Pd, Davide Serra: “Renzi? Con lui aumento di occupazione, che siano voucher o non voucher”

sono o no sempre dalla parte dei lavoratori no?
Renzi? Con lui ci sono stati 660 posti di lavoro in più al giorno. Che siano voucher o non voucher, c’è stato un aumento di occupazione”. Lo afferma a Piazzapulita (La7) Davide Serra, partner fondatore di Algeb

david serra

ris Investments e principale finanziatore delle campagne elettorali di Matteo Renzi. Commentando i risultati del voto referendario, l’imprenditore scodella i dati Istat sull’occupazione negli ultimi 4 anni: “Col governo Letta si perdevano 550 posti di lavoro al giorno, 330 col governo Monti, 390 col governo Berlusconi. Sono dati Istat, so che in Italia ci sono polemiche pure su questi numeri”. “Più che altro sono lavori pagati con voucher” – precisa il conduttore Corrado Formigli – “sono tagliandini con cui sono pagati lavori che durano anche un giorno. Sono lavori assolutamente temporanei e precari”. Serra poi descrive la percezione che Londra ha degli esiti del referendum e cita il M5S: “Sicuramente mi manderanno qualche insulto, si divertono così. Non sono amato dai grillini? Veramente non ne ho mai conosciuto uno. Una volta ne ho visti due qui a Londra, fuori da una chiesa”
di Gisella Ruccia | 6 dicembre 2016

Obama cerca di coprire le tracce ordinando un repulisti dei leader di Jabhat al-Nusra

obama-fraud

Obama il terrorista
di Grete Mautner
Se si ha l’impressione che Barack Obama sia stato il primo presidente che ha stabilito stretti legami con organizzazioni terroristiche in tutto il mondo, si potrebbe rimanere un po’ delusi quando si viene a sapere la verità.
Anche se Washington è sempre stata aperta sulla lotta al terrorismo, come dato di fatto gli Stati Uniti hanno rifornito svariati gruppi di terroristi in tutto il mondo per minare governi indesiderati, cercando destabilizzazione con conseguente rovesciamento di quei governi che hanno rifiutato di piegarsi ai cosiddetti campioni occidentali della democrazia.
Questo è esattamente il modo con cui Washington creò Al-Qaeda nel 1988, per combattere l’influenza sovietica in Afghanistan. Allo stesso modo, un quarto di secolo più tardi, l’amministrazione Obama ha creato e armato la cosiddetta opposizione siriana, che successivamente è stata trasformata in un’arma pericolosa e disgustosa, l’ISIS.
Va notato inoltre che, dei vari gruppi che formano il nucleo dell’ISIS, Jabhat Al-Nusra è sempre stato quello più capace di combattere; si ritroverebbe infatti ad affrontare regolarmente le unità dell’esercito siriano sui campi di battaglia nelle regioni del Nord-Est della Siria. A sua volta, Jabhat Al-Nusra è formato da 13 sottogruppi diversi, che in comune hanno soltanto la struttura di comando. Ma se Washington, all’improvviso, dovesse cessare il sostegno a Jabhat Al-Nusra, la capacità di combattere di questi sottogruppi sarebbe gravemente ridimensionata.
Questo è il motivo per cui gli Stati Uniti hanno rifiutato di abbandonare la loro orribile idea per anni, anche quando le circostanze avrebbero richiesto altrimenti. Nel 2012 la Casa Bianca è stata costretta a riconoscere questo gruppo come organizzazione terroristica, la meno interessata dalla Guerra contro il Terrorismo.
È vero che il Pentagono ha sprecato migliaia di tonnellate di bombe fingendo di provare a distruggere l’ISIS e i suoi affiliati in Iraq e Siria, ma realmente non c’è stata alcuna vera e propria lotta, come ha ammesso ufficialmente il portavoce del Dipartimento di Stato americano Mark Toner.
Inoltre, secondo le rivelazioni fatte da un militante di Jabhat Al-Nusra intervistato dalla rivista tedesca Focus [in tedesco], Washington sta fornendo direttamente al gruppo i TOW, appunto per aumentare la sua capacità offensiva.
Ma quando Trump ha sorpreso tutti vincendo le recenti elezioni presidenziali, l’amministrazione Obama ha iniziato a coprire le sue attività criminali nei restanti 70 giorni che mancano all’insediamento del nuovo presidente. Così, il gruppo dei neoconservatori, che è stato impegnato in molti complotti poco chiari, ha trovato se stesso nella lista della “roba da ripulire”.
Il Pentagono conosce la posizione di ogni nascondiglio che ospita i capi dei terroristi, come ripetutamente constatato da funzionari americani, nascondigli che in tutti questi anni sono rimasti intatti. Prima dell’elezione di Trump solamente un’operazione, con esito positivo, era stata condotta, ed ebbe come risultato l’uccisione del comandante di Jabhat Al-Nusra, ma non è chiaro se venne condotta dai russi o dagli americani; ciò fa presumere che Washington sia più interessata a guerre di propaganda che dall’effettiva lotta contro i terroristi.
Ma ora il Washington Post avrebbe riportato [in inglese] che il presidente Obama ha ordinato al Pentagono di trovare e uccidere i capi di Jabhat Al-Nusra. Funzionari statunitensi ritengono che questa decisione rispecchi la preoccupazione di Obama, che sta cambiando parti della Siria in nuove basi operative di Al-Qaeda alle porte del Sud Europa.
Il nuovo ordine di Obama dà allo Specia (il comando delle operazioni, o JSOC) maggior autorità e informazioni di intelligence per perseguire l’ampliamento della leadership di Al-Nusra, non solo i veterani di Al-Qaeda o di coloro che sono direttamente coinvolti nel complotto esterno. Il Washington Post osserva inoltre che il Pentagono avrebbe utilizzato più droni armati per la raccolta dati di intelligence nello spazio aereo del Nord-Ovest della Siria, un’area che era stata scarsamente frequentata dagli Stati Uniti a causa della sua vicinanza con avanzati sistemi di difesa aerea e velivoli russi, fino ad ora.
Tutto ciò appare come un goffo tentativo di giustificare la precedente riluttanza di Obama nel non fare nulla contro i terroristi radicali. Eppure, la maggior parte delle fonti dei media occidentali tacciono sul fatto che la determinazione recente di Obama è data dal fatto che Trump entrerà in carica molto presto. Ci dovrebbe essere un’indagine sulle attività dell’amministrazione Obama dopo che se ne sarà andato, e quei capi terroristi sarebbero in grado di testimoniare contro Obama e i suoi affiliati; ciò spiega perché ora verranno assassinati alla svelta.
Traduzione in Italiano a cura di Davide per SakerItalia.it – Dic 06, 2016

