Ministro trasporti: apertura scatola nera del Tu-154 schiantato inizia oggi 

STRAGE DI NATALE

Russia: ritrovata seconda scatola nera del Tu-154 caduto a Sochi

Lo ha comunicato il ministero della Difesa russo.
I subacquei hanno recuperato la seconda scatola nera dal luogo dello schianto dell’aereo militare russo nel Mar Nero: lo ha detto il Ministero della Difesa russo. “Il secondo Risultati immagini per tu 154 coro russoregistratore del volo Tu-154 è stato trovato e recuperato dal fondale meno di mezz’ora fa”, ha detto il ministero in un comunicato. © SPUTNIK/ Incidente aereo del Tu-154 a Sochi La nota ha precisato che 12 grandi e 1.547 piccoli frammenti dell’aereo sono stati trovati dall’inizio delle operazioni di ricerca. L’aereo Tu-154 del Ministero della Difesa russo in rotta da Mosca verso la Siria si è schiantato domenica nel Mar Nero subito dopo il decollo nei pressi di Sochi. L’aereo trasportava 92 persone, tra cui otto membri dell’equipaggio, 64 musicisti del Coro dell’Armata Rossa, due funzionari federali, nove giornalisti e il capo della charity Spravedlivaya Pomoshch Elizaveta Glinka.

Le squadre speciali del Ministero delle Emergenze russo hanno iniziato le operazioni di recupero dei resti del TU-154 precipitato nel Mar Nero il 25 dicembre.

Nella giornata di domenica 25 dicembre dopo il decollo da Sochi si è schiantato nelle acque del Mar Nero un Tupolev 154 del Ministero della Difesa russo diretto in Siria. A bordo oltre ai membri dell’equipaggio viaggiavano i membri del gruppo canoro Aleksandrov dell’esercito russo, alcuni giornalisti e la “dottoressa Lisa” — Elizaveta Glinka. Tutti i 92 passeggeri a bordo sono morti. Tutte le notizie sullo schianto del TU-154

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27.12.2016 La decifrazione della scatola nera a bordo del Tu-154 del Ministero della difesa inizia oggi, ha dichiarato il Ministro dei trasporti Maksim Sokolov in una intervista sul canale “Rossija 24”.
Tu 154 – ci sono i primi testimoni ed anche una registrazione video dello schianto “E’ stata recuperata una delle scatole nere, un unità di registrazione parametrica, la quale è stata consegnata al centro di ricerca dell’Aeronautica Militare del Ministero della Difesa a Mosca. Gli esperti proprio oggi inizieranno a scaricare e interpretare i dati registrati dal sistema”, ha detto il Ministro. Il disastro del Tu-154 ha avuto luogo la mattina presto del 25 dicembre, poco dopo il decollo dall’aeroporto di Adler. A bordo c’erano 92 persone tra le quali soldati, membri dei media, l’attivista sociale Elizaveta Glinka, così come gli artisti del Complesso Accademico di Canto e Ballo dell’Esercito Russo “A.V. Aleksandrov” in volo per festeggiare il Capodanno con i membri dell’aviazione russa nella base aerea russa di Hmeymim in Siria.
Tu 154 – ci sono i primi testimoni ed anche una registrazione video dello schianto
 
26.12.2016 I Servizi di Sicurezza russi (FSB) hanno reso noto che sono stati individuati i primi testimoni oculari dello schianto del TU-154 a Sochi e che è stata recuperata anche una registrazione video. Nel comunicato stampa dell’ FSB si legge: “Al momento sono stati individuati i testimoni dello schianto dell’aereo ed a disposizione c’è anche una videoregistrazione dell’accaduto. Gli inquirenti sono al lavoro sulle testimonianze raccolte”. Nella giornata di domenica 25 dicembre dopo il decollo da Sochi si è schiantato nelle acque del Mar Nero un Tupolev 154 del Ministero della Difesa russo diretto in Siria. A bordo oltre ai membri dell’equipaggio viaggiavano i membri del gruppo canoro Aleksandrov dell’esercito russo, alcuni giornalisti e la “dottoressa Lisa” — Elizaveta Glinka. Tutti i 92 passeggeri a bordo sono morti.  Tutte le notizie sullo schianto del TU-154

