Solidarietà dai Paesi Baschi per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò

http://www.notav.info/post/solidarieta-dai-paesi-baschi-per-chiara-claudio-mattia-e-niccolo/

notav.info

BoGOO-tCcAA3Y_fda Infoaut Nella giornata di ieri, un presidio sotto il consolato italiano a Bilbao ha voluto portare la solidarietà al movimento notav, chiedendo la liberazione di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Un centinaio di persone si sono quindi date appuntamento nel tardo pomeriggio di ieri, in vista del processo che inizierà questa settimana e che vede su di loro pendere l’accusa di terrorismo. Con uno striscione contro la criminalizzazione del movimento notav italiano, i notav baschi hanno quindi voluto dimostrare la loro vicinanza e la loro solidarietà nei confronti di tutto il movimento.

Riportiamo qui sotto il testo tradotto (da Un Caso Basco a Roma) dell’appello alla manifestazione di ieri davanti al consolato di Italia a Bilbao e Donostia, in solidarietà con il movimento No Tav e per la liberazione di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.

Solidarietà con la Val Susa, no alla criminalizzazione del movimento NO TAV!
Val de Susa NO TAV Elkartasuna! Kriminalizaziorik ez!

Il cordinamento di opposizione al TAV AHT Gelditu! Elkarlana y Mugitu! Mugimendua, movimento di disobbedienza civile contro il TAV, chiama a un presidio per oggi, 20 maggio, in solidarietà con 4 oppositori del movimento NO TAV dellaValle di Susa, che saranno processati in questi giorni in Italia.

Allo stesso tempo, vi informiamo che dalla Val Susa è stato lanciato un appello perché qualsiasi persona o collettivo possa aderire esprimendo la propria solidarietà all’indirizzo appello10maggio@gmail.com.

BoGHZ54CIAAo-dvChiara, Claudio, Mattia e Niccolò è importante ripetere i loro nomi, è importante pronunciarli a voce alta perché si sta parlando di quattro vite;di quattro attivist* NO TAV che sono in carcere dal 9 dicembre, distribuiti nelle prigioni di Alessandria,Ferrara e Roma.

Chiara, Claudio , Mattia y Niccolò sono stati accusati di terrorismo per aver suppostamente danneggiato compressore e per questo rischierebbero una pena di 30 anni di prigione. Il processo comincerà il prossimo 22 maggio.

Di cosa sono accusati esattamente? Li si accusa di aver partecipato ad una protesta nella quale suppostamente si danneggiò un compressore. Per due procure e un pubblico ministero dell’udienza preliminare, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò tentarono con questa azione di danneggiare l’immagine dell’Italia. La situazione di isolamento nella quale si trovano queste persone, a seguito della chiusura delle indagini, va contro quello che si può leggere nell’articolo 3 del Convegno Europeo di Diritti Umani penitenziari.
Dal movimento di opposizione al TAV di Euskal Herria rifiutiamo il progetto del TAV e la sproporzionata accusa di terrorismo davanti la quale si trovano i nostr* compagn* di lotta, allo stesso tempo sollecitiamo la libertà immediata per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò e l’ archiviazione degli atti giudiziali.

AHT Gelditu! Elkarlana
Mugitu! Mugimendua

No Tav. Processo per terrorismo. Avvio a bassa intensità conflittuale

 Tensioni sotto controllo e una gran gioia di salutare i compagni detenuti. Un Presidente che sa gestire l’aula e una raffica di eccezioni inaugurano l’atteso e contestatissimo processo. Ltf, Presidenza del Consiglio e sindacato di destra della polizia chiedono di essere riconosciuti parti civili.

Torino, aula bunker, 22 Maggio 2014. Si apre all’insegna della moderazione della bellicosità reciproca il processo a Claudio, Chiara, Mattia e Nicolò, i quattro giovani No Tav detenuti dal 9 Dicembre 2013 in regime duro per imputazioni di terrorismo, secondo il perverso teorema dei pm “speciali” della Procura di Torino, Padalino e Rinaudo. Un teorema che per stare in piedi ipotizza in un unico disegno criminoso venti anni di azioni di resistenza popolare alla Torino-Lione. Il dispositivo, per chi ancora non lo sapesse, è stato oggetto di sentenza da parte della Corte di Cassazione, il 15 Maggio scorso, che ha annullato con rinvio l’ordinanza dei giudici del Riesame. Pertanto, in attesa delle motivazioni della Cassazione che

potrebbero cambiare   il processo, si è proceduto con la prima udienza, purtroppo con i ragazzi ancora in stato di detenzione. Una condizione che sembra però non averli nè piegati nè tentomeno scalfiti, come probabilmente i pm si proponevano, perchè si sono presentati in buona forma e naturalmente ben contenti di vedere i loro compagni e un pubblico amico che hanno fatto sentire loro l’affetto di tutti. Erano presenti in aula anche i parlamentari Della Valle e Scibona dei 5 Stelle.

Si temeva una forte tensione dentro e fuori l’aula bunker ma a parte un rinforzino di celere e di digos, che filmano costantemente tutti e i documenti di chi entra (ma possono?), i controlli sono stati quelli di sempre. All’esterno, un rinforzo anche di No Tav che hanno riempito l’area circostante di striscioni e imbastito un presidio permanente.

striscione

La situazione all’interno è stata subito presa in mano dal Presidente Piero Capello con ben altro piglio di Bosio, il Presidente del Tribunale che giudica i 53 No Tav, ammonendo subito le parti a non farsi battute e commenti e poi dimostrando comprensione per i saluti (senza eccessi) del pubblico agli imputati ai quali concedeva anche di stare insieme nella stessa gabbia. Esperienza o furbizia? Sensibilità umana o segnali? Lo si capirà nel proseguo ma di fatto quelle due mosse hanno calmato i bollenti spiriti e permesso un avvio senza particolari tensioni.

compressore

Si sono presentate come parti civili la Presidenza del Consiglio, Ltf (tramite l’Avv. Mittone,una carriera come difensore dei potenti, dai tangentari socialisti della Prima Repubblica alla lobby del Tav) e il Sindacato Autonomo di Polizia (Sap – il solito Avv. Bertolino), e la gran parte dell’udienza è stata dedicata alla contestazione da parte del collegio di difesa (Avv. Losco, Novaro, Pelazza, Straini) delle motivazioni per la loro costituzione, in particolare del Sap che – a detta dell’Avv. Losco – “si è fatto danno d’immagine da solo con gli applausi del caso Aldrovandi”.

Sono seguite numerose eccezioni procedurali e di incostituzionalità a cui il solo Rinaudo ha parzialmente obiettato, poi il conseguente rinvio per la valutazione.

giudice capello

Come ultimo atto, la difesa ha chiesto che il Presidente Capello interceda presso l’amministrazione penitenziaria, a seguito del pronunciamento della Cassazione per declassare le restrizioni della detenzione affinchè tutti gli imputati siano definitivamente portati a Torino e per facilitarne i contatti con gli avvocati, in attesa delle motivazioni della Cassazione che possano agevolare una richiesta di scarcerazione.

