CAGLIARI, Trenta algerini entrano nel supermercato e mangiano nei banconi degli alimentari senza pagare

09 dicembre 2016
Una trentina di algerini, questa mattina a Cagliari, sono entrati in un supermercato, si sono recati ai banconi degli alimentari ed hanno iniziato a mangiare i prodotti esposti.Alimentari2
Nonostante un addetto alla sicurezza si avvicinasse immediatamente per spiegare loro che prima della consumazione era necessario pagare i prodotti, gli extracomunitari proseguivano a consumare il loro pasto. A quel punto, avvertiti dell’imminente arrivo delle forze dell’ordine, alcuni si dileguavano, perciò i poliziotti intervenuti riuscivano a bloccarne solo una parte, convincendoli a pagare quanto consumato. (red)
(admaioramedia.it)
http://sardegna.admaioramedia.it/cagliari-trenta-algerini-entrano-nel-supermercato-e-mangiano-nei-banconi-degli-alimentari-senza-pagare/

JUNCKER CONDANNA COME IRRESPONSABILI GLI ELETTORI ITALIANI CHE HANNO VOTATO NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE

allarme allarme Sono euroscettici che avanzano, PERICOLO per la democrazia (quella che non consente le elezioni per il bene del popolo, s’intende) i populismi spaventano le elites tecnocratiche banchiere affariste.

junkerIl britannico Express commenta la reazione del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, alla vittoria del NO nel referendum costituzionale italiano. In una pervicace negazione della realtà, Juncker continua a parlare di irresponsabilità e populismo degli elettori del NO e però confida che alla fine il popolo “si renderà conto” che essere dentro la UE è una buona cosa.
(Di fronte a queste uscite delle istituzioni europee, quale migliore risposta di una distaccata ironia…)
di Rebecca Perring, 06 dicembre 2016
Jean-Claude Juncker ha decretato che gli elettori italiani che hanno votato “NO” al referendum costituzionale sono degli irresponsabili, e si è spinto a mettere in discussione il loro buon senso.
Ma il disperato boss di Bruxelles è ancora aggrappato al sogno del progetto europeo, quando afferma che “la gente si renderà conto che stiamo meglio se stiamo insieme“.
L’eurocrate capo ha fatto una serie di cupe osservazioni a seguito del risultato del referendum italiano, risultato che ha ulteriormente destabilizzato il già pericolante progetto dell’Unione europea.
Il duro verdetto del referendum, che ha portato il primo ministro italiano Matteo Renzi a presentare le dimissioni dopo che l’Italia ha votato contro la sua proposta di riforma costituzionale, si avvia a spianare la strada agli euroscettici del Movimento Cinque Stelle. La loro ascesa rappresenterebbe una spinta per il paese verso l’uscita dall’eurozona,  farebbe crollare l’euro e metterebbe in dubbio tutte le politiche economiche.
Dopo la sconfitta di Renzi, Juncker si è espresso così: “Il risultato italiano è una delusione, c’era la possibilità di rendere il paese efficiente e l’hanno sprecata. Viviamo in tempi pericolosi.”
Alla televisione pubblica olandese NPO ha detto: “Gli elettori del NO, i populisti, pongono dei quesiti ma non danno alcuna vera risposta.
A volte pongono le giuste domande, ma non hanno le risposte giuste. I populisti non si assumono responsabilità.
Le sue accuse sono giunte dopo aver sottolineato come alcuni leader euroscettici siano stati coinvolti nelle trattative per portare la Gran Bretagna fuori dal malridotto blocco europeo.
Ad ogni modo, nonostante i suoi commenti sensazionalisti, il presidente della commissione Ue non ha perso le speranze sul futuro dell’unione, e ha detto che il progetto sopravviverà.
Ha aggiunto: “Credo che alla fine dei conti prevarrà il buon senso europeo. La gente si renderà conto che stiamo meglio se stiamo insieme.
I commenti di Juncker arrivano dopo che una serie di politici di destra hanno esultato per la decisione dell’Italia e hanno acclamato la vittoria del NO come la fine della crisi della Ue.
dicembre 07 2016

Referendum, fuga dei testimonial del Sì: “Toglieteci dal sito”

