Le elezioni europee in Italia: rafforzamento del Partito pro euro e pro eurocrazia

di Luciano Lago

Con il risultato delle elezioni per il Parlamento Europeo si è avuto in Europa l’effetto sperato o temuto da molti di una fortissima affermazione dei partiti e movimenti antieuro come è accaduto in Gran Bretagna con il 30% dei voti arrivati alla formazione di N. Farage, come successo in Francia con il 26% dei voti alla Marine Le Pen, un vero trionfo, divenuto il primo partito del paese transalpino e risultati simili anche in Austria con l’FPO di Heinz Christian Strache, in Danimarca, in Ungheria ed in Grecia.

Soltanto in Italia il risultato elettorale ha premiato il primo partito di maggioranza, il PD di Renzi, che, oltre ad essere partito di governo, è anche il primo partito filo europeista ed è quello che porta la responsabilità storica dell’ingresso dell’italia nell’euro nonché di aver sottoscritto ed aderito a tutti i trattati europei che hanno tolto ogni sovranità al paese consegnandolo ai voleri dell’oligarchia di Brucxelles e Francoforte, i trattati che hanno fatto versare centinaia di miliardi di denaro pubblico alle banche estere, con il pretesto di contribuire al così detto fondo di stabilità, salva banche (MES/ESM) ed hanno condannato, con le sciagurate politiche di austerità praticate dai governi Monti, Letta e Renzi, una generazione alla disoccupazione e precarietà e migliaia di famiglie alla scivolamento nella miseria.

Nonostante tutto questo, la massiccia campagna di marketing propiziata al candidato presentato come “nuovo” Matteo Renzi, con la consulenza della americana Mc Kinsey ,con il furbo marchingegno di aver fatto sparire dalla scena i vecchi esponenti politici ormai impresentabili ed aver messo in prima fila tutte figure giovani e senza esperienza pregressa, hanno ottenuto il brillante risultato (mai toccato prima) del 40% dei consensi riuscendo sicuramente ad attrarre anche parte dell’elettorato deluso dal centro destra.

Probabilmente la gente non ha recepito le responsabilità del PD negli effetti della crisi ed ha creduto di votare un personaggio “nuovo” come Renzi.

Il fronte della protesta dei 5 Stelle di Grillo e Casaleggio ha ottenuto risultati deludenti (il 20% circa) ed ha scontato il fatto di aver condotto una campagna molto urlata a forza di slogan ma senza chiari contenuti propositivi ma piuttosto con forme ambigue e contraddittorie: “usciamo dall’euro? Si, no, facciamo il referendum”, “vogliamo gli euro bond(?), rivedere i trattati, si forse, dove ci collochiamo in Europa? Non sappiamo, poi vedremo”. “Vinciamo noi”, diceva il movimento, ma noi chi? Si chiedevano in molti viste le tante anime presenti all’interno dei 5 S. Probabilmente è stato poi fatale per il movimento rivendicare i vecchi totem della sinistra come Berlinguer (l’autore del compromesso storico), aggregare personaggi discutibili come Dario Fo e Rodotà ed assimilare tutti i concetti della sinistra mondialista (immigrazione, ius soli, coppie gay, ecc..). D’altra parte qualsiasi dissidenza rispetto alla linea ufficiale è stata esclusa e le espulsioni e le estromissione dei dissidenti hanno fatto il resto con l’impedire che si formasse un vero dibattito interno sulla linea da seguire.

Chi ha avuto invece un discreto successo è stata la Lega di Salvini (6,5%) che ha condotto una campagna intelligente tutta protesa a richiedere l’uscita dall’euro, il ripudio dei trattati, il blocco dell’immigrazione di massa, la firma dei referendum contro la legge Fornero, la legge Merlin e gli altri. Salvini ha fatto la scelta giusta aggregandosi al fronte della marine Le Pen che si è dimostrato vincente in Europa e dichiarandosi di voler fare fronte comune nonostante le differenze fra i due movimenti. Salvato un partito che, per causa degli errori fatti e degli attacchi subiti, stava per scomparire.

Alla fine dei conti, facendo il bilancio di queste elezioni ,ci troviamo in Italia, unico paese in Europa, con una grande massa di gente che vorrebbe esprimere protesta e disagio e che ha trovato un canale “otturato” e senza sbocchi che si è dimostrato essere quello del movimento di Grillo e del Casaleggio che, nonostante gli entusiasmi suscitati e i tanti ragazzi dalla faccia pulita che si sono dedicati a fare campagna politica per il movimento, non ha ottenuto altro se non di far rafforzare il fronte governativo pro euro e pro eurocrazia.

A questo punto sorge però un dubbio, conoscendo le frequentazioni dell’ambiente finanziario del dr. Casaleggio e delle sue compartecipazioni nei club esclusivi dell’elite finanziaria come quello di Cernobbio: non sarà che sia stato proprio questo l’effetto voluto?
Lasciamo a chi legge il giudizio finale.
http://www.controinformazione.info/le-elezioni-europee-in-italia-rafforzamento-del-partito-pro-euro-e-pro-eurocrazia/#more-4977

Elezioni 2014: nessuno stupore

di Lorenzo Lipparelli
 
Guardando il mondo al contrario, come sarebbe giusto scrutarlo sempre in quest’epoca, i risultati delle elezioni non stupiscono. In un mondo cui tutto si è trasformato da natura a contra natura, in cui la guerra è diventata pace, la dittatura oligarchica democrazia, la giustizia sopraffazione, la libertà costrizione piscofisica, la patria bandiera tricolore, l’amore sesso, l’amicizia interesse, l’economia finanza, nulla può analizzarsi su un piano logico.
 
