Veneti liberi dal Fisco ad Agosto. E col POS 1000 euro di spese in più

non è vero, nemmeno le pagano le tasse, son tutti evasori…..
17 maggio 2014
 
fisco_tasse
di FRANCESCO GILLINI
 
Gli artigiani bellunesi, tra i Veneti, sono i più fortunati: quest’anno potranno lavorare per se stessi dal 30 luglio. Lo indicano i dati veneti dello studio nazionale sulla tassazione della Cna. I bellunesi sono primi in regione e quinti a livello nazionale. Male stanno i veneziani, ultimi in regione e 89/simi in Italia. Gli altri capoluoghi veneti sono tutti al di sotto della media, Treviso e Vicenza fino al 4 agosto, Rovigo, all’8 agosto, Padova al 10 agosto e Verona al 13 agosto.
 
Ma la vita di chi ha una partita Iva, soprattutto se piccola ditta, peggiorerà ancora: dal 30 giugno qualunque povero cristo che non trova lavoro e che si è aperto una partita IVA per cercare di sbarcare il lunario, dovrà dotarsi necessariamente di POS. Il costo annuo stimato, tra affitto del macchinario e maggiori costi bancari, va dai 700 ai 1000 euro.
E poi ci si domanda perchè le imprese chiudono e/o fuggono…
 

IL GOVERNO DADAISTA

Nel corso dell’ultima trasmissione la Gabbia,condotta da Paragone,dopo le solite fesserie dei vari formigoni,montiani e piddiote di turno,il giornalista del Fatto, Andrea Scanzi ha riassunto con lucida sintesi la situazione: dopo tre mesi,di tutte le sparate e le balle del Pentolaio delle Cascine,è rimasta solo la fasulla mancia elettorale degli 80 euro.
Fasulla,in quanto già mangiata da vari aumenti (carburanti, tassa sui risparmi…),specie quello relativo alla Tasi.
 
Tutte le meravigliose riforme e i giochi di prestigio sono impantanati nella palude parlamentare, e forse è pure meglio,visto il loro contenuto.
Ci si potrebbe infatti chiedere in che modo le riforme così prospettate del Senato,delle Province e la Legge elettorale possano contribuire alla ripresa economica del Paese e della domanda in particolare (questo é il vero problema…),per non parlare del Jobs Act che, nelle attuali condizioni del paese,poco o nulla serve (se non alla eterna precarizzazione del lavoro).
Se poi spera che la fasulla mancia elettorale 80 euro (unico mantra di questi dilettanti) faccia ripartire la domanda,siamo alla ennesima comica presa in giro del Paese.
Eh sì….! Perchè ,caro piazzista da sagra, per le riforme vere(fisco,PA….) ci vorrebbe Mandrake,mica un buffone come te..!E se non esci dall’ero,nemmeno Mandrake…ci può mettere una pezza..!
E il pagamento dei debiti della PA alle imprese? Altro cavallo di battaglia del pentolaio?
Dopo rinvii su rinvii,il diafanoide Del Rio dice che se ne parlerà nel 2015.
Campa cavallo….
 
Dovevano spaccare il mondo,ma agli italiani ha rotto ben altro….
 
Poi ieri,a conferma ancora peggiore delle parole di Scanzi,arrivano i dati ISTAT.
 
Nel primo trimestre del 2014 il prodotto interno lordo (PIL) è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% nei confronti del primo trimestre del 2013.
Il calo congiunturale è la sintesi di un incremento del valore aggiunto nel settore dell’agricoltura, di un andamento negativo nell’industria e di una variazione nulla nel comparto dei servizi.
(Nello stesso periodo il Pil, in termini congiunturali, è aumentato dello 0,8% nel Regno Unito e ha segnato una variazione nulla negli Stati Uniti. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 3,1% nel Regno Unito e del 2,3% negli Stati Uniti.)
La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,2%.
Cresce ancora il numero dei fallimenti aziendali. Secondo i dati diffusi dal Cerved, tra gennaio e marzo sono stati 3.811, il 4,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2013.
I tecnici dell’Istituto di statistica evidenziano una fase “sostanzialmente di stagnazione” dell’economia italiana.
(Fonte: Istat )
 
Il Pentolaio“Dato che non fa piacere, ma sono ottimista”….come no! ci sono tutti i segnali….tante luci in fondo al tunnel….! Che non sia il caso di mandare al governo l’Enel….di luci se ne intende un po’ di più di questi elettricisti dilettanti..!
E continua,il paraculo fiorentino “resto molto fiducioso…i numeri sono molto incoraggianti”.
Come no!Si vede….Ma questo scemo del villaggio,ci é o ci fa?
Un Del Rio sempre più fotocopia del suo padron giullare,dice che se lo aspettava….ah ah ah…!
 