I volti noti dello spettacolo cercano l’oblio dopo la sconfitta di Renzi al referendum: “Quando scompare il nome dal sito?”
Qualcuno ha iniziato a muoversi per cercare l’eclissi. Mediatica, s’intende. Dopo aver appoggiato con forza le ragioni del Sì al referendum, i grandi nomi che hanno apposto la loro firma sul sito “Basta un Sì” stanno cercando di capire se è possibile togliere il loro nome dall’elenco degli sconfitti.
La fuga dei sostenitori del Sì
Una sorta di fuggi fuggi di cui dà conto oggi Tommaso Labate su il Corriere della Sera. “Forse non è il momento di chiedervelo – avrebbe detto qualche nome famoso del mondo dello spettacolo – Ma sapete quanto rimarrà online il sito del Sì? Non perché la firma all’appello, se possibile…”. Imbarazzo, insomma. O forse soltanto il desiderio di evitare che la debacle elettorale possa avere conseguenze professionali: calo degli ascolti, fan infuriati, eccetera eccetera.
Intanto sui social network è partita la “caccia” ai sostenitori della riforma renziana. Michele Santoro è stato accusato da più parti di essersi pronunciato a favore della riforma. Anche la sua ex giornalista Luisella Castamagna l’ha bacchettato pesantemente. Di certo i volti noti dello spettacolo e della tv sono rimasti sopresi dalla sconfitta di Renzi. E ora vorrebbero evitare di pagarne anche loro le conseguenze.
Claudio Cartaldo – Mar, 06/12/2016 – 12:18

UE PROMETTE SOLDI AD ASSAD – PURCHE’ LASCI UN PO’ DI SIRIA AI RIBELLI

vuoi che non fosse l’italiana a tentare la corruzione?

UE PROMETTE SOLDI AD ASSAD – PURCHE’ LASCI UN PO’ DI SIRIA AI RIBELLI

Mentre Aleppo viene liberata e ripulita dai terroristi preferiti dall’Occidente, l’Unione Europea – secondo il britannico Times –   sta per avanzare una proposta al presidente Assad: aiuti  finanziari “considerevoli”  per la ricostruzione,  in cambio di una “autonomia” locale  concessa alla “opposizione” armata  in certe provincie. Secondo il Times l’idea sarebbe stata  ventilata  dalla ‘capo della  diplomazia europea” Federica Mogherini durante  la sua riunione  con la “opposizione siriana” due settimane fa.  Una fonte della  suddetta ‘opposizione’ ha detto al Times: “Ciò che cerca la Mogherini è  far progredire il piano di soluzione degli scontri in Siria. Il piano comprende la transizione, i cui particolari restano vaghi. Ma se  tutte le parti giungono ad intendersi bene e rispettano il piano UE,  è pronta una grande somma di denaro”.  Ormai gli oligarchi europei hanno cessato di ripetere il mantra dettato da Obama – Assad must go, ma contano di consentire la sopravvivenza dei “ribelli”, ossia della guerra civile, pagando. La  motivazione o parte della  scusa, è che la UE preferisce sborsare per non far fronte alle  ondate di fuggitivi dalla Siria.  Sia che credendo alla propria propaganda non abbiano visto che la gran parte della popolazione di Aleppo accoglie l’armata siriana come liberatori, sia che temano non i profughi,  ma   il ritorno degli “oppositori” che hanno armato ed addestrato, e che non sono cittadini siriani assetati di  libertà e pluralismo, ma  spesso europei arruolati dai servizi belgi e francesi.  Ora, secondo un rapporto UE, oltre 1700 di questi  jihadisti sperimentati in guerra sarebbero tornati in Europa.

mogherini-e-staffan

La proposta di rimediare coi  soldi al fallimento della politica di Obama-Hollande-Saud,   che ha devastato la Siria  per cinque anni,  ricalca in grande quella avanzata pochi giorni prima dall’inviato Onu De Mistura, che ha  pregato Damasco di lasciare Aleppo Est sotto l’amministrazione della ‘opposizione’  takfira, ma ha un lato specificamente euro-idiota. Certo il governo Assad  avrà bisogno di miliardi per la ricostruzione delle devastazioni;  ma  nella Shanghai Cooperation Organization c’è un paese chiamato Cina, che ha tutti i miliardi  che servono, la voglia di investirli,  e (come in Africa) senza subordinare il finanziamento  a  condizioni moralistiche, rispetto dei “diritti umani” o “democrazia”.   L’effetto sarà di  mandare ancor più saldamente Damasco  al blocco ‘russo-asiatico’.

Egitto collabora con Damasco

Dove  sta convergendo sempre più chiaramente anche il Cairo.  Un reparto di genieri egiziani è sbarcato a Tartous e sarà evidentemente impiegato nello sminamento e nella  bonifica di Aleppo Est liberata, e ovviamente cosparsa di trappole letali dai tagliagole.  Secondo il libanese Al-Akhbar, specialisti militari e di polizia del Cairo sono presenti in diverse basi,  dalla centrale dello stato maggiore siriano di Damasco,  alle basi aeree di Hama ed Hmeimim fino all’aeroporto T-4 allestito ad Est di Homs,  anche per approfittare dell’esperienza maturata dall’armata siriana nella lotta al terrorismo,  visto l’infiltrazione dei takfiri in Sinai:  il gruppo  Ansar Beit-ol-Moqadas »   che compie sanguinosi attentati contro l’esercito egiziano e la popolazione,  rivendica di essere parte di Daesh.   Ha scritto Pars Today: “Attraverso la Siria, Al Sissi vede in qualche modo il proprio possibile futuro, se continua a fidarsi dell’Arabia Saudita” (da cui il Cairo dipende per gli aiuti finanziari).  “Il ministro degli esteri Sameh Choukri, in un discorso all’ONU, ha detto chiaramente che la politica del Cairo è di allontanarsi da Ryad.  Al Sissi non vuol un bagno di sangue alla siriana in casa…in cambio di un  pugno di petrodollari e di promesse vuote”.   Ha appena firmato con Mosca   per la costruzione della prima centrale nucleare in Egitto.

