L’ANSA e il caso Quirico, ovvero “chi controlla il passato controlla il futuro”

Posted on 12 settembre 2013

di quintoelementomusical

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Semplice ed emblematico: il 9 Settembre, all’indomani della liberazione di Domenico Quirico, sul sito dell’ANSA si poteva leggere la notizia “Quirico: ‘Sorpreso da Usariflettere su intervento‘”, un articolo contenente estratti dalle dichiarazioni a caldo dell’inviato della Stampa (e le più esplicite del giornalista belga Pierre Piccinin), così come la riportiamo in fondo. (1)

 L’articolo e e le dichiarazioni contenevano numerosi punti “problematici” per la visione della situazione siriana come ci è stata descritta dai media occidentali.

 Qualcosa si deve essere mosso molto velocemente, se nel giro di poche ore dell’articolo integrale NON SI TROVAVA PIU’ TRACCIA. Dal link originale parte un redirect a questo minimale articolo (2) di una decina di righe. Sembra che la stessa cache sia stata rimossa mentre cliccando su di una traccia su google si trova il Warning! di un fantomatico pericolo per una “connessione non sicura” (in ogni caso procedendo si giunge allo stringato articolo attualmente visibile).

 Copia dell’articolo integrale la troverete solo su quei blog che prontamente avevano ripreso l’articolo (come questo). Cosa è accaduto?  Forse solo di un eccesso di zelo, visto che quelle dichiarazioni hanno fatto il giro del mondo.

 Gioverà citare l’abusato Orwell: “Chi controlla il passato controlla il futuro”, e il tentativo in questione è ben chiaro. Bene ricordarsene.

 (Ringrazio un attento amico per questa segnalazione e per il salvataggio dell’articolo)

 Qui l’articolo originale in pdf

 Pepe Ramone

 (1) in una prima versione il titolo era: “Quirico, non so se Assad abbia usato gas”, presto cambiato in:

 Quirico: ‘Sorpreso da Usa, riflettere su intervento’

 L’inviato della Stampa torna a casa: ‘Ho avuto paura di essere ucciso. Non so se Assad abbia usato gas’.

Domenico Quirico ha fatto ritorno nella sua Govone, accolto da un lungo applauso della sua gente. “Finalmente sono a casa. Sono commosso e ringrazio a tutti”, ha detto il giornalista prima di entrare in casa e riabbracciare le figlie, Metella ed Elisabetta, che non vedeva da 152 giorni.

”Sono estremamente sorpreso che gli Stati Uniti, che sono ben consapevoli di come la rivoluzione siriana è diventata Jihadismo internazionale, ovvero Al Qaida, possano pensare di intervenire. Bisogna riflettere a lungo”. Lo ha detto Domenico Quirico all’aeroporto di Fiumicino.”La rivoluzione in Siria è diventata altro – ha aggiunto Quirico – cioè gruppi radicali islamici che vogliono creare un califfato ed estenderlo a tutto il Medio Oriente e al Nord Africa e mi sorprendo di come gli Usa possano pensare di intervenire per aiutare questi gruppi”. “Io non dimentico cosa è il regime siriano – ha proseguito il giornalista – quali sono stati i suoi metodi, cioè bombardare la popolazione e uccidere migliaia di persone, però prima di intervenire per l’uno o è necessario riflettere e a lungo”…….

“Siamo stati fermati da due pick-up con a bordo uomini armati. I primi giorni eravamo bendati: ho avuto paura di essere ucciso. Forse tre gruppi ci hanno ‘gestito’”. E’ il racconto che Domenico Qurico, molto provato e dimagrito di 4 chili, ha fatto oggi ai pm della Procura di Roma sui suoi 150 giorni di prigionia in Siria. Rispondendo alle domande dei magistrati il giornalista ha aggiunto che “da subito sono state molto dure le condizioni in cui siamo stati tenuti. Il mangiare era dato una volta al giorno al massimo”. L’inviato ha detto, inoltre, di aver tentato per due volte la fuga assieme a Pierre Piccinin, ma dopo essere stato bloccato nuovamente dai suoi rapitori ha dovuto subire due finte esecuzioni. “Ho il sospetto di essere stato gestito da tre diversi gruppi ribelli”, ha detto ancora il giornalista ai magistrati. “Non so dire se durante il sequestro siamo stati venduti ad altri gruppi”, ha riferito Quirico nel corso del colloquio in procura a Roma, durato circa tre ore e mezza. Il giornalista ha spiegato di non “aver mai visto in faccia” i suoi sequestratori. Ha inoltre affermato di non essere mai stato a conoscenza degli sviluppi legati alla sua liberazione. ”Una notizia – ha detto – che ho appurato solo ieri”. All’atto istruttorio, l’inviato speciale de La Stampa è stato accompagnato dalla moglie e dal direttore Mario Calabresi. ”Sono stati mesi molto duri, siamo stati picchiati quotidianamente, abbiamo subito due false esecuzioni”, ha aggiunto Quirico più tardi, all’aeroporto di Fiumicino, poco prima di imbarcarsi su un volo di linea Alitalia per Torino. “Siano stati trattati bene solo per un breve periodo in cui siamo stati affidati ad un gruppo di Al Qaeda, questo lo devo dire per dovere”, ha detto. ”Desidero ringraziare lo Stato, il Governo, il Ministero degli Esteri, funzionari della Farnesina, che, mi è stato raccontato, si sono battuti veramente con un impegno straordinario per farmi uscire dalla Siria, per salvarmi la vita.”, ha affermato Domenico Quirico poco prima di imbarcarsi sul volo Alitalia Roma-Torino. ”Temevo che questa situazione, ovvero il mio sequestro, potesse continuare ancora per altri mesi, per molto altro tempo”, ha concluso.

