Colombia paralizzata dalle proteste. Settimo giorno di sciopero

http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/8783-colombia-paralizzata-dalle-proteste-settimo-giorno-di-sciopero

altQuello che era iniziato come uno sciopero nazionale nel settore agrario ha assunto forme più allargate di protesta contro il governo colombiano che in questi lunghi giorni si trova sempre più in difficoltà ad affrontare la situazione. Oggi è il settimo giorno consecutivo di proteste e la rabbia della popolazione non accenna a diminuire mentre il governo nel completo panico di ingestibilità della situazione rafforza lo schieramento dei forze dell’ordine in tutto il Paese.

Più di 220 persone arrestate, decine e decine di feriti, due morti, almeno 25 le province bloccate ad intermittenza da parte della popolazione, strade completamente chiuse, mentre non si placa la rabbia di fronte all’atteggiamento criminale e aggressivo da parte della polizia.

Da una parte il Governo che tenta la carta del dialogo con i contadini per placare le proteste, dall’altra migliaia di agricoltori, camionisti, minatori, studenti, operai e più in generale la popolazione che non intendono abbandonare le proteste fino a quando non ci saranno soluzioni appropriate. Al centro dell’attenzione le politiche economiche dell’amministrazione del presidente Juan Manuel Santos, gli undici Trattati di Libero Commercio che costituiscono una vera e propria razzia sulle terre dei contadini, ma anche l’elevato prezzo del combustibile, la riforma tributaria, progetti minerari e energetici devastanti e una situazione di malessere generalizzata che porta all’espansione a macchia d’olio delle proteste a cui stiamo assistendo in questi giorni.

Nella regione di Boyacá, dove il protagonismo della popolazione è alto, continuano ad essere bloccate le strade di accesso. A Bogotà, nella giornata di ieri una grande marcia di agricoltori ha attraversato le strade della città, mentre altre 4mila persone si sono diretti verso la strada che collega la capitale con Villavicencio. In numerose altre città continuano i blocchi ad oltranza.

Mentre il Governo ha cercato di far fronte alla crisi con le misure e manovre neoliberali più disparate, oggi quello che è chiaro, e lo dimostrano le manifestazioni e le mobilitazioni di massa, è che la popolazione non sembra essere più disposta a pagare il prezzo di una situazione caratterizzata da forme di governo e governanti che hanno una chiara responsabilità.

La nuova carta del dialogo che il Governo ha deciso di giocarsi, denota la strategia messa in atto: provare a negoziare con gli agricoltori in tavoli separati, non tenendo in considerazione il malessere più generalizzato, per non andare così ad intaccare quella struttura economica che garantisce il regolare svolgimento della governabilità del Paese.

Ma l’esecutivo di Santos non potrà ad ogni modo non tener conto dell’impatto delle politiche economiche che da anni si stanno implementando e che ormai stanno portando la popolazione a unire le forze, ad organizzarsi e a prepararsi. Si attendono quindi nuove giornate di lotta per le strade colombiane, caratterizzate da una totale avversità nei confronti del governo di Santos e da una messa in discussione di un modello politico e economico.

No Tav, Vattimo in procura – “Caselli sbaglia a metterla così dura”

http://torino.repubblica.it/cronaca/2013/09/02/news/no_tav_al_via_gli_interrogatori_sulla_visita_in_carcere_di_vattimo-65734586/

 

I pm convocano l’europarlamentare e  collaboratori che il giorno di ferragosto hanno visitato in carcere  Davide Giacobbe. Abbà non si presenta

di OTTAVIA GIUSTETTI

No Tav, Vattimo in procura "Caselli sbaglia a metterla così dura"Gianni Vattimo in procura con il suo avvocato  

Gianni Vattimo in procura. Il  filosofo è arrivato al Palagiustizia per l’interrogatorio accompagnato dall’avvocato per rispondere alle domande dei pm Antonio RInaudo e Andrea Padalino sulla sua visita in carcere il 15 agosto, in compagnia di Nicoletta Dosio e Luca Abbà, a Davide Giacobbe arrestato per gli scontri di Chiomonte.  “Sono sereno – ha detto – io non ho mentito e da quando Belrusconi è stato condannato è ulteriormente cresciuta la mia fiducia nella magistratura”. Vattimo ha spiegato di essere andato in carcere come fa ogni anno il 15 di agosto e di essersi fatto accompagnare da Nicoletta Dosio e Luca Abbà, perché sono i suoi interlocutori quando si tratta di trattare i temi dell’alta velocità. “In questo senso mi sono sentito di poter dichiarare che sono due miei consulenti” ha aggiunto. Nicoletta Dosio è stata sentita questa mattina per un’ora mentre Luca Abbà non si è presentato e ha fatto sapere che era in vacanza e poiché gli si è rotta la macchina non è riuscito a rientrare.

A proposito delle polemiche scoppiate nei giorni scorsi in seguito ad alcune sue dichiarazione a sostengo del movimento il filosofo ha detto: “Non giustifico coloro che appiccano il fuoco ai capannoni ma mi chiedo se c’è qualcuno che si chiede come mai si è creato questo clima intorno a questa opera”. E al procuratore capo di Torino GIan Carlo Caselli ha risposto: “Secondo me la procura esagera a mettere giù così dure le cose, a dire che sta tornando il terrorismo, se scoppia il terrorismo in Italia non sarà certo per colpa dei No Tav ma per la disoccupazione”

VALLE DI SUSA – Tav, perché sottovalutare la violenza è pericoloso –

di Nando dalla Chiesa

  Dominio e sabotaggio”. Era il titolo di un celebre “opuscolo marxista” Feltrinelli della fine degli Anni Settanta. L’autore era Toni Negri, oggi rilanciato da Pannella come esemplare di parlamentare-latitante ma soprattutto, l’altro ieri, cattivo maestro di una missione “rivoluzionaria” finita con tanto sangue innocente e nessuna rivoluzione. E “Dominio e sabotaggio” , proprio lui, è uno dei libri la cui lettura era stata programmata in agosto, 35 anni dopo, in Val di Susa. Mentre sempre “Sabotaggio” è la parola usata da Erri De Luca per legittimare la esigua, benché agguerrita, minoranza violenta del movimento no-tav. De Luca è uno scrittore sublime, ma quando riaffiora in lui il capo del servizio d’ordine di Lotta Continua, l’organizzazione che preferì sciogliersi piuttosto che avallare o combattere il mito della lotta armata, infila dichiarazioni assolutamente infelici. Come quando ironizzò sugli anni di piombo affermando di non conoscerli (“Gli anni di piombo? Saranno stati di piombo per gli idraulici perché ancora non c’era il Pvc”, disse sprezzante pochi anni fa) e suscitando la reazione di chi ancora oggi cammina zoppicando dopo decine di operazioni alla gamba per via di quei pistoleri inesistenti.   Il serpeggiare intorno alla Val di Susa di questi riferimenti ideologici e il loro intrecciarsi con la presenza attiva di chi in passato ha sostenuto (e in qualche caso anche praticato) la lotta armata non può lasciare tranquilli coloro che hanno già vissuto i contesti “insurrezionali” e ne hanno visto gli esiti sciagurati. Non può lasciare tranquillo, soprattutto, il movimento NoTav, che è largo, popolare e ricco di motivazioni dignitose, le si condivida o meno. E culturalmente assai meno ambiguo di qualche rado esponente delle   istituzioni valligiane.   Il problema ormai è duplice. C’è quello della Tav, un’opera di cui molti non riconoscono la necessità, denunciandone gli effetti ambientali e sociali, oltre che il processo decisionale da cui sgorga. E c’è quello delle forme di conflitto esercitabili nei confronti di un progetto che si intende contrastare fino al limite del possibile. Perché i conflitti sociali non sono sempre pacifici.   LA DIFESA di un posto di lavoro può portare al blocco di una autostrada o di una linea ferroviaria. Una manifestazione studentesca può portare allo scontro con le forze dell’ordine. Ci stava scappando la rivolta popolare perfino ai funerali degli agenti di scorta di Borsellino. E sono questi i casi in cui ha senso ed è anzi doveroso esercitare la mediazione politica e istituzionale. Si tratta di forme di illegalità, certo, ma non eversive. Quando però la violenza viene organizzata, premeditata, immessa in un progetto che prescinde dai bisogniconcreti ma si fa avventura rivoluzionaria in sé, come proclama il tam tam delle frange estreme del movimento NoTav, il quadro cambia. Quando in nome del “sabotaggio” si arriva a chiedere i documenti ai camionistio a chi si pensa che partecipi ai lavori in valle, si esercita un potere che nessuna persona libera accetta di riconoscere a dei privati, poiché essa è esclusivamente e non può che essere, in una democrazia, dello Stato. E una persona libera offesa nei suoi diritti avrebbe cento volte ragione a ribellarsi. In che forma? Anch’essa attuando il “sabotaggio”? Lo scenario, come si vede, alla lunga si offusca, come sempre. La violenza, in una democrazia, aumenta la capacità di intimidazione ma decima il consenso. Solo i cattivi maestri predicano il contrario. Ma se loro sono recidivi, non può essere recidiva la nostra democrazia, con i suoi ritardi e le sue distrazioni. Immaginando che ancora una volta tutto si possa scaricare sulla magistratura (meglio poi se è Gian Carlo Caselli, che troppo osò con Andreotti…). Chi rappresenta la legge ha il dovere di difenderla. Ma chi fa politica democratica faccia politica democratica. Che non sempre vuol dire dare direttive o fare interventi in parlamento. Ogni tanto significa prendersi dei fischi. E dei rischi.

