potesse passare e chi no”… cita poi nuovamente l’episodio del 24 maggio del quale “è stata fatta anche notizia giuridica”.

 

All’arrivo al cancello “si ripropone una situazione analoga all’altro punto di accesso, il Dott. Di Gaetano tenta di parlare con esponenti dialoganti dei NOTAV perché è abituale che ci siano dei contatti, presenta l’ordinanza prefettizia mentre dall’altra parte, Stalingrado, veniva comunicata a mezzo megafono perché i manifestanti avevano atteggiamento più ostile. Dal momento che l’interlocuzione non ha avuto alcun esito loro hanno stazionato dietro questo cancello poi, progressivamente, sono iniziati analoghi lanci da una posizione di altezza, poi il cancello è stato ancorato con il mezzo meccanico e le persone hanno arretrato, a quel punto il lancio è stato più violento, alcuni manifestanti tagliavano alberi proprio nel contesto di questa attività”. Il PM chiede di precisare meglio i “lanci analoghi” e Petronzi spiega che si trattava di “pietre, vernice, c’era un estintore che aveva macchiato di rosso divise e scudi e le persone che si erano assestate sul cancello colpivano con bastoni e con altri strumenti a loro disposizione”.

I manifestanti in quest’area “erano variamente abbigliati, con una ricchezza di simbologia notav, fino a soggetti più ostili con abbigliamento di colore scuro, caschi e visibilmente travisati”.

Anche in questo punto che le forze dell’ordine hanno riportato dei feriti (ma in numero minore rispetto all’altra barricata), perché sul tragitto di quasi 2 km sono stati superati diversi ostacoli, incluse delle rotoballe di fieno che poi sono state incendiate.

Per la durata di questa fase considerando un inizio intorno alle 7:00 ed una fine verso le 9:30, si parla di circa due ore e mezzo come tempo dell’operazione.

Per quanto riguarda i danni, Petronzi ricorda il danneggiamento di una vettura della polizia scientifica, e di 3 mezzi di lavoro (SITAF riferisce danno di 41 mila euro).

 

Si passa poi alla visione del video registrato dalle ore 6:19, alla centrale, in varie interruzioni Petronzi potrà fare alcune precisazioni, riporto qui le più significative.

 

7:46, attività sopra la galleria, il filmato viene fermato quando si individua un estintore.

PM: il contenuto dell’estintore è quello a cui faceva riferimento?

Petronzi: “si , quando ho parlato di olio esausto e vernice è perché di questa sostanza è rimasto intriso anche parte del tunnel e lo rinvenivamo sul mezzo sul quale è stata lanciata questa sostanza.”

(Il video mostra che dall’estintore esce del fumo, presumibilmente sostanza anti-incendio, insomma un tradizionale estintore caricato a polvere o a CO2)

PM: da cosa è provocato questo fumo?

Petronzi: il fumo è provocato dall’estintore, come ho detto prima gli estintori sono stati usati in vario modo, sia mettendo all’interno altra sostanza… o come potete venire qui è il tipico contenuto di un estintore, che rendeva difficoltosa la visibilità… altro fumo veniva però generata anche dalla pinza….  come vedete c’era dell’acqua buttata per non fare troppa polvere…. 

 

L’estintore con olio esausto si vedrà poi in un frammento successivo del video, intorno alle 7:55, sembra dalla galleria. Successivamente viene lanciato presumibilmente “pietrisco, che serve a fissarsi là dove in precedenza è stata lanciata sostanza impregnante”.

 

Il video mostra il mezzo meccanico che asporta pezzi di barriere anti-rumore, sulla carreggiata opposta rispetto alla barricata salingrado, ore 8:24.

 

PM “Sono terminate le attività di apertura?”

Petronzi: “si da questa parte erano meno ostacolate, ma l’accesso era favorito da una parte ma sfavorito dall’altra perché questo personale si trovava a “cadere” in un certo senso doveva fare un certo salto in basso.”

 

9:05 DVD2 (galleria)

PM: “Questo è il momento in cui si intensificano i lanci di oggetti?”

Petronzi: “si perché a questo punto hanno un obiettivo più chiaro, che siamo noi che a quel punto usciamo a testuggine dal lato destro e con non poca difficoltà non solo dettata dai lanci ma anche dalla natura del terreno sul quale poggiavamo i piedi e dal fatto che salivamo un terreno difficile e una collinetta e c’è stato anche un momento di empasse da parte nostra, dovendo rientrare in galleria per recuperare la serenità del personale e uscire di nuovo.”

 

9:13 (galleria)

PM: il fumo è quello dei lacrimogeni?

Petronzi: no, io credo che siano più petardi che lacrimogeni, perché eravamo impegnati nella salita della collina e i lacrimogeni avrebbero potuto creare più difficoltà a noi, comunque… quello è anche fumo tipico dei nostri lacrimogeni quindi non glielo posso escludere con certezza posso dirle che avevamo grossi problemi a risalire la collina

 

9:17, DVD 12

PM: “Si trattava di petardi o lacrimogeni?”

Petronzi: “no, questo qui sicuramente lacrimogeni... il contingente che saliva da via del’Avanà, dal momento che i signori che lanciavano sono scappati… progressivamente, anche in ragione del fatto che sull’altro lato venivamo ostacolati nell’accesso, quei lacrimogeni hanno attinto i nostri contingenti che salivano da via dell’Avanà

 

10:20 DVD12

Petronzi: “questo qui è sostanzialmente l’accampamento della cosiddetta libera repubblica della maddalena, dove avevano collocato una serie di tende di varie dimensioni sia in quest’area che nell’area retrostante a questi luoghi che io ho descritto, era pieno di tende, noi come disposizione anzitutto non abbiamo inseguito quelli che scappavano, e in secondo luogo abbiamo lasciato che i manifestanti rimasti sul posto potessero recuperare le proprie cose.” “Nell’area trovammo sostanzialmente un campeggio, tante tende, una tenda degli amministratori di valle, una tenda adibita a Pronto Soccorso, una tenda militare molto grande adibita a punto d’incontro o di convegno, se ricordo bene c’era anche un forno su attrezzo trasportabile con ruote, che ci fu chiesto di recuperare cosa che noi favorimmo”

 

Termina la deposizione di Petronzi sul 27 giugno, la difesa effettuerà il controesame in un’udienza successiva. Si passa quindi al racconto del 3 luglio.

 

Qui il resoconto della prima parte dell’udienza del 5 luglio

https://www.facebook.com/notes/simonetta-zandiri/processo-notav-udienza-5-luglio-aula-bunker-processo-equo-parte-1/10151685879682380



La Terza guerra alla salute e al clima

 

Stiamo affrontando gli stessi personaggi, gli stessi loschi figuri 
Valdo Vaccaro – http://valdovaccaro.blogspot.com/ – http://www.medicinanaturale.biz/
Ciao Valdo, grazie per le tesine. 
Vedo che anche tu non scherzi quando ti cerchi dei nemici. 
Stiamo affrontando le stesse persone. 
Sono i padroni delle case farmaceutiche, delle fabbriche di armi, delle stalle da 200 mila capi e delle grandi istituzioni che stampano denaro senza averne i titoli, e che poi hanno la faccia tosta di prestarlo al mondo con tanto di interessi. 
Ormai è chiaro che la gente non si ammala per virus e batteri ma per il cibo-spazzatura, per l’inquinamento ambientale chimico ed elettromagnetico, per i troppi veleni e le colture OGM. 
Le nanotecnologie con i loro elementi auto-assemblanti capaci di attaccare il Dna, in forma di nanopolveri diffuse nei cibi, nei farmaci, nei vaccini, e nell’atmosfera, sono solo l’ultimo ritrovato. 
E, con queste porcherie, stanno lentamente, ma non troppo, trasformando gli esseri umani in automi vulnerabili ed elettrosensibili, pronti per il cablaggio al supercomputer globale. 
Questa è la realtà. A presto. 
Franco Bovone
Un messaggio meritevole di diffusione in un mondo ormai cloroformizzato
Ciao Franco, ho trovato il tempo per analizzare il tuo prezioso materiale, sintetizzarlo e riassemblarlo un po’, aggiungendovi pure del mio. 
Sono d’accordo con te che ci troviamo di fronte al medesimo nemico. 
Su questi problemi è fondamentale divulgare informazione corretta, senza esagerare e senza creare inutili allarmismi, all’infuori di quelli già impliciti nei fatti. 
Siccome la stampa pare anchilosata ed ipnotizzata su questi problemi, siamo noi che dobbiamo sobbarcarci l’onere di farlo. 
Il fatto che il Presidente della Repubblica Italiana, e un Ministro basilare come Giulio Tremonti, entrambi persone non solo autorevoli ma anche stimate e rispettate, abbiano citato in pubblico la faccenda del Nuovo Ordine Mondiale e degli Illuminati, dovrebbe svegliare le coscienze assopite e cloroformizzate del nostro paese, di tutti i governanti e della gente comune. 
Mi auguro che questo documento abbia la giusta e meritata diffusione. 
Valdo Vaccaio