Assordante! Il silenzio dei media europei sulla cattura degli ufficiali NATO in Siria

Mentre tutta l’attenzione dei media si è focalizzata sugli ultimi eventi luttuosi di Berlino, in Siria continuano le operazioni di evacuazione dei civili sotto la attenta sorveglianza delle forze siriane e russe.
I terroristi, ancora rimasti trincerati nella zona di Idlib, nei paesi di Al-Foua e Kefraya, hanno creato difficoltà e ritardato il passaggio degli autobus che traspotavano i civili, fra cui malati, feriti e le loro famiglie, lungo la strada che collega Idlib ad Aleppo, la città liberata dalle forze siriane.autobus-civili-siria
 
Ministero della Difesa: la Russia ad Aleppo ha fatto l’impossibile Risulta che otto autobus sono stati fermati mentre percorrevano la strada Al-Foua-Aleppo, a 50 chilometri dalla loro destinazione. I civili provengono tutti dalle zone a maggioranza sciita. Alcuni degli autobus sono arrivati ad Aleppo dopo 12 ore mentre di 5 di questi si sono perse le tracce.
In un altro avvenimento, le bande dei miliziani takfiri (i “ribelli moderati” secondo i media occidentali) hanno dato fuoco a molti autobus per impedire l’evacuazione dei civili dalla zona di Idlib. Dagli autobus i terroristi hanno prelevato gli autisi, fra i quali due feriti, e li hanno portati in destinazione ignota, come riferito dalla Mezza Luna siriana. Il governo siriano ha inviato altri autobus per sostituire quelli distrutti. Nostante questo, da Aleppo continua con successo l’evacuazione dei civili ed altri 15.500 sono stati evacuati da aleppo Est.
Gli episodi dell’incendio agli autobus e i colpi d’arma da fuoco sparati contro alcuni convogli, dimostrano comunque che il patto raggiunto di tregua con il Governo di Damasco, viene continuamente violato dagli stessi gruppi di miliziani che l’Occidente tende a proteggere.
Tutto il mainstream impegnato a falsificare Aleppo
Rimane un silenzio assordante da parte dei media occidentali e da quelli europei in particolare sulla cattura effettuata ad Aleppo Est di ufficiali della NATO e dei servizi di intelligence occidentali. Le autorità siriane, grazie a dati accurati, erano arrivate nel comando supremo degli ufficiali occidentali e arabi nascosto nel seminterrato di un quartiere di Aleppo est, catturandoli tutti vivi. Alcuni nomi sono già filtrati. Si tratta di militari USA, francesi, inglesi, tedeschi, israeliani, turchi, sauditi, marocchini, qatarioti ecc., che la Siria detiene attualmente con grande cura per concludere i negoziati con i Paesi che l’hanno devastata.
 
Si è saputo che sono numerosi gli agenti stranieri armati catturati dalle forze siriane e che la Turchia ha chiesto alla Russia di far uscire vivi. Gli ufficiali dei servizi segreti, tra cui statunitensi, erano rimasti intrappolati con i terroristi ad Aleppo, nella sala operativa segreta presente nello scantinato di un edificio nel Suq al-Luz, in via al-Sharad, ad Aleppo est. Vedi: At Least 14 US Coalition Military Officers captured by Syrian Forces in East Aleppo Bunker Fra questi ufficiali catturati vi sono il capitano David Scott Weiner (USA special forces), il tenente David Shlomo Aram delle forze di Israele ed altri elementi di nazionalità saudita, turca, giordana e britannica i cui nomi sono stati pubblicati dall’autorità militare siriana.
La notizia della cattura è stata data dai media russi, iraniani, libanesi, argentini e di altri paesi ma è stata tenuta accuratamente occultata dai grandi media europei. Si nota ancora una volta l’effetto censura relativamente alle notizie “sgradite” al comando USA/NATO delle operazioni che avvengono in Siria.
 