Un altro successo della politica “Assad must go”.

Di fronte a  quella che si profila come la vittoria  strategica e politica di Mosca, Teheran, Hezbollah e Damasco, cosa fanno gli Usa? Approfittano dei due mesi in cui Trump non è ancora insediato per assestare attentati e pugnalate alla schiena, il cui solo scopo  è di “far pagare un prezzo” di sangue  alla Russia, come aveva   annunciato l’ex direttore CIA Michael Morell ad agosto in  tv,  e far sì che  arrivino a  Mosca  “un po’ di sacchi mortuari”, come aveva promesso a settembre John Kirby, il portavoce del Dipartimento di Stato.

Il 5 dicembre, un ospedale mobile che i russi avevano appena finito di allestire per assistere i civili di Aleppo, è  stato bombardato da artiglieria ribelle: due infermiere sono morte, un pediatra ferito ( un colonnello  dei  corpi speciali è stato colpito a morte  in altra circostanza)  numerosi civili in cura.  Il ministro della Difesa di Mosca ha accusato esplicitamente e con rabbia  gli occidentali di aver fornito ai takfiri le coordinate per l’attacco: “il sangue dei nostri soldati è sulle mani di chi ha commissionato l’assassinio. Sì, il sangue dei nostri soldati è sulle vostre mani, signori e signore, patroni di terroristi degli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia ed altri paesi e simpatizzanti”.  –Il risultato non pare quello a cui miravano i mandanti degli assassini; secondo i sondaggi, l’opinione pubblica russa s’è indurita ed è disposta ad accettare perdite umane per farla finita in Siria .

assad-festeggiato

Due giorni dopo, mercoledì  7 dicembre,  caccia israeliani hanno attaccato alle 3:30  l’aeroporto militare siriano di Mezzeh, a sud di Damasco, a poca distanza dal palazzo presidenziale di Assad. Secondo il governo siriano, che ha confermato l’attacco, non ci sono state vittime. E’ la seconda pugnalata sionista in dieci giorni: il 30  novembre i caccia di Tsahal  hanno sparato razzi su installazioni militari ad Ovest di Damasco.

Bassezza di Obama

L’8 dicembre, Obama ha levato le restrizioni prima vigenti sulla fornitura di armi ai ‘ribelli’: fra poco gli ultimi  jihadisti rimasti riceveranno i missili a spalla anti-aerei e i razzi anticarro necessari a nient’altro che   a “far pagare un prezzo” di sangue a Mosca.  Poche ore prima, tramite  Kerry e con l’appoggio dell’ONU,  Obama aveva chiesto una tregua ad Aleppo, allo scopo di far esfiltrare  dalla sacca  i suoi jihadisti e (ritengono i servizi siriani)  gli ufficiali americani (inglesi? Israeliani?)  che li hanno comandati fino all’ultimo. Richiesta respinta da Mosca e Pechino  al consiglio di sicurezza, dopo il bombardamento dell’ospedale da campo russo per i civili,  che la “comunità internazionale” non ha condannato (comportamento “inaccettabile”, ha detto  Putin). Mosca e Damasco hanno acconsentito  alla resa di circa 3 mila terroristi in Aleppo Est, consentendo loro di  uscirne con le famiglie; per  quelli che han voluto restare con le armi in pugno,  parlato di sterminio ( il modus operandi di Putin contro il terrorismo in Cecenia).

Contrariamente a quel che hanno raccontato per anni i governi e i media,  quando l’armata siriana  libera i quartieri di Aleppo, la popolazione li saluta e  festeggia con gioia: gli oppressori  dunque non sono  i lealisti di Assad, ma i tagliagole di Daesh, Al Nusra o come  si chiamano i wahabiti al captagon.  Al punto che Assad ha  ventilato di voler andare in visita alla città liberata; gli occidentali temono che la visita si trasformi di una manifestazione-monstre a favore del regime, smentendo la narrativa della supposta “opposizione democratica”  che d Aleppo combatte per la propria libertà.