L’operazione-Renzi, colmata oggi dal primo obiettivo raggiunto (sgonfiare-attenuare il M5S) ne è l’esempio altisonante. Evidenzia la manipolazione del pensiero cui i cittadini sono oggetti inanimati.
 
Tali elezioni dovevano corrispondere ad un voto di giudizio e di merito sulle misure “economiche” applicate dall’Europa (tralasciamo la vera natura finanziaria del progetto-euro) dall’inizio della crisi a oggi da parte della popolazione europea, si sono palesate, invero, come competizione sterile tra personaggi il cui dibattito è risultato privo di idee, almeno in Italia. Lo stesso M5S che pure aveva i sette punti (alcuni inattuabili dal Parlamento europeo) si è lasciato trascinare, sopratutto a causa di Beppe Grillo, dal giogo Mass-mediatico renziano-berlusconiano – che al contrario non avevano e non hanno alcun punto o programma, dicendo in maniera complementare la stessa cosa, da sempre – convinto di essere in totale ascesa ha perso di vista l’obiettivo, i contenuti, ha cominciato a partecipare ignaro allo stesso gioco del sistema, arrivando a rappresentare il “Terrore di Robespierre” per i poveri anziani e lo strillatore di professione per l’elettorato medio-adulto.
 
Ciò viene dimostrato dal risultato della Lega che non lasciandosi influenzare dalle beghe interne a tirato dritto sull’unico punto – “no euro” – ed è stata premiata.
 
Oltre a sbagli prettamente politici e comunicativi, c’è da sottolineare il totale asservimento della stampa e della tv nazionale al neo premier. Sin dall’insediamento hanno più volte mentito, mascherato, modificato, sviato su quelli che erano i fatti (dalle province, ai tagli, alle riforme strutturali entro certe date, e via dicendo) incanalando l’attenzione sullo ‘psicologico’, che si è manifestato nell’aspetto-immagine; ossia Renzi che impersonifica il nuovo, la speranza, la costruzione e Grillo che impersonifica il cattivo, la rabbia, la distruzione (andando da Vespa per dimostrare di non essere un “mostro” ha dimostrato esattamente il contrario, non tanto per l’intervista che di per sé era abbastanza superficiale e confusionaria, quanto per il fatto stesso di esserci andato).
 
Ma il sistema è questo, funziona così, non stupisce affatto. Stupisce semmai che la maggior forza d’opposizione, anti-sistema, se ne sia dimenticata, illudendosi di cavalcare il corsiero vincente prima di oltrepassare il traguardo.
 
Ma la questione da analizzare con preoccupazione è: dopo venti anni di regime Berlusconiano-democratico, dopo tre governi non eletti da nessuno, dopo una crisi che acuisce sempre più le diseguaglianze sociali e non vede miglioramenti, dopo manovre finanziarie che hanno azzerato qualsiasi diritto, dagli esodati ai senzatetto, dopo scandali di ogni tipo, 18 Regioni inquisite, più di 500 consiglieri regionali inquisiti, una classe politica-imprenditoriale collusa e omertosa, che vanta una lista eterna di condannati, imputati e indagati che tra frodi, segreti di Stato, scudi fiscali, condoni, trattative, ha svilito l’Italia di tutte le sue bellezze e grandezze, facendola divenire piccola colonia americana (uno dei tanti negozi del centro commerciale europeo) derisa dall’intero globo, sperperando risorse, soldi e tempo per grandi opere inutili, distruggendo paesaggi meravigliosi solo per saturare l’ego di chi ne concepisce lo scempio, dopo tutto ciò, la risposta della massa italica votante è: credere e sperare. Ma in cosa e in chi? O meglio, perchè? Massimo Fini ricorda spesso le seguenti parole di Gaetano Mosca: “Cento che agiscono sempre di concerto e di intesa gli uni con gli altri trionferanno sempre su mille presi uno a uno” .
 

Descolarizzare la Società

La più radicale alternativa alla scuola sarebbe una rete, o un servizio, che offrisse a ciascuno la stessa possibilità di mettere in comune ciò che lo interessa in quel momento con altri che condividono il suo stesso interesse.
 
Se la proposta di una società senza Scuola poteva sembrare rivoluzionaria quarant’anni fa, oggi invece, dati alla mano sulla disoccupazione tanto operaia quanto intellettuale, appare sempre più la strada da perseguire per salvarsi dal declino della società tardo-capitalista.
È difficile comprendere la necessità della descolarizzazione fintanto non si consideri come l’istruzione, al pari di ogni altra merce, venga stimolata, detenuta e venduta dall’Istituzione (Stato, Chiesa, Corporazioni..) con l’obbiettivo finale di creare l’uomo omologato: l’uomo-cittadino, l’uomo-fedele e l’uomo-consumatore; l’uomo obbediente al mito del falso progresso.
 
“Descholing Society” (Descolarizzare la Società) di Ivan Illich (1926/2002) è stato pubblicato per la prima volta nel 1971, tradotto in italiano l’anno seguente da Mondadori e ristampato nel 2010 da Mimesis. Scrive Illich:
 
“All’inizio del secolo XVII cominciò ad affermarsi un nuovo consenso, intorno all’idea che l’uomo nascesse inidoneo alla società e tale rimanesse se non gli si forniva una “educazione”. L’educazione venne così a indicare l’opposto dell’attitudine vitale. Venne a indicare un processo, anziché la semplice conoscenza dei fatti e la capacità di adoperare gli strumenti che danno forma alla vita concreta dell’uomo. L’educazione si identificò con una merce, immateriale cha andava prodotta a beneficio di tutti, e a tutti dispensata nella stessa maniera in cui prima la Chiesa visibile dispensava la grazia invisibile. La giustificazione al cospetto della società divenne la prima esigenza dell’uomo, che viene al mondo in una condizione di stupidità analoga al peccato originale”.
 
