Ospite in casa di due anziani chiede 10mila euro per liberare la stanza

la jpeg si riferisce ad un altro episodio di "amore fraterno"

la jpeg si riferisce ad un altro episodio di “amore fraterno”

condivisione culturale. Il romeno sarà presto libero, come i poveri ragazzi che presero in ostaggio i bambini di un asilo. Ma non è violenza, meglio tacerle al TG

A Cinisi due bambini sono stati presi in ostaggio da un gruppo di extracomunitari
CINISI. Ieri una decina di extracomunitari minorenni si sono barricati dentro un asilo con due bambini per protesta. La situazione, che ha provocato non poche tensioni, è stata controllata dai carabinieri che sono intervenuti sul posto…FONTE

Ospite in casa di due anziani chiede diecimila euro per liberare la stanza

I carabinieri hanno arrestato il 65enne con l’accusa di estorsione

Diecimila euro, questa la somma che due anziani avrebbero dovuto versare nelle casse di un ospite che la coppia aveva accolto in casa 5 anni fa. Per questo i carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia Roma Cassia hanno arrestato un cittadino romeno di 65 anni, incensurato, con l’accusa di estorsione ai danni dei due anziani coniugi. L’uomo era ospite in casa delle vittime da circa 5 anni: da qualche tempo, però, aveva iniziato a manifestare la tendenza all’abuso di alcolici e, probabilmente a causa di ciò, ad assumere atteggiamenti violenti nei confronti degli anziani che, dopo alcuni episodi preoccupanti, hanno deciso di chiedergli di lasciare la loro casa.

Buonauscita per lasciare la stanza 

Il cittadino romeno non solo si è rifiutato di allontanarsi dall’abitazione, ma con toni violenti e minacciosi, ha preteso dai padroni di casa ingenti somme di denaro, fino ad arrivare alla richiesta di 10.000 euro, quale “buona uscita”.

Denuncia ai carabinieri

La coppia ha, quindi, deciso di chiedere aiuto ai Carabinieri che, ben compresa la situazione, hanno arrestato il cittadino romeno.ì L’uomo è stato portato nel carcere di Regina Coeli dove rimane in attesa di essere processato.

http://www.romatoday.it/cronaca/estorsione-stanza-coinquilino-anziani.html

PERCHÉ BUZZFEED HA PUBBLICATO IL PORNO-DOSSIER SU TRUMP: ”L’ERA DEI GIORNALISTI GUARDIANI È FINITA.

vedi foto al link fonte
 
IL PUBBLICO AVEVA IL DIRITTO DI SAPERE DI COSA PARLAVANO OBAMA, TRUMP, LA CIA, E L’ÉLITE DELL’AMMINISTRAZIONE E DEI MEDIA DA MESI” – I RUSSI FANNO SAPERE CHE L’AUTORE ”È ANCORA UN AGENTE DEI SERVIZI SEGRETI BRITANNICI” – UN ESPERTO SPIEGA PERCHÉ È UNA BUFALA
1.TRUMP: AMBASCIATA RUSSA A LONDRA, ‘STEELE ANCORA AGENTE’
 (ANSA) – Cristopher Steele, indicato come l’autore del dossier infamante su Donald Trump, sarebbe ancora un agente dei servizi segreti britannici.
 
E’ quanto afferma l’ambasciata russa a Londra sul suo profilo Twitter in cui si afferma che “non ci sono ex agenti nell’MI6” e che il rapporto da lui elaborato andava contro la Russia e il presidente eletto. In precedenza la portavoce di Downing Street aveva dichiarato, senza entrare nel merito delle accuse rivolte a Trump, che quelli coinvolti nella creazione del dossier sono “ex dipendenti” del governo di Londra e che nulla farebbe pensare al coinvolgimento di agenti di sua maestà attualmente in servizio.
 
Christopher Burrows PARTNER NELLA SOCIETA DI CHRISTOPHER STEELE
 
2.BBC VIDE DOSSIER MESI FA MA NON RITENNE DI PUBBLICARLO
 (ANSA) – La Bbc aveva avuto mesi fa il dossier infamante su Donald Trump ma ha preferito non pubblicarlo perché il materiale “non era verificabile”. La vicenda viene ricostruita dal giornalista Paul Wood in un articolo sul sito dell’emittente pubblica britannica.
 
Il committente del rapporto, una società di ricerca politica con sede a Washington, aveva avvicinato il reporter nell’ultima settimana delle elezioni presidenziali americane, affermando che l’autore del rapporto, indicato come l’ex agente dell’MI6 Christopher Steele, vantava contatti nei servizi segreti di Mosca e qualche informatore pagato. La Bbc alla fine, non potendo vedere il video di cui si parla, “se esiste” come sottolinea l’emittente, respinse l’offerta.
 