Jarry e Tzara li avrebbero subito arruolati nel movimento dadaista…compreso Padoan che in un twitter (ormai l’unica forma ebete di comunicazione di questo sgovernicchio) dice:”testa alla crescita, occhi sui conti, cuore all’occupazione”….ah ah…che roba,ragazzi….il popolo ha fame di pane,dategli delle brioches…..farsa continua….!!!!
Jarry stesso non avrebbe saputo far meglio dell’ happening dadaista messo su da questi buffoni.Naturalmente con l’impresario del Colle…..
 
                                          il governo dadaista al lavoro
dadaismo-3e0215
Ora che faranno,accuseranno l’Istat di essere sfascista? Perchè questa è l’unica risposta che questi mentitori riescono a dare ad ogni obiezione del loro  funesto operato,tutto fumo e niente arrosto.
 
Inoltre Bankitalia ha certificato che il debito pubblico, nel mese di marzo 2014, è salito a 2120 miliardi di euro, con un rapporto debito/pil, nel primo trimestre,vicino al 136%, in aumento di oltre 3 punti percentuali rispetto ai valori registrati lo scorso 31 dicembre 2013.
 
Tutto ciò induce a ritenere che le previsioni  contenute nel DEF 2014, siano già saltate in aria.
Le solite previsioni fasulle e imbonitrici….tutto a puttane….! ma chi sono questi geni che mai ne azzeccano una…? Prevedevano una crescita del + 0,8% del Pil,poi ridotte dall’ FMI a 0,6%,….e ora siamo tendenzialmente a -0,2%…!!!!!
Pertanto, anche la fantasiosa possibilità di riduzione del debito pubblico ipotizzata dal governo, si rivelerà del tutto irrealizzabile. A questo punto,é molto probabile  che si arrivi a soluzioni “irrituali” nella riduzione debito pubblico, come la ristrutturazione del debito o imposte patrimoniali una tantum.
Con buona pace per i sognatori….. e per i risparmiatori.
 
Non è finita.Grazie al Pentolaio, ci saranno subito benzina e riscaldamento più cari per sostenere l’Expo 2015. Infatti, nel decreto sull’emergenza abitativa, il cosiddetto ‘DL casa’, all’articolo 13, vengono destinati, dal governo, ben 25 milioni di Euro, per l’Expo 2015!
Sì, avete capito bene, sembra impossibile ma è così. L’ebetino stanzia altri 25 milioni di euro per continuare a foraggiare quella cupola politico-affaristica chiamata Expo 2015. Infatti, quelli che sosterranno questa cifra saremo, ovviamente noi, dal momento che, grazie a prima firma Rossi (ovviamente Pd), è passato un emendamento che aumenta, per 13 milioni, già dal 2014, le accise proprio sui prodotti energetici e sul riscaldamento ad uso civile.
Come dire, i loro sporchi affari pagati direttamente col nostro portafoglio.Quindi, le accise aumenteranno più volte: per l’Expo, come appena visto….per coprire, come clausola di salvaguardia, una parte del cosiddetto ‘bonus Irpef’ e per coprire altre spese del governo da destinare all’edilizia.
E pensare che sono le stesse accise delle quali Letta aveva già previsto aumenti per finanziare, tra l’altro, la famosa prima rata Imu!
 
Ignobile bufalaro Renzi, quanti erano gli eurini che ci volevi dare in più? 80?
Guarda caro ballista che due conti col pallottoliere li sappiamo ancora fare…!.
 
E’ sempre più chiaro che restando nei vincoli dell’euro e dei demenziali trattati UE,non usciremo mai da queste sabbie mobili….la situazione del Paese e degli italiani non potrà che peggiorare,fino ad affondare miseramente.
 
