“Si fa presto a dire terrorismo” – video della conferenza del 13 maggio a Torino

LINK: http://www.tgmaddalena.it/si-fa-presto-a-dire-terrorismo-13-maggio-2014/

Inchieste giudiziarie e media stanno parlando molto di “terrorismo”, in uno scenario in cui tale reato viene esteso pretestuosamente a una varietà di forme di conflitto sociale anche molto lontane. Il rischio è di una banalizzazione del termine, che viene sempre più spesso usato dalla magistratura ma anche dai media e dall’opinione pubblica, per bollare senza appello il dissenso o l’opposizione e trasformarli, automaticamente, in un crimine. Si fa presto a dire terrorismo: ma il fatto è che il terrorismo, se le parole hanno ancora un senso, è un fenomeno storico complesso e specifico, non un’etichetta applicabile a piacere e in modo sbrigativo a qualunque comportamento sgradito o politicamente discutibile, né ad azioni che col termine non hanno nulla a che fare.

Ne hanno parlato a Torino il 13 maggio in un’aula del Campus Einaudi Amedeo Cottino, Prof. di Sociologia del Diritto, Peppino Ortoleva, Prof. di Storia dei Media, Maurizio Riverditi, ricercatore di Diritto Penale e, con un video-messaggio, Carlo Freccero (nella parte 2).

L’evento è stato organizzato con il patrocinio del Comitato Libero Dissenso.

Simonetta

Lazio, la mancia di Sel agli amici

Sel compone la lista Tsipras mi pare.
con cui Sel ripaga l’impegno di amici e militanti: ” con cui Sel fa pagare ai contribuenti”

Si avvicina la fine politica di Massimiliano Smeriglio, capo assoluto di Sel a Roma e pilastro della corrente “migliorista” che spinge per l’adesione al Pd? Sembra proprio di sì, vista la cannonata che gli ha sparato stavolta l’Espresso, organo di casa Debenedetti, tessera n. 1 del Pd.

Riportiamo l’articolo con un certo senso di schifo. Sia chiaro, nessuno ignora che queste pratiche siano andate avanti per decenni, anche nella “sinistra radicale”. Anzi, proprio questo tipo di pratiche – ricavare finanziamenti per stipendiare i propri attivisti – ha portato a quell’ossessione “elettoralista” da cui neanche la parte comunista della sinistra “normale” sembra in grado più di uscire.
Ci limitiamo a sottolineare che la cannonata arriva dal gruppo editoriale che si identifica completamente con il Pd attuale. A noi sembra insomma chiaro che “la musica sia cambiata” anche a livello delle alleanze partitiche (o delle cordate clientelari che hanno sostituito i partiti); e che i “complici” foraggiati ed usati per venti anni perché portassero ciò che restava del “comunismo italiano” nel pantano delle clientele “chic” ora vengono brutalmente scaricati. Nella configurazione del potere futuro non c’è posto per loro.
Non servono più e costano troppo.

*****

Ottocentoventitremila euro. È la cifra stanziata da un bando di Laziodisu, ente regionale per il diritto allo studio sotto la sovrintendenza dell’assessore Massimiliano Smeriglio (vice presidente della Giunta), con cui Sel ripaga l’impegno di amici e militanti: professionisti (nessun titolo di studio richiesto) incaricati di promuovere attività di partecipazione e di inclusione sociale. Il compenso previsto per il capo progetto, Luciano Ummarino, al momento del bando nella segreteria di Smeriglio, è per 17 mesi di 106 mila e 750 euro.
Poi ci sono otto senior esperti in welfare. A ciascuno vanno 70 mila e 531,25 euro e tutti risultano legati a Sel: Raimondo Sergio Mauricio, per esempio, è il segretario del circolo di Portonaccio; Claudio Novembre è stato candidato nel 2012 alle primarie Sel in Puglia; Lorenzo Coletta è un giornalista amico del capo segreteria dell’assessore Enrico Serpieri; Maria Fasanella è membro del “gruppo esplorazione” della Garbatella; Lucia Caggiano sta nel comitato di redazione di “Loop”, rivista di area. Vicini al partito anche i tre junior incaricati di funzioni di front office con l’utenza, ai quali sono destinati 50 mila e 833,33 (a testa).

