di Francesco Gonzaga – 29/08/2013
Fonte: informarexresistere
In Italia, in questi caldi giorni d’agosto, il sole splende ancora fino a tardi. Le giornate sono lunghe, ognuno di noi ha la propria routine: lavoro, amici, serate. Preoccupazioni, gioie, emozioni. Il disco dorato sorge e poi tramonta, e noi seguiamo esattamente questo ciclo. Incuranti. Ignari del fatto che c’è un pezzo di mondo, nemmeno troppo lontano da noi, in cui l’umanità si sta squarciando. Un pezzo di mondo in cui uomini di carne, come noi, vengono barbaramente uccisi, giorno e notte. Ma la cosa più terribile è un’altra. Il peggio è che tutte le sovrastrutture che reggono il nostro mondo dorato, i media, la politica, non sono ignare, non sono incuranti. Sono complici. Coautori di questo orrendo disegno di morte.
Da questo senso di ribrezzo per ciò che mi circonda, nasce il desiderio di provare a descrivere, con i semplici strumenti di cui dispongo, la vera storia della Siria. A testimonianza di quanto scrivo, elencherò in fondo varie fonti, tra cui scritti, video ecc. Spero che lo sgomento causato dalla verità vi travolga, proprio come ha fatto con me, e che il rigurgito che ne derivi vi spinga a smascherare quanto più possibile intorno a voi queste orrende menzogne.
Partiamo dal contesto. Prima dell’inizio di questa ondata di violenze, nel marzo 2011, la Siria era uno stato senza rilevanti conflitti interni. Dal punto di vista politico, il paese era retto dal partito Ba’th, che si era impadronito del potere nel 1963. Nel 1970 prese la guida del potere Hafiz Al Assad, padre di Bashar che istaurò una forma ereditaria del ruolo di presidente della Repubblica, tanto che alla sua morte, nel 2000, il presidente divenne l’attuale Bashar Al-Assad. Il partito Ba‘th, politicamente parlando, è un partito di ideologia tendenzialmente socialista, con spiccate tendenze al nazionalismo arabo.
Assolutamente di secondo piano per il partito è la dimensione confessionale( prova ne sia che i tre fondatori, negli anni ’40, erano di tre religioni diverse). La Siria di Bashar Al-Assad è stata dunque un paese con una forte impronta laica, dove il governo( detentore del potere esecutivo) e l’assemblea nazionale (detentore del potere legislativo) avevano componenti appartenenti al partito Ba’th (o alla lista degli altri partiti moderati ad esso alleato) provenienti dalle diverse etnie e gruppi religiosi della nazione (sciiti, sunniti, drusi, cristiani, curdi), senza discriminazione. Ugualmente, era permesso e tollerato ogni tipo di culto religioso. Nei media occidentali si dà grande risalto al fatto che la famiglia Assad appartenga al clan degli Alawiti, gruppo religioso vicino al credo dei mussulmani sciiti, non particolarmente numeroso nel paese, ma in realtà questo non ha grande importanza. Infatti l’appartenenza a diversi ceppi etnici/religiosi all’interno della Siria non era motivo di forti contrasti o tensioni(esempio personificato di ciò è la moglie di Bashar Al-Assad, sunnita, sposata tranquillamente con un Alawita, e molto occidentale e laica nel modo di esprimersi). Dal punto di vista della politica interna, in Siria era in vigore dal 1963 lo stato di emergenza e la legge marziale, a cagione del permanente stato di guerra/tensione con Israele. Ciò permetteva al presidente la soppressione di alcuni articoli della costituzione, e il mantenimento di fatto di un regime semi-dittatoriale, in cui appunto la famiglia degli Assad deteneva importanti funzioni, pur lasciando ampia autonomia di scelta tramite l’elezione popolare dell’esecutivo e dell’assemblea popolare(un regime quindi con molte più libertà di altri paesi del golfo come per esempio l’Arabia Saudita). Dal punto di vista della politica estera invece, la Siria è stata da sempre uno dei più acerrimi nemici di Israele. In anni recenti, il presidente Assad ha stretto sempre più i legami con Hezbollah e l’Iran facendo leva sul comune sentimento anti-israeliano, nonostante a livello politico permangano grandi differenze tra il regime siriano, come detto molto laico e tendenzialmente socialista, e gli altri due membri dell’“alleanza”, in cui l’importanza della dimensione confessionale ricopre un ruolo determinante.