Il  25 maggio…..contro il Pentolaio e….
 
voto
Pubblicato da johnny doe

La povertà nella UE: nell’Eurozona cresce, fuori dall’Euro cala

I dati Eurostat 2012 relativi alla povertà materiale (discussi su Real-World Economics Review) mostrano  un continente spaccato in due: la povertà diminuisce dove non c’è l’euro e aumenta dov’è presente.  Conclusione: la povertà non è un fenomeno meteorologico, ma una precisa scelta politica (grazie a Cristina Capra per la segnalazione).
La povertà materiale nella zona euro è in aumento. In Irlanda, Grecia e Lettonia (nel 2011 non ancora un membro dell’Eurozona, ma un pretendente all’ingresso), un anno di cambiamenti è stato a dir poco drammatico. La povertà nell’UE, al di fuori della zona euro, è in diminuzione.
 
Tasso di deprivazione materiale grave, 2010-2011 (%) – Fonte: Eurostat (ilc_sip8)
Poverty in the EU increasing in the Eurozone, decreasing outside of it  Real-W_2014-05-17_12-26-50
Questi dati sono stati recentemente pubblicati da Eurostat e riguardano la povertà reale, non la povertà relativa, poichè mostrano la deprivazione materiale grave, quindi una stima della povertà che non è basata sul reddito (credetemi: gli specialisti che stimano questi dati hanno riflettuto a lungo e duramente su questa definizione; potete porre domande, ma è permesso criticare solo dopo aver letto le informazioni che stanno dietro alle stime):
 
“L’analisi della deprivazione materiale è un’analisi di tipo assoluto piuttosto che relativo, come quella della povertà da reddito. La definizione di deprivazione materiale si basa sull’impossibilità di permettersi una selezione di generi che sono considerati necessari o opportuni, vale a dire: avere arretrati sul mutuo o sull’affitto, sul pagamento di bollette, sul pagamento delle rate di un prestito al consumo o di altri tipi di prestito; non potersi permettere ferie annuali di una settimana lontano da casa; non essere in grado di avere un pasto con carne, pollo, pesce (o equivalente vegetariano) una volta ogni due giorni; non essere in grado di affrontare spese finanziare impreviste; non essere in grado di acquistare un telefono (compreso il cellulare); non essere in grado di acquistare un televisore a colori; non essere in grado di acquistare una lavatrice; non essere in grado di comprare un’automobile; o non essere in grado di permettersi il riscaldamento per mantenere la casa calda. Il tasso di deprivazione materiale è definito come la percentuale di persone che non possono permettersi di spendere per almeno tre dei nove elementi di cui sopra, mentre coloro che non sono in grado di permettersi quattro o più elementi sono considerati in stato di grave deprivazione materiale.”
 
I dati mostrano che tra il 2010 e il 2011 la deprivazione materiale è aumentata, soprattutto nei paesi all’interno della zona euro (o che stavano cercando di entrare nella zona euro). Tra cui la Germania. Resta esclusa la Francia.
 
Allo stesso tempo, nella UE e in particolare all’interno della zona euro la disoccupazione è aumentata e gli investimenti sono calati, il che significa che il reddito e la produzione erano nettamente al di sotto della capacità potenziale. La povertà è davvero una scelta. Non una scelta individuale – ma una scelta della Troika.
 
Devo sottolineare questo punto: cari cantori dell’austerità, Irlanda e Lettonia hanno fatto particolarmente male, anche se confrontate con paesi molto simili come l’Estonia e la Lituania e anche con la Polonia, che in qualche modo è comparabile, e anche con (le scarsamente comparabili) Bulgaria e Romania. Quanto tempo ci vorrà prima che la Lettonia abbia il tasso di povertà più alto della UE? Non desta sorpresa il fatto che gli sviluppi siano stati molto migliori in Francia che in Germania, e in realtà la povertà in Francia è ormai inferiore a quella in Germania (anche se la differenza sta senza dubbio entro il margine di errore). Ci sono domande sul vero fine dell’austerità?

Révélation sur le Lyon-Turin

Révélation sur le Lyon Turin : les marchandises n’y passeront pas

voir l’info sur le site reporterre sur le lien ci après

http://www.reporterre.net/spip.php?article5858

c’est un document officiel signé de Laurens Jan Blinkorst coordinateur du projet pour la Commission Européenne  qui le dit

Son Rapport annuel d’activité 2012-2013 pour le Projet Prioritaire 6 contient une information qui bouleverse les données du problème. il révèle que dans la troisième des réunions de l’organisme dénommé « Plateforme du corridor Lyon-Turin (PCLT) », les participants « sont convenus de la nécessité de réactiver la ligne existante pour qu’elle devienne l’axe ferroviaire principal pour le transport des marchandises entre la France et l’Italie » (p. 11). Il s’agit d’une décision qui change complètement les objectifs prévus pour le projet, puisque le transport de fret est l’un des piliers du Lyon-Turin.

