Expo, arrestato il compagno G

http://www.lospiffero.com/buco-della-serratura/expo-arrestato-il-compagno-g-16312.html

Pubblicato Giovedì 08 Maggio 2014, ore 10,18
 

Primo Greganti, storico esponente del Pci, già coinvolto in Mani Pulite, finisce in manette nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti della rassegna milanese. Coinvolto con ex dc e FI in episodi di turbativa d’asta e corruzione. Favori pagati a suon di consulenze

Torna in carcere Primo Greganti. A distanza di vent’anni da Mani Pulite che lo vide tra i (pochi) politici dell’allora Pds finire sotto accusa del pool di Milano, lo storico esponente del Pcitorinese, partito di cui fu a lungo tesoriere, incappa nuovamente nelle maglie della giustizia. È stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sull’Expo coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Milano Ilda Boccassini e dai pmClaudio Gittardi Antonio D’Alessio e condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano. Con lui, ad essere raggiunti dalle misure emesse dal gip Fabio Antezza, sonoAngelo Paris, direttore della pianificazione acquisti della Expo 2015, l’ex parlamentare della Democrazia Cristiana Gianstefano Frigerio, l’ex deputato di Forza Italia Luigi Grillo, l’intermediario Sergio Catozzo e l’imprenditore Enrico Maltauro. Arresti domiciliari invece per Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde, già arrestato nelle scorse settimane nell’ambito di un’altra inchiesta con al centro una serie di irregolarità negli appalti delle più importanti opere pubbliche in Lombardia, tra cui anche alcune gare relative all’Expo. Da quanto si è saputo, l’inchiesta vedrebbe al centro una serie di fatti di turbativa d’asta e di corruzione relativi all’Expo e al processo “Città della salute”. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Dal quadro emergerebbe una sorta di “Cupola” degli appalti, con una intermediazione decisiva da parte di Greganti e Frigerio. ”Ma che cosa facevano insieme l’ex comunista Greganti, ormai settantenne, e l’ex dc 75enne Frigerio? Di certo trafficavano sul fronte degli appalti e si dividevano una percentuale delle tangenti. Appalti su parecchi ospedali lombardi, da quello di Melegnano al San Carlo di Milano, ma anche in Expo. Le tangenti venivano pagate sottoforma di contratti di consulenza. Tranne che per Frigerio, il quale non vuole lasciare tracce scritte del denaro che prende”, scrive Repubblica.

 

Dopo essersi eclissato per qualche anno dalla scena politica, Greganti aveva recentemente fatto la sua comparsa a un paio di manifestazioni pubbliche in sostegno di Sergio Chiamparino, l’ultima al teatro Carignano lo scorso 29 marzo. L’hanno definito in tanti modi: «Uno con le palle», quello che «ha tenuto testa ai magistrati e ha messo il partito davanti a tutto». Il Compagno G, «un eroe», «un duro», «un simbolo». Insomma, uno che non ha parlato neppure quando venne messo alle strette da Antonio Di Pietro: scontò una pena di 3 anni in carcere per finanziamento illecito al suo partito ma lui si professò sempre innocente e rifiutò ogni collaborazione con la magistratura. E ora, con settant’anni suonati sul groppone, il suo nome torna alle cronache e a Torino, città dove emigrò quattordicenne per diventare prima operaio della Fiat, poi dirigente di partito, ci si interroga su quale ruolo avesse conservato negli assetti di un Pd, di cui ha “orgogliosamente” la tessera, che vede molti “reduci” di quella stagione di Tangentopoli in servizio permanente effettivo (da Giancarlo Quagliotti Giusi La Ganga, a Salvatore Gallo). Un nucleo di politici d’antan che ha nel sindaco Piero Fassino la propria figura di riferimento.(nella foto Quagliotti e Greganti a una recente festa del Pd torinese)

 

La Commisione Europea taglia drasticamente i contributi finanziari al progetto TAV Torino-Lione.

http://www.nicolettadosio.it/la-commisione-europea-taglia-drasticamente-i-contributi-finanziari-al-progetto-tav-torino-lione/

Roma - Corteo No Tav

La conferma arriva dallo stesso Commissario europeo ai Trasporti Sim Kallas, che, in seguito ad una sollecitazione della commissione trasporti del Parlamento europeo, ha recentemente ammesso la riduzione del cofinanziamento europeo all’opera, effettuata tramite la Decisione della Commissione europea del 5/3/2013.

Un anno fa, infatti, questa Decisione ha stabilito che il contributo europeo per il periodo 2008-2013 fosse ridotto, dagli originari 671,8 milioni di Euro a poco più di 395 milioni di Euro ( con una decurtazione di circa il 40%) a causa delle inadempienze e della non attendibilità dei tempi e delle opere promesse da Francia e Italia. Inoltre, nello stesso documento è stata concessa anche una proroga per i tempi di realizzazione delle attività finanziate, fino al 31/12/2015 anziché fine 2013.
 
Il documento, faticosamente avuto dal gruppo parlamentare europeo GUE NGL, dimostra che i lavori non sono affatto in anticipo come hanno sempre sbandierato ministri, parlamentari e commissari vari. La tranche di finanziamento attuale infatti, oltre ad essere quasi dimezzata, ha già subito una proroga fino al 2015 per venire incontro ai ritardi accumulati.
 
Le continue difficoltà di Italia e Francia a mantenere gli impegni fanno tentennare l’Europa e soprattutto metteranno a rischio anche gli stanziamenti per il successivo periodo finanziario 2014-2020, visto che questi contributi, potrebbero essere dirottati verso altri progetti prioritari.
 
Ricordiamo che quello messo in campo dall’Europa è solo un piccolo contributo economico rispetto ai miliardi di euro del costo complessivo della tratta che saranno a carico dei cittadini italiani e francesi.
 
Questa notizia dimostra come la lotta paghi e come la resistenza del Movimento abbia portato importanti risultati su questo piano e non solo Non abbiamo senz’altro ancora vinto, ma si tratta di un passo verso l’abbandono di questa opera inutile e dispendiosa che distrugge la terra che amiamo e le nostre vite.
 

Campagna solidarietà del Movimento No Tav.

I No Tav coinvolgono esponendo il nastro di solidarietà con i colori sociali, bianco e rosso.

Il 22 maggio a Torino si aprirà il processo a carico di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò accusati di terrorismo per il sabotaggio di un compressore.

Con un piccolo gesto,sosteniamo e manifestiamo la nostra solidarietà .