 

Così la popolazione di Aleppo Est accoglie le truppe siriane
Così la popolazione di Aleppo Est accoglie le truppe siriane

Staffan De Mistura ha dichiarato giorni fa a Roma che “Aleppo Est può cadere in mano al governo da qui alla fine anno”:  ha usato la parola “cadere in mano”, non “essere liberata”. La Mogherini  ha adottato  all’incirca   lo stesso linguaggio: “Non possiamo far passare il messaggio  che Aleppo è perduta, che noi giriamo la pagina. No, dobbiamo ancora salvare  la popolazione di Aleppo,  proteggere i civili …”.

http://enpi-info.eu/mainmed.php?id=47463&id_type=1&lang_id=469

Aleppo non è “perduta” , ma recuperata – se non si è complici degli islamisti wahabiti. Ma la Mogherini ha un suo modo di raccontare le cose:  “Noi siamo i soli, non uno fra gli altri, bensì i soli che hanno fornito  aiuto umanitario in Siria”, ha detto parlando a nome della UE.

http://syria.mil.ru/fr/index/syria/reconciliation_bulletin.htm

Piccola correzione: la Russia ha inoltrato e  inoltra in Siria tonnellate di aiuti alimentari, carichi di cereali, medicinali anche per ponte aereo.

http://syria.mil.ru/fr/index/syria/reconciliation_bulletin.htm

Piccolo dettaglio: gli aiuti alimentari inviati della UE sono stati esclusivamente diretti ad Aleppo Est, ossia ai terroristi. Di Aleppo Ovest, la UE si è occupata in un solo modo: esigendo magazzini dove ammassare  gli aiuti   da consegnare  ai takfiri ad Est; nemmeno un cioccolatino ad Aleppo Ovest, contro cui la UE applica (come a tutta la Siria sotto il governo Assad)  le più dure sanzioni.  Adesso, via via che si liberano i quartieri di Aleppo Est, si è scoperto che i  takfiri non distribuivano affatto gli aiuti alimentari alla popolazione; se li tenevano o vendevano a caro prezzo; hanno usato i sacchi di cibo targati ONU o Croce Rossa p er rafforzare le protezioni delle loro postazioni, come fossero sacchetti di sabbia. (qui la foto):

 

 

aleppo-sacchetti
Takfiri usavano sacchi di aiuti come sacchi di sabbia

 

 

 

 

 

aleppo-sacchetti-2

  9 dicembre 2016

https://fr.sputniknews.com/presse/201612021028984785-rebelles-alep-aide-humanitaire-onu-proteger/

 

 

MATTARELLA TUONA: ‘NO AD ELEZIONI ANTICIPATE, GOVERNO TECNICO CON PRODI E ALFANO’

elezioni? Siamo mica un paese democratico, il popolo poi sbaglia a votare

MATTARELLA TUONA: ‘NO AD ELEZIONI ANTICIPATE, GOVERNO TECNICO CON PRODI E ALFANO’

 I Presidenti di Camera e Senato annunciano a Sergio Mattarella l’elezione a Presidente della Repubblica
L’Italia si sveglia con un governo che si prepara alle dimissioni e con il presidente delvoto Consiglio Matteo Renzi che si prepara a rimettere il proprio mandato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un’ampia maggioranza degli italiani ha bocciato la riforma costituzionale che il segretario del Pd si è messo sulle spalle e alla quale ha affidato la propria faccia. Il dato definitivo dice che al No è andato oltre il 59 per cento dei voti, mentre al Sì il 40,4.
Il Quirinale cerca di frenare sul nascere l’ira funesta del premier Matteo Renzi, la sua sete di rifarsi sul tavolo verde della scommessa perduta con gli italiani. La possibilità che voglia imprimere un’accelerazione alla fine della legislatura, così da poter capitalizzare quel 40 per cento che sembra preludere a un partito totalmente «suo», e di maggioranza relativa di fronte ai grillini e a un centrodestra diviso tra le leadership di Berlusconi e Salvini.
Le dimissioni annunciate stanotte da Renzi secondo lo staff presidenziale sarebbero dovute essere ricondotte, smaltita la delusione, a mero «atto formale» senza alcuna ulteriore «drammatizzazione» verso crisi al buio. Invano era stato raccomandato al leader piddino di non farne una questione personale, un plebiscito su se stesso.
L’annuncio choc di Mattarella
Il governo, si ragiona, è pur tuttavia un’altra cosa. La prima intenzione del presidente Sergio Mattarella sarebbe quindi quella di formare un nuovo governo tecnico, rinunciando ad elezioni anticipate come chiesto da diverse fazioni politiche e schieramenti. Il presidente della Repubblica ha tuonato così: “Non andremo a elezioni anticipate, le uniche elezioni si terranno nel 2018 e fino ad allora sarà compito di Alfano e Romano Prodi guidare il Paese”.
5 dicembre 2016