Manifestazione NoTav a Chiomonte (To) Ansa

Manif anti-guerre Washington

PCN-TV / WASHINGTON : MANIF ANTI GUERRE DEVANT LA MAISON BLANCHE

 PCN-TV pour Syria Committees – Comités Syrie

avec Images CNN – PCN-SPO / 2013 08 31 /

https://www.facebook.com/PCN.NCP.TV

https://vimeo.com/pcntv

 

« NO war in Syria » …

Washington : manif anti guerre devant la Maison Blanche ! 

Les pacifistes – notamment de la ANSWER Coalition – américains manifestent contre une intervention militaire en Syrie alors qu’Obama y tient son discours de guerre, de mensonges et de haine ……

 Film sur :  https://www.facebook.com/photo.php?v=1409689549249207

 ALLER PLUS LOIN :

Lire SYRIA COMMITTEES / “USA NATO HANDS OFF SYRIA” : MANIF PRO-ASSAD ET ANTI-GUERRE A NEW-YORK

Sur http://www.syria-committees.org/syria-committees-usa-nato-hands-off-syria-manif-pro-assad-et-anti-guerre-a-new-york-2/

 PCN-TV & PCN-SPO

_____________________________

 http://www.syria-committees.org/

https://www.facebook.com/syria.committees

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

SYRIA – manifestation anti-guerre à New-York

SYRIA COMMITTEES / “USA NATO HANDS OFF SYRIA” : MANIF PRO-ASSAD ET ANTI-GUERRE A NEW-YORK

 KH pour Syria Committees – Comités Syrie /

avec SANA – AFP – PCN-SPO / 2013 08 30 /

http://www.syria-committees.org/

https://www.facebook.com/syria.committees

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

 

Manif mêlant pro-Assad et anti-guerre à New-York sous le slogan « USA NATO hands off Syria » …

 Des défenseurs du président syrien Bachar al-Assad et Américains ne pouvant pas supporter l’idée d’une nouvelle guerre, se sont retrouvés en fin d’après-midi sur la célèbre place au milieu des touristes. «USA, Otan, ne touchez pas à la Syrie!», scandaient-ils, certains portant des portraits du président Assad.

 Un médecin syrien dans le cortège, arrivé aux Etats-Unis il y a 17 ans, brandissait une pancarte indiquant : «Syrie = Irak. Mêmes mensonges.» «C’est encore un mensonge, et beaucoup de gens vont mourir pour rien», a-t-il expliqué. «Où sont les armes chimiques? Nous ne les avons pas trouvées.»

 D’autres Syriens d’origine chrétienne, portant le drapeau rouge, noir et blanc de leur pays défendaient aussi leur président, affirmant que les accusations selon lesquelles il aurait utilisé des armes chimiques contre son peuple étaient un mensonge. Ils préféraient pointer du doigt des «terroristes» et acteurs extérieurs.

 Une Américaine était tout autant dubitative. «La même chose est arrivée en Irak», a-t-elle souligné, rappelant les affirmations américaines sur les armes de destruction massive, avancées pour l’invasion de l’Irak en 2003. «Je pense que les Etats-Unis n’ont aucun droit d’aller en Syrie.»

 L’OMBRE DES MEDIAMENSONGES SUR L’IRAK DE BUSH ET DES NEOCONS PLANE SUR LE DOSSIER SYRIEN …

 « Le théâtre du Moyen-Orient, des accusations portant sur des armes de destruction massive (…)  une administration américaine affirmant détenir des preuves et disant être prête à se passer du soutien des Nations unies: les observateurs relèvent de nombreuses analogies entre la Syrie de 2013 et l’Irak de 2003, exemple invoqué jeudi soir à Londres par l’opposition travailliste » commentait ce jour l’AFP à propos de la vision du dossier syrien aux USA …

 KH / Syria Committees Website

 

SYRIA Analyse assad au figaro

SYRIA COMMITTEES / ANALYSE / BACHAR AL-ASSAD AVERTIT: “LA FRANCE SERA L’ENNEMIE DE LA SYRIE EN CAS D’ATTAQUE”

 Luc MICHEL pour Syria Committe – Comité Syrie /

Avec Le Figaro – AFP – PCN-SPO / 2013 09 03 /

 “Le peuple français n’est pas notre ennemi, mais (…) dans la mesure où la politique de l’Etat français est hostile au peuple syrien, cet Etat sera son ennemi (…) Il y aura des répercussions, négatives bien entendu, sur les intérêts de la France”

– Bachar al-Assad, au Figaro ce 2 septembre

 

I / ANALYSE DU CONTEXTE :

UNE INTERVIEW EN FORME D’AVERTISSEMENT ET AU MOMENT LE PLUS OPPORTUN

 Alors que la France continue à bruisser des menaces de guerre du Régime Hollande pour la plus grande gloire de Washington et Tel-Aviv, le président syrien a accordé au Figaro (Paris) un entretien où il remet les pendules à l’heure …

 

Bachar al-Assad n’en démord pas: “Damas n’est pas responsable des attaques chimiques”. “Quiconque accuse doit donner des preuves. Nous avons défié les États-Unis et la France d’avancer une seule preuve. Je ne dis nullement que l’armée syrienne possède ou non de telles armes”, a assuré le président syrien Bachar al-Assad dans une interview publiée ce 2 septembre 2013.

Al-Assad ironise même sur ces accusations…  “Imaginons que notre armée souhaite utiliser des armes de destruction massive : est-il possible qu’elle le fasse dans une zone où elle se trouve elle-même et où des soldats ont été blessés par ces armes comme l’ont constaté les inspecteurs des Nations unies en leur rendant visite à l’hôpital où ils sont soignés ? Où est la logique ?”.

