Archivi giornalieri: 8 dicembre 2013
Grecia: il cappio si stringe, nuova eurostangata
08-12-2013
Il Parlamento greco ha approvato la legge di bilancio per il 2014 che prevede misure di rigore e una contrazione della spesa di 3,1 miliardi di euro.
La coalizione di maggioranza (conservatori e socialisti) guidata dal premier Samaras ha ottenuto l’approvazione poco dopo l’annuncio dello slittamento a gennaio della missione della troika (Ue Bce e Fmi)e il congelamento di un prestito di 1 mld di euro.
Il sì al bilancio è arrivato con 153 voti a favore e 142 contrari.Favorevoli i deputati di Nea Democratia e Pasok.
Intanto la Troika stringe il cappio.
La troika internazionale (Ue,Bce e Fmi) ha rinviato a gennaio la missione in Grecia congelando un miliardo di euro di prestito. Lo annuncia la Commissione Ue.
“Le discussioni tecniche continueranno ad Atene la prossima settimana e speriamo che i negoziatori possano recarsi nella capitale greca a gennaio, se le autorità avranno realizzato progressi nel campo delle riforme”, ha spiegato Simon O’Connor, portavoce del commissario agli Affari economici Olli Rehn.
http://voxnews.info/2013/12/08/grecia-il-cappio-si-stringe-nuova-eurostangata/
Guidiamo tutti la Ferrari e siamo tutti finti poveri
Il popolo in piazza, lotta di popolo
certo che lo status quo e loro servi hanno interesse a denigrare i blocchi del 9. Inoltre, basta dire ci sono quelli brutti e cattivi in piazza per scaricarsi la coscienza nascondendo il sostegno al governo amico, contro il quale infatti NESSUNA PROTESTA NE’ INIZIATIVA viene intrapresa. E chi lo fa ovviamente è “fascista”. Eppure i notav e no dal molin dovrebbero saperne qualcosa di criminalizzazione delle proprie manifestazioni….
Nonostante le criminalizzazioni e la disinformazione di regime
Lorenzo Moore
Non informano, ma quando non possono fare a meno di dare una notizia scomoda, disinformano.
Ormai è un classico di questo regime che si dichiara “liberale” e “democratico”.
Attuale occasione?
Le allarmate “note” stampa sulla manifestazione nazionale di protesta a oltranza decisa, con inizio questa domenica, da comitati, associazioni e sindacati di base di cittadini italiani di ogni categoria sociale – dai piccoli imprenditori agli autotrasportatori, dagli agricoltori ai lavoratori, dai precari ai disoccupati, dagli studenti ai pensionati – con presidii, cortei e manifestazioni in tutta Italia.
Gli appuntamenti – con il loro punto di forza nella Sicilia, con una mobilitazione di massa in nove città organizzata dal movimento dei “Forconi” e la quasi totale copertura del territorio nazionale (Torino, Asti, Vercelli, Lodi, Udine Pordenone, Imperia, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, Lucca, Grosseto, Macerata, Pesaro, Roma, Teramo, Napoli, Cosenza, Reggio Calabria, Trapani, Palermo, Agrigento, Messina, Ragusa: in totale 96 presidi anche in altre città non capoluoghi di provincia) – di domenica-lunedì, sono stati spacciati dai disinforma tori, che si “sono accorti” della protesta soltanto nella sua immediata vigilia come passibili di “gravi conseguenze”.
Grazie alle veline del ministero dell’Interno ai prefetti e al capo della polizia,che parlano esplicitamente di “necessità di contrasto”, di “infiltrazioni di estrema destra” e di possibile “partecipazione dei cobas e degli ultras”, i sagaci fotocopiatori hanno così diramato articoli allarmistici e criminalizzanti. Naturalmente si erano ben guardati dal dare annuncio della mobilitazione di base nei giorni precedenti: secondo gli ordini ricevuti non bisognava dare pubblicità alla cosa, per boicottarla.
Con commenti ipocriti, che sfiorano il ridicolo e comunque volti in extremis a criminalizzare una protesta corale (politicamente molto scorretta) che andrà avanti almeno fino a mercoledì 11 dicembre: la “partecipazione” delle tifoserie ultras… il rammarico che le manifestazioni non abbiano avuto l’adesione delle sigle sindacali di regime, quelle istituzionalizzate e omologate al, e dal, sistema… la preoccupazione di derive “rivoluzionarie” e così via…).