Un semplice fiocco rosso e bianco, i colori delle nostre bandiere no tav, da indossare in migliaia quel giorno ovunque noi siamo: nei posti di lavoro, nelle scuole,per strada, , etc …, per richiamare l’attenzione di chi non sa, di chi non vuole sapere ,di chi conosce soltanto la versione mediatica messa in pasto alla gente.

In questo modo, qualcuno avrà la curiosità di sapere perchè e ci farà delle domande,…
Una proposta semplice, da far rimbalzare in tutta italia nelle prossime assemblee , nella grande manifestazione del 10 maggio,nelle iniziative a sostegno dei diritti,del territorio, nei siti , sui social network,radio, ecc…
un’invasione di “ogni dove” del nastro Rosso/Bianco per il giorno del processo, il 22 maggio salvo spostamento dello stesso.

Attraverso l’accusa di terrorismo contro alcuni NO TAV si vogliono colpire tutte le lotte.

CHIARA, CLAUDIO, MATTIA E NICCOLO’ LIBERI SUBITO !

Claudio Scajola arrestato Dalla diametro di Reggio Calabria (FOTO, VIDEO)

http://www.huffingtonpost.it/2014/05/08/claudio-scajola-arrestato-dia-reggio-calabria_n_5285628.html?utm_hp_ref=tw

L’Huffington Post  |  Pubblicato: 2014/08/05 07:56 CEST   

Claudio Scajola arrestato

La Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria ha arrestato l’ex Ministro Claudio Scajola . A comunicarlo in Una nota la stessa dia Reggina Che, coadiuvata Dai Centri operativi e Sezioni diametro di Roma, Genova, Milano, Torino, Catania, Bologna, Messina e Catanzaro sta procedendo all’esecuzione di otto provvedimenti restrittivi, emessi Dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, Olga Tarzia, su Richiesta della dda reggina, Diretta Dal procuratore Federico Cafiero de Raho.

Tra Gli arrestati – spiega la nota – figurano l’ex Ministro Claudio Scajola, nonche Personaggi Legati al noto Imprenditore reggino ed ex Parlamentare Amedeo Matacena, colpito anch’esso da Provvedimento restrittivo Insieme alla moglie Chiara Rizzo ed alla madre Raffaella De Carolis. Matacena Ê latitante, un Seguito di condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa.

Scajola Ê Stato arrestato Perchè avrebbe aiutato l’ex Parlamentare Matacena a sottrarsi alla Cattura per l’esecuzione pena DOPO Essere Stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo ha Detto il procuratore di Reggio Calabria De Raho. 
L’Inchiesta Che ha Portato all’arresto E nata nell’ambito di Una Indagine su tutt’altro ARGOMENTO.

Sono in corso numerose perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Calabria e Sicilia, Oltre a sequestri di Società Commerciali italiane, collegate una Società Estere, per ONU Valore di circa 50 Milioni di euro. Per l’ex Ministro Arriva la solidarietà di Silvio Berlusconi: “Non così per Quali Motivi SIA Stato arrestato, me ne spiaccio e ne Sono addolorato”.

LaPresse

QUANDO il Ministro Disse: “Non POSSO abitare in nuna casa Pagata da ALTRI”scaloi

Il Consiglio del Friuli vota per lo Ius Soli. A favore centrosinistra e M5S

di REDAZIONE
 
Il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato una mozione che auspica la riforma parlamentare delle norme sulla cittadinanza italiana introducendo in Italia il principio dello Ius Soli. Il testo impegna il presidente del Consiglio regionale e il presidente della Regione a farsi promotori presso i Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica della volontà politica dell’assemblea regionale. L’aula ha approvato il testo a maggioranza dopo un ampio dibattito, con i voti favorevoli del centrosinistra e del M5S, i voti contrari di Lega Nord e Autonomia responsabile, mentre Forza Italia è uscita dall’aula al momento del voto.

IL TAV PORTA VANTAGGI…AI SOLITI NOTI !

http://www.marcoscibona.it/home/?p=473

Il Comune di Chiomonte, fin da Giugno 2010 disponeva di € 519.00,00 finalizzati ad acquistare gli impianti scioviari di proprietà della Società Seggiovie di Chiomonte srl. Tale cifra derivava da un grande contributo SITAF e da una residua parte dalla Regione Piemonte, in particolare la SITAF – società autostradale valsusina si era prodigata per un accredito velocissimo, tanto da permettere al Comune di stanziare anche le spese per l’atto notarile di acquisto.

Ciò nonostante il Comune di Chiomonte, pur disponendo dei fondi sia a bilancio che in cassa fin dall’anno 2010, come detto innanzi, non ha mai proceduto all’acquisto degli impianti della Seggiovia del Frais, rinunciando conseguentemente tra l’altro, all’introito annuo di € 35.000,00 + IVA, che ne sarebbe derivato, quale canone di affitto degli impianti, canone invece versato ogni anno dagli attuali gestori (Associazione Frais2010) alla Società delle Seggiovie, quale proprietaria.

Il Gruppo di Minoranza in seno al Consiglio Comunale ha quindi provveduto a segnalare un presunto danno erariale alla Corte dei Conti.

Ancora più di recente siamo stati resi edotti dal fatto che un privato ha cercato di acquistare il ramo di azienda della società Seggiovie di Chiomonte srl, ma che si diceva anche disponibile a farsi da parte nel caso fosse il Comune a voler acquistare, infatti il Comune ha risposto positivamente comunicando che iniziava il reperimento fondi (ma non erano già stati stanziati?).

Considerato che l’intera operazione è finanziata con denaro pubblico e considerato che la decisione di acquisto del privato, che è anche Socio Sitaf, Presidente di Sitalfa, contitolare della COGEFA, (fra l’altro ditta interessata dai lavori TAV essendo risultata progettista del nodo internazionale di Susa, progetto del luglio 2012 e proprietaria attraverso una sua controllata della discarica di Torrazza Piemonte dove è previsto il deposito dello smarino), pare sia maturata a seguito di decisioni assunte nel corso di alcune riunioni cui avrebbero partecipato, oltre al Sindaco Pinard, personaggi influenti della vicenda Tav ed il legale rappresentante della Soc. delle Seggiovie di Chiomonte;

Ci chiediamo, insieme a tutti i cittadini:

per quale motivo il Comune di Chiomonte così come si era impegnato a fare e disponendo materialmente dell’intera somma necessaria per l’acquisto fin dal giugno 2010, non ha proceduto all’acquisto mettendo a rischio il rilancio turistico del Frais?(A proposito del rilancio turistico del Frais, tralasciamo il fatto che il comune di Chiomonte non ha ancora predisposto idonei posteggi e bagni pubblici sia presso la partenza della seggiovia Chiomonte-Frais che presso la stazione sciistica)

Non esiste forse il fondato dubbio di un conflitto di interessi tra Sitaf che concede un contributo, utile al Comune a dirottarlo per l’acquisto delle Seggiovie e la disponibilità da parte del Socio Sitaf, Presidente di Sitalfa e titolare di Cogefa ad acquistare il ramo di azienda delle seggiovie?