I piani malefici, contro la salute della popolazione mondiale, non sono cosa di oggi 
Le Nazioni Unite, già nel 1977 attestavano che La guerra ambientale, ovvero l’intenzionale modificazione a fini strategici del sistema ecologico naturale, come il clima, gli equilibri dell’atmosfera, le piattaforme tettoniche, è assolutamente proibita. 
Il fatto che l’ONU scrivesse già allora quanto sopra è alquanto inquietante e sconvolgente. 
Significa infatti che esistevano intenzioni e piani militari segreti ma non troppo, per demolire l’ignara popolazione mondiale nel suo bene più prezioso che è la salute.
Vari modi per ammalare e disintegrare la genteLa salute della popolazione si colpisce in tanti modi:
1) Dandole da mangiare proteine nobili, ovvero bistecche di bovino, pollo, maiale e balena, e causando ad essa la putredine nobiliare e reale, antico nome del cancro che colpiva in esclusiva le corti dei tempi andati.
2) Ripescando dal Medioevo i terrori del passato e spaventando tutti coi fantasmi e con gli spiriti maligni della malattia nemica e contagiosa.
3) Imponendole esami diagnostici, operazioni, farmaci e vaccini a rotta di collo.
4) Cambiandole il clima, desertificando le aree vitali, modificandole il corso dei fiumi, creando terremoti e maremoti (o tsunami), spruzzando nei cieli degli aerosol chimico-biologici.
5) Costringendola a consumare prodotti agricoli geneticamente modificati, e a dipendere in modo schiavistico dalle sementi proposte dal monopolista mondiale.
6) Sovvertendo l’andamento economico-finanziario-valutario dei mercati.
Nessuna fantasia e nessun volo pindarico 
Se qualcuno pensa che quando sopra sia frutto di fantascienza, di fantasie derivate da scrittori di ufologia, di occultismo o di catastrofismo, se lo scordi.
Esistono prove concrete e tangibili che quanto sopra non solo sta avvenendo e promette di avvenire, ma che è già avvenuto dentro e fuori gli Stati Uniti d’America.
L’intrusione dei macellai nella politica aggressiva degli USA Il punto 1 è in atto da decenni, tanto che il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste dei tempi andati si chiama oggi con termine sinistro e moderno Agroalimentare, parola coniata dagli americani per significare mega-allevamenti e mega-macelli. 
La guerra della bistecca del 2007-2008 contro la Korea del Sud, e altre tensioni simili contro altri paesi incluso l’Italia, sono la prova di quanto attivi e determinati siano i macellatori-masnadieri a stelle e strisce.
Aids, papilloma, aviarie-suine e desertificazione pianificata dell’Arizona Il punto 2 è rappresentato dall’invenzione dell’Aids nel 1984, seguita oggi dalla farsa del Papilloma Virus.
Il punto 3 calza benissimo col tentativo di golpe medical-militare da parte dell’OMS, in concomitanza con la pandemia aviaria-suina. 
Il punto 4 trova verifica nella distruzione degli Indiani Pimas in Arizona tra il 1900 e il 1950, attuata cambiando il corso dei fiumi e desertificando le loro fertili terre bagnate da una rete canali (vedi mio articolo La controprova dei Pimas).
L’espansione della Monsanto e la decapitazione delle Tigri Asiatiche Il punto 5 trova conferma in Argentina ed in altri paesi dove gli OGM della Monsanto hanno monopolizzato i terreni agricoli, causando danni incalcolabili. 
Il punto 6 fa ricordare la decapitazione delle cosiddette Tigri Asiatiche (Thailandia, Korea, Indonesia, Singapore-Malaysia) da parte dell’accoppiata Bill Clinton – George Soros e del Fondo Monetario Internazionale da loro controllato, e la contemporanea distruzione dell’export italiano ed europeo, prima verso l’Asia e poi verso il resto del mondo.
La guerra non è più fatta di spari. Una illuminante intervista del generale Fabio Mini. Tornando alla guerra ambientale, esiste un’intervista ormai famosa ed illuminante del generale Fabio Mini da parte dell’emittente veneta Radio Base, del 21 febbraio 2008, diventata di basilare importanza al pari dell’articolo di Mini medesimo Owning the weather (Il controllo del clima), pubblicato sulla rivista Limes N. 6 del 2007. La guerra è cambiata, esordisce il generale. Non ci si spara più uno contro l’altro (se non nelle scaramucce residue dell’Iraq e dell’Afghanistan, dove i veri colpi sono rappresentati da attentati e autobombe, aggiungiamo noi).
Creare un sisma, uno tsunami, un tifone, sono diventate un gioco da ragazzi Più che fucili e missili ci sono altri tipi di arma. 
Un’arma che ha assunto importanza fondamentale nella guerra moderna è l’arma psicologica.
Nessuno può negare che, dopo Hiroshima e Nagasaki, ci siano state più di 1000 esplosioni nucleari nel sottosuolo terrestre, nella profondità degli oceani e persino nello spazio, esplosioni capaci di causare terremoti e tsunami, e altri disastri ambientali. 
Creare un sisma o uno tsunami è dunque possibile. Sono cose vere, scientifiche, provate. 
Esistono linee di frattura e faglie assai evidenti e note sulla superficie terrestre. Ci sono mappe precise che rivelano i punti deboli e vulnerabili, sui quali è un giochino da ragazzi poter intervenire.
E’ dagli anni 40 che americani ed inglesi studiano strategicamente gli tsunami Non ho prove che ci sia stato un esperimento nucleare o convenzionale capace di provocare un determinato terremoto, ma sono abbastanza pessimista per non pensarlo. 
In 45 anni di carriera militare in giro per il mondo, ne ho viste di tutti i colori. 
Negli anni 40, un professore israeliano-neozelandese faceva degli esperimenti in mare tra Nuova Zelanda e Australia, riuscendo a provocare delle onde anomale, dei piccoli tsunami.
Lavorava in Australia per conto dell’Università di Auckland, ma i fondi dati a questo progetto erano gestiti dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna.
I generatori di onde elettromagnetiche a bassissima frequenza. Quanto al centro HAARP in Alaska, dove si lavora da anni su un progetto di ricerca sulle onde elettromagnetiche, il generale Mini conferma che la ricerca sta evolvendo nella direzione delle onde estreme, a bassissima ed altissima frequenza, che sono capaci di superare gli ostacoli e di non essere influenzate dalla curvatura terrestre, e pertanto capaci di modificare l’aspetto atomico di qualsiasi materiale. 
In pratica, chi ha in mano i più sofisticati generatori di queste onde, si ritrova avvantaggiato sul nemico, essendo in grado di modificare tante cose, incluso il clima. 
L’obiettivo delle grandi potenze è quello di possedere il controllo del tempo meteorologico entro il 2025 a fini militari. Gli Stati Uniti sono all’avanguardia, ma russi e cinesi non si limitano a guardare, e stanno pure essi lavorando alacremente a questo tipo di progetti. 
Creare grandi alluvioni o grandi siccità in un determinato paese, in una determinata regione, si trasforma in un attacco militare e in una guerra contro di essi, risparmiando l’uso massiccio di uomini e di armi da parte dello stato aggressore.
Un articolo importante di Franco Bovone sugli Illuminati e sulle scie Esiste pure un importante articolo di Franco Bovone, presidente della Commissione Naturalistica del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo, Regione Piemonte), che ha fatto scalpore, e che partendo da un documento ormai storico sulla storia degli Illuminati (gruppo massone che avrebbe creato, diretto e manovrato a bacchetta entrambe le due guerre mondiali, e starebbe dirigendo pure la terza, con l’obiettivo fisso del suo Nuovo Ordine Mondiale) e arriva alla situazione odierna in cui ci ritroviamo coi cieli sporchi non casualmente o per incuria, ma per mirate operazioni strategiche di spruzzatura aerosol e sostanze minerali top-secret.
Il progetto globalizzante chiamano NOM, citato pure dal presidente Napoletano In diversi miei articoli precedenti, ho scritto che siamo finiti tutti nelle mani di una ganga di filibustieri.
Non era una battuta umoristica. 
Esiste infatti un gruppo finanziario con nomi e cognomi, una crema del potere bipede internazionale, dotato di enorme potenza economico-finanziaria, che sta programmando per filo e per segno gli eventi a livello mondiale, sostituendosi all’evoluzione naturale e all’andamento casuale o divino o fatale delle cose terrene.
Un gruppo che ha in testa da decenni un NOM, un Nuovo Ordine Mondiale.Non si tratta di storielle e di fantascienza, tant’è che ne ha fatto menzione lo stesso nostro presidente Giorgio Napolitano, durante la cerimonia di consegna delle decorazioni all’Ordine Militare d’Italia.