Il regime si difende, anche, così.
Mette a tacere i giornali di informazione scomodi, censura tutte le proteste e le manifestazioni che rifiutano di essere pilotate da banche, partiti e sindacati del sistema, silenzia e manganella i lavoratori che protestano per essere stati votati alla miseria, e, quando non riesce a fermare il movimento, la rabbia popolare, sguinzaglia i suoi servi nei media per criminalizzare il popolo indignato.
Una tattica soffocatrice della libertà di espressione ben nota.
Ma una pentola a pressione posta su un fuoco che arde, se priva di valvole di sicurezza, di soluzioni, non può che scoppiare.
Con tanti saluti e baci al governo della miseria, cameriere della speculazione internazionale, affamatore del popolo italiano.
07 Dicembre 2013 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=22748
Censis: morte 1,5 milioni di imprese. 8 milioni le famiglie povere
Da De Gaulle a Hollande: l’interventismo della Francia in Africa
Imola: Ca’Vaina al servizio dei cittadini o poltronificio del PD
Pubblicato da ImolaOggiIMOLA, NEWSdic 6, 2013
COMUNICATO STAMPA NETWORK ANTAGONISTA IMOLESE
CA’ VAINA: AL SERVIZIO DEI CITTADINI O POLTRONIFICIO PD? IL NAI ESIGE CHE SI CAMBI ROTTA DOPO LA FALLIMENTARE GESTIONE DEL CENTRO.
imola Il Network Antagonista Imolese (NAI), la rete delle forze anticapitaliste della nostra città, ritiene inammissibile lo stato di incuria nel quale l’amministrazione comunale ha abbandonato Ca’ Vaina. Il centro che dovrebbe essere preposto alla formazione audiovisiva dei giovani imolesi, per il quale il comune stanzia annualmente oltre 100.000 euro, infatti, da quando è stato appaltato alla cooperativa Seacoop sta subendo una forte contrazione delle utenze, dovuta principalmente alla negligenza della cooperativa che lo gestisce.
La cooperativa che gestisce il Centro infatti non solo starebbe trascurando il capitolato, il cui rispetto era stato posto proprio dal Comune di Imola come condizione necessaria per la vittoria del bando emesso lo scorso anno, ma risulta che anche quando questa si impegni a rispettarlo, faccia esclusivamente il minimo indispensabile, senza curarsi di coinvolgere i giovani (veri destinatari dei fondi pubblici stanziati dal Comune) e preoccuparsi che alle iniziative proposte vi sia effettivamente riscontro di pubblico e di utenza.
Il centro ormai non risponde più al suo compito di valorizzazione della creatività e del protagonismo giovanile nella città, non favorendo più la socializzazione dei più giovani, atta a prevenire fenomeni di marginalità e di svantaggio socio-culturale. L’obiettivo di incentivare iniziative e percorsi di autogestione che sappiano trasformare i giovani da oggetto a soggetto della cultura, poi è totalmente disatteso. E’ stata inoltre cancellata la prevista formazione di nuove figure professionali nell’ambito audiovisivo, eliminando di fatto un’intera categoria professionale dalla città.
Questa situazione di fatto abbandona la parte più giovane della cittadinanza a se stessa, senza fornirle servizi adeguati, relegandola a vivere in una città fantasma, in cui l’inventiva e la voglia di avvicinarsi alla cultura audiovisiva rimangono imbrigliate e spesso limitate. L’intento di favorire l’inclusione sociale e la partecipazione attiva delle giovani generazioni alla vita della comunità, con il quale era nata Ca’ Vaina, pare aver lasciato il posto alle logiche interne alla cooperativa.
Risulta allora spontaneo chiedersi se il contributo comunale di 100.000 euro sia adoperato da Seacoop per la gestione di Ca’ Vaina o serva a Seacoop per aggiustare e gonfiare i propri bilanci o addirittura sistemare personale “suggerito”. E’ altrettanto plausibile domandarsi come la fallimentare gestione del centro, nonostante le grandi potenzialità e le più che adeguate strutture (sale prove, sale di montaggio, attrezzature audiovideo ecc.) di cui è dotato, non abbia spinto il comune a recedere dal contratto con Seacoop e a cercare soluzioni alternative più ragionevoli e proficue, come l’autogestione del centro da parte dell’utenza.