E’ vero che il signor Virano (già Sitaf ed oggi TAV) avrebbe partecipato a riunioni in cui si discuteva della Seggiovia del Frais? Se sì a che titolo? In caso positivo venne invitato dal Sindaco?

Esistono contropartite per la disponibilità dell’Amministrazione verso il cantiere TAV?

In questo intreccio di grandi interessi che di fatto hanno messo a rischio il rilancio del Frais e del Comune di Chiomonte, sono stati ormai persi i finanziamenti regionali per l’acquisto delle Seggiovie?

Ma si sa, siamo sotto elezioni… e queste manovre, per la vecchia politica sono calamite di voti.

Siamo certi che non riceveremo risposte a queste nostre domande, ma siamo certi che accendere un faro su questa vicenda non possa che fare del bene ad una piccola amministrazione comunale dove trasparenza ed informazione mancano da troppo tempo. Basti ricordare quelle compensazioni rappresentate da “progetti importanti e ambiziosi concernenti il mondo dei beni e delle attività culturali, anche nelle sue possibili interrelazioni con le infrastrutture strategiche del Paese” come indicato dalla ormai defunta Arcus e quegli 800 mila di €uro di finanziamenti ammessi per il Museo ed il parco Archeologico della Maddalena (vedi “progetto verso un museo del paesaggio” – pag. 8 rigo 8), devastato dalle FFOO e (il Museo) attualmente occupato, non si sa a quale titolo dalle FFOO.

Dove sono finiti anche questi soldi destinati ad “progetto verso un museo del paesaggio”, considerato, anche, che il paesaggio della Maddalena è stato, ormai, irrimediabilmente devastato e, con essa, anche la via francigena ?

Marco Scibona – Senatore M5S Piemonte

Torino, 10 maggio. Contro la vendetta di stato, per la giustizia. Con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, per tutte e tutti noi.

TG Valle Susa

Il comunicato appello sempre aggiornato con le adesioni in calce

Anche noi saremo a Torino, il 10 maggio, per far sentire la nostra solidarietà a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.

Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò. E’ importante ripetere i nomi, è importante scandirli perché stiamo parlando di quattro vite, quattro esseri umani, quattro attivisti No Tav che dal 9 dicembre 2013 sono imprigionati, sparpagliati tra le carceri di Alessandria, Ferrara e Roma, sottoposti a un regime di alta sicurezza (AS2).

Per noi come per la popolazione della Val di Susa questi prigionieri sono fratelli e sorelle, parte della comunità che da più vent’anni resiste a una «grande opera» inutile e insensata, macchina mafiogena ed ecocida, meccanismo divorasoldi e divoramontagne imposto al territorio con prepotenza, ottusa arroganza e metodi prettamente autoritari.

Per noi prendere posizione è facile, è scontato. Ma anche chi non si è mai informato su questa lotta, e come molti è stato indotto a guardarla con sospetto, dovrebbe allarmarsi per quanto sta accadendo. E’ una vicenda che racconta una storia più grande, che rischia di ingrandirsi ulteriormente e coinvolgere sempre più persone. Tu che leggi, con quale certezza puoi dirti al sicuro? Come dice il motto latino: «de te fabula narratur». Forse questa storia parla già di te.

Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò vengono spacciati per terroristi e, a poco più di vent’anni d’età, si trovano a rischiarne trenta di prigione. Il processo inizierà il 22 maggio. Di cosa sono accusati, esattamente?

Sono accusati di aver partecipato a una iniziativa durante la quale venne danneggiato un compressore. Cioè un oggetto inanimato. Una cosa, fatta di metallo e fili.

Quella notte, non un poliziotto né tanto meno un operaio del cantiere TAV furono sfiorati, nemmeno alla lontana.

L’accusa di terrorismo e il regime di alta sorveglianza trovano il loro appiglio nell’art. 270 sexies del codice penale, incartato nove anni fa dentro uno dei tanti «pacchetti sicurezza» propinati a un’opinione pubblica in cerca di facili rassicurazioni. Era il luglio 2005, c’erano stati da poco gli attentati alle metropolitane di Madrid e Londra.

Coincidenza: quello stesso anno il movimento No Tav conseguì la sua più importante vittoria sul campo, bloccando e scongiurando l’apertura del cantiere per il cunicolo geognostico previsto a Venaus. In apparenza non c’entra, e invece c’entra, perché nel 270 sexies si legge (corsivo nostro):

«Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto […]»

Dato che il movimento No Tav vuole impedire il colossale sperpero del TAV Torino-Lione, ogni iniziativa in tal senso può essere ricondotta a «finalità di terrorismo».

Ecco perché nessuno è al riparo da questa accusa.

Per due PM e un GIP della procura di Torino, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò hanno cercato di «danneggiare l’immagine dell’Italia».

Proprio così, ripetiamolo: «danneggiare l’immagine dell’Italia».

Quale Italia sarebbe stata danneggiata nella sua immagine dai No Tav che stanno per andare a processo?

L’Italia che i poteri costituiti vedono «diffamata» dai No Tav è forse quella della dignità, della solidarietà, della partecipazione democratica? O è piuttosto quella di un certo «sviluppo» che serve solo il malaffare, della simbiosi tra partiti e cosche criminali, degli appalti sospetti, del lavoro con molti ricatti e pochi diritti, dei veleni e del biocidio?

Quella che stiamo descrivendo è solo la punta più avanzata di una strategia che la Procura di Torino ha avviato da tempo. Attivisti accusati di stalking, ambientalisti accusati di procurato allarme, ragazzi accusati di sequestro di persona, sindaci condannati a pagare cifre astronomiche, mesi di galera per la rottura di un sigillo, processi tenuti in aule-bunker…

La pretesa di affrontare un problema politico e tecnico come quello della Torino-Lione attraverso la repressione giudiziaria e poliziesca sta avendo e avrà sempre più conseguenze devastanti. Devastanti non solo per il vivere civile, ma soprattutto per quattro ragazzi che rischiano di passare la loro gioventù in prigione, perché qualcuno ha deciso di schiacciare la resistenza valsusina sotto un tallone di ferro.

