Referendum, fuga dei testimonial del Sì: “Toglieteci dal sito”

I volti noti dello spettacolo cercano l’oblio dopo la sconfitta di Renzi al referendum: “Quando scompare il nome dal sito?”
Qualcuno ha iniziato a muoversi per cercare l’eclissi. Mediatica, s’intende. Dopo aver appoggiato con forza le ragioni del Sì al referendum, i grandi nomi che hanno apposto la loro firma sul sito “Basta un Sì” stanno cercando di capire se è possibile togliere il loro nome dall’elenco degli sconfitti.
La fuga dei sostenitori del Sì
Una sorta di fuggi fuggi di cui dà conto oggi Tommaso Labate su il Corriere della Sera. “Forse non è il momento di chiedervelo – avrebbe detto qualche nome famoso del mondo dello spettacolo – Ma sapete quanto rimarrà online il sito del Sì? Non perché la firma all’appello, se possibile…”. Imbarazzo, insomma. O forse soltanto il desiderio di evitare che la debacle elettorale possa avere conseguenze professionali: calo degli ascolti, fan infuriati, eccetera eccetera.
Intanto sui social network è partita la “caccia” ai sostenitori della riforma renziana. Michele Santoro è stato accusato da più parti di essersi pronunciato a favore della riforma. Anche la sua ex giornalista Luisella Castamagna l’ha bacchettato pesantemente. Di certo i volti noti dello spettacolo e della tv sono rimasti sopresi dalla sconfitta di Renzi. E ora vorrebbero evitare di pagarne anche loro le conseguenze.
Claudio Cartaldo – Mar, 06/12/2016 – 12:18

Aleppo si appresta ad essere liberata e MSF protesta a Montecitorio

Un’ottantina di persone al presidio “Solidarietà alla popolazione siriana” davanti a Montecitorio (il video è qui) indetto da Médecins Sans Frontières. Anche con parole d’ordine condivisibili, come “Il diritto alla fuga dei civili intrappolati nel conflitto per cercare sicurezza e protezione”.
msf presidio
Peccato che, nel suo comizio, il rappresentante di MSF si sia dimenticato di menzionare i corridoi umanitari aperti (numerose volte) dall’esercito siriano per permettere alla popolazione civile di Aleppo est di scappare e che sono stati resi vani dai “ribelli” che sparavano su chiunque da Aleppo est tentasse la fuga.
E peccato che MSF non abbia menzionato l’amnistia varata dal governo di Damasco che sta facendo arrendere innumerevoli “ribelli” scongiurando così un bagno di sangue.
E peccato che MSF non abbia menzionato i 19 giorni di tregua dei bombardamenti nei quali i “ribelli” hanno continuato a lanciare missili e colpi di mortaio sul resto della città.
E peccato che MSF faccia risalire l’assedio al mese di luglio (da quando è cominciata la liberazione della città) e non già al 2012, quando, cioè, trasformando la popolazione civile in scudi umani, si sono asserragliati ad Aleppo est i “ribelli” (quasi nessuno siriano) graziosamente curati negli ambulatori gestiti da MSF.
E peccato che, ancora una volta MSF tiri fuori la leggenda delle “trenta strutture sanitarie colpite ad Aleppo est” dimenticando di dire che queste, per volontà stessa di MSF, volutamente non avevano nessun vessillo che ne permettesse l’identificazione.
Del resto, sarebbe troppo pretendere da una organizzazione come Médecins Sans Frontières – fondata da Bernard Kouchner, divenuto ministro della difesa di Sarkozy e artefice della guerra alla Libia – che la guerra alla Siria ha contribuito ad alimentare. Ad esempio, con bufale come questa o questa.
 dicembre 07 2016