Il caloroso saluto del pubblico ha accompagnato sia l’uscita degli imputati che quella di Rinaudo a cui è stata augurata buona fortuna in tutte le forme con un pensiero particolare alla figlia candidata con i postfascisti di Fratelli d’Italia.

Prossime udienze: 6 – 13 – 30 Giugno, 14 e 16 Luglio.

(F.S. 22.5.2014)

Grave intimidazione mafiosa alla nostra collega Daniela Giuffrida

TG Valle Susa

Atto di intimidazione a una giornalista siciliana sempre in prima linea nel documentare le lotte dei cittadini

 di Davide Amerio

Apprendiamo con sgomento di un atto di intimidazione compiuto ai danni della nostra corrispondente Daniela Giuffrida giornalista freelance che collabora con LinkSicilia.  

Giuffrida è nota, anche ai lettori del nostro giornale, per il suo impegno nelle battaglie popolari che i muovono da tempo in Sicilia e nel sud d’Italia. In particolare quella No Muos.

L’abbiamo raggiunta telefonicamente e ci ha sommariamente raccontato i fatti.

L’altra mattina (21 maggio) ha trovato nel vaso di fiori di fronte alla porta di casa la testa mozzata di un topo di fogna. Dopo un consulto con amici le è stato consigliato di rivolgersi ai carabinieri.

Il Maresciallo, dopo alcune verifiche e messo a conoscenza del lavoro di denuncia che la nostra Daniela compie ogni giorno indagando sulle gestioni pubbliche del malaffare in terra siciliana, sugli inquinamenti e sui danni alla salute dei Siciliani  ha deciso di procedere con una denuncia contro ignoti sulla quale indagherà la magistratura.

A Daniela la nostra totale solidarietà della redazione di Tgvallesusa e la disponibilità a ospitare come sempre i suoi articoli scomodi.

La salute e i cantieri del Tav: richiesta di confronto pubblico

TG Valle Susa

di Gabriella Tittonel

La questione relativa alla salute dei cittadini esposti alle polveri derivanti dall’attività del cantiere del tav valsusino era stata ufficialmente presentata nel convegno che si era tenuto a Torino lo scorso 1° marzo nella sala congressi della Regione Piemonte, un convegno promosso da Pro Natura  Piemonte e al quale avevano partecipato Mario Cavargna, Angelo Tartaglia, Massimo Zucchetti, Marco Tomalino, Giancarlo Ugazio, Ugo Mattei.

Di queste polveri si era iniziato a parlare con preoccupazione a seguito di alcuni dati resi pubblici sulla situazione dell’aria nel cantiere e a Chiomonte.

E la preoccupazione si era consolidata a seguito delle relazioni presentate nel corso del convegno, fatto questo che aveva portato alla determinazione, da parte di Pro Natura Piemonte, dei relatori e partecipanti di richiedere un confronto sulla questione salute , richiesta questa inoltrata all’Asl3, all’Arpa, all’LTF, alla Regione, ai sindacati dei lavoratori e della polizia e a altri Enti.

All’Arpa la richiesta era stata inviata il 14 marzo.

E questa è la risposta dell’Ente, giunta la scorsa settimana: “Spettabile Pro Natura, in merito alla Vs. richiesta si segnala che l’Agenzia è tenuta a procedere con modalità operative di gestione delle richieste secondo protocolli stabiliti con gli Enti (Ministeri e Regione) e per il caso specifico le modalità condivise da seguire sono risultate quelle di veicolare per il tramite dell’Osservatorio Ambientale le risposte dell’Agenzia. Pertanto le risposte ai Vs. quesiti sono state inviate all’Osservatorio per i successivi adempimenti…”

Unico Ente disponibile da subito a un primo incontro informativo sulla suddetta questione è stato invece l’ASL3 di Rivoli, con il quale Pro Natura e un gruppo dei facenti parte  del Controsservatorio si è incontrato la scorsa settimana.

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Presenti all’incontro  i Dottori Serafini, Griffa, Summa e Procopio,

Il tema della salute nel cantiere e nelle zone circostanti è stato posto all’attenzione dei funzionari, chiedendo di poter accedere, in considerazione del loro ruolo  specifico di prevenzione, sia sulla popolazione (VIS) che sugli ambienti di lavoro (Spresal) ai dati relativi all’impatto ambientale e alla sicurezza sul lavoro della zona.

L’ASL3 ha affermato di avere incontri sporadici con LTF, la visita ispettiva dello Spresal in cantiere avviene ogni sei mesi e con rotazione del personale di vigilanza, che, a quanto pare, non è a conoscenza di protocolli specifici a cui attenersi. Ma soprattutto l’Ente, nel corso dell’incontro, sicuramente positivo e propositivo, ha ammesso di non avere in suo possesso nessun dato relativo alla qualità dell’aria: “… al momento LTF li manda sistematicamente all’Arpa, ma noi non li conosciamo…”

L’Asl ha lamentato dunque di non ricevere i dati Arpa pur avendoli richiesti in diverse occasioni, e in riunione è le stata  fornita unicamente copia di quelli presenti sul sito Arpa, invitandola ad approfondirli.

Nessun dato dunque dall’Asl, Ente principale di riferimento per i cittadini e i lavoratori, mentre l’Arpa pare prendere tempo e l’LTF occupa spazi di giornali per affermare che tutto va bene e l’aria e la sicurezza sono ottime.

Veramente troppo poco per cittadini che hanno tutto il diritto di conoscere, attraverso canali autonomi, liberi da specifici interessi di parte, il vero stato dell’ambiente nel quale vivono e operano. E che, come è già accaduto in fin troppe occasioni, potrebbero solo “vantare”, in tempi successivi, di aver contribuito a incrementare lo spred degli ammalati e morti .

La questione è dunque più che mai in primo piano e si cercheranno velocemente modalità per trovare chiarezza e soluzioni.

G.T. 23.05.14

En Italie, des opposants au Lyon-Turin deviennent l’ennemi public n°1

http://www.bastamag.net/Proces-No-Tav-la-Commission

PAR SOPHIE CHAPELLE 21 MAI 2014

  • Poster

    La criminalisation des mouvements sociaux s’intensifie en Europe. Les militants du mouvement No Tav en Italie, fer de lance de l’opposition au projet de ligne grande vitesse entre Lyon et Turin, en font les frais. Quatre d’entre eux, accusés d’avoir détruit du matériel pour freiner les travaux, viennent de passer cinq mois en détention provisoire, dans des conditions très dures. Ils étaient jusqu’à présent poursuivis pour « acte de terrorisme ». En se constituant « partie lésée » au procès, la Commission européenne a cautionné les dérives de l’application tout azimuts des lois antiterroristes. Ce procès sous haute tension s’ouvre le 22 mai.