Gli Illuminati, gente pazzoide presa di mira pure da Giulio Tremonti La globalizzazione economica, preludio di quella politica, è il primo degli strumenti per imporre una progressiva esautorizzazione dei governi nazionali a favore di entità sovranazionali. 
Unione Europea, Unione Eurasiatica, Trattato di Lisbona, Codex Alimentarius, OMS e FDA e varie Chiese Mediche americane, sono tutte tappe parziali in quella direzione. 
Lo stesso ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha citato più volte di fronte alle telecamere che i responsabili della globalizzazione selvaggia a tappe forzate e senza regole, definendoli un gruppo di pazzi che amano definirsi Illuminati.

Un documento-bomba datato 1871, custodito presso il British Museum di Londra Chi sono dunque questi Illuminati? 
Lo storico francese René Chandelle ha scritto un libro dal titolo La Congiura degli Illuminati, definendoli come gente che punta alla creazione di un Nuovo Ordine Mondiale. 
La storia degli Illuminati è lunga ed articolata. 
Esiste un documento-bomba del 15 agosto 1871, nel quale sono delineate le fasi e le istruzioni strategiche per provocare tre guerre mondiali in successione, capaci di portare come risultato alla creazione di questo nuovo ordine internazionale.
Albert Pike e Giuseppe Mazzini, impazienti fomentatori di disordini Albert Pike (1809-1891), generale dei confederati, massone ed autore del testo Morale e Dogmi della Massoneria, Sovrano Ispettore Generale degli Stati Uniti d’America dal 1859 al 1891, e Giuseppe Mazzini (1805-1872), Illuminato, padre del Risorgimento Italiano e membro della Carboneria, fondatore nel 1831 della Giovine Italia e nel 1834 della Giovine Europa, erano due alti dignitari che fomentavano disordini e creavano corporazioni attraverso fitti carteggi. 
Due personaggi che fungevano da impazienti catalizzatori ed acceleratori della storia, suggerendo e favorendo nuovi scenari e nuove situazioni politiche.
Tutti i libri di storia moderna dovranno essere rivisti e riscritti Perché questo documento-bomba del 1831 viene conservato con grande interesse presso il maggiore museo del mondo (il British Museum)? 
Perché 43 anni prima dello scoppio della Grande Guerra del 14-18, e 68 anni prima del Secondo Conflitto mondiale esso descrive con millimetrica esattezza quanto accadrà?
Prima e seconda guerra mondiale narrate per filo e per segno, decine di anni prima Leggiamo assieme. 
La prima guerra mondiale avrà lo scopo di consentire agli Illuminati di abbattere il potere degli Czar di Russia e di trasformare questo grande paese nella fortezza del comunismo ateo. 
Divergenze tra Impero Britannico e Germania, tra Pangermanismo e Panslavismo, dovranno essere usate dagli agenti Illuminati per fomentare la guerra. Una volta conclusa, si dovrà edificare il comunismo ed impiegarlo per far cadere altri governi ed indebolire le religioni.
La seconda guerra mondiale verrà fomentata dagli Illuminati approfittando della discrepanza tra fascisti e sionisti. 
La guerra inizierà per distruggere il nazismo e favorire il sionismo, culminando nella creazione dello Stato Sovrano di Israele in Palestina. Nel caso della seconda guerra si dovrà creare una Internazionale Comunista sufficientemente forte da contrapporsi a tutto il mondo cristiano.
Terza Guerra tra Sionismo e Islam, e le altre nazioni coinvolte fino ad esaurirsi La terza guerra mondiale verrà fomentata dagli Illuminati sfruttando la contesa tra il sionismo politico e i capi del mondo musulmano. 
La guerra deve orientarsi in modo tale che Islam e Sionismo si distruggano a vicenda, e le altre nazioni siano obbligate a entrare nel conflitto fino al punto di esaurirsi fisicamente, mentalmente, spiritualmente ed economicamente. 
Possiamo anche pensare a una burla di Carnevale .
Profezie alla Nostradamus? Fantasie? Pazzie? Possiamo pensare quello che vogliamo. Possiamo pure illuderci che sia tutto un falso ed una invenzione di qualche grande burlone che ci sta prendendo tutti per i fondelli. 
Possiamo dirci che non esiste Pike e non esiste Mazzini, e che la setta degli Illuminati è parto della nostra bacata fantasia, e che non esiste tale Setta Segreta negli Stati Uniti d’America. 
Possiamo pure tranquillizzarci e dire che le strisce che vediamo nel cielo sono trecce di Berenice, che gli eventi dell’umanità sono dovuti al caso, alle bizze di banali comparse tipo Hitler e Mussolini, al nostro libero arbitrio, a Dio o agli Oroscopi, e che i simboli presenti sulle banconote americane siano solo decorativi, e non richiamino invece la simbologia esoterica della Massoneria.
E se invece fosse vero? Ma se riteniamo invece che i conti tornino, che le tessere del mosaico di Pike si incastrino alla perfezione, che il quadro che si forma sia quanto meno sconcertante, allora le cose diventano molto più serie. 
In questo caso siamo tutti costretti ad assumerci le nostre responsabilità. 
Dobbiamo prepararci e costruirci al più presto un centro-studi-strategici per operare contro tali eventi, o per attrezzarci convenientemente in vista dei medesimi. 
Non c’è il due senza il tre suona quanto mai sinistro. Ma occorre farci un pensierino. 
Sul nostro territorio ospitiamo qualche milione di stranieri, per lo più islamici, giovani ed agguerriti, ed abbiamo pure popolazioni Rom non integrate, che vivono troppo spesso di furti e di altre singolari attività. Nella maggior parte si tratta comunque di persone oneste, pacifiche, utili e non malintenzionate.
Ma in caso di rottura degli equilibri internazionali, in caso di disordini religiosi ed economici, tutto potrebbe cambiare anche in modo drammatico.
Creare disordini a tavolino non è cosa difficile I gravissimi fatti di Genova 2001 non sono stati casuali, ma sono stati progettati da una regia occulta internazionale interessata a demolire il governo in carica, ed anche per testare la guerriglia urbana.
Si è capito da lunga data che per scatenare disordini sociali basta poco. 
Uno sciopero, una crisi alimentare, una crisi energetica nel settore carburanti. 
La miscela esplosiva di fame, immigrati e musulmani farà il resto. 
Se a questo aggiungiamo la situazione internazionale, con possibili attacchi contro Israele e relative ritorsioni, con possibili attacchi contro l’Iran e annesse ritorsioni, con esodo massiccio di profughi, con intervento cinese a difesa del petrolio, abbiamo il quadro completo della situazione.
Gli Illuminati puntano alla destabilizzazione degli stati-nazione ed alla creazione di un super-governo mondiale autoritario Quadro che si armonizza perfettamente coi piani e con gli scopi degli Illuminati, che puntano da sempre alla destabilizzazione sistematica degli stati-nazione e alla sostituzione degli stessi con un super-governo mondiale autoritario. Sarà il popolo stesso ad invocarlo, a richiedere stop alle montanti violenze, ai disordini ed agli orrori, rinunciando a ogni forma di indipendenza, di democrazia, di autonomia e di libertà. Inverosimile? Forse. 
Ma i truffatori sono maestri nel far apparire credibile il falso, e viceversa.
Esasperazione etnica e disordini a catena. Necessità di una moneta-paracadute interna, a riparo di crisi valutaria e stagflazione. 
Fra le strategie adottate dai fomentatori di disordini figura l’esasperazione dell’odio etnico latente in diversi popoli, anche europei, che si ritengono a torto o a ragione vessati dagli stati-nazione (vedi Serbia-Kosovo). Esasperazione che può sfociare in disordini a catena, e in un incendio generale del continente europeo. I segnali ci sono. Il prof Giacinto Auriti, di recente scomparso, propugnava per la creazione di una moneta alternativa-paracadute di proprietà nazionale, a riparo di una crisi finanziaria-valutaria mondiale con sottrazione della moneta circolante e crisi di stagflazione, indotte dal sistema bancario centrale. Qualcosa di simile a quanto avvenuto in Cina con lo Yuan (ad uso esterno) e il Remimbi (ad uso interno).
Esistenza di un chiaro filo conduttore Franco Bovone, conclude il suo importante contributo sottolineando come questi argomenti diversi che vanno dalla politica, alle strategie militari, all’economia, alle bio-nano-tecnologie ed alla psicotronica, possano sembrare apparentemente slegati e sconnessi, mentre in realtà sono caratterizzati da un filo conduttore preciso ed univoco, che porta coerentemente in una troppo evidente direzione. 
Operazioni strane e segrete sopra le nostre teste 
Tornando alle cose dei nostri giorni, ci troviamo di fronte a operazioni segrete e clandestine, con diffusione di sostanze strane, a nostra totale insaputa, sopra le nostre teste, i nostri tetti, i nostri orti.
Tali operazioni vengono pervicacemente negate dalle autorità preposte al controllo dei cieli. 
Ma gli attacchi agli eco-sistemi naturali hanno purtroppo una lunga e triste storia. 
Un’ora di volo di un aereo antincendio Canadair costa 12000 €, non una bazzecola. 
Perché mai ci sono allora aerei che diffondono queste scie particolari, che niente a che fare hanno con le scie di condensa rilasciate dai motori aerei ad alta quota? Chi li finanzia e perché?
Le scie malandrine nascono alla NASA negli anni ‘90 Questo progetto delle scie malandrine ha una sua precisa cronistoria. 
Nasce alla NASA all’inizio degli anni ’90 dalla mente non certo serena e pacifica del prof Teller, padre della bomba H, e viene barattato ufficialmente come progetto-contromisura nei confronti del cosiddetto effetto-serra. 
Iniziano le prime sperimentazioni in campo aperto, e ci sono i primi avvistamenti in USA e in Canada.
L’irrorazione fornisce subito inaspettati vantaggi nelle telecomunicazioni, per cui viene implementata ed integrata con diversi prodotti e nano-particelle (coperti da brevetti registrati) inerenti al controllo climatico.