UE continuerà a imporre sanzioni ai siriani

è una donna del Pd, si sà che è moralmente superiore e pensano al Bene Comune a prescindere. Non si può criticare o si è misogini.

mogherini

L’Unione Europea intende rafforzare le sanzioni contro privati e persone giuridiche che supportano il regime il quale continua e attuare “repressioni” nel paese, dice il comunicato del capo della diplomazia UE Federica Mogherini.

La Mogherini ha nuovamente condannato “le violazioni sistematiche, diffuse e gravi dei diritti umani e le violazioni del diritto umanitario internazionale” in Siria. Il funzionario europeo ha anche chiamato a porre fine a queste violazioni, tra cui “bombardamenti indiscriminati”, che sarebbero stati condotti dal “regime e dai suoi alleati”, così come “l’attacco su larga scala.” Ha inoltre richiesto di porre fine “all’utilizzo della fame dei cittadini per circondare le aree popolate come una tattica di guerra e sfollamento forzato”.

“Tutti i responsabili di tali violazioni, dei crimini contro l’umanità e degli altri gravi crimini internazionali, considerabili reati militari, dovranno pagarne le conseguenze” ha detto il capo della diplomazia europea.

https://it.sputniknews.com/politica/201612103765191-Sanzioni-UE-continuera-imporre-sanzioni-siriani/