Quirico in redazione La Stampa, abbraccio dei colleghi – Quirico è stato accolto al suo arrivo a La Stampa a Torino da un lungo, calorosissimo applauso dei suoi colleghi. Accompagnato dal direttore, Mario Calabresi, e dalla moglie Giulietta, il giornalista è stato a lungo abbracciato e festeggiato da molti dei giornalisti presenti. “Grazie, grazie a tutti – ha detto commosso -. Non riesco a dirvi altro”.

‘La fede mi ha tenuto in vita, da solo sarei morto’ – Domenico Quirico ha raccontato ai suoi colleghi della Stampa che “se fosse stato solo non ce l’avrebbe fatta”. “E’ stata la fede a tenermi in piedi, e devo riconoscere che da solo non ce l’avrei fatta – ha detto parlando a lungo ai colleghi, che lo hanno applaudito e hanno brindato con lui -. Con Piccinin ci siamo raccontati le favole di quando eravamo piccoli. Sono finito nella casa dell’orco e non ne uscivo più”.

Quirico: gas, io non so che non e’ stato Assad – “E’ folle dire che io sappia che non è stato Assad a usare i gas”: lo afferma Domenico Quirico secondo quanto riferisce La Stampa.

Sul sito del suo giornale, l’inviato sull’utilizzo dei gas in Siria afferma: “Eravamo all’oscuro di tutto quello che stava accadendo, anche dell’attacco con i gas. “Un giorno – ha raccontato Quirico – dalla stanza in cui venivamo tenuti prigionieri, attraverso una porta socchiusa, abbiamo ascoltato una conversazione in inglese via Skype che ha avuto per protagoniste tre persone di cui non conosco i nomi. Uno si era presentato a noi in precedenza come un generale dell’Esercito di liberazione siriano. Un secondo, che era con lui, era una persona che non avevo mai visto. Anche del terzo, collegato via Skype, non sappiamo nulla”. “In questa conversazione – prosegue la ricostruzione di Quirico – dicevano che l’operazione del gas nei due quartieri di Damasco era stata fatta dai ribelli come provocazione, per indurre l’Occidente a intervenire militarmente. E che secondo loro il numero dei morti era esagerato”. “Io non so – ha continuato Quirico – se tutto questo sia vero e nulla mi dice che sia così, perché non ho alcun elemento che possa confermare questa tesi e non ho idea né dell’affidabilità, né dell’identità delle persone. Non sono assolutamente in grado di dire se questa conversazione sia basata su fatti reali o sia una chiacchiera per sentito dire, e non sono abituato a dare valore di verità a discorsi ascoltati attraverso una porta”.

Piccinin, non è stato regime Assad a usare gas” – E’ un dovere morale dirlo. Non è il governo di Bashar al-Assad ad avere utilizzato il gas sarin o un altro gas nella periferia di Damasco”. Così Pierre Piccinin alla radio RTL-TVi, dicendo di avere sorpreso una conversazione tra ribelli in proposito insieme a Quirico.

Direttore La Stampa, non gli hanno risparmiato nulla – “E’ stato un sequestro terribile e molto pesante: non gli è stato risparmiato nulla”. Così il direttore del quotidiano La Stampa, Mario Calabresi, parlando in Procura a Roma con i giornalisti che stanno seguendo l’interrogatorio dell’inviato tornato libero ieri dopo 5 mesi di prigionia in Siria. Il direttore del quotidiano ha aggiunto che “Domenico sta bene ma anche se molto affaticato. Ha in testa un diario lucido di questi 150 giorni di prigionia”.

Governo belga ringrazia Italia per Piccinin – ”Il governo belga ringrazia le autorità italiane” per ”l’eccellente collaborazione” nella gestione del rapimento e della liberazione dell’insegnante belga Pierre Piccinin, ostaggio dei ribelli siriani per cinque mesi in insieme al giornalista de ‘la Stampa’ Domenico Quirico. ”Le auorità belghe”, si legge poi nella nota diffusa da Bruxelles che ricorda i ”contatti regolari” tenuti con Roma, ”sono state informate dai loro omologhi italiani della liberazione dei due ostaggi la sera di domenica”.

Piccinin, abbiamo tentato fuga due volte – Domenico Quirico e Pierre Piccinin hanno cercato di scappare due volte durante la loro prigionia in Siria. Lo ha raccontato l’insegnate belga in un’intervista alla radio Bel RTL. Una di queste, dopo due giorni di fuga, sono stati ricatturati e puniti ”in maniera molto pesante” per il gesto.

Con Quirico ”abbiamo cercato di scappare due volte. Una volta, abbiamo approfittato del momento della preghiera e ci siamo impadroniti di due kalashnikov”, ha raccontato Piccinin. ”Per due giorni abbiamo attraversato la campagna prima di ricadere nelle mani dei rapitori e poi di farci punire molto seriamente per questo tentativo d’evasione”.

Piccinin, Domenico subì due false esecuzioni – Domenico Quirico ”ha subito due false esecuzioni con una pistola”. Lo ha rivelato l’insegnante belga Pierre Piccinin, il suo compagno di prigionia, alla radio Bel RTL. Il giornalista de ‘La Stampa’ e l’insegnante belga, ha raccontato quest’ultimo, hanno subito ”violenze fisiche molto dure”. Ora ”fisicamente va bene, nonostante le orribili torture che abbiamo subito, Domenico ed io”, ha detto alla radio Piccinin, nonostante ”umiliazioni, vessazioni, false esecuzioni. Domenico ha subito due false esecuzioni con una pistola”.