L’interesse ad educare la propria prole è antico ma si è dovuto attendere l’età moderna per vedere un sistema razionale di repressione, controllo e ridimensione del Sapere. L’idea di fondo della scolarizzazione istituzionale è che gli uomini non nascono uguali, ma lo diventano grazie ad un periodo di gestazione nel ventre della scuola, che guida a staccarsi dal proprio ambiente naturale, per approdare nella società civile come idonei cittadini-consumatori.
 
La critica alla scolarizzazione non è altro che la critica alla società del consumo e dello spettacolo, un’aspra imputazione di colpa alla società tardo-capitalista. Illich nota, lungimirante, un altro cambiamento sociale dovuto all’accostamento dell’istruzione alla categoria delle merci, la trasformazione del linguaggio:
“Parole che un tempo avevano funzione di verbi stanno diventando sostantivi che indicano possesso. Sino a non molto tempo fa “abitare”, “imparare”, “guarire” designavano delle attività: oggi si riferiscono di solito a delle merci o a dei servizi da fornire. Parliamo di industria edilizia, di prestazione di assistenza medica; nessuno pensa più che la gente sia in grado di farsi una casa o di guarire per proprio conto. In una società cosiffatta si finisce per credere che i servizi professionali siano più preziosi della cura personale”.
 
La scuola-istituzione, oltre a trasformare il sapere in merce e le attività umane in prestazioni professionali, è riuscita a legittimare la gerarchia del privilegio e del potere – nel medioevo affidata al favore del re o del papa – attraverso l’istituto liberale dell’istruzione obbligatoria che, afferma Illich: “Autorizza colui che è ben scolarizzato a considerare colpevole chi resta indietro nel consumo di sapere, in quanto dispone di un titolo inferiore”.
 
Si è compiuto il paradosso del servo che non riesce più a vivere senza l’obbedienza al padrone e, con una adeguata colonizzazione dell’immaginario fornita dai media, nemmeno più immaginarsi senza catene. Né l’alchimia né la magia sono in grado di risolvere il problema dell’attuale crisi, che non sta nell’Aula bensì nell’Istruzione-Istituzione.
Occorre descolarizzare la nostra visione del mondo, e per arrivare a questo dobbiamo riconoscere il carattere illegittimo e religioso dell’impresa scolastica in se stessa. La sua hubris sta nel proposito di fare dell’uomo un essere sociale sottoponendolo a un trattamento entro un processo predeterminato”.
 
Nell’ultimo capitolo (Rinascita dell’uomo epimeteico) Ivan Illich estende il suo discorso dalla scuola a tutte le Istituzioni dell’uomo contemporaneo che, dopo aver perduto il mito e perduto Dio, ha costantemente cercato di modificare il Mondo a propria immagine, inseguendo un’idea di progresso infinito ed un asservimento totale della natura e dell’ambiente secondo l’ideale dell’”asettico alieno irrelato”. Il Mondo non più voluto da Dio, ma codificato dall’uomo, si è trasformato in una gabbia atea spersonalizzante, tanto insalubre quanto inadatta alla relazione umana!
 
“Nell’antichità classica l’uomo aveva scoperto che il mondo poteva essere foggiato secondo i suoi piani, e partendo da questa intuizione aveva capito che esso era intrinsecamente precario, tragico e comico. Sviluppandosi le istituzioni democratiche si affermò il principio che nel quadro di esse ci si poteva fidare dell’uomo. Le aspettative riposte nel debito processo e la fiducia nella natura umana si equilibravano reciprocamente. Sorsero le professioni tradizionali e con esse le istituzioni necessarie al loro esercizio. L’affidamento al processo istituzionale ha però finito furtivamente per sostituire la fiducia nella buona volontà dell’individuo. Il mondo ha perduto la sua dimensione umana per ritrovare l’inesorabilità dei fatti e la fatalità che caratterizzavano le epoche primitive. Ma mentre il caos dei barbari trovava costantemente un suo ordine nel nome degli dèi misteriosi e antropomorfici, oggi solo la pianificazione umana può fornire una ragione del fatto che il mondo è quello che è. L’uomo è diventato il trastullo di scienziati, ingegneri e pianificatori”.
 
L’attuale momento storico, caratterizzato da profonda crisi esistenziale, ambientale, religiosa ed economica (ben più grave di quanto potevano immaginarselo i pessimisti degli anni ’70) è propizio per una scelta fondamentale nella ricerca di un futuro che sia aperto alla speranza, composto da uomini consapevoli dei propri limiti oltre a quelli della Terra; un mondo non di singoli sommati ad altri singoli bensì di uomini per-altri uomini, una nuova èlite di ogni classe, reddito, fede e civiltà. Uomini capaci di diffidare dei miti della maggioranza, delle utopie scientifiche e del diabolismo ideologico.
 
“Uomini con la sensazione d’essere in trappola e, ancora, la consapevolezza che quasi tutte le nuove scelte politiche adottate con vasto consenso approdano regolarmente a risultati che sono clamorosamente opposti ai loro fini dichiarati. Ma mentre la maggioranza prometeica degli aspiranti esploratori spaziali continua a non affrontare il problema strutturale, la minoranza emergente critica il deux ex machinascientifico, la panacea ideologica e la caccia ai diavoli e alle streghe, e comincia a dar forma al proprio sospetto che le nostre continue illusioni ci leghino alle istituzioni contemporanee come le catene legavano Prometeo alla roccia. Una fiducia piena di speranza e l’ironia classica (eironeia) devono allearsi per denunciare l’inganno prometeico”.
 