N. M. da L’Espresso in edicola

http://contropiano.org/politica/item/24044-lazio-la-mancia-di-sel-agli-amici

Immigrati tentano di stuprarle, uno già libero: la lettera sdegnata delle ragazze

la violenza sulle donne è lecita o dipende?

FOLLONICA – «Scriviamo questa lettera per sottolineare che quello che ci è accaduto è un’esperienza che nessuno dovrebbe subire». Inizia così la lettera inviata alla nostra redazione dalle ragazze che sono state aggredite in spiaggia da due extracomunitari la sera tra sabato 10 e domenica 11. «Ricordiamoci che ciò che differenzia una violenza da una tentata violenza è solamente la conclusione di essa. Noi siamo state fortunate, ma ciò che ci è accaduto lascerà comunque un segno dentro di noi.

Oltretutto a peggiorare il nostro stato d’animo è la poca sensibilità e la superficialità delle persone, che non evitano commenti poco rispettosi e tantomeno intelligenti a riguardo. Per non parlare dell’erronea divulgazione delle notizie. Erano le 4:30, l’ora di chiusura del Subway e i clienti stavano abbandonando il locale per dirigersi alle proprie auto; un tentato stupro è stato il prezzo da pagare per essersi solo affacciate sulla spiaggia.

È un attimo quello, in cui capisci che il tuo diritto e quello di tutte le donne che siano figlie, madri, sorelle, di essere libere e sicure, viene calpestato. È un attimo quello, in cui ti rendi conto che ogni volta che uscirai di casa ti porterai dietro la paura, anche nella piccola città dove sei cresciuta.

Le ragazze dell’aggressione nella notte tra Sabato 10 e Domenica 11 maggio».

http://www.ilgiunco.net/2014/05/17/violenza-sessuale-ci-porteremo-dietro-la-paura-le-ragazze-raccontano-laggressione/

E poco rispettoso anche il magistrato che ha liberato uno dei due ‘potenziali’ stupratori.

Renzi, reddito cittadinanza?E’ elemosina

Bravo Renzi. Nel frattempo a chi non lavora garantisci che non sarà sfrattato? Non invii le cartelle delle tasse per la Tasi?
ED INVII 80 euro anche a loro per la spesa??? Nel frattempo, per evitare che si suicidano, MANDI DEL CIBO? Per loro non ci sono 30 euro al giorno. Sono fratelli di serie Z

(ANSA) – ROMA, 17 MAG – “Parlano di reddito di cittadinanza? Gli italiani non chiedono l’elemosina di stato, chiedono di lavorare e per questo bisogna mettere le aziende in condizioni di assumere”. Con queste parole il premier Matteo Renzi ha commentato la proposta, uno dei punti fondanti del programma del Movimento 5 Stelle.
http://www.ladige.it/articoli/2014/05/17/renzi-reddito-cittadinanzae-elemosina

Vendola contro Renzi: ”Via gli omofobi dal governo”

Quindi Renzi deve sbarazzarsi dei membri del suo governo non perché banchieri o tantentari. Perché ha fatto battute o qualcosa contro gli omosessuali? No, semplicemente perché secondo Vendola sono religiosi. Vendola vorrebbe un’epurazione sulla base di pregiudizi?
E la Boldrini che parla di diritti IN UNA NAZIONE IN CUI SI LASCIANO SUICIDARE DISOCCUPATI E CASSINTEGRATI è penosa