Ora i fatti. Quelli veri, non filtrati da un’informazione che in Italia ci giunge distorta, frammentaria, spesso capovolgendo del tutto la realtà.
Sul finire del marzo 2011, alcune migliaia di siriani scendono in piazza in diverse città, soprattutto a Daraa. Quasi la totalità dei manifestanti esprime i propri slogan del tutto pacificamente. Coloro che protestano si dividono generalmente in due correnti: i laici riformisti , meno numerosi, che chiedono al presidente Assad la cessazione dello stato di emergenza introdotto nel 1963, la promulgazione di riforme, l’abolizione della legge marziale e più in generale la liberalizzazione totale della vita politica del paese, e coloro che in altri paesi arabi sono conosciuti come i simpatizzanti dei Fratelli Musulmani, ovvero estremisti religiosi sunniti, che sono sempre stati emarginati dalla vita politica del paese (in Siria fin dagli anni ‘60 non era permesso al partito dei Fratelli Musulmani di presentarsi, per impedire una deriva islamista dello stato), e che chiedevano sostanzialmente un maggior peso della religione islamica all’interno dello stato Siriano. E’necessario constatare comunque che, diversamente da altri paesi come l’Egitto, a causa principalmente della sua storia ma anche della sua conformazione etnica, in Siria coloro che erano favorevoli ad un cambiamento in direzione di maggior intransigenza religiosa erano, e sono, fortemente minoritari.
Il 24 marzo, sull’onda delle manifestazioni svoltesi in tutto il paese, il presidente Assad, annunciava l’avvio di un articolato processo di riforme: dichiarava inoltre che un comitato avrebbe studiato norme per abrogare lo stato di emergenza e per elaborare una legge sui partiti, per superare il monopolio del partito Ba’th. Contemporaneamente in tutto il paese un numero enorme di persone si recava in piazza per affermare il proprio sostegno al presidente (nessuna di queste oceaniche manifestazioni è stata mostrata dai media occidentali). Nonostante però queste importanti concessioni da un lato, ed enormi iniziative popolari a sostegno del regime dall’altro, durante l’ultima settimana di marzo continuano ad arrivare al presidente notizie terribili: nel corso di nuove manifestazioni organizzate dall’opposizione si registrano un grande numero di morti e feriti, non solo però tra i manifestanti, ma anche tra le forze di sicurezza. Il presidente dichiara pubblicamente più volte che nessuno ha ordinato alle forze di sicurezza di sparare sui dimostranti (del resto, al di fuori della stupida logica istillata dai nostri media, è difficile pensare che per poliziotti normali, soldati semplici, sia “perfettamente naturale” sparare indiscriminatamente sui propri connazionali senza alcuna pietà). Alla fine di questa tragica settimana, il quadro è più chiaro: ci sono molti video, trasmessi all’inizio solo dalla televisione di stato siriana, poi da alcuni emittenti russe, che mostrano la verità: in diverse manifestazioni organizzate dall’opposizione, sono presenti elementi non meglio identificati, che, armati, sparano sulle forze di sicurezza. In altri video è possibile vedere cecchini che sparano indiscriminatamente sia sulle forze di sicurezza che sui manifestanti, creando sempre più, com’è facile immaginare, scompiglio, confusione, terrore. Col passare del tempo, le forze di sicurezza riescono a catturare alcuni di questi elementi, le cui confessioni sono trasmesse in continuazione dalle reti nazionali e dalle reti russe, venendo completamente ignorate, naturalmente, dai media europei e americani. Si tratta molto spesso di mercenari stranieri, sauditi,afghani,iracheni e di tante altre nazionalità oppure di siriani, che appartenendo al terrorismo islamico internazionale, in cambio di somme di denaro spesso ingenti fornite da potenti finanziatori, uccidono forze di sicurezza e civili, senza alcun tipo di discriminazione. Per creare il caos. Il presidente Assad, sconvolto come la maggior parte della popolazione, il 30 Marzo denuncia per la prima volta pubblicamente questi fatti.