Questi fratelli e sorelle pieni di speranza, Illich, propone di chiamarli “Uomini epimeteici”.
 

Le menzogne della stampa occidentale sull’Ucraina: 30 soldati ucraini sono stati assassinati per ordine di Kiev

L’esercito ucraino ha assassinato 30 militari ucraini che si erano consegnati alle forze di autodifesa della repubblica Popolare di Lugansk ed erano stati messi in libertà, ha informato l’agenzia Ria Novosti citando Ostap Chorry, uno dei leaders delle forze di autodifesa. ” Si sono consegnati 30 militari ucraini. Sono stati tutti fucilati “, ha riferito Chorry.
 
Tre giorni fa l’Esercito ucraino è arrivato da Svatovo. Il giovedì mattina i civili sono usciti per incontrare i militari e li hanno bloccati. Loro si sono consegnati. “La gente ha dato loro da mangiare”, ha raccontato alla Ria Novosti un medico del luogo, Guenadi Moralishvili.  Dopo un pò di tempo i loro commilitoni hanno aperto il fuoco contro di loro.
 
Moralishvili ha aggiunto che i militari ucraini hanno anche sparato contro i civili lasciando sul terreno almeno 4 morti e 16 feriti. Il medico ha raccontato che i militari hanno dato fuoco alla stazione ferroviaria ed hanno sparato contro i pompieri recatisi a spegnere l’incendio.
Inoltre Chorry ha informato che che i militari ucraini hanno ucciso i feriti che si trovavano nell’ospedale della località di Privole, nel nord della regine di Lugamsk, nel corso di uncombattimento tra i militari ucraini e le forze di autodifesa. I militari ucraini sono entrati nell’ospedale ed hanno fucilato i feriti, ha riferito  Chorry, specificando che tra i pazienti c’erano sia membri delle forze di autodifesa sia militari ucraini.
 
Bisogna ricordare che giovedì scorso persone armate apparentemente vincolate con un oligaca appoggiato da Kiev hanno attaccato un accampamento dell’esercito ucraino nell’est di militari che si erano rifiutati di sparare contro i civili , lasciano a terra 15 morti ed altri 35 feriti.
 
Da un’altra parte, elicotteri MI-24 sono entrati in azione per reprimere i militari che si erano ribellati agli ordini di sparare contro la popolazione. Gli elicotteri hanno iniziato ad aprire il fuoco contro le posizioni dove si trovavano i militari e questi hanno iniziato a correre nervosamente quando si sono resi conto che l’attacco era intenzionale e non accidentale. Vedi video: www.youtube.com
 
Di tutto questo i media occidentali non riportano notizie sostenendo invece che le vittime di questi ultimi 3 giorni siano tutte da addebitare alle unità di difesa filo russe che avrebbero teso agguati ed aperto il fuoco contro i militari ucraini inviati da Kiev.
 
Bisogna riportare anche la notizia che miliziani islamici di origine cecena o caucasica, sono stati arruolati da Kiev nei gruppi armati che operano in parallelo all’esercito ucraino e che questi, tutti di confessione  wahabita, hanno incitato in un proclama alla guerra santa in Ucraina contro la Russia.
 
Il conflitto si complica ulteriormente e le notizie dall’Ucraina vengono manipolate dai media occidentali che tendono a pubblicare le veline trasmesse dal governo di Kiev, ignorando gli avvenimenti reali.
 
Fonte: El Espia digital          RiaNovosti

I due ebrei uccisi a Bruxelles erano spie del Mossad! Ancora una volta emerge la doppia lealtà dei sionisti europei!

Si sgonfia clamorosamente la ‘pista antisemita’ riguardo le uccisioni avvenute presso il ‘museo ebraico’ di Bruxelles lo scorso week-end, su cui tanto il regime sionista di occupazione quanto tutti i media proni e allineati a Tel Aviv si erano avidamente gettati appena la notizia dell’eccidio si era diffusa.

La pista antisemita scoppia come una bolla di sapone quando si diffonde la consapevolezza che i due ebrei uccisi nella capitale belga lavoravano per un’organizzazione, la ‘Nativ’, direttamente collegata col Mossad e incaricata di convincere ebrei europei, nordamericani e di altri paesi a prendere parte all’invasione e all’occupazione illegale della Palestina.

Di più, nel recente passato, per sei anni almeno il canale televisivo sionista Channel 10 ha ammesso che i due, Emanuel e Miriam Riva hanno operato in Germania alle dirette dipendenze del Mossad stesso. L’uccisione di due agenti venduti a un Governo straniero (pur mantenendo passaporto e cittadinanza belga) é molto più probabilmente ascrivibile a un episodio di guerra tra servizi segreti o di Resistenza armata contro le politiche razziste e invasive di Tel Aviv che a un casuale episodio di razzismo antiebraico.

Ancora una volta emerge in tutta la sua gravità il problema della doppia lealtà dei sionisti europei, che preferiscono diventare agenti e spie di un Governo straniero (razzista e colpevole di Apartheid e Crimini contro l’Umanità) che non restare fedeli alla loro patria di nascita.
http://palaestinafelix.blogspot.it/2014/05/i-due-ebrei-uccisi-bruxelles-erano-spie.html?m=1

DECRYPTAGE/ LA REPUBLIQUE DE DONETSK VERSUS LES OLIGARQUES. POURQUOI LA JUNTE DE KIEV A-T-ELLE LANCE LA BATAILLE DE L’AEROPORT DE DONETSK

 Luc MICHEL pour PCN-INFO /  Avec AFP – LVDLR – PCN-SPO – lucmichel.net/

 2014 05 26/PORO BALLOTS

  Ce matin la Junte de Kiev a lancé la bataille de l’aéroport de Donetsk, conséquence directe de l’élection de l’oligarque Porochenko à la présidentielle ukrainienne biaisée de ce 25 mai. La République de Donestsk versus les oligarques. C’est bien de cela qu’il s’agit.

