DEPUTATI FRANCESI DEPOSITANO UNA DENUNCIA CONTRO IGNOTI PER ATTENTATO ALLA SALUTE PUBBLICA

http://www.tgmaddalena.it/deputati-francesi-depositano-una-denuncia-contro-ignoti-per-attentato-alla-salute-pubblica/

La linea ferroviaria che collega Lione a Torino ha una capacità superiore a 20 milioni di tonnellate, ma viene utilizzata solo al 17% della sua capacità

EuropeEcologieQuattro deputati EELV (verdi francesi) hanno presentato una denuncia contro ignoti il 22 settembre 2013 alla Procura di Chambéry per attentato alla salute pubblica a seguito della messa in atto di politiche che promuovono il traffico delle merci su gomma che inquina le Alpi. Le misure governative francesi (ed italiane) continuano in effetti a promuovere il traffico merci su strada e la circolazione degli autocarri nelle zone di montagna attraverso il tunnel del Monte Bianco o il tunnel stradale del Fréjus.

In contemporanea allo svolgimento della Conferenza ambientale organizzata dal Ministero dell’Ambiente[1], quattro deputati ambientalisti affrontano l’annoso problema con determinazione. Michele Bonneton, Noel Mamère, Paul Molac e Francois-Michel Lambert hanno firmato una denuncia di cinque pagine contro ignoti per messa in pericolo della vita del prossimo nelle Alpi, indirizzata alla Procura della Repubblica di Chambéry.

Si tratta di un vero e proprio problema di salute pubblica, poiché questa scelta aggrava  l’intenso inquinamento atmosferico di cui soffrono da tempo le vallate alpine, aree in cui i cittadini (francesi ed italiani) ingenuamente continuano a cercare “buona aria di montagna” e espone le popolazioni locali alle emissioni dei motori diesel: ossido di azoto e polveri sottili, classificate come cancerogene dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro nel giugno 2012.

La linea ferroviaria che collega Lione a Torino – da anni ammodernata – ha oggi una capacità di oltre 20 milioni di tonnellate, ma viene utilizzata solo al 17% della sua capacità.

Un’infrastruttura di valore viene quindi di fatto abbandonata a favore del trasporto su gomma attraverso politiche che aumentano il peso totale a terra degli autocarri a 44 tonnellate o incentivano economicamente le imprese di trasporto che dispongono di flotte di veicoli diesel.

E nello stesso tempo governi nazionali e regionali spingono per una futuribile, inutile, costosa e dannosa nuova linea ferroviaria ad alta velocità: la Torino-Lione.

Fonte: Presidio Europa

STIPENDI A VITA, SENATORI A PIACERE: I QUATTRO NEOELETTI DI RE GIORGIO GIÀ DISERTANO LE SEDUTE IN AULA

Il senatore leghista Stefano Candiani, durante una discussione su un decreto legge per la valorizzazione e il rilancio dei beni culturali sputtana i nuovi senatori a vita e Bella Napoli: “Dove sono? Non sarà che sono stati nominati solo per garantire voti di fiducia al governo?” – Pd imbarazzato…

Paolo Bracalini e Francesco Cramer per “Il Giornale”

«Mi sia consentita un’osservazione. Qualche giorno fa sono stati nominati quattro senatori a vita per altissimi meriti nel campo sociale, culturale e scientifico: avrei tanto voluto avere il conforto della loro opinione in questa discussione».

Giovedì 19 settembre, aula di Palazzo Madama. Si sta discutendo un decreto legge per la valorizzazione e il rilancio dei beni culturali. A parlare, anzi urlare tutta la sua indignazione, è il senatore Stefano Candiani, parlamentare del Carroccio alla sua prima legislatura ma con le idee più che chiare. Il suo intervento strappa applausi dai colleghi leghisti, pidiellini e perfino grillini.

Ammutoliti, invece, i senatori piddini. Chissà come mai. Candiani spiega perché avrebbe preferito vedere i nuovi senatori partecipare ai lavori: «Anche per togliere al Paese il dubbio che non sono stati nominati dal presidente della Repubblica solo per garantire voti di fiducia al governo! Qui si parla di cultura. Dove sono questi nostri colleghi a vita?».
Tra i banchi pidiellini è un tripudio di «Bravooo!». La senatrice Anna Maria Bernini addirittura si alza in piedi. «Dove sono? Qui si vede chi sta dalla parte della cultura – prosegue il leghista – e chi invece è solo qui per opportunità politica». Altra pioggia di applausi da Lega, Pdl e pentastellati. Altro silenzio imbarazzato a sinistra.
Già, dov’erano Claudio Abbado, Elena Cattaneo, Carlo Rubbia e Renzo Piano? Missing. Uno dice: vabbè, forse proprio quel giorno avranno avuto da fare. Peccato che consultando il sito del Senato, alla pagina «Riepilogo presenze», si resti un po’ basiti. Dalla data della loro nomina, 30 agosto, ci sono state ben 14 sedute con 138 votazioni.
Ebbene: Abbado Claudio, presenze 0, votazioni 0. Rubbia Carlo, presenze 0, votazioni 0. Piano Renzo, presenze 0, votazioni 0. Cattaneo Elena, presenze 2, votazioni 2. Applausi per la stakanovista neosenatrice che distacca i colleghi con un mirabolante 1,45% di presenze nel Palazzo.