Una guerra mondiale-ambientale già cominciata 
Il progetto originario diventa troppo importante e passa dalla NASA al Pentagono, dove diventa un sistema integrato di guerra ambientale, come confermato dal citato articolo Owning the weather, dove il generale Fabio Mini ( già Capo di Stato Maggiore della NATO e Medaglia d’oro al Merito dalla Presidenza degli Stati Uniti), parla di una guerra mondiale ambientale già cominciata, e cita pure gli studi dell’Ing. Thomas Bearden, scienziato di elettronica, fisica quantistica, onde longitudinali, nonché autore del testo America at the brink (America sull’orlo dell’abisso).
Manipolazione del clima e dei fenomeni sismici e marini mediante le ELF e le VLFMini dichiara che esiste la possibilità, impiegando onde elettromagnetiche ELF (extraordinary low frequency) e VLF (very low frequency), di manipolare tramite l’interazione con la ionosfera e la magnetosfera, le correnti in alta quota (jet streams), e con esse il clima globale, le grandi correnti oceaniche, le piattaforme tettoniche (con possibilità di attivarne le proprietà piezoelettriche innescando o influenzando fenomeni naturali come tifoni, terremoti e tsunami, i quali possono poi montare e svilupparsi anche per conto proprio, dopo essere stati generati ad arte).
La necessità di un cielo elettroconduttivo, irrorato con metalli superleggeri Queste operazioni turbative del clima, richiedono un ambiente elettroconduttivo, cioè un’atmosfera irrorata con metalli superleggeri. 
Chiaro che esiste una strategia della disinformazione e della negazione da parte delle autorità militari e politiche, trattandosi di operazioni severamente vietate dalle Nazioni Unite. 
Ma la ricaduta dei particolati metallici a base di alluminio, bario e litio, nonché di polimeri vari
(di provenienza assolutamente e innaturalmente terrestre), rilevati in Italia, Spagna, Grecia e USA, sta causando variazioni del pH dei suoli, morte di insetti utili come le api (che sono indispensabili per l’impollinazione dei fiori negli alberi da frutto).
Tutto gioca a favore della Monsanto e degli OGM I fenomeni metereologici si stanno poi estremizzando, con prolungati periodi di siccità e di piovosità, studiati a tavolino per causare massimi danni alle colture e spingere agricoltori e Ministeri dei vari paesi verso colture apparentemente più resistenti e produttive. 
In breve, il mondo intero sarà costretto a ricorrere ai sistemi OGM brevettati appositamente dalla Monsanto, strada senza ritorno che porterà alla scomparsa delle sementi autoctone riproducibili, in cambio di sementi penosamente sterili, e alla dipendenza totale e schiavistica nei riguardi dei nuovi monopolisti del NOM, del Nuovo Ordine Mondiale, ambizioso nome che sostituirà l’obsoleto, sputtanato ed italicato nome di Stati Uniti d’America.
L’ultimo toccante discorso di Robert KennedyQuando si parla di grandi potenze, ci si riferisce sempre a dati quantitativi, a capacità offensiva militare, a potenzialità produttiva e industriale. 
Ma, come disse Bob Kennedy, in un famoso discorso all’Università del Kansas il 18 marzo del 1968, poco prima di essere assassinato: 
Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base degli indici di borsa, o sul prodotto interno lordo. Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, le carneficine autostradali di fine-settimana, le serrature speciali alle nostre porte di casa, i programmi televisivi che valorizzano stili di vita sbagliati e violenti, nonché prodotti nocivi per la nostra salute. Il PIL non tiene conto del benessere della nostra gente, della qualità dell’educazione, della giustizia dei nostri tribunali, dell’equità dei nostri rapporti interpersonali. Il PIL non misura la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione verso i più deboli.
Quasi in perfetta linea con le parole del Mahatma Gandhi Mancava poco che il più grande e sensibile dei Kennedy parafrasasse il discorso di un altro grande statista, come il Mahatma Gandhi, che non molti anni prima aveva pronunciato di fronte alle Nazioni Unite, parole indimenticabili come: La vera grandezza di un paese si misura non tanto col PIL e la ricchezza prodotta dalle sue industrie, ma col modo di trattare i deboli e gli indifesi, e soprattutto i bambini e gli animali, nudi e vulnerabili, primi a chiedere disperatamente, a pieno diritto, tutela e protezione.

Il ruolo mondiale e storico dell’Italia L’Italia non è di certo una grande potenza in termini quantitativi e in termini politici. 
Non ha pure, oggi come oggi, titoli morali per elevarsi e insegnare grandi cose al mondo, essendosi sporcata le mani nel dopoguerra, e in particolare negli ultimi 30 anni, con le sozze attività degli allevamenti e dei macelli, col diventare 52° provincia degli USA, al pari di Korea e Filippine. 
Non è tuttavia un paese del Terzo Mondo, e nemmeno del Secondo. 
Se esiste un Primo Mondo, essa ci sta comunque a pieno diritto. 
Ha dalla sua parte 2500 anni di storia e di scienza, di arte e di cultura. 
E può guardare dall’alto in basso, in linea persino verticale, i rozzi macellai e i gabellieri chimico-farmaco-petroliferi americani, i pidocchi rifatti, i mendicanti internazionali, zeppi di dollari falsi e inflazionati, ma vuoti di memoria storica, di coscienza civile e di intelligenza umanitaria.