 « Des avions de combats Soukhoï-25 et des Mig-29 ont été envoyés sur place. Des soldats sont parachutés depuis des hélicoptères Mi-8 et sont en train de nettoyer le territoire », indique à l’AFP un porte-parole de la « cellule régionale chargée de l’opération ». Des rodomontades habituelles dans le langage viril qu’affectionnent les néofascistes de Kiev, dans la ligne des SA hitlériens qui leurs servent de modèle, et pas seulement pour le militaire … « Le principal terminal de l’aéroport a été touché par des tirs d’hélicoptères », constate un journaliste de l’AFP. Quelques heures plus tard, et un hélicoptère d’assaut abattu avec ses militaires – les pertes des forces de Kiev sont lourdes à l’Est malgré leur supériorité en matériels -, les milices populaires l’emportaient …

 « L’AEROPORT INVESTI SANS VIOLENCE » (AFP)

 DIMANCHE SOIR PAR L’ARMEE DU DONBASS

  Retour sur ce qui a motivé l’attaque meurtrière de Kiev, qui mène une guerre totale à l’Est.

« Le site de l’aéroport a été pris d’assaut de nuit par plusieurs dizaines d’hommes armés, qui se sont présentés comme des représentants de la “République populaire de Donetsk”. Aucune résistance, aucune violence: les insurgés ont demandé aux troupes ukrainiennes qui gardent l’enceinte, de partir. Dans la foulée, l’aéroport a dû être évacué et fermé et tous les vols annulés » disait l’AFP ce matin. Qui ajoutait : « Trois camions comptant une centaine d’hommes armés portant des treillis militaires et pour certains le ruban noir et orange de Saint-Georges, symbole de ralliement des rebelles, sont arrivés en renfort dans la matinée pénétrant dans l’enceinte de l’aéroport, passant sans encombres le cordon de sécurité établi par la police autour de l’aéroport ».

 UN MESSAGE A L’OLIGARQUE POROCHENKO :

« L’EST N’APPARTIENT PLUS NI A KIEV NI AUX OLIGARQUES » !

 Quelques heures après la victoire du milliardaire Petro Porochenko à la présidence et l’annonce qu’il se rendrait dans le Donbass, le bassin minier englobant les régions de Donetsk et de Lougansk, qui se sont déclarées indépendantes, et ont validé celles-ci par deux référendums d’auto-détermination, le message lancé par les nouvelles Républiques au futur président était clair: « tu n’atterriras pas ici ».

 « Jusqu’ici l’aéroport n’était pas sous notre contrôle mais il fallait changer la situation », puisque « des mercenaires arrivaient sur notre territoire » par ce biais, a expliqué lors d’une conférence de presse Denis Pouchiline, l’un des leaders républicains à Donetsk.

  La venue de Porochenko ? Un président “illégitime” selon les républicains qui réclament toujours le retrait des troupes ukrainiennes de “leurs terres” et ont proclamé la loi martiale dans la région.

 « LES GENS D’ICI NE VEULENT PAS VOIR POROCHENKO »

  « La situation s’aggrave sur le terrain. Ce n’est pas très intelligent de la part de Porochenko de vouloir venir car les gens d’ici ne veulent pas le voir », a estimé M. Pouchiline. « Un dialogue (avec Kiev, ndlr) est possible mais seulement en présence de médiateurs, et le seul médiateur possible est la Russie », a-t-il également expliqué, tout en posant deux conditions: l’échange des prisonniers et le retrait des troupes ukrainiennes du Donbass.

  Dans les rues de Donetsk, les fidèles soutiens des nouvelles Républiques « faisaient peu de cas de l’élection d’un nouveau président », constate avec dépit l’AFP. « Les gens de Kiev, qui ont tué d’innocents citoyens dans le sud et l’est du pays, peu importe qui ils choisissent maintenant comme président. Cela ne nous intéresse pas, nous n’avons plus rien à faire avec eux. Maintenant nous avons notre jeune république populaire de Donetsk », s’enflamme Galina, qui distribue les journaux devant le bâtiment de l’administration régionale, tenu par les républicains.

  VERS LA FIN DU REGNE DES OLIGARQUES

  Un autre oligarque est la cible des nouvelles autorités républicaines de Donetsk.

« Pour la première fois depuis le début de l’insurrection dans cette région, dans certaines Pntreprises dont plusieurs tenues par l’oligarque et homme le plus riche d’Ukraine, Rinat Akhmetov, les employés ont été priés de rester chez eux », constate l’AFP.

  L’oligarque (c’est-à-dire un des voleurs qui ont fait fortune en pillant l’Ukraine depuis 1991) Akhmetov a engagé un bras de fer avec la nouvelle République, choisissant la Junte de Kiev. De fausses informations ont été diffusées à ce sujet par les médias occidentaux : selon eux l’oligarque aurait mobilisé « ses ouvriers » qui auraient « nettoyé les rues de Mariupol ». Info purement et simplement inventées, qui a été démentie par des journalistes indépendants sur place. Pire, ayant convoqué « ses » ouvriers dans un stade, Akhmetov s’est retrouvé devant une maigre assistance … de moins de 100 personnes.