Questo ultimo interrogativo trova facile risposta: all’interno del centro lavora la consigliera comunale del PD, Alice Sieli. Solo a noi risulta palese che il fatto che una consigliera comunale lavori per una cooperativa che riceve finanziamenti dall’amministrazione comunale costituisca un forte conflitto di interessi?
Proprio per questo se, come crediamo, l’amministrazione comunale non recederà dal contratto, pretendiamo le dimissioni della Sig.ra Sieli dalla carica di consigliera comunale.
Chiaro è, dunque, che l’esternalizzazione del servizio di Ca’ Vaina, al quale è stata poi accorpata la Palazzina, che costituiva un’avanguardia a livello nazionale, possa essere iscritta nella fallimentare politica di privatizzazioni che il Partito Democratico, a livello nazionale come locale, sta da anni perseguendo, nell’ottica di smembrare il welfare pubblico per darlo in mano a privati, senza tenere conto della qualità dei servizi al cittadino. Emerge inoltre chiaramente agli occhi di tutti i cittadini come questo tipo di politiche abbia determinato un deliberato accantonamento della strategia educativa riguardante le giovani generazioni nella nostra città.
Troviamo tutto ciò davvero inammissibile e qualora questa situazione non cambiasse a breve non esiteremmo nel valutare opzioni radicali, come l’occupazione e l’autogestione del centro.
Network Antagonista Imolese
http://www.imolaoggi.it/2013/12/06/imola-cavaina-al-servizio-dei-cittadini-o-poltronificio-del-pd/
PER L’UCRAINA SI APRONO LE PORTE DELL’INFERNO
Russia DI THE SAKER
vineyardsaker.blogspot.it Proprio come avevo previsto nel mio ultimo pezzo (1) dedicato agli sviluppi in Ucraina, i politici Europei e i partiti dell’opposizione in Ucraina hanno tentato l’impossibile per scatenare un’ennesima rivoluzione pilotata a Kiev.
Gli Euroburocrati, solitamente riservati e a basso profilo, si sono ritrovati a bacchettare la Russia con infuocate affermazioni sull’ “inaccettabile interferenza russa”, mentre dei loro diplomatici si sono largamente esposti incitando a manifestazioni (illegale) a Kiev. L’opposizione, dal canto suo, ha impegnato tutte le sue formidabili risorse per incoraggiare la gente a unirsi nella protesta e a confluire a Kiev da tutta l’Ucraina, Paesi Baltici e Polonia, per una grande manifestazione di piazza; e, tanto per essere sicuri che la gente si facesse viva, hanno iniziato la manifestazione con un concerto rock gratuito.
Al termine, i partiti all’opposizione uniti hanno dichiarato che stanno organizzando un “quartier generale unico della resistenza”, che avrà come primo compito quello di coordinare uno sciopero generale nazionale in Ucraina.
In ultimo, l’opposizione, capeggiata da Yulia Timoshenko dalla sua prigionia, sta facendo apertamente appello alla destituzione del governo di Yanukovich (2) e a nuove elezioni.
? Davvero impressionante.
E il governo “filo-russo” Yanukovich?
?Esattamente come avevo predetto, è già pronto allo “zag” successivo allo “zig” a sorpresa della scorsa settimana. Tutto quello che Yanukovich & Co. hanno fatto è di inviare il Primo Ministro Azarov a spiegare il cambiamento di idee del Presidente Yanukovich ad un programma televisivo condotto da un presentatore ebreo notoriamente russo-fobico, “Savik Shuster” (3), (vero nome “Shevelis Shusteris”), che in passato ha già lavorato per la Radio Free Europe /Radio Liberty, una crazione CIA, e poi per le testate “democratiche” russe, prima di entrare alla Televisione Ucraina dopo la “Orange Revolution” di Kiev. Questo autentico “cosmopolita” ha anche la cittadinanza italiana e canadese, oltre a quella israeliana, probabilmente. Durante il programma, nessuno ha ascoltato una parola di quello che diceva Azarov; ad ogni cifra economica che lui citava a difesa della sua posizione, i nazionalisti rispondevano con slogan ad effetto, promesse di un luminoso futuro e la solita accesa retorica anti-russa. Azarov, a un certo punto, è riuscito a dire che aveva accettato di partecipare a un programma televisivo proprio nella speranza che almeno in televisione gli avrebbero permesso di parlare (quello stesso giorno al Parlamento Ucraino Azarov era stato praticamente azzittito dalle urla dell’opposizione, impedendogli così di prendere la parola e spiegare le decisioni del governo).