Se sottoporre i quattro ragazzi al regime di Alta Sicurezza 2 doveva spezzare loro e far vacillare il movimento no tav, possiamo dire con certezza che non è servito.

Non è servito l’isolamento imposto ben oltre il periodo delle indagini, contro quel che si legge nell’articolo 33 dell’ordinamento penitenziario e nell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Non sono servite la drastica limitazione delle ore d’aria, la censura della posta la riduzione delle visite (permesse solo ai famigliari in senso stretto, quindi non a compagni/e di vita e conviventi).

Non è servita nemmeno la criminalizzazione mediatica.

Da dietro le sbarre, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò hanno spedito lettere mai rassegnate, spesso ironiche, provocatorie, briose. Hanno chiesto per sé più repressione, più isolamento e il divieto di mangiare, hanno chiamato a testimoniare per la difesa «mio cugino che mi vuole tanto bene»… Dulcis in fundo, hanno suggerito di aggiungere Dudù il cagnolino di Berlusconi, alla surreale lista di «parti offese» stilata dai PM.

Lista che oggi include, senza il minimo intento umoristico, la Commissione Europea, il Consiglio dei Ministri, il III Reggimento Alpini di Pinerolo, i carabinieri di Sestriere, la P.S. di Imperia, la Guardia di Finanza di Torino…

Il 10 maggio si va in piazza.

A sostegno delle vere «parti offese».

Per la libertà di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, e per la libertà di tutti.

Per l’aria, l’acqua, il suolo e la salute pubblica della Val di Susa, dell’Italia e del pianeta.

Contro l’oscena accusa di terrorismo.

A Torino, alle 14, in Piazza Adriano.

Noi ci saremo.

Primi firmatari: Wu Ming (collettivo di scrittori) – Valerio Mastrandrea (attore e regista) Loredana Lipperini (giornalista, conduttrice di Fahrenheit) – Zerocalcare (fumettista) – Cecilia Strada (presidente Emercency) – Massimi Carlotto (scrittore) – Pino Cacucci (scrittore) – Erri De Luca (scrittore) –  Valerio Evangelisti (scrittore) – Sabina Guzzanti (Attrice e Regista), Paolo Cacciari  (Giornalista) – Guido Viale (Economista) – Maso Notarianni (Giornalista- Peace Reporter) –  Vauro Senesi (Editorialista e Vignettista) – Serge Quadruppani (scrittore) – Alberto Prunetti (scrittore) – Girolamo De Michele (scrittore)  Giulietto Chiesa (Giornalista).

Le adesioni in aggiornamento:

Ascanio Celestini (attore) – Alberto Airola (portavoce al Senato del M5S) – Alberto Giovanni Biuso (docente universitario) – Gian Paolo Serino (critico letterario) – Raphael Zanotti (giornalista) – Marco Scibona (senatore M5S) – Liliana Gualandi (giudice onorario al tribunale dei minori di Milano) – Andrea Fumagalli (economista) – Claudio Calia (fumettista) – Ugo Mattei (giurista) – Peter Freeman (giornalista e regista) – Andrea Doi (giornalista) – Cristina Morini (saggista e scrittrice) – Domenico Finiguerra (campagna Stop al consumo del territorio) – Walter Ferrari (docente universitario di Storia, scrittore) – Vito Crimi (senatore M5S) – Marco Philopat (scrittore) – Nicola Morra (senatore M5S) – Maksim Cristan (scrittore) – Daria Spada (cantante lirica) – Mariano Tomatis (illusionista e scrittore) – Paolo Sollier (allenatore e scrittore) – Alessandro (Bibi) Bozzato (regista e documentarista) – Agenzia X (casa editrice) – Slavina (scrittrice e performer) – Société Ethnobotaniqua Alpine, Moncenisio – Tania Preste (storica) – Enrico Rennella (Ricercatore CNRS) – Maurizio Pagliasotti (giornalista) – Lionello Gioberto (sindaco) – Ugo Lucignano (Direttivo provinciale CGIL) – Elena Emilia Cicorella (scenografa) – Margherita Fina (musicista) – Sandro Moiso (scrittore) – Milvia Comastri – Roberto Gastaldo – Alfredo Simone (giornalista) – Ettore Luzi (Ricercatore UNIFI) – Fiammetta Benati – Paolo dalla Zonca (produttore radiofonico) – Simone Garino (musicista) – Florian Mucci – Silvia Grinzato (sindacalista CGIL) – Lisa Rigotti – Roberto Dosio (medico) – Michele Di Filippo – Daniele Contardo (musicista) – Tullio Florio (impiegato) – Daniele Verdolini – Ada Rota (docente università di Torino) – Niccolò Busatta – Associazione FabioNews – Liliana Piattone – Mimmo Stolfi (giornalista) – Davide Garetto – Alessandro Saulini – Giacomo Ortona – Piero Leodi (redattore) – Silvano Raise – Francesco Molinari (avvocato) – Ilaria Cesarino – Camilla Zenobi (operatrice telefonica) – Francesca Pellegrino – Franco Cometa – Giorgio Bianco – Paola Arioli – Fabio Luca – Gianfranca Fois – Ferruccio Rizzi (amministratore pubblico, pensionato) – Gisella Arioli – Giulio Nassini – Manuel Messina (avvocato) – Massimiliano Martelli (PRC di Latina) – Maria Luisa Loche – Claudio Durandetto – Nathalie Molin – Roberta Cicorella (impiegata) – Enrica Noseda – Antonio Granieri (architetto) – Chiara Tasselli – Azienda Agricola “Lou Rampar”, Torre Pellice – Comunità Forestale della Costa, Torre Pellice – Jacopo Rothenaisler – Giuseppe Titone (pensionato) – Patrizia Ravera – Luigi Chiarella (attore, drammaturgo) – Graziella Teti – Paolo Miletto – Donella Clarotti – Spaliviero Gian Paolo (scrittore e disoccupato) – Luigi Antonozzi – Alessio Calvitti – Nicola Romana – Giovanni Iaderosa (medico) – Sara Staffieri – Paolo Cirelli – Paola Lucarelli – Linda Confalonieri (performer) – Laura Colonna (performer) – Luigi Petronella – Mira Mondo – Nicoletta Maldini (libraia) – Silvio Panatta – Francesca Frigeri – Giulia Gadaleta (bibliotecaria) – Valentina Pasquale – Simone Scaffidi Lallaro – Roberto Visentin – Bruno Carpani – Roberto Solari (ANPI Mirano) – Tiziana Quirico – Nadia Crepaldi – Viviana Colla – Mario Guanziroli – Nicola Bertasi – Melina Caudo – Francesco Russo (funzionario pubblico precario) – Cristiana Rita – Consuelo Possenti – Salvatore Giaconia (artista) – Davide Morra – Anna Balderi – Fausto Gianelli (avvocato) – Stefano Bonino – Luca Leoni – Livia Grossi – Elisa Tenconi – Rosanna Zanella (traduttrice) – Simona Sorrentino – Stefania Di Campli – Rosa Mordenti – Maurizio Colognola – Agnese Baini – Massimo Galeazzo – Stefano Assogna – Gabriele Mainetti – Alba Bus (impiegata) – Alfredo Moretti (formatore) – Dora Esposito – Marco Fiorencis – 99 POSSE –