Plus de cinq mois maintenant que quatre militants italiens, opposés au projet de ligne à grande vitesse entre Lyon et Turin, font l’objet de mesures préventives d’enfermement. Depuis le 9 décembre 2013, et malgré des casiers judiciaires vierges, Chiara Zenobi, Claudio Alberto, Niccolò Blasi et Mattia Zanotti bénéficient d’un seul parloir de deux heures par mois – uniquement avec leurs parents – et se heurtent à la censure des correspondances. Ils sont accusés de terrorisme suite à la destruction de matériel. Ou plutôt « étaient » accusés. La Cour de Cassation de Rome vient en effet d’annuler le 15 mai 2014 le jugement du tribunal de la liberté de Turin quant aux accusations de terrorisme.

Les faits reprochés remontent à la nuit du 13 au 14 mai 2013. Une trentaine de militants s’introduisent sur le chantier du tunnel exploratoire de Chiomonte, en Val de Suse (Italie). Le but, saboter les machines présentes sur le site afin de ralentir les travaux. Après avoir cisaillé les barbelés et les grilles pour pénétrer sur le chantier, une partie des militants tient à distance les forces de l’ordre, présentes en permanence dans la zone, pendant qu’une autre partie du groupe incendie un compresseur et un générateur électrique. Lors de cette action, des cocktails molotov sont utilisés par les militants. Aucun blessé n’est à déplorer. Le lendemain, le mouvement No Tav revendique publiquement cette action.

Maintien des accusations

C’est finalement sept mois plus tard, le 9 décembre 2013, que les quatre opposants sont arrêtés, dans le cadre d’une enquête antiterroriste. Les chefs d’inculpation sont très lourds : « attentat à visée terroriste et acte de terrorisme avec utilisation d’engins de destruction ou explosifs » [1]. Les accusés sont également poursuivis pour« dégradation par incendie, violence contre des agents de la force publique, possession et transport d’armes de guerre ». Ces chefs d’accusation les placent sous un régime de détention particulier. Les quatre détenus se voient appliqués sans ménagement la mécanique de l’antiterrorisme.

« L’annulation du jugement par la Cour de Cassation implique que le tribunal de la liberté de Turin devra réviser les mesures préventives ordonnées, mais n’a pas de conséquences directes sur les accusations que les juges continueront à utiliser pendant le procès du 22 mai » analyse le site No-Tav.info. Lors de cette audience à huis-clos à la prison des Vallette (Turin), il est prévu que les inculpés soient entendus depuis leur cellule par captation vidéo, et les jurés placés sous escorte policière. Ces conditions, similaires à celles d’un procès anti-mafia, sont notamment dénoncées par Nicholas Bell du Forum civique européen« L’utilisation totalement démesurée et inadaptée d’un arsenal de lois antiterroristes autour de ce procès forme un précédent inacceptable ».

La Commission européenne se porte « partie lésée »

132 parties civiles sont citées dans ce procès, des compagnies exécutant le chantier aux ouvriers et forces de l’ordre présents le soir du sabotage. La présidence de la Commission européenne s’est également portée « partie lésée » au titre de ses intérêts dans un projet qu’elle soutient depuis le début. « Non seulement la Présidence de la Commission européenne apporte son soutien à une procédure en tout point scandaleuse, mais elle légitime l’ouverture du champ des potentiels accusés d’acte terroriste, en Italie comme dans l’ensemble de l’Union Européenne », dénonce le mouvement No Tav. En clair, si les inculpés devaient être condamnés, ce jugement bénéficierait de surcroit d’une légitimité européenne.

Un appel a été lancé en France et en Europe par le Forum civique européen pour que des juristes et des observateurs des organisations de droits de l’Homme se rendent à l’ouverture du procès. « Il faut absolument empêcher que cette affaire ne soit traitée par la justice italienne que dans le huis-clos de la prison des Valette et lui donner un large retentissement », explique Nicholas Bell. Pour le Collectif international Pro No-Tav, il est essentiel de « marquer par toutes les interventions, prises de position et contributions possibles, que tout le monde est visé dans de telles procédures, que les inculpés ne sont pas seuls face à la mécanique délirante de l’antiterrorisme et qu’il est possible d’enrayer le travail d’isolement et d’effroi ». Une délégation internationale d’observateurs est en cours de constitution.

Sophie Chapelle 
@Sophie_Chapelle sur twitter

Photo : CC / Ivan Crivellaro

Contact : Collectif international Pro No Tav (e-mail)

Nos précédents articles sur le projet de ligne à grande vitesse Lyon-Turin ici.

ELECTIONS EUROPEENNES DU 25 MAI 2014 : LES CONSIGNES DE VOTE REVOLUTIONNAIRE DU P.C.N.

Communiqué de Presse du PCN – Opposition extra-parlementaire transnationale -/

Avec PCN-SPO / 2014 05 22 /

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office PCN - ELECTIONS 2014 ue européennes (2014 05 22) FR

ELECTIONS EUROPEENNES DU 25 MAI 2014 :

LES CONSIGNES DE VOTE REVOLUTIONNAIRE DU P.C.N. POUR LES 28 PAYS DE L’UE

 * Nos consignes de vote spéciales :

Pour qui voter en Belgique – Estonie – France – Grèce – Lettonie – Lituanie.

* Notre consigne d’abstention révolutionnaire

dans tous les autres pays de l’Union européenne et ses raisons.

 1 : LA POSITION DU PCN FACE AU SYSTEME, A SES ELECTIONS ET AU PARLEMENTARISME BOURGEOIS :

 Pour les Communautaristes européens (1) du PCN, la politique ne repose pas sur le vieil échiquier de droite et de gauche, avec ses fausses divisions, où les deux camps faussement opposés font la même politique.

Nous divisons le monde politique européen en trois camps :

– Celui du Système et de son hégémon – le Parti américain – qui va de l’extrême-droite à l’extrême-gauche et comprend tous ceux qui acceptent la colonisation yankee en Europe ;

– Les partis populistes, régionalistes ou nationalistes, ainsi que certains partis écologistes (les petites formations non liées au groupe des « Verts européens »), qui refusent le Système mais défendent des conceptions étriquées ou dépassées, et qui pour nous, SUIVANT LES CAS, peuvent être des adversaires ou des alliés tactiques ;

– Enfin le Parti de la Résistance – qui est aussi celui de l’Europe libre –, dont le PCN se veut l’avant-garde et qui comprend toutes les forces anti-américaines et anti-sionistes, et vis-à-vis desquelles le PCN prône une politique stratégique de Front uni.

Notre vision des élections européennes repose donc sur cette analyse.

 Ouvrons une parenthèse sur le retrait, actuel, du PCN des élections bourgeoises.