 (2) Ecco l’articolo così come è visibile al momento:

 Quirico: non c’è nessuna rivoluzione, solo banditi

 In Siria “non c’è nessuna  rivoluzione, ma solo banditi”. Lo sostiene Domenico Quirico, l’inviato della Stampa rientrato domenica proprio dalla Siria, dove è stato sequestrato per cinque mesi. “La rivoluzione non c’è più – insiste Quirico, ospite questa sera a Ballarò – e non c’è nessun progetto politico, ma solo banditi”.

 “Non so se sia stato pagato un riscatto per la mia liberazione, ma di certo se sono qui è per l’avidità” dei sequestratori. “Se anche lo sapessi – si limita ad aggiungere Quirico – sarei tenuto al segreto istruttorio che è stato posto su questa vicenda. Posso comunque dire che, se sono stato liberato, è per un sentimento diffuso come è, appunto, l’avidità”.

http://quintoelementomusical.wordpress.com/2013/09/12/lansa-e-il-caso-quirico-ovvero-chi-controlla-il-passato-controlla-il-futuro/

 

Una soluzione per la Siria

Care amiche e cari amici,

Poche settimane fa, i bambini che vedete in questa foto sono stati uccisi nel sonno con del gas letale. C’è un modo pacifico per fermare questi massacri: Stati Uniti e Iran devono riunire attorno a un tavolo delle trattative le parti in causa e arrivare a un “cessate il fuoco”. Per la prima volta i rispettivi presidenti stanno lasciando la porta aperta al dialogo. Facciamogli sapere che il mondo intero vuole i negoziati subito per salvare delle vite umane! Firma ora:


Firma la petizione

Solo poche settimane fa, i bambini in questa immagine sono stati uccisi nel sonno con del gas letale, ma sembra quasi che il mondo se ne sia dimenticato, incagliato nella discussione sull’intervento militare degli Stati Uniti. Ora c’è un barlume di speranza, una strada pacifica per fermare questi massacri.

La sanguinosa guerra civile in Siria è stata alimentata dalla rivalità tra l’Iran, il principale sostenitore di Assad, e gli Stati Uniti con i loro alleati. Ma questo squallido attacco chimico ha cambiato le carte in tavola: il nuovo e moderato presidente iraniano ha pubblicamente condannato l’attacco chimico mentre Obama ha dichiarato di essere pronto a lavorare con “chiunque” per risolvere questo conflitto. Dobbiamo subito appellarci a entrambi i leader e chiedere che sia avviato un negoziato di pace tra le parti in causa per evitare molte altre morti.

In questo momento i tamburi della guerra stanno battendo forte in Siria, ma se saremo abbastanza a chiedere a Rouhani e Obama di percorrere la via diplomatica, potremo mettere fine all’incubo per le migliaia di bambine e bambini siriani terrorizzati dalla minaccia di nuovi attacchi chimici. Non c’è tempo da perdere. Clicca subito e unisciti a questa petizione urgente: non appena raggiungeremo il milione di firme la faremo arrivare direttamente ai due presidenti:

http://www.avaaz.org/it/solution_for_syria_loc/?bxFMgfb&v=29157

La guerra in Siria è la più violenta dell’era moderna e questo attacco chimico contro dei civili innocenti è quanto di peggio si sia visto al mondo negli ultimi 30 anni. Tutti noi dobbiamo assumerci la responsabilità di proteggere il popolo siriano dallo sterminio, ma negli ultimi due anni la comunità internazionale ha vergognosamente lasciato la situazione in stallo, abbandonando a se stessi i cittadini siriani. Ora, nonostante sia evidente a tutti come l’attacco sia stato lanciato dalle forze di Assad, i sostenitori del regime hanno seminato il dubbio e, insicuro sull’entrata in guerra, il resto del mondo non si decide per un intervento umanitario. Questi negoziati sono una nuova opportunità per fermare ulteriori massacri.

Si è sempre creduto che gli Stati Uniti non avrebbero mai interloquito con l’Iran, e che l’Iran non avrebbe mai aiutato gli Stati Uniti a risolvere la crisi siriana, ma le ultime mosse puntano nella direzione del cambiamento e della speranza. Il presidente Obama può anche lanciare delle incursioni, ma non ha il necessario supporto popolare per una vera e propria guerra e sta cercando un modo per evitare un conflitto prolungato. Inoltre 130 membri del Congresso USA gli hanno chiesto di dialogare con l’Iran. In questo momento una spinta di massa, globale e pubblica in favore della via diplomatica potrebbe convincere il presidente statunitense verso i negoziati.

Ahmadinejad, il vecchio presidente iraniano, ha speso miliardi per fornire il regime di Assad di contanti e armi. Ma il nuovo presidente Rouhani è stato eletto con un programma che si propone di creare legami con l’occidente e di favorire un rapporto politico con l’opposizione siriana. L’attacco chimico riporta a galla i dolorosi ricordi dell’uso che l’Iraq fece del gas contro l’Iran stesso, e questo sta erodendo il supporto dell’opinione pubblica iraniana per Assad: fonti interne raccontano di una crescente pressione per riconsiderare il supporto iraniano al regime siriano. Questo potrebbe essere il punto cruciale per portare Rouhani al tavolo delle trattative.