Gustavo Esteva Figueroa (Universidad de la Tierra, Messico) – Monica Mazzitelli (scrittrice e regista) – Fabrizio Lorusso (giornalista) – First Line Press – Osservatorio sulla Repressione – Collettivo Senza Slot Pavia – Elena Giuliani (comitato Piazza Carlo Giuliani) – Italo Di Sabato – Lorenzo Armando (editore) – Maurizio Vito (University of Arizona) – Gilberto Calzolari (medico) – Carlo Zucchetti – Paolo Voltolini (Università di Ottawa) – Eugenio Losco (avvocato) – Circolo “Comandante Muro” ANPI Piacenza – Franco Pezzini (saggista) – Arnaldo Reviglio (consigliere comunale Avigliana, capogruppo Avigliana Città Aperta) – Gianluca De Angelis (ricercatore) – Fulvio Grimaldi (giornalista) – Sandra Paganini (insegnante) – Alessandro Peregalli – Liliana Omegna – Marta Finotti (legalteamitalia) – Tamara Bartolini (attrice) – Anna Patrizia Patrignani – Luca Demicheli (musicista) – Luca Filisetti – Lucietta Bellomo (segreteria provinciale PRC Biella) – Stefano Girard (candidato M5S elezioni europee) – Marta Tondo – Vincenzo Bolognese (musicista) – Federico Milano (avvocato) – Francesco Giuseppe Conti – Fabrizio Salmoni (giornalista) – Lucia Tartaglia (operaia) – Cristiana Spinoni – Renato Sibille (teatrante) – Danilo Rossi (musicista) – Fausto Renado (delegato CUB) – Liliana Sacchi – Mario Cena (metalmeccanico) – Marco Bon – Rosanna Carpentieri – Rosa Maria Colognola – Michelangelo Lanza – Greta Del Fabbro – Paolo Sammuri – TG Vallesusa – Federico Repetto – Cristina Claro – Sara Bianchi – Pietro Deandrea – Franco Favro (pensionato) – Martino Coppola (geometra) – Maurella Bianco – Giulia Franchi (land compaigner Re:Common) – Elena Gerebizza – Antonio Tricarico – Oliviero Matta – Sonia Marzullo – Elena Bondi – Tancredi Tarantino – Carlo Dojmi di Delupis (grafico) – Diego Gullotta – Davide Gastaldo – Anna Grassini – Nadia Bagni – Marco Arturi (Fiom) – Anna Lucia Tomelleri – Gemma Romano – Luca Carboni (graphic designer) – Claudio Sbrago – Alberto Agliotti – Clara Vajthò (animatrice e poeta) – Cristina Campanerut – Barbara Ombrella – Andrea Ullo (set painter) – Giorgio Moro – Ludovico Cassetta – Enrica Paccoi – Alessandra Pavanello – Ignazio De Simone (musicista) – Roberta Dalpasso (impiegata) – Martina Pagliucoli – Luca Piercecchi (traduttore) – Veronica Siracusano Raffa – David Biagioni – Francesco Talanti (studente, lavoratore) – Alessandra Spillabotte – Tiziano Berardi (musicista) – Luca Ardemagni – Francesco Cecchini (scrittore) – Leonella Basiglini – Alessandro Bastasi – Antonello Martelli – Chiara Marzocchi – Alessandro Tagariello (docente) – Mario Bertea (USB Comune di Torino) – Tiziana Liguori – Andrea Rapini – Michela Damasco – Ingrid Anastasia Pedrazzini (laureanda in filosofia) – Marco Barone (blogger, attivista) – Sara Boschi – Livia Vittoria Claudia Brambilla – Paolo Bazzicalupo – Paola Di Paolo – Marcello Cavalieri (impiegato) – Luca Casarotti (collaboratore di Carmilla) – Daniela Maldera (operatore culturale) – Mariella Meo – Renato Rocci – Pierluigi Richetto – Gino Folletti – Fiorenza Bettini (attivista del Forum dei Movimenti per l’Acqua) – Nataniela Piccoli – Michaela Uccelli – Francesca Maratia – Francesca Pesce – Martina Grifoni – Fabio Urbinati – Raffaella Formato – Matteo Urbinati – Francesco Urbinati – Vladimiro Lionello – Caterina Greco – Claudia Pavan (assistente alla regia) – Paolo Ranucci – Mariagrazia Tesse – Beatrice Zuccaro – Salvatore Talia – Lorenzo Mancuso – Gaia Capogna – Daniela Pantaloni (ex insegnante di diritto) – Roberto Colarullo (ex insegnante di diritto) – Christian Nasi – Lisa Bonnet – Barbara Parracino 

