Yemen. Carro armato spara su funerale, bilancio 19 morti

diamine cosa non si fa per mantere la democrazia, i “giusti” effetti collaterali …che vuoi che siano…Nessun diritto umanista urla vergogna? AH giusto, è per la democrazia che si uccide indiscriminatamente

Pubblicato il 28 dicembre 2013 12.45 | Ultimo aggiornamento: 28 dicembre 2013 12.45

YEMEN, ADEN -E’ salito a 19 morti il bilancio della strage avvenuta venerdi nello Yemen, nella provincia meridionale di al Dhalea, dove un proiettile esplosivo è caduto su una tenda che ospitava la veglia funebre di un militante separatista locale provocando anche il ferimento di 23 persone.
Tra le vittime quattro bambini. Lo riferiscono fonti mediche. Gli attivisti del Movimento del sud, una coalizione di gruppi che vogliono creare uno stato indipendente nella regione, hanno accusato l’esercito di aver usato due carri armati per sparare deliberatamente contro la tenda funebre, eretta per il funerale di un uomo ucciso lunedi scorso nel corso di scontri con le forze di sicurezza.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/yemen-carro-armato-contro-funerale-1754756/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter

Thailandia spari su manifestanti accampati un morto e 4 feriti

presto presto esportare democrazia, citofonare NATO

08:54 28 DIC 2013

(AGI) – Bangkok, 28 dic. – E’ di almeno un morto e quattro feriti gravi il bilancio dell’ennesimo episodio di violenza in Thailandia, sempre piu’ sull’orlo del baratro a causa del braccio di ferro tra la premier Yingluck Shinawatra e i sostenitori delle forze di opposizione. Uno o piu’ sconosciuti, quasi certamente provocatori, durante la notte hanno aperto il fuoco sui dimostranti che stavano dormendo davanti al Palazzo del Governo nel cuore di Bangkok, dove sono accampati da diverse settimane: i superstiti hanno poi raccolto da terra diversi bossoli di proiettili di piccolo calibro. Oggi nel frattempo e’ previsto l’avvio della seconda fase delle operazioni di registrazione per le elezioni anticipate del 2 febbraio prossimo, che gli oppositori sono decisi a impedire: dopo che ieri si era completata l’iscrizione dei partiti politici, in tutto 53, tocchera’ adesso alle candidature individuali nelle varie circoscrizioni. La Commissione Elettorale Centrale ha sollecitato un rinvio della consultazione fino al raggiungimento di un compromesso tra le parti, ma le autorita’ hanno respinto la richiesta e la signora Yingluck ha invitato le Forze Armate a garantire la sicurezza in vista del voto. Queste ultime hanno ribadito di voler rimanere neutrali ma, qualora la situazione dovesse precipitare ulteriormente, non hanno escluso un eventuale colpo di stato: proprio come quello con cui nel 2006 fu deposto l’allora primo ministro, il controverso magnate Thaksin Shinawatra, fratello di Yingluck. (AGI) .
http://www.agi.it/estero/notizie/201312280854-est-rt10009-thailandia_spari_su_manifestanti_accampati_un_morto_e_4_feriti

Immigrati, Mauro: cittadinanza a chi presta servizio nelle forze armate

sempre più american way…allora la direzione è giusta

Scritto da ImolaOggiNEWS, POLITICAsabato, 28, dicembre, 2013
forze28 dic – “Cittadinanza in cambio del servizio militare”, è questa la proposta del ministro della Difesa, Mario Mauro, intervistato dal quotidiano ‘Libero’. “Si faccia una piccola modifica alla Costituzione italiana e si dia la possibilità agli immigrati di poter entrare nelle forze armate”, spiega il ministro.
“Oggi si può fare il militare solo se si è cittadini italiani. Bisognerebbe fare come negli Stati Uniti dove, se si presta servizio nelle forze armate per un certo periodo, si è agevolati nel conseguimento della cittadinanza”.
http://www.imolaoggi.it/2013/12/28/immigrati-mauro-cittadinanza-a-chi-presta-servizio-nelle-forze-armate/

Sfratti, insorgono i movimenti: rischio 250mila famiglie in strada, pronti a blocchi stradali nelle città

ma dai? E pensare che a sentir certe campane pare che la casa sia un diritto acquisito di ogni italiano solo per il fatto di essere tale lo Stato ti regala un tetto.