America generosa distributrice o America buco-nero del mondo? L’America non deve illudersi per lo Sbarco in Normandia e per quello di Anzio, liberatrice dai guasti di una guerra creata e cercata dai suoi centri di potere, liberatrice da un Hitler e da un nazismo nati, covati e coltivati al suo interno prima ancora che in Germania. 
L’America si atteggia a padrona e a sovrana del mondo intero. 
Si autodefinisce distributrice di ricchezza, di democrazia e di libertà, anziché a buco-nero del mondo.
Padrona dei bisonti che ha annientato, padrona degli Indiani che ha massacrato, padrona dei bovini, dei suini e dei polli che sta allevando e dilaniando, distribuendo con le sue immonde catene mondiali dei MacDonalds, dei Kentucky Fried Chicken e dei Burger King. 
Abbeveratrice mondiale di latte, zucchero, aspartame, caffè e cocacola. 
Padrona dei popoli, delle reti Internet, della natura, del clima e persino delle sementi, sulle quali progetta e pretende esclusive e diritti d’autore.
La faccenda dei diritti d’autore su Pitagora, Archimede, Leonardo, Colombo e Vespucci Quando mai l’Italia ha chiesto diritti d’autore sulle Tavole Pitagoriche, sui teoremi geometrici e sulla pericolosità estrema delle diete alto-proteiche, di Pitagora da Crotone ( 592 a .C.)? 
Quando mai li ha chiesti sulla vite, sul paranco e sul differenziale, di Archimede da Siracusa (287- 212 a .C.)? 
Quando mai li ha domandati sulla bicicletta, sull’auto, sull’aereo, sull’elicottero, sul sommergibile e sul carrarmato, o magari sulla Gioconda, di Leonardo da Vinci (1452-1519)? 
Quando mai li ha pretesi sulle mappe geografiche dei suoi stessi territori, di Cristoforo Colombo da Genova (1451-1506)? 
Quando mai li ha reclamati sul nome stesso America, di Amerigo Vespucci (1454-1512)? 
Quando mai sulla sobrietà e la salute igienistica, di Luigi Alvise Cornaro da Venezia (1475-1566)? 
E su Galvani, Volta, Meucci, Pacinotti, Marconi e Fermi
Quando mai sui microbi e sui virus, di Girolamo Fracastoro da Verona (1478-1553)? 
Quando mai sulla conduttività elettrica, di Luigi Galvani da Bologna (1737-1798)? 
Quando mai sulla pila, sulle linee elettriche e sul lume a metano, di Alessandro Volta da Como (1745-1827)?
Quando mai sul tubo Venturi e sulla depressione dei fluidi, di Giovanni Battista Venturi da Reggio Emilia (1746-1822)? 
Quando mai sulla doratura galvanica, di Luigi Vincenzo Brugnatelli da Bologna (1761-1819)? 
Quando mai sul telefono, di Antonio Meucci da Firenze (1808-1889)? 
Quando mai sul motore elettrico e la dinamo, di Antonio Pacinotti da Pisa (1842-1911)? 
Quando mai sul radar aereo, sulla radio e la televisione, di Guglielmo Marconi da Bologna (1874-1937)? 
Quando mai sull’elettro-dinamica quantistica e sulla radioattività, di Enrico Fermi da Roma (1901-1954)?
Avrà diritto l’Italia a dire veramente la sua modesta opinione sul marcio della Casa Bianca? Avrà diritto l’Italia a dire qualcosa di decisivo su queste porcherie che stanno avvenendo sui suoi cieli e su quelli del mondo? 
Avranno diritto le ditte italiane a pretendere che Bill Clinton e George Soros vengano portati di fronte a un tribunale internazionale per i crimini economico-valutari del 1997 contro tutto il Sud-Est Asiatico e la Korea, e per la distruzione quasi totale ed irreversibile delle nostre esportazioni in quei mercati?
Avrà diritto l’Italia della scienza, dell’arte, dell’amore e della poesia, a denunciare tutte le recenti malefatte americane contro la salute dell’umanità intera? 
Avrà diritto l’Italia a distinguere tra l’America buona e quella patocca? 
Avrà diritto l’Italia ad esaltare le grandi qualità dell’America sana, dei Robert Pritikin e dei Ralph Cinque, dei Frank Sabatino e dei John Robbins, ispirata agli Herbert Shelton, ai Martin Luther King, ai Bob Kennedy e ai tantissimi altri uomini degni dei valori originari e di quel IN GOOD WE TRUST, che è paradossalmente stampigliato sulla sua carta-moneta? 
Avrà diritto l’Italia a rifiutare le aberranti alchimie politiche per una Terza Guerra Mondiale? 
Avrà diritto l’Italia a rifiutare, in nome della libera popolazione mondiale, i disegni occulti, le pandemie, i piani segreti, le aberranti alchimie politiche e i demenziali schemi preordinati di una Terza Guerra Intercontinentale contro la natura, il clima, l’ambiente, contro la salute dei più, a vantaggio dell’avidità infinita di soldi e di potere, da parte di una banda di ladroni patentati? 
Avrà diritto l’Italia a dissociarsi da ogni legame strategico-militare con la parte marcia dell’America, comandata e manovrata più che mai dal gruppo nazi-americano dei Rockefeller?

Tratto dalla pagina fb ecoresistenza

Borsellino ucciso perché indagava sulla trattativa, trovato il fascicolo. E spuntano nomi “pesanti”

Scritto da Il Fatto Quotidiano |
Pubblicato Domenica, 14 Luglio 2013 07:05 
 

strage via damelio borsellino trattativa

La ricostruzione dei giornalisti del Fatto, Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, mette i brividi: Borsellino è stato ucciso perché stava indagando, formalmente, sulla trattativa Stato-Mafia. La conferma arriva dal ritrovamento di un fascicolo assegnato a Borsellino in data 8 luglio 1992 (11 giorni prima di essere ucciso…) in cui viene fuori l’ufficialità dell’indagine e i nomi delle persone coinvolte. Nomi pesanti. Nomi di capimafia. Nomi di politici. Nomi di esponenti dei servizi segreti.

 In piena stagione stragista, a metà giugno del ‘92, un anonimo di otto pagine scatenò fibrillazione e panico nei palazzi del potere politico-giudiziario: sosteneva che l’ex ministro dc Calogero Mannino aveva incontrato Totò Riina in una sacrestia di San Giuseppe Jato (Palermo). Una sorta di prologo della trattativa. Su quell’anonimo, si scopre oggi dai documenti prodotti dal pm Nino Di Matteo nell’aula del processo Mori, stava indagando formalmente Paolo Borsellino. Con un’indagine che il generale del Ros Antonio Subranni chiese ufficialmente di archiviare perché non meritava “l’attivazione della giustizia”.

IL DOCUMENTO dell’assegnazione del fascicolo a Borsellino e a Vittorio Aliquò, datato 8 luglio 1992, insieme alle altre note inviate tra luglio e ottobre di quell’anno, non è stato acquisito al fascicolo processuale perché il presidente del Tribunale Mario Fontana non vi ha riconosciuto una “valenza decisiva” ai fini della sentenza sulla mancata cattura di Provenzano nel ‘95, che sarà pronunciata mercoledì prossimo.

Ma le note sono state trasmesse alla Procura nissena impegnata nella ricostruzione dello scenario che fa da sfondo al movente della strage di via D’Amelio. In aula a Caltanissetta, infatti, nei giorni scorsi, Carmelo Canale ha raccontato che il 25 giugno 1992, Borsellino, “incuriosito dall’anonimo” volle incontrare il capitano del Ros Beppe De Donno, in un colloquio riservato alla caserma Carini, proprio per conoscere quel carabiniere che voci ricorrenti tra i suoi colleghi indicavano come il “Corvo due”, ovvero l’autore della missiva di otto pagine.