domenica, 18, maggio, 2014
Botta e risposta via twitter tra il premier Matteo Renzi e il leader di Sel Nichi Vendola nella giornata mondiale contro l’omofobia. Vendola, parlando a Palermo, ha aggiunto: “Oggi ricorre la giornata mondiale contro l’omofobia. Ho appena visto un tweet di Renzi e mi sono un pò incazzato. Dice che c’è ancora molto da fare in Italia. Qualcuno può avvisare Renzi, che è molto impegnato nella campagna elettorale, che il nucleo d’acciaio del clericalismo ipocrita che ha impedito per mezzo secolo al nostro Paese di respirare modernità, ce lo ha tutto nel suo governo”.
Alle parole di Renzi arriva anche il commento di Franco Grillini, presidente di Gaynet: “Bravo ma non basta un tweet, caro Renzi, per combattere l’omofobia ci vuole ben di più, e il capo del governo dovrebbe spiegarci cosa vuole fare visto che il potere di ‘fare’ ce l’ha”.
Intanto su Facebook la presidente della Camera Laura Boldrini scrive che “per l’Italia la questione dei diritti civili deve tornare ad essere centrale. Un impegno che l’Europa chiede da tempo ma che, fino ad ora, non è stato preso con la stessa considerazione con cui vengono trattate le materie economiche”, sottolineando la necessità di “riempire l’attuale vuoto legislativo”. E ieri, per la Giornata internazionale contro l’omo-transfobia, Udu e Rete degli Studenti Medi hanno sbandierato i loro arcobaleni davanti a scuole e università di tutta Italia e ci sono state iniziative organizzate in collaborazione con le associazioni Lgbtq e l’Arcigay per promuovere, a partire dall’istruzione, la cultura e il rispetto delle diversità chiedendo tutele e diritti per tutti.
http://www.imolaoggi.it/2014/05/18/vendola-contro-renzi-via-gli-omofobi-dal-governo/#comment-39293

Milano e Firenze, chiese a uso privato

Stasera la banca d’affari newyorchese Morgan Stanley accoglierà i suoi danarosissimi ospiti per una cena ultraesclusiva (organizzata dall’albergo di lusso Four Seasons) nel Cappellone degli Spagnoli, che è la sala capitolare trecentesca di Santa Maria Novella a Firenze. Si chiama così perché, a metà del Cinquecento, divenne la cappella dove si riunivano gli spagnoli del seguito di Eleonora di Toledo, moglie del granduca Cosimo I. È, insomma, una chiesa – con tanto di grande crocifisso marmoreo sull’altare – completamente coperta di affreschi che raccontano la spiritualità e le opere dell’ordine mendicante fondato da San Domenico.

La brillante idea di usarla come location al servizio della grande finanza responsabile della crisi è del vicesindaco e candidato a sindaco Dario Nardella: la cappella è, infatti, compresa nel circuito museale comunale. Rispettando più il desiderio di discrezione del gruppetto di super-ricchi che non il diritto dei cittadini a essere informati dell’uso del loro patrimonio monumentale, il Comune ha tenuto finora segreto l’evento. Ma si apprende che il beneficio economico sarà minimo: meno di 20 mila euro, che dovrebbero essere destinati al restauro di un’opera d’arte. La precipitosa e silenziosa organizzazione della serata – gestita direttamente da Lucia De Siervo, responsabile della Direzione cultura di Palazzo Vecchio e membro del cerchio magico renziano – potrebbe comportare la temporanea chiusura della chiesa di Santa Maria Novella (eventualità che ha fatto infuriare il Fondo Edifici di Culto del ministero dell’Interno, proprietario del tempio), e obbligherà a collocare le cucine in un chiostro del convento ancora di proprietà dei frati, all’oscuro di tutto.

Nardella, evidentemente, non cambia verso rispetto a Renzi: l’unico uso del patrimonio pubblico è ancora quello commerciale. Ma vista la grottesca esiguità del canone, è evidente che il vero movente è piuttosto quello di disporre di queste location per costruire e consolidare la rete dei rapporti politici ed economici del gruppo dirigente renziano, assai proclive a frequentare la più spregiudicata finanza internazionale. Colpisce che il connubio chiesa-lusso-affari non turbi i sonni di politici che non perdono occasione per esibire il proprio cattolicesimo. Negli affreschi del Cappellone i milionari vedranno San Domenico, ardente di amore per la povertà, che converte e confessa coloro che vivono nel lusso: ci si riconosceranno? Poco più in là vedranno rappresentato il trionfo di San Tommaso d’Aquino, il grande filosofo medioevale che scrisse che “il lucro non può essere un fine, ma solo una ricompensa proporzionata alla fatica”, e che “nessuno deve ritenere i beni della terra come propri, ma come comuni, e dunque deve impiegarli per sovvenire alle necessità degli altri”. Chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo che la sua immagine dipinta avrebbe un giorno decorato la location di un banchetto per i super squali che hanno costruito la più grande disuguaglianza della storia umana.