Ecco la prima dura risposta dell’Unione Europea alla vittoria del NO

dicembre 06 2016
ordini UeCome avevo avuto modo di anticipare qua e ribadire anche nel mio post di stamattina, finita la farsa del supporto a Renzi e alle sue riforme arriva la prima mazzata dalla UE per l’Italia, in particolare sulla legge di bilancio per il 2017.
Le istituzioni avevano dato una tregua al governo italiano fino al 5 dicembre ma poi avrebbero picchiato duro senza pietà: e la prima mazzata arriva dall’Eurogruppo, che si è riunito stamattina per, tra le altre cose, valutare i draft budget degli stati membri per il 2017.
Ecco quali sono le conclusioni per il bilancio italiano, che già vi avevo anticipato mentre tutti i giornalai stavano a contare lo 0,1% di flessibilità in più o in meno.
Il giudizio dei ministri delle finanze dell’Eurozona non lascia spazio a fraintendimenti: come potete leggere il bilancio 2017 del nostro Paese è a rischio di non conformità con le regole prescritte dal Patto di Stabilità e Crescita e dalla sua revisione.
Il pomo della discordia è il deficit strutturale e l’Obiettivo di Medio-Termine (MTO) del bilancio in equilibrio: Renzi si era impegnato con la UE, in cambio della flessibilità concessa lo scorso anno, a migliorare il saldo di bilancio strutturale (cioè al netto delle componenti straordinarie) dello 0,6% del PIL, mentre la proposta presentata da Padoan prevede un peggioramento dello 0,5%.
Altro che qualche punticino di PIL, parliamo di circa €15 miliardi di differenza! E ora l’Eurogruppo, pur riconoscendo gli sforzi eccezionali per terremoti e migranti, chiede una pesante correzione e demanda alla Commissione Europea di indicare al governo italiano i passi necessari per ridurre il debito secondo le nuove e stringenti regole di bilancio varate in risposta alla crisi post-Lehman.
 
I suggerimenti dell’Eurogruppo? Privatizzazioni selvagge e di utilizzare tutte le entrate straordinarie per ridurre il debito.
Ieri il No ha salvato formalmente la Costituzione Italiana del 1948, che però, indipendentemente da tutto rimane disapplicata nei suoi principi fondamentali; per tornare a farla vivere e ridare prosperità e speranza, è necessario rigettare gli assurdi vincoli europei che ci stanno asfissiando e che non ci permettono di mettere in atto le politiche di cui il Paese e i cittadini italiani avrebbero bisogno. QUI trovate tutte le decisioni dell’Eurogruppo odierno e la foto sotto si riferisce al paragrafo sull’Italia =>
Marco  Zanni,  europarlamentare M5S
– di Marco Zanni per Sollevazione –

La guerra dell’Occidente alla ‘verità’

La guerra al terrorismo è stata una “guerra alla verità”. Ora i governi cercano di screditare i ‘portatori di verità’ che sfidano le loro bugie.
di Paul Craig Roberts.
presstitutesLa guerra al terrorismo è stata contemporaneamente una “guerra alla verità”. Per quindici anni – a partire dall’11 settembre 2001 per arrivare alle “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein, ai “collegamenti con al Qaeda”, alle “armi nucleari” in possesso dell’Iran, all’”uso da parte di Assad di armi chimiche”, alle infinite bugie su Gheddafi, all’”invasione russa dell’Ucraina” – i governi delle cosiddette democrazie occidentali hanno trovato essenziale allinearsi saldamente a queste menzogne al fine di perseguire i propri programmi politici. Ora questi governi stanno cercando di screditare i “portatori di verità” (truthtellers) che sfidano le loro bugie.
I mezzi di comunicazione russi sono sotto attacco da parte delle “presstitutes” (“prostitute dell’informazione”, ndt) dell’Unione Europea e dell’Occidente e sono accusati di essere dei fornitori di notizie false (“fake news” – si veda ad esempio l’articolo: www.globalresearch.ca).
Rispettando gli ordini del suo padrone di Washington, l’Unione Europea ha approvato una risoluzione contro i media russi che non seguono evidentemente la linea di Washington.
Il presidente russo Putin ha detto che la risoluzione europea è un “segno visibile del degrado dell’idea che la società occidentale ha della democrazia”.
Come previsto da George Orwell, dire la verità è ora considerato dai governi occidentali “democratici” come un atto di ostilità. Un nuovo sito web, www.propornot.com, ha appena fatto la sua comparsa per condannare un elenco di 200 siti web che forniscono notizie e opinioni in contrasto con i media “presstitute” e che servono le agende dei governi occidentali. Forse i finanziamenti di propornot.com provengono dalla CIA, dal National Endowment for Democracy o da George Soros?
Sono orgoglioso di dire che anche il sito www.paulcraigroberts.org è nell’elenco
Il potere del sistema mediatico
In Occidente coloro che sono in disaccordo con le politiche omicide e sconsiderate dei funzionari pubblici sono demonizzati come “agenti russi”. Lo stesso Presidente degli Stati Uniti è stato indicato come un “agente russo”.
Questa consuetudine di denominare i “portatori di verità” come propagandisti ha fallito. Il tentativo di screditare i “portatori di verità” ha invece prodotto un catalogo di siti web in cui si possono trovare informazioni affidabili ed i lettori infatti stanno visitando in massa i siti inclusi nella lista.
Il tentativo inoltre di diffamare i “portatori di verità” dimostra che i governi occidentali e i loro media “presstitutes” sono intolleranti verso le verità e le opinioni differenti dalla loro, e si sono impegnati a costringere le persone ad accettare le menzogne servite dai governi come verità.
Chiaramente i governi e i media occidentali non hanno alcun rispetto per la verità, e così come per l’Occidente ritenersi democratico?
Un media “presstitute” come il “Washington Post” ha svolto il suo ruolo in tal senso nel sostenere la rivendicazione di Washington secondo la quale i media alternativi sarebbero costituiti da agenti russi.
Manipolazione dei media
Craig Timberg, che appare privo di integrità o di intelligenza, o forse di entrambi, è il tirapiedi del “Washington Post” che ha riportato la falsa notizia secondo la quale “due gruppi di ricercatori indipendenti” – nessuno dei quali è stato individuato – avrebbero scoperto che i russi hanno sfruttato la mia ingenuità, quella di CounterPunch, del professor Michel Chossudosky di Global Research, di Ron Paul, di Lew Rockwell, di Justin Raimondo e quella di altri 194 siti web per aiutare “un candidato ribelle” (Trump) “a scalare la Casa bianca”.
Si noti il termine applicato a Trump – “candidato ribelle”. Questo dice tutto.
I governi occidentali sono a corto di scuse.
Dall’insediamento del primo governo Clinton l’ammontare dei crimini di guerra dei governi occidentali è superiore a quello della Germania nazista. Milioni di musulmani sono stati macellati, deportati e diseredati in sette Paesi. Non un singolo criminale di guerra occidentale è stato ritenuto responsabile di tutto ciò.
L’ignobile “Washington Post” è il principale difensore di questi criminali di guerra.
L’intera stampa e le TV occidentali sono così pesantemente implicate nel peggiore dei crimini di guerra della storia umana che, se la giustizia farа il suo corso, le “presstitutes” saranno sul banco degli imputati insieme ai Clinton, a George W. Bush e a Dick Cheney, a Obama e ai loro agenti “neocon” ed esecutori, come è il caso che sia.
Fonte originale: Paul Craig Roberts.org
Traduzione di Megachip
Da Redazione  – Dic 07, 2016