Moni Ovadia – Teatro Valle Occupato – Chiara Belingardi – Teresa Serra – Valter Calcagno (insegnante) – Spazio Sociale La Boje!, Mantova – Margherita Dametti – Alice De Paolo (studentessa) – Lara Pipitone (insegnante) – Loretta Muner Pasta – Sebastiano Pasta – Luigi De Santis – Nicoletta Orlandi Posti – Erica Bianchi – Paola Slaviero – Mila Contestabile (insegnante) – Domenico Caffo – Angelo Marino – Greta Storni (maestra) – Franco Ranghino (Crac Autoproduzioni Sotterranee) – Andrea Riva – Gianluca Fausto Lazzari (docente) – Circo Bidone – François Bidon – Colette Audebert – Bénédicte Melin – Marco Gottardello – Marisa Peisino – Regina Bosco – Andrea Sciuto (insegnante) – Cecilia Zanni (musicista) – Laura Bennati (candidata sindaco “Una Città in Comune”, Firenze) – Barbara Breyhan (danzatrice) – Edda Bruna Bellavista – Angelo Riboni – Matia Angela Zerbinati (pensionata) – Federico Pastina – Maria Teresa Crosta (ricercatrice) – Chiara Lazzari – Luca Gianotti – Federica Cocozziello Visconti – Marco Santoro Verri – La Rocha (gruppo folk punk salentino) – Bruno Carini (pensionato) – Antonella Pollero (insegnante) – Kati Lipani – Fernanda Sorrento – Francesca Frediani (Candidata M5S Regione Piemonte) – Emanuela Galli Ligal – Laura Bernocchi – Sara Deledda – Alessandro Matteoli – Milena Willenpart – Daniela Chisselli – Marica Cassola – Fabrizio Torricelli (orientalista) – Tiziana Geraci (architetto, candidata portavoce EU M5S) – Vita Matera (InfoRepressione24) – Roberta Traversa – Paolo Savoia (storico) – Maria Valeria Della Mea (operatrice teatrale) – Stefano Dragoni (imprenditore) – Antonella Repetto – Roberta Olga Vair (farmacista) – Léo Royer – Claudio Delfino – Claudio Caffagni – Bianca Bosia – Grazia Tomaino – Francesco Della Puppa (ricercatore precario) – Mauro Galliano (assessore valsusino) – Luca Pellegrino (informatico) – Luciana Cisbani (traduttrice) – Marisa Rossi (docente) – Paolo Masala (anarchico) – Roberta Rodriquez – Massimiliano Orlando – Giovanni Fois (pensionato Vigile del fuoco) – Roberta Magrini – Roberto Trioschi – Paolo Zanotti – Lorenzo Cristofani – Nadia Lucia Luisi – Caterina Arlorio – Annalisa Battù – Guido Boffi (ricercatore universitario) – Maria Luisa Tealdo – Pellizzoni Giuseppina – Gandolfo Marco – Fernando Lepori – Stefano Mazza – Laura Zenobi – Raffaele Rago – Concepcion Barragan Sanchez – Gisella Adreani – Manuela Bussacchini (maestra di scuola dell’infanzia) – Letizia Merati – Domenico Argirò (insegnante) – Francesco Martinelli – Mara Di Mattia (assistente sociale) – Giorgio Vair (vice sindaco di San Didero, pensionato) – Fabio Contestabile – Valentina Colletta (avvocato) – Anna Maria Byron – Marisa Ghiano – Davide Masoero (matematico) – Domenico Girodo – Mario Fucile – Ester Cavallo – Donatella Giunti – Nicola Marroccoli – Cinzia Lamanna (donna Legambiente) – Marco Calliari (fonico) – Filippo Contestabile (ingegnere) – Luciana Marangon – Sara Chierici – Marina Cismondi – Cristina Torniamenti – Giovanni Guerini – Giulia Guerini – Rosanna Taberna

Max Casacci – Samuel Umberto Romano – Luca Vicini – Giorgio Sacchetti (professore universitario di Storia contemporanea) – Andrea Griseri (Pro Natura Piemonte) – Fabrizio D’Ottavio (archeologo) – Espace Populaire, Aosta – Egin (patchanka band) – Lucia Citterio (danzatrice) – Davel Puente Hoces – Gea Scancarello (giornalista) – Marco Bendinelli (giornalista Radio Onda d’Urto, Brescia) – Sergio Lampo – Davide Sisto (ricercatore) – Aljosha Stramazzo (direttivo Cgil CDL di Torino) – Area congressuale Cgil “Il sindacato è un’altra cosa” di Torino e nazionale – Stefania Serafini – Claudia Berton (insegnante, scrittrice e nonna) – Elisabetta Vergani (attrice) – Associazione La Fonte Acquariana – Piera Pareti – Santino Spinali – Emanuele Magliano – Steven Forti (ricercatore universitario) – Maja Perk – Ivan Magliano – Stefania D’Uva – Roberta Pozzoni – Stefania Sanna – Roberta Rampinelli – Maura Manganelli – Alessandro “benni” Parlante (musicista, giornalista) – Stefania Ruggeri – Monica Marino (traduttrice) – Silvia Pedrini (studentessa) – Lionel Menissez – Paola Tracogna (ufficio stampa precaria) – Riccardo Infantino – Alessia Marrocu – Paola Epis – Valerio Beffa (musicista) – Massimo Caravello – Paolo Piantanida – Sara Lucrezi (studentessa) – Salvatore Fazio – Daniela Rosso-Chioso – Giampietro Ronchetti – Giovanna Ronchetti-Peduzzi – Sonia Antoniazzi – Mauro Martello (impiegato) – Moira Mariotti – Simonetta Valenti (libraia) – Claudio Venza – Rosanna Bonaudo (insegnante scuola primaria) – Daniela Caramel (pensionata) – Luciana Crosazzo – Giancarlo Lepore – Francesca Romana Basili – Tina Comba – Nino Casciaro – Bonifacio Giudiceandrea – Giulia Marconi – Aurora Vescera – Carla Capone (ingegnere) – Domenico “Mimmo Effe” Filippone (anarchico) – Federico Duma – Lara Procaccini – Ornella Politano – Shanyn Taverna – Simona Sacchi – Federico Pacifici – Sabrina Salerno (cittadina libera e pensante) – Angiolo Cirinei – Anarchici Colcitronesi, Arezzo – Giulia Russo – Victor Mastrodonato – Roberto Grienti – Lidia Seravalli – Rocco Baiocchi – Franca Lucarelli – Massimo Lo Sciuto (sistemista rete dati) – Vito Marino – Attilio Parapini – Ornella Costanzo – Luciano Boron – Donatella Quattrone – Teresa Casalino – Anna Chiambretto (architetto) – Santo Abbattista – Francesco De Zorzi (studente) – Celestina Miolli – Federico Dalla Bona (analista tecnico indipendente) – Lucilla Barchetta – Luigi Santapaga (imprenditore) – Sabrina Cervellati (imprenditore) – Marco Leonardi (biologo) – Dario Verrilli – Ivan Liuzzo – Maurizia Nuvoli (insegnante) – Mirco Veronesi – Silvia Magoni (libera professionista) – Michele Rizzo – Giovanni Condina – Carla Crosazzo – Rossana Lavazza – Bianco Pierenzo – Stefano Brovelli – Giuseppe Patti – Ester Lucchesi Palli – Lorenzo Cristofani – Ilario Meandri – Vincenzo Riso (architetto) – Vincenzo De Geronimo – Andrea Braito – Mariacristina Spina