Il prossimo passo quale sarà? Far sfilare modelle in biancheria intima su un altare? Ma si è già fatto, e proprio a Firenze: in Santo Stefano al Ponte, con la benedizione della Curia. Si arriverà a prestare pezzi di chiese gotiche a centri commerciali? Già fatto anche questo: Oscar Farinetti ha appena annunziato che porterà un pezzo del Duomo di Milano nel suo supermercato sulla Fifth Avenue, a New York, per la precisione “due guglie”. E sì, la Veneranda Fabbrica del Duomo (quella che voleva mettere un ascensore per fare una terrazza da aperitivi sul tetto della Cattedrale) gli presta due guglie da tempo musealizzate, con relative statue di santi. Non per un progetto scientifico, ma come attrazione: insieme a quattro di quelle che Farinetti ha chiamato “grondaie” (le gronde gotiche), e a quella che ha definito “una statua di Santa Lucia incinta”. Ora, Santa Lucia era vergine e finì martire: ma incinta non risulta, e probabilmente l’esuberante Farinetti ha frainteso la veste goticamente cinta sotto il seno della bellissima Santa Lucia del Maestro del San Paolo Eremita, che verrebbe strappata al circuito del Museo del Duomo. Ma il punto non è la gravidanza della statua, né la cultura del patron di Eataly: il punto è chiedersi se abbia senso portare pezzi di una grande chiesa medioevale in un supermercato di cibo a New York, o far banchettare i banchieri in una chiesa del Trecento.

Il Vangelo dice che non si può servire a due padroni, e che si deve scegliere tra Dio e il denaro: bisogna riconoscere che sia la Veneranda Fabbrica sia Nardella hanno scelto. Ma anche chi non ha scrupoli religiosi dovrebbe preoccuparsi per la distruzione della funzione civile del patrimonio culturale. Chi crede nel marketing dovrebbe interrogarsi sulla ridicola entità degli utili, e chi immagina che questa privatizzazione sia la via del futuro dovrebbe farsi qualche domanda sulla mancanza di trasparenza. Gli unici che in nessun caso avranno dubbi sono i pochissimi che ci guadagnano: questo è certo.

Tomaso Montanari
Fonte: www.ilfattpquotidiano,.it
16.05.2014

BASILICO ELETTORALE

Nel linguaggio dei fiori assume un significato insolitamente negativo, infatti rappresenta l’odio.

Tra gli antichi egizi e i greci, il basilico conservò una simbologia legata alla morte, ritenuto di buon auspicio per l’aldilà e usato, quindi, per le imbalsamature. I cinesi e gli arabi ne conoscevano le proprietà medicinali, e i crociati ne riempivano le navi per cacciare insetti e cattivi odori.
Tra gli antichi Greci e Romani, il basilico non era preso in buona considerazione: simbolo diabolico, di sfortuna e di odio, Plinio il Vecchio attribuisce alla pianta capacità di generare stati di torpore e pazzia; secondo Crisippo poteva essere dannoso per lo stomaco e per il fegato. Gli antichi romani lo associarono alla figura mitologica del Basilisco, una creatura a forma di serpente in grado di uccidere con lo sguardo.

 http://www.significatodeifiori.com/basilico

 ODIO PER I NO TAV

MORTE DELLA VALLLE

SFORTUNA PER LA LISTA

TORPORE DELLA CAPACITA’ DI CAPIRE

PAZZIA DI VOLER FARE COSE INUTILI E DEVASTANTI

CON UNO SGUARDO UCCIDERE E ANNIENTARE LA VITA DELLA VALLE E DEI SUOI ABITANTIuntitled852

untitled853 untitled854 

Nord Corea: La ex di la ex di Kim Jong-un è viva e vegeta. E canta

sabato, 17, maggio, 2014
untitled478
17 magg – È ricomparsa dopo che era stata data per morta, giustiziata. La cantante nordcoreana Hyon Song-wol, ex fidanzata del leader nordcoreano Kim Jong-un è apparsa in un video della televisione di Stato.
 