Al senatore Candiani proprio non va giù che non si siano fatti vedere il giorno della discussione e votazione di «un provvedimento che sta alla base della loro nomina». Non solo: «Facciano come i soci onorari di una qualsivoglia società: si autosospendano dal voto altrimenti alimentano il legittimo sospetto di essere strumento di altre logiche politiche».

Chiaro no? Il battagliero senatore leghista, giusto ieri, ha annunciato via Facebook: «Sto preparando un disegno di legge costituzionale per l’abrogazione della carica di senatore a vita. Non sarà una soluzione in grado di risolvere i problemi del Paese. Ma sarà almeno una risposta concreta alla anacronistica e degenerata presenza di questi uomini (donne) del presidente».
Un tripudio di commenti tra «Bravo» e «Sperèm». Ma non è finita qui perché i senatori a vita, beati loro, hanno le indennità equiparate ai loro colleghi «normali» (4.800 euro netti solo di stipendio) ma con un benefit in più: per loro, a differenza dei senatori «semplici», non sono previste decurtazioni alla diaria (3.500 euro al mese per il soggiorno) per ogni giornata di assenza dai lavori parlamentari. Poi ricevono: 4.180 euro per il supporto collaboratori (da rendicontare), più altri 1.650 euro di «rimborso forfettario per spese generali», più gli uffici (più grandi degli altri, off course a palazzo Giustiniani) con personale annesso.
Insomma, tra i 9mila e i 13mila euro al mese per ogni «fantasma». Che per quattro (numero dei neo senatori a vita), per dodici mesi, fa circa 480mila euro l’anno. Che lievita a circa un milione l’anno per via delle tasse. Un regalino di Stato vita natural durante.
Lucio Malan (Pdl) commenta così: «In effetti, in un periodo in cui si cerca di limare il limabile, imponendo duri sacrifici agli italiani, tutto questo non ha senso. E non l’avrebbe neppure se non sapessimo dove mettere i soldi». Mentre Jonny Crosio, altro senatore leghista, commenta così: «All’illustre collega Renzo Piano vorrei chiedere se darebbe ugualmente lo stipendio a uno dei suoi collaboratori se non si presentasse mai in ufficio. Evidentemente sì».
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/stipendi-a-vita-senatori-a-piacere-i-quattro-neoeletti-di-re-giorgio-gi-disertano-63132.htm

Il dottore nero e musulmano: “La Kyenge sbaglia tutto, gli italiani fanno bene a contestarla”

Scritto da: Christian De Mattia

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Dopo il leghista nero anche il dottore nero e musulmano. Tutti contro la Kyenge. Ecco la lettera aperta di Ahmed

 Io mi chiamo Ahmad sono stato adottato da una famiglia sarda e ho studiato a Roma. Durante l’università i miei compagni di studio non avevano la benché minima traccia di xenofobia, e mi trattavano al pari loro.

 Nel mio praticantato in ospedale sono stato chiamato anche portantino, ma anche dottore, nonostante il cartellino appeso alla divisa.Una volta presa la specializzazione avevo il cartellino con su scritto il mio nome e il prefisso “Dott” quindi nessuno si poteva sbagliare, alcuni mi chiamavano anche professore, come alcuni prima di avere il passi mi chiamavano già dottore. Mentre alcuni colleghi, bianchi, si sono sentiti discriminati nei confronti di qualche figlio di papà arrivato per ultimo e già in lista per ruoli importanti.

 Ho la pelle nera, sono musulmano, nonostante i miei genitori siano di religione cattolica, ma questo non mi ha impedito di integrarmi nella società, più di qualunque altro italiano di nascita che se ne sta ai margini per volontà. Non credo che gli italiani siano razzisti, sono sempre stato uno di loro.

 Non riesco a capire il ministro Kyenge che si lamenta perché gli altri non sono d’accordo con lei, io per esempio non sono d’accordo che voglia togliere il pane di bocca ai cittadini italiani per regalare stipendi e case a chi dell’Italia vuole farsene un pacchetto e buttarla nella spazzatura. Perché in mezzo a chi è veramente profugo e alla fame, a chi scappa dalla guerra e dai genocidi, ci sono persone che approfittano della situazione e arrivano in Italia per delinquere, sentendosi spalleggiato dalle autorità pensando che non avranno il loro castigo altrimenti l’italiano passa per razzista.