Tutte le guerre illegali della Nato raccontate in un libro
Sarebbe interessante chiarire quale sia l’effettivo ruolo svolto dalla NATO nel conflitto in Siria, ruolo di cui i giornale e le TV occidentali non parlano ignorando completamente l’attiva partecipazione delle forze NATO che assistono sia come logistica che come intelligence i gruppi dei miliziani jihadisti in Siria.
Questo ruolo, inizialmente occultato, è divenuto evidente nel corso del tempo e con gli ultimi sviluppi riscontrati sul campo di battaglia. Si sa per certo che dalla base NATO in Turchia vengono trasmessi importanti dati di intelligence ai gruppi di comando dei terroristi e fra questi le coordinate degli obiettivi da colpire con l’artiglieria ed i missili di cui i miliziani dispongono.
Le comunicazioni sono state intercettate dall’intelligence russa che ha individuato le postazioni di comando dei terroristi fra cui erano mescolati alcuni ufficiali della NATO con compiti di comando e coordinamento. Risulta che i miliziani hanno persino utilizzato dei droni di fabbricazione USA che sono stati da loro inviati al di sopra delle linee dell’Esercito siriano e ritrovati in alcuni dei loro covi.
Siria, perché l’Occidente si schiera con i terroristi?
 
Importante il ruolo svolto dalla NATO per favorire le forniture di armi, munizionamento ed equipaggiamenti vari ai gruppi terorristi. Anche Israele ha fatto la sua parte, come dimostra i ritrovamento di molto materiale di fabbricazione israeliana nei covi dei terroristi. Molti di questi hanno ottenuto l’assistenza sanitaria delle autorità israeliane che hanno provveduto a prelevare i feriti ed a ricoverarli presso gli ospedali in Israele, nella regione contigua al Golan.
D’altra parte la struttura della NATO è sempre stata determinante nelle guerre scatenate dagli USA con pretesti vari, questo è avvenuto nella guerra dei Balcani, quella per deporre Milosevic e smembrare la ex Yugoslavia, lo stesso si è verificato nella Guerra in Iraq e di seguito con l’aggressione contro la Libia. Il conflitto in Siria, per sua natura un conflitto complesso dove operano una serie di forze che soltanto la capacità dei comandi NATO poteva coordinare sul terreno, essendo gli ufficiali dell’Alleanza Atlantica addestrati per coordinare un cumulo di forze complesse in un teatro difficile come quello siriano.
 
Stoltenberg spiega la reticenza della NATO nel conflitto siriano Questo spiega perchè siano stati individuati e catturati gli ufficiali della NATO (assieme a sauditi ed israeliani) in un bunker installato fra i quartieri est di Aleppo. Fonti militari russe danno per sicuro che si trattasse di un centro di comando che pilotava le operazioni, in collegamento con la base NATO di Smirne in Turchia. Risulta che nelle postazioni dei terroristi erano presenti armi ed equipaggiamenti elettronici molto sofisticati in grado di intercettare le comunicazioni ed individuare gli obiettivi da colpire e soltanto la tecnologia occidentale poteva fornire questo supporto ai terroristi. Tutte le evidenze dimostrano la stretta collaborazione delle potenze occidentali con i gruppi terroristi radicali come Al Nusra e gli altri che vengono utilizzati come una leva per destabilizzare i regimi da rovesciare per gli interessi geostrategici di Washington.
La mascheratura propagandistica dei “ribelli moderati” è miseramente caduta con l’assedio di Aleppo dove si è visto che tutti i vari gruppi di miliziani si trovavano sotto il comando della formazione di punta, quella del Fronte Al Nusra, anche se questa ultimamente ha cambiato la sua denominazione in Jabhat Fatah Al-Sham.
 Mogherini invita Paesi arabi a risolvere questioni e conflitti in Medio Oriente La Guerra in Siria è stata di fatto una continuazione delle guerre in Iraq ed in Libia, dove la strategia militare è cambiata  drasticamente nei 14 anni trascorsi dalla invasione del 2003, come lo stesso Pentagono ha reso manifesto. Oltre alle unità di intelligence, oggi le potenze occidentali (USA, Gran Bretagna e Francia) stanno mettendo sul terreno commandos di forze speciali che combattono senza distintivi e la cui presenza in Siria (come in Libia) è stata sistematicamente negata fino a poco tempo addietro.
Le spie e le forze irregolari che combattono senza distintivi nazionali, in forma occulta, non sono tutelate dalla Convenzione di Ginevra, secondo il diritto internazionale, motivo per cui non dovrebbero neppure essere considerati come prigionieri di guerra, ovvero potrebbero essere fucilati sul posto secondo le norme del Diritto Internazionale (le stesse applicate dalle forze USA nel corso dell’ultima guerra agli agenti infiltrati italiani della RSI, fucilati in quanto infiltrati dietro le linee nemiche). Senza contare le oltre 300.000 vittime assassinate dalle truppe mercenarie sostenute da USA ed Arabia Saudita in quanto sostenitori del Governo di Al Assad o civili inermi. Il Governo di Assad si sta comportando in maniera anche eccessivamente generosa con questi elementi per un eccesso di umanitarismo e per le insopportabili pressioni che stanno esercitando i paesi occidentali per salvaguardare la vita dei propri agenti e spie. A giudizio di chi ha subito la morte dei propri figli e parenti e le distruzioni provocate dalle loro azioni in Siria, costoro meriterebbero la fucilazione immediata. Fonte: Controinformazione.info L’opinione dell’autore può non coincidere con la posizione della redazione.