La donna, vocalist di un gruppo musicale molto noto in Nord Corea, i Moranbong, ha tenuto un discorso in occasione del raduno a Pyongyang degli artisti del Paese. E se le voci la davano morta giustiziata per volontà del suo ex fidanzato, il leader nordcoreano Kim Jong-un, per un video hard, Hyon Song-wol ha stupito tutti e in un discorso pubblico ha espresso la sua gratitudine per la leadership di Kim. E non solo. Song-wol ha promesso di «sostenere la fiamme delle arti e della creatività».

Cure che i Medici Non Seguirebbero

Quando siete davanti ad una diagnosi preoccupante, una procedura invasiva o un’operazione rischiosa, probabilmente la domanda più intelligente che vorreste porre al vostro medico è « Lei che farebbe?».
Dopo anni di esperienza, essi sanno meglio di chiunque altro quali trattamenti e cure vale la pena fare e quali è meglio evitare.
A seguire dottori di primo piano e ricercatori rivelano ciò che personalmente eviterebbero; molti di loro sono controcorrente rispetto al sistema. I loro commenti vi sorprenderanno e vi illumineranno.
 
Uno Psichiatra che non assumerebbe mai antidepressivi
 
La Dott.ssa Joanna Moncrieff è senior lecturer in psichiatria al London University College ed autrice di “The Myth Of The Chemical Cure” (Il Mito delle Cure Chimiche).
 
«Esercito la psichiatria da oltre 20 anni e nella mia esperienza gli antidepressivi non fanno nulla di buono. Non li prenderei mai in nessuna circostanza, nemmeno se pensassi al suicidio. Tutta la ricerca mostra che – nel migliore dei casi – gli antidepressivi fanno sentire le persone un pochino meglio di un placebo, ma non significa che di fatto curino la depressione. Dopo tutti questi anni di scannerizzazione del cervello, non abbiamo una sola prova che la depressione sia collegata ad un qualche squilibrio chimico nel cervello, dunque è discutibile tutta l’idea che noi possiamo trattarla con sostanze chimiche.
 
Io credo che la depressione è una reazione estrema alle nostre circostanze, ed il modo migliore per riprendersi è elaborare e lavorare sulla causa. A volte questo significa terapie che implicano dialogo, a volte significa modificare le circostanze come per esempio trovare un nuovo lavoro o guardare in faccia problemi relazionali.
Ovviamente ci sono alcune persone che sono depresse senza un motivo apparente, ma comunque non c’è evidenza che essi soffrano di una malattia cerebrale o che gli antidepressivi possano aiutarli. La cosa migliore resta cercare e trovare delle nuove cose che spezzino il cerchio di pensiero e comportamento.
Gli antidepressivi sono delle medicine psicoattive, che alterano la mente come fanno l’alcool o la cannabis ed io ho sempre pensato che se fossi depressa, vorrei conservare tutte le mie facoltà per uscire dallo stallo e non vorrei ritrovarmi ottenebrata da nessuna medicina, i cui effetti in realtà non comprendiamo».
 
Cardiologi che rifiutano le statine
 
Professor Kevin Channer, cardiologo al Claremont Hospital di Sheffield:
 
«Le statine hanno avuto un grande effetto nel ridurre il numero di attacchi cardiaci e infarti ed ora c’è una certa tendenza a dare a tutti queste pasticche che abbassano il colesterolo; ma io non ne assumerei nemmeno una senza avere la prova che sono sotto forte rischio: ogni volta che si prende un farmaco, bisogna pensare a rischi e benefici.
 
Le statine riducono le probabilità di attacco cardiaco o infarto, nella misura del 30%, dunque sì, c’è un vantaggio. Ma in termini reali è minimo, il rischio di avere in un anno un attacco cardiaco o infarto è dell’1%. Assumendo una statina questo scenderebbe allo 0,70%, che è ancora molto basso. Ho passato la mia vita professionale a prescrivere statine, ne conosco gli effetti collaterali: dolori muscolari, debilitazione generale, mal di stomaco.
 