Pourquoi ont-ils changé d’avis ? Parce que, poursuit le coordinateur, « le point de vue partagé est l’impossibilité politique de proposer la construction d’une nouvelle ligne sans avoir entrepris tous les efforts possibles pour rétablir la ligne existante comme artère principale de transport après les travaux d’élargissement du tunnel ferroviaire Fréjus/Mont Cenis ».

Le rapport de Laurens Jan Blinkorst donne ainsi raison aux opposants du Lyon-Turin qui ont toujours démontré que l’utilisation optimale de la ligne ferroviaire historique du Mont Cenis permettait un report conséquent des camions sur l’autoroute Ferroviaire Alpine (AFA), et par conséquent l’inutilité de la Nouvelle Ligne Ferroviaire Lyon-Turin

Pour autant il ne suffit pas d’avoir raison pour arrêter ce Grand Projet inutile Imposé (GPII), tant les lobbys pro Lyon-Turin qui s’exercent à tous les niveaux des institutions locales, nationales, Européennes, sont puissants, et tant que les décideurs publics, faisant fi du bon sens,soutiennent ce projet. Ils annoncent maintenant que l’entreprise qui devrait réaliser les travaux de galerie de reconnaissance intégrée au tunnel de base entre les descenderies de St Martin la Porte et La Praz a été choisie, en faisant le choix de la gabegie des deniers publics pour financer ce projet pharaonique. http://www.lemoniteur.fr/147-transport-et-infrastructures/article/actualite/24503086-lyon-turin-spie-batignolles-realisera-les-ouvrages-de-reconnaissance-de-la-descenderie-de-saint-mart

il faut aussi une mobilisation des citoyens: l’occasion leur en est donné lors des élections Européennes en sanctionnant les listes des candidats pro Lyon-Turin et en soutenant à contrario les candidats qui ont pris clairement position contre ce projet, car sans financement Européen ce projet tombe à l’eau

No Tav Maurienne

 

 Sensazionale sulla Torino-Lyon: le merci non la utilizzeranno Vedi l’articolo sul sito reporterre al link:http://www.reporterre.net/spip.php?article5858

è un documento ufficiale firmato da Laurens Jan Brinkost coordinatore del progetto per la Commissione Europea che lo scrive.

Il suo Rapport annuel d’activité 2012-2013 pour le Projet Prioritaire 6 contiene una notizia che sconvolge i piani della questione. Brinkost rivela che nella terza riunione dell’organismo chiamato « Plateforme du corridor Lyon-Turin (PCLT) » i partecipanti “i partecipanti hanno confermato la necessità di rilanciare la linea storica affinché diventi l’asse ferroviario principale per il trasporto delle merci tra la Francia e l’Italia”

(pag. 11). Si tratta di una decisione che cambia completamente gli obiettivi previsti per il progetto, perché il trasporto delle merci è uno dei capisaldi della Torino-Lyon.

Perché hanno cambiato parere? Perché continua il coordinatore, “il punto di vista condiviso è l’impossibilità politica di proporre la costruzione di una nuova linea senza aver fatto tutto il possibile per rilanciare la linea esistente come arteria principale di trasporto dopo i lavori di allargamento del tunnel ferroviario del Frejus.” 

Il rapporto di Laurens Jan Brinkost da ragione ai NO TAV che hanno sempre dimostrato che l’utilizzo pieno della linea storica del Frejus premetterebbe di caricare tutti i camion sull’autostrada ferroviaria alpina (AFA), e di conseguenza l’inutilità della nuova linea ferroviaria Torino Lyon.