Perché l’ambasciatore russo ad Ankara non aveva un’adeguata protezione?

Quando fu annunciato che l’ambasciatore russo ad Ankara era morto in un attentato, una delle prime cose che venne in mente è come fosse possibile che succedesse a una figura importante? Immediatamente criticarono il servizio di protezione, perché nessuno sapeva la situazione in cui ciò è successo. In ogni caso, in quel giorno iniziai a cercare informazioni sullo stato dei servizi di protezione dei diplomatici russi in Turchia e sembra che le cose non siano come molti credono. Ciò che è emerso è che da più di 10 anni Ankara non consente la protezione armata dei diplomatici russi in Turchia. Questo compito dovrebbe essere dell’unità speciale ‘Zaslon‘ dell’SVR russo, ma ancora a più di 10 anni, non è autorizzata a svolgerla nel territorio turco. I commenti del funzionario intervistato in questo articolo non sbagliano. Zaslon non aveva il permesso di proteggere le spalle l’ambasciatore durante il discorso e anche che se era protetto da due membri dell’unità ai fianchi, non potevano rispondere a qualsiasi minaccia. Dopo l’omicidio, si parla di nuovo dell’arrivo della protezione armata russa per diplomatici russi in Turchia, ma è sorprendente che con ciò che è accaduto con tale Paese, la rappresentanza diplomatica russa non avesse una migliore protezione.
Erdogan con la famiglia della famosa Bana, erdogan-banal’ultima trovata della propaganda islamo-atlantista. Il terrorista che interpreta il papà della “bambina di Aleppo” è membro del gruppo terroristico islamista qataib al-Safwa ad Aleppo dove sicuramente ha ucciso molte persone agli ordini di Ankara. La foto è anche chiaramente un messaggio su chi abbia armato la mano del poliziotto-terrorista che ha ucciso l’Ambasciatore Andrej Karlov.
Analisi Militares 21 dicembre 2016
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

President Obama has effectively put all media under federal control

E bravo il presidente premio nobel per la pace, quello bravo, tollerante e democratico e buono perché di colore. Ha deciso che saranno i federali a stabilire cosa è propaganda ed a perseguirla, in pratica ha messo i media sotto controllo delle agenzie governative tipo Cia e tutte le agenzie di sicurezza nazionale.  Ha creato il ministero della VERITA’. Quante altre porcate firmerà questo soggetto?

By slipping through the 2017 National Defense Authorization Act, President Obama has signed the “Countering Disinformation And Propaganda Act” into law, effectively putting all speech under federal control.

POWERGRAB: Obama Signs Bill Federalizing All Media

Fosse comuni e camere di tortura ad Aleppo. Emerge la vera natura dei “ribelli” appoggiati dall’Occidente

Dopo il ritrovamento delle fosse comuni, delle camere di tortura a cui venivano sottoposti molti dei disgraziati abitanti di Aleppo, cade qualsiasi mascheratura dei denominati “ribelli moderati” che, secondo i media atlantisti erano i protagonisti della battaglia di Aleppo contro le forze dell’Esercito siriano e di Hezbollah.
 