MISE EN GARDE CONTRE LE RISQUE D’UNE “GUERRE REGIONALE” ET AVERTISSEMENT A HOLLANDE : EN CAS DE FRAPPES, ASSAD MENACE «LES INTERETS DE LA FRANCE»

Le président syrien Bachar al-Assad a mis en garde contre le risque d’une “guerre régionale” en cas d’action militaire occidentale, alors que Washington et Paris tentent de convaincre leurs opinions de la nécessité de frapper l’Etat syrien accusé d’avoir utilisé des armes chimiques. “Le Moyen-Orient est un baril de poudre et le feu s’en approche aujourd’hui (…) Tout le monde perdra le contrôle de la situation lorsque le baril de poudre explosera. Le chaos et l’extrémisme se répandront. Le risque d’une guerre régionale existe”, a déclaré le président syrien.

Alors que Paris est en première ligne – et seul en ligne – au côté de Washington (*) pour mener une riposte, le président Assad a mis en garde contre une “politique hostile au peuple syrien”.

“Le peuple français n’est pas notre ennemi, mais (…) dans la mesure où la politique de l’Etat français est hostile au peuple syrien, cet Etat sera son ennemi”. “Il y a aura des répercussions, négatives bien entendu, sur les intérêts de la France”, a-t-il averti.

Le président François Hollande s’est déclaré la semaine dernière “déterminé” à frapper Damas, accusée sans preuves réelles d’avoir utilisé des armes chimiques le 21 août, une attaque qui aurait fait “au moins 281 morts” selon les assertions de Paris.

Aux Etats-Unis, Barack Obama, qui s’est dit prêt samedi à frapper le régime syrien mais a demandé un vote du Congrès, multiplie les appels téléphoniques à destination de membres de la Chambre des représentants et du Sénat pour tenter de convaincre les élus, qui doivent se prononcer dans la semaine du 9 septembre.

LES FRANCAIS CONTRE LA GUERRE … ET CONTRE HOLLANDE !

Dans l’axe de la guerre Paris-Washington (dixit Libération), le régime Hollande est le maillon faible. L’interview et les avertissements du président syrien interviennent au moment ou ceux qui accusent Hollande d’être à la remorque de Barack Obama gagnent du terrain.

Au-delà des parlementaires, l’exécutif tente d’emporter l’assentiment d’une opinion rétive. Près des deux tiers des Français (64%) se déclarent opposés à une intervention militaire française en Syrie, selon une enquête BVA publiée ce samedi 31 août (**).

Plus inquiétant encore pour l’Elysée, une majorité d’entre eux (58%) ne font pas confiance au président François Hollande pour conduire cette éventuelle action militaire « en dépit des succès enregistrés par l’opération lancée au Mali » en janvier.

Mercredi, le débat à l’Assemblée nationale française s’annonce animé, entre les partisans du vote et ceux qui ont une lecture stricte de la Constitution qui ne l’exige pas. Une dizaine de parlementaires UMP de la Droite populaire, dont l’ancien ministre Thierry Mariani, ont prévenu lundi qu’ils boycotteraient un débat sans vote au Parlement. Le député UMP et ancien ministre Pierre Lellouche a dit également lundi qu’il ne viendrait pas dans l’hémicycle mercredi.

L’interview du président Assad est un coup intelligent de communication stratégique, lancé au moment le plus opportun pour frapper le régime Hollande. Et dans le quotidien favori des adversaires de droite du président français, qui entendent précisément dénoncer l’aventurisme de Hollande et de ses min istres. « Ce n’est évidemment pas un hasard si le dictateur syrien (sic) a choisi de s’adresser à un grand quotidien français à la veille de ce débat parlementaire qui, chez nous, divise l’opinion autant que la classe politique », commentait ce matin l’éditorial d’Alexis Brézet, directeur des rédactions du Figaro…

II / EXTRAITS DE L’INTERVIEW DU PRESIDENT SYRIEN AU FIGARO

Bachar al-Assad est interrogé à Damas ce 2 septembre 2013 par le correspondant du Figaro Georges Malbrunot.

Interview intégrale (version de Sana) sur :

http://www.syria-committees.org/syrian-committees-interview-integrale-du-presisent-assad-au-figaro-la-stabilite-dans-la-region-depend-de-la-situation-en-syrie-2/

« Quiconque accuse doit donner des preuves. Nous avons défié les États-Unis et la France d’avancer une seule preuve. MM. Obama et Hollande en ont été incapables, y compris devant leurs peuples. (…) Je ne dis nullement que l’armée syrienne possède ou non de telles armes. Supposons que notre armée souhaite utiliser des armes de destruction massive: est-il possible qu’elle le fasse dans une zone où elle se trouve elle-même et où des soldats ont été blessés par ces armes, comme l’ont constaté les inspecteurs des Nations unies en leur rendant visite à l’hôpital où ils sont soignés? Où est la logique? »

« Le Moyen-Orient est un baril de poudre, et le feu s’en approche aujourd’hui. Il ne faut pas seulement parler de la riposte syrienne, mais bien de ce qui pourrait se produire après la première frappe. Or personne ne peut savoir ce qui se passera. Tout le monde perdra le contrôle de la situation lorsque le baril de poudre explosera. Le chaos et l’extrémisme se répandront. Le risque d’une guerre régionale existe. »

« Quiconque contribue au renforcement financier et militaire des terroristes est l’ennemi du peuple syrien. Quiconque œuvre contre les intérêts de la Syrie et de ses citoyens est un ennemi. Le peuple français n’est pas notre ennemi, mais la politique de son État est hostile au peuple syrien. Dans la mesure où la politique de l’État français est hostile au peuple syrien, cet État sera son ennemi. Cette hostilité prendra fin lorsque l’État français changera de politique. Il y aura des répercussions, négatives bien entendu, sur les intérêts de la France. »

Luc MICHEL

http://www.syria-committees.org/syria-committees-analyse-bachar-al-assad-avertit-la-france-sera-lennemie-de-la-syrie-en-cas-dattaque/

____________________________

 (*) Lire PCN-INFO / GEOPOLITIQUE / LA FRANCE DE DE GAULLE EST TOMBEE DANS LES MAINS DU “PARTI AMERICAIN” ET DU LOBBY SIONISTE

http://www.lucmichel.net/2013/08/31/pcn-info-geopolitique-la-france-de-de-gaulle-est-tombee-dans-les-mains-du-parti-americain-et-du-lobby-sioniste/

 (**) Lire aussi : L’OPINION EUROPEENNE BASCULE CONTRE LA SALE GUERRE DE L’OTAN CONTRE LA SYRIE

http://www.syria-committees.org/luc-michel-focus-lopinion-europeenne-bascule-contre-la-sale-guerre-de-lotan-contre-la-syrie/

SYRIA Assad interview Figaro

SYRIAN COMMITTEES / INTERVIEW INTEGRALE DU PRESISENT ASSAD AU FIGARO : « LA STABILITE DANS LA REGION DEPEND DE LA SITUATION EN SYRIE »

 Syria Committe – Comité Syrie /

Avec SANA – Le Figaro – PCN-SPO / 2013 09 02 /

 Damas, 2 Sept. 2013/  Le président, Bachar al-Assad, a accordé une interview au journal français le Figaro, au cours de laquelle il a affirmé que la stabilité dans la région dépend de la situation en Syrie.

 Voici l’interview intégrale (Version diffusée par nos amis de SANA) …

 – LE FIGARO : LES AMERICAINS ET LES FRANÇAIS VOUS ONT ACCUSE D’AVOIR DECLENCHE UNE ATTAQUE A L’ARME CHIMIQUE LE 21 AOUT DANS LA REGION DE GHOUTA CE QUI A FAIT DES CENTAINES DE MORTS. POUVEZ-VOUS NOUS FOURNIR UNE PREUVE QUE VOTRE ARMEE N’A PAS COMMIS CETTE ATTAQUE.