Lo stesso Yanukovich ha affermato che tutto quello che era accaduto era solo un “ritardo temporaneo”, che dopo tutto l’Ucraina avrebbe firmato, soltanto un “po’ più tardi”, magari in primavera.
Poi, il Governo ha ordinato ai suoi poliziotti anti-sommossa di far sgomberare Piazza Maidan a Kiev alle 4 di mattina, ordine che è stato eseguito con la solita violenza selvaggia (da entrambe le parti). Dopo, Azarov ha denunciato i suoi stessi poliziotti e ha annunciato l’istituzione di una commissione speciale per indagare sulle violenze commesse e individuare i responsabili (chi altro potrebbe esserlo se non lui stesso?).
Infine, Yanukovich ha ufficialmente dichiarato (4) di essere “profondamente sconvolto” da quella violenza e che tutti gli Ucraini erano “uniti nella comune scelta del loro futuro Europeo”. Una cosa assolutamente patetica, secondo me.
?Per quanto riguarda i cosiddetti “amici dei Russi” di Donetsk, hanno organizzato una manifestazione anti-UE e pro/Yanukovich dove hanno fatto sventolare un mare di bandiere gialle e blu dell’Ucraina, mentre suonava sullo sfondo l’Inno alla Gioia dalla 9° sinfonia di Beethoven (ignari del fatto che si trattava proprio dell’Inno ufficiale dell’Unione Europea).
? Credo che, su questo terreno, il conflitto tra i due partiti non potrebbe essere più netto. Mettiamoli a confronto:
?GLI EUROBUROCRATI E I NAZIONALISTI UCRAINI
?Gli Euroburocrati e i nazionalisti Ucraini sono arrabbiati, molto arrabbiati. Sentono che un solo uomo improvvisamente ha cambiato idea, rinnegato tutte le sue promesse e in un solo momento ha arrestato, con la sua sola mano, un processo in cui avevano investito un enorme capitale politico. E sono assolutamente corretti in questo, poiché è proprio quello che è accaduto. Ora gli Euroburocrati e i nazionalisti Ucraini si sentono allo stesso modo: entrambi avvertono una grande fragilità, entrambi temono la Russia, entrambi sono in bancarotta finanziaria e sperano che una vittoria politica possa adombrare il loro fallimento economico, entrambi odiano la Russia e pensano che sia assolutamente necessario negarle qualsiasi vantaggio (sia esso reale o immaginario) che essa possa trarre da un’unione con l’Ucraina. E’ vero, questi sono sentimenti esclusivamente negativi e carichi di odio, sentimenti di inadeguatezza mescolati a delusione per una grandezza tanto desiderata quanto irraggiungibile. Ma i sentimenti negativi, soprattutto quelli nazionalistici, possono diventare molto potenti, come la storia di Hitler ha chiaramente dimostrato al mondo intero.
GLI UCRAINI ORIENTALI, COSIDDETTI “FILO-RUSSI”
?Questi non hanno una visione, non hanno un’ideologia, non hanno uno scopo futuro. Tutto quello che possono offrire è un messaggio che dice, essenzialmente: “Non abbiamo altra scelta che svenderci ai ricchi Russi piuttosto che ai poveri Europei” oppure “tutto quello che otterremmo dall’Europa sono solo parole, i Russi invece offrono denaro”. Vero. Qualcosa che però ha ben poco di ispirato, anzi niente. Inoltre, questo punto di vista rafforza, indirettamente, le tesi degli Euroburocrati e dei nazionalisti Ucraini: che, cioè, si tratta di una svendita alla Russia e che i Russi stanno facendo un ricatto e interferiscono ingiustamente, mentre, in realtà, l’unico vero ricatto è stato quello Europeo, come chiaramente dimostrato dalla richiesta di liberazione della Tymoshenko (mentre in Europa, il Sig. Berlusconi è accusato dello stesso identico crimine, tanto per parlare di due pesi e due misure…).
E LA RUSSIA, IN TUTTO QUESTO, CHE PARTE HA ?