I negoziati non faranno cessare gli orrori della guerra dalla sera alla mattina, ma non esiste una soluzione facile e veloce. Dobbiamo fermare al più presto le uccisioni di questi bambini innocenti e imboccare la strada che renderà il mondo un luogo più sicuro e più unito, piuttosto che sempre più lacerato. Facciamo in modo che Iran e Stati Uniti inizino subito i negoziati di pace:

http://www.avaaz.org/it/solution_for_syria_loc/?bxFMgfb&v=29157

Esiste già una roadmap per il processo di pace in Siria, stilata a Ginevra, ma per la prima volta potrebbe esserci la volontà politica di ignorare tutte le differenze e sedersi a discutere una soluzione. L’Iran è l’unico Paese al mondo con sufficiente influenza sulla Siria per costringere il regime a partecipare ai negoziati di pace. E allo stesso modo gli Stati Uniti e i loro alleati in Medio Oriente possono convincere l’opposizione al dialogo.

E’ stato necessario passare dall’orrore della seconda guerra mondiale per istituire l’Onu e ottenere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Forse l’orrore che si sta vivendo in Siria può finalmente spingere Stati Uniti e Iran, e i loro presidenti moderati, ad affrontare differenze di vecchia data e a gettare le basi per una pace più duratura per la Siria e per l’intera regione, con conseguenze per un mucchio di problematiche mondiali, dalla proliferazione delle armi nucleari alla pace tra Israele e Palestina. La nostra comunità si è schierata da subito al fianco dei cittadini siriani. Ora hanno bisogno di noi più che mai. Dobbiamo impegnarci al massimo.

Con speranza e determinazione,

Alice, Luis, Ian, Emily, Bissan, Antonia, Ricken, Lisa, Mais e tutto il team di Avaaz

PS – Molte campagne sono lanciate dai membri della nostra comunità! Lancia la tua e vinci su questioni locali, nazionali e globali: http://www.avaaz.org/it/petition/start_a_petition/?bgMYedb&v=23917

PER APPROFONDIRE:

Siria attacco con gas strage di bambini (Ansa)
http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/mondo/2013/08/21/Siria-attacco-gas-strage-bambini_9182649.html

Siria, Obama cerca l’appoggio dell’ex avversario repubblicano McCain per vincere le resistenze parlamentari (Huffington Post)
http://www.huffingtonpost.it/2013/09/02/siria-obama-mccain_n_3856803.html

Telefonata Putin-Rouhani “Uso del gas è inaccettabile” (Internazionale)
http://www.internazionale.it/news/siria/2013/08/29/telefonata-putin-rohani-luso-del-gas-e-inaccettabile/

Rohani telefona a Putin: Iran farà di tutto per evitare attacco (La Presse)
http://www.lapresse.it/mondo/asia/siria-rohani-telefona-a-putin-iran-fara-di-tutto-per-evitare-attacco-1.386041

Siria, nulla di fatto al G20. (La Repubblica)
http://www.repubblica.it/esteri/2013/09/05/news/siria_l_iran_al_fianco_di_assad_armi_chimiche_pretesto_per_l_attacco-65935596/

Assad: “Uso di armi chimiche? Illogico” (Il Sole 24 ore)
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-09-02/siria-mosca-prove-presentate-085829.shtml?uuid=AbbDGTSI

Siria, 2 milioni di profughi (Corriere della Sera)
http://www.corriere.it/esteri/13_settembre_03/siria-2-milioni-profughi_1bd8df48-1468-11e3-9c5e-91bdc7ac3639.shtml

Italia in guerra contro la Siria: salpate due navi militari senza l’autorizzazione del parlamento!

purtroppo per i cultori della liberazione dire sovranità è una bestemmia, ma è la sovranità, peraltro citata in costituzione che dovrebbe concedere al popolo la libertà di scegliersi gli “ospiti”. Ma basta fingersi antiimperialisti per cancellare la conquista ed annessione dell’Italia agli Usa?

On 13 set 2013.

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Di Gianni Lannes

 Notizie legate tra loro che il popolo italiano non deve sapere. L’Italia è illegalmente imbottita di ordigni atomici di Washington (in violazione del Trattato internazionale di non proliferazione nucleare), viene usata dagli USA come base per fare la guerra al resto del mondo che al popolo italiano non ha torto un capello. Non è tutto.

 Il Parlamento italiano, fino a prova contraria, non ha autorizzato la guerra contro la Siria, eppure sono salpate in sordina verso il Medioriente due navi da guerra tricolore. Chi ha dato il via libera illegalmente. Il Governo Letta che non ha per legge questo potere? Il capo supremo dello Stato? Il ministro degli esteri Emma Bonino che starnazza di Onu? Il ministro della guerra Mauro? Insomma chi? Allora chi ha calpestato ancora una volta l’articolo 11 della Costituzione? Qualcuno obietterà: ma tanto è stata superata, o meglio stracciata dal Trattato di Lisbona (firmato nel 2007 da Prodi e D’Alema senza consultazione popolare, ed entrato in vigore nel 2009). Indubbiamente.

 I dettagli. Due navi militari, il cacciatorpediniere Andrea Doria e la fregata Maestrale, sono salpate il 4 settembre 2013 da Taranto per dirigersi al largo delle coste libanesi. Scopo teorico della missione: tutelare le truppe italiane della forza Unifil in caso di conflitto siriano. Perché l’attacco americano potrebbe scatenare violenza in tutta l’area. In realtà: si tratta di unità belliche: l’Andrea Doria è la punta di diamante tricolore per fare la guerra.