3.PERCHÉ BUZZFEED HA DECISO DI PUBBLICARLO INTEGRALMENTE: ”ERA IN MANO A TUTTI I VERTICI DELL’AMMINISTRAZIONE, GIRAVA PER LE REDAZIONI, OBAMA E TRUMP SONO STATI INFORMATI UFFICIALMENTE DALLA CIA DEL SUO CONTENUTO. DICE IL DIRETTORE BEN SMITH: L’ERA DEI GIORNALISTI COME ‘GATEKEEPER’ È FINITA. IL PUBBLICO DEVE SAPERE DI COSA PARLANO I LIVELLI PIÙ ALTI DEL GOVERNO”
4.LA TRAPPOLA NELLE 35 PAGINE SU TRUMP
Da ”Il Foglio
Se anche le notizie contenute nel documento pubblicato da BuzzFeed su Donald Trump fossero vere, questo non cambierebbe il fatto che in questo momento, con le informazioni a disposizione, il materiale è, nel migliore dei casi, un documento politico commissionato dagli avversari di Trump, nel peggiore una patacca. In nessun caso merita la pubblicazione.
DONALD TRUMP CONTRO LA CNN
Le 35 pagine che documentano la stretta collaborazione fra il presidente eletto e Putin, oltre allo spionaggio aggressivo condotto dal Cremlino per ricattare, non sono state prodotte dall’ intelligence, non sono secretate, non sono il risultato di alcuna inchiesta. Il tranello è scattato quando i capi dell’ intelligence americana hanno deciso di includere alcune di queste informazioni – una sinossi di due pagine – nei briefing al presidente eletto e a quello in carica, conferendo una qualche legittimità a quella che, nella sospensione del giudizio che la circostanza impone, deve essere trattata alla stregua di una patacca.
GLI ESTRATTI DEL DOCUMENTO SU TRUMP E LE PIOGGE DORATE A MOSCA
Per quale motivo e con quale scopo i responsabili delle agenzie abbiano fatto riferimento a quelle informazioni non è chiaro, ma la decisione non dice nulla circa la veridicità dei contenuti. Il paradosso della scellerata decisione di Buzz Feed è che la pubblicazione di una patacca rafforza chi di patacche ci vive.
Gettarsi nello stagno del dossieraggio significa non soltanto sdoganare la logica del certificato di nascita, significa anche concedere all’ avversario ottimi argomenti per difendersi, per gridare al complotto, per dire che il clima intimidatorio e paranoico ricorda quello della Germania nazista. Un pessimo servizio reso innanzitutto ai critici di Trump.
5.UN ESPERTO SPIEGA PERCHÉ IL PORNO -DOSSIER È UNA BUFALA
Daniele Raineri per ”Il Foglio
Mark Galeotti è un professore inglese specializzato in sicurezza, intelligence e crimine in Russia, ha una posizione equilibrata – non è l’ ennesimo adepto del culto di Vladimir Putin, anzi è critico, ma quando argomenta lo fa con prove e fonti e non a vanvera – e ieri notte è stato uno dei primi a scrivere un’ analisi molto scettica del dossier di 35 pagine contro Donald Trump.
Il documento contiene alcune accuse brutali che si possono riassumere così. Uno, la Russia ha collezionato materiale compromettente contro Trump per poi ricattarlo e danneggiarlo in modo grave se necessario, una pratica molto usata chiamata kompromat (un esempio classico e reale di kompromat: l’ intelligence russa può depositare materiale pedopornografico nella memoria del computer di un oppositore politico e poi denunciarlo alla polizia).
 
Nel caso di Trump, i russi avrebbero piazzato telecamere nella sua stanza d’ albergo durante un viaggio a Mosca nel 2013 e lo avrebbero filmato mentre chiedeva ad alcune prostitute russe una pratica sessuale chiamata “pioggia dorata” – nel caso specifico la richiesta del magnate alle donne fu fatta per soddisfare il desiderio di assistere a un gesto oltraggioso e simbolico contro il letto della stessa stanza d’ albergo che aveva ospitato la coppia presidenziale Michelle e Barack Obama (non c’ è alcuna prova che sia successo davvero, ma chi ha scritto questo kompromat sapeva che avrebbe fatto il giro del mondo via internet).
 
Accusa numero due: l’ avvocato personale di Trump, Michael Cohen, ha viaggiato a Praga “a fine agosto o inizio settembre 2016” per incontrare alcuni emissari della leadership russa, e anche Carter Page, consigliere di Trump in politica estera, ha viaggiato a Mosca la scorsa estate per parlare con funzionari russi – che hanno chiesto che le sanzioni americane contro la Russia fossero ritirate e che hanno avvertito Page: abbiamo del kompromat contro Trump.
 