 Bachar al-Assad : premièrement, quiconque accuse doit donner la preuve. Nous les avons défiés d’avancer une seule preuve ; ils en ont été incapables. Nous les avons défiés de donner une seule preuve à leurs peuples. Puisque les politiques extérieures se décident au nom des peuples et de leurs intérêts. Mais, ils n’ont pas pu le faire.

 Deuxièmement, parlons de la logique de cette accusation, si elle est raisonnable ou pas. A présent, je vous pose la question suivante : nous combattons depuis deux ans, et je peux dire que notre situation sur le terrain est aujourd’hui bien meilleure qu’elle ne l’était l’année dernière par exemple. Comment une armée, dans n’importe quel Etat, peut-elle utiliser des armes de destruction massives, au moment même où elle réalise un progrès moyennant des armes conventionnelles ? Soyons très précis : Je ne dis nullement que l’armée syrienne possède ou non de telles armes. C’est une question qu’on ne discute pas. Mais supposons que cette armée souhaite utiliser des armes de destruction massive, si elle en possède; est-il possible qu’elle le fasse dans une zone où elle se trouve elle-même ?!! Où en est la logique ?

 En plus, est-il possible d’utiliser des armes de destruction massive dans la banlieue de la capitale sans tuer des dizaines de milliers de personnes, car ces matières se transportent par le vent ?

 – DES ELEMENTS DE L’ARMEE SYRIENNE ONT-ILS ETE ATTEINTS PAR DE TELLES ARMES ?

 Bachar al-Assad : Oui dans la région d’al Baharieh dans la banlieue de Damas. Le comité d’enquête a rencontré les soldats hospitalisés.

 – CERTAINS DISENT QUE L’ARMEE A SANS DOUTE REALISE CERTAINS PROGRES. MAIS VOUS VOULIEZ AUSSI, EN FIN DE COMPTE, EN FINIR DEFINITIVEMENT AVEC CETTE OPPOSITION, QUI PROGRESSE DANS D’AUTRES ENDROITS.

 Bachar al-Assad : Encore une fois, les zones dont on parle sont des zones peuplées. Y utiliser des armes de destruction massive signifie des dizaines de milliers de morts. Toutes les accusations se fondent sur les allégations des terroristes et sur des images vidéo arbitraires diffusées sur internet.

 – LES AMERICAINS DISENT AVOIR CAPTE UN ENTRETIEN TELEPHONIQUE ENTRE UN DE VOS RESPONSABLES ET UN ELEMENT DE L’ARMEE, LUI DONNANT L’ORDRE D’UTILISER CES ARMES…

 Bachar al-Assad : si les américains, les français ou les britanniques disposaient d’une seule preuve, ils l’auraient annoncée dès le premier jour. Nous ne discutons pas des rumeurs, ni des allégations. Nous ne discutons que les faits. Si ce qu’ils disent est vrai, qu’ils en donnent la preuve.

 – SERAIT-IL POSSIBLE QUE CERTAINS RESPONSABLES, OU CERTAINS ELEMENTS DE L’ARMEE SYRIENNE, AIENT PRIS CETTE DECISION SANS VOTRE AVAL.

 Bachar al-Assad : Encore une fois… j’affirme que nous n’avons jamais dit posséder de telles armes. Votre question insinue des choses que je n’ai pas dites, et que nous n’avons ni confirmées ni niées en tant qu’Etat… mais normalement, dans les pays qui possèdent une telle arme, la décision est centrale.

 De toute manière, vous évoquez une question que nous ne discutons avec personne en tant qu’Etat, car c’est une question purement militaire.

 – MAIS JIHAD MAKDISSI L’A BIEN DIT ?

 Bachar al-Assad : Non… à l’époque, Jihad a dit : « si nous possédons une telle arme, nous ne l’utiliserons pas ». Le faite de la posséder ou non est une affaire purement syrienne et ne concerne que nous.

 – LE PRESIDENT OBAMA A REPORTE LES FRAPPES MILITAIRES SUR VOTRE PAYS. COMMENT EXPLIQUEZ-VOUS CETTE DECISION ?

 Bachar al-Assad : Certains estiment que le président Obama a fait preuve de faiblesse en temporisant l’agression, ou en la reportant pour quelques jours ou quelques semaines… Certains ont vu en lui le chef fort d’une grande puissance, parce ce qu’il a menacé de déclencher la guerre contre la Syrie. Quant à nous, nous estimons que l’homme fort est celui qui empêche la guerre, et non celui qui l’enflamme…

 L’homme puissant est celui qui reconnait ses erreurs. Si Obama était fort, il aurait dit publiquement : « Nous ne disposons pas de preuves sur l’usage de l’arme chimique par l’Etat syrien ». Il aurait dit publiquement: « La seule voie est celle des enquêtes onusiennes. Par conséquent, revenons tous au conseil de sécurité ». Mais à mon avis, il était faible parce qu’il a subi les pressions intérieures et a menacé de déclencher la guerre. C’est notre opinion. Je vous ai dit que par la force des choses le fort est celui qui empêche la guerre et non celui qui la déclenche et l’attise.

 – QUE DIRIEZ-VOUS AUX MEMBRES DU CONGRES AMERICAIN QUI DOIVENT VOTER POUR OU CONTRE CETTE FRAPPE ?

 Bachar al-Assad : Quiconque souhaite prendre cette décision doit, avant de voter, se poser la question évidente suivante : les guerres qu’ont-elles apportées aux Etats-Unis ou même à l’Europe ? Le monde qu’a-t-il gagné de la guerre contre la Libye ? Qu’a-t-il gagné du support apporté au terrorisme en Libye ? Qu’a-t-il gagné de la guerre en Irak et ailleurs ? Que gagnera-t-il du renforcement du terrorisme en Syrie ?

 La tache de tout membre du congrès consiste à servir l’intérêt de son pays. Avant de voter, il doit agir en fonction de l’intérêt de son pays… Quel serait l’intérêt des États-Unis dans la croissance de la perturbation et de l’extrémisme au Moyen Orient ? Quel serait leur intérêt à poursuivre ce que Georges Bush avait commencé, à savoir répandre les guerres dans le monde…

 S’ils raisonnent logiquement et en fonction de l’intérêt de leur propre pays, ils ne verront aucun intérêt dans de telles guerres. Mais vous savez que, dans beaucoup de cas, leurs positions politiques n’émanent pas toujours du bon sens.

 – COMMENT ENTENDEZ-VOUS RIPOSTER A CETTE ATTAQUE, AU CAS OU ELLE AURA LIEU ?

 Bachar al-Assad : Aujourd’hui, vous parlez d’un tonneau de poudre qui est le Moyen Orient.

 Le feu s’approche énormément de ce tonneau. Il ne s’agit pas seulement de la riposte syrienne, mais bien de ce qui pourrait se produire après la première frappe…

 Celui qui élabore aujourd’hui le plan de la guerre peut vous répondre en ce qui concerne le premier pas seulement, c’est-à-dire sur ce qu’il va faire lui-même. Mais après… Personne ne peut savoir ce qui se passera. Tout le monde perdra le contrôle lorsque le baril de poudre explosera… Personne ne dispose d’une réponse sur ce qui se passera en fin de compte. Ce qui est certain c’est qu’il y aura partout le chao, la guerre, l’extrémisme et ses répercussions.

 – LE DANGER D’UNE GUERRE REGIONALE SE POSE T-IL ?

 Bachar al-Assad : Bien sûr. Ce risque vient même au premier plan. La question ne relève pas seulement de la Syrie, mais de toute une région intégrée, étroitement liée sur le plan social, politique et militaire. Il est dons normal que les défis soient régionaux et non seulement syriens.