(La Presse). La Russia denuncia il ritrovamento ad Aleppo di fosse comuni con decine di corpi mutilati e che portano i segni di spari alla testa. A dirlo è il portavoce dell’esercito russo, Igor Konashenkov: “Abbiamo trovato grandi fosse comuni con decine di siriani che hanno subìto torture selvagge e rappresaglie. Molti di loro sono mutilati”. E poi ha aggiunto: “Questo è solo l’inizio”. Aleppo è passata la scorsa settimana interamente nelle mani dell’esercito siriano, dopo un lungo assedio.
“I risultati della prima ispezione dei quartieri di Aleppo abbandonati dalla cosiddetta opposizione possono impressionare molti”, ha proseguito il portavoce. Negli ultimi mesi Mosca ha denunciato l’uccisione, per mano dei gruppi armati che controllavano Aleppo est, di numerosi civili che volevano abbandonare Aleppo tramite i corridoi umanitari allestiti dall’esercito russo. Konashenkov ha comunicato anche il ritrovamento di sette magazzini di munizioni sufficienti ad armare diversi battaglioni di combattenti, e di armamenti pesanti abbandonati come carri armati, cannoni e lanciarazzi.
Di conseguenza adesso non si può più nascondere che i “ribelli moderati” quelli che tutti i Governi europei consideravano “i legittimi rappresentanti del popolo siriano” a favore dei quali anche nelle piazze italiane (a Milano, a Bologna ed a Roma) la sinistra mondialista convocava le “veglie per Aleppo”, erano dei criminali jihadisti che uccidevano e torturavano tutti coloro che venivano considerati sostenitori del Governo o professanti una fede religiosa diversa ripetto a quella radicale salafita dei miliziani.
L’evidenza attualmente non si può più occultare perchè ad Aleppo sono arrivati anche gli osservatori internazionali e la propaganda di manipolazione dell’Occidente non può più ingannare nessuno. L’Esercito siriano, con l’appoggio dei russi, ha liberato la città di Aleppo che era in mano ai gruppi terroristi criminali appoggiati dalla NATO e dall’Arabia Saudita. Questi criminali hanno tenuto la popolazione in ostaggio ed hanno tucidato molti di quelli che tentavano di fuggire.
 
Erano questi i “ribelli democratici” esaltati dalle TV occidentali, erano questi i “ribelli” a cui Obama aveva inviato tonnellate di armi, erano sempre questi i “legittimi rappresentanti del popolo siriano” , di cui parlava Gentiloni, come ministro degli Esteri. L’Inganno e la falsità della propaganda occidentale sono ormai sotto gli occhi di tutti ma continua.
Le tv italiane cercano adesso di “arrampicarsi sugli specchi” e riportano nei loro servizi che ad Aleppo, nei quartieri Est della città, vi erano arroccati i miliziani dell’ISIS, sono le stesse TV che prima parlavano di bombardamenti dell’aviazione russa e siriana sui quartieri occupati dai ribelli ed oppositori di Assad. Questi ultimi adesso sono diventati l’ISIS, secondo le TV italiane, dopo che sono venuti alla luce i crimini efferati di cui questi individui sono stati responsabili.
 
Il “putridume” dell’apparato mediatico occidentale è oggi sotto gli occhi di tutti anche di coloro che avevano creduto alle corrispondenze trasmesse dalla RAI, dalle 7 e dai grandi giornali che trasmettevano la propaganda manipolatoria diffusa dall’organizzazione come i “Caschi Bianchi”, sovvenzionati dagli USA e dal Regno Unito o dal fantomatico “Ossevatorio per i diritti Umani” con sede a Londra.
 