Quale fu il reale contenuto di quell’incontro? Per il pm, gli ufficiali del Ros, raccontando che con Borsellino quel giorno discussero solo della pista mafia-appalti , hanno sempre mentito: una bugia per negare l’esistenza della trattativa, come ha ribadito Di Matteo ieri in aula, nell’ultima replica. Tre giorni dopo, il 28 giugno, a Liliana Ferraro che gli parla dell’iniziativa avviata dal Ros con don Vito, Borsellino fa capire di sapere già tutto e dice: “Ci penso io”.

Il primo luglio ‘92, a Palermo il procuratore Pietro Giammanco firma una delega al dirigente dello Sco di Roma e al comandante del Ros dei Carabinieri per l’individuazione dell’anonimo. Il 2 luglio, Subranni gli risponde con un biglietto informale: “Caro Piero, ho piacere di darti copia del comunicato dell’Ansa sull’anonimo. La valutazione collima con quella espressa da altri organi qualificati. Buon lavoro, affettuosi saluti”.

NEL LANCIO Ansa, le “soffiate” del Corvo sono definite dai vertici investigativi “illazioni ed insinuazioni che possono solo favorire lo sviluppo di stagioni velenose e disgreganti”. Come ha spiegato in aula Di Matteo, “il comandante del Ros, il giorno stesso in cui avrebbe dovuto cominciare ad indagare, dice al procuratore della Repubblica: guardate che stanno infangando Mannino”.

Perché Subranni tiene a far sapere subito a Giammanco che l’indagine sul Corvo 2 va stoppata? Venerdì 10 luglio ‘92 Borsellino è a Roma e incontra proprio Subranni, che il giorno dopo lo accompagna in elicottero a Salerno. Borsellino (lo riferisce il collega Diego Cavaliero) quel giorno ha l’aria “assente”. Decisivo, per i pm, è proprio quell’incontro con Subranni, indicato come l’interlocutore diretto di Mannino. È a Subranni che, dopo l’uccisione di Salvo Lima, l’ex ministro Dc terrorizzato chiede aiuto per aprire un “contatto” con i boss.

È allo stesso Subranni che Borsellino chiede conto e ragione di quella trattativa avviata con i capi mafiosi? No, secondo Basilio Milio, il difensore di Mori, che ieri in aula ha rilanciato: “Quell’incontro romano con Subranni è la prova che Borsellino certamente non aveva alcun sospetto sul Ros”.

Il 17 luglio, però, Borsellino dice alla moglie Agnese che “Subranni è punciuto”. Poche ore dopo, in via D’Amelio, viene messo a tacere per sempre. Nell’autunno successivo, il 3 ottobre, il comandante del Ros torna a scrivere all’aggiunto Aliquò, rimasto solo ad indagare sull’anonimo: “Mi permetto di proporre – lo dico responsabilmente – che la signoria vostra archivi immediatamente il tutto ai sensi della normativa vigente”.

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Grecia al tracollo e alla fame! E in Italia non vogliono che si sappia!

http://terrarealtime.blogspot.it/2013/02/grecia-al-tracollo-e-alla-fame-e-in.html

In effetti non ci si capisce piu’ nulla, vai in rete e le ultime notizie che trovi della Grecia risalgono a Novembre del 2012. Non e’ successo piu’ nulla dopo ? Difficile crederci. Da  qualche giorno questo blog ha iniziato a diffondere notizie su quanto accade in Grecia, notizie raccolte in rete, quasi di straforo, 