All’inizio una buona fetta degli oppositori moderati non crede alle parole del presidente, e ritiene che il gran numero di morti di quei giorni sia dovuto al pugno di ferro adottato dal governo. Ma, con il trascorrere dei giorni, si mostra sempre più il tremendo volto dell’orrore. Nei giorni successivi, nuove manifestazioni sfociano in veri e propri massacri, causati nuovamente dalla presenza di terroristi internazionali sia tra le fila dei manifestanti, sia in mezzo tra questi e le forze di sicurezza. Ma non basta. Si hanno notizie in tutto il paese di veri e propri eccidi: intere caserme della polizia sterminate, centinaia di famiglie massacrate. I cosiddetti “ribelli” in questa fase non sono altro che mercenari affiliati al terrorismo islamico internazionale, provenienti da 29 paesi diversi (infiltrati in Siria grazie al sostegno di Arabia Saudita, Usa, Israele tramite il confine turco, libanese, giordano), reclutati da potenti finanziatori (approfondiremo più avanti chi sono costoro) ed equipaggiati con armi nuovissime di fabbricazione europea, americana, israeliana. Tra di loro sono presenti anche siriani di nascita, che approfittano dell’offerta di denaro per compiere massacri e orrori insieme a questi relitti umani. E così, nel giro di breve tempo, da ogni parte della Siria arrivano notizie terribili, quasi troppo incredibili per essere vere. Arrivano foto e video di interi villaggi o quartieri ricoperti di cadaveri. Ma queste bestie a forma di uomo, non si limitano a uccidere senza distinzione civili, poliziotti, musulmani, sciti, laici al grido di Allahu Achbar. La maggior parte dei cadaveri viene trovata sgozzata, decapitata, mutilata senza pietà. Spesso i medici riferiscono che i cadaveri presentano segni di violenze e abusi, indifferentemente se uomini, donne, vecchi o bambini. Ci sono video su Youtube come quello in cui uno di questi abominevoli esseri umani, dopo aver tagliato a pezzi con un machete un soldato delle forze di sicurezza, gli strappa il cuore dal petto, e ne ingoia un pezzo. Si avete capito bene, proprio così.
Alcuni sopravvissuti raccontano altre storie atroci, come quella di un bambino di 11 anni sopravvissuto per miracolo ad uno di questi massacri, che narra la fine della sua famiglia, orrendamente sgozzata a freddo da “un gruppo di strani diavoli con la barba lunga, per nulla rassomiglianti a militari”. Altri, all’arrivo delle forze dell’ordine, raccontano che questi pazzi, una volta entrati nel quartiere, prendono alcuni civili dalle case e, radunata tutta la popolazione in piazza, li uccidono pubblicamente. A volte riprendono la scena col telefonino, mettendo poi il video su Youtube, per fare vedere “cosa succede” ad opporsi al loro potere. Ma non è tutto. Quando alcuni di questi diavoli vengono catturati dalle forze di sicurezza, (spesso tra l’altro le fonti governative riferiscono che costoro hanno nel sangue sostanze allucinogene, droga, alcol in gran quantità) si possono udire altre confessioni di questi semi-analfabeti, ancora più terribili. Costoro dichiarano di essere pagati da “sceicchi”, che versano loro mensilmente un gran numero di dollari, al quale essi sono totalmente asserviti, anche dal punto di vista ideologico, arrivando a svolgere qualunque tipo di compito. Inoltre sono in molti a testimoniare che spesso questi gruppi compiono massacri di civili vestendo divise militari, oppure fanno saltare edifici con civili dentro riprendendo con videocamere le stragi, per poi trasmetterle a reti estere quali Al-Arabiya, attribuendo la paternità di questi atroci delitti alle forze governative.