 Bisogna pensare che alcuni extracomunitari hanno la loro cultura e nei loro paesi certe cose non sono condannabili, come lo stupro o l’assassinio per tradimento, di conseguenza non hanno remore. La croce nelle scuole io l’ho sempre vista e non mi dà fastidio nonostante la mia fede. Se un italiano viaggia o lavora in Turchia, o in Gana o in qualsiasi altro paese musulmano, se non dimostra rispetto per la religione lo mettono in una prigione, che di certo sono sicuro non sono come quelle italiane, a meno che non lo condannino direttamente a morte senza far sapere alla Farnesina che hanno un loro compaesano!

 In un paese dove condannano alla lapidazione una donna per aver tradito il marito ed è lecito uccidere per un fatto del genere vivono persone che anche se si trasferiscono in Italia rimarranno con tale convinzione. Per loro lo stupro e l’umiliazione del genere femminile è una legge etica personale. Il ministro Kyenge questo lo dovrebbe sapere, non potrà mai far integrare certi popoli, dove è radicato geneticamente questo comportamento, come non può imporre al cittadino italiano a starsi zitto, a non dire la sua, a non manifestare contro le ingiustizie. L’italiano è abituato alla democrazia, ha combattuto per questo, l’ha dentro geneticamente, e non potrà mai stare zitto di fronte a quello che per loro è una discriminazione razziale nei loro confronti”

Finocchiaro all’arrestata Lorenzetti: “All’Authority ci piazzo te”. E lei: “Grazie amore mio”

le donne del Pd, quelle eticamente e moralmente superiori

Scritto da: Christian De Mattia

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Un caso in sordina, quello della Lorenzetti, ex governatrice Pd dell’Umbria, arrestata pochi giorni fa per corruzione. Del suo rapporto privilegiato con la Finocchiaro abbiamo già detto. Ma passano i giorni e abbiamo sempre più particolari sul sistema Pd.

 La Lorenzetti voleva finire in un authority, quella dei trasporti. E si attivava con tutti.

 Maria Rita Lorenzetti, come riporta Il Fatto, dopo aver tentato inutilmente di fare pressioni sull’attuale presidente del Consiglio per pilotare la sua nomina alla guida dell’autorità dei trasporti, muove ogni casella possibile. Si affida all’amica Anna Finocchiaro che la rassicura dicendole, fra l’altro, di aver già fatto il suo nome a Pier Luigi Bersani, all’epoca segretario del Pd; e a Vito Riggio, dal 2003 presidente dell’Enac, candidato alla guida dell’Authority che si mostra sostenitore di Lorenzetti: “Rita non fare casino (…) a noi non ci serve il tuo ritiro perché comunque il Pd uno lo deve mettere (…) e l’unica donna che può andare per il Pd sei tu”.

 La Finocchiaro il 14 settembre dice alla Lorenzetti: “Io ho suggerito a Bersani che se torna in ballo l’Autorità sui Trasporti… ci metto te”. Lorenzetti ribatte: “Ci metti me? Amore mio, ti ringrazio”.

 La nomina non arriverà per poco… ma l’unione di intenti è chiara…

http://www.ilradar.com/finocchiaro-allarrestata-lorenzetti-allauthority-ci-piazzo-te-grazie-amore/

Siria/Golan:Insorti siriani usano divise ONU !

Insorti siriani, installati sulle alture del Golan, zona di separazione tra Israele e Siria, si travestono da Caschi Blu ( forze di pace ) per ingannare le truppe governative: è quanto dichiarato a RIA Novosti da una fonte diplomatica di New York.

“Abbiamo informazioni attendibili, confermate dal comandante delle forze delle Nazioni Unite dell’ l’Osservatorio del Disimpegno e tra la Siria e Israele (UNDOF),secondo le quali alcuni elementi armati dell’opposizione siriana nel Golan hanno equipaggiamento e caschi identici alle Forze dell’ONU: Lo speciale equipaggiamento sarebbe stato rubato in passato come dichiarato dall’interlocutore con l’Agenzia.

Secondo la fonte, questa tattica serve ad ingannare l’Esercito siriano.