La campagna della NATO contro la libertà di espressione

A Cagliari era infatti prevista una conferenza sulla Siria il prossimo 17 dicembre, sala concessa e pagata da tempo, chissà come mai e perché E’ STATA REVOCATA.
La NATO inizialmente ha cercato di far tacere chi cercava la verità sull’11/9. Poi l’appetito vien mangiando…
di Thierry Meyssan
Questa è una lunga storia che attraversa un arco di quindici anni. La NATO inizialmente ha cercato di mettere a tacere i cittadini che cercavano di conoscere la verità sugli attentati dell’11 settembre. Poi ha preso di mira coloro che contestavano la versione ufficiale della “primavera araba” e della guerra contro la Siria. Da cosa nasce cosa, ha attaccato coloro che denunciavano il colpo di Stato in Ucraina. Ormai la NATO fa ora accusare da una pseudo-ONG quelli che han fatto campagna per Donald Trump di essere agenti russi.1bell
Nell’illustrazione in apertura, il Logo del Centro di comunicazione strategica della NATO
DAMASCO (Siria) – Gli attentati dell’11 settembre 2001 sono stati seguiti sia da uno stato d’emergenza permanente sia da una serie di guerre. Come scrivevo all’epoca, la teoria secondo cui i mandanti sarebbero stati jihadisti che comandavano da una grotta afgana non regge all’analisi. Tutto fa pensare che siano stati invece organizzati da una fazione del complesso militare-industriale.
Se questa analisi è esatta, il seguito degli avvenimenti poteva soltanto portare a una repressione negli Stati Uniti e negli Stati alleati.
Quindici anni più tardi, la ferita che ho aperto non si è ancora chiusa, tutt’altro, a causa degli eventi che sono seguiti. Al Patriot Act e alle guerre del petrolio si sono poi aggiunte le “primavere arabe”. Non solo la maggior parte della popolazione statunitense non crede più a ciò che ha detto il suo governo dall’11/9 ma, votando per Donald Trump, ha appena espresso il suo rifiuto del Sistema post-11 settembre.
È successo che ho aperto mondialmente il dibattito sull’11/9, che ho aderito all’ultimo governo della Jamahiriya araba libica e che riferisco in loco la guerra contro la Siria. All’inizio, l’amministrazione USA ha pensato di poter fermare l’incendio accusandomi di scrivere qualsiasi cosa pur di far soldi e toccandomi laddove secondo essa faceva più male, ossia il portafoglio. Tuttavia le mie idee hanno continuato a diffondersi. Nell’ottobre 2004, quando 100 personalità USA hanno firmato una petizione per chiedere la riapertura delle indagini sugli attentati dell’11/9, Washington ha cominciato ad avere paura [1].
Nel 2005, ho riunito a Bruxelles più di 150 personalità provenienti da tutto il mondo – tra cui degli invitati siriani e russi come l’ex capo di stato maggiore delle forze armate della Federazione, il generale Leonid Ivashov – per denunciare i neo-conservatori, mostrando che il problema diventava globale [2].
Mentre durante il mandato di Jacques Chirac l’Eliseo si preoccupava della mia sicurezza, l’amministrazione Bush chiese nel 2007 al neoeletto presidente Nicolas Sarkozy di eliminarmi fisicamente.
Quando fui avvertito della sua risposta positiva da un amico ufficiale dello stato maggiore, ho avuto una sola via da percorrere: l’esilio. Gli altri miei amici – ero da 13 anni segretario nazionale del partito radicale di sinistra mi guardarono increduli, mentre la stampa mi accusava di cadere nella paranoia. Nessuno mi è venuto pubblicamente in soccorso. Ho trovato rifugio in Siria e ho vagato nel mondo al di fuori dell’area NATO, sfuggendo a diversi tentativi di assassinio o rapimento. Per quindici anni, ho aperto dibattiti che si sono generalizzati. Sono sempre stato attaccato quando ero solo, ma quando le mie idee sono state condivise, sono state migliaia le persone che sono state perseguitate per averle riprese e sviluppate.
È in quello stesso periodo che Cass Sunstein (marito dell’Ambasciatrice degli Stati Uniti all’ONU Samantha Power) ha redatto con Adrian Vermeule per le università di Chicago e Harvard una memoria per la lotta contro le “teorie della cospirazione”: così chiamano il movimento che avevo iniziato. In nome della difesa della “Libertà” contro l’estremismo, gli autori definiscono un programma volto ad annichilire questa opposizione:
«Possiamo facilmente immaginare una serie di possibili risposte.
1. Il governo può vietare le teorie della cospirazione.
2. Il governo potrebbe imporre qualche sorta di tassa, finanziaria o di altro tipo, su coloro che diffondono tali teorie.
3. Il governo potrebbe impegnarsi in un contro-discorso al fine di screditare le teorie della cospirazione.
4. Il governo potrebbe ingaggiare soggetti privati credibili affinché si impegnino in una contro-narrazione.