Scritto da ImolaOggiCRONACA, NEWSsabato, 28, dicembre, 2013
sfratti28 dic – I movimenti per la casa ‘bocciano’ senza appello la sospensione fino al 30 giugno 2014 degli sfratti per finita locazione decisa dal Consiglio dei ministri per le categorie disagiate, con reddito annuo lordo familiare inferiore a 21mila euro. E sono pronti a nuove mobilitazioni che potrebbero vedere, il 20 gennaio, la giornata ‘clou’ della protesta con blocchi stradali in tutte le città.
“Valutiamo molto negativamente la misura sugli sfratti – commenta all’Adnkronos Paolo di Vetta, uno dei portavoce dei movimenti per la casa – Come al solito, copre una piccolissima parte di famiglie a rischio di sfratto e viene anche abbassata la soglia di 27mila euro prima in vigore a 21mila euro, quindi le 1.300 famiglie salvate dalla precedente proroga diventeranno ancora di meno“. I movimenti auspicavano un blocco degli sfratti per morosità incolpevole, che sono “il 90% degli sfratti al momento in esecuzione”, osserva di Vetta. Le decisioni del Cdm confermano “l’atteggiamento del ministro Lupi che aveva detto che il blocco degli sfratti è una misura preistorica, ma stiamo ancora aspettando il decreto che, aveva annunciato, avrebbe messo in campo risorse” per l’emergenza abitativa.
A Roma il 10 gennaio i movimenti per la casa incontreranno il prefetto. “Faremo il punto sulla situazione nella Capitale e l’incontro servirà a fare una verifica sulla delibera della Regione sull’emergenza abitativa e anche sul decreto che era stato annunciato dal governo”. Ma sono già in cantiere nuove giornate di lotta. “Dal 15 a 22 gennaio ci sarà una mobilitazione nazionale – dice di Vetta – E poi stiamo valutando un giorno, l’ipotesi è quella del 20 gennaio, in cui pensiamo di bloccare tutte le città”.
Si tratterebbe di una giornata “di blocchi stradali – afferma di Vetta – e per dare un segnale forte in assenza di provvedimenti concreti”. Al momento, secondo i movimenti per la casa, si interviene con una sospensione degli sfratti che riguarda “un migliaio di persone, a fronte di 250mila famiglie sotto sfratto“.
Sulla stessa linea anche Luca Fagiano, un altro degli esponenti dei movimenti e del coordinamento lotta per la casa. Il blocco deciso venerdì, osserva, “è estremamente negativo, viene semplicemente prolungata la situazione attuale”. Misure “insufficienti” che si stanno trasformando in “un problema dell’ordine pubblico: questa proroga che riguarda i non morosi è chiaramente ridicola rispetto alla situazione attuale”.
Per questo i movimenti sono pronti a ripartire con la protesta. “Il 10 gennaio incontreremo il prefetto di Roma, sarà un incontro importante e valuteremo cosa emergerà”. Si pensa però alla mobilitazione, forse il 20 gennaio, con una forma di “sciopero più moderna – conclude Fagiano – blocchi stradali e blocco della produzione generale”. adnk
http://www.imolaoggi.it/2013/12/28/sfratti-insorgono-i-movimenti-pronti-a-blocchi-stradali-nelle-citta/

Stella, 9 anni, è morta. Era stata investita sulla Nettunense da un ubriaco

Pubblicato il 28 dicembre 2013 13.37 | Ultimo aggiornamento: 28 dicembre 2013 13.37
di Redazione Blitz
 