Purtroppo non è sufficiente avere ragione per fermare questo Grande Opera Inutile e Imposta (GOII), poiché le lobby favorevoli alla Torino-Lyon che si danno da fare a ogni livello delle istituzioni locali, nazionali ed europee, sono potenti, e finché i decisori pubblici, contraddicendo il buon senso, sosterranno questo progetto. Essi annunciano ora che l’impresa che dovrebbe realizzare i lavori della galleria geognostica integrata al tunnel di base tra le discenderie di St-Martin-la-Porte e La Praz è stata scelta, classico esempio di cattiva gestione dei fondi pubblici per finanziare questo grande progettohttp://www.lemoniteur.fr/147-transport-et-infrastructures/article/actualite/24503086-lyon-turin-spie-batignolles-realisera-les-ouvrages-de-reconnaissance-de-la-descenderie-de-saint-mart

È necessaria una grande mobilitazione popolare: alla gente è data la possibilità, con le prossime elezioni europee di punire le liste con candidati favorevoli alla Torino-Lyon  sostenendo, al contrario i candidati e le liste che hanno preso chiaramente posizione contro questo progetto, perché senza i soldi dell’Europa questo progetto cola a picco.

NO TAV Maurienne

Carri armati entrano a Tripoli

chi si libera da chi ora?
Testimoni, uditi colpi arma da fuoco vicino al Parlamento

18 maggio 2014
16:36

(ANSA) – TRIPOLI, 18 MAG – Un convoglio di carriarmati è entrato a Tripoli dalla strada per l’aeroporto e si dirige verso la sede del Parlamento. Lo rendono noto testimoni, secondo i quali si sono uditi colpi di arma da fuoco non lontano dal parlamento.

Quattro ore dopo le notizie sono sempre scarse da Tripoli, ma in Italia dovremmo riscrivere questi tre anni libici e le nostre azioni…non lo faremo mai…

Marcopa

Redazione ANSA TRIPOLI
18 maggio 2014

79 morti e 141 feriti in scontri a Bengasi

Un convoglio di carriarmati è entrato a Tripoli dalla strada per l’aeroporto e si dirige verso la sede del Parlamento. Lo rendono noto testimoni, secondo i quali si sono uditi colpi di arma da fuoco non lontano dal parlamento. Scontri sono in corso davanti al parlamento libico. L’attacco al parlamento è stato sferrato dalle milizie del generale in pensione Khalifa Haftar, che hanno costretto i deputati a fuggire.
Poco prima che iniziassero gli scontri davanti alla sede del Parlamento e che i suoi uffici venissero evacuati il neo premier Ahmed Mitig aveva formato il nuovo governo, che attendeva solo l’approvazione attraverso il voto di fiducia.
Intanto, almeno 79 persone sono morte e 141 sono rimaste ferite negli scontri a Bengasi tra Khalifa Haftar e milizie integraliste islamiche.

Convocati da Hollande, 5 leader africani: guerra a Boko Haram

Adottato un piano d’azione regionale contro il gruppo islamista

(ANSA) – PARIGI, 17 MAG – I cinque capi di Stato africani riuniti a Parigi assieme al presidente francese Francois Hollande hanno adottato un piano d’azione regionale per combattere il gruppo islamista nigeriano Boko Haram diventato “una grave minaccia” per l’intero continente africano. “Siamo qui per dichiarare guerra a Boko Haram”, ha sintetizzato nella conferenza stampa il presidente del Camerun Paul Biya.

Anche in Nigeria strategica mediatica per favorire intervento militare. Ci casca anche Bergoglio.
http://www.lecorvettedellelba.blogspot.it/2014/05/anche-in-nigeria-strategia-mediatica_16.html

L’immagine dell’apartheid israeliano

mostra visivamente il regime discriminatorio israeliano, per il quale un’unica autorità controlla la vita e il territorio nel quale vivono diverse classi di cittadini discriminate arbitrariamente da chi ha di fatto il potere assoluto e ne fa uso fino a negare ad alcuni i più elementari diritti umani, su tutti quello alla libertà. Lo strumento principale di questa discriminazione è l’anagrafe, che inserisce ogni nuovo nato in una classe diversa a seconda del suo luogo di nascita e della sua religione, che anche per i cittadini israeliani residenti in Israele si rivela decisiva.

I non ebrei non possono infatti stabilirsi nel 68% delle città israeliane, perché la maggioranza ebraica non li vuole e i «consigli d’ammissione» cittadini li respingono sistematicamente. Al contrario i cittadini ebrei, e i non cittadini ebrei che immigrano, possono muoversi e stabilirsi liberamente in tutto il territorio israeliano e sono anche liberi d’occupare il 60% della West Bank. Non si capisce quindi come si possa negare che questa sia discriminazione e che questo sia un regime d’apartheid, ma al contrario si capisce benissimo perché l’Occidente faccia finta di non vedere e preferisca non parlarne.