5. Il governo potrebbe impegnarsi nella comunicazione informale con terzi e incoraggiarli» [3].
L’amministrazione Obama esitava a scegliere pubblicamente questa strada. Ma ad aprile 2009, propose al vertice NATO di Strasburgo-Kehl di creare un servizio di “Comunicazione Strategica”. Inoltre fece dimettere Anthony Jones dalla Casa Bianca nel 2009 poiché il famoso avvocato si era espresso senza mezzi termini sull’argomento [4].
Il progetto di servizio di comunicazione strategica della NATO è rimasto ancora nel cassetto fino a quando il governo lettone non si è fatto vivo. È stato alla fine installato a Riga, sotto la direzione di Janis Karklin?, a quel tempo responsabile all’ONU per il vertice mondiale sulla società dell’informazione e il Forum per la governance di internet. Concepito dai britannici, include partecipazioni di Germania, Estonia, Italia, Lussemburgo, Polonia e Regno Unito. In un primo momento, si accontentava di moltiplicare gli studi in argomento.
Tutto è cambiato nel 2014, quando il think tank della famiglia Khodorkovsky, l’Istitute of Modern Russia moderna (Istituto sulla Russia moderna) a New York, ha pubblicato un’analisi dei giornalisti Peter Pomerantsev e Michael Weiss [5].
Secondo il loro rapporto, la Russia avrebbe schierato un vasto sistema di propaganda all’estero. Tuttavia, invece di presentarsi in una luce favorevole, come durante la Guerra fredda, Mosca avrebbe deciso di inondare l’Occidente di “teorie della cospirazione” in modo da creare la confusione generale. Gli autori hanno precisato che queste “teorie” non vertono più solo sull’11 settembre, ma anche sulla copertura mediatica della guerra contro la Siria.
Nel tentativo di riattivare l’anti-sovietismo della Guerra fredda, il rapporto ha segnato un ribaltamento di valori. Fino ad allora, la classe dirigente USA ha cercato solo di nascondere il crimine dell’11 settembre accusando alcuni barbuti senza importanza. Ormai si trattava di accusare uno Stato straniero di essere responsabile dei nuovi crimini che Washington aveva commesso in Siria.
Nel settembre 2014, il governo britannico ha creato la 77ma Brigata; un’unità incaricata di contrastare la propaganda estera. Essa comprende 440 militari e più di un migliaio di civili del Foreign Office, inclusi membri dell’MI6, della Cooperazione e della Stabilisation Unit. Non si sa quali siano i suoi obiettivi. Questa brigata lavora con la 361st Civil Affairs Brigade dell’esercito di terra statunitense (basata in Germania e Italia). Queste unità militari erano state utilizzate per perturbare i siti web occidentali che cercavano di ristabilire sia la verità sull’11 settembre sia sulla guerra contro la Siria.
All’inizio 2015, Anne Applebaum (la moglie dell’ex ministro della Difesa polacco Radosław Sikorski) ha creato all’interno del Center for European Policy Analysis di Washington (Centro di analisi della politica europea) un’unità chiamata Information Warfare Initiative (Iniziativa sulla guerra dell’informazione) [6].
In origine si trattava di contrastare l’informazione russa in Europa centrale e orientale. Affidava questa iniziativa al già citato Peter Pomerantsev e a Edward Lucas, uno dei redattori di The Economist.
Benché Pomerantsev sia tanto il co-relatore dell’Institute of Modern Russia quanto il corresponsabile della Information Warfare Initiative, non fa più cenni all’11 settembre, né considera più la guerra contro la Siria come un tema centrale, ma solo come un tema ricorrente che permette di speculare sull’azione del Cremlino. Concentra invece le sue frecce contro il canale televisivo Russia Today e sull’agenzia di stampa Sputnik: due organi pubblici russi.
Nel febbraio 2015, il think tank del Partito socialista francese nonché contatto del National Endowment for Democracy (NED), la Fondazione Jean-Jaurès, ha pubblicato a sua volta una nota, intitolata Conspirationnisme, un état des lieux (trad.: “Cospirazionismo, una panoramica”) [7].
Essa ignora gli sviluppi a proposito della Russia e riprende il dibattito laddove Cass Sunstein l’aveva lasciato. Preconizza di vietare in modo puro e semplice ai “cospirazionisti” la possibilità di esprimersi. Da parte sua, il ministro dell’Educazione ha organizzato dei seminari nelle scuole per mettere in guardia gli studenti contro i “cospirazionisti”.
Il 19 e 20 marzo 2015, il Consiglio europeo ha chiesto all’Alta Rappresentante Federica Mogherini di preparare un piano di “comunicazione strategica” per denunciare le campagne di disinformazione della Russia in materia di Ucraina. Il Consiglio non ha menzionato né l’11 settembre né la guerra contro la Siria e ha cambiato il suo obiettivo per occuparsi solo degli avvenimenti in Ucraina.