 Il Governo siriano si difende come può, nonostante l’accerchiamento occidentale e mediorientale: «Il governo siriano non cambierà posizione nemmeno se ci fosse la terza guerra mondiale, nessun siriano può sacrificare l’indipendenza del Paese», ha affermato in un’intervista all’agenzia Afp il vice ministro degli Esteri Faysal Moqdad. Il Governo di cui è stato ospite il caPo dello Stato pro tempore, Giorgio Napolitano, solo 3 anni fa, ribadisce quindi di volersi difendere ad ogni costo e con ogni mezzo possibile da un eventuale attacco americano. E a questo scopo, ha sottolineato Moqad, Damasco ha già adottato «tutte le misure» necessarie per far fronte a «un’aggressione».

 «Gli Usa stanno mobilitando i loro alleati in vista di un’altra guerra. La Siria ha tutto il diritto di mobilitare i suoi di alleati e questi offriranno ogni tipo di sostegno», ha detto Moqdad riferendosi a Russia e Iran. Sostegno che arriva immediato anche sulle analisi e sui toni. Secondo il ministro degli Esteri russo un attacco militare contro la Siria potrebbe avere effetti catastrofici se un missile colpisse un piccolo reattore vicino a Damasco che contiene uranio radioattivo.

 NAPOLITANO A DAMASCO:

Derivati: Banca Carige come MPS, ma la politica tace sul disastro sistemico

venerdì, settembre 13, 2013

 Per carità, non dubitiamo della buona fede dell’On. Giuseppe Civati (PD), ma queste sue parole pongono diversi interrogativi. Partiamo da quel che ha scritto sul blog:

 “Vorrei un partito che dicesse: non abbiamo una banca. A Genova mi hanno raccontato le ultime sulla vicenda controversa (eufemismo) della banca Carige. La politica molto (troppo) presente, gli affari e i pasticci senza controllo: una storia italiana, insomma.

 Mi piacerebbe che dessimo, d’ora in poi, un segnale, netto, di discontinuità: che dicessimo che vogliamo un partito che non ha una banca e non la vuole avere. E che fossimo noi i primi a voler chiarire situazioni che sono il principale ostacolo a qualsiasi progetto di cambiamento. Nella vita politica e amministrativa e, più in generale, in tutto il Paese.”

 Come un disco rotto, il refrain è lo stesso: ci si affretta a dire che la causa della crisi di questo o quell’istituto bancario è da attribuirsi al vizio italico di aiutare gli amici degli amici, di commettere ruberie, così da attribuire responsabilità individuali, mai di sistema.

Ma la verità viene a galla, c’è “Una mina-derivati nei bilanci di Carige. La Procura genovese ha avviato un’indagine sul caso della Banca Carige, finita sotto i riflettori dopo l’ispezione della Banca d’Italia” si legge su La Stampa.

Banca Carige, prosegue l’articolo di Gianluca Paolucci, avrebbe in pancia dei “derivati «a leva» (a debito, ovvero con rischi di perdite superiori all’investimento) sui Titoli di Stato italiani sottoscritti dall’istituto. Posizioni pari a circa 7 miliardi di euro, scrive Bankitalia nella sua relazione. Tanto, per una banca che ha 26 miliardi di raccolta e 30 miliardi di impieghi. A fare la parte del leone come controparte è Deutsche Bank, istituto tedesco già coinvolto con Santorini nel caso di Mps.”

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Ecco che si presentano le analogie con lo scandalo di Banca MPS che ha stipulato derivati con una controparte che di volta in volta ha nomi diversi: Nomura, Santander, Deutsche Bank…

 Pippo Civati è al corrente di quanto sta accadendo?

Ha annunciato provvedimenti legislativi per rimediare all’arbitrio nell’esercizio del credito? No.

Ha però messo al punto 9 la separazione bancaria tra Le 10 cose da fare subito (e ora è subito)

Che cosa aspetta l’On. Civati a firmare uno dei numerosi disegni di legge depositati in Parlamento per ripristinare la legge Glass-Steagall?

Perchè non si impegna pubblicamente per mettere le proposte sulla separazione bancaria all’ordine del giorno per la discussione in Aula?

 Eppure si legge ultimamente di scandali che vedono al centro tante banche esposte verso singoli debitori per importi rilevanti: Banca Carige appunto, Banca Marche commissariata, il Credito Cooperativo Fiorentino legato all’On. Denis Verdini, ma c’è pure Intesa Sanpaolo esposta verso il grande speculatore Romain Zaleski amico del banchiere Bazoli per miliardi euro!, poi naturalmente c’è Monte dei Paschi di Siena

Ci vuole la politica con regole e incentivi perchè le banche possano prestare all’economia reale e poi ci vuole una vigilanza seria.

Non è che un politico può agire pilatescamente senza prendere iniziativa legislativa, altrimenti si finisce per ribadire il liberismo delle tre scimmie: non vedo, non parlo, non intervengo.

Negli anni le banche si sono messe in pancia di tutto e di più, si comprendono le ragioni degli accantonamenti richiesti dalla vigilanza bancaria a copertura del rischio derivati, che di conseguenza porta a chiudere i rubinetti del credito. Allora si capisce perchè le banche evitando di prestare troppi soldi in giro, devono accantonare una quantità di capitale molto grande per coprire perdite potenzialmente disastrose.

 Che cosa si tenta allora di fare? Il copione prevede nuovi capitoli da inventare per la distrazione di massa così da sviare l’opinione pubblica dalla ricerca delle cause prime della crisi bancaria.

 21st              Century Glass-Steagall Act

Così Pd e Pdl si dividevano le nomine di Monte Paschi. I pm aprono un fascicolo sui rapporti tra banca e politica, si legge sul Corriere della Sera

 Nel recente passato di questo amato Paese è accaduto che gli uomini che erano alla guida della vigilanza bancaria, sono stati promossi ad incarico di prestigio, Draghi alla guida della BceTarantola alla guida della RaiSaccomanni dirige il Ministero del Tesoro.