Fonte: http://mazzetta.wordpress.com
Link: http://mazzetta.wordpress.com/2014/05/17/limmagine-dellapartheid-israeliano/
16.05.2014

LUC MICHEL SUR AFRIQUE MEDIA TV CE LUNDI 19 MAI 2014 …

GAGNER LA BATAILLE DES MEDIAS (RUSSIE & AFRIQUE)/

U.E. ET IMMIGRATION AFRICAINE/ LA FORTERESSE SCHENGEN/

LAMPEDUSA, LES ENFANTS PERDUS DE KADHAFI/

HOMMAGE A FRANTZ FANON ET MARCEL MANVILLE … PCN-TV - LM sur Afrique Media Tv 11 (2014 05 19) FR

Rediffusion de ce dimanche 18 mai 2014

Vers 10h30 et jusque 18h30 dans le ‘Débat panafricain’

avec BACHIR MOHAMED LADAN.

 En streaming sur : www.afriquemedia.tv

  Luc MICHEL parle particulièrement :

 * De la BATAILLE DES MEDIAS contre le Système médiatique occidental, des solutions adoptées en Russie avec le méga-groupe ‘Rossiya Segodnya/La Voix de la Russie’, de l’influence perverse de certains réseaux US dans les médias africains;

 * Du DOSSIER DE L’IMMIGRATION AFRICAINE EN MEDITERRANEE vers l’UE, du caractère inégalitaire de l’UE – y compris en son sein même – au delà des mirages de la propagande de Bruxelles, de la ‘forteresse de Schengen’, du Processus de Barcelone;

 * Du vide géopolitique et sécuritaire créé par la destruction de la Jamahirya libyenne par l’OTAN, de la vision de la Méditerranée comme un pont entre l’Afrique et l’Europe proposée par Khadafi et le MEDD-MCR, des « enfants perdus de Kadhafi » venus mourir à Lampedusa;

 * Enfin il rend hommage au grand théoricien anti-impérialiste FRANTZ FANON ET A SON AMI ME MARCEL MANVILLE, fondateur du MRAP, « un ami rencontré à Tripoli il y a 20 ans qui partagea mes combats » dit LM …

 # REDIFFUSION DE L’EMISSION DE

CE DIMANCHE 18 MAI 2014 (EN DIRECT) …

 SOMMAIRE DU DEBAT PANAFRICAIN DE CE 19 MAI

  SUJETS D’ACCEUIL :

 1- NIGERIA : Abuja prêt à négocier avec BOKO HARAM. Est-ce la meilleure solution? (Patrick SAPACK, Dr FONKOUA TEGUIA)

 2- BOKO HARAM : et si la solution venait du mini-sommet de Paris? (François BIKORO, HADI DIAKITE)

 3- BENIN : Patrice Talon et ses présumés complices ont été graciés après avoir été accusés d’intenter à la vie du président Boni YAYI. Que vous inspire cette décision du chef de l’état béninois ? (NOUHA SADIO, Patient Parfait NDOM, Dr BASSILEKIN)

 4- AFRIQUE : où va l’argent du pétrole ? (JDD AYISSI)

 5- AFRIQUE: Que faire pour stopper ou réduire la prévalence des médias occidentaux en Afrique ? (Luc MICHEL, Hubert ETOUNDI)

 6- RCA: sanctions contre BOZIZE, DJOTODIA et compagnies. Quel impact sur la paix en Centrafrique? (Jules NJAWE, Eric YOMBI)

 7- NIGER : crise à l’assemblée nationale. A qui profite le blocage ? (ABDOU ADAMOU)

  SUJETS DEBATTUS :

 1- AFRIQUE : Presque tous les pays Africains parlent d’émergence à l’horizon 2020 ou 2025. Mythe ou réalité?

 2- COTE D’IVOIRE : Pourquoi le recensement fait-il problème ?