ROMA – Stella, 9 anni, è morta dopo l’incidente stradale che ha coinvolto lei e la sua famiglia. La bambina la sera del 26 dicembre è stata travolta, mentre era a bordo di un’autovettura con la famiglia, da un 21enne romeno che era alla guida di una piccola utilitaria, probabilmente ubriaco. La piccola, è morta dopo due giorni di ricovero in coma all’ospedale Bambino Gesù nella Capitale. Con lei erano rimasti feriti la madre, la sorellina più piccola, un cugino di 22 anni, una cugina di 20.
L’incidente era avvenuto giovedì scorso intorno alle 19, sulla via Nettunense, al km 25.300. Nei pressi della stazione ferroviaria Campo di Carne un cittadino romeno di 21 anni aveva effettuato un sorpasso ad alta velocità invadendo con una Ford Ka la corsia opposta e travolgendo un’altra vettura, una Fiat Panda, su cui viaggiavano cinque persone.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/stella-9-anni-morta-investita-sulla-nettunense-da-un-ubriaco-1754779/

Negli Usa prigione per chi non riesce a pagare le tasse

Viva Mr Yes we can……è giusto insomma gli evasori si incarcerano no??? Ah ma mica pensate ai banchieri vero?

27 dicembre 2013 – NEW YORK (WSI) – In un mondo governato dalle banche, le lobby continuano ad avere la meglio. Con l’aiuto dei vari politici di turno, le varie caste sparse un po’ in tutto il mondo riescono a salvarsi dalle forme più feroci di tassazione. Tanto, a pagare per loro, ci pensano i meno abbienti.

Le prigioni dei debitori di nuovo in America. La tendenza di 150 anni fa è tornata di moda. Chi non paga i debiti finisce in galera.
E’ in atto una vera e propria guerra contro i più poveri, contro chi non riesce ad arrivare a fine mese, e contro chi, sull’orlo della povertà, non riesce a pagare le tasse.

Per loro, ora in America sono pronte le manette. Mentre i banchieri artefici della Grande crisi finanziaria del 2007 sono ancora in libertà, per la gente comune si aprono le porte del carcere.

Come riporta un articolo firmato da Michael Krieger, agli Stati Uniti, non basta più rappresentare il 25% dei prigionieri di tutto il mondo.

Ora l’America “neo feuduale” sembra avere bisogno, infatti, di “trovare modi più creativi e, addirittura, arcaici per incarcerare, in maniera evidentemente incostituzionale ed immorale, anche i più poveri”. Tanto da creare vere e proprie prigioni per i debitori. Una pratica che sembrava fosse stata ormai da tempo considerata obsoleta (anzi in gran parte sradicata nel mondo occidentale, con l’eccezione di circa 1/3 degli stati americani e della Grecia).

Come in un romanzo di Charles Dickens, chi fa fatica e lotta per pagare multe scadute o tasse legate a spese giudiziarie, sostenute anche solo per semplici infrazioni stradali, rischia dunque di essere sbattuto in carcere negli Stati Uniti.

Tornano così le prigioni che fiorirono negli Stati Uniti e in Europa occidentale oltre 150 anni fa. A quei tempi, prima ancora che nascessero il diritto fallimentare e le reti di sicurezza sociale, la povera gente e i titolari di aziende in rovina venivano rinchiusi in prigione, finché non venivano saldati i loro debiti. Le riforme, poi, bandirono tale pratica. Almeno fino a oggi.

Il Centro Brennan per la giustizia e l’American Civil Liberties Union (ACLU) sottolineano che questa prassi è rinata in alcuni tribunali locali.

Forse queste prigioni per i debitori sono rinate per fare di questa pratica un pilastro della crescita del PIL. Ad ogni modo, l’ACLU ha scoperto che sette su undici contee prese in esame hanno creato, de facto, “prigioni dei debitori”, nonostante i chiari “divieti costituzionali e legislativi”. In alcune aree, poi, la situazione è ben peggiore che in altre. Nella seconda metà del 2012, ad esempio, nella Contea di Huron, il 20% degli arresti sono stati dovuti a mancati pagamenti delle ammende; mentre la Corte municipale Sandusky della Contea di Erie ha incarcerato 75 persone in poco più di un mese durante l’estate del 2012.