Il governo siriano, preso atto della situazione, non ha scelta: decide di inviare l’esercito a protezione dei cittadini in diverse città, e in questo modo si sviluppano decine e decine di focolai di guerra lungo il paese. Le forze di sicurezza, come si può ben immaginare dopo aver udito gli orrori di cui sopra, sono accolte ovunque come liberatrici dalla popolazione. A questo punto, quasi la totalità dell’opposizione laica/moderata (perlopiù formata da ceti economicamente elevati e istruiti) al regime di Assad si è assolutamente convinta della gravità della situazione, e comprende perfettamente le dichiarazioni e l’operato del governo. Si verifica quindi un progressivo ritorno di popolarità del regime, che ora può contare sull’approvazione e il sostegno di oltre il 90% della popolazione. Nel giro di alcuni mesi, tra l’altro, Assad farà approvare notevoli riforme di carattere politico/sociale, arrivando addirittura a concedere una nuova costituzione e revocando una volta per tutte il discusso stato di emergenza in vigore dal 1963. D’altro canto Assad dichiara che la Siria non soccomberà mai alle mire dei complotti stranieri, e che lui non si dimetterà lasciando il suo popolo in balia di questi pazzi. Il presidente comunica anche che è compiaciuto delle riforme realizzate grazie al dialogo con le componenti moderate dell’opposizione, ma che è necessario invece opporsi fino all’ultimo uomo contro questi sanguinari terroristi stranieri. Occorre notare che dalla parte dei “ribelli”, si è schierato soltanto un non elevato numero di reali oppositori siriani, ovvero gruppi di islamisti radicali sunniti e simpatizzanti dei fratelli mussulmani(alcuni di questi costretti a forza con i metodi descritti sopra a passare dalla parte dei “rivoltosi”). Costoro attualmente combattono il governo in alcune zone della Siria. E’ inoltre presente un altrettanto esiguo numero di oppositori di stampo moderato al regime di Assad, che però nella quasi totalità non si trovano più nel paese, e sostengono l’opposizione e il neonato “Esercito Libero Siriano”(nome privo di senso, dal momento che in Siria agiscono appunto gruppi di terroristi internazionali senza grandi legami tra loro e senza un reale controllo centralizzato)o per totale ignoranza sul reale stato delle cose, o perché uomini corrotti, pronti per subentrare come amministratori della Siria del dopo Assad con il sostegno degli occidentali.