 3- IMMIGRATION CLANDESTINE : Vers une terre plus verte ? (raisons, et méthodes efficaces de lutte)

 4- ICONE DE LA SEMAINE : FRANTZ FANON (Martinique)

 KH / PCN-TV

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# TV panafricaine AFRIQUE MEDIA

Website : http://afriquemedia.tv/

https://vimeo.com/pcntv

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Quasi il 90% dei morti in guerra sono civili

Secondo la conclusione di un rapporto di giugno 2014 dell’American Journal of Public Health ( qua in pdf )
 
– Circa il 90% di tutte i morti in guerra, sono civili
 
” La percentuale di morti tra i civili e le modalità per la classificazione dei decessi civili sono dibattute, ma le vittime di guerra civili costituiscono dall’85% al ​​90% delle vittime causate dalla guerra, con circa 10 civili muoiono per ogni combattente ucciso in battaglia “
  • Gli Stati Uniti hanno iniziato 201 su 248 conflitti armati dalla fine della seconda guerra mondiale:
“Dalla fine della seconda guerra mondiale, ci sono stati 248 conflitti armati in 153 paesi di  tutto il mondo. Gli Stati Uniti hanno lanciato 201 operazioni militari all’estero tra la fine della seconda guerra mondiale e il 2001, e da allora, altri, tra cui l’Afghanistan e l’Iraq …. “
  • La spesa militare degli Stati Uniti supera di gran lunga quella di tutti gli altri paesi:
“Gli Stati Uniti sono responsabili del 41% della spesa militare totale del mondo. Il secondi sono la Cina, con 8,2%; Russia, 4,1%; e il Regno Unito e la Francia, entrambi del 3,6%. . . . Se tutti i costi militari sono inclusi, quelli annuali di spesa ammonta a 1.000 miliardi dollari. . . .  Gli Stati Uniti mantengono 700-1000 basi militari o siti in più di 100 paesi. . . . “
 
Qua la grafica:
 
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Per sostenere il suo impero in tutto il mondo a cavallo del 19 ° secolo, la Gran Bretagna ha adottato il “ two power standard “, che si basava sul fatto che la forza della Royal Navy doveva essere uguale alla forza combinata dei  due maggiori flotte del mondo. Gli Stati Uniti hanno più che raddoppiato tale norma per quanto riguarda i bilanci, eppure i nostri politici e funzionari della difesa di alto livello si lamentano che outspending è inadeguata.
 
In altre parole, l’America ha evidentemente adottato una “standard di potenza totale” … spendere di più per il settore militare che la maggior parte del resto del mondo messo insieme:
 
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Non solo la guerra è un male per i civili, ma è anche un male per l’economia e ci rende poveri . Gli oligarchi sono gli unici che ne beneficiano .
 
 
Traduzione di Salvatore Santoru

Inghilterra,Ungheria e Polonia paesi senza Euro in forte crescita economica!

c’è vita oltre l’euro e la Troika???? Davvero? Possibile?
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VARSAVIA – L’economia polacca ha registrato un’accelerazione della crescita nel primo trimestre del 2014 rispetto ai tre mesi precedenti, secondo una prima stima pubblicata dall’Ufficio statistico nazionale (GUS). Nei primi tre mesi del 2014 il Prodotto interno lordo polacco è aumentato dell’1,1% destagionalizzato rispetto all’ultimo trimestre del 2013, quando era cresciuto dello 0,7%. Rispetto a un anno prima il Pil è aumentato del 3,5%, dal più 2,5% dello stesso periodo
del 2013. Su base grezza l’incremento annuo è del 3,3%, superiore alle attese degli analisti, che puntavano su un più 3,1%. Si tratta del miglior risultato da due anni per l’economia polacca. Il ministero dell’Economia di Varsavia stima che il Pil aumenterà del 3,3% quest’anno, in base alla stima fatta ad aprile che migliora il 3% atteso in precedenza. La Banca centrale punta invece su un più 3,6%. La Polonia è l’unico paese dell’Unione europea non è mai andata in recessione dopo al crisi finanziaria del 2008. Nel 2011, il Pil polacco è cresciuto del 4,5%, per poi rallentare all’1,9% nel 2012 e all’1,6% nel 2013. La Polonia, va sottolineato, ha rifiutato più volte “l’offerta UE” di entrare a far parte della disastrata Zona euro e questo l’ha premiata. Insieme all’Ungheria di Orban e all’Inghilterra, forma un forte gruppo di Stati d’Europa con economie sane e in crescita grazie proprio ad aver rifiutato il boccone avvelenato dell’euro.
 
Fonte tratta dal sito .