Accusa numero tre: la campagna elettorale del repubblicano e il governo russo collaboravano in modo attivo nel caso dell’ hacking contro i democratici, lo staff di Trump mandava in Russia informazioni arrivate grazie a talpe infiltrate nel campo avverso e fornivano anche dettagli riguardanti gli oligarchi russi che vivono in America e le loro famiglie. Accusa numero quattro: c’ è un patto tra Trump e i russi, in cambio dell’ aiuto per avere la presidenza il prossimo presidente ignorerà il dossier Ucraina, e quindi gli interventi militari russi contro il governo di Kiev.
Galeotti scrive che la superspia che ha redatto il documento contro Trump cita contatti con troppe fonti e troppo di alto livello e per questo non è credibile (Christopher Steele, ex funzionario dei servizi segreti inglesi che ha poi fondato una propria agenzia privata d’ intelligence, la Orbis, con base a Londra).
Nessuno, sostiene il professore inglese, dispone di questa gamma di conoscenze trasversali e intime dentro le istituzioni e il mondo del business russo, che per sua natura è paranoico per quanto riguarda confidenze e fughe di notizie. Di solito, spiega, le fonti dell’ intelligence sono autisti, amanti, famigliari e guardie del corpo, e quello che dicono va composto con pazienza come un puzzle: e come fa questa superspia a sfoggiare tutti questi contatti diretti di alto livello?
Non è possibile che abbia avuto servite in modo così comodo informazioni per cui la Cia o i servizi segreti inglesi avrebbero dato un braccio.
Inoltre, è come se tutte le fonti citate – dal portavoce stampa Dmitri Peskov ai funzionari del ministero degli Esteri al magnate del petrolio Igor Sechin – fossero a conoscenza del piano per coltivare Trump come agente politico che avrebbe seminato il panico alle presidenziali americane e a conoscenza anche dell’ esistenza di materiale kompromat. Ma di nuovo, a causa dell’ estrema compartimentalizzazione del sistema russo e del clima di paranoia, è improbabile che tutte le fonti potessero recitare all’ unisono la loro parte come un coro che canta seguendo lo stesso spartito.
 
Il dettaglio del viaggio di Cohen a Praga, poi, è il primo che secondo Galeotti sarà smontato: la scena è esotica, buona per una sceneggiatura, ma un viaggio in un piccolo paese europeo è facilmente smentibile, ci sono passaporti, registri, voli aerei. Perché andare a Praga, per coordinarsi, e che bisogno c’ era di incontrarsi faccia a faccia?
 
Non c’ è soltanto Galeotti a contestare il dossier, che secondo alcuni è una fabbricazione per screditare gli oppositori di Trump – il sito Daily Beast per esempio dice che alcuni utenti di Reddit, un sito che ospita forum di fan sfegatati del presidente eletto, avrebbero gettato notizie false in pasto ad alcuni antitrumpiani per poi svelare di essere loro le fonti. In particolare, la storia della pioggia dorata sarebbe una polpetta avvelenata (“la pioggia dorata sarebbe una polpetta avvelenata”: una frase che è anche un frammento rivelatore del livello della cronaca politica americana di ieri).
 
Il professore inglese scrive che in ogni caso la circolazione di un dossier così grossolano a proposito di Trump e del governo russo finirà per favorire Mosca, a cui interessa vedere l’ America sfiduciata e senza certezze sulla credibilità della Casa Bianca, o della stampa, o di tutti. “Non pisciarmi sulla gamba per poi dirmi che piove”, dice un motto tranchant che in campagna elettorale circolava molto come risposta alle vaghezze del politicamente corretto.
12 gen 2017 18:30

Attenzione: stanno tentando di rovesciare Trump!

i simpatici paladini della democrazia detestano quando il popolo sbaglia a votare e si impegnano a mettere una pezza, certo per il bene di quei popoli che tanto disprezzano

Quella di lunedì, negli Stati Uniti, dovrebbe essere una tranquilla giornata di democrazia. I Grandi elettori si riuniscono nella capitale di ogni Stato per eleggere il presidente, rispecchiando il voto popolare. Di solito è una formalità ma questa volta rischia di non essere tale.