Ecco appunto, gli occidentali. Parliamo del loro atteggiamento, ma non solo, anche di quello di Israele, e l’Arabia Saudita. Fin dall’inizio, è chiara l’impostazione dei media di questi paesi. Ogni canale ufficiale, ogni testata giornalistica di una certa rilevanza, inizia a ripetere fin da subito che i massacri che avvengono in Siria sono opera del regime. Senza nemmeno essere sfiorati dal ipotesi di errore, articoli su articoli, fiumi di carta e di parole vengono versate contro Assad e il suo governo. Al contrario invece, la Russia, dove circolano le vere immagini di ciò che accade in Siria, si schiera sia a livello di opinione pubblica che a livello politico fortemente in sostegno al regime del presidente Assad, e pone il veto più volte all’interno del consiglio di sicurezza dell’Onu ad un eventuale intervento per aiutare “gli insorti”. Ma, senza alcun obbiezione di coscienza, alcuni paesi quali Usa, Gran Bretagna, Francia, Israele e Arabia Saudita inviano fondi e sostentamenti ai gruppi di “ribelli”. Ma non solo. Esistono molti video in cui sono visibili teste di cuoio mediorientali o addirittura occidentali istruire sul campo i cosiddetti “ribelli” all’uso di complicate e nuovissime armi, prodotte naturalmente in Occidente. Col passare del tempo, gli Usa soprattutto rendono questo finanziamento sempre più smaccato, con il segretario di stato John Kerry, che dichiara pubblicamente enormi trasferimenti di denaro ai membri del “Esercito Libero Siriano”. E col passare del tempo, la diplomazia Occidentale, scade sempre di più nel ridicolo. Viene presentato un piano di pace da Kofi Annan, uno dei pochi diplomatici che si dimostra sul serio intenzionato a far cessare le violenze. Annan chiede che si rispetti un cessate il fuoco, che si giunga a patti con le parti, che si formulino alcune conferenze di pace. Ma, se avete letto ciò è scritto sopra, avete già capito che sono parole al vento: come si può infatti discutere con orde di diavoli, sovvenzionati proprio da chi vuole fomentare il caos e la guerra? Il governo di Bashar Al Assad cerca di rispettare i termini del patto, dà il suo avvallo alla presenza di testimoni Onu in Siria. Ma, chiaramente, si susseguono nuovamente terribili episodi di violenza, che costringono il governo siriano a rispondere per non lasciare solo il popolo di fronte alle barbarie. Il culmine viene raggiunto dopo il massacro di Hula: un gran numero di civili viene trovato orrendamente trucidato nella periferia della città. Su richiesta dell’Russia, viene inviata una squadra di ispettori Onu sul posto per accertare i reali mandanti dell’tremendo eccidio. Poco dopo aver udito la presentazione del generale Mood, capo degli osservatori, che definiva “oscure”le prove riguardo a coloro che avevano ucciso tutti quei civili, incredibilmente quasi tutte le cancellerie europee iniziavano a condannare vigorosamente il regime di Assad come colpevole dell’orrore, e giudicavano come unica possibilità d’uscita la sua dipartita. Il ministro degli esteri Lavrov, incredulo, dichiarò in serata di avere qualche dubbio sulla reale volontà di far cessare le violenze da parte degli occidentali, se invece che accertare il reale mandante degli omicidi, l’Occidente si premuniva di indicare la via per il necessario cambiamento politico della Siria. Di nuovo, da qui in poi, furono chiare le diverse tendenze. Usa, Gran Bretagna e Francia erano per un intervento militare immediato contro il regime, per “proteggere i civili siriani”, Italia e Germania suggerivano invece che bisognava trovare una soluzione politica del conflitto: difficile dire se i ministri degli esteri italiani e tedeschi ignorassero a tal punto la situazione da non capire che il conflitto era in realtà voluto espressamente dai loro compagni di G8 che ne sovvenzionavano una parte in causa, oppure se mentissero sapendo di mentire.
Resta in ogni caso il ridicolo e la vergogna di cui si coprono tutti i diplomatici europei, sovvenzionatori oppure finti pacifisti, che nascondono totalmente qualsiasi tipo di verità al proprio popolo. Altri momenti talmente tragici dal risultare comici di questa atroce messinscena si sono verificati quando la maggior parte dei media Occidentali dichiarò che due attentati compiuti da uomini suicidi ad Aleppo e Damasco fossero stati organizzati dal governo come punizione per i cittadini siriani, e quando è stato diffuso in rete il video di Al Zawahiri, il comandante in capo di Al Qaeda, che esortava alla lotta contro Assad(!). Il comandante di una rete di terroristi teoricamente anti-Occidentale e anti-Israeliana per eccellenza che incita alla rivolta contro uno dei massimi nemici politici degli Usa e di Israele. D’ora in poi non consideratelo troppo credibile, questo fantoccio statunitense.