Depuis notre fondation en 1984, et jusqu’en 2000, le PCN a participé à toutes les élections en Belgique – où notre Parti est né – et à plusieurs élections en France à partir de 1994. Entre 1996 et 1999, le PCN a aussi eu une expérience parlementaire en Belgique, où des élus représentaient notre parti au « Parlement wallon », au « Parlement de la Communauté française de Belgique » et au « Conseil provincial du Hainaut ».

En 2000, nous avons choisi de ne plus participer aux élections bourgeoises et de consacrer nos moyens et nos forces au développement de notre réseau européen transnational (le PCN mène des campagnes dans toute l’Union européenne et au niveau international, et organise des actions dans plusieurs pays de la CEI), de notre groupe media, et à une structure anti-impérialiste unitaire, présente en Europe et en Afrique. 

Depuis 2011, nous avons aussi un réseau panafricain, jumeau de notre réseau eurasien. UNI DANS NOTRE VISION GEOPOLITIQUE D’AVANT-GARDE : L’AXE EURASIE-AFRIQUE.

L’une des raisons qui nous a conduit à ce choix, c’est depuis plusieurs décennies la régression des libertés politiques partout en Europe, les modifications des législations électorales pour empêcher l’émergence des nouvelles minorités idéologiques et la censure qui frappe celles-ci et vise à étouffer leur voix. Une formation alternative se présente aux élections pour avoir des élus – ce qui est devenu impossible dans la plupart des pays européens – et pour profiter d’une tribune – ce que la censure rend inopérant. Ni l’une ni l’autre n’étant plus possible depuis la fin des années 90, la seule politique pour un Parti révolutionnaire comme le PCN, c’est l’abstention révolutionnaire – sauf où des amis ou des alliés se présentent, où encore où des choix tactiques ou stratégiques existent – et la construction d’une force d’Opposition extra-parlementaire.

 2 : LA CONSIGNE GENERALE DU PCN : ABSTENTION REVOLUTIONNAIRE !

 Le PCN appelle donc ses membres, sympathisants, compagnons de route, contacts ou encore lecteurs de nos media, dans l’ensemble des pays de l’Union européenne – sauf  Belgique – Estonie – France – Grèce – Lettonie – Lituanie – à l’abstention révolutionnaire :

Pas une voix pour les Partis du système américanisé !

 Pas une voix surtout pour les fausses formations d’opposition, à l’extrême-droite ou à l’extrême-gauche, dont la seule fonction est d’endiguer et de canaliser le mécontentement au profit du Système !!!

 3 : LA SITUATION FACE A L’ECHEC DE L’UNION EUROPEENNE ET A LA CRISE :

 La crise économique, qui est le premier constat de la faillite annoncée de l’idéologie libérale, du système économique capitaliste et de mondialisation libérale-capitaliste, faillite qui est aussi et surtout celle de son modèle américain, d’où est venu le choc, frappe durement tous les pays européens.

Elle annonce aussi l’échec de l’Union Européenne, qui a été incapable d’intégrer les pays de l’Est qui l’ont rejointe. Aujourd’hui, comme au temps du « rideau de fer », deux Europe s’opposent au sein même de l’UE, les pays de l’Ouest, rassemblé notamment autour de l’Euro, et qui résistent à la crise, et les ex pays de l’Est, aux économies artificiellement libéralisées après 1991, et qui sont en cours d’effondrement. L’UE est incapable de souder ces deux blocs, de les unifier, et même de les solidariser face à la crise.

Nous sommes les seuls à avoir dès les Années 60 envisagé l’échec de la construction européenne, que toutes les autres formations politiques voyaient comme un processus irréversible.

 Le besoin d’Europe est pourtant plus impérieux que jamais. Et le soi-disant « vote eurosceptique » est un suicide pour notre continent, par manque d’ambition. Comme l’UE aux mains du ‘parti américain’ est un suicide par manque de volonté. EN GEOPOLITIQUE, LA DIMENSION C’EST LA PUISSANCE. ETLA PUISSANCE C’EST LA LIBERTE.

L’économie mondialisée fait basculer le centre du monde vers les pays innovants techniquement et à bas coûts sociaux, la croissance fabrique des nuisances intolérables, les dangers d’extension des guerres régionales exigent des contre-feux politiques et culturels multiples et non pas un modèle unique hégémonique du type américain. Tout plaide pour une Europe occidentale forte, unie au plan économique, qui avance vers une harmonisation sociale, qui réunisse une à une les conditions de sa personnalité politique.  Et qui préparent l’union avec la « SECONDE EUROPE » eurasiatique qui se contruit autour de Moscou.

Mais voilà, il y manque des architectes. Les partisans d’une Europe puissante, tirée jadis par quelques-uns, ont disparu. Le ‘parti américain’ domine l’UE et le NATO dirige sa politique internationale et contrôlle sa défense. En sorte que ce sont à la fois Washington et les États agonisants de l’UE qui font la météo européenne, avec pour seule ambition qu’il fasse beau chez eux et qu’il pleuve ailleurs.

À quoi sert le Parlement européen dans ce contexte ? À pas grand-chose, puisque le pouvoir est ailleurs.

 4 : LE DESAVEAU DES PEUPLES EUROPEENS :

L’UNION EUROPEENNE CONTRE LA DEMOCRATIE

 Cet échec, mais aussi et surtout l’absence d’un projet politique véritable pour l’UE, explique le désaveu des peuples et des masses envers les politiciens et le système de l’UE. Incapable de se dégager de l’hégémonie des USA, l’UE n’est plus aujourd’hui qu’un simple espace économique libéralisé à outrance et ouvert aux prédateurs capitalistes. Bras  politique de l’hégémonie yankee en Europe, l’OTAN en étant le bras armé, ayant placé ses forces armées et sa politique étrangère entre les mains de l’occupant américain, avec une classe politique et médiatique irrémédiablement prostituée au système yankee (voir l’Obamania qui est la plus récente manifestation de la soumission à l’hégémonie idéologique et culturelle des USA), l’UE est non plus boudée mais rejetée par ses peuples.

 A ces élections, l’abstention sera à son plus haut taux. Deux électeurs sur trois ne se déplaceront pas. Les élections déjà organisées cette semaine aux Pays-Bas et en Grande-Bretagne confirmant notre analyse.

Dans la soirée du 25 mai, notre personnel politique aura-t-il la décence de ne pas déplorer une abstention à laquelle il a contribué ? Rien n’est moins sûr. Pourtant, on aura tout fait pour que les Européens boudent les urnes. Ce sera l’enseignement principal de ce scrutin, à moins d’un improbable sursaut.

Le désamour est aujourd’hui profond entre l’Europe et ses peuples.

Partout en Europe, la campagne électorale s’est installée dès le début dans la médiocrité pour ne plus la quitter. On aura parlé à peu près de tout, sauf de l’Europe véritable, de son projet, de ses valeurs, de ses chances. Dans chaque pays, l’horizon de nos bateleurs se sera limité aux enjeux politiques nationaux.