Polemica risposta dei russi alle “strane dichiarazioni” di Theresa May sulla Siria

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Il portavoce russo ha risposto in maniera polemica e piccata al governo britannico di Theresa May che aveva parlato di “situazione umanitaria critica” nella città’ siriana di Aleppo.
” Se non vi e’ alcuna traccia di aiuti forniti da Londra in Siria, per lo meno il Governo britannico eviti di intralciare gli altri paesi che vogliono portare aiuti umanitari in Siria, ha dichiarato il portavoce del Ministero russo Igor  Konashenkov .”
In precedenza il primo ministro britannico aveva dichiarato che la Russia stava ostacolando la fornitura di aiuti umanitari ai civili di Aleppo visto, che non permette di stabilire una tregua.
 In tutti questi anni di guerra in Siria il Regno Unito non ha mai inviato neppure un grammo di farina, ne’ una sola medicina  e neppure una sola coperta per aiutare i civili. Per questo, se il Governo britannico vuole inviare aiuti umanitari,  ha tutto a suo favore pero’ ci dica allora  dove sono rimasti incagliati questi aiuti”, ha detto il portavoce russo Konashenkov.
Inoltre il portavoce del Ministero della Difesa russo  ha affermato che dal 28 di Novembre le truppe siriane hanno liberato oltre la metà delle zone assediate dai terroristi nella parte orientale di Aleppo. Nel corso di tutto questo tempo i residenti della città stavano ricevendo aiuti umanitari, medicinali ed indumenti pesanti da parte della Russia.
Dopo dichiarazioni tanto “strane” qualcuno si domanda di chi è l’opinione espressa da Theresa Meyer? Sua o di qualche altro funzionario del Foreign Office? Sembra che, trascinato dalla “russofobia”, il Governo britannico abbia perso obiettivamente la capacità di comprendere cosa sta avvenendo attualmente in Siria ed a Aleppo.
Nota: Da considerare che il Governo britannico, già  dall’inizio della crisi, è uno di quei governi che forniscono  armi ed equipaggiamenti ai terroristi delle varie bande che sono state infiltrate in Siria attraverso la Turchia con la complicità della NATO e del governo di Erdogan. Nonostante questo Londra vorrebbe  dare lezioni di “diritti umani” agli altri ed in particolare ai russi che sono stati gli unici ad intervenire per difendere il paese arabo dall’assalto delle bande jihadiste supportate da USA, Regno Unito, Francia  ed Arabia Saudita.
In particolare il Regno Unito è stato anche responsabile della catastrofica situazione dei diritti umani creatasi in Libia ed in Iraq, a seguito degli interventi  militari di Londra (e degli USA)  realizzati per le loro finalità geopolitiche. Di questo dovrebbero rispondere i responsabili dei Governi britannici, evitando di ergersi a giudici ed a pontificare sulle presunte violazioni dei diritti umani degli altri paesi.
Fonte: RT Actualidad – Traduzione e nota: L.Lago
Da Redazione  Dic 04, 2016