( Trad. kefos93 )
http://fr.rian.ru/world/20130923/199377552.html

Anziane sorelle scippate ad Albaro, si cercano 2 nordafricani + Staffora, troppi incendi. A Voghera bivacchi per icolosi + Marche, in 22 mila perderanno il lavoro,Non c’è più posto per donne e giovani

Genova città ideale…..le vittime sono donne anziane, mica rientrano nella lista delle donne per cui affliggersi..sono anziane
Anziane sorelle scippate ad Albaro, si cercano 2 nordafricani
domenica 22 settembre 2013
Genova – Due anziane sorelle sono state aggredite e scippate questo pomeriggio da due rapinatori nel quartiere residenziale di Albaro. Una delle due è caduta rovinosamente a terra riportando la frattura del femore guaribile in 30 giorni.

L’altra, invece, ha riportato lievi escoriazioni. Sul caso indagano i carabinieri che stanno cercando di risalire agli autori dello scippo. Si cercano due nordafricani.

http://www.primocanale.it/notizie/anziane-sorelle-scippate-ad-albaro-si-cercano-2-nordafricani-129480.html

sembrano scene da slum americano, che bello diventiamo sempre più uguali ai nostri liberatori….che emozione…

Staffora, troppi incendi. A Voghera bivacchi pericolosi
I rischi per i clochard che dormono sotto il ponte e cercano di scaldarsi. L’altra sera l’ultima chiamata ai vigili del fuoco, il Comune vuole intervenire
di Paolo Fizzarotti

VOGHERA. Ormai è allarme-sicurezza: e i residenti di via Piacenza, nelle case vicine al ponte sullo Staffora, non ne possono più. Ogni settimana i vigili del fuoco di Voghera devono intervenire per incendi di cartoni, materassi, varie masserizie o spazzatura, cui bisogna aggiungere un incessante via-vai di sbandati, persone senza fissa dimora e ubriachi a tutte le ore del giorno e della notte. L’ultimo intervento dei vigili del fuoco risale all’altra sera. Alle 21 i pompieri sono stati chiamati da un automobilista che aveva visto un vivido bagliore e del fumo nero salire dal greto del torrente Staffora, sotto il ponte. I vigili del fuoco sono intervenuti e hanno spento un incendio che aveva attaccato un materasso e diversi grossi pezzi di cartone, di quelli utilizzati dai barboni come giaciglio per la notte. Non c’era l’ombra di nessuno, ma i pompieri hanno trovato bottiglie di birra e di altri alcolici, oltre a rimasugli di cibo, vicino a un falò improvvisato con della legna e dei pezzi di cassette trovati sullo stesso greto dello Staffora.
«Qui a Voghera c’è davvero gente che dorme sotto i ponti come nelle barzellette – racconta un residente – E questo ponte sullo Staffora sembra essere uno dei preferiti: forse perchè è molto largo e il greto è facilmente raggiungibile. La gente che non sa dove andare a dormire viene qui. Accendono il fuoco per scaldarsi, poi bevono, si addormentano, il fuoco sfugge al controllo e si propaga. Siamo costretti a chiamare i pompieri in media una volta alla settimana. Quando i vigili del fuoco arrivano non trovano mai i responsabili, che però ritornano appena le acque si sono calmate. Prima o poi con questi fuochi fuori controllo, accadrà qualcosa di grave». Molti sbandati hanno scelto di dormire sotto i ponti, come il Ponte Rosso, perchè i luoghi tradizionalmente frequentati dai senza fissa dimora di Voghera, come le aree ferroviarie dismesse, sono ormai stabilmente in mano a immigrati nordafricani che non tollerano “intrusi”.
«Tempo fa il Comune ha emanato un’ordinanza contro i bivacchi, che è ancora in vigore – afferma l’assessore alla sicurezza Giuseppe Carbone – Quando veniamo a conoscenza di eventi del genere mandiamo subito i vigili urbani a sgomberare gli abusivi e l’Asm a ripulire le aree interessate. E’ già accaduto diverse volte in passato. Solo che, pochi giorni dopo, gli abusivi si ripresentano e ricostituiscono questi accampamenti abusivi. Evidentemente non possiamo tenere una pattuglia di vigili urbani sotto ogni ponte della città o in ogni area dismessa. L’unica possibilità di affrontare e risolvere queste situazioni sta nella collaborazione dei cittadini, soprattutto nelle zone periferiche. La gente ci deve aiutare segnalando tempestivamente anomalie e pericoli telefonando al centralino della polizia locale».
http://laprovinciapavese.gelocal.it/cronaca/2013/09/23/news/staffora-troppi-incendi-i-bivacchi-sono-un-caso-1.7790824

E SOLO NELLE MARCHE….

Marche, in 22 mila perderanno il lavoro
Non c’è più posto per donne e giovani  
     

ANCONA – Entro fine 2013 le Marche perderanno, in un anno, oltre 22 mila posti di lavoro. Meno assunzioni e più licenziamenti. La crisi del sistema produttivo marchigiano trova conferma nei numeri dell’indagine Excelsior sull’occupazione, realizzata da Unioncamere e ministero del Lavoro. A perdere il posto di lavoro, nel 2013, saranno 22.330 marchigiani, mentre i neo assunti si fermeranno a 14.920. Le imprese marchigiane alla fine di dicembre perderanno 7.420 posti di lavoro rispetto ai 4.480 scomparsi l’anno scorso.