Giuliano Amato, già senior advisor di Deutsche Bank in Italia, è stato nominato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Giudice della Corte Costituzionale.

Di Amato il citato articolo del Corriere della Sera scrive in proposito: “In uno stralcio di verbale reso noto qualche settimana fa, Fabio Ceccherini il presidente della Provincia di Siena dal 1999 al 2009, chiarisce che nel 2006, per le nomine di Mancini a presidente della Fondazione e Mussari a presidente della banca, di averne parlato «con Cenni, Ceccuzzi e con Franco Bassanini che era stato eletto nella circoscrizione di Siena e assieme all’onorevole Giuliano Amato erano quelli maggiormente attenti al territorio e alla banca. Ebbi colloqui anche con D’Alema che esprimeva perplessità sulla governance ».”

 Allora diciamo che si colpiscono le piccole banche e non si controllano le big?

 Per porre fine alla influenza della grande finanza sulla politica, occorre fare quello che ha capito perfino l’ex CEO di Citi John ReedDobbiamo spezzare le grandi banche.

We Need To Break Up The Big Banks, riporta l’Huffington Post del 9 settembre 2013 http://www.huffingtonpost.com/2013/09/09/john-reed-break-up-banks_n_3893687.html

 Ah, sempre all’ On. Civati che si duole spesso per la mancata elezione di Romano Prodi alla presidenza della Repubblica, raccomandiamo la lettura della storia del Professore intorno alle privatizzazioni:

http://www.nocensura.com/2011/08/prodi-e-de-benedetti-unamicizia-molto.html#_

http://minonea.wordpress.com/2010/07/07/le-privatizzazioni-di-prodi/

 ***

 Fonte: http://nobigbanks.it/2013/09/12/derivati-banca-carige-come-mps-ma-la-politica-tace-sul-disastro-sistemico/

Likoudisation du monde

LUCMICHEL.NET/ DOCTRINE BUSH II ET « LIKOUDISATION DUMONDE » : DU « 11 SEPTEMBRE » A LA GUERRE EN LIBYE ET EN SYRIE …

 En Bref / avec – PCN-SPO /

2013 09 12 /

 Je traitais hier de « L’autre 11 Septembre », celui de 1973 au Chili. Et je reviendrai sur le sujet prochainement dans une longue analyse sur la « GEOPOLITIQUE DU MONDE POST-11 SEPTEMBRE ».

 

Mais j’appelle à méditer sur l’analyse qui suit.

Au moment où l’impérialisme américano-sioniste – la France de Sarkollande ou le NATO sont les valets des deux – organisent l’agression de Damas, deux ans après la prise de Tripoli par l’OTAN, elle explique pourquoi ces événements sont les séquelles du 11 septembre 2001.

 Ecoutons Naomi KLEIN dénoncer « LA « LIKOUDISATION » DU MONDE » :

« Depuis le 11 septembre, une nouvelle ère géopolitique a été ouverte, selon les orientations de ce qu’on appelle généralement la « doctrine Bush » et qui comprend plusieurs éléments : des guerres préventives, des attaques contre l’ « infrastructure terroriste » (ce qui peut aller jusqu’à des attaques contre les pays en entier), et une insistance sur le fait que l’ennemi ne comprend que le langage de la force. Cela serait plus juste de qualifier cette vision du monde en fait de « doctrine Likoud ». Celle-ci, précédemment appliquée contre les Palestiniens, est maintenant agréée par plusieurs nations dans le monde, et mise en œuvre à l’échelle mondiale. C’est l’héritage du 11 septembre, la « likoudisation du monde ». Pour être plus précis, cela ne veut pas dire que les principaux éléments de l’administration Bush travaillent pour les intérêts d’Israël, et donc contre les intérêts des Etats-Unis (c’est un argument qui est quelquefois utilisé, dit de la « double loyauté »). Le 11 septembre, George W. Bush s’est défini une nouvelle philosophie politique, en tant que « président de guerre ». Il a trouvé les fondements de cette philosophie dans la doctrine du Likoud, que lui ont transmise des éléments pro-Likoud au sein de la Maison Blanche. Depuis lors, la Maison Blanche a mis en œuvre cette logique d’une manière très consistante dans sa « guerre contre le terrorisme ». C’est ce qui a conduit aux conflits en Afghanistan et en Irak. Et qui pourrait continuer contre la Syrie et l’Iran. Ce n’est pas tellement que Bush veut protéger Israël contre un monde arabe hostile. C’est qu’il voit le rôle des Etats-Unis de la même façon qu’Israël voit le sien. Dans ce narratif, les Etats-Unis combattent une guerre sans fin pour sa survie, contre des forces irrationnelles qui cherchent à les exterminer ».

 Cette vision paranoïaque du monde n’a jamais quitté la Maison blanche. Et elle a fait d’Obama un sous-Bush II …

 LM

 http://www.lucmichel.net/2013/09/13/lucmichel-net-doctrine-bush-ii-et-likoudisation-dumonde-du-11-septembre-a-la-guerre-en-libye-et-en-syrie/

 (*) Cfr. LUCMICHEL.NET/ L’AUTRE « 11 SEPTEMBRE » …

sur http://www.lucmichel.net/2013/09/11/lucmichel-net-lautre-11-septembre/

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 Luc MICHEL /

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Municipal elections in Moscow

EODE-TV / SEPTEMBER 8, 2013: MUNICIPAL ELECTIONS IN MOSCOW 

 Luc MICHEL for EODE-TV/

with RT – RIA Novosti / 2013 09 11 /

https://www.facebook.com/EODE.TV

https://vimeo.com/eodetv

http://www.eode.org/

 With all votes counted, Acting Mayor of Moscow Sergey Sobyanin has won the mayoral election in the Russian capital with 51.37 percent of the ballot. He beat opposition figure Aleksey Navalny, who is placed second with 27.24 percent.