 – PAR EXEMPLE, ISRAËL SERAIT-IL UN DE VOS OBJECTIFS ?

 Bachar al-Assad : Vous ne vous attendez quand même pas que je révèle quelle sera notre riposte ?!! Il n’est pas logique d’annoncer notre plan, mais comme je viens de le dire, puisque les acteurs sont nombreux, parler d’un seul acteur minimise l’importance de ce qui se produira.

 – QUE DIRIEZ-VOUS A LA JORDANIE OU DES HOMMES ARMES SE SONT ENTRAINES. AU CAS OU LES EXTREMISTES REALISENT UNE AVANCEE, QUEL SERA, A VOTRE AVIS, LE DANGER QUI MENACE LA JORDANIE ?

 Bachar al-Assad : Notre politique consiste à ne pas exporter nos problèmes aux pays voisins. Nous traitions donc avec des milliers de terroristes déjà venus de la Jordanie, et nous les frappions à l’intérieur même de la Syrie … La Jordanie, par ailleurs, a déjà annoncé qu’elle ne servira de base à aucune opération militaire contre la Syrie.

 Mais si nous ne parvenons pas à frapper le terrorisme en Syrie, il passera tout naturellement dans d’autres pays. L’extrémisme et le chao se répandront davantage.

 – VOUS METTEZ DONC EN GARDE LA JORDANIE ET LA TURQUIE ?

 Bachar al-Assad : Nous l’avons dit à plusieurs reprises, et nous leur avons envoyé des messages directs et indirects. Je pense que la Jordanie en est consciente, malgré les pressions qui s’y exercent pour qu’elle devienne un lieu de passage pour le terrorisme. Quant à Erdogan, je ne pense pas du tout qu’il est conscient de ce qu’il fait…

 L’important aujourd’hui pour la Syrie est de frapper le terrorisme sur son territoire.

 – QUELLE SERA LA REACTION DE VOS ALLIES… HEZBOLLAH ET L’IRAN, AU CAS OU UNE ATTAQUE EST PERPETREE CONTRE LA SYRIE ? COMPTEZ-VOUS LE CAS ECHEANT SUR LEUR SOUTIEN ?

 Bachar al-Assad : Je ne veux pas parler à leur place. Cependant, leurs déclarations étaient claires. Puisque nous avons dit que la question était régionale, personne ne saurait dissocier les intérêts de la Syrie de ceux de l’Iran ; ni les intérêts de la Syrie, de l’Iran et du Hezbollah de ceux d’autres pays qui nous soutiennent.

 Aujourd’hui la stabilité de la région dépend de la situation en Syrie. La Russie en est consciente, aussi ne défend-elle pas le président ni l’Etat syrien mais bien la stabilité dans la région… car cela aura aussi des effets sur la Russie. Voir les choses sou l’angle d’une coalition entre la Syrie et l’Iran serait superficiel et limité.La question en est beaucoup plus grande.

 – LES RUSSES VOUS ONT-ILS RASSURE QU’ILS MAINTIENNENT DES CONTACTS AVEC LES AMERICAINS POUR ATTENUER LA FRAPPE ?

 Bachar al-Assad : Je ne pense pas qu’on fasse confiance aux américains. Aucun Etat au monde ne peut garantir à quiconque que les américains engageront ou non une action contre tel ou tel pays. Aussi nous ne cherchons pas de telles rassurances…Les américains disent une chose le matin, et le contredisent complètement le soir … Tant que les Etats-Unis ne suivent pas et n’écoutent pas les Nations Unies, nous ne devons pas être rassurés.

 – COMMENT PEUT-ON ARRETER LA GUERRE ET LA CRISE QUI DURE DEPUIS DEUX ANS ET DEMI EN SYRIE ? VOUS AVEZ PROPOSE UN GOUVERNEMENT D’UNION NATIONALE, LA COMMUNAUTE INTERNATIONALE A PROPOSE GENEVE2… COMMENT PEUT-ON ARRETER LE BAIN DE SANG ?

 Bachar al-Assad : Lorsque la crise est à ces débuts et que vous parlez de solution, c’est totalement différent que lorsque vous parlez de solution à l’heure actuelle… J’ai dit dès le début que la solution devait avoir lieu par le dialogue… Le dialogue entraine des solutions et engendre des idées qui s’appliqueront à travers des mesures politiques.

 Aujourd’hui la situation est différente. Nous combattons des terroristes. 80 – 90 % de ceux que nous combattons appartiennent à al Qaeda. Ceux là ne s’intéressent pas à la réforme, ni à la politique, ni aux lois. Ceux là, le seul moyen de leur faire face est de les liquider. C’est alors que nous pourrions parler de mesures politiques. Pour répondre donc à votre question, la solution aujourd’hui consiste à arrêter de faire venir les terroristes en Syrie, de leur fournir des armes, et de leur apporter un soutien financier et autre…..

 – QUI LEUR APPORTE CE SOUTIEN ?

 Bachar al-Assad : L’Arabie Saoudite en premier lieu, la Turquie, la Jordanie (à travers l’infiltration des personnes armées), la France, le Royaume Uni et les Etats-Unis.

 – AVEZ-VOUS DES PREUVES QUE LA FRANCE A LIVRE DES ARMES AUX TERRORISTES ?

 Bachar al-Assad : Les positions politiques de la France, sa provocation qui met en exécution les politiques d’autres pays comme le Qatar et autres, en est la preuve pour nous.

 – ETES-VOUS PRET, M. LE PRESIDENT, A INVITER LES RESPONSABLES DE L’OPPOSITION A VENIR EN SYRIE, A SE REUNIR AVEC EUX, A LEUR PRESENTER DES GARANTIES SECURITAIRES, ET A LEUR DIRE ASSEYONS- NOUS ENSEMBLE POUR TROUVER UNE SOLUTION ?

 Bachar al-Assad : En janvier dernier, nous avons lancé une initiative qui comprenait tout ce que vous venez de dire, et même plus. Cependant, l’opposition dont vous parlez a été fabriquée à l’étranger. Elle est made in France, Qatar… mais certainement pas made in Syria. Elle suit donc forcement les ordres de ceux qui l’ont fabriquée. Il n’était pas permis aux membres de cette opposition de répondre favorablement à cet appel, ni donc aux solutions politiques. Par ailleurs, ils ne disposent d’aucune base populaire. Malgré tout, nous les avons invités mais ils n’ont pas répondu à cette invitation.

 – MAIS CERTAINS N’ONT PAS REPONDU PARCE QU’ILS CRAIGNAIENT POUR LEURS VIES. ILS CRAIGNENT QU’ILS NE SOIENT EMPRISONNES COMME CE FUT LE CAS AVEC ABDELAZIZ AL KHAYER. POUVEZ-VOUS LEUR DONNER DES GARANTIES ?

 Bachar al-Assad : Nous leur avons donné ses garanties, et moi-même j’ai évoqué ces points politiques y compris des garanties sécuritaires à toute personne qui vient en Syrie pour le dialogue. Mais ils ne sont pas venus, ou on ne leur a pas permis de venir. Dire qu’ils craignent être tués ou arrêtés, nous n’avons ni tué ni arrêté personne de l’opposition. Ils se trouvent en Syrie, les amis et les collègues d Abdelaziz Al Khayer … Vous pouvez les rencontrer ici même, en Syrie. Pourquoi agresser ou arrêter quelqu’un et laisser les autres ?! Où en est la logique ? Cela est insensé.