  Comme l’expliquait un expert russe, « le pari de l’oligarque risque bien de lui coûter sa fortune ». Car la République de Donetsk entend nationaliser les biens de ce grand voleur. Déjà des commandos de l’Armée du Donbass ont incendié des banques liées aux oligarques. Et se sont emparés d’explosifs dans plusieurs mines … 

LES OLIGARQUES PRENNENT LEURS ORDRES A WASHINGTON

  Les oligarques ukrainiens se croient tout permis. Y compris mener la sale guerre contre le peuple de l’est. Y compris défier Moscou. Parce qu’ils prennent leurs ordres à Washington et se croient intouchables grâce à ce soutien.

 « Les Etats-Unis soutiendront tant les efforts pacifiques que des actions militaires de Piotr Porochenko, qui semble avoir remporté la présidentielle en Ukraine, pour rétablir le contrôle de Kiev sur l’est du pays », a estimé ce lundi le directeur adjoint du Kennan Institute de Washington William Pomeranz. « Les Etats-Unis ne reconnaissent pas les séparatistes et apporteront sans doute un puissant appui à M.Porochenko pour le rétablissement du contrôle sur ces deux régions (de Donetsk et de Lougansk, ndlr). J’ai l’impression que Washington soutiendra M.Porochenko dans l’exercice des deux variantes. Je pense que la préférence est accordée aux négociations, plus qu’aux actions militaires, mais je suppose que les Etats-Unis soutiendront toute riposte aux actions des insurgés dans l’est de l’Ukraine », a déclaré M.Pomeranz à RIA Novosti. Des propos que semblent confirmer la présence massive de mercenaires US à l’Est.

  Le milliardaire Porochenko a donc immédiatement soutenu la poursuite de l’opération spéciale menée dans l’est de l’Ukraine, après avoir promis d’y mettre fin, estimant qu’elle devait être « plus courte dans ses délais et plus efficace ». Peu après, on a appris que des combats se déroulaient entre la Garde nationale de l’Ukraine et la force d’autodéfense près de l’aéroport de Donetsk.

  Auparavant, les Etats-Unis ont soutenu les actions des militaires ukrainiens dans l’est du pays contre les partisans de la fédéralisation de l’Ukraine. Par ailleurs, Washington a annoncé l’élargissement de son aide à l’armée ukrainienne qui ne suppose toutefois pas de livraisons d’armes.

  PROCHENKO COMMENCE SON « MANDAT » PAR UNE ERREUR MAGISTRALE

  Celle ci est double :

 D’une part il a braqué Moscou sur le dossier de la Crimée, un dossier définitivement classée quoi que fasse ou dise Kiev et l’OTAN. La Crimée est russe, elle le restera !

 D’autre part il a défié Moscou sur la sale guerre à l’Est.

 « La reprise de l’opération spéciale dans l’est de l’Ukraine constituerait une erreur colossale », a en effet avertit ce lundi le ministre russe des Affaires étrangères Sergueï Lavrov. « Nous ne pouvons pas fermer les yeux sur le fait que la prétendue opération spéciale n’a pas pris fin. Hier encore, le premier adjoint d’Arseni Iatseniouk (« premier ministre par intérim » de la Junte) (Vitali) Iarioma a déclaré que « maintenant que l’élection présidentielle avait eu lieu, les autorités de Kiev reprendraient la phase active de cette opération. Ce serait une erreur colossale de leur part », a indiqué le chef de la diplomatie russe. « Nous espérons que Piotr Porochenko, si ses pouvoirs sont confirmés, fera tout pour empêcher les tendances extrémistes et radicales à Kiev de prendre le dessus dans les régions est et sud de l’Ukraine ainsi que dans toute autre région du pays », a souligné le ministre. Que l’oligarque n’a pas voulu entendre …

 Sur la Crimée non plus, Porochenko n’a pas entendu Moscou. Qu’il a défié dans un geste stupide qui ne restera pas sans conséquences. « La Crimée ne pourra plus revenir au sein de Ukraine, car elle fait à présent partie de la Russie », a rappelé lundi Dmiri Peskov, porte-parole du président russe. « La Crimée est une région de la Fédération de Russie, et il n’est plus question, par conséquent, de son retour dans le giron de l’Ukraine », a déclaré le représentant du Kremlin à la radio RSN.

  Auparavant, le milliardaire Piotr Porochenko, qui « semble avoir remporté la présidentielle en Ukraine » (dixit les médias d’état russes), a déclaré « qu’il ne reconnaissait pas la Crimée comme partie intégrante de la Russie » et a annoncé son « intention de créer un ministère spécial pour la Crimée en charge de la restitution de la péninsule à l’Ukraine par le biais des textes internationaux ».

 Peuplée en majorité de russophones, la Crimée a proclamé son indépendance vis-à-vis de l’Ukraine et sa réunification avec la Russie au terme d’un référendum tenu le 16 mars, validé par une mission internationale indépendante d’observateurs organisée par EODE, lors duquel 96,7% des votants se sont prononcés en faveur de cette décision. Les nouvelles « autorités ukrainiennes » issues du putsch armé du 21 févvrier, soutenues par l’Occident, ne reconnaissent pas la légitimité du référendum criméen et dénoncent son rattachement à la Russie comme une annexion. Le 28 avril, le président ukrainien par intérim Alexandre Tourtchinov a signé une loi proclamant la péninsule de Crimée et la ville de Sébastopol territoires ukrainiens « provisoirement occupés ».