 MUNICIPAL ELECTIONS OF SEPT. 8, 2013 IN MOSCOW /

 Video 1/ THE CAMPAIGN on:

https://www.facebook.com/photo.php?v=1412643885620440

 Video 2/ ACTING MAYOR OF MOSCOW SERGEY SOBYANIN on:

https://www.facebook.com/photo.php?v=1412652168952945

 Video 3/ THE RESULTS on:

https://www.facebook.com/photo.php?v=1412657532285742

 

Voting concluded in the Russian capital at 8pm MSK (14:00 GMT), with observers reporting no serious violations at polling stations. In order to win the election in one round, a candidate needed more than 50 percent of the votes. The turnout, which according to the Moscow election commission was about 32 percent of Muscovites, does not affect the results.

At the same time, so-called “exit polls conducted by the opposition leader’s campaign office” suggest that “Navalny has claimed 35.6 per cent of the vote, with Sobyanin receiving 46 percent”. The opposition candidate announced that “there will be a second round of voting in the mayoral election. He vowed to call on his supporters “to take to the streets” if it does not take place”.  Lassical A classical move of the pro-western opposition in every election in Russia (dec. 2011, march 2012), following the classical operating scenario of the “colored revolutions” in Eastern Europe since 2000. Navalny said also “he refuses to recognize the legitimacy of the votes cast at home”, claiming that “they could have been falsified”.

 Moscow’s mayoral election came as a surprise in June when an ally and former administration head of President Vladimir Putin, Sobyanin, 55, announced that he would step down and run for a seat in September. Sobyanin had two years left in his term before it was due to expire. He was appointed mayor in 2010 after the then-President Dmitry Medvedev sacked veteran mayor Yury Luzhkov. Sobyanin’s sudden decision gave other potential candidates little time to elaborate viable campaigns.

 Over $13 million has been allocated from the Moscow budget for the mayoral election. Some 7,000 web cameras have been installed at the polling stations to prevent voting fraud. Over 42,000 police officers, including 10,000 at polling stations, are to ensure security during Sunday’s election. Aleksandr Brod an observer from the Moscow Bureau of Human Rights who serves on the President’s Civil Society Council claimed that on the whole, there were no “decisive violations.”

 The commission tasked with observing the polls has received over two dozen complaints about the running of the election. One of them involved a false observer from the Communist Party who came to a polling station. When the real one arrived, the impostor ran away.

In another incident more than 500 leaflets, calling residents to vote against all candidates, were seized from a woman illegally campaigning at one of the capital’s polling stations. When she was detained, it turned out she had come from a different city.

 WHO IS REALLY THE OPPOSANT NAVALNY ?

 The main competitor is 37-year-old lawyer neofascist – linked to the Russian racist far-right – Navalny, who burst onto the political arena back in 2008 as a blogger exposing corruption among high-ranking Russian officials, and later became the face of the Kremlin opposition and the Moscow protest movement. Ahead of the 2011 parliamentary election, Navalny called on his followers to vote for any party except United Russia, which he dubbed the “party of crooks and thieves”. But he is also involved in corruption files. In July 2013, Navalny was sentenced to five years in prison on charges of embezzlement. In an unprecedented move, the young politician was released after one day in jail to allow him to continue his campaign pending appeal of his sentence. However, the so-called “anti-corruption campaigner” of the Western medias may lose his appeal and return to jail after the mayoral election. His conviction would legally exclude him from ever running for or holding public office, keeping him in jail until after the next presidential vote in 2018.

 “It is one thing to jump on the trendy bandwagon of combating corruption, but it’s a totally different thing to manage a city of 12 million and do a good job actually combating corruption,” Putin said of Navalny in a televised interview with AP and Channel 1.

Meanwhile, four other candidates are also running in the election, including Communist Ivan Melnikov, Liberal-Democrat Mikhail Degtyarev, Yabloko party chairman Sergey Mitrokhin, and A Just Russia’s Nikolay Levichev.

 ALSO GUBERNATORIAL ELECTIONS IN SEVEN OTHER RUSSIAN PROVINCES

 In addition to Moscow, gubernatorial elections are being held in seven other Russian provinces on Sunday, including the Moscow Region and the troubled North Caucasus republics of Ingushetia and Dagestan.

 In 2004, popular elections of regional heads were abolished under Putin’s initiative in a bid to step up federal control over the regions following the Beslan school terrorist attack in the Northern Caucasus. The regional heads have since been voted in by regional legislatures after being nominated by the Russian president.

 Although popular votes for governors were reinstated in 2012, Dagestan and Ingushetia will opt out of direct election. Under a law enacted in April, local legislatures can still select the new head if the authorities fear that a direct vote could result in instability and violence.