Particolarmente pesante la situazione nell’edilizia, che vede sfumare 1.520 posizioni lavorative, mentre anche il turismo paga pegno con un calo di 770 posti di lavoro. A livello territoriale è Ancona a pagare il conto più salato con la perdita di 3.220 posti di lavoro, mentre 1.380 ne perdono Pesaro e Macerata. In calo di 830 occupati Ascoli e di 610 Fermo.

Le Marche, secondo l’indagine Excelsior, non è una regione per giovani in cerca di lavoro. Le aziende che assumono, preferiscono infatti scegliere dipendenti ultratrentenni che nel 2013 coprono il 67,7% della nuova forza lavoro. I giovani con meno di 30 anni quest’anno rappresentano soltanto il 36,3% delle assunzioni di personale dipendente, che nell’industria scende al 25,3 e nelle costruzioni rappresenta appena il 18,4% dei reclutamenti.

Anche le donne sono sfavorite dalla crisi. Nel 2013 solo il 38% dei nuovi posti di lavoro verranno occupati dalle donne. Un’altra categoria che vede ridursi le opportunità di lavoro è quella degli immigrati: soltanto l’11,7 delle imprese prevede di assumere personale immigrato rispetto al 18,3 dell’anno precedente. In flessione anche la domanda di personale non qualificato, che si ferma al 10,2% dei 14.920 neoassunti. I titoli di studio più richiesti sono, a livello universitario, le lauree a indirizzo economico, ingegneristico, sanitario e paramedico; per quanto riguarda i diplomi e le qualifiche professionali, i titoli a indirizzo meccanico, moda, turistico e alberghiero. Commessi (670 nuove assunzioni), operai specializzati (510), magazzinieri (490), addetti alle pulizie (480), muratori (420), camerieri (340), cuochi (300), contabili (370), venditori (170) sono le professioni più gettonate.

Lunedì 23 Settembre 2013
http://www.ilmessaggero.it/MARCHE/marche_lavoro_crisi_giovani_donne_disoccupazione/notizie/329750.shtml

Ecco come le banche evadono le tasse

http://www.youtube.com/watch?v=_DcTI0KuVII&feature=youtu.be

più comodo derubare i cittadini con tares, Iva, service tax no?

Saccomanni, arriva la patrimonialona?
23 – 09 – 2013

Saccomanni, arriva la patrimonialona? Ricapitoliamo, sperando di chiarirci le idee che sono spesso confuse come le informazioni che circolano.Dunque: il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha trangugiato l’abolizione dell’Imu sulla prima casa su cui non era d’accordo, anche se era uno dei punti del programma del governo delle larghe intese.Saccomanni, su esplicito e dichiarato diktat di Bruxelles, non vuole cassare l’aumento di un punto percentuale dell’Iva asserendo che non si trovano le coperture finanziarie; ma per anni dalla cattedra di Bankitalia non aveva impartito lezioni su come e dove tagliare la spesa pubblica che quei birbaccioni di ministri-politici non tagliavano?Quindi, cronachisticamente, si arriva questa conclusione: se c’è bisogno di risorse pari a 6-7 miliardi anche per centrare il rapporto deficit-pil al 3 per cento a fine anno, e non si riesce a ridurre la spesa pubblica, come trovare tanti soldini? Il governo sta pensando a una patrimoniale?Non è una domanda del tutto peregrina. Sentite quello che il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta (Pd) ha detto a Nunzia Penelope del Diario del Lavoro: il tema della patrimoniale “oggi si potrebbe riproporre in tono non moralistico e vessatorio, ma in maniera intelligente. Io sono per una discussione esplicita: chiediamo agli italiani un contributo alla crescita, che riguardi tutti, un contributo alla crescita ovviamente proporzionale al reddito. Ognuno per le sue possibilità, dunque. In questo modo avremmo fondi da investire per lo sviluppo e il rilancio del nostro paese, tutti assieme”.Baretta ha avuto il coraggio di parlarne senza tanti infingimenti.Saccomanni la pensa come Baretta ma non lo dice?
http://www.formiche.net/2013/09/23/saccomanni-arriva-la-patrimonialona/

Lo scrittore Mauro Corona: “La violenza non è dei No Tav, ma dello Stato”

http://www.nuovasocieta.it/torino/lo-scrittore-mauro-corona-la-violenza-non-e-dei-no-tav-ma-dello-stato.html

