La bufala dell’incendio doloso compiuto dai No Tav

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Pubblicato: dicembre 24, 2014

“Se non state attenti, i media vi faranno odiare le persone

che vengono oppresse e amare quelle che opprimono.”

Malcolm X

Uno degli sviluppi della vicenda NoTav che in questi giorni ci ha riempito di gioia è stata la notizia dei domiciliari sentenziati ai quattro ragazzi Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò,accusati di aver compiuto atti “terroristici” (poi caduta tale accusa) nei confronti di un cantiere Tav. Inutile negare che, pur non credendo io in alcun modo nella legge borghese, una situazione del genere non può che migliorare le condizioni di questi militanti e quindi dare piu’ punti a noi nella lotta contro il mostro chiamato Stato; anche se questi compagni si fossero rivelati realmente colpevoli, io, e credo tutti quanti i rivoluzionari, li avrebbero sostenuti a priori, anzi incitando e infuocando ancora di piu’ le varie organizzazioni a compiere atti del genere poichè necessari al fine di impedire materialmente la devastazione ambientale che la Torino-Lione sta portando seco. Inutile quindi dover giustificare qualsiasi atto rivoluzionario finalizzato al bene comune.

Ciò che però mi ha lasciato alquanto perplesso è stata la notizia “sensazionale” con cui tutti quanti noi ci siamo svegliati ieri mattina. Tutti i telegiornali parlavano di presunti anarco-insurrezionalisti appartenenti all’area piu’ radicale dei No-Tav che avrebbero appiccato quattro incendi dolosi ad altrettanti pozzetti sulla linea dell’Alta velocità a Bologna; il risultato di tale atto definito “terroristico” sarebbe stato il danneggiamento di alcuni cavi del sistema di gestione e controllo del traffico con la conseguente paralizzazione del traffico ferroviario per gran parte della giornata del 23 Dicembre scorso.

Quello che, invece, lascia noi alquanto reticenti è la motivazione principale per cui si sia attribuito un‘azione del genere al movimento contro la linea ad alta velocità Torino-Lione e ai pericolosi, ed invisibili aggiungerei, anarco-insurrezionalisti. La colpa è, affermano gli inquirenti, di alcuni graffiti recanti le parole “No Tav” rinvenuti sul posto, che avrebbero la funzione di una sorta di firma dell’attentato. Le scritte recriminate in questione, sono queste:

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Come si osserva chiaramente dalle foto stesse il contenuto dei graffiti, i quali, ci tengo a far notare, sono in stile hip-hop, poco conforme insomma ad una rivendicazione, non è la scritta “NoTav” bensì “Tau” con una “o” sopra la lettera “u” che altro non è se non una abbreviazione del nome “Taurr”, presumibilmente il nome d’arte dell’autore. Non ci si spiega come, di fronte ad una evidenza del genere, si possa ancora continuare ad individuare nel movimento No Tav i colpevoli di questa azione. E tale situazione diventa meno credibile nel momento in cui nessuna rivendicazione è stata pubblicata o fatta pervenire; in questo modo non si comprende il senso, anche dimostrativo, del compiere una azione di danneggiamento senza dare spiegazione dei motivi.

Ciò che dunque salta subito all’occhio è che una scenata del genere funge in maniera spaventosamente ovvia da casus belli; non è un caso che il procuratore di Bologna, Roberto Alfono, e Valter Giovannini stiano seguendo personalmente l’indagine, valutando la possibilità di un reato formulare. Chiaro che in questo modo sarà possibile dare il via a delle perquisizioni in un territorio tipicamente “rosso” come l’Emilia Romagna, al fine di sradicare la presenza sovversiva che da anni milita su quel territorio. Non bisogna poi ignorare il fatto che una vicenda come questa segue di pochi giorni un’altra importante situazione, accaduta in Spagna, con l’arresto di piu’ di una decina di compagni accusati di vari reati, tra cui terrorismo ed eversione.

E’ innegabile che questo fenomeno sarà solo il preludio, l’overture, di una serie di tentativi, iniziati piu’ di un mese fa con lo sgombero del “Corvaccio”, da parte delle forze del disordine nostrane ed internazionali, finalizzato allo sradicamento violento e repentino della presenza rivoluzionaria ed antiautoritaria sul territorio, una delle poche forze di conflitto che si sta opponendo radicalmente alla rotta che gli Stati europei hanno preso negli ultimi anni. E, per sviare tale pericolo, bisogna servirsi anche di questo tipo di espedienti.

A questa mistificazione della realtà non si sono sottratti, come sempre d’altronde, neanche i media, i quali sono riusciti in uno spazio di tempo limitato a far riaffiorare nell’inconscio collettivo parole come “terrorismo”, “anni di piombo”, “eversione”, “brigate rosse”, “cazzi e mazzi”. Innegabile dunque che il telespettatore medio ignaro non si ponga minimamente domande sui fatti e prenda per vero ciò che la stampa di regime gli propina. E’ palese in questo caso la necessità del nostro movimento di fare controinformazione su tutti i livelli possibili, al fine di impedire il cosiddetto “disastro ideologico” che da troppo tempo sta facendo affondare la rivoluzione in Italia, deviando gran parte delle forze attuali verso gli organi reazionari. Con Orwell gridiamo: “Nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario“.

La bufala dell’incendio doloso compiuto dai No Tavultima modifica: 2014-12-28T21:37:27+01:00da davi-luciano
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