 Prorochenk, comme Akhmetov, pourrait très vite être frappé au cœur de sa puissance économique. Car les produits du « roi du chocolat » ont pour principal débouché …la Russie. Où l’oligarque a aussi une partie de ses usines …

 Décidément, comme le disait Georges Bush (senior) à Kiev en 1991, « le nationalisme ukrainien est suicidaire ». Chez ses oligarques aussi !

  Luc MICHEL

 Photo : caricature de Porochenko – le « nouveau président » ukrainien – sur fond de BOURRAGE D’URNES ce 25 mai dans un bureau de vote à Kiev. Noter les bulletins de votes déposés en piles soignée au fond des urnes. C’est çà « les élections aux standards internationaux » avalisées par l’OSCE …

 (*) Pourquoi l’élection de Porochenko est-elle illégitime ? Pourquoi l’OSCE et les occidentaux se sont déconsidérés en l’avalisant ?

 Lire le rapport de la Section “Démocratie et Droits de l’Homme” d’EODE :

 PRESIDENTIELLE UKRAINIENNE DU 25 MAI 2014: GRAVES VIOLATIONS DES NORMES DEMOCRATIQUES

http://www.eode.org/eode-press-office-presidentielle-ukrainienne-du-25-mai-2014-graves-violations-des-normes-democratiques/

Italia: incoraggiata nella “terapia letale”

L’Italia è l’unico paese in cui il governo in carica è stato incoraggiato dal risultato elettorale di oggi a perseverare nella “terapia letale”, dei vincoli finanziari del debito che strangolano lentamente l’economia.
 
Persino in Irlanda dove l’economia è ora un poco in ripresa il governo ha perso seccamente e si è dimesso oggi il primo ministro, persino in Germania la Merkel ha perso un -4%, in Spagna i partiti di governo storici hanno perso un -29% (sommati) e in Grecia pure. Solo in Italia il partito che somministra la terapia letale è incoraggiato a insistere! Questo è male per l’economia reale italiana, ma alla fine è letale anche per loro.
 
Nelle condizioni date dei partiti che rappresentano gli italiani, questa elezione va bene perchè ha punito l’opposizione ciarlatana, confusa e opportunista e ora spinge il PD definitivamente sul binario dell’austerità, dell’euro e della Troika, quella dove Monti ha visto il suo raggruppamento andare dal 10% all’1% in due anni.
 
Lo so, gli ex-comunisti sono molto più accorti e da cinquant’anni vedi gli altri partiti sorgere e tramontare e loro sono sempre lì invece, ma non è come le altre volte. Siamo in una Depressione economica e avere in mano il governo è un vantaggio perchè consolidi il tuo sistema di potere, ma oggi sei nelle mani della finanza globale e della UE, cioè di poteri esterni all’Italia a cui devi rispondere e che non ti danno “i soldi”.
 
L’analisi monetaria in questo caso è abbastanza utile nel dire che, a meno di un cambio di rotta radicale, la terapia di Padoan/UE/BCE demolirà lentamente l’economia, come quella di Monti (ma più lentamente). Quando saremo al sesto o settimo anno di Depressione economica, con l’aiuto del solito crac dei mercati finanziari che ogni tanto arriva, chi ha somministrato la terapia letale finirà come il partito socialista francese, greco o spagnolo o inglese.
 
Per la cronaca il 2014 sarà il sesto anno di depressione economica (a marzo 2014 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio, rispetto a marzo 2013, segna una flessione del -3,5%…) [http://www.rischiocalcolato.it/2014/05/prosegue-il-crollo-dei-consumi-35-le-vendite-al-dettaglio-a-marzo-2014.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+RischioCalcolatoInEvidenza+%28Rischio+Calcolato+%C2%BB+IN+EVIDENZA%29].
 
Per la cronaca, in questa elezione, nessuno dei partiti di centro-sinistra storici di governo in Spagna, Gran Bretagna, Grecia e Spagna ha preso più del 14% dei voti. Il 41% del PD è un anomalia, i due numeri sono stati scambiati.
 
In Italia per il PD bisogna solo aspettare un poco di più.
 

La Cgil saluta positivamente la vittoria di Renzi e si immagina la fine dell’austerità

26/05/2014 16:25 | POLITICA – ITALIA | Autore: fabrizio salvatori

”Il risultato del voto italiano alle elezioni europee conferma una vocazione europeista dell’Italia e il desiderio di radicale cambiamento delle politiche recessive di austerita’ fin qui adottate dall’Unione europea, e questo, per la Cgil, e’ motivo di grande soddisfazione”. Cosi’ una nota della confederazione di Corso d’Italia commenta l’esito del voto. Un esito da cui il sindacato ”si attende un’azione forte e incisiva del governo che convinca l’Unione della necessità di adottare una politica finalmente espansiva, attenta ai bisogni dei ceti popolari, dei lavoratori e dei pensionati”, prosegue la nota. Quello ottenuto dal Partito democratico, inoltre, prosegue la Cgil ”è un risultato straordinario, per molti aspetti storico, che rimette al centro un’idea positiva di Europa e di buona politica, oltremodo importante anche nella lotta contro i tanti, sterili populismi e contro i pericoli di una destra xenofoba che, nel loro complesso, sono purtroppo cresciuti in Europa”.