 – COMMENT EXPLIQUEZ-VOUS LA POSITION DE LA FRANCE AUJOURD’HUI A VOTRE EGARD ? VOUS ETES VENU PLUSIEURS FOIS EN FRANCE …

 Bachar al-Assad : Ce n’était pas une relation d’amitié… C’était une tentative de la part de la France de changer l’orientation de la politique syrienne, et ce à la demande des Etats-Unis. C’était une chose tout à fait claire pour nous. Même le virement positif vis à vis de la Syrie en 2008, s’est fait sous l’influence du Qatar… pour être clair, la politique de la France vis-à-vis de la Syrie dépendait totalement du Qatar et des Etats-Unis.

 – LES PARLEMENTAIRES FRANÇAIS SE REUNIRONT MERCREDI. AUJOURD’HUI, IL Y A UN GRAND DEBAT EN FRANCE. CERTAINS PENSENT QUE HOLLANDE EST ALLE TROP LOIN DANS CETTE AFFAIRE. QUEL DISCOURS ADRESSEZ-VOUS AUJOURD’HUI AUX PARLEMENTAIRES FRANÇAIS AVANT QU’ILS SE REUNISSENT ET VOTENT ?

 Bachar al-Assad : Il y a quelques jours, le Ministre français des affaires étrangères aurait déclaré : la participation de la France attend le congrès américain. Il n’a pas dit qu’il attendait la décision du parlement français. Je vous demande donc de qui dépend le Gouvernement français dans ses prises de décisions, du parlement français ou du congrès ?!!

 Depuis 2003, suite à l’invasion de l’Irak, la France a décidé de renoncer à son indépendance et est devenue la subalterne de la politique américaine. C’était vrai pour Chirac après la guerre, mais aussi pour Sarkozy, et aujourd’hui pour Hollande.

 La question est de savoir si la réunion du parlement français signifiera que les français retrouveront l’indépendance de la décision de la France. Nous souhaitons que la réponse soit positive. Je dirais à ce moment-là aux parlementaires français : que chacun décide en fonction de l’intérêt de la France. Les représentants du peuple français soutiendront-ils l’extrémisme et le terrorisme ? Se mettront-ils du côté de ceux qui ont perpétré les attaques du 11 septembre à New York, ou l’attentat du métro en Espagne ? Les députés du peuple français se mettront-ils du côté de ceux qui ont tué les innocents en France ??? Comment pourront-ils s’opposer à des gens comme Mohammad Marah en France, et les soutenir en Syrie !!! Comment la France peut-elle combattre le terrorisme au Mali et le renforcer en Syrie ? La France deviendra-t-elle un exemple de la politique des deux poids deux mesures promues par les Etats-Unis ? !!

 Comment les parlementaires français pourront-ils convaincre leurs concitoyens que la France est un état laïc, et en même temps appuyer ailleurs l’extrémisme et le confessionnalisme ; un Etat qui appelle à la démocratie mais dont l’allier principal c’est des Etats qui appartiennent au moyen âge comme l’Arabie Saoudite. Je dis aux parlementaires français : revenez aux principes de la révolution française dont le monde entier s’en est orgueilli : liberté, égalité, fraternité.

 – SI LA FRANCE INTERVIENT MILITAIREMENT, LES INTERETS NATIONAUX DE LA FRANCE SERONT-ILS AFFECTES EN SYRIE OU DANS LA REGION ?

 Bachar al-Assad : Cela dépend des répercussions de la guerre. Mais la France perdra certainement ses intérêts. Il y a une sorte de mépris vis-à-vis la politique de la France, cela est devenu clair et se reflète directement sur les intérêts. Il aura des répercussions, négatives bien entendu, sur les intérêts de la France. Surtout que des pays importants dans la région commencent à s’orienter vers l’Est, et non plus vers l’Europe comme auparavant. Les alternatives sont disponibles, ainsi que le respect mutuel entre nous et ces pays.

 – DONC VOUS APPELEZ A LA RAISON ET A LA SAGESSE.

 Bachar al-Assad : A la raison et à la morale.

 – ENTENDEZ-VOUS PRESENTER VOTRE CANDIDATURE L’ANNEE PROCHAINE AUX ELECTIONS PRESIDENTIELLES.

 Bachar al-Assad : Ca dépend, à ce moment là de la volonté du peuple syrien. Si je sens que le peuple le souhaite, je n’hésiterai pas à le faire, bien au contraire. A présent, nous n’avons pas de statistiques à ce sujet, mais nous avons des indices. L’indice principal c’est que lorsque vous combattez des terroristes qui viennent de plus de 80 pays et qui sont appuyés par l’Occident et par certains Etats Arabes, et que le peuple ne veut pas de vous, vous ne pouvez pas continuer. Puisque la Syrie a résisté pendant 2 ans et demi, c’est là un indice important quant à l’existence d’un soutien populaire.

 – DANS CETTE CRISE, M. LE PRESIDENT, JUSQU’OU VOUS ETES PRET A COMBATTRE ?

 Bachar al-Assad : Ce n’est pas nous qui a choisi de combattre. Nous avons deux choix : nous battre et défendre notre pays contre le terrorisme, ou capituler. L’histoire de notre région ne nous indique pas que nous ayons capitulé auparavant. Cette région a toujours vécu des guerres. Elle n’a jamais capitulé, et ne capitulera jamais.

 – DONC VOUS ALLEZ VOUS BATTRE JUSQU’A SACRIFIER VOTRE VIE POUR LA SYRIE ?

 Bachar al-Assad : Lorsqu’il s’agit d’une question patriotique tout le monde se bat, et tout le monde se sacrifie pour sa patrie…. Aucune différence entre président et citoyen… ce n’est pas une affaire personnelle. En quoi c’est utile si vous vous restez en vie alors que votre patrie est mourante ?

 – EST-CE QUE VOUS ASSUMEZ, M. LE PRESIDENT ; TOUTES LES ERREURS COMMISES ET TOUT CE QU’A FAIT VOTRE ARMEE ET LES FORCES DE SECURITE ? PENSEZ-VOUS QU’IL Y A EU DES ERREURS COMMISES ?

 Bachar al-Assad : Tout être humain risque de se tromper. Si vous ne vous trompez pas c’est que soit vous n’êtes pas humain, soit vous ne travaillez pas. Moi, je suis humain et je travaille… Mais lorsque vous voulez évaluez une erreur quelconque, vous devez prendre du recul. L’évaluation doit se faire après et non pendant la production de l’événement. Il faut bien attendre les conséquences de l’action. A présent, nous sommes au cœur de la bataille. Lorsqu’elle prendra fin, nous seront en mesure d’évaluer les résultats et nous dirons qu’on avait raison ici, ou qu’on s’est trompé là.

 – ETES-VOUS SUR QUE VOUS ALLEZ GAGNER LA BATAILLE ?

 Bachar al-Assad : L’histoire de notre région nous dit que lorsque les peuples se défendent, ils vaincront. Cette guerre n’est pas celle du président, ni celle de l’Etat. C’est la guerre de toute la patrie, et nous remporterons la victoire.

 – MALGRE TOUT, VOTRE ARMEE A PERDU CERTAINES REGIONS AU NORD, A L’EST, AU SUD… PENSEZ-VOUS QUE VOUS ALLEZ RECUPERER CES ZONES MILITAIRES ?

 Bachar al-Assad. : Notre problème n’est pas d’avoir la terre sous notre contrôle ou sous celui des groupes armés. Il n’y a pas un endroit où l’armée a voulu entrer sans pouvoir y pénétrer. Le vrai problème réside dans la poursuite du pompage des terroristes à travers les frontières. Il réside aussi dans le changement que les terroristes ont pu introduire sur le plan social dans les zones où ils ont pénétré.

 – VOTRE ANCIEN AMI MORATINOS M’A DIT IL Y A QUELQUES JOURS : QU’EST CE QUI SE PASSE DANS LA TETE DE BACHAR EL-ASSAD ? COMMENT PEUT-IL COMMETTRE DE TELS ACTES DE VIOLENCE DANS SON PROPRE PAYS ?