  • Mercoledì, 11 Settembre 2013 13:44 
Mauro CoronaMauro Corona
 

di Marta Tondo

Sempre più personaggi del mondo della cultura si stanno schierando contro la linea ad Alta Velocità Torino-Lione. Dopo lo scrittore Erri De Luca e l’attore Ascanio Celestini, ora anche l’intellettuale Mauro Corona sta con il movimento. “Sono con Erri De Luca e con i No Tav”.
Lo ha detto durante la trasmissione “La zanzara” su Radio 24.
Una posizione netta che mette in luce le anomalie della macchina che politica, magistratura e fronte del sì alla grande opera hanno messo in moto per avvallarne la costruzione.
“La violenza non è partita dai No Tav, ma è partita da una violenza legale, legale, che si fanno le leggi poi infieriscono a casa tua, sui territori”.
È una posizione accorata e sentita quella di Corona. “Quella è la violenza, quella legalizzata contro la quale se ti ci metti becchi la denuncia”.
Non usa mezzi termini lo scrittore friulano: “Quindi fanno benissimo a difendere il loro territorio con qualsiasi mezzo”. Anche con la violenza? “La violenza non è stata da parte loro. Se tu mi attacchi con la violenza io mi difendo. La violenza subdola è quella dello stato a cui non puoi opporti altrimenti vai in galera”

Firenze, Alta Velocità: e se i NO-TAV avessero ragione?

http://www.prismanews.net/ambiente/firenze-alta-velocita-e-se-i-no-tav-avessero-ragione.html

SABATO 21 SETTEMBRE 2013 00:00GIUSEPPE FASULO

Vi è mai capitato, alla luce di nuove informazioni, di cambiare la vostra posizione su un determinato argomento? E’ nella natura delle cose ed e’ pure segnale di una grande elasticità mentale.

 Data questa premessa, diviene d’obbligo per tutte quelle persone che hanno preso una posizione ‘senza alcuna possibilità di ripensamento’, nei confronti della popolazione che si oppone (a ragion veduta) alla realizzazione di quell’opera maestosa, inutile e pericolosa che è il TAV, rivedere le proprie posizioni alla luce dei recenti fatti di cronaca. A conferma delle istanze dei Comitati NO-TAV, ecco l’ondata di arresti eccellenti avvenuti nei giorni scorsi e riguardante il passante TAV a Firenze: un grande tunnel sotterraneo che taglia il capoluogo toscano provocando disagi e pericoli per la salute dei suoi cittadini (e delle aree limitrofe alla città), ad esempio per le terre di risulta, inquinate, da utilizzare per altri scopi con evidente disprezzo della salvaguardia dell’ambiente e della popolazione. Un affare da 710 milioni di euro, che, a detta delle accuse ipotizzate, ha fatto gola a molti, forse a troppi e attratto anche gli interessi della criminalità organizzata.

In Italia è risaputo che ogni “occasione” si trasforma allegramente in affare privato per favorire parenti, amici, compagni di partito, per riempire le proprie tasche fregandosene altamente degli interessi della collettività. E si conferma a ogni livello, dal piccolo lavoro di manutenzione ordinaria fino alle cosiddette ‘grandi opere’ (ricostruzione dell’Aquila, G8 alla Maddalena, Irpinia, Belice, ecc.).

Per chi ancora non lo sapesse il TAV è una linea ferroviaria ad alta velocità, progettata nel lontano 1991, che va dal Piemonte alla Campania, predisposta per il traffico su rotaia delle sole merci, il cui risultato (teorico) è soltanto il risparmio di alcuni minuti, ma che – alla luce dei fatti – si rivela la più grande ‘gallina dalle uova d’oro’ mai avuta in Italia; i cui costi sono passati da una spesa iniziale di 15 miliardi di euro agli attuali 32. Un’opera imponente che si prefigge di collegare l’intera Europa occidentale, partendo dalla Spagna, a quella orientale, fino all’Ungheria, tentando di spingersi oltre, verso i Paesi asiatici. La Francia e altri Stati della UE stanno intanto rivedendo l’intera opera.

bI Movimenti NO-TAV, formati da comitati di popolazioni, sindaci, esperti del settore a vario titolo, lo hanno indicato da tempo: quest’opera faraonica è caratterizzata da dubbie finalità, è altamente pericolosa dal punto di vista ambientale per tutti i territori nei quali viene a passare, è economicamente inutile per i risultati e pericolosa in quanto catalizzatore di interesse da parte della malavita.
Una prima domanda è lecita: come mai nessuno ha avuto la briga di chiedere un parere ‘serio’ e vincolante alle popolazioni interessate, magari con un referendum? La risposta è scontata: la ‘macchina’ una volta avviata non si può più fermare!