Alcuni sostengono che andrebbero date quando il rischio è all’1,5%, ma personalmente non prenderei in considerazione di prendere il farmaco se non ad un rischio del 3%. Tutti quelli che hanno avuto un attacco cardiaco o un infarto hanno un rischio del 3% e per costoro il rischio del dolore vale il prezzo del beneficio.
D’altro canto, però, assumerei – e li assumo – farmaci che abbassino la pressione; anche se i mie valori personali sono attualmente al limite, so che invecchiando non potranno che salire e le ricerche dimostrano che più bassa è la pressione, più lunga è la vita.
Alcuni dei vecchi farmaci causavano effetti collaterali, ma ora io ne sto prendendo uno degli ultimi prodotti, che si chiama angiotensina, che blocca i ricettori e non sto avendo problemi».
 
Specialista della prostata che non fa il test PSA
 
Richard Ablin, professore di patologia presso l’University of Arizona College of Medicine:
«Quando nel 1970 scoprii il PSA, cioè l’antigene specifico per la prostata, ci rendemmo presto conto che ciò sarebbe stato di grande aiuto per i pazienti con cancro alla prostata. La proteina è specifica della ghiandola prostatica, non si trova infatti in quantità significative in nessun altro organo. Nel caso in cui un soggetto con cancro alla prostata l’avesse rimossa noi possiamo poi testare, grazie alla nostra scoperta, il PSA e verificare se è rimasto parte del cancro non individuato prima.
 
Purtroppo però il test PSA iniziò ad essere usato per la diagnosi del cancro alla prostata. Questo è stato un grosso errore: il PSA non è specifico per il cancro, è semplicemente una proteina prodotta dalla prostata; quindi trovarne un alto livello può significare semplicemente che un uomo ha la prostatite (una infezione) o una prostata ingrossata, qualcosa che da problemi ma è di ordine benigno. I livelli “normali” poi variano grandemente da soggetto a soggetto e non esiste una soglia oltre la quale possiamo diagnosticare il cancro in modo affidabile. Il test non può nemmeno fare la differenza tra un cancro prostatico a crescita lenta e uno aggressivo a crescita violenta. E’ come lanciare la monetina: la stessa efficacia.
 
Nonostante questo, è stato adottato come modo per diagnosticare il cancro alla prostata e, come risultato, milioni di uomini (maschi) sono stati curati eccessivamente e spesso con effetti collaterali altamente debilitanti quanto non necessari. Mi sottoporrei ad un test PSA solo dopo un trattamento per un cancro alla prostata o a scopo diagnostico in combinazione con altri test, tipo un esame rettale digitale».
 
Un Professore che dice che l’attività fisica, da sola, non basta
Jack Winkler, esperto di salute pubblica ed ex professore di politiche nutrizionali alla London Metropolitan University:
«Fare ginnastica può impedire di prendere peso, se si eccede un po’ con il cibo. Ma se siete in sovrappeso, mi dispiace ma non sarà sufficiente. Ti sei mangiato a pranzo un panino da 300 calorie? Per compensare devi nuotare per più di un’ora. Per perdere peso, devi bruciare più calorie di quante non ne hai assunte e l’unico modo per farlo è ridurre la quantità dei cibi assunti, questa è la realtà fondamentale. Ovviamente l’attività fisica è una buona idea, anche perché in essa ci sono molti altri benefici».
 