?Sto iniziando a temere che tutto questo a un certo punto esploderà in una vera e propria crisi dai risvolti molto pericolosi per la Russia. In un primo momento prevedo che gli Euroburocrati e i nazionalisti Ucraini alla fine avranno la meglio e che Yanukovich metterà in atto il suo “zag” rimangiandosi la sua decisione, oppure lascerà il comando. In un modo o nell’altro, gli Euroburocrati e i nazionalisti Ucraini alla fine prevarranno. A Kiev ci saranno altre gioiose manifestazioni di piazza, fuochi d’artificio e festeggiamenti vari, oltre alle varie pacche sulle spalle di autocompiacimento e ai “batti-il-cinque” di Bruxelles, e poi… e poi davvero le porte dell’Inferno si apriranno per l’Ucraina.
Perchè?
Beh, semplicemente perché unirsi ad un Titanic che sta affondando, significa non salvarsi. L’Unione Europea sta affondando e anche l’Ucraina. Nessuna delle due ha una reale visione di come fermare questo disastro; entrambe stanno tentando di tutto per nascondere le loro rispettive bancarotte finanziarie, celandole dietro stridenti e cattive retoriche politiche. Non occorre ricordare che nessuno slogan e nessuna retorica ha mai sfamato il popolo, e la già disastrata economia Ucraina finirà con il crollare del tutto. A quel punto la priorità della Russia non sarà più quella di soccorrere un paese confinante in difficoltà, ma quello di proteggersi da un disastro che si svolge lungo 2,300 km di propri confini con l’Ucraina.
Quali sono i rischi per la Russia?
??IL VERO RISCHIO PER LA RUSSIA
?Finire trascinata inevitabilmente nel caos e nella violenza che si scatenerà in tutta l’Ucraina (compresa la penisola della Crimea); tentare di arrestare o arginare, possibilmente, il flusso prevedibile di rifugiati in cerca di salvezza fisica ed economica in Russia; proteggere la propria economia dalle conseguenze del crollo dell’economia Ucraina.
La Russia potrebbe trovarsi a dover fare tutto questo mentre dovrà tenersi alla larga dalla crisi interna in Ucraina, poiché è quasi certo che gli Euroburocrati e i nazionalisti Ucraini daranno la colpa di tutto proprio alla Russia. La cosa migliore che in queste circostanze la Russia potrà fare, sarà di lasciare che l’Ucraina se la sbrighi da sola con i suoi conflitti interni e attendere che alla fine una delle due parti prevalga, prima di inviare con grande cautela qualche suo “messo” politico a saggiare il terreno oltre confine per verificare che ci sia nel paese finalmente qualcuno capace di ragionare e di iniziare seriamente a ricostruire l’Ucraina e a ricucire gli inevitabili rapporti con la Russia e con il resto della comunità Euroasiatica. Finchè questo non avviene, la Russia farà bene a restarne fuori il più possibile.
?SARAJEVO SUL DNIEPR
?In questo momento, tutto indica che l’Ucraina si sia messa sul sentiero “bosniaco” e che le cose peggioreranno ulteriormente. La miscela esplosiva che vediamo oggi ribollire in Ucraina è la stessa che vedemmo a suo tempo esplodere in Bosnia: e cioè dei nazionalisti locali appoggiati dagli imperialisti esterni, assolutamente determinati ad ignorare qualsiasi forma di buonsenso, tantomeno una soluzione negoziata, per raggiungere i loro scopi ideologici. Ai ragionevoli e ai razionali, questo mio scenario catastrofico potrà apparire eccessivamente pessimistico. Li invito quindi a leggere questa famosa barzelletta Polacca (5):
Un Polacco che cammina da solo per strada trova una lampada. La raccoglie e poichè è tutta arrugginita, la strofina un po’. Dalla lampada esce fuori un genio: “Sono il genio della lampada e posso far avverare tuoi desideri” dice il genio. “Bene” dice il Polacco. “Vorrei che l’esercito Cinese invadesse la Polonia”. Che strano desiderio, pensa il genio, ma ciononostante avvera il desiderio e l’esercito Cinese arriva dalla Cina, invade la Polonia e se ne torna a casa sua. “Bene, ora il secondo desiderio. Magari.. qualcosa di positivo” dice il genio. “No” replica il Polacco “Voglio che l’esercito Cinese invada di nuovo la Polonia”. E allora ecco che i Cinesi ritornano, invadono di nuovo la Polonia e se ne tornano a casa loro. “Ascolta” dice a questo punto il genio “Ora tu hai un terzo e ultimo desiderio, Posso rendere la Polonia il paese più bello e prospero del mondo intero”. “Se a te non dispiace” gli risponde il Polacco “vorrei che l’esercito Cinese invadesse per la terza volta”. E allora ecco che i Cinesi tornano per la terza volta, invadono e se ne tornano a casa loro. “Non capisco” dice il genio. “perché mi hai chiesto di far invader la Polonia dall’esercito Cinese per tre volte??” “Beh..” risponde il Polacco “..hanno dovuto attraversare la Russia per sei volte.”