Per il sindacato di Corso Italia, inoltre, la dimensione e la diffusione territoriale della vittoria del Pd ”sono indiscutibili”. L’elettorato, dice ancora il sindacato, infatti, ”non solo ha ricompensato le politiche redistributive ed espansive, anche se per ora solo abbozzate, ma ha dato una chiara indicazione del verso necessario cui ispirare le politiche economiche e sociali di Bruxelles”. Il voto, conclude la nota Cgil che ricorda come questo rappresenti un segnale ancora più importante alla vigilia del semestre di presidenza italiana della Ue, dunque consegna ”una sinistra italiana che potrà giocare un ruolo di primaria importanza in Europa”.
”La scelta di aderire ai socialisti europei è confermata e rafforzata dal risultato elettorale a tal punto da dare al Partito democratico un peso e un ruolo di primaria grandezza nel Pse”. Peso e ruolo che la Cgil auspica ”sia speso per favorire un dialogo con tutte le forze progressiste di sinistra, a cominciare da quelle italiane, per cambiare i trattati europei e le politiche comunitarie, in modo da riavvicinare un’idea di Europa comunitaria vicina ai bisogni dei cittadini e capace di costruire equità e solidarietà”. Lo Spi-Cgil,intanto, risponde per le rime a Beppe Grillo, che ha dato la colpa della sconfitta elettorale ai pensionati che non vogliono cambiare il paese. Sull’account ufficiale di Twitter del Sindacato dei pensionati della Cgil è stato infatti pubblicato il video della celebre canzone di Lucio Dalla ”Bisogna saper perdere”, accompagnato dalla dedica ”a nome dei pensionati italiani, così ingiustamente tirati in ballo da Beppe Grillo”. Stesso messaggio anche sulla pagina Facebook, con il grande apprezzamento da parte dei pensionati che lo stanno condividendo e rilanciando.
http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2014/5/26/40861-la-cgil-saluta-positivamente-la-vittoria-di-renzi-e-si/

La Federal Reserve USA “lava” denaro attraverso il Belgio?

QE, il quantitative easing non era la magica formuletta che avrebbe risolto ogni problema? 
La notizia è che la Federal Reserve USA ha proceduto al “lavaggio” di 141 miliardi di dollari attraverso il Belgio per nascondere un massiccio aumento di “Quantitative Easing”.
 Questa notizia è stata rivelata da una persona ex membro del governo Reagan che ha scoperto l’accredito di un mega importo di dollari (142,2 mila milioni di US. Dollars) ad un organismo quasi sconosciuto che si chiama “Euroclear”, in Belgio.
Non si sa chi detiene questa enorme quantità di denaro. Chi potrebbe essere in grado di inviare una somma simile senza levare dei sospetti? Non si conoscono le ragioni nascoste di questo accredito. Non si sa quale sia l’autorità che lo ha emesso. Ci si domanda cosa stiano  facendo il Congresso USA ed i mezzi di informazione.
Perchè la notizia si viene a sapere a mezzo internet? Niente di questo era possibile quando l’oro era a garanzia del denaro. Questo è possibile al giorno d’oggi quando il denaro si può creare per ordine del Presidente di una grande banca ed attraverso i 7 membri di un CDA nominati per 14 anni. In altre parole si tratta di una falsificazione autorizzata di dollari.
Non si sa chi abbia autorizzato e chi sono coloro che ne hanno beneficiato da questo lavaggio di denaro che equivale ad un furto titanico.
La verità non è altra che siamo arrivati al default dello Stato Federale.
 
Questo è ciò che asserisce l’ex direttore assistente segretario al Tesoro e il Wall Street Journal Paul Craig Roberts :
 
È la Fed a “ridurre le emissioni”? Ha di fatto la Fed proceduto a tagliare i suoi acquisti di obbligazioni nel corso del periodo di tre mesi novembre 2013 a gennaio 2014?
 
 
Da novembre 2013 fino gennaio 2014 il Belgio, un paese con un PIL di 480 miliardi dollari ha acquistato 141,2 miliardi dollari di titoli del Tesoro USA. In qualche modo il Belgio ha svolto un trand per allocare, nel corso di un periodo di 3 mesi, il 29 per cento del suo PIL annuale per l’acquisto di buoni del Tesoro degli Stati Uniti.
 
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Certo il Belgio non ha avuto un avanzo di bilancio di 141,2 miliardi dollari. Era il Belgio forse in esecuzione per un surplus commerciale nel corso di un periodo di 3 mesi pari al 29 per cento del Belgio PIL?
No, crediti commerciali e correnti del Belgio sono in deficit.
La Banca centrale del Belgio, è stato stampato 141,2 miliardi dollari del valore di euro al fine di effettuare l’acquisto?
No, il Belgio fa parte del sistema dell’euro, e la sua banca centrale non può aumentare l’offerta di moneta.
 
Allora, da dove sono usciti fuori $ 141.200.000.000 e provengono da?
 
C’è solo una fonte. Il denaro proveniva dalla Federal Reserve degli Stati Uniti, e l’acquisto è stato riciclato in Belgio, al fine di nascondere il fatto che gli acquisti di obbligazioni della Federal Reserve erano reali nel mese di novembre 2013 fino gennaio 2014 ed erano 112 miliardi dollari al mese.
In altre parole, in quei tre mesi c’è stato un forte aumento di acquisti di obbligazioni da parte della FED. Acquisti di obbligazioni effettive della Fed per quei tre mesi sono 27 miliardi dollari al mese ad di sopra dell’originale di 85 miliardi dollari di acquisto mensile e 47 miliardi dollari al di sopra del trand di 65.000 milioni dollari acquisto mensile in quel momento.
 
(……)
 
Ci si domanda perché la Federal Reserve dovrà acquistare così tanti titoli sopra gli importi annunciati e perché la Fed deve riciclare e nascondere l’acquisto?
Alcuni paesi o dei paesi sconosciuti, in questo momento, per motivi che non sappiamo attuano un dumping per 104.000 milioni dollari in titoli del Tesoro in una settimana.
 
 
Tradotto da Luciano Lago