Daniele Gaglianone (regista cinematografico) – Gaetano Alessi (sindacalista, premio “G. Fava” per il giornalismo antimafia) – Teho Teardo (musicista) – Fabrizio Biolè (consigliere regionale) – L’Asilo (comunità di lavorat* dello spettacolo e dell’immateriale, Napoli) – Emilio Delmastro (Pro Natura Torino) – Enrico Manera (docente e ricercatore in storia delle idee) – Pinuccia Caracchi (docente universitaria) – Paolo Barrucci (docente universitario) – Gabriella Paolucci (sociologa, Università di Firenze) – Giovanni Scotto (Università di Firenze) – Mirko Pusceddu (ex lavoratore ThyssenKrupp Torino) – Andy Cordy – Paul Brown – Richard Dyer – Richard Hudson – Leah Hausman – C.S.A. La talpa e l’orologio, Imperia – Alfredo Sasso (ricercatore universitario) – Elisa Adirosi (ricercatrice) – Francesco Mazara Grimani (avvocato) – Stefano Bertone (comitato nolimpiadi! e avvocato) – Stefano Pesca (art director) – Silvio Peron (musicista) – Giulia Torbidoni (giornalista) – Denis Campana (giornalista) – Jadel Andreetto (Kai Zen ensemble narrativo) – Niccolò De Bernardis (studente, musicista) – Anna De Bernardis (studentessa, musicista) – Vittorio Garis (architetto, musicista) – Sandro Sardella (operaio, poeta) – Donatella Paolucci (insegnante scuola primaria) – Roberta Durbiano – Ettore Foggetti (segr. prov. PRC Bari) – Gabriele Urban (responsabile PMLI Piemonte) – Sara Zipi – Gino Zipi – Alberto Ramundo (scrittore) – Bruno Pittau – Walter Dellisanti (ricercatore precario) – Maurizio Corradi (dirigente industria) – Isabella Curto – Luigi Robaldo – Luca Cassine – Maria Giusi Ricotti – Salvatore Manunza – Maria Silvia Andorno – Nicoletta Fonzo – Giulio Bufo (teatrante) – Alice Catti – Valeria Fabbricatore – Sergio Sciambra – Paola Mazzocchin – Donatella Giacotto – Roberto Grimaldi – Marzia Moschetti – Giordano Lovascio – Vincenzo Annese – Maria Pirozzi – Cristiana Erbetta – Giulia Caira – Giorgio Pulini – Matteo Tessarin – Elena Garcea – Maria Sole Abate (cittadina libera) – Davide Marcucci – Sandro Bergero – Manuela Bruschi – Augusto Arnese – Paolo Bruni (antispecisti pratesi) – Maurizio Romano – Floris Maddalena – Federica Piano – Nicola Trezza – Alessio Giaccone (Rifondazione Comunista Cuneo) – Cristina Giudice – Claudio Cossu – Elisabetta Rolando – Massimo Smarra (studente di Chimica) – Chicca Scarfò – Gianluca Platania – Federica Piano (maestra) – Andrea Lazzarotto – Sara Bellinello (pensionata) – Giovanni Franco (pensionato) – Emanuela Cremisi (insegnante) – Cristiana Cavagna – Samuela Mogetta – Paolo Prieri (PresidioEuropa No Tav) – Remigio Eydallin – Carmelo “Elo” Seminara – Martina Moglia – Giulio De la Pierre – Matteo Nardone – Sara Simonetti – Enrico Fossati – Chiara Cremaschini – Danilo Novajra – Elisa Boasso – Ilaria Corda – Sabina Benevolo – Mattia Baratella – Trossero Emanuela – Giusto Costa – Roberta Granata – Paolo Tomatis – Paola Alimonti – Serena Daniele – Monia Caroti – Emanuele Tambuscio – Marta Bianchi – Alessio Barettini – Marco Puppini – Ilaria Ricci – Gabriele Piccablotto – Antonietta Vino – Elena Vezzoli – Elena Camino – Lisa Ariemma – Fabrizio Arietti – Mariano Trevisan – Elia Costa – Mauro Reyna

Per aderire all’appello scrivere indicando nome e cognomeappello10maggio@gmail.com

Un’aria irrespirabile

A Torino da tutt’Italia in solidarietà a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò accusati di terrorismo. In un clima da caccia alle streghe.

di Massimo Bonato

Mancano due giorni alla manifestazione del 10 maggio per rivendicare l’assoluta estraneità di Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò a quel “terrorismo” di cui vengono accusati.

Mancano due giorni, e tutto, attorno alla compostezza che il movimento No Tav mantiene, opera perché la perda.

Vien da dar ragione alla figlia del Pm Rinaudo, Beatrice, che si presenta alle regionali con Fratelli d’Italia, quando sostiene che il clima che si respira le fa ricordare quando suo padre si occupava dell Brigate Rosse. Vien da darle ragione perché sintetizza in sé molte delle pressioni che vengono esercitate attorno al movimento No Tav: la “battaglia sacrosanta” del padre contro il movimento (“battaglia”); la ricerca del dialogo “se loro accettassero un confronto” («Nuova Società»). Ma in una “battaglia” ci si schiera per combattere una parte avversa, per vincere un conflitto, per dominare (e sarà per questo che le denunce prodotte dagli attivisti vengono archiviate o se ne perdono le tracce, ma basta una virgola fuori posto per essere querelati). E il famoso “dialogo” torna a far capolino sempre, e accomuna le parti politiche sino alla piena confusione. Peccato che si tratti di un dialogo a senso unico come quello dell’Osservatorio, in cui per anni la parola “dialogo” ha significato “descrizione di una decisione già presa”; e significa oggi la presenza di Chiamparino in Val di Susa in questi giorni, che ancora cerca questo dialogo “perché tanto il Tav si farà”. Se questo è dialogo, lo decida chi legge. Decida se l’aver ignorato per vent’anni la moltitudine di studi e documenti prodotti da tecnici e studiosi, da agenzie e università significa cercare il dialogo su un’opera che una importante parte in causa dichiara inutile, dannosa, costosa. Perché ha ragione Virano a dire che la parte europea di fondi non sarebbe certo utilizzata per opere altre, diverse da ciò per cui verrebbero erogati, ma omette che il grosso della somma, quella che l’Italia dovrebbe pagare verrà, e di fatto già viene, drenata da quel pubblico che tutti pagano senza poterne godere, appunto eroso.

Un monologo quindi. Impositivo. Un monologo però nel quale l’altro, il movimento No Tav, è già stato fatto oggetto di tutte le attribuzioni che il dizionario offre: delinquentifacinorosi,sabotatoriestremistiTerroristi. Ora si va all’estremo, perché è chiaro che al dialogo si preferisca avvelenare l’aria con la diffamazione, l’iperbole retorica. La si avvelena a parole prima, per poterla avvelenare con i lacrimogeni poi. La denuncia, il carcere.