Yemen, le bombe non fanno notizia

 curioso come l’Occidente ed i servi politically correct ci mettano un secondo a tacciare chi che sia di islamofobia, ma a quanto pare per loro ci sono islamici di serie A e di serie B. Gli yemeniti sono “diversamente” civili islamici
Dal 2014, Medici senza Frontiere aiuta con forniture mediche, e non solo, otto ospedali nei quartieri Est di Aleppo, quelli tuttora sotto il controllo di ribelli e jihadisti. Sono i quartieri dove da mesi più acuto è lo scontro tra le forze leali a Bashar al-Assad e i miliziani e MsF non si stanca di denunciare i bombardamenti che colpiscono anche le strutture sanitarie. Denunce che sono puntualmente (e giustamente) riprese dalla stampa internazionale.
Immaginiamo quindi quale debba essere la frustrazione dell’organizzazione nel vedere quanto sia a senso unico, e quindi poco credibile, la pietà del giornali e delle televisioni. Gli stessi Medici senza Frontiere, infatti, hanno denunciato l’analogo andamento della guerra condotta nello Yemen dalla coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita con l’assistenza logistica e di intelligence degli Stati Uniti. Ma in quel caso gli appelli, per quanto accorati, sono stati bellamente ignorati e non hanno avuto alcun riflesso sui media.yemen bombard
Ecco che cosa ha raccontato Djoen Besselink, capo della missione di MsF nello Yemen: “Da maggio 2015 MSF ha curato più di 10.000 feriti di guerra solamente nella città di Taiz. A ottobre, gli ospedali supportati da MSF a Taiz hanno ricevuto circa 500 pazienti con ferite dovute alla violenza, di cui il 23% erano donne e bambini. Molti dei feriti… erano a casa, al mercato o in cammino verso i loro campi quando sono stati colpiti da incursioni aeree, bombardamenti e spari da arma da fuoco”. Il 17 novembre, primo di due giorni di cessate il fuoco, i Medici senza Frontiere hanno dovuto ricoverare 76 feriti e seppellire 21 morti nella sola città di Taiz. Ne avete avuto notizia? Mi sa di no.
Così come difficilmente avrete saputo che l’Arabia Saudita ha violato 114 volte il cessate il fuoco di due soli giorni che peraltro era stato richiesto dall’ex presidente dello Yemen, Habd Rabbuh Mansur Hadi, e gentilmente concesso da re Salman dell’Arabia Saudita.

Dall’inizio della campagna saudita (marzo 2015), quasi 12 mila civili yemeniti sono stati uccisi. Gli sfollati sono più di 3 milioni (su 27 milioni di abitanti), metà della popolazione vive di aiuti umanitari e solo 1 bambino su 10 arriva all’età di cinque anni.

Gli occhi che lacrimano per Aleppo Est restano però asciutti per lo Yemen, dove a far morire adulti non combattenti e bambini sono i nostri alleati e clienti, quelli ai quali Usa, Francia e in parte anche l’Italia (sono prodotte in Italia, anche se da aziende straniere, le bombe per i caccia sauditi) forniscono gli strumenti per ucciderli. Il punto esatto in cui la pietà diventa ideologia e la compassione puro interesse economico.
novembre 22 2016
– di Fulvio Scaglione per Gli Occhi Della Guerra
http://www.informarexresistere.fr/2016/11/22/yemen-le-bombe-non-fanno-notizia/

“Smettila di gettare veleno”. Forte risposta della Cina alle accuse del rappresentante britannico al CSNU dell’ONU