Mark Silverstein, avvocato dell’ACLU del Colorado, ha sostenuto che in queste corti i giudici non hanno neanche valutato la capacità degli imputati di pagare prima di condannarli al carcere, a dispetto di quanto sancito dai principi costituzionali.

http://www.wallstreetitalia.com/article/1655046/global/carcere-la-feroce-punizione-per-chi-non-salda-i-debiti.aspx

Francia, deraglia treno con a bordo scorie radioattive

http://it.euronews.com/2013/12/24/francia-deraglia-treno-con-a-bordo-scorie-radioattive/

mi fa piacere che è successo 4 giorni fa e nessuno ha detto NIENTE

24/12 08:31 CET


 Grande spavento in Francia dopo che un treno merci con a bordo scorie radioattive è deragliato nel deposito di Drancy, tre chilometri a nord est di Parigi.

Fortunatamente nessuna perdita, assicurano i responsabili del gigante dell’energia nucleare Areva, ma il partito dei Verdi ha reagito chiedendo la fine del trasporto di scorie attraverso le aree urbane.

Copyright © 2013 euronews

Prud’homme: La Torino-Lione è una follia Share on facebook

http://www.notav.info/post/prudhomme-la-torino-lione-e-una-follia/

 Rémy Prud’hommeda TG Valle Susa, – Francia in piena recessione. Dalle colonne de «Les Echos» l’economista Rémy Prud’homme torna a parlare della “follia” di un progetto faraonico in mano a lobbies e politici regionali

A metà maggio, i dati diffusi da Eurostat che riguardavano l’economia della zona euro decretavano senza mezzi termini l’entrata della Francia in recessione dal primo trimestre 2013, dopo quattro trimestri di progressiva erosione del Pil. Le rilevazioni compiute su 20 dei 27 Paesi non erano rosee per nessuno (soltanto Germania, Belgio e Slovacchia assicuravano una tiepida crescita del Pil mentre l’Austria rimaneva stabile) ma la Francia venne definita il “nuovo malato d’Europa”.

Non più tardi di due settimane, i primi di giugno, si poteva leggere su «Le Monde» un servizio allarmante che titolava a piena pagina come fossero ormai oltre 900mila i giovani che in Francia non si davano più la pena di cercare un lavoro. Estate e autunno caldi han quindi visto sfilare per le strade francesi studenti, operai, agricoltori, autotrasportatori, postini, i “berretti rossi” bretoni e tanti altri.

Cresce la disoccupazione mentre il Pil francese continua a scendere.

Il 16 dicembre vengono pubblicati i dati forniti dal Pmi – Purchasing Managers’ Index – che effettua indagini tra i direttori acquisti nel comparto manifatturiero e dei servizi, come rende noto l’agenzia Reuters. E ciò che ne risulta è un’ulteriore contrazione dell’attività del settore privato.

les_echosDue giorni dopo, 18 dicembre, compare tra le colonne dell’autorevole quotidiano di economia e finanza «Les Echos» un editoriale che definisce “il progetto faraonico” della linea ferroviaria ad Alta velocità Torino-Lione “una follia economica”. A dirlo è Rémy Prud’homme, economista, professore emerito di Paris XII e docente al MIT – Massachussetts Institute of Technology -, per anni docente all’Institut d’Urbanisme de Paris.

La Torino-Lione, sostiene Prud’homme, è più costosa del Tunnel della Manica, ovvero dell’intera linea Parigi-Londra, i cui ricavi non coprono né gli investimenti effettuati né il mantenimento; la Torino-Lione non arriverebbe a coprire neanche il 10% dei costi. Le cause sono ormai note: preventivo destinato a salire, traffico stagnante prima in declino poi. Ma ciò che preoccupa Prud’homme è che il progetto non potrà mai contare su investitori o banche, dovendosi poggiare esclusivamente su denaro pubblico anche se “ci viene detto che l’Unione europea contribuirà per il 10-15% alla spesa, con soldi nostri. Curiosa istituzione drogata e schizofrenica: da un lato esige che Italia e Francia riducano il debito pubblico e la pressione fiscale, ma dall’altro le incoraggia ad affrontare pesanti, inutili, spese”.