L’UE a pris la drôle d’habitude de faire fuir les électeurs lorsqu’elle présente son parlement à leurs suffrages et de les mobiliser lors des référendums, mais contre elle.

En France, les grands partis ont un souvenir cuisant du non massif opposé en 2005 au projet de traité. Le Parti socialiste se souvient que la ligne de partage entre le non et le oui a déchiré ses propres rangs. La droite modérée sait aussi qu’une bonne partie de ses électeurs entretient avec Bruxelles et ses « technocrates » des relations suspicieuses. De quoi refroidir des ardeurs européennes déjà bien tièdes.

Après le triple échec des référendums sur le traité constitutionnel, en Irlande, France et Pays-Bas, les politiciens de l’UE ont arrêté de consulter les peuples et ont procédé à la ratification, en fanfare, par les parlements aux ordres. Oubliant que le seul non irlandais avait rendu ce traité caduc.

Les Européens ne sont pas pour autant des veaux. S’ils préfèrent la pêche à la ligne le jour des élections au Parlement de Strasbourg, c’est parce que l’Europe est en panne. À l’arrêt total, dans un coma dépassé. Elle n’a plus de moteur et n’a jamais eu de cerveau.

 Ajoutons à cela le mépris des peuples et la négation de leur choix démocratique. Comme le révèle l’exemple irlandais.

L’Irlande est le seul des 27 pays de l’Union européenne à avoir pu soumettre intégralement le Traité de Lisbonne à sa population. Suite à l’introduction dans la Constitution irlandaise, en 1998, d’un nouveau paragraphe, soumis à l’approbation de la population et accepté par 69,9% des votants, depuis lors, l’Irlande soumet obligatoirement toute modification des traités d’intégration au vote populaire. L’Irlande a donc voté Non au Traité de Lisbonne, le 12 juin 2008. Cela au grand dam des 27 chefs de gouvernement, notamment de France et d’Allemagne. Ils décidèrent, lors du sommet de l’UE, tenu à l’été 2008, de mettre la pression sur l’Irlande. Il s’agissait d’ignorer le résultat du vote irlandais et de faire ratifier ce traité par les instances des autres Etats. Notons que le droit communautaire applicable fait que du seul non d’un seul pays, le Traité est définitivement caduc. Et donc que refuser de le constater et continuer à le faire ratifier par les parlements des 25 autres, représente la violation non seulement de la décision démocratique des Irlandais mais aussi et surtout des propres règles de fonctionnement de l’UE.

Avant le sommet de l’UE des 15/16 octobre 2008, un politicien allemand de l’UE menaça le gouvernement irlandais de « conséquences désastreuses » au cas où ce Traité de Lisbonne resterait ignoré du pays. Le 9 octobre 2008, le député européen allemand Elmar Brok (CDU) exigea du gouvernement irlandais qu’il présente lors de la réunion des chefs de gouvernement et d’Etat du 16 octobre, des propositions concrètes d’une démarche tactique en vue de gagner un second référendum sur le « Traité de Lisbonne ». A Bruxelles, on parle même de sanctions contre l’Irlande au cas où il ne serait pas possible d’imposer la ratification dans un bref délai ; on pense même à retirer au représentant de l’Irlande le droit de siéger à la Commission européenne. Comme le disait Brecht, « le peuple a mal voté, dissolvez le peuple ! »

 5 : LES CONSIGNES DE VOTE DU PCN

POUR LA BELGIQUE, LA FRANCE, LES PAYS BALTES ET LA GRECE :

 Venons-en alors aux pays où le PCN appelle à voter pour des FORMATIONS AMIES, où en fonction de CHOIX TACTIQUES particuliers résultants de situations locales.

 EN BELGIQUE :

Le PCN fait un choix tactique, qui est de favoriser l’éclatement et la destruction de l’entité belgicaine (2). L’Etat belgicain est en effet depuis 4 décennies notre ennemi résolu et n’a jamais ménagé les mesures, notamment policières, pour tenter de nous écraser. Lors de notre expérience parlementaire de 1996-99, le régime belgicain a particulièrement, et avec l’aide de l’extrême-droite néo-nazie, mené une campagne immonde contre le PCN. Nous ne sommes pas de ceux qui tendent la joue gauche quant on les frappe sur la joue droite !

Par ailleurs, la destruction de l’Etat belgicain conduira à une situation que le PCN escompte : une période chaotique qui favorisera un Parti radical et républicain comme le nôtre.

Le PCN appelle donc à voter pour des formations républicaines radicales, en dehors de leurs programmes idéologiques, que nous ne partageons pas :

le RWF (« Rassemblement Wallonie-France »),

ou les Républicains flamands du VB (« Vlaams Belang », y compris sa liste pour les élections fédérales en Hainaut « Faire Place Nette »).

 EN ESTONIE, LETTONIE ET LITUANIE, LES TROIS PAYS BALTES :

Notre préoccupation est la discrimination des droits civils et politiques des minorités russes, honte inadmissible dans une Europe qui se veut démocratique. Discrimination qui plonge dans les racines fascisantes et anti-communistes des Années 30 des trois régimes baltes (où l’on honore, avec la complicité de l’OTAN et le silence de Bruxelles, les anciens SS baltes !). Russophile (4), le PCN a mené depuis la fin des Années 90 plusieurs campagnes internationales pour la défense des Russes des Pays baltes, particulièrement en Lettonie, où le président du PCN a des attaches familiales dans la Communauté russe de Riga.

Le PCN appelle donc à voter dans les 3 Pays baltes pour les listes qui soutiennent les droits des minorités russes et combattent le néo-fascisme des régimes baltes.

 EN FRANCE :

Le PCN appelle partout, à l’abstention républicaine : pas une voix, surtout pour les faux partis d’opposition que sont le « Front National », les « communistes de margarine » (comme les appelait Staline) du PCF et du « Front de Gauche » ou les diverses listes issues de l’extrême-gauche trotskiste, escroqueries électorales au service du Système bourgeois (3).

Enfin, nos camarades de l’Association européenne EUROPE-ECOLGIE, active en Belgique et en France depuis 1985 (4), et qui sont la ‘Fraction verte du Communautarisme européen’, appellent à ne pas voter pour les pseudo « listes Europe-Ecologie » des Verts-Kakis, QUI ONT VOLE POUR LA DENOMINATION « Europe-Ecologie ». L’Association européenne EUROPE-ECOLOGIE n’a rien à voir avec les listes Europe-Ecologie  et leur idéologie vert-kaki atlantiste et régimiste. Elle appelle donc les écologistes à faire barrage à ces opportunistes et à s’abstenir ou à voter pour les petites listes écologistes indépendantes qui se présentent dans plusieurs régions, ailleurs à l’abstention révolutionnaire.

 EN GRECE :

 Le PCN appelle à voter pour le KKE, le « Parti Communiste Grec », dont les combats contre l’OTAN, les USA, pour les résistances serbe, palestinienne ou irakienne sont aussi les nôtres.