Uno dei migliori commentatori americani, Paul Craig Roberts, denuncia apertamente un tentativo di un colpo di stato (leggi qui), altri giornalisti nei giorni scorsi avevano evidenziato lo stesso pericolo, come Michael Snyder. Ma ieri sera anche la Washington Post ha dato conto di quel che sta avvenendo: i grandi elettori di ogni Stato, che dovrebbero semplicemente ribadire il risultato delle urne, stanno ricevendo incredibili pressioni al fine di indurli a non votare per Trump.

mappa-elettorale-USA-2016Sono letteralmente bombardati di email e di telefonate in cui si evidenzia la pericolosità di Trump e in cui vengono evidenziati i rischi dell’America,mentre la Cia, l’Fbi e ovviamente Obama continuano a denunciare le interferenze russe nell’elezione nel tentativo, vano, di dimostrare che l’elezione non era regolare. Tentativo vano, perché fino ad oggi non è stata presentata alcuna prova. Secondo il Washington Post anche i grandi elettori democratici sono sottoposti a pressioni analoghe da parte di attivisti repubblicani, di cui peraltro, però, non si capisce il senso, considerato che Hillary ha perso. Ci sarà qualche caso ma irrilevante.

Le pressioni sono esercitate sui Grandi Elettori degli Stati che hanno votato per Trump e il significato è fin troppo chiaro: le élite globaliste che hanno governato l’America e indirettamente il mondo occidentale, sta per uscire dalla stanza dei bottoni, visto che il magnate non ha piazzato i loro uomini nei dicasteri chiave. Quell’élite sta tentando di tutto per impedire che Trump entri davvero alla Casa Bianca a ribalti la politica estera e di sicurezza perseguita finora, a cominciare dai rapporti con la Russia e dalla lotta all’Isis e corregga quella sulla globalizzazione incentivando la riscoperta di un “patriottismo imprenditoriale” sugli investimenti e sui posti di lavoro.

Attenzione: quel che sta avvenendo in queste ore è gravissimo ed è assolutamente incompatibile con i principi democratici. Speriamo che i Grandi Elettori non si lascino suggestionare.
Se davvero Trump venisse rovesciato prima ancora di entrare in carica, gli Stati Uniti perderebbero qualunque legittimità di fronte al proprio popolo e al mondo.

Alle élite importa poco. A noi sì, tantissimo.

Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2016/12/18/attenzione-oggi-potrebbero-rovesciare-trump-e-privarlo-della-vittoria/

Ecco la prima dura risposta dell’Unione Europea alla vittoria del NO

dicembre 06 2016
ordini UeCome avevo avuto modo di anticipare qua e ribadire anche nel mio post di stamattina, finita la farsa del supporto a Renzi e alle sue riforme arriva la prima mazzata dalla UE per l’Italia, in particolare sulla legge di bilancio per il 2017.
Le istituzioni avevano dato una tregua al governo italiano fino al 5 dicembre ma poi avrebbero picchiato duro senza pietà: e la prima mazzata arriva dall’Eurogruppo, che si è riunito stamattina per, tra le altre cose, valutare i draft budget degli stati membri per il 2017.
Ecco quali sono le conclusioni per il bilancio italiano, che già vi avevo anticipato mentre tutti i giornalai stavano a contare lo 0,1% di flessibilità in più o in meno.
Il giudizio dei ministri delle finanze dell’Eurozona non lascia spazio a fraintendimenti: come potete leggere il bilancio 2017 del nostro Paese è a rischio di non conformità con le regole prescritte dal Patto di Stabilità e Crescita e dalla sua revisione.
Il pomo della discordia è il deficit strutturale e l’Obiettivo di Medio-Termine (MTO) del bilancio in equilibrio: Renzi si era impegnato con la UE, in cambio della flessibilità concessa lo scorso anno, a migliorare il saldo di bilancio strutturale (cioè al netto delle componenti straordinarie) dello 0,6% del PIL, mentre la proposta presentata da Padoan prevede un peggioramento dello 0,5%.
Altro che qualche punticino di PIL, parliamo di circa €15 miliardi di differenza! E ora l’Eurogruppo, pur riconoscendo gli sforzi eccezionali per terremoti e migranti, chiede una pesante correzione e demanda alla Commissione Europea di indicare al governo italiano i passi necessari per ridurre il debito secondo le nuove e stringenti regole di bilancio varate in risposta alla crisi post-Lehman.
 
I suggerimenti dell’Eurogruppo? Privatizzazioni selvagge e di utilizzare tutte le entrate straordinarie per ridurre il debito.
Ieri il No ha salvato formalmente la Costituzione Italiana del 1948, che però, indipendentemente da tutto rimane disapplicata nei suoi principi fondamentali; per tornare a farla vivere e ridare prosperità e speranza, è necessario rigettare gli assurdi vincoli europei che ci stanno asfissiando e che non ci permettono di mettere in atto le politiche di cui il Paese e i cittadini italiani avrebbero bisogno. QUI trovate tutte le decisioni dell’Eurogruppo odierno e la foto sotto si riferisce al paragrafo sull’Italia =>
Marco  Zanni,  europarlamentare M5S
– di Marco Zanni per Sollevazione –