Chi beneficia delle sovvenzioni statali sono sempre gli stessi: le lobbies dei grandi appalti e i politici eletti nelle regioni interessate, Piemonte e Rhône-Alpes.

Ben prima che si cominciasse a parlare seriamente di recessione (agosto 2012), in Francia la Corte di conti fu molto critica nei riguardi della linea Torino-Lione, raccomandando “di non accantonare troppo in fretta l’alernativa di migliorare la linea esistente”, che secondo Prud’homme era un modo per dire “Abbandonare il progetto!”

Ma la situazione è cambiata all’ombra dell’Arco di Trionfo, se anche la Sncf (Société Nationale des Chemins de fer Français) sostiene di mala voglia la realizzazione della nuova linea Av, ben cosciente del fatto che le verrà attribuita la responsabilità dell’incremento del debito pubblico; e, d’altro canto, anche il ministero di Economia e Finanza è “fortemente contrario” a incrementare una spesa supplementare di queste proporzioni.

Sarebbe meglio rileggere attentamente, almeno in Francia, quanto il 21 giugno scorso la commissione Mobilité 21 ha deposto nelle mani del governo in tema di investimenti sui trasporti, abbandonare i sogni faraonici e tornare a metter mano alle reti locali.

M.B. 19.12.13

Caselli va in pensione con l’ultimo regalo: una norma anti Al Qaeda

http://www.notav.info/post/caselli-va-in-pensione-con-lultimo-regalo-una-norma-anti-al-qaeda/bbdf312igaajht7-jpg-largeNotav = Nemico pubblico. Questo è quello che muove le menti dell’architettura giudiziaria che da oltre un anno ci vede impeganti quasi quotidianemente nelle aule dei tribunali torinesi. Da tempo affermiamo come sia la magistratura, seguita a ruota dall’informazione, la testa d’ariete usata per tentare di battere il movimento notav, visti i fallimenti della politica che sul piano del confronto ha perso da tempo.

La costruzione del nemico pubblico notav, dell’emergenza notav, prosegue con metodo da parte della magistratura capeggiata fino ad ora da Giancarlo Caselli e l’escalation di reati contestati al movimento conferma l’ossessione nei nostri confronti, sopratutto da chi, lasciando per pensionamento, ci dona l’ultima trovata: una norma che era stata preparata per combattere Al Qaida fra quelle contestate aii No Tav arrestati per terrorismo lo scorso 9 dicembre. Il capo d’accusa cita infatti un passo del codice penale introdotto nel 2005 da un decreto del governo all’indomani degli attentati di Londra e Sharm el Sheikh “per adeguare – come spiegò alla Camera dei deputati il ministro dell’interno Beppe Pisanu – il sistema giuridico alle caratteristiche insidiose e sfuggenti del terrorismo islamista”. Citando da la Repubblica “rispondono di “atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi”. L’episodio contestato è un attacco al cantiere di Chiomonte che però, secondo gli inquirenti, va inquadrato in un contesto più ampio: l’obiettivo, infatti, sono le “finalità di cui all’articolo 270 sexies del codice penale” (quello introdotto dal decreto), vale a dire “arrecare un grave danno al Paese” e “costringere i poteri pubblici ad astenersi dal compiere un qualsiasi atto”. In questo caso, a nonproseguire i lavori per la ferrovia ad alta velocità Torino-Lione.”

Ora si può ben comprendere che se parlassimo di un attacco al cantiere con esplosivo, kamikaze, botti piene di dinamite, il paragone potrebbe reggere. I fatti sono ben altri e per l’azione contestata ci risulta un generatore danneggiato. Certo è che con le proiezioni mentali elaborate dal procuratore e dal pool anti-notav tutto è purtroppo possibile.

Intanto la pensione di Caselli si tinge di quest’ultimo segno per non dimenticare di qualche giorno fa quando il procuratore scopre le carte: oltre le manette servono i fondi per il Tav.