 Le Bureau Politique Européen du PCN-NCP

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 Notes 

 (1) Le « Communautarisme européen » qui est la doctrine de notre Organisation depuis 1962 et fait référence à la Communauté européenne n’a rien à voir avec le « communautarisme » à l’américaine, qui lui est postérieur, et lui a abusivement emprunté sa dénomination (le terme même de « Communautarisme » pour dénommer notre doctrine socialiste est du au fondateur de notre Organisation transnationale, Jean Thiriart, en 1960. Le  « communautarisme » à l’américaine repose sur le repli égoïste sur des communautés ethniques ou confessionnelles. Notre « Communautarisme européen » est unitaire, agrégateur et pan-européen : il vise à une seule communauté nationale, la Grande-Europe de Vladivostok à Reykjavik.

 (2) Pour de plus longs développements sur nos positions en Belgique, lire le communiqué du Secrétariat Régional Wallonie-Bruxelles du PCN sur les Elections européennes de ce 25 mai.

 (3) Pour de plus longs développements sur nos positions en France, lire le communiqué du Secrétariat Régional France du PCN sur les Elections européennes de ce 25 mai.

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ELECTIONS EUROPEENNES DU 25 MAI 2014 : ABSTENTION REVOLUTIONNAIRE EN FRANCE !

Communiqué de Presse du PCN – Opposition extra-parlementaire transnationale -/

Avec PCN-SPO / 2014 05 22 /

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PCN - ELECTIONS 2014 france (2014 05 22) FR 1

Deux ans après la victoire à la présidentielle de Hollande, le candidat de la ‘Gauche américaine’ et de la ‘French-American Foundation’, faisant suite au quinquenat du néo-conservateur Sarkozy, le « petit Bush français »,voilà les électeurs français de nouveau appelés aux urnes afin de sanctifier la grande messe du parlementarisme bourgeois sous le régime le plus atlantiste que la France ait jamais connu depuis la démission du Général de Gaulle en 1969.

 Est-ce à dire pour autant qu’il faudrait donner sa voix à une droite en décomposition, au PCF et aux Verts-kakis et autres groupes trotskistes ? Absolument pas !

A la veulerie à droite s’oppose la dispute de la marque électorale « gauche » par nos socialo-trotskistes.  Au froid programme capitaliste libéral de la droite et de la gauche américaine, bonnet blanc et blanc bonnet, s’oppose les querelles théâtrales des bourgeois radicaux de gauche et de leurs chiens de garde trotskistes.

Face à l’approfondissement de la politique libérale qu’on nous promet, la gauche radicale et ses chiens de garde nous ressortent leurs slogans creux et démagogiques, qui annoncent déjà l’impasse où iront s’enliser les futurs mouvements sociaux.

Il ne peut en être autrement !

 PCN - ELECTIONS 2014 france (2014 05 22) FR 2

Le vote FN, maquillé en « vote eurosceptique, est lui aussi un piège parlementariste.

Le FN est un pion instrumentalisé à la fois par la Droite et le PS, chacun ayant sa stratégie pour utiliser le FN à réduire l’électorat de l’autre camp. Le but des Le Pen étant une ‘grande droite’ à l’italienne (le modèle restant l’Alliance Nationale, ex MSI, de Fini), pas une révolution, même pas un changement de régime. Le reste est l’intérêt personnel d’un clan familial, enrichi par la politique. Le FN, et les groupuscules apparentés, ne sont pas une opposition AU Système, mais une fausse opposition créée PAR le Système.

 Dans le cadre de cette pseudo « démocratie » bourgeoise – confisquée par une minorité oligarchique, biaisée par l’argent –, il n’y a plus aujourd’hui de choix à faire, car aucun candidat n’incarne un choix en dehors ou contre le Système. De l’extrême-droite à l’extrême-gauche, c’est le même consensus, les mêmes programmes fondamentaux (où l’étiquette change mais où le contenu est fondamentalement le même), la même trahison.

 La seule position cohérente, révolutionnaire, anti-Système, c’est donc de refuser un faux choix, qui n’existe pas réellement, à l’intérieur du Système.

LE SEUL VOTE REVOLUTIONNAIRE, C’EST LE VOTE BLANC, NUL OU L’ABSTENTION.

 PAS UNE VOIX POUR LES CANDIDATS DU SYSTEME !

PAS UNE VOIX POUR LES KOLLABOS DES USA !

LAISSONS LE SYSTEME A SA LENTE AGONIE !

 Le Bureau Politique Européen du PCN-NCP

& le Secrétariat Régional France du PCN.

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LES 7 PROPOSITIONS DU PCN POUR LES ELECTIONS GENERALES BELGES DU 25 MAI 2014 : ‘POUR EN FINIR DEMOCRATIQUEMENT AVEC LE NON-ETAT BELGE’

Communiqué de Presse du PCN – Opposition extra-parlementaire transnationale -/

Avec PCN-SPO / 2014 05 22 /

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7 PROPOSITIONS DEMOCRATIQUES POUR RESOUDRE LA QUESTION BELGE …

 Représenté au Parlement wallon, au Parlement de la Communauté Française et au Conseil provincial du Hainaut en 1996-99, actif à tous les niveaux électoraux belges entre 1984 et 1999, le PCN ne participe plus depuis 2000 au théâtre électoral belge, où les petites formations sont légalement empêchées de percer (pas de financement public, pas d’accès électoral à la Radio-TV, seuil provincial de 5% qui empêche désormais toute percée locale), à l’exception de partis fantoches cooptés. De temps à autre, en effet, la particratie, via les médias aux ordres, coopte (où fait émerger) de nouveaux partis qui s’inscrivent, tous sans exception, dans le Système belgicain (en 1985 c’était le FN belge, en 2014 les PP et autres PTB).

 Opposition extra-parlementaire transnationale, le PCN n’en mène pas moins Campagne lors de ces élections avec un programme radical en 7 points, pour la liquidation rapide de l’entité belgicaine, construction géopolitique artificielle au service de l’impérialisme anglo-saxon, aujourd’hui au seul service des intérêts de la monarchie des Saxe-Cobourg et d’une Particratie rapace, irresponsable et incompétente.

 # LES 4 PROPOSITIONS IMMEDIATES DU PCN :

 1 / DONNER UNE GRANDE CLAQUE A LA PARTICRATIE BELGICAINE. 

 – VOTER « RÉPUBLICAIN » (Rassemblement Wallonie France ou VB, le PCN ne partageant pas les idéologies de ces formations républicaines, mais les appuyant tactiquement), si l’on veut à tout prix voter.

 – OU S’ABSTENIR DE VOTER, comme s’apprêtent à le faire de nombreux citoyens selon les sondages. L’arme du BOYCOTT DES ELECTIONS étant la sanction radicale de ceux qui veulent montrer qu’ils se refusent à être complice de l’escroquerie électorale organisée le 25 mai. 