 Bachar al-Assad : Il faut plutôt se poser la question de savoir comment la France a permis de tuer des terroristes qui ont terrorisé les citoyens français chez eux ? Comment a-t-on fait face au désordre au Royaume Uni l’année dernière ? Pourquoi l’armée américaine est-elle descendue à Los Angeles dans les années 90 ? Pourquoi est-il permis aux autres pays de lutter contre le terrorisme, alors que cela n’est permis en Syrie ? Pourquoi n’est-il pas permis que Mohamad Marah se trouve en France pour tuer, alors qu’il est permis aux terroristes de se trouver en Syrie pour tuer ?

 – DEPUIS LE DEBUT DE LA CRISE, QUELS CHANGEMENTS Y-A-T-IL EU SUR VOTRE QUOTIDIEN EN TANT QUE DIRIGEANT DE L’ETAT ? APRES 2 ANS ET DEMI DE LA CRISE, CERTAINS DISENT QUE BACHAR EL-ASSAD DIRIGE SEUL LE PAYS.

 Bachar al-Assad : C’est bien ce que je vous ai répondu tout à l’heure. Si l’Occident était contre moi, mon peuple aussi, et que j’étais seul, comment pourrai-je alors être en mesure de diriger le pays ? C’est illogique. Je continue grâce à l’appui du peuple et à la puissance de l’Etat. Malheureusement, lorsqu’on nous regarde de l’occident, on ne voit pas les choses d’une manière réaliste.

 – PLUSIEURS JOURNALISTES FRANÇAIS SONT RETENUS EN SYRIE. AVEZ-VOUS DE LEURS NOUVELLES ? EST-CE LE POUVOIR QUI LES DETIENT ?

 Bachar al-Assad : Détenus chez nous ?

 – Ils ont été pris en otages au Nord.

 Bachar al-Assad : S’ils sont des otages chez les terroristes, c’est aux terroristes qu’il faut demander de leurs nouvelles. Si par contre l’Etat arrête quiconque pour être entré dans le pays de manière irrégulière, il sera traduit en justice. Il ne sera pas gardé en prison. Il sera jugé selon les lois syriennes, et tout le monde le saura.

 – SOUHAITEZ-VOUS ELABORER UNE COLLABORATION SECURITAIRE AVEC LA FRANCE, CE QUI SE PRODUISAIT D’AILLEURS DANS LE PASSE.

 Bachar al-Assad : Toute sorte de coopération, qu’elle soit sécuritaire, militaire ou même économique a besoin d’un accord politique. Nous ne pouvons pas avoir une collaboration sécuritaire avec n’importe quel Etat quand les intérêts politiques sont en contradiction.

 – LORSQUE VOTRE PERE EST DECEDE ET QUE VOUS ETES ALLE EN FRANCE, LE PRESIDENT CHIRAC VOUS A REÇU… VOTRE IMAGE A COMPLETEMENT CHANGE…

 Bachar al-Assad : La question est de savoir plutôt si la réalité de la personne a changée. L’image est modifiée par les médias à leur manière. Ma réalité n’a pas changé. Je suis quelqu’un qui appartient au peuple syrien. Je défends ses intérêts. Je suis indépendant, non soumis aux pressions extérieures. Je coopère avec les autres de manière à sauvegarder les intérêts de mon pays.

 Ils ont mal compris ces choses là. Ils ont pensé qu’un jeune président c’est quelqu’un à qui on peut dicter ce qu’il doit faire et ce qu’il ne doit pas faire. Ils ont pensé que si j’avais fait mes études en Occident, ça veut dire que j’ai perdu ma culture authentique… C’est une manière naïve et superficielle de voir les choses. Je n’ai pas changé. Mais dès le début ils m’ont vu autrement. Ils doivent accepter l’image du syrien attaché à l’indépendance de son pays.

 – LA FRANCE EST-ELLE DEVENUE UN PAYS ENNEMI DE LA SYRIE ?

 Bachar al-Assad : Quiconque contribue au renforcement financier et militaire des terroristes est l’ennemi du peuple syrien. Quiconque contribue à tuer un soldat arabe syrien est l’ennemi de la Syrie. Quiconque œuvre contre les intérêts de la Syrie et de ses citoyens est un ennemi.

 Je ne parle pas du peuple, car je vois que le gouvernement français va à l’encontre de l’intérêt e de la volonté de son peuple. Il faut faire la distinction entre peuple ennemi et Etat ennemi. Le peuple français n’est pas un ennemi, mais la politique de son Etat est hostile au peuple syrien.

 – DONC L’ETAT FRANÇAIS EST-IL AUJOURD’HUI UN ENNEMI DE LA SYRIE ?

 Bachar al-Assad : Dans la mesure où la politique de l’Etat français est hostile au peuple syrien, cet Etat sera son ennemi. Cette hostilité prendra fin lorsque l’Etat français changera de politique.

 http://www.syria-committees.org/syrian-committees-interview-integrale-du-presisent-assad-au-figaro-la-stabilite-dans-la-region-depend-de-la-situation-en-syrie-2/

 SANA / Le Figaro / PCN-SPO

Putin: “In Russia leggi russe. Chi preferisce leggi islamiche vada da un’altra parte”

http://www.imolaoggi.it/2013/09/02/putin-in-russia-leggi-russe-chi-preferisce-leggi-islamiche-vada-da-unaltra-parte/

Russia

2 sett – Vladimir Putin: “Chi non vuole parlare russo e rispettare leggi russe può tranquillamente andarsene da qualche altra parte. La Russia non ha bisogno di queste minoranze e non abbiamo intenzione di cambiare le nostre leggi per loro”

Vladimir Putin, il presidente russo, ha indirizzato alla Duma (il Parlamento russo) un discorso riguardante le tensioni con alcune minoranze:

In Russia vivono i russi. Qualsiasi mino­ranza, da qualsiasi luogo, se vuole vivere in Russia, per lavorare e mangiare in Russia, dovrebbe parlare russo, e dovrebbe rispet­tare le leggi russe. Se preferiscono la legge della Sharia, allora noi li consigliamo di an­darsene in quei Paesi dove questa è la legge dello Stato. La Russia non ha bisogno di minoranze. Le minoranze hanno bisogno della Russia, e noi non concederemo loro privilegi speciali, o provare a cambiare le nostre leggi per soddisfare i loro desideri: non importa quanto forte urleranno ‘ discr­i-minazione’.

Noi apprendiamo dai suicidi in America, In­ghilterra, Olanda e Francia, se vogliamo so­pravvivere come nazione. Gli usi e le tradizioni russe non sono compatibili con la mancanza di cultura o dei modi primitivi della maggior parte delle minoranze.

Quando questo onorevole corpo legislativo pensa di creare nuove leggi, dovrebbe avere in mente prima l’interesse nazionale, osse­rvando che le minoranze non sono russi.