Dov’eravamo rimasti? Nel frattempo, la gente in Siria continua a morire. Anche la Turchia passa dalla parte degli avvoltoi, e inizia tutto un balletto diplomatico ostile con Damasco. Ma nonostante tutto, giorno dopo giorno, l’esercito siriano(aiutato da Hezbollah e da alcuni contingenti iraniani) riprende quartieri su quartieri, riconquista pezzi di villaggi distrutti e ridotti in cenere, libera sempre più civili dall’occupazione di questi pazzi scatenati. I media stranieri dicono che il fronte dei “ribelli” si sposta verso nord, verso sud, verso est, verso ovest, ma non è altro che l’ennesima menzogna. Non esiste nessun fronte in Siria, questi mercenari sono infiltrati un po’ dappertutto, in molti i quartieri e/o villaggi agricoli, ad Aleppo come a Damasco come ad Hama. Poi a Febbraio 2013, qualcuno inizia a parlare di armi chimiche. Si inizia a sospettare che il sedicente Assad, non contento di tutti gli alti massacri a lui attribuiti, abbia utilizzato il gas Sarin contro i civili, provocando ulteriori genocidi. Obama dichiara che l’utilizzo di armi di distruzione di massa è il punto di non ritorno, e una volta accertato, sarà impossibile non ricorrere all’uso della forza per fermare Assad. Le cancellerie di tutto il mondo gli fanno eco. Anche a voi pare di averla già sentita? Non passano che alcuni mesi. Et voilà. Il 21 Agosto 2013, più di mille persone muoiono a causa di un attacco chimico alla periferia di Damasco. Assad chiede un ispezione dell’Onu, la Russia chiede un’ispezione dell’Onu, ma il resto del mondo non sa cosa farsene, della verità. E così siamo giunti ai giorni nostri. I media di tutto il mondo senza aspettare uno straccio di prova hanno già individuato il colpevole, nonostante un’azione del genere da parte di Assad non avrebbe avuto alcun senso logico, Obama nel frattempo ordina alla flotta Usa di tenersi pronta per l’attacco, accompagnato dalla Gran Bretagna e dalla Francia. L’Italia e la Germania che si trincerano dietro un vigliacchissimo “io senza l’ok dell’Onu non mi muovo” quando potrebbero muoversi eccome, in direzione del senso etico. Israele che totalmente priva di dignità, sa benissimo chi ha fornito i gas ai ribelli per scatenare “l’attacco governativo” alla periferia di Damasco, ma che però distribuisce pubblicamente maschere antigas, per dare ulteriore credibilità di tutto il circo.
Non mi spingo più al di là, non è dato di sapere con precisione perché gli Usa vogliano a tutti i costi la caduta del regime di Assad, si possono solo fare ipotesi, che partono dalla volontà di Israele di rendere inoffensivo il partner di Hezbollah, dei palestinesi e l’unico alleato dell’Iran, oppure per fare un piacere ai potenti alleati dell’Arabia Saudita(che hanno contribuito in maniera determinante all’orrore, fornendo in via diretta ai ribelli mezzi e finanziamenti provenienti dagli Usa e Israele).
Resta, come ho già ribadito sopra, l’enorme vergogna che grava su ogni paese occidentale,che permette queste inaudite infamie, spesso sovvenzionate con i nostri soldi. Prego per le vittime innocenti di questo orrore senza fine. E personalmente, mi resta un rimpianto: non aver potuto partecipare di persona all’incontro privato del 18 giugno 2013 tra Putin e Obama, in cui Putin, uomo che dimostra di avere un briciolo di dignità, aprendo in faccia ad Obama il video con il “ribelle” che si mangia il cuore del soldato siriano, deve avergli detto più o meno “Barack, ma mi spieghi come fai a dormire la notte sapendo di avere sulla coscienza queste cose?”. Ecco, avrei proprio voluto vedere la sua faccia.
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