Sul conflitto in Siria tutte le verità sono già state dette da pochi, ma lo spazio per altre menzogne di molti è ancora infinito.
di  Luciano Lago
Redazione, Dic 27, 2016
tanto per ricordare chi c’era nella zona e per i quali i dirittoumanisti vari piagnevano per fargli avere i corridoi umanitari. Quel sangue è anche sulle vostre mani
In Aleppo sarebbero stati catturati 14 consiglieri militari della coalizione occidentale
In Aleppo sarebbero stati catturati 14 consiglieri militari della coalizione occidentale
dicembre 19 2016
Secondo fontisiriane in Aleppo sarebbero stati catturati 14 consiglieri militari della coalizione occidentale.
Il giornalista siriano Saeed Hilal Alsharifi ha riferito che almeno quattordici dei consiglieri militari della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti che hanno aiutato i terroristi, tra cui un americano, sono stati catturati in uno dei bunker di Aleppo dalle forze forze speciali siriane.Secondo Alsharifi, che elenca i nomi dei catturati, tra di loro ci sono agenti gli Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Germania, Israele, Turchia, Arabia Saudita, Marocco e Qatar.
Alshafiri riferisce che i consiglieri militari sono stati catturati in un bunker seminterrato che fungeva da quartier generale dei ribelli ad Aleppo.
 
Il francese sito Voltaire.net  ha anche riferito informazioni sulla loro arresto, mentre si discute la tregua delle Nazioni Unite a Aleppo:
“Il Consiglio di Sicurezza si riunisce questa mattina per gli ufficiali della NATO arrestati nel bunker a est di Aleppo dalle forze speciali siriane  Venerdì 16 dicembre 2016 alle ore 17:00.”
L’affermazione che i detenuti sono ufficiali della NATO non hanno ancora ricevuto conferme ufficiali dai rispettivi governi.
 
Fares Shehab, membro del parlamento siriano e il capo della Camera di Commercio di Aleppo, ha pubblicato sulla sua pagina di Facebook i nomi dei consiglieri militari catturati:
 
Motaz Kanoglu (Turchia),
 
David Scott Winer (USA),
 
David Shlomo Aram (Israele),
 
Amjad al-Hassi Tirawi (Giordania),
 
Mohamed El-Shafihi El Idrissi – (Marocco).
 
Muhammad Ahmad Assabian (Arabia Saudita),
Abdel Mehr Fahd al-Harwich (Arabia Saudita),
 
Islam al-Salam Ezzahran Hadzhlan (Arabia Saudita),
 
Ahmed Ben Naoufel al -Daridzh (Arabia Saudita),
 
Muhammad Hassan al-Sabiha (Arabia Saudita) ,
 
Hamad Al Fahad Dusri (Arabia Saudita),
 
Qassem Saad al-Shamra (Arabia Saudita),
 
Ayman al-Kassem -Tahalbi (Arabia Saudita)
 
Secondo altre fonti siriane, il numero di agenti arrestati è molto più alto:
 
ufficiali americani – 22
ufficiali britannici – 16
 
francesi ufficiali di 21
 
ufficiali israeliani – 7
 
ufficiali turchi – 62
 
Si segnala che l’elenco dei 14 nomi, che precedentemente è trapelato attraverso i media siriani e occidentali probabilmente non sono i reali  nomi dei funzionari. È prassi normale in questi casi usare documenti falsi.
 
 
Tratto da: Vietato Parlare

DA PARIGI A BERLINO, QUEL GIALLO DEI PASSAPORTI DEGLI ATTENTATORI “RITROVATI” SUI LUOGHI DEGLI ATTENTATI

Sul camion assassino di Berlino è stato ritrovato un documento che porta sulle tracce del killer. Sarebbe un tunisino e ora lo stanno cercando. È anche trapelato il nome ma non lo riportiamo per senso di pudore.
Spieghiamo: questa storia di documenti ritrovati su macchine usate per gli attentati è roba abusata. Fin dall’11 settembre, da quando il documento di Mohamed Atta fu ritrovato tra le rovine fumanti delle Torri gemelle (l’incendio fu domato solo due mesi dopo), va avanti questa improbabile reiterazione.
Così a Nizza, così nell’attentato al giornale Charlie Hebdo, i documenti dei terroristi appaiono magicamente sul luogo del delitto chiudendo l’inchiesta prima che inizi.
In realtà le indagini di Berlino avevano già portato a un risultato, il famoso pakistano arrestato ieri, che poi si è scoperto essere del tutto innocente. Una falsa pista che ha fatto perdere un giorno prezioso. Utile all’assassino per far perdere le sue tracce, e magari abbandonare il Paese.
 