Il Chirurgo ortopedico che evita i raggi X
Chris Walker, chirurgo ortopedico al Liverpool Bone and Joint Centre:
 
«Troppo spesso, i pazienti vanno dal loro medico perché hanno dolori o sentono rigidità e vogliono che venga fatto qualcosa. I medici cosi li mandano a fare delle radiografie che possono ogni tanto mostrare dei guai, cosi finiscono col dire ai pazienti, che hanno l’artrite. Appena sentono questa diagnosi, i pazienti perdono il controllo e cominciano a diventare delle vittime. Prendono degli anti-infiammatori (che possono avere degli effetti collaterali gastrointestinali), si spaventano all’idea di fare attività fisica e la loro vita in genere si impoverisce in senso lato.
Ecco perché, a meno che non ci siano sintomi allarmanti di artrite – come dolore costante o notturno – io eviterei di far fare delle radiografie. Con l’età la maggior parte di noi ha qualche problemino alle articolazioni: la cosa migliore è fare del movimento. Le giunture amano il movimento, quello che le danneggia sono la corsa ed i salti ma camminare, nuotare ed andare in bicicletta riducono effettivamente il dolore e la rigidità e rallentano il manifestarsi dell’artrite. Mantenendosi attivi si perde peso, cosa che è di grandissimo aiuto, e non si finisce depressi perché si è troppo impegnati con la vita».
 
Specialista dell’anca dice di lasciar star con le maratone di mezza età
 
Jeremy Latham, chirurgo ortopedico specializzato, presso la’University Hospital Southampton:
«Vedo di continuo persone nei loro 40 e 50 anni che si sono massacrate le articolazioni, perché come conseguenza di una crisi di mezza età, hanno deciso di fare maratone o triathlon. Bel dilemma, perché da un lato ci sono prove documentate che correre faccia bene alla salute delle articolazioni, ma se non siete ben allenati, rischiate di accelerare gli acciacchi alle ginocchia o caviglie. Se siete entrati nella mezza età e volete dimagrire ed essere in forma, il mio consiglio è di camminare, nuotare o andare in bicicletta: tutte attività “dolci” per le vostre articolazioni».
 
Lo specialista di asma che vuole eliminare gli inalatori
 
Mike Thomas, docente di ricerche nella prima assistenza e specialista in medicina della respirazione e cura dell’asma presso la University of Southampton:
«Molti diventano troppo dipendenti dagli inalatori “della salvezza” e finiscono nel panico se non ne hanno a portata di mano. L’uso quotidiano di questi strumenti, aumenta il rischio di attacchi gravi e gli effetti collaterali degli alti dosaggi di steroidi includono l’assottigliamento delle ossa, la facilità di ecchimosi ed un aumentato rischio di diabete e di pressione alta. Pertanto, invece di far sì che le persone diventino sempre più dipendenti dagli inalatori, sto collaborando con il Governo in una ricerca che mostri come semplici esercizi di respirazione, combinati al controllo dell’ansia, possano migliorare il controllo dell’asma.
Una volta che i pazienti trovano che gli attacchi di asma diventano meno stressanti, ricorrono meno agli inalatori. Se avessi l’asma, vorrei imparare come gestirla autonomamente, mi interessa aiutare i pazienti a migliorare la qualità della vita e diminuire la quantità di farmaci che prendono».
 
Lo specialista del sonno che non prenderebbe sonniferi
 
Dr Guy Meadows, specialista del sonno e fondatore della Scuola del Sonno:
 
«I sonniferi indeboliscono la vostra fiducia nella vostra capacità naturale di addormentarvi e possono finire con il produrre dipendenza psico-fisica. Cominciate col pensare che: “se non prendo una pillola non mi addormenterò”. E così il corpo si aspetta di ricevere un sedativo. In cambio correte cosi il rischio di avere una insonnia a rimbalzo quando smetterete di prenderli, il che spiega perché così tante persone siano nei guai quando vogliono smettere.
Gli effetti collaterali includono: capogiri, mal di testa, perdite della memoria, senso di rimbambimento. Studi recenti mostrano anche, che i sonniferi sono associati ad un rischio di morte quattro volte maggiore, cosa che per me alla lunga supera il beneficio. La ricerca dice anche che i sonniferi forniscono solo dai 20 ai 30 minuti di sonno in più.
Inoltre il sonno fornito da questi medicamenti, non è né naturale né di ristoro e questo perché alterano l’“architettura del sonno” limitandone la profondità ed interferendo con il sonno REM, necessari per sentirci riposati al risveglio. In alcuni casi, come quando la carenza di sonno è la seria conseguenza di gravi traumi, sono i sonniferi a dare la possibilità di questo recupero fondamentale. Ma non è la condizione nella quale si ritrova la gran maggioranza della gente, per la quale i sonniferi diventano inutili».
 