prese per buone perche’ conoscevamo le fonti. Persone serie. Qualcuno in Italia non l’ha presa bene, non e’ piaciuto loro quanto andavamo dicendo, secondo questi tipi la Grecia e’ tranquilla, quasi fosse  soddisfatta della sua condizione miserabile o addirittura contenta di morire. Con qualcuno di questi tizi ho avuto anche da dire, un confronto aspro, di quelli che piacciono a me. A muso duro. sono volate parole grosse. Assai. E sono rimasto della mia idea,   credo piu’ alle fonti dove ho attinto le notizie che a gente come quella, che parla cosi’, tanto per aprire bocca  ma ho deciso comunque  di andare a fondo a questa storia. Per noi italiani e per i greci. Un mio collega del Giornale d’Italia, Federico Campoli,   e’ andato la’, a vedere di persona, ed e’ ad Atene in questo momento per conto del nostro quotidiano.  Lo sento per telefono e mi racconta con la voce incrinata per la rabbia e  quel che mi racconta e’ quello che ha verificato, che  sta vedendo adesso con i suoi occhi e quello che ode con le sue orecchie. Non sono voci riportate, non e’ sentito dire, non sono “boatos” del Web, tipo il mandato di cattura per il Papa che ci ha deliziato tutto ieri, a riprova che non sanno piu’ cosa inventare per distrarci. E’ dolorosa  cronaca sul campo, dalla quale emerge lo spaccato di  una societa’ in totale disfacimento,  ferita a morte nei suoi punti vitali. In molte delle cose descritte si  vede chiaramente un pezzo dell’Italia di oggi ed in altri si intravede un pezzo dell’Italia di domani, di quella che verra’. Di quella in preparazione da parte del benemerito Partito Unico dell’Euro e dei suoi seguaci in Italia. Se qualcuno intende smentire  e minimizzare per non guastare la kermesse elettorale in corso da noi,  che prenda un aereo e vada giu’ a verificare prima di aprire bocca. Altrimenti taccia.
Ed ecco il racconto di Campoli e spero di avere reso al meglio il suo pensiero con la mia prosa.E’ difficile tradurre in parole le emozioni di un’altra persona e vorrete perdonarmi se non ci saro’ riuscito perfettamente.
“Non siamo in Uganda o nel Darfur. Siamo in Grecia, più precisamente nella capitale, Atene, e una roba così non si vedeva dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Un camion si ferma in una delle tante strade della capitale. Apre i portelloni. Le persone a bordo cominciano a tirare fuori frutta e verdura. La distribuiscono gratuitamente alle decine di persone che si sono raccolte attorno al mezzo. Tra loro ci sono persone anziane, donne con bambini in braccio, ma anche giovani, ragazzi dal viso pulito non più grandi di 30 anni. Insomma, tutta gente che ha grosse  difficoltà ad arrivare a fine giornata. Dopo pochi minuti la calca comincia a farsi sempre più pressante. Volano spintoni, qualche insulto, poi parte la scazzottata per chi arriva primo a prendere il cibo. Il giornalista della Bbc, che sta riprendendo la scena, viene colpito nella ressa. A distribuire frutta e verdura sono  i ragazzi di “Alba Dorata” che girano incessantemente per i quartieri piu’ poveri tentando di portare un minimo di conforto ai propri concittadini che ormai vivono di stenti. Una persona su quattro in Grecia è disoccupata.  Molti di quelli che riescono a mantenere il proprio posto di lavoro non riescono comunque ad arrivare a fine mese. I  lavoratori hanno assistito impotenti ad una riduzione del salario del 22% solo nell’ultimo anno. Il salario  medio ora arriva a 586 Euro al mese. Ben al di sotto della soglia di poverta’. Da Bruxelles continuano ad arrivare i cosiddetti “aiuti europei”, ma ogni volta che viene sbloccata una nuova tranche le cose vanno peggio di prima. Adesso, i signori dell’Ue non possono più mentire. La Grecia è praticamente fallita. La penisola ellenica è a un passo dal crollo definitivo, a causa del peso dei debiti contratti per salvarsi.  Hanno preso cento miliardi e sono peggiorati di centotrenta. E’ la ricetta dell’FMI. Qualcuno se ne e’ accorto anche  al Consiglio d’Europa e alla Bce e sta timidamente suggerendo l’ uscita della grecia dall’euro, con una conseguente svalutazione della dracma del 20-30%. Ma  sono in pochi ad avere sale in zucca o ad essere in buonafede. La maggior parte ragiona come Jeroen Dijsselbloem, nuovo presidente dell’eurogruppo, l’alfiere del “cauto ottimismo” che ha avuto la faccia di bronzo di affermare in una recente intervista di essere favorevole all’austerity e ai “conti in pareggio” e di compiacersi della “stretta collaborazione tra il Governo ellenico e la troika” per concludere poi affermando di aver individuato “alcuni segnali tali da giustificare un certo ottimismo”. Mi guardo intorno per coglierne i segnali, se si compiace dovrebbe essere facile individuarli, ma le uniche differenze visibili rispetto alla Grecia allegra e solare che ricordavo sono i reparti antisommossa che presidiano  gli incroci ed una cappa  asfissiante di fumi misti a cenere che avvolge la capitale, dalla collina del Ligabetto giu’ fino al Pireo. Ormai da qualche mese Atene vive coperta da una  fitta coltre  di smog puzzolente,  prodotto dal fumo dei camini e delle stufe a legna. I suoi miasmi impregnano persone e cose. Niente piu’ odore di mare, di spiedini arrostiti, di mousaka, di salse allo yogurth con aglio. Solo questa puzza terribile che ti entra nella bocca e non va piu’ via. La puzza della morte stessa, la morte di un popolo. Non è un fenomeno  solo ateniese, ma di tutta la Grecia le città sono avvolte da un odore acre dei  fumi della  legna e della cenere, mischiati a tutti i tipi di sostanze tossiche bruciate. Questa è una delle piaghe sociali arrivate con il “salvataggio”, è il risultato diretto dell’austerità selvaggia imposta dalla troika e dal governo greco che non è mai stato capace di proteggere i suoi cittadini. La troika ha chiesto,  e il governo greco ha eseguito, aumentando le tasse sul gasolio da riscaldamento, quello che usano in quasi tutti gli edifici greci, portandolo allo stesso prezzo del  gasolio-auto. Già il prezzo di un litro di benzina alla pompa in Grecia era il più alto d’Europa, nel rispetto degli ordini ricevuti dalla troika. In Grecia il prezzo del gasolio è salito di oltre il 50% dal 2009, soprattutto per l’aumento delle accise. Questo fatto, combinato con un calo del reddito medio reale del  40-50%, ha determinato una diminuzione delle entrate fiscali  sul gasolio per un miliardo e mezzo di euro, visto che adesso il combustibile per riscaldamento è diventato un lusso che la maggior parte della gente non può piu’ permettersi,  il  crollo dei consumi è sceso fino all’80%.  Quindi quasi tutti hanno dovuto trovare alternative al riscaldamento centrale e  molti hanno preso  stufette  elettriche, griglie a benzina o altre soluzioni pasticciate che costano meno del gasolio anche se, bruciando qualsiasi cosa nei camini o nella vecchie stufe a legna, si produce un degrado ambientale incredibile ed  a volte  anche tragiche conseguenze per le persone.  Fa male,  malissimo, alla lunga e nemmeno tanto, uccide,ma la gente, quando ha veramente freddo, brucia mobili, plastica, materiali da costruzione e persino le scarpe vecchie  pur di riscaldarsi,  e tutto questo rende ancora più micidiale e dannoso per la salute il mix tossico dei fumi che avvolgono le maggiori città. Dovreste vedere a cosa e’ ridotta l’atmosfera qui. Sky TV   ieri sera ha  ammonito: “Un gruppo di scienziati di sette centri di ricerca entro il 20 febbraio dovranno analizzare lo smog in diverse città per valutare l’impatto ambientale di un maggior uso di camini e stufe a legna.  Gli scienziati, insieme al Centro per il Controllo delle Malattie e la Prevenzione, hanno verificato che bruciare legna in casa provoca un inquinamento dell’aria 30 volte maggiore rispetto all’utilizzo di combustibili bruciati in caldaie con manutenzione controllata.  Hanno scoperto  anche che le concentrazioni di particolato di fumo da legna nell’atmosfera è aumentato del 200% da dicembre 2010 a dicembre 2012, e di notte ancora di più. Il Centro di Controllo è preoccupato perché l’aumento dell’inquinamento dell’aria può provocare problemi respiratori e allergie che aggravandosi arrecano danni al sistema neurologico e riproduttivo.” Il prezzo della legna da ardere,  naturalmente, è raddoppiato rispetto all’anno scorso e l’incentivo ad abbattere gli alberi di foreste e parchi è grande, tanto che sia i parchi che le riserve naturali hanno già subito gravi perdite.  Per effetto delle rigide temperature invernali, questa tendenza si sta assestando un duro colpo all’ambiente e le colline diventano sempre più spoglie mentre nuvole di smog si sprigionano dagli incendi che avvelenano l’aria di Atene e delle altre città con tutti i rischi che possono provocare sulla salute pubblica. Il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato che il numero di casi di disboscamento illegale è aumentato a dismisura nel 2012, come documentano le oltre 3.000 denunce e il sequestro di  13 mila tonnellate di alberi tagliati illegalmente. Un disboscamento così esteso in Grecia avvenne solo durante la brutale occupazione nazista del 1940, a questo punto hanno portato i cinque anni di recessione e le drastiche misure di austerità messe in atto.I distributori di carburante protestano per  un calo delle vendite del 75-80% nell’ultimo trimestre 2012, rispetto al 2011,  e come logica conseguenza c’è stato anche un crollo delle entrate fiscali per  400 milioni di euro solo per le mancate vendite di gasolio per riscaldamento. Il Ministro delle Finanze, Yiannis Stournaras, professore di economia e banchiere, tanto per cambiare, ed ex capo della IOBE, l’Associazione Economica degli industriali greci , è stato comunque irremovibile, pur avendo un quadro della situazione economica  greca molto chiaro, continua a negare l’agghiacciante evidenza che appare  ormai evidente  a qualsiasi cittadino del paese:  rifiuta ancora qualsiasi aiuto anche per le famiglie più povere, ma consiglia di “essere pazienti per un altro anno” e di aspettare che il freddo passi. Aspettare che il freddo passi….. geniale davvero! Ma poi ha anche detto che il crollo delle entrate sui carburanti per riscaldamento è dovuto all’”accumulo fatto lo scorso anno”, senza dare importanza al calo delle vendite dell’ 80%. Ovviamente il culto del suo credo economico, che lo fa tanto rassomigliare a Mario Monti ed ai suoi stolti discepoli, non gli consente di prendere atto di alcuni effetti collaterali, ad esempio sulla salute, sui rischi di incendio e sul taglio illegale dei boschi. La troika sembra comunque soddisfatta dei risultati che ha ottenuto, quindi , come si permettono le vittime delle sue scelte politiche di non essere d’accordo e protestare ?  Gia’—-perche’ bisogna anche soffrire in silenzio ed anche morire tacendo se occorre. Poveri carabinieri d’Europa. Per le persone che adesso consumano più energia elettrica per il riscaldamento, c’è in ogni caso anche la possibilità di godersi  pure  un pizzico dell’effetto della “liberalizzazione del settore dell’energia”, ( in Italia lo stiamo attendendo come il decantato salvatore ) tanto che la spesa sta diventando insostenibile, e le bollette hanno subito un aumento del 9%  (di più per i piccoli consumi, di meno per i consumi maggiori, secondo la vecchia regola del togliere di piu’ a chi ha di meno che ben conosciamo anche da noi ), in attesa dell’aumento del 20%, che dovrebbe essere approvato entro quest’anno. Intanto le società che forniscono l’energia pubblica, ogni mese stanno tagliando  gas e luce a 30.000  utenti  che non possono pagare le bollette! Mille famiglie al giorno….In pratica in Grecia  da 300 a 500 mila famiglie vivono  già letteralmente al buio. Saranno questi i segnali incoraggianti di Jeroen Dijsselbloem ? Di contro  il prof. Hans Werner Sinn, consigliere personale di Angela Merkel,  insieme ad altri 50 nomi del mondo dell’economia e sostenuto da Moorald Choudry, vice-presidente della Royal Bank of Scotland (la quartabanca del mondo) ha presentato un rapportourgente al Consiglio d’Europa  ealla Bce sostenendo la tesi della fuoriuscita, almeno temporanea. Non solo, ma nel rapporto si legge testualmente che “l’economia (greca) è arrivata ad un punto di tale degrado da poter essere considerata come tragedia umanitaria e quindi si può cominciare aventilare l’ipotesi di chiedere l’intervento dell’Onu”.Intanto, è iniziato il diciassettesimo giorno di protesta per gli agricoltori, incredibile ma e’ cosi’, stanno veramente protestando ed anche veementemente  ed oltre a distribuire cibo al popolo  chiedono la riduzione del prezzodel gasolio per i mezzi agricoli, un abbassamento dell’Iva e, soprattutto, chiedono che le banche rilascinocredito. Ma non sono solo gli agricoltori che regalano i propri prodotti. Molte aziende alimentari distribuiscono gratis in piazza, tramite Alba Dorata, quello che non sono riusciti a vendere. In teoria, la cosa sarebbe illegale  ma arrivati a questo punto sono in molti ad operare una netta  distinzione tra ciò che è legale e ciò che è giusto. La situazione si fa sempre più disperata. La sensazione che ho e’ molto nitida, mai come ora la Grecia  rischia la guerra civile. E i numeri confermano l’inarrestabile crescita del disagio sociale ed economico. Le rapine,negli ultimi mesi, sono aumentate del 600%. In parecchi inoltre si danno al saccheggio di metallo, da rivendere per qualche spicciolo. La gente e ridotta alla fame e si vede ed ormai farebbe qualsiasi cosa per mettere in tavola qualcosa di caldo da mangiare. Ammesso che si abbia ancora una tavola o un tetto sotto il quale stare.  Anche il numero dei senzatetto è aumentato in maniera spropositata. Le ultime stime parlano di 40mila persone costrette a vivere nei cartoni agli angoli delle strade. Ne ho visti tanti passeggiando per le vie di una Atene spettrale, fredda ed avvolta da una cappa fetida. Una delle immagini più significative ritrae un antico anfiteatro greco, sulle cui scalinate dormono decine di senzatetto, avvolti da scatoloni di cartone. Anche Amnesty International ha stilato il suo rapporto, in cui denuncia le condizioni di estrema povertà della gente e degli abusi ricorrenti di una polizia male attrezzata, che tenta di mantenere il controllo  di una nazione ormai alla deriva e ben avviata verso la guerra civile. Insomma, nè le strabilianti cifre di denaro elargite del trio Fmi-Bce-Ue, né le varie direttive della  razza padrona che ci tiranneggia da Bruxelles sono riuscite a ristabilire le sorti del popolo greco, né tanto meno, dello Stato. Ma non era questo che volevano, infatti.  Ovviamente, i soldi sono finiti nelle mani delle banche e da lì non sembra si siano mai mossi. La scusa è sempre la stessa ed è quella abusata che usano anche da noi. Salvare le banche per salvare il popolo. Viene veramente da piangere a guardarsi intorno, i risultati dell’ideologia della ricapitalizzazione bancaria sono devastanti ed insopportabili allo sguardo. Ma oltre ai soliti istituti di credito ci sono anche altri che sono riusciti a trarre un profitto da questa situazione. La crisi ha portato infatti ad una netta riduzione del costo del lavoro, nonché ad una liquidazione coatta  dei diritti dei lavoratori.  Tra i vari tagli operati dal governo rientrano quelli per l’indennità di fine rapporto dei lavoratori, la malattia e gli straordinari.  Insomma, le multinazionali nord europee stanno realizzando una piccola Cina, nel cuore dell’Europa, governata direttamente da loro. Ecco il fine ultimo del lavorio frenetico della Troika, tornare ai tempi della “Compagnia delle Indie” e farlo in Europa. Proprio dove e’ nata la civilta’ occidentale: Atene e Roma. Distruggere la nostra cultura ed anche il ricordo di cio’ che fummo. Questi lavoratori vengono  pagati una miseria, senza che siano assicurati  loro nemmeno i diritti fondamentali. Come se non bastasse, il 95% dei prodotti di queste società finiscono all’estero. In pratica, la penisola diventa semplicemente una base di produzione a basso costo da cui far partire le proprie merci verso i mercati che ancora sono in condizione di consumare “.