Dicevamo dei 710 milioni… La conferma che tutto puzzasse di bruciato fin da subito viene dalla natura delle innumerevoli accuse che vanno dall’associazione a delinquere e corruzione fino al più grave (per il territorio e i suoi abitanti) di smaltimento illecito di rifiuti tossici e pericolosi. E siamo all’inizio. L’indagine parte da un primo accertamento del Corpo Forestale dello Stato a seguito di alcuni esposti e vede coinvolti dirigenti e tecnici di svariate aziende e cooperative preposte a vario titolo ai lavori, alcune di queste legate alla ITALFERR, la principale società di ingegneria delle Ferrovie dello Stato, il cui presidente è Maria Pia Lorenzetti, ex-governatore della Regione Umbria, molto legata ad alcuni esponenti della direzione nazionale del suo partito, il PD.

Lo stesso ‘allontanamento’, pare voluto dallo stesso governatore della Regione Toscana Rossi, del dirigente preposto alla valutazione dell’impatto ambientale dott. Zita contrario alla destinazione forzata delle terre di scavo, sembrerebbe confermare gli inquietanti dubbi che ruotano attorno all’operato della ‘squadra’, come veniva soprannominato dalla Lorenzetti il team di tecnici e funzionari, ora tutti indagati a vario titolo.

 Ma nuove nuvole nere si addensano sul cantiere posto ora sotto indagine e sembrano coinvolgere personalità politiche poste ben più in alto nella filiera, arrivando fino a Roma, ad esponenti governativi degli esecutivi precedenti all’attuale. Tali accuse portano a una prima conclusione logica: su come, cioè, negli ultimi tempi la commistione tra politica locale-nazionale-finanza creativa-imprenditoria malata abbia portato come conseguenza la deriva del Paese, riflessasi su tutti i suoi abitanti che scontano sulla nostra pelle ‘misure economiche d’urgenza’ (senza alcun risultato positivo!).

A questo punto qualche domanda. In che modo la criminalità riesce a entrare nei progetti di opere nazionali e con quali protezioni? Chi sono gli esponenti politici a tutti i livelli con i quali tratta e con quali modalità? Gli episodi criminosi sono la regola o le eccezioni? Chi ha il compito di controllare per quali motivazioni non lo fa o lo fa in modo non corretto?

Alla luce di quanto finora esposto, in questa desolante e drammatica situazione, alcuni esponenti parlamentari del Movimento 5 Stelle di Firenze – tra i quali gli onorevoli Artini, Bonafede e altri – hanno presentato una interrogazione urgente al Ministero delle Infrastrutture affinché si faccia chiarezza su quanto avvenuto e, quantomeno per prevenzione, siano sospesi i lavori del Tunnel TAV, dando inizio ad una rinnovata fase progettuale che tenga conto delle istanze territoriali e ambientali, suffragate dai numerosi studi scientifici.

Lo scorso 20 settembre Bonafede ha tenuto a Firenze una conferenza stampa in compagnia di alcuni esponenti dei Comitati No Tunnel TAV, di professori universitari, di testimoni diretti e cittadini indignati, per illustrare al pubblico le iniziative che saranno prese a breve nelle apposite sedi istituzionali.

Tav, il geologo del ministero arrestato: “Sto forzando la mano per fare la Cispadana”

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09/23/tav-geologo-del-ministero-arrestato-sto-forzando-mano-per-fare-cispadana/721054/?

Nell’ambito della maxi-inchiesta della procura di Firenze sugli appalti Tav, che ha portato agli arresti tra gli altri dell’ex governatrice Pd dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti, spuntano le conversazioni di Walter Bellomo, militante Pd e membro della commissione di impatto ambientale. Al centro delle telefonate l’iter per l’approvazione della grande opera emiliana

Tav, il geologo del ministero arrestato: “Sto forzando la mano per fare la Cispadana”

Le carte della Cispadana arrivano alla VIA il 3 ottobre 2012. Bellomo, è quanto scrive il gip Angelo Antonio Pezzuti, si dà da fare immediatamente per velocizzare l’iter burocratico in cambio di alcuni favori. L’ingegnere palermitano prende contatti con Cinzia Cammarata, dirigente di CoopSette, colosso delle cooperative rosse emiliane e in quanto tale anche dirigente di ARC, il consorzio creato per costruire la Cispadana, di cui CoopSette è tra i principali azionisti. “Siccome giustamente io sto forzando un po’ la mano… e Francesco Di Mino e Giuseppe Chiriatti [entrambi componenti della commissione VIA e non indagati, ndr] non avranno la possibilità di venire avendosi letto tutte le carte (…), la cosa che ti chiedo – spiega Bellomo a Cammarata – è comunque di evidenziare tutte le criticità che ci possono essere così da evitare un secondo sopralluogo”. Sempre con Cinzia Cammarata (che non è indagata), Bellomo si premura affinché sia preparata una relazione sintetica per la commissione: “Avete messo in crisi i miei poveri commissari (…) visto che oggi ci hanno liquidato in mezz’ora dicendo: ‘No no… abbiamo già capito tutto … però tornate con la sintesi’”. Bellomo prosegue rivolto alla rappresentante dei costruttori dell’autostrada: “Ora tu devi fare una cosa (…) perché noi vogliamo raggiungere l’obiettivo, perché non li possiamo costringere a studiarsi tutte queste carte”.