 Pas un vote pour les fausses formations d’opposition, à l’extrême-gauche ou à l’extrême-droite, qui ne représentent aucune alternative, mais font partie du théâtre électoral belgicain. On notera que toutes ces formations, sans exception, sont partisanes du maintien de l’entité belgicaine …

 2 / SIGNATURE IMMEDIATE DE LA CONVENTION EUROPEENNE DE PROTECTION DES MINORITES.

 Sa non ratification par la Belgique, qui côtoie ainsi les états xénophobes baltes, est une honte au sein de l’UE. Sa ratification sera un des éléments du rétablissement de la Démocratie, confisquée par la Particratie du Nord et du Sud. Elle garantira, quel que soit l’avenir, les droits des minorités flamandes de Bruxelles et du Hainaut et des minorités francophones de Flandre.

 3 / INSCRIPTION DU REFERENDUM DANS LA CONSTITUTION.

 Y compris le Referendum d’initiative populaire. Première étape en vue de redonner démocratiquement la parole aux citoyens et de reprendre le pouvoir confisqué par la Particratie.

 4 / PRIORITE ABSOLUE A L’ECONOMIE ET AUX SOLUTIONS URGENTES QUE RECLAME LA CRISE.

 Fin du cirque politicien, au moment où la crise, la pauvreté, le chômage et les faillites frappent l’immense majorité des citoyens.

Fin des cadeaux et des prébendes octroyés aux banques et au capitalisme financier.

 # LES 3 PROPOSITIONS DU PCN POUR ASSURER L’AVENIR :

 5 / ABOLITION DE LA MONARCHIE COMME POINT DE DEPART DE LA LIQUIDATION DES DEPOUILLES DE L’ENTITE BELGICAINE. 

 Confiscation des biens de la famille Saxe-Cobourg en compensation des spoliations nées de la pseudo « Donation royale » et des prébendes octroyées abusivement par dotations depuis.

 6 / RETABLIR LA DEMOCRATIE EN BELGIQUE.

 Consultations des populations par Référendum sur leur auto-détermination, sous le seul contrôle de l’APCE, en présence d’observateurs de l’UE et des pays de l’APCE non membres de l’UE, et de missions d’observation indépendantes.

 Organisation de ces consultations au niveau communal, ce qui réglera démocratiquement la question des communes du Brabant flamand.

 7 / RETOUR DE LA COMMUNAUTE FRANCAISE DE BELGIQUE A LA REPUBLIQUE FRANCAISE. VITE !

 Le destin commun de la Wallonie et de Bruxelles (2e ville francophone après Paris) ne peut et ne doit être séparé. 

 Ni une « République » wallonne aux mains de la particratie wallonne (la pire), ni une Ville de Bruxelles enclavée en Flandre sous le contrôle de la particratie flamande (qui ferait de l’immense majorité francophone de Bruxelles une minorité sur son propre sol) ou pire encore « Ville libre » sous celui la domination de la bureaucratie de l’UE, ne sont des solutions démocratiques d’avenir pour la Communauté française de Belgique.

 Le Bureau Politique Européen du PCN-NCP

& le Secrétariat régional Wallonie-Bruxelles du PCN.

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ELECTIONS GENERALES BELGES DU 25 MAI 2014 : TOUT SAUF LE REGIME BELGICAIN !!!

Communiqué de Presse du PCN – Opposition extra-parlementaire transnationale -/

Avec PCN-SPO / 2014 05 22http://www.scoop.it/t/pcn-spo

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PCN - ELECTIONS 2014 belgique (2014 05 22) FR

A part peut-être dans l’Italie post Berlusconi, la Roumanie de Basescu ou certains états fantoches issus de l’éclatement du Bloc soviétique, les citoyens des autres pays de l’Union Européenne n’ont aucune idée de l’état avancé de décomposition politique qui règne particulièrement en Belgique.

 1/ LA DEMOCRATIE CONFISQUEE

 La Belgique est une  pseudo démocratie, où le pouvoir a été confisqué par la Particratie.

A quoi servent les élections, dans un système où une poignée de partis au pouvoir depuis des décennies, menés par de véritables dynasties de professionnels de la politique alimentaire (certains en sont à la 4e génération), ont confisqué le Parlement, monopolisent à 100% tous les media et reçoivent des dizaines de millions d’Euros de l’Etat pour leur contre zéro Euros aux formations extra-parlementaires ???  De temps à autre, la particratie, via les médias aux ordres, coopte (où fait émerger) de nouveaux partis qui s’inscrivent, tous sans exception, dans le Système belgicain (en 1985 c’était le FN belge, en 2014 les PP et autres PTB).

 Sans parler des trucages du vote électronique, reconnu non valide par tous les observateurs internationaux, de l’absence d’observateurs internationaux organisée, des sondages bidons, de l’action de plusieurs polices politiques, de la création de faux partis d’opposition (comme le fantomatique « FN » belge, créé en 1985 à l’initiative du Ministre de l’intérieur, et disparu sous le flot des scandales et de la corruption), et des interdictions professionnelles qui frappent les ennemis du Système.

 A quoi sert de voter pour de faux adversaires, qui, copains et coquins comme cochons, ont déjà décidé de gouverner ensemble ?

 On parle parfois de « cirque électoral », ici, au Royaume bananier belgicain, mais il s’agit plus exactement d’un « théâtre électoral ». Où on joue à l’électeur la comédie de la fausse démocratie.

 2/ UN REGIME REFUSE PAR LES CITOYENS

 Alors que la particratie – engluée depuis trois décennies dans des scandales sans fin – n’a que les mots d’éthique (sic) et de bonne gouvernance (resic) à la bouche, une majorité de citoyens ne croit plus au Système et au régime. Le divorce total entre les citoyens et les professionnels de la politique alimentaires, avides de privilèges et de prébendes, est total.

 Elections après élections, les sondages (le dernier il y a quelques jours) révèlent que la moitié des électeurs du royaume n’irait plus voter si le vote n’était pas obligatoire, confirmant le désaveu du régime belgicain par une population désabusée. On notera que malgré les sanctions pénales prévues et les amendes (le vote est obligatoire sous peine de sanctions pénales), 15 % des électeurs ne vont plus voter à chaque élection et que le « vote blanc », astucieusement non comptabilisé dans les résultats, est très important.

 Ainsi que le vote pour des formations républicaines et anti-belges en Flandres (quasi un électeur sur deux).

 3/ LA POSITION REPUBLICAINE DU PCN

 Partisan d’une  République européenne unitaire (qui n’a rien à voir avec la fausse ‘Europe’ de l’UE), le PCN, organisation transnationale, a longtemps été indifférent à l’existence de l’état belge monarchique, forme politique dépassée et issue de l’ancien régime.

 Mais face à la répression et à la censure totale qui frappe ses activités en Belgique depuis la seconde moitié des années 90 (notamment la prison préventive subie par un de nos cadres à Liège pour un tract électoral de 1994 et les persécutions sans fin, tant dans sa vie politique que privé, de notre président), le PCN a été contraint de revoir ses positions.