Il racconto di Campoli finisce qui ma proseguira’ nei prossimi giorni, nel frattempo su internet è esplosa la contesa sulla veridicità di alcune notizie (come quella degli assalti ai supermercati) e sul fatto che i media ufficiali in Europa stiano tacendo sulla drammatica situazione ellenica. C’è chi grida ad una manovra studiata ad hoc. Ninete di piu’ facile.  In Italia siamo in campagna elettorale e non farebbe comodo a nessuno dei grandi partiti il fatto che le misure europee abbiano condotto un paese allo sfacelo. E non farebbe comodo nemmeno ad Hollande principale fautore delle politiche comunitarie. Senza parlare della Merkel, dato che in Germania il principale motivo di protesta riguarda la questione dei soldi dei “paesi ricchi” che finiscono nelle banche di “quelli poveri”. Insomma, effettivamente la questione greca non fa comodo a nessuno. Che muoiano dunque in silenzio, senza disturbare le prossime vittime. Non ci credete che e’ cosi’ ? Venite a vedere.
di Gianni Fraschetti

A distanza di pochi giorni scarcerati due feroci camorristi a causa della giustizia lumaca.

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chissà cosa ne pensa quello stinco di santo della soc civile tal Luigi De Magistris….

Due scandalose scarcerazioni in due giorni: Lunedi è uscito dal carcere per scadenza dei termini di fase Luigi Ferrara, killer ergastolano di Napoli, e il giorno successivo, martedi`, sempre a Napoli, un elemento di spicco della criminalita` organizzata campana (S. Maggio del clan Mazzarella) è stato liberato per inosservanza dei parametri fissati dalla legge nella tempistica della custodia cautelare. 


Staff nocensura.com
http://www.nocensura.com/2013/07/a-distanza-di-pochi-giorni-scarcerati.html

Lo stato non paga e manda in rovina le aziende: fallimenti +110%

ma non ci doveva essere un boom di assunzioni? E tutti sti disperati che dovremmo accogliere in cerca di opportunità lavorative li assumerà la Boldrini?

Di Marinetto Cerneaz

Il governo – ma non ci voleva molto a capirlo – è tutto chiacchiere e distintivo. Annunci, annunci e ancora annunci, null’altro. Ergo, “è verosimile ritenere che i debiti della Pubblica amministrazione italiana nei confronti delle imprese ammontino a circa 120 miliardi di euro”. Vale a dire tanti quanti sono sempre stati.
Lo afferma il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che stima l’importo in base all’indagine presentata a marzo scorso dalla Banca d’Italia secondo cui il debito della P.a. sarebbe pari a 91 miliardi. Ma “si tratta di una foto scattata il 31-12-2011, piu’ di un anno e mezzo fa – sottolinea Bortolussi – in cui non sono comprese le aziende con meno di 20 addetti che costituiscono il 98% del totale. In questa ricerca inoltre non sono state coinvolte le imprese dei settori sanita’ e servizi sociali dove si annidano i ritardi di pagamento piu’ eclatanti.   Alla luce di questi elementi, riteniamo l’ammontare dei debiti scaduti stimato dalla Banca d’Italia sottodimensionato di circa 30 miliardi di euro”.
Conseguenza? Tra il 2008 ed il 2012 “sono piu’ che raddoppiati (+114%) i fallimenti delle imprese vittime dei ritardi o dei mancati pagamenti da parte dei committenti pubblici e privati”.
Complimenti, non servono commenti, Fallitaglia sta lavorando per loro…

Fonte:  http://www.lindipendenza.com/crediti-debiti-stato-fallimenti-imprese/

TAV: visita alle discenderie francesi

WRITTEN BY: LEONARDO CAPELLA – JUL• 13•13

http://www.tgvallesusa.it/?p=1712

BO9ZUe7CQAEP7IP

Il 12 luglio i cittadini eletti del Movimento Cinque Stelle Airola e Scibona si sono incontrati nei pressi di Modane (F) con alcuni eletti Francesi. Alla delegazione facevano parte anche alcuni tecnici della Comunità Montana, Paolo Prieri del Presidio Europa e da parte francese il Consigliere Regionale della Rhone Alpes Noel Communod e Daniel Ibanez del coordinamento degli oppositori alla Torino-Lione. Lo scopo dell’incontro era la visita a due discenderie, quella di Saint Martin la Port e La Praz, che è avvenuta con l’accompagnamento di un tecnico LTF che ha risposto ai numerosi quesito formulati.

A margine della visita abbiamo raccolto queste interviste.

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