I politici della Duma hanno tributato a Putin una standing ovation di cinque minuti!

mattinonline.ch/

Datagate: in un anno 231 attacchi informatici degli Usa contro altri Paesi

Datagate: in un anno 231 attacchi informatici degli Usa contro altri Paesi
dimensione font  riduci dimensione font  aumenta la dimensione del font Stampa Add new comment
 Datagate: in un anno 231 attacchi informatici degli Usa contro altri Paesi
Nel 2011 le agenzie di intelligence degli Stati Uniti hanno condotto 231 attacchi informatici contro le reti elettroniche di Paesi stranieri, tra cui Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, hanno riportato i media riferendosi ai documenti declassificati dell’ex agente della Cia Edward Snowden.
Non sono specificati i dettagli delle operazioni speciali informatiche dei servizi segreti degli Stati Uniti. In precedenza la talpa in fuga della Cia aveva tolto il segreto ai documenti classificati statunitensi contenenti i dettagli dei fondi stanziati dal governo Usa all’intelligence. In base a questi documenti, nella “guerra informatica” sono stati stanziati 652 milioni di dollari.
http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/130879-datagate-in-un-anno-231-attacchi-informatici-degli-usa-contro-altri-paesi

Ignobile Occidente: usare i bambini per uccidere innocenti

Scritto il 02/9/13

 I bambini, sempre loro: finirà mai la ignobile speculazione sui bambini, vittime di guerra, per giustificare nuove guerre? Indimenticabile, nel 1999, la frase dell’allora ministro della difesa, Piero Fassino: «Solo chi non ha guardato negli occhi un bambino kosovaro è contrario all’intervento militare». E l’Italia intervenne, sulla base di una potente campagna di disinformazione anche diplomatica e politica. E fu la guerra del Kosovo, o l’ultima guerra dei Balcani, dove la più grande coalizione militare mai vista nella storia (19 Stati) si scatenò contro quel che rimaneva della Repubblica Federale di Jugoslavia, che nella propaganda veniva chiamata (un po’ sprezzantemente) “la Serbia”, colpevole di essere l’ultimo Stato che orgogliosamente si dichiarava socialista nel cuore d’Europa; uno Stato grande come un paio di regioni italiane. Da allora, ricorda Angelo d’Orsi,  il copione della giustizia sommaria è stato ripetito in modo spietato, anche sfruttando l’emozione dell’opinione pubblica, cui viene offerto lo spaventoso “trofeo” dei bambini uccisi.

Nel caso del Kosovo, la “comunità internazionale” aveva stretto i serbi in un assedio diplomatico, poi aveva imposto condizioni inaccettabili a Rambouillet – per poter accusare Milosevic di averle rifiutate – e ormai avendo la Nato sostituito pienamente l’Onu (non il Patto Atlantico, ma la struttura militare dell’Alleanza), si procedé alla “punizione” dei serbi, invocata a gran voce da autorevoli intellettuali, come Barbara Spinelli e Daniel Goldhagen. «Fu una classica guerra ineguale, asimmetrica, che oltre a distruggere l’economia serba e le infrastrutture fece diecimila morti, la gran parte civili, trattandosi di guerra esclusivamente aerea», scrive d’Orsi su “Micromega”. Si trattava di «dare un esempio, impartire una lezione, o semplicemente “punire”chi osava non piegare la testa ai diktat di chi ormai era rimasto il solo padrone del mondo». Il Muro di Berlino era stato abbattuto giusto dieci anni prima: «Si festeggiava così, quel decennale, cancellando l’anomalia jugoslava, l’ultima falce e martello nel continente».

A Milosevic furono disegnati i baffi di Hitler, e l’intellettualità europea fece a gara, a braccetto con la diplomazia angloamericana, nel tratteggiare paragoni storici: i kosovari erano i nuovi ebrei, i serbi i nazisti. «E il richiamo alla Seconda Guerra Mondiale imperversò: quella era stata la guerra giusta per antonomasia, la guerra delle democrazie contro le dittature». E attenzione, «nei richiami si ometteva l’Urss di Stalin, vera vincitrice della guerra, con i suoi 22 milioni di morti: ma tant’è, nell’officina della propaganda non si va per il sottile». Anche allora, contro i nazi-serbi, la guerra era “giusta”. «Mentre tanti negavano fosse una guerra, ma una benefica operazione di salvezza, di peacekeeping, Norberto Bobbio si spinse a definirla “etica”, cadendo in uno dei peggiori incidenti teorici della sua onorata carriera di filosofo». E mentre l’aggettivo “umanitario” si sprecava,vi fu chi fece di peggio: «Il letterato George Steiner etichettò quel conflitto come “altruista”».

Alcuni di quei superbi cantori della moralità della guerra sono usciti di scena, continua d’Orsi, mentre altri restano e imperversano: a cominciare dal solito Bernard Henri-Lévy, «che qualcuno continua a prendere sul serio», nonostante non sia altro che «una figura macchiettistica del sottobosco mediatico». Dal “Corriere della Sera” del 28 agosto 2013, Herni-Levy tuona: «L’Occidente salvi l’onore in Siria»). Sempre sul “Corriere”, interviene anche Michael Walzer, uno che «dalla sua cattedra di Princeton ha filosoficamente approvato tutte le guerre americane dell’ultimo venticinquennio, dissotterrando appunto la categoria medievale di “guerra giusta”». Onore, punizione: Walzer ha già deciso che a usare i gas sia stato Assad, e sostiene che l’impiego dei gas tossici «non può restare impunito». Ovvero: «È una questione morale prima che politica e di diritto. Occorre stabilire un precedente, in modo che tragedie come queste non si ripetano mai più. Basta con le vittime civili innocenti».

Forse, replica d’Orsi, nell’ultimo quarto di secolo il professor Walzer non ha letto i giornali, non ha ascoltato radio, né guardato tv, né navigato in Rete. Altrimenti saprebbe che di “precedenti” ve ne sono a iosa. E che ogni volta il suo “Grande Paese” – che si è assunto, motu proprio, il ruolo di giudice e gendarme del mondo – ha provveduto a castigare. “Sorvegliare e punire”, è il caso di dire, richiamando Michel Foucault. Come si può decretare che è giusto bombardare un paese – guerra esclusivamente aerea: non sia mai che sul terreno debba rimetterci la pelle qualche marine! – sulla base di accuse non dimostrate? Possibile che l’Iraq non abbia insegnato nulla? Come non ricordare la patetica messinscena di Colin Powell con la sua fialetta agitata all’Onu per “dimostrare” che Saddam Hussein era in possesso di armi di

distruzione di massa? Menzogne criminali: «E quanti “cattivi” abbiamo ammazzato, dopo aver bombardato, umanitariamente, i loro popoli?».

Siamo davanti a una deprimente “coazione a ripetere”, prende atto Giulio Marcon sul “Manifesto”: non siamo in grado di cambiare il copione. Creiamo il casus belli – un massacro, possibilmente – quindi decretiamo trattarsi di un crimine contro l’umanità e, sulla base di un lungo lavorio di costruzione del nemico, lo hitlerizziamo (sorte toccata a Milosevic, Saddam, Gheddafi, Assad), e scateniamo infine la rappresaglia: andiamo a “fare giustizia”, anche quando sappiamo in partenza che non potremo “esportare la democrazia”. Giustizia sommaria, tra massacri e sofferenze, bombe e orrori. Dove l’Occidente ha colpito, non è più ricresciuta l’erba: quei paesi sono scomparsi dalle prime pagine, ma sono diventati teatri di guerra permanente, «in un’orgia estenuante di sangue e di devastazione». Guerra di tutti contro tutti, in uno scenario disperato e privo di qualsiasi prospettiva di pace. «Guerre che abbiamo scatenato noi occidentali democratici, inventando ogni volta una “buona causa” di cui ci siamo presentati come paladini. Nessuna di quelle cause per le quali abbiamo bombardato, incendiato, distrutto, massacrato, ha prodotto risultati apprezzabili». Anzi, il più delle volte è accaduto il contrario: la situazione è gravemente peggiorata. E a quanto pare ci risiamo: possibile – si domanda Manlio Dinucci, sul “Manifesto” – che questo Assad sia così cretino da usare gas tossici (contro il suo stesso popolo) all’indomani dell’arrivo degli ispettori Onu? Domanda “spenta” sul nascere dai video strazianti coi volti dei bambini uccisi, caricati sul web a tempo record dai servizi segreti dell’Occidente e dei suoi alleati.

http://www.libreidee.org/2013/09/ignobile-occidente-usare-i-bambini-per-uccidere-innocenti/