Come per Charlie Hebdo l’attentato è opera di professionisti. L’uomo, o gli uomini che hanno colpito a Berlino, hanno sequestrato il camionista polacco verso le quattro del pomeriggio. Per poi prendere dimistichezza con il mezzo, come indicano le accensioni del motore multiple registrate dal gps.
 
Presumibilmente hanno motivato il loro gesto come un tentativo di furto, che ha consentito loro di convincere il conducente a seguirli sotto minaccia delle armi.
 
Particolare importante, appunto, che indica l’opera di professionisti: se avessero ucciso l’uomo prima dell’azione c’era il rischio che il corpo fosse scoperto, mandando all’aria tutto (sarebbe scattata la caccia al camion).
 
Né per lo stesso motivo è ipotizzabile sia stato ucciso molto prima del fatto, ché girare con un cadavere nell’abitacolo può destare attenzione.
Come per Charlie Hebdo anche a Berlino non si riscontra l’opera di kamikaze, come usano i jihadisti, altro indizio di professionismo.
 
Professionisti che non hanno agito secondo le istruzioni del perfetto attentatore riportate nel dettaglio sulle riviste patinate del Terrore (Dabiq, Rumiyah).
 
Secondo tali istruzioni, una volta che il camion lanciato sulla folla si è arrestato, il guidatore killer dovrebbe scendere e continuare la mattanza con armi da taglio (più facili da reperire e da far passare inosservate).
 
Nulla di tutto questo è successo a Berlino. L’attentatore o gli attentatori dopo aver lanciato il camion sulla folla si sono dileguati, anzi per usare un termine più corretto sono esfiltrati tramite una via di fuga. Conservando in questo frangente un perfetto sangue freddo (altro che pazzo esaltato…).
 
Nessun urlo “Allah Akbar” o altro, come d’uso. Chi ha ucciso si è semplicemente eclissato, come un criminale comune che tiene alla sua vita e alla sua libertà.
 
Ma veniamo a un particolare oggi molto pubblicizzato, che fa ipotizzare un’esfiltrazione un po’ più complessa di quella che si era immaginato ieri, quando si è inseguito il richiedente asilo poi risultato innocente.
 
A quanto ripetono i media, fonte polizia, la cabina del camion risulta inondata di sangue. Particolare che denota, secondo tali ricostruzioni, una lotta interna: il conducente del camion avrebbe combattuto contro il suo/i assalitore/i prima di essere ucciso.
 
Usiamo il plurale perché l’autista polacco era un colosso (così il fratello e le foto), e ci volevano due uomini a tenerlo a bada. Anzi uno armato, mentre l’altro guidava. D’altronde immaginare un ladro di camion che guida per ore con a fianco, libero, un energumeno ostile è alquanto difficile.
 
Come è difficile ipotizzare, come fanno tante ricostruzioni, che sia stato proprio il conducente eroe a deviare il camion, impedendo che la strage fosse maggiore.
 
Presupporrebbe che l’assassino, o gli assassini, si siano lanciati sulla folla con il colosso ancora vivo a bordo, cosa invero bizzarra da immaginare per dei professionisti che ben sanno che a quel punto sarebbe scattata una reazione spontanea dettata dalla disperazione, che poteva far fallire tutto.
Più probabilmente la lotta è avvenuta un momento prima che il camion fosse avviato al suo ultimo appuntamento. Il conducente polacco doveva essere eliminato per tacitare un testimone scomodo, altro segno di professionismo.
 
Il rapito deve aver reagito e ne è nata una colluttazione, terminata con la sua morte. Deve esser avvenuto poco prima, si è detto, e per avere la meglio, il sequestratore ha utilizzato, oltre che l’arma da taglio, anche una pistola. E questa col silenziatore perché non si deve sentire la detonazione (che non si è sentita). Arma non usuale nelle operazioni dei jihadisti.
 
A questo punto il camion è stato lanciato sulla folla, con uno o due uomini a bordo. Uno dei due, infatti, potrebbe esser sceso subito dopo l’omicidio del conducente, per dileguarsi (magari usando un’automobile, come vedremo di seguito).
 