 A la suite de son congrès régional de mai 2000, le PCN a pris désormais position pour la disparition rapide de l’entité belgicaine et l’autodétermination de la Wallonie, de la Flandre et de Bruxelles.

 Le PCN appelle donc à la constitution d’un ‘Front républicain’, ouvert au-delà des idéologies à toutes les formations politiques qui luttent pour la disparition de l’état belgicain : les républicains wallons, le mouvement rattachiste pro-français, les républicains flamands.

 En particulier, un certain nombre de positions idéologiques séparent le PCN du nationalisme flamand radical. Mais, lorsque nous entendons le mouvement nationaliste républicain flamand proclamer « Belgie barst », nous sommes en total accord politique avec lui.

 Les forces du PCN sont actuellement totalement engagées dans la constitution d’une structure transnationale à vocation anti-impérialiste et anti-colonialiste, question qui est bien plus importante que les stériles querelles politiciennes du royaume bananier belgicain. Le PCN se définit donc comme une « Opposition extra-parlementaire transnationale ».

 Depuis 2000 – et après avoir eu des représentants au Parlement Wallon, au Parlement de la Communauté française et au Conseil provincial du Hainaut -, le PCN ne participe donc plus aux élections belges, où, en raison des lois iniques imposées par la particratie belge, les formations alternatives n’ont plus que la possibilité réduite de faire de la figuration.

 4/ NOTRE ANALYSE DE LA SITUATION BELGE ET NOS AXES D’ACTION :

 Le PCN fait donc un choix tactique, qui est de favoriser l’éclatement et la destruction de l’entité belgicaine. L’état belgicain est en effet depuis 5 décennies notre ennemi résolu et n’a jamais ménagé les mesures, notamment policières et judiciaires, pour tenter de nous écraser.

 Lors de notre expérience parlementaire de 1996-99, le régime belgicain a particulièrement, et avec l’aide de l’extrême-droite du FN et de ses groupuscules néo-nazis, mené une campagne immonde contre le PCN. Nous ne sommes pas de ceux qui tendent la joue gauche quant on les frappe sur la joue droite !

 Par ailleurs, la destruction de l’état belgicain (*) conduira à une situations que le PCN escompte : une période chaotique qui favorisera un Parti radical et républicain comme le nôtre.

 5/ NOS CONSIGNES DE VOTE POUR

LES ELECTIONS GENERALES BELGES DU 25 MAI 2014

 Le PCN appelle donc à VOTER POUR DES FORMATIONS REPUBLICAINES RADICALES, EN DEHORS DE LEURS PROGRAMMES IDEOLOGIQUES, que nous ne partageons pas :

 – Soit pour le RWF (« Rassemblement Wallonie-France ») ou les républicains flamands du « Vlaams Belang » (y compris sa liste pour les élections fédérales en Hainaut “Faire Place Nette”).

– Et surtout pas un vote pour les fausses listes d’opposition créées par le Système, à commencer par le PP, les faux communistes du PTB, ou encore les groupuscules pro-Belgique !

 Le Bureau Politique Européen du PCN-NCP

& le Secrétariat Régional Wallonie-Bruxelles du PCN.

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 (*) L’état fédéral belgicain est le produit d’arrangements politiciens successifs, au caractère peu démocratique, de remodelages incessants de la Constitution – devenue une publication périodique – opérés au gré des accords de majorité depuis le début des années 60. Et sans que jamais – par référendum notamment – la population n’ait été consultée.

L’exemple de Bruxelles, qui est tout à la fois la capitale fédérale, une région fédérale – la région de Bruxelles-Capitale –, la capitale de la Communauté néerlandophone (qui regroupe la région Flamande et la Communauté – culturelle – néerlandophone de Bruxelles) et la capitale de la Région flamande (qui a donc choisi comme capitale une ville hors de son sol, qui constitue une autre région autonome et un autre sujet de droit public, les Flamands se refusant à lâcher Bruxelles, jadis ville flamande). Tout ce bazar institutionnel – qui rend fou tout juriste cartésien – révèle le caractère artificiel de l’état belgicain. Et son caractère non démocratique.

Comme le démontre à nouveau l’exemple bruxellois.

Afin d’assurer la présence au gouvernement de la région de Bruxelles-Capitale des partis flamands minoritaires (moins de 15%), une loi spéciale a été prise. Elle instaure deux collèges électoraux séparés sur base linguistique pour les francophones (partis francophones et autres) et les Néerlandophones (partis flamands) et réserve à chaque collège un nombre fixe de députés régionaux (17 pour les partis flamands). Le gouvernement régional bruxellois doit disposer de la majorité dans CHACUN des collèges électoraux francophone et néerlandophone, les partis flamands contrôlant donc l’exécutif régional et y participant automatiquement au niveau ministériel.

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Volo MH370, la CIA e la BOEING nascondono informazioni: l’ex primo ministro Malese.

L’ex primo ministro Malesiano afferma che la CIA sta nascondendo prove sul volo MH370 “Ciò che va su, deve scendere”.
L’ex primo ministro malesiano ha accusato l’agenzia di spionaggio della CIA di nascondere fatti cruciali sul destino del volo Malaysiano.
Mahathir Mohamad ha detto che l’aereo potrebbe essere stato messo in modalità pilota automatico da remoto da parte della CIA se fosse stato dirottato.
 
“Il controllo remoto via radio o via satellite tramite alcuni link delle agenzie governative, come la Central Intelligence Agency, è tecnicamente possibile se i terroristi cercano di ottenere il controllo del ponte di volo”, ha scritto in una nota dal titolo “ciò che sale deve scendere” sul suo blog.
 
L’ex primo ministro della Malesia dice che l’agenzia di spionaggio della CIA sta nascondendo fatti cruciali sul destino dei dispersi dell’aereo Malaysiano. “Gli aerei non scompaiono”, ha detto.
“Certamente non in questi giorni con tutti i potenti sistemi di comunicazione, radio, monitoraggio satellitare e le telecamere senza pellicola che operano quasi all’infinito e in possesso di ampie capacità di memorizzazione.”
 
“L’aereo è da qualche parte, magari senza le marcature della MAS [Malaysia Airlines]”, ha detto secondo il Sydney Morning Herald.
 
“E’ stato uno spreco di tempo e denaro per cercare residui o chiazza di petrolio o cercare di ascoltare i ping della scatola nera”.
 
“Per qualche ragione, i media non parlano mai di tutto ciò che comporta il coinvolgimento della Boeing o della CIA”, ha detto.
 
Il Dr Mahathir, 88 anni, che fu primo ministro della Malesia tra il 1981 e il 2003 e ha afferma che secondo lui il sistema di comunicazione del volo “deve essere stato disabilitato”.
Tradotto e Riadattato da Fractions of Reality