Ad aprile 2015, la Mogherini ha creato all’interno del Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS) un’unità di Comunicazioni strategiche [8].
È diretta da un agente dell’MI6 britannico, Giles Portman. Distribuisce a numerosi giornalisti europei, due volte a settimana, un insieme di argomenti intesi a dimostrare la malafede di Mosca; si tratta di cataloghi di notizie che alimentano abbondantemente i media europei.
Il 20 agosto 2015, il Centro di Comunicazione strategica della NATO è stato aperto a Riga sotto la direzione di Jānis Sārts e in presenza del direttore di una branca del National Endowment for Democracy, John McCain (qui in una conversazione con il presidente lituano Dalia Grybauskaitė).
Fin dalla sua nascita, il Centro di Comunicazione strategica della NATO ha preso con sé un servizio dell’Atlantic Council, il Digital Forensics Research Lab. Un Manuale di Comunicazione Strategica è stato redatto dalla NATO. Mira a coordinare e sostituire tutti i dispositivi antecedenti in materia di Diplomazia pubblica, di Pubbliche relazioni (Public Affairs), di Pubbliche Relazioni militari, di Operazioni sui sistemi elettronici di comunicazione (Information Operations) e di Operazioni Psicologiche.
Su ispirazione della NATO, l’ex ministra degli Esteri polacca intanto diventata eurodeputata, Anna Fotyga, ha fatto adottare al Parlamento europeo il 23 novembre 2016 una risoluzione sulla «comunicazione strategica dell’Unione mirante a contrastare la propaganda rivolta contro di essa da parte di terzi». Anche in questo caso, l’obiettivo si sposta: non si tratta più di contrastare il discorso sull’11/9 (vecchio di 15 anni), né quello della guerra contro la Siria, ma di creare un amalgama tra il discorso che contesta gli avvenimenti ucraini e quello di Daesh. Si torna al punto di partenza: quelli che contestavano le versioni correnti sull’11/9 cercavano secondo la NATO di riabilitare Al-Qa’ida, quelli che fanno il gioco della Russia mirano a distruggere l’Occidente come Daesh. E poco importa che la NATO sostenga Al -Qa’ida ad Aleppo Est.
Lanciato da un articolo clamoroso sul Washington Post, il 24 novembre 2016 [9], un misterioso gruppo denominato “Propaganda or Not?” ha stabilito un elenco di 200 siti web -compreso Voltairenet.org – presuntamente incaricati dal Cremlino di trasmettere la propaganda russa e intossicare l’opinione pubblica statunitense al punto di averla spinta a votare Trump.
Sebbene “Propaganda or Not?” non pubblichi i nomi dei suoi capi, indica il fatto di riunire quattro organizzazioni: Polygraph, The Interpreter, il Center for European Policy Analysis e il Digital Forensic Research Lab.
– Polygraph è un sito di Voice of America, la radio e televisione pubblica statunitense controllata dal Broadcasting Board of Governors.
– The Interpreter è la rivista dell’Institute of Modern Russia, ora trasmesso da Voice of America.
– Il Center for European Policy Analysis è un pseudopodo del National Endowment for Democracy (NED), guidato da Zbigniew Brzezinski e Madeleine Albright.
– Infine, il Digital Forensic Research Lab è un programma dell’Atlantic Council.
In un documento rilasciato da “Propaganda or Not?”, questa pseudo-ONG, emanazione di associazioni finanziate dall’amministrazione Obama, nomina il nemico: la Russia. La accusa di essere all’origine del movimento per la verità sull’11/9 e dei siti web che sostengono la Siria e la Crimea.
Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato il 2 Dicembre 2016 una legge che vieta qualsiasi cooperazione militare tra Washington e Mosca. In pochi anni, la NATO ha riattivato il maccartismo.
Documenti allegati
Complaint Voltaire Network International vs Prop or Not?
Reclamo depositato presso l’Ispettore generale del Dipartimento di Stato. Réseau Voltaire International, 2 dicembre 2016.
NOTE
[1] «100 personnalités contestent la version officielle du 11 septembre», Réseau Voltaire, 26 octobre 2004.
[2] «Axis for Peace», Réseau Voltaire.
[3] «Conspiracy Theories», Cass R. Sunstein & Adrian Vermeule, Harvard Law School, January 15, 2008.
[4] «11-Septembre: Obama congédie un de ses conseillers», Réseau Voltaire, 8 septembre 2009.
[5] «The Menace of Unreality: How the Kremlin Weaponizes Information, Culture and Money», Peter Pomerantsev & Michael Weiss, The Interpreter/ Institute of Modern Russia, 2014.
[6] Information Warfare Initiative, sito ufficiale.
[7] «Lo Stato contro la Repubblica», di Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 9 marzo 2015.
[8] «La propaganda UE contro la Russia», Rete Voltaire, 6 luglio 2016.
[9] “Russian Propaganda Effort Helped Spread ‘Fake News’ During the Election, Experts Say”, Craig Timberg, The Washington Post, November 24, 2016
Da Redazione  – Dic 05, 2016
Traduzione a cura di Matzu Yagi.