Da tempo i rappresentanti diplomatici della Gran Bretagna hanno assunto un atteggiamento da “primi nella classe” nel voler dare lezioni a tutto il mondo ed a volersi ergere a difensori dell’ “ordine internazionale”, quello per intenderci stabilito dai loro soci di Washington.
Tuttavia i britannici sembra che non abbiano ancora somatizzato la perdita del loro Impero e di essere soltanto i reggicoda degli Stati Uniti, la principale superpotenza che cerca di imporre il suo Ordine Mondiale ed i suoi interessi agli altri paesi. Per il resto la Gran Bretagna non è altro che un piccolo paese rispetto alle nuove potenze emergenti nel mondo che giustamente reclamano il rispetto del proprio ruolo e della propria sovranità nazionale.
Questo atteggiamento britannico spiega la forte risposta che il rappresentante della Repubblica Popolare Cinese, vera potenza emergente a livello planetario, ha dato al britannico Matthew Rycroft, che rappresenta il Regno Unito al Consiglio di Sicurezza dell’ONU (CSNU).
Lo scorso Lunedì, la Russia e la Cina hanno bloccato con il loro veto la risoluzione presentata dal CSNU dagli altri membri permanenti, USA, Regno Unito e Francia, che prevede una tregua di 7 giorni ad Aleppo disponendo la cessazione delle ostilità, incluso nella parte est della città, dove sono ancora insediati i terroristi, sostenuti da USA, Regno Unito e Arabia Saudita, che tengono in ostaggio la popolazione.
Il cancelliere russo Serguéi Lavrov aveva indicato questa risoluzione come un “provocazione”, visto che l’Esercito siriano, con l’aiuto dei russi, sta liberando definitivamente la città dalla presenza dei terroristi e la tregua consentirebbe a questi di riorganizzarsi e ricevere rifornimenti. La Russia e la Siria vogliono portare a termine le operazioni militari per la liberazione totale della città che permettano alla popolazione di tornare ad una vita normale.
La Cina si è allineata con la posizione russa spiegando che “la risoluzione proposta dai paesi occidentali non contribuisce agli sforzi diplomatici delle parti coinvolte e non aiuta a risolvere la situazione in Siria”. Inoltre il rappresentante della Cina ha richiamato il CSUN a “mantenere l’unità sulla questione della Siria ed a parlare con una sola voce e cooperare”.
La spegazione del rappresentante cinese è risultata frustrante per l’incaricato britannico Matthew Rycroft, il quale ha lanciato varie accuse contro il paese asiatico: “molto sorprendente il veto della Cina che ha optato per appoggiare la Russia che è parte nel conflitto (….) loro sembrano avere una rara fiducia in un despota che ha ucciso quasi mezzo milione di suoi concittadini”, ha obiettato il britannico Rycroft.
“Il Consiglio di Sicureza non è un luogo per attaccare senza fondamento le posizioni di altre nazioni”, ha risposto il rappresentante cinese.
“Quale diritto ha il rappresentante del Regno Unito per mettere in questione le posizioni degli altri paesi?” Ha domandato Liu Jieyi.
“Vorrei dire al rappresentante britannico che metta fine alla pratica di avvelenare l’ambiente nel Consiglio di Sicurezza e di offendere i partecipanti a questa riunione. Non è la prima volta che lo fa e spero che le offese non si ripetano in futuro”, ha dichiarato il diplomatico cinese.
Dall’altra parte chi apertamente ha risposto e lanciato precise accuse ai rappresentanti del Regno Unito e degli USA, firmatari della risoluzione, è stato il rappresentante del Venezuela, membro provvisorio del CSNU, Rafael Ramirez, il quale ha dichiarato che alcuni membri del CSNU, coinvolti nel conflitto in Siria, antepongono la propria agenda agli interessi della popolazione siriana.
“Osserviamo nostro malgrado che dall’inizio del conflitto armato in Siria ci sono alcuni membri direttamente coinvolti in questa cruenta guerra che continuano ad anteporre le proprie finalità geopolitiche a danno del popolo siriano”, ha affermato il rappresentante del Venezuela all’ONU. Queste affermazioni sono state fatte dal Ramirez nell’ambito della riunione del CSNU, nel respingere la risoluzione presentata da USA e Regno Unito sulla situazione di Aleppo, indicando che questa risoluzione non riflette in modo appropriato la situazione sul terreno in Siria.
In questo senso Ramirez ha ribadito che “alla Siria è stata imposta una guerra terribile e che alcuni paesi hanno appoggiato in forma costante i gruppi terroristi” ed ha continuato dicendo che “l’unico modo per porre fine al conflitto è quello che la Russia e la Siria stanno seguendo per neutralizzare gli estremisti e far tornare il paese alla normalità ed alla pace”.
Allo stesso modo l’ambasciatore venezuelano ha condannato i recenti attacchi realizzati dai terroristi contro un ospedale da campo russo ad Aleppo e contro il suo personale umanitario, attacchi in cui sono morti due medici russi.
Dal mese di Settembre la parte orientale di Aleppo, dove sono trincerati i terroristi, si trova ormai accerchiata e le forze dell’Esercito siriano stanno progressivamente liberando quartiere per quartiere, consentendo alla popolazione (che era in ostaggio dei terroristi) di uscire, alloggiare in appositi centri ed essere per la prima volta assistita e rifornita di viveri, di acqua potabile, medicinali e assistenza medica.
Soltanto la Russia, a differenza dei paesi occidentali, sta fornendo assistenza umanitaria concreta alla popolazione siriana mentre l’Occidente nasconde le sue responsabilità e lancia accuse senza fondamento. I britannici in particolare sono maestri in questa arte di falsificazione e propaganda.
Questo avviene mentre le potenze occidentali e l’Arabia Saudita, tutti sponsor dei terroristi, cercano in tutti modi con falsi pretesti umanitari, di fermare le operazioni militari siriane e russe per evitare la resa dei terroristi e mercenari che fino ad ora sono stati da loro riforniti di armi e sostenuti, nonostante questi si siano resi responsabili di ogni genere di efferatezze contro la popolazione civile.
Da Redazione – Dic 06, 2016 di Luciano Lago