Traduzione di Cristina Bassi

Gli psichiatri ora dicono che il non conformarsi è una malattia mentale …

… solo i pecoroni sarebbero “sani”
di Jonathan Benson – Natural News – traduzione a cura di CCDU
 
Oggigiorno la psichiatria è diventata fonte di corruzione, in modo particolare il tipo di corruzione che vorrebbe demonizzare e dichiarare malato chiunque si discosti dalla norma comunemente accettata. La cosa risalta subito da una lettura del DSM – Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali – in cui chiunque non si uniformi a quanto giudicato normale dalla classe dominante, viene etichettato malato mentale.
 
La cosiddetta “condizione” per cui una persona potrebbe rifiutare di conformarsi viene definita “Disturbo Oppositivo Provocatorio” o DOP. Il DSM definisce questo presunto disturbo come un “modello continuativo di comportamento disobbediente, ostile e provocatorio” e lo collega al cosiddetto Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività (ADHD), un altro disturbo creato dal nulla di cui l’inventore – Dr. Leon Eisenberg – ha dichiarato sul letto di morte trattarsi di un disturbo finto.
 
Come si può immaginare da questa definizione così generica, quasi ogni comportamento personale che sia percepito da qualcuno come indesiderabile o strano potrebbe essere ritenuto sintomatico di DOP. I bambini che litigano coi propri fratelli o esprimono disaccordo coi genitori o gli insegnanti, potrebbero ricevere una diagnosi di disturbo mentale.
Disobbedienza e atteggiamento provocatorio sono comportamenti comuni tra i bambini, e i genitori hanno sempre saputo come gestire la cosa, con un uso bilanciato di disciplina. Allo stesso modo, non tutte le forme di disobbedienza e provocazione sono sbagliate: dipende dal tipo di autorità contro cui ci si ribella e dal motivo della ribellione. Per esempio un bambino cui l’insegnante voglia impedire di esporre le sue opinioni considerate scorrette, e che si ribelli a tale ordine, sta semplicemente lottando per il suo diritto a esprimere disaccordo.
 
Questo tipo di problemi deriva dalla definizione generica di DOP, tale per cui qualsiasi comportamento inconsueto è suscettibile di essere dichiarato oppositivo o provocatorio semplicemente perché contrario allo status quo. Alcune famose menti del passato, come Edison e Einstein, le cui idee apparivano pazze ai loro tempi, sono il tipo di persone che – come novelli Galileo Galilei – potrebbero oggi essere etichettati con DOP o altri disturbi psichiatrici.
 
Un pericolo ancora maggiore collegato all’uso di queste diagnosi soggettive è la possibilità che vadano ad intaccare la libertà di parola e il diritto al dissenso politico. Nel corso della storia, molti governi sono caduti nella tentazione di etichettare il dissenso come “paranoia politica” – un tipo di malattia mentale.
In un articolo pubblicato nel 2002, il Prof Richard J Bonnie, Ordinario di Diritto e Direttore della Facoltà di Legge dell’Università della Virginia, ebbe a dire: “L’incarcerazione psichiatrica di persone sane è uniformemente percepita come una forma di repressione particolarmente pericolosa, perché usa i potenti mezzi della medicina come strumenti di punizione, e reca un profondo attacco ai diritti umani usando inganno e frode”. L’articolo, pubblicato dal Journal of American Academy of Psychiatry and Law, faceva riferimento a Unione Sovietica e Cina, ma si adatta perfettamente a quello che la professione psichiatrica sta diventando oggi nell’occidente democratico.
 
E’ possibile visionare un estratto del video documentario
 che denuncia come le diagnosi del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) siano completamente prive di criterio scientifico e siano basate su opinioni, chiunque può essere etichettato come malato mentale ed essere soggetto a “trattamenti” pericolosi e potenzialmente letali.
 
 
Per approfondire:
 
La follia è nei singoli qualcosa di raro, ma nei gruppi, nei partiti, nei popoli, nelle epoche è la regola.