Chi sembra avere perso di vista l’obiettivo comune invece è il commissario Di Mino. Il 10 gennaio 2013 Bellomo ribadisce a Giuseppe Chiriatti che il loro collega nella commissione VIA sembra non reggere più una cosa “molto più grossa di quello che lui possa fare”: “Se lui ha questa difficoltà perché capisce che il problema è troppo grosso per poterlo lui affrontare in maniera adeguata, io cercherò… non ci vuole niente: lo sostituiamo. Non è che ora casca il mondo”. Chiriatti dal canto suo sembra pronto a occuparsi del problema personalmente: “Walter ti stoppo subito. Me la vedo io. Se lui ha difficoltà prendo la referenza e vado avanti, non ti preoccupare ci penso io”. A far dubitare Bellomo è stata la reazione di Di Mino a un’obiezione presentata dall’associazione ambientalista Wwf in commissione VIA: “Se lui [Di Mino] parte dal presupposto ‘Ah! ma io c’ho un’osservazione del Wwf che mi dice che il lavoro è inutile e quindi poi facciamolo approvare un progetto che c’è il Wwf che mi dice che è inutile’…”. Bellomo è preoccupato: “Io mi sono preso l’impegno che in tempi rapidissimi chiudiamo questa procedura. Lui [Di Mino] non sta lavorando per raggiungere questo obiettivo, perché se lui vuole raggiungere questo obiettivo, già come dire, è partito male”.

A metà dicembre 2012 Bellomo scrive un messaggio a Cammarata spiegandole dell’approvazione da parte della commissione dei pareri sul Put e sulle varianti di autorizzazione paesaggistica. “È il mio regalo di Buon Natale!”, scrive Bellomo. Ma a metà gennaio il giochino si interrompe: Walter Bellomo è oggetto di una perquisizione della Guardia di Finanza il 17 gennaio. Anche l’ex governatrice Lorenzetti quel giorno riceve la visita delle fiamme gialle. L’inchiesta della procura di Firenze sta portando i primi frutti. L’affare della Cispadana per Bellomo è ormai una rogna: “Sì, ho qualche problema”, spiega al telefono al commissario Di Mino. “No no… fai quello che ti consiglio io: fai una nota in cui metti in evidenza la difficoltà del problema e la necessità di aspettare”. Poi senza mezzi termini conclude: “Nello specifico io di questa cosa non me ne voglio occupare più”.

Secondo il giudice per le indagini preliminari Pezzuti che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, Walter Bellomo, che a febbraio 2013 è stato a un passo dalla candidatura in parlamento col Pd, ha tratto da tutto questo intreccio di contatti, compreso l’affaire Cispadana, una serie di vantaggi come consulenze professionali, assunzioni di parenti. Tutte cose incompatibili con la sua funzione di pubblico ufficiale, che dovrebbe valutare quei progetti, per i quali invece le imprese si rivolgevano a lui cercando un’approvazione più rapida. Nei giorni scorsi il Movimento 5 Stelle in parlamento, il consigliere regionale Giovanni Favia e i comitati dei cittadini hanno chiesto di fermare il progetto dell’opera alla luce degli svuiluppi giudiziari.

La replica. “Mi sono occupato della cosa solo nelle fasi embrionali”, spiega a ilfattoquotidiano.itGiuseppe Chiriatti, membro della commissione VIA che compare nelle intercettazioni. “Dal 9 dicembre sino a marzo ho infatti avuto gravi problemi di salute: a dicembre e gennaio ancora dialogavo, ma da febbraio sono stato in rianimazione. Non ero in condizioni di poter valutare i documenti. Sì, ci fu forse qualche telefonata, ma si parlava di cose che poi si sarebbero dovute comunque valutare dopo. Io poi fui estromesso dal gruppo che si occcupava del tema. In quel periodo – ha proseguito Chiriatti – avevo sentito anche l’ingegnere Di Mino, referente del gruppo, e ho potuto dare una mano iniziale nell’andare a fare una disamina di tutta la documentazione, ma poi sono scomparso dalla vicenda”.