Quindi la corsa assassina, appunto. Dopo la quale l’autista-assassino semplicemente scompare. C’è sangue nella cabina, si è detto, tanto sangue. Tanto che il primo indiziato è stato scagionato proprio dal fatto che i suoi abiti erano puliti (e dalla prova dello stub, che ha escluso abbia sparato).
Davvero difficile immaginare qualcuno che cerca di nascondersi tra la folla, prendere un mezzo o la metro, coperto di sangue. Più probabile che, sul luogo, vi fosse un’automobile pronta ad accoglierlo/i e a farlo/i esfiltrare.
Insomma, un’operazione un po’ più sofisticata e complessa di quanto viene raccontato. Che prevede l’opera gente spietata, sì, ma non esaltata. Professionisti, appunto.
 
Che non vanno a compiere attentati portandosi dietro un passaporto o, se anche fosse, non lo perdono sul luogo del delitto, dal momento che è tra le cose più importanti da evitare.
 
Un passaporto comparso peraltro, magicamente, solo il giorno successivo alla strage, altrimenti non avrebbero arrestato subito un innocente.
 
Possibile che siamo davanti, per l’ennesima volta, a dei professionisti oltremodo sbadati. E però qualcuno potrebbe avanzare il sospetto che magari si sia cercato un capro espiatorio per chiudere la vicenda e per evitare che dilagasse il panico. O altro e più oscuro. A pensar male, purtroppo, spesso ci si azzecca.
Fonte: qui 22/12/2016

Il volto di Obama

ci sarà da scommeterci che sfrutterà questo ultimo mese per intensificare le porcate. YES HE CAN. Ovviamente per tutelare i diritti umani e combattere la corruzione, peccato che già le preesistenti restrizioni (sempre firmate dal premio nobel per la pace Obama) siano state usate contro diplomatici RUSSI. Che coincidenza.

Libertà. Colpo di coda di Obama: approvate nuove pene preventive
WASHINGTON – Colpo di coda in stile regime, quello del presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, che prima di andar via dalla Casa Bianca ha ratificato in data 24 dicembre un pacchetto legislativo inerente le spese per il mantenimento dell’armamentario militare del paese: tra le tante normative è prevista l’imposizione di restrizioni delle libertà personali a carico di qualsiasi individuo non identificato che venga ritenuto coinvolto da Washington in tentativi di corruzione o di violazione dei diritti umani.
Stando alla clausola 1264 del documento appena approvato, il presidente degli Stati Uniti potrebbe avallare, in caso di necessità, l’attivazione di speciali provvedimenti disciplinari nei confronti di chiunque sia semplicemente sospettato e dunque accusato di “esecuzioni extragiudiziali, torture e altre gravi violazioni dei diritti umani internazionalmente riconosciuti”. Stessa sorte verrebbe altresi riservata per chi viene indagato per corruzione o appropriazione indebita. Le pene previste dalla normativa comprendono il congelamento dei beni e l’impossibilità di ottenere visti e permessi per viaggi all’estero e soggiorni.
 
La normativa ratificata da Obama sarà in vigore per i prossimi sei mesi. Tuttavia, le pene previste in caso di accertata violazione, e imposte dal regolamento, non hanno limiti di tempo e possono essere revocate solo da una decisione del futuro presidente degli Stati Uniti.
La nuova legge, a quest’oggi, estende la cosiddetta legge Magnitsky, approvata dal Congresso degli Stati Uniti, firmata dallo stesso presidente Barack Obama nel 2012. La legge implicava inizialmente vincoli finanziari e di ingresso nei confronti di 18 funzionari russi che, stando all’accusa americana, si erano resi responsabili della morte di Sergei Magnitsky, consigliere del fondo di investimento britannico Hermitage Capital, avvenuta nel 2009 in una prigione russa, in circostanze misteriose.
Numerose sono state le critiche mosse dai politologi internazionali nei confronti di tali provvedimenti di politica interna, critiche che, come quella di Dmitri Drobnitski, denunciano il carattere non costituzionale della normativa, che permetterebbe di aggirare l’approvazione del Congresso e la normale discussione del caso in un regolare iter giudiziario.