La parola “terrorismo” emerge a ogni piè sospinto per un clima che si crea ad arte senza che ci siano le condizioni per definirlo tale. Mentre due marò che hanno ucciso pescatori in India vengono salutati come eroi, quattro ragazzi che hanno incendiato un compressore, senza aver voluto procurare e aver procurato danni a persone, vengono detenuti in regime carcerario durissimo e accusati di “terrorismo” per aver “danneggiato l’immagine dell’Italia all’estero”. La realtà supera la fantasia. Allora l’imbrattamento di una vetrina diventa “attacco”; allora i giudici popolari del processo ai quattro si vogliono scortati, ancor prima che la Cassazione decida la liceità stessa dell’accusa di terrorismo; allora si torna a equiparare il movimento alle Brigate Rosse; allora, dal Pd, ci si scaglia contro i centri sociali e se ne chiede la chiusura; allora, e sempre il Pd, il 1° maggio provoca apertamente violenze per poi poterle condannare mistificando quanto accaduto.

Allora il 10 maggio verranno da Bergamo, Firenze, Roma, Genova, Milano, Fano, Urbino, Pesaro; verranno da Lugano, dove è bastato contestare Caselli tempo addietro perché nove persone si trovassero indagate e una perdesse seduta stante il posto di lavoro. Verranno per ricordare che la realtà è un’altra, non quella creata ad arte per combattere una “battaglia sacrosanta” e chiedere un “dialogo” dove a parlare è soltanto chi ha già deciso per tutti.

M.B. 08.05.14

Muos: le novità dalle relazioni prodotte in Senato

Le relazioni presentate al Senato della Repubblica sul Muos aprono nuovi scenari da esaminare con attenzione

di Daniela Giuffrida

Nella seduta del 24 aprile scorso delle Commissioni 12a e 13a del Senato oltre alla proposta del Senatore Compagnone  sono stati depositati altri due schemi di risoluzione in merito alla questione MUOS: uno dai relatori e il secondo (il terzo in tutto) dai senatori Nugnes,Moronese e Martelli.

La proposta del Senatore Compagnone è, a nostro avviso, quella più morbida e articolata. Pur essendo le tre proposte ragionevolmente somiglianti nelle premesse differiscono sensibilmente negli impegni richiesti al Governo e quella del senatore Compagnone ci è sembrata  più facilmente “accettabile” dalla 13° Commissione all’attenzione della quale le proposte verranno poste per il voto di approvazione.

In questa proposta – ci hanno detto attivisti del Movimento No Muos Sicilia raggiunti telefonicamente – si chiede che vengano effettuati studi sulla base di un modello previsionale, richiesto dalla normativa vigente ma mai sviluppato, con la piena condivisione di tutti i periti finora coinvolti nella vicenda MUOS.

Questa è a nostro avviso una proposta di grande importanza perché mette sullo stesso piano tutti i tecnici, smontando quell’aura di sacralità che lo stesso Crocetta aveva posto sul capo dell’Istituto Superiore di Sanità. Tratta con molta attenzione tutte le problematiche “inquinanti”della zona e, finalmente, per la prima volta si affronta il tema del danno esistenziale subito dalla popolazione niscemese.

Lo schema proposto dai relatori si limita ad impegnare il governo a rispettare il protocollo d’intesa del 1/6/2011 che prevedeva, tra gli altri, impegni precisi da parte dello stesso Ministero; tra queste:

– la riduzione delle emissioni a radiofrequenza grazie all’installazione di un sistema di trasmissione interrato a fibre ottiche, per mitigare l’esposizione ai campi elettromagnetici generati dagli apparati di trasmissione già esistenti;

– l’installazione di un sistema di monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici, fornendo la strumentazione necessaria, da integrare nella rete regionale di monitoraggio dell’ARPA Sicilia, per curare la gestione e l’elaborazione dei dati, da rendere sempre disponibili all’Amministrazione comunale di Niscemi[..];

– la rimozione delle antenne in disuso privilegiando tecnologie di trasmissione alternative ed innovative che consentano di ridurre i consumi energetici e le emissioni;

– prevedere adeguate misure di compensazione volte a ridurre il danno materiale e immateriale già prodotto alla popolazione locale e il danno di immagine causato ai suoi prodotti agricoli;

– prevedere l’immediata interruzione del sistema laddove dal monitoraggio emergessero risultati nocivi per la popolazione, come previsto dall’accordo del 2011;

– prevedere che le attività di controllo e di tutela ambientale nell’area di Niscemi vengano svolte anche mediante l’impiego del locale distaccamento dei volontari dei Vigili del fuoco […];

– presentare semestralmente al Parlamento una relazione delle azioni realizzate e del percorso compiuto in adempimento di quanto previsto dalla presente risoluzione.

In questa proposta non si parla del petrolchimico di Gela, di studi sulla situazione sanitaria a Niscemi, come pure auspicato dallo stesso ISS, né di un possibile coinvolgimento delle istituzioni locali e degli attivisti, o di uno studio che coinvolga tutti i periti di parte e sembra decisamente mortificante per il lavoro attento che gli stessi senatori hanno svolto durante le audizioni dello scorso mese di marzo.

La proposta dei senatori Nugnes, Moronese e Martelli, infine, nulla dice delle antenne esistenti e del petrolchimico di Gela su cui pure la relazione dell’Istituto Superiore di Sanità puntava il dito; anche se è assolutamente pregevole per l’attenzione che dedica al lavoro svolto dalla Commissione di scienziati che tanto si sono adoperati per evidenziare le problematiche derivanti dall’installazione delle tre parabole, pone l’accento sul principio fondamentale che nessuna opera compensativa possa surrogare il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione, né il diritto alla vita sancito dall’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, né tanto meno Il principio di precauzione definito dal principio 15 della Dichiarazione di Rio secondo cui:

Al fine di proteggere l’ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l’adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale e impegna il Governo a non procedere alla realizzazione del sistema di comunicazione denominato MUOS.

A nostro avviso, però, puntando dritto al totale blocco del programma MUOS nella base di Niscemi, creerà serie difficoltà di accettazione da parte degli altri membri della Commissione.

Dal sito del Senato della Repubblica gli schemi di risoluzione completi:

SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DAI RELATORI SULL’AFFARE ASSEGNATO N. 281 

SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DALLE SENATRICI NUGNES E MORONESE E DAL SENATORE MARTELLI SULL’AFFARE ASSEGNATO N. 281 

SCHEMA DI RISOLUZIONE PROPOSTO DAL SENATORE COMPAGNONE SULL’AFFARE ASSEGNATO N. 281