 LM / EODE Press Office

 http://www.eode.org/eode-tv-september-8-2013-municipal-elections-in-moscow/

Le intercettazioni di Amato al telefono con il capo del Montepaschi

Fresco fresco di nomina a giudice della Corte Costituzionale, Giuliano Amato non si aspettava di certo di trovare le sue parole al telefono con Giuseppe Mussari, prima a.d. e poi presidente del Monte dei Paschi di Siena, per questioni di stretta importanza istituzionale: il tennis club di Orbetello. E venticinquemila euro in meno:

 La lettura dei brogliacci mostra comeMussari fosse riuscito a creare intorno a sé un consenso diffuso, un appoggio trasversale che coinvolgeva tutti i partiti. A metà febbraio del 2010 si aprono i giochi per il rinnovo al vertice dell’Abi, l’associazione bancaria italiana, e cominciano a circolare le indiscrezioni. Il 14 lo chiama Giuliano Amato e, annotano gli investigatori nel «brogliaccio» delle telefonate, «gli chiede se è vera la voce circa la sua candidatura all’Abi in modo tale da fare qualcosa per sostenerlo. Mussari glielo conferma».

 Non si sa se il sostegno sia stato determinante,ma il 1 aprile è Amato a chiedere un favore.

 Amato: «Mi vergogno a chiedertelo, ma per il nostro torneo a Orbetello è importante perché noi siamo ormai sull’osso, che rimanga immutata la cifra della sponsorizzazione. Ciullini ha fatto sapere che il Monte vorrebbe scendere da 150 a 125». Mussari: «Va bene ma la compensiamo in un altro modo». Amato: «Guarda un po’ se riesci, sennò io non saprei come fare… trova, c’hai un gruppo? La trovi?». Mussari: «La trovo, contaci».

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Israele: Knesset non ratificherà trattato armi chimiche.

” Mentre la Russia e gli Stati Uniti stanno cercando di disarmare la
Siria delle sue armi chimiche, per via diplomatica, Israele è a
conoscenza della possibilità che le organizzazioni internazionali
possano chiedere la stessa cosa.

Israele ha firmato la Convenzione sulle armi chimiche del 1993, ma non
l’ha ratificata. Il ministero degli Esteri israeliano ha recentemente
dichiarato che lo Stato ebraico non farà votare il trattato alla Knesset
(parlamento), una procedura necessaria per la sua ratifica.

“Purtroppo, in altri paesi del Medio Oriente non l’hanno seguito ed ha
riferito che la loro posizione non cambierà neanche se Israele
ratificasse la Convenzione”, ha detto Xinhua Yigal Palmor, portavoce del ministero israeliano degli Affari Esteri .

La Siria è sospettata di possedere il più sofisticato arsenale chimico
nel Medio Oriente, e l’Egitto ha utilizzato armi chimiche contro lo
Yemen nel 1960. Siria ed Egitto non hanno firmato la Convenzione sulle
armi chimiche. L’Egitto si rifiuta di firmare la convenzione per il fatto che Israele si rifiuta di firmare il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari.

“La minaccia di armi chimiche contro Israele e la sua popolazione civile
non è né teorico né lontana”, ha dichiarato Palmor, aggiungendo: “.
Queste minacce non possono essere ignorate da Israele”.

http://french.cri.cn/621/2013/09/12/601s341758.htm

RT djihadistes ds les prisons de Damas

PCN-TV / REPORTAGE DE ‘RT’ SUR LES DJIHADISTES EMPRISONNES A DAMAS

 PCN-TV pour Syria Committees – Comités Syrie

avec RT – PCN-SPO / 2013 09 12  /

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV 

https://vimeo.com/pcntv

 

La TV russe RT (Russia Today) a pu rencontrer des djihadistes venus de l’UE et d’Asie centrale emprisonnés à Damas.

Les mêmes qui avaient été présentés à la mission parlementaire belge (Parlement flamand) et à Luc MICHEL en juin dernier à Damas (et déjà filmés par une équipe de PCN-TV, extraits diffusés mi juin 2013 sur plusieurs TV flamandes et néerlandaises).

 Le reportage video de RT sur :

https://vimeo.com/74347854

et

https://www.facebook.com/photo.php?v=1412468465637982

 # Un excellent complément video à l’article de Karel Huybrechts diffusé ce jour sur SYRIA COMMITTEES Website …

 Lire : SYRIA COMMITTEES / DJIHADISTES VENUS DE L’UE : LA TRAQUE COMMENCE EN SYRIE !

http://www.syria-committees.org/syria-committees-djihadistes-venus-de-lue-la-traque-commence-en-syrie/

 PCN-TV & PCN-SPO

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 http://www.syria-committees.org/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

 

Uno dei massimi ideatori e fomentatori del terrorismo mondiale finalmente a processo ?

Bandar Bin Sultan sarà arrestato dalla corte penale Internazionale per crimini di guerra?

Tradotto e Riadattato da Fractions Of Reality

 I Media arabi raccontano da due giorni gli sforzi per perseguire il capo dell’intelligence saudita, Bander Bin Sultan per crimini di guerra. L’istituto di ricerca e di informazione del mondo unico è composto da decine di avvocati che intendono presentare un reclamo contro il capo dell’intelligence saudita per crimini contro l’umanità e per i crimini di guerra in Siria. Altre accusano pesano contro di lui, secondo gli avvocati Bin Sultan sostiene finanziariamente il terrorismo nel mondo, prende parte alla pianificazione del terrorismo, oltre ai vari ricatti perpetrati ai danni di istituzioni giuridiche internazionali.

 La causa che sarà presentata contro Bandar, ha molti elementi che sono in linea con le argomentazioni spese a favore della teoria secondo cui Bander Bin Sultan sarebbe il “principe delle cospirazioni!” L’istituto in questione impiega decine di consiglieri e si propone di assicurare alla giustizia l’arabo Bander per i crimini che ha commesso da più di due anni in Siria.

Frammenti di Realtà