Questo è il tipo di “humour” che nasce da un complesso di inferiorità ben radicato, unito a un acceso nazionalismo compensatorio. Chiedete a chiunque abbia conosciuto un nazionalista Ucraino e ne avrete la conferma – in confronto, i nazionalisti Polacchi vi appariranno delle brave persone sobrie e moderate.
Non occorre neanche dirlo: quando l’Ucraina esploderà, gli Euroburocrati gireranno lo sguardo e chiuderanno a doppia mandata i confini dei loro rispettivi paesi, mentre i leader dei partiti nazionalisti Ucraini fuggiranno a gambe levate verso Occidente, dove sicuramente li attende una rispettabile e ben pagata posizione in un’università o in un think-tank o in un’ ONG. Per quanto riguarda la popolazione Ucraina, sarà abbandonata alle sue lotte interne, mentre sullo sfondo scorreranno fiumi di ipocrite lacrime di coccodrillo della cosiddetta “comunità internazionale”.
? LASCIATE OGNI SPERANZA, O VOI CH’ENTRATE?
?Spero sinceramente di sbagliarmi e che dal caos emerga qualcuno o un movimento che impedisca all’Ucraina di affondare nello scenario “bosniaco”, ma, sfortunatamente, non vedo alcun segno in questo senso. I politici Ucraini – tutti, nessuno escluso – sono una visione deplorevole. Tra l’altro, lo stesso possiamo dire dei politici Europei. Nei loro momenti migliori sono noiosi, per niente ispirati e alquanto incompetenti. Nei loro momenti peggiori, che sono quelli più ricorrenti, sono dei bugiardi patologici, dediti alla prostituzione politica, degli idioti deludenti, troppo ignoranti e troppo arroganti da comprendere i segni dei tempi, anche quando sono scritti in caratteri cubitali.
Ok, ora lo ammetto: per mia esperienza, mestiere e carattere sono decisamente un pessimista (ma avete mai incontrato prima un analista politico ottimista?). Ad esempio, fin dal mio primissimo post su questo blog, ho predetto un attacco USA/Israele all’Iran, e questo ancora non si è verificato (ma io ancora penso che prima o poi gli Israeliani e il loro collega Neo-Con sayanim riusciranno a provocare questo attacco, ricorrendo, se occorre, anche a un’operazione sotto falsa bandiera). Quindi, in passato mi sono sbagliato, e anche di molto, e spero vivamente di sbagliarmi ancora in futuro. Peccato, però, che io non veda finora fatti né argomenti che indichino pur lontanamente che nel futuro dell’Ucraina esista uno scenario migliore.
Qualcuno ne vede forse un altro?
?? The Saker
Fonte: http://vineyardsaker.blogspot.it
Link: http://vineyardsaker.blogspot.it/2013/11/the-gates-of-hell-are-opening-for.html
30.11.2013
http://www.comedonchisciotte.org/site//modules.php?name=News&file=article&sid=12674&mode=&order=0&thold=0
Sequestro senza verbale, condannata a 2 anni e 8 mesi la vigilessa pestata dalle zingare
270mila greci guadagnano meno di 500 euro al mese
Pubblicato da ImolaOggi dic 8, 2013
28 DIC – Circa 270mila lavoratori greci guadagnano stipendi inferiori ai 500 euro al mese. Lo ha reso noto oggi il ministro del Lavoro, Yiannis Vroutsis, annunciando gli ultimi dati desunti dal database ministeriale ‘Ergani’ che registra tutte le assunzioni ed i licenziamenti che avvengono nel Paese.
In Grecia cercano schiavi: lavorare per vitto e alloggio. O addirittura per niente
Secondo ‘Ergani’, attualmente in Grecia 196.695 aziende fra grandi, medie e piccole danno lavoro a 1.371.450 persone con contratti a tempo indeterminato ed il 90% di queste imprese impiegano sino ad un massimo di 10 dipendenti. (ANSAmed).
http://www.imolaoggi.it/2013/12/08/270mila-greci-guadagnano-meno-di-500-euro-al-mese/